Mar 1, 2018 | Focolari nel Mondo
L’Istituto Universitario Sophia è lieto di invitarvi alla lezione pubblica della Cattedra Ecumenica Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich che sarà tenuta da Sua Eminenza Maximos Vgenopoulos, Metropolita di Selyvria nel contesto del ciclo di lezioni sull’Ecclesiologia della Chiesa Ortodossa (5-8 marzo 2018). Il Santo Sinodo Panortodosso di Creta (2016) Genesi e significato 7 marzo – ore 18:00 Sala B – Auditorium di Loppiano (Firenze) Comunicazione – Relazioni Esterne: Maria Stella Giannetti relazioni.esterne@iu-sophia.org Istituto Universitario Sophia – www.iu-sophia.org Via san Vito 28, Loppiano – 50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) Tel. +39.055.9051521 – Cell. +39.349 62 72 045
Feb 28, 2018 | Focolari nel Mondo
Rinnovato nella grafica e nell’impostazione, il nuovo sito in due lingue (inglese e italiano), esprime la vocazione dell’Istituto Universitario Sophia a diventare una realtà sempre più globale. E non solo per la natura multidisciplinare dei suoi percorsi di studio e per la comunità cosmopolita di studenti e docenti che la compongono, ma anche per l’apertura, prossimamente, di nuovi poli formativi che si aggiungeranno all’ateneo di Loppiano (Firenze). Da dieci anni (è del 2008 l’inaugurazione del primo corso, preceduto da anni di sperimentazione e ricerca) Sophia ha fatto del dialogo e dell’interazione tra i diversi campi della conoscenza un metodo innovativo per superare la frammentazione, l’astrazione e l’isolamento dei diversi rami della conoscenza. Con l’obiettivo di fornire una visione aperta delle diverse discipline e la possibilità di confrontare e combinare i loro contenuti, metodi e risultati. Ad oggi Sophia ha accolto 450 studenti e docenti, provenienti da 50 Paesi di 4 continenti. Conosci il nuovo sito (altro…)
Gen 19, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Durante il convegno di vescovi a Katowice.
Su quali binari e con quali prospettive si muove l’impegno ecumenico dei Focolari? Nel suo intervento ad un recente convegno di vescovi a Katowice, Jesús Morán Cepedano (spagnolo, nato nei pressi di Avila, in Spagna, nel 1957), dal 2014 copresidente del Movimento dei Focolari, ha tratteggiato le premesse e le caratteristiche di una spiritualità che la II Assemblea Ecumenica Europea, nel 1997, ha definito “ecumenica”. «Con la parola “spiritualità” intendo un modo di tradurre in vita la fede cristiana». Un accenno personale: «Ho conosciuto Chiara Lubich e il Movimento dei Focolari nel 1974. Come spagnolo, sono cresciuto in un ambiente cattolico, si meditava il Vangelo in chiesa. Ma questi nuovi amici mi proposero di metterlo in pratica. Volevo cambiare la società, ma la prima sorpresa è stata che il Vangelo cambiava me». Sono gli anni dei contatti di Chiara Lubich con personalità di varie Chiese, tra cui il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Athenagoras I e l’arcivescovo Robert Runcie, allora primate della Chiesa d’Inghilterra. «Questo carisma suscitava grande interesse anche, e a volte ancora di più, in chi non era cattolico». Ricordando le parole della fondatrice dei Focolari, rivolte a una platea di 7 mila sacerdoti e religiosi, riuniti nel 1982 nell’Aula Paolo VI in Vaticano «l’Opera di Maria non appartiene solo al mondo cattolico. Siamo una sola realtà fra noi tutti, pur con i limiti che le divisioni tuttora esistenti comportano».
