Mag 25, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Abbiamo sperimentato che la nostra diversità non è un motivo di divisione, ma rappresenta una molteplicità di doni e una risorsa”. È uno stralcio del Manifesto che è stato letto allo Square Meeting Center di Bruxelles, a conclusione della giornata di Insieme per l’Europa 2012. Più di mille persone riunite a Bruxelles da ogni parte d’Europa e altre decine di migliaia collegate via satellite in 22 Paesi, hanno rivolto un messaggio di speranza, unità e pace all’Europa. “Insieme per l’Europa” ha una caratteristica inedita che la rende originale da tutte le altre manifestazioni europee: è la realizzazione – in contemporanea all’incontro di Bruxelles – di una capillare rete di eventi promossi in altre 144 città di tutta l’Europa. Piccole e grandi manifestazioni realizzate in punti di alto profilo simbolico per i singoli Paesi e città. Hanno avviato percorsi di collaborazione tra movimenti e comunità ecclesiali. Rapporti che aprono oggi spiragli di speranza per future iniziative da promuovere insieme per il bene comune delle comunità locali. Da Breslavia, Polonia, a Belfast, Irlanda. Da Oslo, Norvegia, a Malta. Molteplici sono state le iniziative che hanno coinvolto persone di tutte le età, condizioni e convinzioni.
Ad Augsburg, in Germania, il programma è iniziato con un flashmob nella piazza centrale della città: si sono lanciati in aria sette palloni giganti ognuno contraddistinto da uno dei sette “Si” che hanno caratterizzato fino ad oggi l’impegno dei movimenti e delle comunità per la famiglia, la vita, la pace ed un’economia più equa. A Breslavia, in Polonia, l’iniziativa ha voluto mettere in rilievo il delicato processo di incontro e di riconciliazione tra i popoli della Polonia e della Germania (ferito durante la seconda guerra mondiale) con una manifestazione dal titolo “I cristiani della Germania e Polonia insieme per l’Europa”. Ad Ischia, in Italia, una catena umana “ha abbracciato” il perimetro dell’isola come simbolo insieme di difesa dell’ambiente e di accoglienza. Ancora in Italia, a Firenze, è la Sala dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, ad ospitare il collegamento in diretta con lo Square Meeting Center di Bruxelles. E se, per una parte dei Movimenti e Comunità cristiane il percorso di fraternità di “Insieme per l’Europa” ha un’esperienza di anni, per altri l’edizione del 2012 è stata l’occasione di provare dal vivo il significato di conoscersi meglio e di lavorare insieme. Così si esprime una coppia di Laudau, in Germania: “Bruxelles 2012 è stata la scusa per conoscerci meglio, interessarci di Movimenti dei quali prima non conoscevamo nemmeno il nome. Si sente grande entusiasmo e voglia di concentrare le nostre forze per rinforzare l’anima cristiana dell’Europa cominciando dalla nostra città”.
Sono queste storie di collaborazione e di fraternità che danno oggi la possibilità di credere che è possibile dare all’Europa quella speranza di cui Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, parlava nel suo intervento a Bruxelles: “La più grande miseria europea è la mancanza di speranza”. Per questo “si deve generare un clima di simpatia e di solidarietà, un senso del destino comune deve risorgere, reti sociali debbono rinascere”. “Insieme per l’Europa – ha sottolineato Maria Voce nel suo discorso – è un’impresa affascinante: abbiamo la possibilità, anche attraverso la manifestazione di oggi, di testimoniare alle donne ed agli uomini del nostro tempo che abitare la terra in uno spirito di comunione apre un futuro di fraternità e di pace ai singoli, ai popoli, al nostro continente e all’umanità intera”.
