Set 8, 2019 | Chiesa
Dal 1 al 5 luglio 2019 nella cittadella ecumenica dei Focolari in Germania si sono riuniti 100 tra Consacrate e Religiosi membri di varie comunità e Movimenti appartenenti a 50 ordini religiosi, congregazioni ed istituti di sei Paesi e di varie Chiese.A suor Tiziana Longhitano, sfp, e Padre Salvo D’Orto, OMI, responsabili dei consacrati e delle consacrate del Movimento dei Focolari, abbiamo chiesto il significato di questo incontro.

Foto: Ursula Haaf
Salvo:Lo consideriamo la tappa di un percorso che proviene da più di dieci anni di esperienza. Quest’anno l’incontro è approdato ad una maturità ecclesiale considerevole grazie al coinvolgimento, fin dalla preparazione, della Conferenza dei Superiori degli Ordini Tedeschi (DOK). Sr. Tiziana:È ormai evidente che siamo davanti ad un “tavolo ideale” dove s’incontrano carismi antichi e nuovi per un arricchimento reciproco. C’è uno scambio vivo e creativo in cui ciascuno offre il proprio contributo come segno di profonda partecipazione alla vita di tutti e ne rimane arricchito e nutrito spiritualmente. La partecipazione, per il secondo anno consecutivo del Prefetto della Congregazione Vaticana per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, cardinale João Braz De Aviz, sottolinea che questo scambio è necessario nella vita della Chiesa e dell’umanità. Quale il ruolo del Movimento dei Focolari in questo evento? Salvo:Il Movimento dei Focolari è stato promotore dell’incontro nella molteplicità delle sue vocazioni, perché erano coinvolti, insieme alle Consacrate ai Consacrati, anche focolarine, focolarini, volontari e volontarie di Dio, appartenenti a Chiese diverse. Sr. Tiziana:Il Movimento propone uno spazio di comunione e di unità. Ci sono altri organismi che permettono alle religiose e ai religiosi di incontrarsi, ma il Movimento dei Focolari offre un luogo carismatico, nel quale ciascun carisma si sente a proprio agio e coglie un’armonia relazionale che fa da sfondo ad ogni parola, ad ogni espressione verbale e non verbale. Si sono aperte piste o progetti concreti di collaborazione? Da responsabili dei consacrati e delle consacrate del Movimento dei Focolari come guardate al futuro dopo questo incontro? 
Foto: Maria Kny
Salvo:Per i tanti interventi di esponenti di rilievo di varie Chiese l’incontro ha avuto un taglio decisamente ecumenico. Per cui crediamo che la collaborazione con loro crescerà aprendosi, nelle prossime edizioni, alla partecipazione di consacrati di varie Chiese. Probabilmente ci si aprirà anche alla partecipazione di laici che condividono i carismi dei fondatori degli ordini. La presidente della Conferenza dei Superiori degli Ordini Tedeschi, Suor Katharina Kluitmann, auspicava anche un coinvolgimento di altri movimenti ecclesiali per una comunione ancora più ampia della dimensione carismatica e profetica delle Chiese, soprattutto in Germania, Austria e Svizzera.Il futuro che si apre dopo questo incontro è di piena fiducia nelle potenzialità del Movimento dei Focolari nel creare “spazi” di comunione e di arricchimento reciproco da offrire agli ordini religiosi. Nel prossimo anno stiamo preparando, su questa linea, un evento tra quelli dedicati al Centenario della nascita di Chiara Lubich, sulla relazione tra il Carisma dell’Unità e gli altri carismi; si terrà a Castelgandolfo l’8 e il 9 febbraio 2020. Sr. Tiziana:L’evento di febbraio 2020 sarà una tappa importante nel cammino dell’unità tra consacrati e laici che si sentono chiamati, nel loro stato di vita, a condividere i carismi dei fondatori e a partecipare della stessa realtà carismatica dei religiosi. Si forma – dice papa Francesco – una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”, nella quale, consacrati e laici, si riconoscono nel medesimo carisma. Ecco, a febbraio vorremmo promuovere una maggiore unità tra le famiglie carismatiche favorendo la comunione tra le istituzione religiose. Ci sembra questa la profezia del presente e del futuro della Chiesa e dell’umanità nel cammino verso l’”ut omnes unum sint” (“che tutti siano uno”) che Gesù ha chiesto al Padre.
