Mag 8, 2020 | Sociale
Una giornata di incontro tra Comunità, Movimenti e Paesi per testimoniare la pace e la solidarietà fra i popoli.
Il 9 maggio ricorre la festa del continente europeo che celebra la pace e l’unità fra i popoli. Dalla storica firma del 31 ottobre del 1999 della “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” fra i responsabili di diversi Movimenti e Comunità, cattolici ed evangelici, dall’Italia e dalla Germania, è nata la rete together4europe, un cammino insieme per riscoprire i valori di pace e fraternità del vecchio Continente. Quest’anno la pandemia di Covid-19 impedisce di vedersi in chiesa, nelle piazze delle città, in ritrovi conviviali, per conferenze e preghiere. Ciò non significa che le attività di questa giornata siano annullate, al contrario: con molta creatività sono nate conferenze digitali, preghiere, gruppi di discussione e dialoghi online tra Comunità, Movimenti e rappresentanti politici, che partono, ad esempio, da Utrecht, Graz, Roma, Lione o Esslingen. Gli eventi di quest’anno hanno la benedizione papale poiché il 22 aprile scorso è arrivata la lettera di Papa Francesco. Il Papa apprezza il servizio al bene comune che la rete together4europe opera attraverso Comunità e Movimenti molto impegnati, ispirati dai valori di solidarietà, pace e giustizia.
Per la Festa dell’Europa, in comunione con Graz, i Comitati Insieme per l’Europa d’Italia hanno promosso e organizzato per la giornata del 9 maggio un evento online dedicato al Sì al Creato difendendo la natura e l’ambiente, dal titolo “Ecologia integrale: utopia sostenibile per l’Europa”. Attraverso le riflessioni di Stefania Papa, docente ed esperta di ecologia, e Luca Fiorani, fisico esperto di clima, e delle video sintesi dei tre messaggi di Papa Francesco, del Patriarca Bartolomeo I e di Antonio Guterres (ONU) per la 50a Giornata mondiale della Terra, saremo aiutati a prendere consapevolezza di come possiamo insieme operare per un presente e futuro migliori, rispettando la nostra Terra, in una cultura del rispetto, della cooperazione e della reciprocità. Insieme per l’Europa infatti ha come obiettivo una “cultura della reciprocità”. In essa i singoli e i popoli diversi possono accogliersi l’un l’altro, conoscersi, riconciliarsi, imparare a stimarsi e a sostenersi vicendevolmente. Riassume molteplici attività a favore della riconciliazione e della pace, della tutela della vita e del creato, di un’economia equa, della solidarietà con i poveri e con gli emarginati, della famiglia, del bene delle città e della fratellanza nel continente europeo. Le diversità non devono essere motivo di paura o di separazione, piuttosto sono ricchezze che vengono sviluppate e armonizzate per un’Europa unita, viva, fraterna. Per maggiori informazioni visita il sito www.together4europe.org
Lorenzo Russo
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Dic 14, 2018 | Collegamento
Nel mondo esistono tante buone pratiche, esperienze profetiche che favoriscono modelli economici alternativi orientati allo sviluppo umano e alla sostenibilità. Il convegno Prophetic Economy ha fatto da ‘rete’ per unire alcune di queste esperienze che vogliono cambiare il mondo… https://vimeo.com/301618757 (altro…)
Dic 5, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo
Molti i modi in cui ciascuno può far propria questa scelta: dal cambiamento degli stili di vita, fino al sostegno di una finanza etica che non investe in combustibili fossili o armi.