Morán spiega: «Il carisma donato da Dio a Chiara affonda le sue radici in una dimensione ecclesiale che può essere condivisa da tutte le confessioni, perché attinge al cuore del Vangelo. E questo va connesso alla natura della spiritualità che nasce da questo carisma: una spiritualità di comunione, ad immagine della Trinità». Una spiritualità che fa precedere nei rapporti ecumenici il “dialogo della vita”, l’”ecumenismo dell’amore”, “della verità”, “del cuore”, termini anche oggi ricorrenti per sottolineare una reciprocità dell’amore che non si sostituisce al dialogo teologico, ma rende possibile «il riavvicinamento, in un profondo “scambio di doni” che arricchisce gli uni gli altri». Unità e riconciliazione iniziano nel cuore, nell’incontro tra le persone, nell’apertura accogliente, sottolinea Morán. Ma «l’unità che viviamo e che cerchiamo – argomenta – non è uniformità, è lo Spirito Santo stesso a suscitare le diversità». Non un approccio teorico, quindi, ma un’esperienza viva dell’amore evangelico, un “laboratorio ecumenico” che, nell’esperienza dei Focolari, accomuna cristiani appartenenti ormai a più di 300 Chiese e che è dilagato, almeno come autocoscienza, all’interno di innumerevoli contesti ecclesiali. «Il dialogo della vita è fruttuoso – aggiunge – anche nelle e tra le parrocchie di varie Chiese: in gemellaggi che aiutano a conoscersi reciprocamente e a trovare nuove forme di collaborazione per progetti sociali e culturali. Anche i giovani appartenenti a varie Chiese sono impegnati in prima linea per sostenere azioni di prima emergenza o di aiuto ai più bisognosi». Quali le ripercussioni a livello teologico? «Alcune persone esperte sono state chiamate a far parte di dialoghi teologici ufficiali. Anche a livello regionale e soprattutto diocesano molti si impegnano in prima persona». Un esempio, tra gli altri, sono i simposi teologici instaurati tra i professori della Facoltà rumeno-ortodossa di Cluj-Naponica (Romania) e dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia), dove è stata inaugurata, il 14 dicembre scorso, una cattedra ecumenica intitolata al Patriarca Athenagoras e a Chiara Lubich. «Silenziosamente, ma tenacemente, Dio sta tracciando una strada irreversibile per raggiungere il suo disegno sull’umanità, la fraternità universale». Chiudono la riflessione di Morán le parole della “Dichiarazione di Ottmaring” con cui il Movimento dei Focolari ha inaugurato le celebrazioni per il quinto centenario della Riforma: «Con tutte le nostre forze vorremmo sostenere le Chiese nell’impegno per arrivare alla piena e visibile comunione. Faremo tutto il possibile affinché le nostre attività e iniziative siano sostanziate di questo atteggiamento aperto e fraterno tra i cristiani». Leggi il testo integrale (altro…)
Gen 5, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da una piccola città del Nord Italia ai cinque continenti. Un ampio dossier di taglio sociologico delinea la storia dei Focolari, dalla nascita fino all’approvazione definitiva da parte della Chiesa nel 1965. Una ricostruzione dettagliata, incoraggiata dalla stessa fondatrice dei Focolari già dagli anni ‘80, pubblicata per la prima volta nel 2010 in un’edizione francese, è stata ultimamente tradotta in italiano da Città Nuova. Piero Coda, rettore dello IUS, nella prefazione, introduce lo studio di Callebaut con queste parole: «Un approccio scientifico complessivo alla storia dei Focolari sino ad oggi ancora non esisteva. […] la presente ricerca, per la prima volta, costruisce e istruisce un dossier storico e interpretativo del rilevante fenomeno rappresentato dal Movimento dei Focolari […] Il lavoro è accurato, puntuale, per quanto possibile esaustivo […] ineccepibile ed eccellente sotto il profilo storico». Intervistato da Lorenzo Prezzi per settimananews.it, Bernhard Callebaut (Bruges, 1953), studi di diritto, filosofia e sociologia all’Università Cattolica di Lovanio, attualmente professore all’Istituto Universitario Sophia, presso Firenze, di cui è anche Program Director del Gruppo di ricerca Religions in a Global World, spiega il senso dell’opera: «Penso che il puro racconto testimoniale, nel quale si sente molto viva la persona, rimanga valido sempre. Non penso che un libro come il mio possa cancellare dalla mia storia lo choc benefico provato alla lettura di alcune pagine del primo libro della Lubich (Meditazioni), pagine che stimolavano a vivere i messaggi che contenevano. Ciò premesso, credo che, in un secondo momento, vadano rispettate quelle esigenze di capire, di contestualizzare, di legare il fenomeno in sé a una storia pregressa e coglierne almeno un po’ la prospettiva futura».
