Lug 8, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Quando il mio volo del mattino da Bologna a Londra, già in ritardo a causa di temporali sulla capitale inglese, ha iniziato a volare in cerchio sopra l’aeroporto per altri 20 minuti, ho capito che mi sarebbe stato quasi impossibile riuscire a prendere il volo in coincidenza: e infatti poco più tardi mi sono trovata in una coda interminabile con centinaia di altri passeggeri che avevano perso il proprio volo. Le compagnie aree erano congestionate, così anche coloro che avevano possibilità di telefonare erano bloccati. La maggior parte delle persone è riuscita a sopportare l’attesa per un’ora, ma quando sono diventate due, poi tre, e infine ben oltre l’ora di cena, l’atmosfera ha cominciato a farsi tesa. Io mi ero messa comoda con un buon libro, ma anch’io ho iniziato ad agitarmi quando mi sono resa conto che sarebbe stato difficile mettermi in contatto con l’amica che doveva venirmi a prendere all’aeroporto negli Stati Uniti. Non sono molto loquace con gli sconosciuti, soprattutto quando viaggio da sola; ma a quel punto mi sono sentita spinta a guardarmi attorno, e ricordarmi che il calore e il conforto della presenza di Dio potevano esserci vicini anche in quella coda caotica. Mi sono ricordata di avere un pacchetto di biscotti in borsa, e ho avuto un primo contatto con uno studente affamato dietro di me. È stato sufficiente a rompere il ghiaccio con tutti nella nostra parte della fila. Nell’iniziare a raccontarci le nostre storie e a solidarizzare, ci siamo anche resi conto che potevamo aiutarci a vicenda. La batteria del mio computer portatile era appena sufficiente a ricaricare il cellulare della coppia tedesca che aveva bisogno di chiamare la famiglia; e questa coppia si è resa disponibile a tenere d’occhio il mio bagaglio mentre sono andata in cerca di un internet point da cui inviare una mail alla mia amica. Un veloce saluto in italiano ad un’altra giovane coppia è bastato a rendermi conto che loro ed altre due coppie – tutte in viaggio di nozze – non capivano gli annunci che venivano fatti, e li ho tradotti così che potessero valutare le varie opzioni. Dopo cinque ore e mezza senza ancora nessuna soluzione di volo alternativa ci sono stati dati i voucher per una stanza in hotel e un pasto, e l’indicazione di chiamare le linee aeree dall’albergo. Così ho fatto, e sono venuta a sapere che avrei dovuto essere di nuovo in aeroporto nel giro di poche ore. Mentre mi accoccolavo su una sedia dell’aeroporto, cercando di dormire almeno un po’, mi sono resa conto che, nonostante il disagio, tutte queste “connessioni” – come in inglese vengono chiamate le coincidenze di volo, in questo caso perse – che avevo invece costruito con i miei vicini nell’attimo presente avevano riempito la mia serata di un insolito senso di pace. E sono arrivata a casa il giorno dopo stanca, ma serena». Amy Uelmen, Bethesda, Maryland (Usa) Fonte: Living City Maggio 2016 – www.livingcitymagazine.com (altro…)
Giu 30, 2016 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Appello per la Natura e l’Umanità «Sollecitati dalle prese di posizione dei nostri leader – ricordiamo, ad esempio, l’istituzione della Giornata di Preghiera per la Protezione del Creato (Patriarca Demetrio, 1989), l’Evangelical Climate Initiative (2006) e l’enciclica Laudato si’ (Papa Francesco, 2015); Riconoscendo il debito che noi, popoli di antica tradizione cristiana, abbiamo contratto con i poveri della Terra e le generazioni future a causa dell’inquinamento della Biosfera, frutto innanzitutto del nostro progresso irresponsabile nei recenti secoli passati; Consapevoli che l’allarme per il cambiamento climatico può diventare un’opportunità di nuovo sviluppo integrale per tutti i popoli; Noi cristiani, aperti al contributo di tutte le persone di qualsiasi convinzione, ci impegniamo nella preghiera e nell’azione per evitare la distruzione della natura e una nuova guerra mondiale, aderendo alle seguenti dieci sfide:
- Convertire in progetti di pace le armi disseminate intorno a noi, soprattutto le atomiche
- Incrementare la ricerca nelle scienze della Biosfera e relative applicazioni, affinché possano diventare più sicure
- Differenziare e riciclare i rifiuti domestici e industriali
- Intensificare l’uso di fonti di energia rinnovabile
- Realizzare programmi di riforestazione e politiche forestali a tutti i livelli (dal locale all’internazionale)
- Potenziare trasporti ecologici, come le auto elettriche e a idrogeno, e iniziative di trasporto pubblico locale
- Destinare sempre più gli idrocarburi alla produzione di sostanze e materiali utili all’umanità, piuttosto che usarli per la combustione
- Evitare lo spreco di preziosi beni comuni come l’acqua e il cibo, assicurando una più equa distribuzione
- Rispettare gli altri esseri viventi, riconoscendo che ogni cosa è in relazione con il pianeta
- Trasformare le nostre case, i nostri quartieri e le nostre città, orientandoli a divenire luoghi di bellezza, armonia e fraternità
Come?
