Ultima serata ad Amman
Numerosi gli incontri di Maria Voce e Giancarlo Faletti ad Amman in queste due settimane, dal 28 agosto al 10 settembre: l’incontro con le comunità del Movimento dei Focolari dei vari paesi del Medio Oriente, con personalità delle varie chiese cristiane, un incontro interreligioso musulmano-cristiano, l’udienza da Re Abdullah II, il quale ha dichiarato “amica della Giordania” la presidente dei Focolari. Infine, e a conclusione del viaggio, una serata in famiglia con giordani e iracheni. È un momento intenso di condivisione fra i membri dei Focolari di Amman e la nutrita delegazione arrivata per l’occasione dall’Iraq. L’intera serata è stata arricchita da interventi spontanei che rivelano una vita profonda, spesso conquistata a causa delle molte sofferenze, soprattutto in Iraq. Padre Eimad, iracheno di Bassora, racconta che, nonostante l’esigua presenza cristiana in un ambiente musulmano, è stato possibile costruire rapporti di amicizia con leader della comunità islamica. Un rapporto che si fonda sul rispetto e l’apprezzamento reciproco.
Proprio al gruppo proveniente dall’Iraq, Maria Voce rivolge parole di affetto e ringraziamento: “Incontrarvi per primi all’aeroporto è stata per me una grande gioia. Vorrei ringraziarvi, sapendo quanto avete vissuto, per la guerra e anche la decisione difficile che avete dovuto prendere: andare altrove o restare nel vostro Paese. Vorrei ringraziarvi per la vostra scelta e per quanto avete fatto per sostenere la Chiesa ed i cristiani”. Omar, musulmano, sottolinea l’importanza prioritaria del rapporto con Dio. Se si desidera dialogare è necessario farlo su una base solida e, quindi, afferma: “Dobbiamo cominciare da noi stessi. Da quando ho conosciuto il Focolare ho cominciato a pregare di più e meglio. Questo mi ha aiutato ad andare avanti nel rapporto con tutti.” Nel corso della serata particolarmente toccante è la testimonianza di Mons. Salomone Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad: “È una grande gioia essere qui con voi. Abbiamo visto come è cresciuto ed è oggi il Movimento in Giordania ed in Iraq. Senza di esso non avrei potuto fare quello che ho fatto nel seminario e come vescovo”. Il racconto dell’incontro con il Re, la Principessa Alia e il Principe El Hassan bin Talal, riempie tutti di grande gioia ed orgoglio.
Maria Voce, ricordando il sogno che Chiara Lubich aveva definito ‘folle’, quello di portare a Dio il mondo fra le sue braccia”, conclude: “Allora portare a Dio l’Iraq e la Giordania. Qui è nato l’uomo, sono nate le civiltà, potremmo dire che qui è nata l’umanità ed il sogno di Chiara ha le dimensioni del mondo e dell’umanità. E quello che voi riuscirete a fare attraverso il vostro amore reciproco avrà conseguenze sull’umanità. Vicino ad Amman c’è il Monte Nebo, da dove Mosè ha visto la Terra Promessa, Gerusalemme. Siamo qui per costruirla insieme questa Gerusalemme!”. “Questi giorni sono stati così belli che vi auguro di custodire questa vita, ma guardando fuori. Finché ci sarà qualcuno che non conosce l’amore di Dio, non possiamo dormire sonni tranquilli. Abbiamo ricevuto, diamo”. Così Giancarlo Faletti sintetizza il suo augurio per il futuro del Movimento dei Focolari in Giordania. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)
Spiritualità di comunione e Anno della Fede
“Permettetemi di dirvi la mia gioia di essere con voi e di ringraziarvi per la presenza cristiana che siete in questo ambiente. Mi sento onorata di esserne parte insieme a voi”. Questo l’esordio immediato e spontaneo di Maria Voce in occasione dell’incontro con rappresentanti della Chiesa locale, lo scorso 5 settembre, presso il Rosary College di Amman. Oltre a Mons. Giorgio Lingua, Nunzio Apostolico in Giordania ed Iraq, erano presenti Mons. Selim Sayegh, vescovo emerito latino, Mons. Yasser Ayash, vescovo greco-cattolico, e Mons. Salomone Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, oltre ad alcuni archimandriti, religiosi e religiose – tra cui il superiore dei Fratelli Cristiani, la superiora delle Suore del