a cura di Anna Lisa Innocenti
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Ott 12, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
Un simbolo della civiltà odierna può essere offerto dalla donna. Su rotocalchi e schermi, nella pubblicità e nell’arte, la donna impera come regina. Ma è facile vedere come la sua regalità sia posticcia: quelle dive, che signoreggiano oggi, sono dimenticate domani. In questa prospettiva, per contrasto, ridiventano attuali le biografie delle più grandi sante del cristianesimo e i loro insegnamenti. Teresa, la riformatrice del Carmelo, in mezzo alla rivoluzione protestante, sotto la signoria sospettosa di re e grandi di Spagna, a fronte delle minacce dell’Inquisizione del suo Paese, attuò nella povertà la libertà: l’unica libertà dei figli di Dio; e rifece dell’esistenza un’avventura prestigiosa per travolgere l’umano nel divino. Rimise al centro dell’esistenza individuale e sociale la bellezza, la poesia della santità. Vigeva allora una forma di farisaismo che si potrebbe chiamare misogismo. Ne aveva già patito Caterina da Siena, la quale era respinta nel silenzio perché donna, lei che non finiva di esortare gli uomini, compresi i pezzi grossi, a non comportarsi da femminucce. Santa Teresa si donò con totalità a Dio e trascinò nella donazione altre donne. L’ossessione dei giorni nostri sta in questa domanda accanita, frenetica, ossessiva di onori e ricchezze. Teresa insegna ad emanciparsi da questa schiavitù e recupera la serenità e la pace. E nei suoi scritti spiega le ragioni con una evidenza, una luce che incanta le anime, anche degli uomini d’oggi più aggrappati agli affari. E’ la donna forte, che parla desiderosa solo di servire Dio, con tenacia e forza. Aveva coscienza dell’influsso che la donna consacrata a Dio può esercitare nella società. La sua vita e i suoi scritti mostrano l’essenza della rivoluzione del Vangelo, nei cuori e nelle masse, ridispiegando l’essenza dell’amore che, attraverso il fratello, apre l’accesso a Dio: mette Dio negli spiriti, nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi. Teresa, con la grazia di una madre maestra, insegna a colloquiare senza posa con Dio, un colloquio che tutti possono svolgere, nel tempio della propria anima, anche per strada, anche in mezzo ai rumore. Credo che aumenterà di giorno in giorno il numero di uomini e donne i quali guidati dalla sapienza teresiana ritroveranno le ragioni della vita, risalendo con lei alla fonte. L’azione fiorirà sempre più sulla contemplazione. Ma qui – diremo con la Santa – Marta e Maria van quasi sempre d’accordo, perché l’interiore opera sull’esteriore… Quando le opere esteriori procedono da questa radice, sono fiori ammirabili e profumatissimi, sbocciati sull’albero del divino amore. Teresa era una cosmonauta arditissima del divino; ma era pure una donna pratica, che conosceva il mondo. E perché conosceva il mondo, svettava in paradiso. Se il suo insegnamento sublime si dilaterà, anche la nostra casa, anche il sindacato e la politica e la fattoria, anche il mondo, potrà diventare una sorta di Carmelo, dove Teresa imposterà la regalità femminile della benedetta fra le donne. Igino Giordani, «Fides», n.7-12, 1962, pp.185-187 (altro…)
Lug 25, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Il corso si svolge a Loppiano, Cittadella Internazionale del Movimento dei Focolari, nel Centro di Spiritualità per consacrate “Casa Emmaus”. Si approfondirà la spiritualità di comunione alla luce del mistero di Gesù Crocefisso e Abbandonato. Il corso ha valore di esercizi spirituali. L’arrivo è previsto il 6 agosto pomeriggio e la partenza il 12 agosto dopo il pranzo. Per prenotazioni e programma
Feb 19, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nata in una prestigiosa famiglia di Roma, per la sua educazione viene scelto l’Istituto Spirito Santo retto dalle Figlie dell’Immacolata Concezione. Qui conosce personalmente la fondatrice, ora beata, e ben presto nel suo cuore si accende il desiderio di donarsi totalmente a Dio. La sua famiglia non accetta la sua scelta e per due volte, dopo essere scappata di casa per raggiungere il noviziato, la riportano indietro. Grazie poi, alla sua ferma decisione, riesce a convincere i genitori a realizzare il suo sogno. Conclusa la formazione nel nord Italia, torna a Roma per insegnare nella scuola che l’aveva vista bambina e ragazza. Gioviale e scherzosa, suor Leopolda sa conquistare la simpatia delle allieve e con le sue battute di spirito riesce a sdrammatizzare anche le situazioni più complicate. Negli anni ‘70 si imbatte nella spiritualità dei Focolari e vi scopre un segno dei tempi per la Chiesa. Affascinata dalla visione di Chiara Lubich che considera ogni carisma come un dono d’amore per gli altri, si sente spinta a far nascere una corrente di comunione fra consacrate di famiglie religiose differenti. Per le sue doti morali e spirituali, la vasta cultura ed una grande capacità di valorizzare le persone, nel 1983 le viene chiesto di guidare la Congregazione per 12 anni. Conosce personalmente la fondatrice dei