I primi vent’anni della storia dei Focolari sono scandagliati a partire dalle “illuminazioni” di Chiara Lubich, diventate in seguito nuclei centrali della sua spiritualità. «Il carisma è sempre concesso a qualcuno in particolare, anche qui» spiega Callebaut. «Solo dopo un certo tempo la Lubich si rese conto che in verità quel dono era dato a lei e a nessun’altra, almeno non in questa forma forte, limpida, travolgente. Ma, col tempo, s’accorse anche che i suoi primi compagni, che erano mandati altrove – in Italia prima, poi in Europa e nei continenti – diventavano anche loro in qualche modo portatori, moltiplicatori del carisma, “fontanelle” a loro volta». «Oggi come oggi – e nel mio libro viene documentato ampiamente – il cuore del carisma della Lubich è legato all’avere individuato – per dono – e poi sviscerato, come non mai nella storia di due millenni di vita cristiana, il significato di quel culmine della passione che costituisce il momento del grido d’abbandono di un uomo-Dio». Quella dei Focolari è, all’inizio, una storia fatta anche di una lunga e sofferta attesa del riconoscimento formale da parte della Chiesa. «All’inizio degli anni Cinquanta il Sant’Uffizio esamina le carte sui Focolari e avvia una serie di confronti con la giovane fondatrice. Per mettere alla prova lei e i suoi e misurare la loro fedeltà alla Chiesa, le chiede di fare un passo indietro, di non fare più da responsabile del Movimento. Il suo entourage non occulterà mai chi è veramente l’anima del Movimento e non ci fu crisi di leadership durante tutti quegli anni, fino a quando Paolo VI risolse definitivamente la questione. Nel 1965 la Lubich firmerà la sua prima lettera come presidente dei Focolari. Oggi, a distanza di tempo, si inizia a cogliere che dietro la sua statura di portatrice di spiritualità, c’era anche una densità di pensiero poco comune». In anni più recenti, l’intuizione carismatica della fondatrice si traduce anche in una serie di proposte concrete quale contributo alla risoluzione di questioni sociali o culturali. Come l’Economia di Comunione, «che realizza la scelta preferenziale per i poveri e, nello stesso tempo, valorizza chi sa contribuire alla vita economica con il talento non comune dell’intraprendenza», o la fondazione dell’Istituto Sophia, «come apporto interessante ai dibattiti e al travaglio del pensiero contemporaneo». Oggi, tutti i membri dei Focolari in qualche modo portano e moltiplicano» il carisma di Chiara Lubich «per realizzare l’ut omnes». E conclude Callebaut: «C’è lavoro per qualche secolo, mi sembra».