Rosario, quella delle Suore Dominicane – e, soprattutto laici della Chiesa cattolica (latina, melchita e caldea) e delle Chiese ortodossa, luterana e anglicana. Oltre 300 persone che hanno offerto uno spaccato della realtà ecclesiale di questo Paese. La serata, inserita nel cammino ecclesiale all’interno dell’Anno della Fede, era stata organizzata per offrire il contributo che la spiritualità di comunione può portare alla fede. Due giovani hanno presentato il Progetto Mondo Unito con le ultime esperienze vissute ad Amman, che miravano ad un coinvolgimento della città con attività, soprattutto, di carattere ecologico ed ambientale. Una coppia ha condiviso la propria esperienza di impegno cristiano nel matrimonio, caratterizzato, nei primi anni, dalla sofferenza per l’assenza di figli ma anche dall’impegno in campo ecclesiale, in particolare quello della famiglia. “Spesso – ammettono – ci siamo chiesti cosa Dio volesse da noi per il fatto che non arrivavano figli. Dopo 6 anni, durante i quali tante altre coppie hanno pregato insieme a noi, è nata una bambina. Nel Movimento abbiamo imparato che tutti siamo chiamati alla santità e cerchiamo di impegnarci su questa strada”.
La carrellata è stata conclusa da Zena, una diciottenne che ha raccontato l’esperienza di trovarsi con un tumore a diciassette anni: “Tutti mi compativano, ma io mi sentivo fortunata che Dio mi aveva scelto per portare la sua croce”. Zena riconosce di aver avuto paura, ma in ospedale ha cercato di rendere felici soprattutto i bambini che erano con lei. “Ho visto molta gente soffrire e ho visto quanto era grande la fede di alcuni. Un giorno mi sono sentita sola. Ho telefonato in Focolare e mi hanno ricordato che anche Gesù si era sentito abbandonato”. Zena ora sta meglio, sprizza vita da tutti i pori e ha trascinato la sala in fragorosi applausi, soprattutto quando ha detto che, nonostante le cure impegnative, è riuscita a superare l’esame di maturità con il 95/100 dei voti. È su questa base che Maria Voce ha presentato, poi, il suo contributo. Ha sottolineato alcuni punti della spiritualità per arrivare a evidenziare come la spiritualità di comunione permetta di vivere a fondo l’Anno della Fede, e ha ricordato come “profonda eco ha trovato in noi il pressante invito del Papa Benedetto XVI a dare pubblica testimonianza della fede, della parola vissuta “come esperienza di un amore ricevuto”, “comunicata come esperienza di grazia e di gioia.
La presidente dei Focolari – in visita in Giordania dal 28 agosto al 10 settembre – ha ricordato come alcuni aspetti di questa spiritualità fossero davvero profetici al suo apparire sull’orizzonte ecclesiale. “Nei primi anni di vita del Movimento dei Focolari era una novità la comunione delle esperienze della vita della Parola. Queste risultavano inconfutabili, perché “vita”, e feconde, capaci di generare l’incontro vivo con Gesù, di far di persone disperse una comunità”. Ha, poi, sottolineato, quanto affermato da Papa Francesco nella recente enciclica Lumen Fidei: “È impossibile credere da soli. La fede non è solo un’opzione individuale che avviene nell’interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l’“io” del fedele e il “Tu” divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al “noi”, avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa”. “Grazie a questa spiritualità di comunione – ha concluso Maria Voce – abbiamo visto fiorire la comunione all’interno della Chiesa fra i vari Movimenti che la arricchiscono; fra i vari carismi antichi e nuovi. Inoltre abbiamo visto quanto essa contribuisce all’unità dei cristiani e anche ad aprire quel dialogo con persone di altre religioni, che rappresenta una delle frontiere più impegnative e urgenti del terzo millennio.” Molto stimolante la domanda di un sacerdote, provocata da un messaggio postato su Facebook. “Il mio cuore è cristiano ma la mia mente non crede nella religione. Non valutarmi come ateo, perché non accetto la tua valutazione. Chi sei per valutarmi?” “E cosa diciamo ai nostri giovani?” si è chiesto il sacerdote.