Il Global Catholic Climate Movement (Movimento Cattolico Globale per il Clima) collabora con la Chiesa Cattolica per una maggiore cura della Terra. Nato dopo la pubblicazione dell’enciclica “Laudato si’” oggi include quasi 1000 organizzazioni cattoliche: parrocchie, scuole, ong… Fra queste anche il Movimento dei Focolari. Abbiamo intervistato Luca Fiorani, fisico e coordinatore di EcoOne. Luca, cos’è EcoOne? È la rete internazionale nata dal Movimento dei Focolari che raggruppa persone che cercano di vivere un’ecologia nuova. Cosa significa per il Movimento dei Focolari la partnership con il Movimento Cattolico Globale per il Clima? Vuol dire che il Movimento dei Focolari si inserisce in questa iniziativa globale impegnandosi a lottare contro i cambiamenti climatici. In Italia, ad esempio, ha controllato i suoi conti bancari e può dire che non investe nemmeno un centesimo in fondi che sostengono l’economia dei combustibili fossili. Spieghiamo meglio il legame tra cambiamenti climatici e combustibili fossili. Quando utilizziamo carbone, petrolio o gas naturale produciamo CO2, un gas che contribuisce all’effetto serra che riscalda l’atmosfera, con tutti gli effetti negativi che osserviamo, dalla desertificazione – che è una delle cause delle migrazioni –, agli eventi metereologici estremi – che provocano le inondazioni. Le persone del Movimento dei Focolari, cosa possono fare per partecipare a questa partnership? Guardiamo la natura e l’umanità con occhi nuovi, quelli del cuore. E poi usiamo la testa e le mani per agire in favore dell’umanità di oggi e delle generazioni future. Cambiamo i nostri stili di vita: non sprechiamo l’acqua, usiamo l’energia in maniera efficiente, miglioriamo la raccolta differenziata e “votiamo” con i nostri consumi. Ad esempio, se scopriamo che la nostra banca investe soldi in combustibili fossili o armi – basta andare sul web e fare una breve ricerca per scoprirlo – scegliamo una banca più sostenibile. Il Papa – e tanti con lui – sono preoccupati perché il grido della Terra è il grido dei poveri: non possiamo rimanere a guardare!
Lorenzo Russo
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Nov 20, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Con un linguaggio semplice, come quello di Gesù che per spiegare il “suo regno” usava termini e paragoni sotto gli occhi di tutti, Sándor ha cominciato a raccontare come cercava di incarnare il Vangelo in tutto quello che faceva. Si è formato attorno a lui un assiduo gruppo di agricoltori e periodicamente si sono incontrati per scambiare gioie, dolori, conquiste e progressi… In loro è sbocciata la convinzione di avere una missione. Il loro rapporto con la natura, fonte di saggezza, era un bene da trasmettere anche a chi stava in città. Da questa scintilla al passo di incontrare anche dei sindaci è stato breve. Dagli incontri tra contadini e sindaci è emersa forte la necessità di creare un’alternativa alla globalizzazione che omologa e spegne valori e tradizioni. Così nel settembre del 2016 hanno realizzato un incontro che, con esperienze e interventi di specialisti, aveva lo scopo di trovare il modo per dare un’anima al Paese cominciando dalla campagna. Erano 350 partecipanti, dei quali 20 sindaci. Lo scorso settembre il 2° incontro, stavolta a Újkígyós, un comune a sud-est dell’Ungheria che, nonostante un anticipato freddo, ha visto 500 partecipanti, 27 stand che esponevano formaggi, tappeti fatti a mano, miele, piccoli mobili, marmellate… Con gratuità e generosità i contadini provenienti da molti comuni, villaggi e borghi hanno offerto il meglio dei loro prodotti culinari e di artigianato. Hanno portato anche cavalli per far girare i bambini. Una vera festa popolare.
I conferenzieri, specialisti in ecologia, agricoltura, inquinamento acustico, agricoltori, ricercatori e professori di università, erano già legati fra loro da una reale amicizia. È questo non soltanto il segreto del successo ma anche la via realizzabile per arrivare a dare un contributo di vera fraternità. Anche il Sindaco del Comune, che ha messo a servizio dell’evento gruppi folcloristici, ha rilevato che vedeva nella comunità una “nuova anima”. Il parroco ha sottolineato l’efficacia del modo di evangelizzare che aveva sperimentato. Uno degli organizzatori mi diceva: «Non abbiamo avuto nessun aiuto politico o di istituzioni: tutto è dono. L’incontro non è costato un centesimo: dalle sedie, alle tende, ai tavoli. Qui, come vedi, tutti si ritrovano fratelli, perché nei villaggi il rapporto umano, l’amicizia è la forza vincente.