- Aderendo alle prese di posizione dei nostri leader e promuovendo leggi in sintonia con esse, come l’Accordo di Parigi;
- Prendendo iniziative secondo la “Regola d’Oro” e andando incontro alle iniziative degli altri, di qualsiasi convinzione;
- Chiedendo consiglio alle nostre comunità e cooperando con esse per promuovere azioni per salvare natura e umanità.
Possiamo raggiungere questi obiettivi se cominciamo ora, prima che sia troppo tardi. In particolare, potremo contribuire a far sì che i gas serra non superino valori pericolosi, come previsto dall’Accordo di Parigi e raccomandato dalla comunità scientifica». EcoOne (www.ecoone.org/) Civiltà dell’amore (www.civiltadellamore.org/) (altro…)
Giu 20, 2016 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Non appena trapela la gravità della malattia, gli amici di Andrea insieme a ragazzi e adulti di Appignano iniziano a raccogliersi attorno ai famigliari nella piccola chiesa della Madonna Addolorata. Ogni volta sono sempre più numerosi come sempre più accorata è la loro preghiera: la guarigione di Andrea. E via via che il ricovero si protrae, con fede chiedono anche che i genitori trovino forza e pace, che Andrea non si senta mai solo, neppure quando deve affrontare controlli e terapie, che non abbia a soffrire troppo. Proprio in quest’anno la sua classe si sta preparando alla Prima Comunione e ragazzi e genitori, tutti d’accordo, decidono di rimandare l’evento all’anno successivo, per permettere ad Andrea di celebrarlo insieme a tutti.
Finalmente Andrea torna a casa. I suoi amici, sapendo che per le cure gli erano caduti i capelli, per non farlo sentire a disagio lo accolgono anch’essi con tutti i capelli tagliati. Intanto Andrea, da vero campione di serenità, continua le cure, senza mai lasciare il suo meraviglioso sorriso. Trascorsi due anni Andrea sembra ormai guarito, tanto che può partecipare al corso estivo di formazione e successivamente agli incontri settimanali dei ragazzi del Movimento diocesano dei Focolari.
A febbraio 2016 c’è una novità: i controlli suggeriscono un nuovo ciclo di terapie, che anche questa volta però sembrano dare buoni risultati. Ma proprio mentre torna a casa da un incontro Gen3, una gravissima crisi lo costringe ad un immediato ricovero. È difficile descrivere ciò che da allora accade ad Appignano. Tre volte la settimana i compagni di classe e quelli di tutta la Scuola, insieme ai giovani amici di Federica, sua sorella e alle tante persone vicine alla famiglia, tornano a riempire la chiesetta dell’Addolorata. A guidare la preghiera sono gli stessi ragazzi, in uno straordinario clima spirituale di fede in Dio-Amore, certi che tutto ciò che Egli manda o permette, sempre conduce al Bene. Una certezza, questa, che anche quando Andrea, a tredici anni, lascia questa terra, la sua presenza nella comunità di Appignano non viene meno. Per due giorni un pellegrinaggio di ragazzi e adulti si snoda ininterrotto all’Addolorata – dove Andrea è esposto – per stringersi intorno alla famiglia facendo i turni per non lasciarlo mai solo. Al funerale, celebrato in parrocchia, la chiesa non riesce a contenere tutte le persone che vi accorrono. Il celebrante parla di Andrea come di un “guerriero” e un “maestro di vita” e nel ricordare la forza con cui ha affrontato la malattia, sottolinea con stupore il grande senso di umanità, di fraternità e di fede che il ragazzo ha saputo risvegliare nella comunità intera. All’uscita, bambini e ragazzi lanciano in cielo centinaia di palloncini bianchi, a simboleggiare la loro certezza che Andrea è in Paradiso e la grande vicinanza alla famiglia di tutta la comunità: un’immagine che inonda anche i social network.