Giancarlo Faletti, copresidente dei Focolari, ha proposto l’opzione vita. “È significativo quanto dice questa ragazza: un’esperienza cristiana divisa fra mente e cuore. L’esperienza cristiana, vissuta insieme porta ad una presenza: Cristo nella comunità”. Nessuno resta indifferente ad una testimonianza di fede di questo tipo. “Abbiamo visto molti miracoli anche fra i giovani. Dopo qualche tempo di questa vita in coloro che sono accanto emerge questa domanda: ‘tu chi sei?’ ‘Perché mi ascolti?’ È a questo punto che possiamo dire: il mio segreto è una persona, Gesù che si è fatto vivo per me e per gli altri. Siamo chiamati a dare questa testimonianza anche sui moderni mezzi di comunicazione”. Dall’inviato Roberto Catalano Viaggio in Giordania (altro…)
Giordania, Focolari e dialogo interreligioso
Il Royal Institute for Inter-Faith Studies (RIIFS), fondato ad Amman nel 1994 sotto l’alto patronato di Sua Altezza, il Principe El Hassan bin Talal, offre a livello accademico, con conferenze e pubblicazioni, un contributo per eliminare le tensioni fra le religioni e le culture, promuovendo la pace. Il RIIFS, infatti, mira a promuovere valori etici ed umani comuni, nello sforzo di eliminare stereotipi fuorvianti riguardo all’ ‘altro’. Per l’humus culturale e geopolitico nel quale nasce e per l’attuale criticità del problema, il focus principale del RIIFS è stato e rimane lo studio dei rapporti fra Islam e Cristianesimo, soprattutto nel contesto arabo. Negli ultimi due anni l’Istituto si è, inoltre, impegnato in quello che è stato definito il progetto di ‘Promozione del Messaggio di Amman’. Si tratta di un discorso, pronunciato dallo Sheikh Izz-Eddine Al-Khatib Al-Tamimi, Consigliere di Sua Maestà il Re Abdullah II per gli arabi islamici, Presidente della Corte Suprema del Regno Hashemita di Giordania, alla presenza di sua Maestà il Re Abdullah presso la Moschea degli Hashemiti, in occasione delle celebrazioni di Laylet Al Qader (La notte del destino), il 9 novembre 2004, che ha voluto essere una dichiarazione di impegno al dialogo da parte del mondo musulmano giordano ed un incoraggiamento a lavorare per esso sulle basi dialogiche del Corano. E’ in questo contesto che il Prof. Amer Al Hafi, Direttore Associato e responsabile del Comitato di Ricerca del RIIFS, ha invitato la Presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce, in questi giorni in Giordania, a rivolgersi ad un qualificato gruppo di rappresentati istituzionali per offrire il contributo che il Movimento dei Focolari porta nell’ambito del dialogo interreligioso, con una particolare attenzione ai rapporti con l’Islam. L’incontro si è tenuto presso la Arab di Thought Forum (Foro del Pensiero Arabo) alla presenza di una settantina di invitati, fra cui due ex-ministri e personalità di rilievo nell’ambito culturale. Il Dr. Kamel Abu Jamer, già Ministro degli Esteri del Regno di Giordania, ha aperto la serata presentando Maria Voce come un’amica “del nostro Paese, l’unica nazione della regione dove tutte le religioni sono libere di essere praticate, in osservanza del vero spirito dell’Islam che è uno spirito di pace. Ogni religione deve riconosce l’altro”.