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Nov 7, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Bagno di ragazzi per Maria Voce al Convegno annuale dei giovani cattolici olandesi, organizzato il 6 novembre dalla Conferenza episcopale insieme a vari movimenti. Migliaia i partecipanti. Lo stile è quello dei concerti rock, ritmo veloce, canzoni a tutto volume, simpatia, ma anche riflessione. L’identità cattolica, minoritaria in Olanda, è fortemente sottolineata. Tra una canzone di argomento religioso e l’altra, l’intervista ad un sacerdote, poi tocca a Maria Voce. Un gruppetto di gen sale con lei sul palco. Le pongono alcune domande. Le risposte sottolineano l’unità più che la diversità: «Prima di essere di questa chiesa o di quell’altra, credenti o no, siamo tutti figli di Dio, quindi fratelli». Maria Voce ricorda quando conobbe il Movimento, come fu colpita dall’affermazione: «Questa non è un’organizzazione, è una vita; se tu vivi il vangelo fai parte di questo gruppo». Seguono altre canzoni, l’intervista al vescovo che da 12 anni segue i giovani e che ora lascia questo incarico ad un suo vescovo ausiliare (anche lui intervistato), un video sulla GMG, un quarto d’ora di Radio Maria che ha aperto le trasmissioni in Olanda. E poi la santa messa, i workshop, gli stand. Tante emozioni, soprattutto emozioni. Ma anche in tanti un serio impegno a vivere e testimoniare quel “fuoco” a cui la giornata era intitolata e che oggi è stato acceso o riacceso. La presentatrice ripete: «Facciamoci accendere!». Nel pomeriggio, nella cittadella Marienkroon, Maria Voce incontra i membri dei Focolari arrivati da Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda e Finlandia. «Abbiamo sempre sognato che Chiara Lubich potesse venire a visitare i nostri paesi, ma non è riuscita. Ora questo è un momento storico per noi». Così accolgono la presidente, con familiarità, confidenza, tanto calore (e dicono che i popoli del nord sono freddi!), raccontando vittorie e difficoltà, soprattutto nel campo dell’ecumenismo. Maria Voce li ringrazia per la loro fedeltà e li incoraggia: «Dobbiamo arrivare alla famiglia universale. Ricordiamoci però che noi non facciamo il dialogo tra le religioni, ma tra le persone. Ad esempio nel recente grande incontro fra le Religioni ad Assisi ho avuto una grande gioia perché quasi tutti i convenuti, di diverse religioni, conoscevano il Movimento e mi testimoniavano la loro riconoscenza. Certo, a volte possiamo scoprire differenze che non riusciremo mai a superare, ma possiamo però accettarci fino in fondo, amandoci così come siamo. E devo testimoniare che nel 2011 ho avuto la sorpresa di trovare persone di altre religioni non più solo in dialogo con noi come dall’esterno, ma tutti insieme davanti al mondo per testimoniare l’ideale dell’unità.» Alla fine le canzoni, le foto, i saluti, un po’ di commozione e la promessa di rivedersi presto, magari in uno di questi paesi nordici! Ultimo momento della giornata, l’incontro con gli abitanti della cittadella, specialmente i pionieri, sulle cui vite e disponibilità a lasciare tutto, è nata e cresce Marienkroon. Persone che magari non hanno mai avuto il microfono in mano in occasioni pubbliche, ma che ora, davanti alla presidente, si fanno coraggio e donano con semplicità il racconto dei momenti più intimi della loro vita. «Lavoro nella cittadella perché le persone possano dire: “Com’è bello qui”. E trovare Dio, perché Dio è bello». Marienkroon: una cittadella unica, una cittadella fatta di cuori. Dall’inviato Giulio Meazzini (altro…)
Nov 7, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La sala prefabbricata allestita in un prato della cittadella Marienkroon è piena. Il colpo d’occhio notevole: 800 uomini e donne, grandi e piccoli, danesi e olandesi, finlandesi e islandesi, svedesi e norvegesi, arrivati qui anche da molto lontano per festeggiare, insieme a Maria Voce e Giancarlo Faletti, l’anniversario dell’arrivo del Movimento in Olanda. La domanda sorge spontanea: perché funziona sempre? Cosa c’è sotto questa gioia palpabile che rende fratelli persone di età, razze e convinzioni così diverse? Le canzoni delle ragazze sul palco sono in olandese, ma coinvolgono anche chi non parla questa lingua perché più che le parole contano i sorrisi. Forse il segreto è che si parte dalla vita, dall’amore concreto e solo dopo essere diventati amici si arriva al confronto culturale. O forse dipende dal fatto che Chiara Lubich ha insegnato a non fermarsi a problemi e incomprensioni, ma andare avanti, ricominciare sempre vedendosi nuovi ogni mattina. Tre trombe, un violino, due