Nelle città sono altri i modi di rapportarsi. Si creano circoli, club di interesse, luoghi di divertimento… ma la gente è isolata. Non si conoscono fra di loro gli abitanti di uno stesso condominio. Sentiamo che la gente della campagna può dare un contributo al Paese, può essere l’anima. Il contadino, per il contatto che ha con la natura nutre un’anima religiosa e sa il valore e il prezzo di ogni cosa e riconosce nell’uomo la sacralità a cui papa Francesco continuamente ci richiama. Questo incontro ci sembra un piccolo passo non solo per la Chiesa stessa ma anche per la società». È intervenuto anche Csaba Böjte (ofm), un francescano della Transilvania (Romania) famoso non solo nella sua terra ma in Ungheria e nell’est-Europa dove, con la collaborazione di volontari, accoglie dal 1992 bambini e ragazzi con situazioni familiari difficili. Oggi le case sono 82 ed ospitano 2500 bambini. Quello di Sándor è un sasso gettato nell’acqua che con le sue onde si allarga, si allarga. Tanino Minuta (altro…)
Set 23, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un territorio immenso per il quale si spendono gli aggettivi superlativi. Abbraccia otto paesi, si estende dalla cordigliera delle Ande all’Oceano Atlantico e fino all’altopiano del Brasile. La più grande foresta pluviale del pianeta, unica al mondo per la sua fittissima e impenetrabile vegetazione, ospita innumerevoli specie animali ed è attraversata da migliaia di fiumi, tra cui l’immenso Rio delle Amazzoni (circa 6.400 chilometri di lunghezza), lungo i quali sono sorte molte città, come le brasiliane Manaus e Belém o le peruviane di Iquitos e Puerto Maldonado. Dici Foresta Amazzonica e pensi “polmone del mondo”, un polmone oggi fortemente minacciato dalla deforestazione e dall’urbanizzazione, che anno dopo anno ne restringono i margini e l’incontaminata purezza. Da questo immaginario simbolico e culturale con cui la regione è solitamente conosciuta, e dai caratteri tradizionali legati alla sua natura esotica e alla ricchezza delle sue risorse naturali, il “Curso de Férias”, promosso da Sophia-ALC (l’ente promotore dell’Istituto universitario in America Latina e Caraibi) dal 22 al 28 luglio, si è tenuto lontano. Col titolo “Diversità, sviluppo, violenza e mobilità umana in America Latina. Il caso della regione Pan Amazzonica”, il corso ha inteso privilegiare piuttosto un approccio interdisciplinare, dando spazio ai temi della biodiversità, della socio-diversità, della vita delle popolazioni presenti (indigeni, afro-discendenti, ribeirinhos, ovvero gli abitanti che vivono lungo i fiumi, e molti altri), dei processi sostenibili di produzione agricola, dell’incontro tra diverse forme di religiosità, oltre che delle sfide dell’urbanizzazione, della violenza e degli interessi dell’agribusiness.
«Non parliamo della foresta, siamo la foresta. Non parliamo di Amazzonia, siamo l’Amazzonia» ha detto Marcia Wayna Kambeba, indiano, tra i partecipanti. 50 gli iscritti, studenti universitari di diverse aree e insegnanti. Scopo del corso era quello di invitare i presenti a riprendere coscienza della storia dell’Amazzonia, della responsabilità di ciascuno nei confronti della realtà complessa di questa regione, delle traiettorie culturali e storiche che vi si sono intrecciate. E della grande importanza di un dialogo rispettoso tra le visioni del mondo e le diverse religioni presenti. «L’Amazzonia non dovrebbe essere vista solo sotto l’aspetto degli interessi economici e per la ricchezza delle sue risorse naturali» ha affermato Belisa Amaral, studentessa di giornalismo a Belém. «Il mondo ha bisogno di esplorare la sua cultura, la sua bellezza, la sua gente, persone ricche di saggezza e amore per la propria terra, che difendono la propria lingua, i costumi, la propria identità in mezzo a tante minacce». «Un vero e proprio laboratorio di umanità, alla ricerca di alternative per risolvere o almeno ridurre i problemi sociali e ambientali che esistono» per Marcelo Rizzo, di São Paulo, Master in diritti umani. Il corso è stato per lui l’occasione per una maggiore conoscenza e una «maggiore empatia delle persone sulla cultura indigena, sulle questioni amazzoniche e sull’ambiente in generale». Fonti: www.sophiauniversity.org, www.focolares.org.br (altro…)