Un operaio, papà di famiglia, osserva: “Quello che più mi colpisce è questa ampia partecipazione di persone, di nazionalità e religioni diverse. Un vero insegnamento anche per noi adulti, che spesso dimentichiamo quell’umanità che tutti ci unisce. Davvero Andrea e i ragazzi suoi amici sono i nostri maestri di vita”. Ed una ragazza: “Abbiamo tanto pregato chiedendo il miracolo. Ed il miracolo è avvenuto: un bambino che è riuscito a unire un intero paese intorno a sé è qualcosa che non si può spiegare”. Al cimitero una bambina vedendo una donna piangere sconsolata, le si avvicina per dirle: “Non piangere. Andrea ora è con Gesù”. Sono trascorsi più di due mesi da questi fatti e inspiegabilmente gli incontri di preghiera ad Appignano continuano ogni mercoledì, “perché è giusto così – dicono i ragazzi – dobbiamo andare avanti, affinché i frutti di Andrea – così mi piace chiamarli, dice una di loro – continuino a maturare tra di noi”. (altro…)
Giu 6, 2016 | Cultura, Focolari nel Mondo
«Un esperimento riuscito, che ha rivolto una parola di speranza: una persona aperta al dono di sé, infatti, può essere la risposta alle sfide ambientali epocali che l’umanità si trova a fronteggiare». A parlare, è Luca Fiorani, coordinatore internazionale di EcoOne, a conclusione del convegno “Relazionalità: tra consapevolezza ambientale e sfide sociali” (Budapest , Ungheria) tenutosi dal 27 al 29 maggio presso la Pázmány Péter Catholic University, con la partecipazione di 80 responsabili di ONG ambientali, docenti universitari, funzionari governativi, professionisti in campo ambientale, studenti delle scuole superiori e universitari di diversi paesi. Presentazioni scientifiche di alto livello hanno convissuto con esperienze pratiche e riflessioni transdisciplinari nel campo dell’economia, l’etica e la politica.
Vari contributi: da un ragazzo di 15 anni fino ad un’anziana dedita alla cura dell’ambiente nella cittadella olandese dei Focolari; tre studenti italiani hanno presentato la loro esperienza a cavallo tra risparmio energetico e “cultura del dare”; uno studente Erasmus a Budapest, uno di Roma e un brasiliano, hanno presentato le proprie esperienze. Il giovane venuto dal Brasile ha sostenuto il viaggio fabbricando e vendendo oggetti e ottenendo un contributo eccezionale dalla sua università. Cinque di loro, ricercatori, hanno ricevuto il “Premio Piero Pasolini” per la qualità della loro presentazione, grazie ai fondi messi a disposizione dall’Economia di comunione. Hanno collaborato, per la preparazione, in grande sinergia alcune agenzie del Movimento dei Focolari: Azione per un Mondo Unito, Economia di Comunione, Umanità Nuova, Giovani per un mondo unito, Movimento politico per l’unità, insieme a New Humanity e all’Istituto universitario Sophia, con “una logistica eccellente da parte del gruppo EcoOne ungherese», afferma Fiorani. Ha introdotto il convegno Zsusa Román, coordinatrice di EcoOne Ungheria, con la domanda: “Che tipo di persona è capace di aver cura dell’ambiente?”. Fiorani, invece, ha illustrato gli obiettivi e caratteristiche di EcoOne: «Un’iniziativa culturale su scala internazionale promossa da docenti, ricercatori e professionisti che operano nel settore delle scienze ambientali. Ci accomuna il desiderio di arricchire la nostra conoscenza scientifica con una lettura umanistica dei problemi ecologici e naturalistici. Insieme ad altri partner, con i quali persegue l’obiettivo della destinazione universale dei beni e della stretta interdipendenza tra i Paesi, EcoOne tenta di calare tali principi a livello sociale, politico, economico quali settori delle tematiche ambientali». Mons. János Székely, vescovo ausiliare di Esztergom-Budapest, ha ricordato l’importanza della “sobrietà e del dono”, in linea con l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Dopo l’intervento del prof. Miguel Panão, centrato su una nuova visione antropologica in cui la persona è colta nella sua donazione agli altri e alla natura, si è aperto un vivace dibattito. Particolarmente apprezzata la tavola rotonda in cui le sfide sociali poste dall’ambiente sono state affrontate dal punto di vista teologico, climatologico, economico e politico, sottolineando quanto la problematica ambientale richieda il contributo di molte discipline, in primo luogo la politica che guida le scelte e l’economia che imposta i paradigmi di sviluppo. «Il convegno non è un punto di arrivo ma di partenza – conclude Fiorani –. Occorre ora prepararsi a nuove sfide. Il prossimo convegno si svolgerà in Asia!». Info: EcoOne. (altro…)
Giu 5, 2016 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Giorgio Marchetti (a destra) con Gino Bonadimani e Aldo Stedile. Foto © CSC Audiovisivi
Mentre studia medicina nella sua città natale (Padova), Giorgio conosce una studentessa trentina sbarcata nel suo stesso ateneo. È una delle prime giovani che con Chiara Lubich hanno dato inizio all’avventura del Focolare. Giorgio è un dirigente diocesano dell’Azione Cattolica, ma non ha reticenza a confidarle la sua continua ricerca e i suoi dubbi sul piano della fede e della dottrina. Un giorno, mentre con un’amica gli parla del Vangelo, Giorgio obietta loro che quelle cose lui le sa già. “Va bene – rilanciano –, ma lei queste cose le fa?”. Giorgio rimane spiazzato. Da allora, racconta egli stesso, la sua ricerca passa “dai libri alla vita”. E dopo una giornata trascorsa sempre pensando “agli altri e mai a me”, sperimenta “una grande gioia”. Decide di recarsi a Trento per conoscere, oltre alle prime anche i primi focolarini e viene a sapere che Gino Bonadimani, pure lui padovano e studente presso la sua stessa facoltà, si sta preparando per diventare focolarino. 