flauti, una batteria ed un piano formano l’orchestra. Si ripercorrono le tappe salienti di un’avventura che continua: l’arrivo dei focolarini in Olanda nel 1961, il Genfest con 4 mila giovani nel 1976, la visita di Chiara nel 1982, l’apertura dei focolari a Copenhagen, Stoccolma e Oslo negli anni Ottanta, le prime visite in Islanda nel 1989 e la famiglia focolare arrivata nel 2010 dalla Polonia, l’inaugurazione del nuovo Centro Mariapoli nella cittadella. Ogni paese si presenta con creatività e fantasia. La Svezia, dove l’ecumenismo di popolo è vissuto quasi senza accorgersene perché in ogni incontro vi sono persone di chiese diverse, la Norvegia, con il commosso momento di silenzio ricordando la tragedia del 22 luglio, la Finlandia, grandi spazi e una carrellata di canzoni, l’Islanda multietnica e infine l’Olanda, paese ospitante, con la sua comunità viva. Momenti di grande unità, come la celebrazione ecumenica con il Padre nostro recitato in sette lingue contemporaneamente. Mons. Jan van Burgsteden, responsabile della Conferenza episcopale per l’ecumenismo, testimonia che «da 50 anni il Movimento in Olanda aiuta le persone a vivere le parole del Vangelo. E da qui è nato, anche in un’era di secolarizzazione, un nuovo impegno nella Chiesa, che l’ha aiutata a superare la polarizzazione. Ho visto anche come il Movimento è riuscito a creare un “ecumenismo del cuore”. Sono convinto che un giorno vedremo brillare la Chiesa come una stella mattutina, perché in tutte le sue realtà la Parola è diventata vita». Maria Voce risponde a varie domande. Una per tutte: cosa ricordi in particolare del 2011? «In Terrasanta, mentre ero al Santo Sepolcro mi sentivo schiacciata dal male del mondo, che aveva schiacciato anche Gesù. Più tardi, però, davanti alla tomba vuota, la certezza improvvisa che Gesù è risorto, che possiamo portarlo vivo tra noi nel mondo e siamo fortunati di poterlo fare. Un altro viaggio, in America: tra questi spazi sconfinati e tanta gente dappertutto, penso che ci sono solo pochi focolarini. Cosa possono fare da soli? Quelle venute alla festa saranno state 2 mila persone, una goccia nel mare. Eppure, dentro, la certezza: non mettiamoci in testa di preoccuparci dei numeri, non sono importanti, conta solo far crescere Gesù tra noi, il resto verrà». «Una giornata ricca di momenti ufficiali – conclude Giancarlo Faletti –, ma soprattutto una giornata di famiglia, che dà tanta speranza. Mi porto in cuore questa vostra presenza multietnica e multiculturale, questa fioritura di vita. E ogni fiore ha bisogno di amore, tenacia e industriosità, che sono poi le vostre caratteristiche. Il fiore in fondo è il simbolo dell’Olanda». A cura dell’inviato Giulio Meazzini (altro…)
Nov 5, 2011 | Centro internazionale, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
4 Novembre: la prima giornata di Maria Voce e Giancarlo Faletti nella cittadella Marienkroon comincia con l’incontro con alcuni vescovi cattolici dell’Olanda e dell’Islanda. È un franco scambio di idee e prospettive su come testimoniare la fede nella società secolarizzata di oggi. In Olanda, negli anni dopo il Concilio prese campo la cosiddetta “polarizzazione”, con la crescente incomprensione tra cattolici “conservatori” e “progressisti”. Solo alla fine degli anni ’90 la situazione è migliorata, anche per merito della collaborazione tra giovani di movimenti diversi e animatori giovanili delle diocesi. Per quanto riguarda l’ecumenismo, poi, la situazione è ormai cambiata decisamente in meglio rispetto agli anni ’60 quando cattolici e protestanti non avevano quasi contatti. Oggi è in corso un processo di riavvicinamento che si spera possa presto portare ad una giornata nazionale di riconciliazione. Insieme per l’Europa è partner in questo processo. Nonostante questo, anche a causa degli scandali sugli abusi sessuali, l’apatia e l’indifferenza per il fenomeno religioso sembrano crescere. «È una sfida a collaborare di più tra noi, perché nessun movimento è sufficiente da solo a cambiare le cose – afferma Maria Voce –. Ognuno risponde del dono particolare che ha ricevuto; per noi è l’unità, da portare anche tra i movimenti». Secondo il vescovo De Jong la cittadella potrebbe ospitare una scuola, gestita dai Focolari, fondata sull’amore del prossimo e aperta a tutti, per formare i ragazzi che oggi in Olanda respirano solo cultura secolarizzata. La presidente risponde che più che una singola scuola servirebbero in tutte le scuole tanti maestri che incarnano il Vangelo nella loro vita, ma che comunque la fattibilità della proposta verrà valutata dai responsabili del Movimento in Olanda.