Callebaut Bernhard, Tradition, charisme et prophétie dans le Mouvement international des Focolari. Analyse sociologique, Paris, Nouvelle Cité, 2010, LXXXIII + 537 p. Trad. it. La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965), Città Nuova – Sophia, Roma 2017, pp. 640. Leggi l’intervista completa di Lorenzo Prezzi (altro…)
Dic 18, 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Spiritualità
Un unicum nel panorama accademico e culturale internazionale, sullo sfondo di una crisi degli equilibri politici, sociali e religiosi, nel Vicino e Medio Oriente e tra le sponde del Mediterraneo: l’istituzione di una Cattedra ecumenica, intitolata al Patriarca Athenagoras e a Chiara Lubich, è il simbolo di quell’Europa che ancora vuole respirare a “due polmoni”. È stata inaugurata il 14 dicembre scorso, nella cornice della cittadella internazionale di Loppiano, non lontano da Firenze e dalla sua vocazione universalistica. La vicina città del centro Italia, infatti, vanta una lunga tradizione di riconciliazione tra Oriente e Occidente, fin dalla metà del XV secolo. Istituita congiuntamente dalla Chiesa cattolica, nella persona dell’Arcivescovo di Firenze, Card. Betori, e dalla Chiesa ortodossa, nella persona dell’arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta, Gennadios Zervos, la Cattedra si prefigge lo scopo di approfondire il significato culturale e le implicazioni sociali del cammino ecumenico verso la piena unità delle Chiese cristiane di Oriente e di Occidente, in un contesto altamente qualificato, come quello dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), dove la riflessione e il dialogo della vita sono strettamente connessi e sperimentati.
L’idea di una Cattedra ecumenica era nata nel 2015, quando lo IUS, con il plauso di Papa Francesco, aveva conferito il primo Dottorato h.c. in Cultura dell’unità al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. “In quell’occasione – spiega l’Istituto Sophia – è scaturito il desiderio di istituire una specifica Cattedra Ecumenica intitolata al Patriarca Athenagoras e a Chiara Lubich, che ne rivisiti e attualizzi l’eredità spirituale”. La Cattedra, di cui sono co-titolari il prof. Piero Coda, preside dello IUS, e Sua Eminenza Maximos Vgenopoulos, metropolita di Selyvria, è stata inaugurata alla presenza del metropolita d’Italia e Malta, Gennadios Zervos. «Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich sono due degne e beate personalità che Dio ha illuminato – ha affermato il metropolita – per distruggere le divisioni e le inimicizie religiose. Con il loro incontro hanno restaurato l’amicizia e hanno inaugurato il “Dialogo della carità”». «Credo che Chiara, con la sua spiritualità – ha proseguito – abbia preparato i due principali e preziosi Ponti: il primo è Paolo VI, il secondo Athenagoras».
Nell’occasione, Papa Francesco ha inviato un messaggio: «Mi rallegro per la lodevole iniziativa, volta a far memoria dell’incontro tra il Patriarca Ecumenico e la fondatrice del Movimento dei Focolari, che cinquant’anni fa segnò l’inizio di un proficuo cammino di conoscenza e collaborazione reciproca e che vanta oggi molti frutti, tra cui quelli del dialogo e dell’amicizia fraterna». «Tale progetto accademico – ha detto Maria Voce, presidente dei Focolari – rappresenta un momento importante nelle relazioni ecumeniche in atto tra le Chiese sorelle di Oriente e di Occidente e apre prospettive affascinanti per uno studio incentrato nel rispettoso dialogo, che si prospetta ancor più arricchente nel dono reciproco a livello di riflessione teologica e di una antropologia di comunione».
La lunga storia di amicizia e cooperazione con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli risale al giugno 1967, quando Chiara Lubich incontrò per la prima volta il Patriarca Athenagoras. «È una gran cosa conoscersi» le confidò il Patriarca. «Per molti secoli siamo vissuti isolati, senza avere fratelli, senza avere sorelle, come orfani! I primi dieci secoli del cristianesimo sono stati per i dogmi e per l’organizzazione della Chiesa. Nei dieci secoli seguenti abbiamo avuto gli scismi, la divisione. La terza epoca, questa, è quella dell’amore». Durante l’anno accademico sono previste conferenze, lezioni e una Summer school per giovani cattolici, ortodossi, ebrei e musulmani. Nel prossimo mese di marzo si svolgerà un ciclo di lezioni sul tema “L’ecclesiologia della Chiesa Ortodossa e il cammino del dialogo ecumenico con la Chiesa Cattolica”, rivolto a tutti coloro che vogliano prepararsi per offrire il proprio contributo alla promozione della piena unità, a servizio dell’incontro tra i popoli e le culture. Foto su Flickr (altro…)