Focolari che, nel 1989, le chiede di seguire le attività a livello internazionale del Movimento delle Religiose e di promuovere la comunione fra le Madri Generali che apprezzano la spiritualità dell’unità. Madre Leopolda accoglie l’invito di Chiara con gioia e responsabilità, tessendo una rete sempre più fitta di religiose legate dallo spirito di comunione. Indice e prepara incontri annuali per consacrate e per madri generali. Concluso l’incarico di guidare la sua congregazione, torna ad impegnarsi nel campo educativo.I genitori dei suoi alunni la considerano “la Direttrice più dolce e simpatica di tutte le scuole del mondo”. Il sopraggiungere della malattia la trova pronta a ridire il suo sì a quel Dio che aveva seguito fin dalla giovinezza. E si lascia prendere per mano da Lui, offrendo tutto per la Chiesa, per la sua congregazione, per tutte le consacrate che ha incontrato nella vita. Nei momenti più difficili le è di conforto immergersi negli scritti spirituali di Chiara, attorniata dalle sue consorelle e dalle focolarine che l’accompagnano fino alla fine. I medici e il personale dove è ricoverata sono colpiti dalla sua testimonianza di serenità e di totale abbandono in Dio. Suor Leopolda si spegne il 1° gennaio 2017, all’età di 87 anni. Il Movimento dei Focolari la ricorda con immensa gratitudine per la sua vita, tutta spesa per diffondere tra le religiose, lo spirito di comunione che nasce dal Carisma dell’unità. (altro…)
Feb 9, 2017 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Ero alla fine degli studi secondari. Fin da piccolo, da quando ascoltavo i racconti di uno zio missionario in Congo, ero affascinato dall’Africa. Non mi piaceva lo stile di vita borghese della società belga, di fronte alle povertà e ingiustizie sociali diffuse nel mondo. Mi interessava il pensiero di Julius Nyerere (di cui è in corso il processo di beatificazione, ndr), primo Presidente della Tanzania. Il suo concetto di Ujamaa (in swahili ‘essere famiglia’) fu alla base delle politiche di sviluppo economico-sociali che, dopo il raggiungimento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, avevano portato in Tanzania alla costruzione di una pacifica coesistenza fra tribù e gruppi etnici. Il suo pensiero si basava sulla tradizione africana e sull’esempio delle prime comunità cristiane narrate negli Atti degli Apostoli. Chiesi di entrare tra i Padri Bianchi, non tanto per un discernimento vocazionale, ma perché lavoravano in Tanzania. Ci accordammo per un anno di conoscenza. Arrivato nella loro casa, presso l’Università di Lovanio (Belgio), a loro insaputa cominciai a far parte di un gruppo maoista di estrema sinistra. Organizzavamo iniziative in favore dei paesi del terzo mondo e per l’indipendenza di Angola e Mozambico. Durante una dimostrazione, la polizia trovò il mio nome su dei volantini e vennero a interrogarmi. Pensai che per me sarebbe stato meglio cambiare completamente strada. Oltretutto ero deluso dei miei amici, perché solo io stavo pagando il prezzo delle nostre azioni. Invece, il direttore spirituale mi invitò a restare e a conoscere un gruppo di studenti che si riuniva mensilmente da loro. Li avevo intravisti, mi sembravano con la testa fra le nuvole, parlavano di Gesù e di Vangelo. Ma accettai. La prima volta che partecipai a un loro incontro ascoltai in silenzio. Raccontavano come cercavano di praticare il Vangelo. Alla fine mi chiesero che ne pensassi. «Il Vangelo esiste da duemila anni e il mondo è ancora pieno di ingiustizie, sfruttamenti e oppressione». «Se vuoi cambiare il mondo, comincia da te stesso», mi rispose uno di loro. Non seppi che controbattere. «Da dove?», chiesi. Mi diede in mano la Parola di Vita di quel mese: «Non giudicare e non sarai giudicato». Il giorno dopo, per quanto ci provassi, mi scoprii a giudicare sempre gli altri. Non faceva per me. Tornai a trovarli, per dire che era impossibile non giudicare. Mi esortarono a non scoraggiarmi e a ritentare dopo ogni fallimento. Tornato a casa, pregai Gesù Eucaristia: «Se Tu vuoi che io viva così, aiutami, perché da solo non posso fare nulla». Trascorso l’anno accademico, ero sicuro che i Padri mi avrebbero chiesto di andarmene. Invece mi dissero che avevano notato un cambiamento in me e che, se volevo, avrei potuto iniziare la formazione. Attraverso il contatto frequente con quei giovani, i gen, che vivevano la comunione dei beni fra loro, e con l’aiuto del responsabile dei Focolari in Belgio, ho trovato la mia strada e sono diventato missionario. Vivere per gli altri mi dava una grande gioia ed è così che ho scoperto il grande ideale dell’unità di Chiara Lubich e del Movimento. Prima di partire per l’Africa, nell’82, sono stato ordinato sacerdote. La sfida più grande è stata quella di cercare un dialogo profondo con la popolazione del posto, praticando l’arte di “farsi uno”. Ho studiato la loro lingua e la cultura locale, per appropriarmi dei costumi della gente. Sperimento che, alla luce del Vangelo, tutto ciò che è bello, buono e vero viene sollevato a un livello più alto, il resto pian piano scompare. (altro…)