Nel pomeriggio l’incontro con i rappresentanti delle diverse espressioni del Movimento e delle comunità che si sono andate formando in Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Islanda e Olanda, permette a Maria Voce e Giancarlo Faletti di avere un quadro aggiornato della situazione in queste nazioni. Culture e popoli diversi tra loro, eppure «ognuno sente come proprio e gioisce per quello che fanno gli altri. Ogni volta che arrivo in visita ad una nazione e l’aereo inizia la discesa – continua la presidente –, mi prende un groppo alla gola pensando ai fratelli che mi aspettano festosi. Siamo gente fortunata a poter sperimentare il dono di Dio che è la famiglia del Movimento in tutti i paesi del mondo». Infine, dopo cena, un dialogo a tu per tu con 25 gen in vista della ormai imminente “Giornata dei giovani cattolici”, promossa dalla Conferenza episcopale con la collaborazione dei giovani dei Focolari e di altri movimenti. Il futuro del Movimento dei focolari è qui, tra questi ragazzi che vengono chiamati da tutte le parti dell’Olanda per raccontare la storia di Chiara Luce, la prima giovane del Movimento salita agli onori degli altari. Dall’inviato Giulio Meazzini (altro…)
Lug 26, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Oslo, 25 luglio – Una fiaccolata di 200.000 persone nel centro città ricorda tutti i morti e feriti dell’attentato di venerdì 22, e dimostra «che non ci lasciamo schiacciare dalla situazione, anzi la solidarietà e la vicinanza fra tutti è possibile ed è già vissuta nella nostra città». A scriverci così è Helga Koinegg, austriaca, del Focolare di Oslo, in Norvegia da 22 anni. Continua il suo racconto: «Per motivi di sicurezza si è deciso invece delle fiaccole, di portare rose. In poco tempo dai fiorai era tutto esaurito. Volevamo partecipare anche con i miei colleghi». L’ufficio di Helga infatti si trova presso la direzione della salute, a 500 metri dalla Sede per la salute e i servizi di cura, totalmente distrutta dall’attacco dell’autobomba di venerdì, insieme ad altri 2000 uffici, nel cuore del quartiere governativo norvegese. Ma Elma, tedesca, che lavora fuori Oslo, è riuscita a trovare 200 rose per i colleghi di Helga. «Ci siamo messe in cammino con i fiori, distribuendoli a chi incontravamo per strada. Ogni persona, un’occasione di uno scambio profondo, con una nota dominante: non eravamo più norvegesi, africani, mediorientali, musulmani… la Norvegia dopo il 22 Luglio non è più la stessa, siamo diventati un unico popolo, uniti in un grande dolore, ma con la piena speranza di rialzarci».
«Questa sera, la strada si è riempita di unità: eravamo 200.000, piccoli, grandi, giovani, anziani, stranieri o norvegesi, tutti riuniti». Qualcuno ricorda che una manifestazione così grande e bella non si vedeva in Norvegia dalla fine della 2ª Guerra mondiale, quando il Re era rientrato nel suo Paese. «I nostri padri hanno detto ‘Mai più un altro 9 Aprile (data dell’attacco alla Norvegia nel 1940, ndr) e noi diciamo mai più un altro 22 Luglio» – ha affermato il premier norvegese Jens Stoltenberg, intervenendo alla cerimonia di commemorazione delle vittime. «E fra le frasi ricorrenti in questi giorni – racconta ancora Helga – inusuali, si sente dire: ‘Se un uomo può odiare cosi tanto, quanto di più, noi che siamo insieme, possiamo rispondere con l’amore?’ «Oslo è ferita – scrive Maddalena Maltese su Città Nuova – ma pur in lacrime la città e soprattutto l’intera nazione non si arrendono. C’è fila davanti agli ospedali per donare il sangue, soprattutto per i gruppi più rari. Fuori dal duomo luterano sono centinaia di migliaia le candele che ricordano le vittime. Tutti parlano dell’eroismo dei campeggiatori di fronte all’isola di Utøya che appena intuita la tragedia si sono precipitati in barca per salvare i giovani, che lì avevano organizzato la loro convention. Domenica le chiese luterane e cattoliche sono rimaste aperte per il requiem, una preghiera non consona alla tradizione luterana, ma che è stata invece frequentatissima. Tanti sono i giovani che chiedono un colloquio con un sacerdote o che si fermano in chiesa ad accendere le candele o a portare fiori. In piccoli gruppi ci si ritrova nelle case per ricordare. Lo hanno fatto anche i membri del movimento dei focolari di Oslo, sabato sera. ‘Certo la gente è sotto shock – racconta Katarina Miksits, svedese, da 15 anni nel Focolare di Oslo, nell’intervista a Città Nuova -. Siamo increduli e nessuno poteva immaginare una situazione simile. Qui neppure i ministri hanno la scorta, la nostra è una società tranquilla e non vorremmo proprio cambiare’».

Eskil Pedersen - Gro Harlem Brundland
«Insieme, il dolore è più facile da sopportare» ha detto durante la fiaccolata Eskil Pedersen, leader dei giovani del partito laburista (AUF) «ma non siamo mai stati più vicini di quanto lo siamo oggi. Non abbiamo mai conosciuto una tale unità. Con questa unità, noi continueremo a lottare per i valori che sono così importanti per la Norvegia. I giovani in Utøya hanno creduto. Insieme avrebbero fatto della Norvegia e del mondo un posto migliore. Stavano insieme per la giustizia, la solidarietà, l’uguaglianza e contro il razzismo. Abbiamo vissuto una tragedia nazionale. L’odio e il desiderio di vendetta sono una reazione naturale. Ma noi siamo la Norvegia. E non dobbiamo vendicarci. Sono state prese alcune delle nostre rose più belle, ma non si può fermare la primavera». (altro…)