(da sinistra) Valeria Ronchetti, Chiara Lubich e Giorgio Marchetti. Foto © CSC Audiovisivi
Una chiamata questa che fa breccia pure nel cuore di Giorgio, anche se continua a nutrire dubbi sull’esistenza di Dio. Nell’estate ‘52, durante una delle prime Mariapoli sulle Dolomiti, apre il suo animo a Chiara. E lei, Vangelo alla mano, gli legge ciò che Gesù dice a Marta nel racconto della risurrezione di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se è morto vivrà. Credi tu questo?” (Gio 11,25-26). «Ecco – gli dice Chiara –, prendi per te questa Parola di Vita: “Credi tu questo?”». E gli suggerisce che se i dubbi fossero tornati, lui avrebbe dovuto ripetere, come Marta: “Sì, Signore, io credo”. In quel colloquio con Chiara, per Giorgio tutto diventa chiaro, semplice. Con sorpresa scopre di avere la fede. E così sarà poi chiamato: Fede. Appena laureato – col massimo dei voti e la lode – Fede entra a far parte del focolare di Trento. Inizia col fare il dentista, attività che continua anche quando si trasferisce a Roma. La chiamata al servizio militare lo porta a Firenze, dove chiede di poter saltare la colazione per andare alla Messa. Dopo alcuni mesi, sono vari i colleghi che partecipano alla Messa ogni mattina. Sebbene in servizio militare, segue la comunità che si sta formando in Toscana. Lo stesso fa quando viene trasferito a Trapani. Oltre a fare il militare ed il responsabile del Movimento, inizia a studiare Filosofia. Nel 1961 giunge a Recife (Brasile). Dalla finestra del focolare si vede una distesa di mocambos, baracche molto povere fatte di legno, lamiera, cartone. «Avrei desiderato andare a vivere con quella gente – confiderà in seguito – a fare qualcosa per loro, magari come medico», invece si trova a mettere le basi per il nascente Movimento dal quale, nei decenni futuri, sarebbero sorte, in Brasile e nel mondo, innumerevoli opere sociali. Nell’aprile ‘64, a Recife, viene ordinato sacerdote. Nel Natale dello stesso anno Chiara lo chiama alla costruzione della cittadella di Loppiano, nei pressi di Firenze. Per Fede, e per la ventina di giovani giunti lì da ogni parte del mondo a prepararsi per la vita di focolare, è un tempo carico «d’imprevisti, progressi, contrattempi, ma anche di risate, di grande allegria; e poi di sapienza, preghiera, contemplazione».
Già responsabile della Sezione dei focolarini dal 1957, lo sarà anche più tardi fino al 2000. Un compito che svolge con grande dedizione, facendo crescere come cristiani e come uomini, generazioni di giovani. Egli ha una particolare attenzione anche per i focolarini coniugati, nella specificità della loro vocazione. Sebbene fortemente impegnato per gli altri, Fede non smette di approfondire, nella sua spiccata attitudine di studioso, diverse discipline. Dal ‘95 fa parte della “Scuola Abbà”, il Centro studi interdisciplinare del Movimento, dando il suo apporto di teologo esperto di etica, ma anche di filosofo e psicologo. Negli ultimi anni, con le difficoltà di salute, comincia quello che Fede ama definire «uno dei periodi più belli della mia vita, tanto che spesso mi trovo a ripetere a Gesù: Non sapevo che la vecchiaia potesse essere un’avventura così bella!», caratterizzata da un «rapporto con Gesù sempre più intimo e profondo». A chi gli chiede come si sente, risponde: «fisicamente male ma spiritualmente benissimo!». Fede lascia in eredità la sua fede inscalfibile in Dio e nel carisma dell’unità. In lui si può ben identificare la figura di un sapiente ed efficace costruttore di un’opera di Dio – il Movimento dei Focolari –, cui egli ha contribuito a sviluppare e a rendere attiva e visibile nella Chiesa e nel mondo. (altro…)