L’intervento di Maria Voce si è incentrato sull’esperienza di dialogo nata grazie alla figura carismatica di Chiara Lubich, sottolineando, tuttavia, come il mondo attuale di fronte alle sfide che si trova ad affrontare abbia già in sé dei tentativi di dialogo di grande rilievo e fra questi, ha riconosciuto la Presidente, la Giordania offre un esempio significativo. E’ un “paese dove musulmani e cristiani vivono da centinaia di anni fianco a fianco, offrendo una grande testimonianza di buona coesistenza. Esprimo quindi la mia stima per la famiglia Hashemita che ha saputo sostenerla e svilupparla con saggezza e lungimiranza lungo gli anni.” Maria Voce ha manifestato anche grande apprezzamento per “le innumerevoli iniziative promosse da Sua Altezza il Re Abdullah II Ibn Al-Hussein per rinforzare la coesistenza, tra cui il Messaggio di Amman del 2004, la “Kalimat Sawa” (parola comune tra noi) del 2007 e la sua importante iniziativa internazionale del 2010, accolta dall’ONU, di indire ogni anno una settimana dedicata alla concordia tra le persone di differenti fedi.” Tracciando, poi, lo sviluppo del contributo dei Focolari al dialogo, dopo aver sottolineato l’amore come sua tipica metodologia che si realizza attraverso quella che Chiara Lubich aveva definito l’arte di amare, ha toccato le esperienze più significative di dialogo islamo-cristiano, di cui i Focolari sono stati testimoni in questi decenni. Si è fatto riferimento al rapporto nato in Europa con molti musulmani arrivati in questo continente per via di flussi migratori, l’esperienza di Tlemcen in Algeria, quella negli Usa con i seguaci dell’Imam W.D. Mohammad ed altre nel contesto del Vicino Oriente. Proprio in questi Paesi il dialogo assume un valore particolare. Infatti, “anche se cristiani e musulmani vivono insieme da molti secoli, spesso il dialogo interreligioso richiede il vincere incomprensioni del passato per riscoprirsi fratelli. Per questo siamo impegnati anche noi con iniziative diverse per riacquistare con forza questa mentalità. […] il lavorare insieme sulla base dell’amore e della misericordia porta numerosi frutti. Si sperimenta spesso in questa famiglia che il cristiano diventa un cristiano migliore, che il musulmano diventa un musulmano migliore, e che la società, frutto di questa collaborazione, diventa anche essa migliore. Leggi il testo integrale (altro…)
Maria Voce e Giancarlo Faletti ricevuti dal Re Abdullah di Giordania
La notizia, quasi inattesa, che confermava l’udienza, era giunta nel tardo pomeriggio di ieri e aveva riempito di soddisfazione i membri dei Focolari in partenza per i loro paesi al termine dei vari eventi a cui avevano partecipato nei giorni scorsi. Ecco le prime impressioni a caldo di Maria Voce, colte al termine dell’incontro. Maria Voce, un primissimo commento a caldo… «Sua Maestà ci ha accolto con grande calore, dicendosi onorato di questa visita, ed ha desiderato sapere come era andato il nostro lavoro qui in Giordania. Ho, quindi, ringraziato per l’accoglienza che il Paese ci ha riservato, sottolineando che il motivo della mia visita era proprio quello di portarGli il ringraziamento mio e di tutti i membri del Movimento. Ho, poi, avuto modo di informarlo che eravamo di vari Paesi, cristiani e musulmani, tutti legati da questo spirito di fratellanza universale. Mi è sembrato importante mettere in evidenza anche che una serie di incontri di questo tipo hanno potuto svolgersi proprio in Giordania grazie allo spirito di apertura e tolleranza che caratterizzano il Paese». Quale è stata la reazione di re Abdullah II? «Mi ha chiesto ‘E noi cosa possiamo fare per continuare questo lavoro?’. Ha espresso la sua preoccupazione per la situazione nella regione, per le grandi sfide e non ha nascosto la sua preoccupazione per le comunità cristiane. Soprattutto, però, mi ha detto che dobbiamo affrontare insieme questa crisi e queste incertezze».
Ci sono stati accenni alla sua recente visita a Papa Francesco? «Ho comunicato al re la nostra gioia nel vedere le sue foto con il papa sui giornali e vari organi di stampa. E lui subito ha sottolineato che si è trattato di una delle visite più belle che ha fatto in questi anni. E riferendosi al papa mi ha detto: ‘Abbiamo sentito di essere fratelli’». E alla conclusione della visita? «Da parte mia l’ho ringraziato perché il fatto stesso di avermi ricevuta ha dato visibilità a questa nostra presenza qui. Da parte sua, mi ha detto che in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo possiamo rivolgerci a lui. ‘Chiedete qualsiasi cosa e siamo a vostra disposizione. Sono vostro fratello e mi metto a vostra disposizione’». Dall’inviato Roberto Catalano Fonte: Città Nuova online (altro…)