15 Nov 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La notizia della visita di papa Francesco allo Stato italiano, il 14 novembre 2013, dove è stato accolto dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, ha riempito le testate dei giornali di tutto il mondo. Anche il clima dell’incontro nel palazzo del Quirinale avvenuto nella semplicità, cordiale amicizia e valori condivisi evidenziati nei loro due discorsi, è stato sottolineato in toni diversi dai Media internazionali. Da evidenziare la partecipazione della società civile. Che questa visita abbia destato l’interesse dei cittadini lo dicono le centinaia di persone che hanno salutato festanti l’ingresso nel palazzo presidenziale dell’auto papale. All’interno, ad accogliere papa Francesco c’era una delegazione del governo, esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e alcune personalità rappresentative del mondo della solidarietà attivi in progetti verso i poveri, i sofferenti, gli ultimi.
Per il Movimento dei Focolari erano presenti Maria Voce e Giancarlo Faletti. “Tutto si è svolto in maniera ufficiale e allo stesso tempo in un’atmosfera cordiale – ha detto a caldo Maria Voce -. Mi è piaciuto particolarmente il saluto del presidente Napolitano, sia per il suo esprimere gratitudine a papa Francesco per la sua particolare capacità di arrivare al cuore degli uomini, che per la dimensione personale dei rapporti che stabilisce. Ci ha tenuto a sottolineare anche il retaggio cristiano presente nei valori che hanno formato l’Europa, così come l’ammissione della tragica situazione che vive l’Italia nell’accentuarsi di una crisi che travolge la politica. Emergeva l’attesa fiduciosa che un messaggio del Papa avrebbe aiutato a oltrepassare i particolarismi in vista del bene comune. Da ambedue i discorsi, poi, era evidente che siamo dinanzi a domande che ci interpellano insieme e per le quali anche le risposte sono comuni, seppure in ambiti differenti e con metodi diversi”. Dal canto suo il copresidente Faletti ha sottolineato l’impressione di essersi trovato dentro “una pagina di storia dell’umanità, legata certamente alla storia italiana. Era evidente, come sottolineato dalle parole e dalla testimonianza di Napolitano e di papa Francesco, che a incidere nella storia è e sarà fondamentalmente la capacità di mettersi in dialogo”.
“Guardare le singole persone, una alla volta”, ha evidenziato il Capo di Stato nel riconoscere quale “carattere distintivo” della missione pastorale di papa Francesco una “forte considerazione per la persona”, il saper “comunicare con i semplici”, il trasmettere “a ciascuno e a tutti i valori del messaggio cristiano”, “innanzitutto quello dell’amore per gli altri”, per combattere “il dilagare dell’egoismo, dell’insensibilità sociale, del più spregiudicato culto del proprio tornaconto personale”. L’augurio, in conclusione, di papa Francesco per l’Italia: che il Paese “attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali”, sappia trovare “la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”. Discorso di papa Francesco: leggi il testo integrale Discorso di Giorgio Napolitano: leggi il testo integrale (altro…)
15 Nov 2013 | Famiglie, Focolari nel Mondo
«Cuba è un paese bellissimo. Vi si respira l’aria di un paese che era fiorente negli anni ’50. A parte qualche edificio e qualche quartiere restaurato nel centro dell’Avana e delle altre città, girando per le strade si nota uno stato di abbandono». Agostino e Marisa raccontano qualcosa del loro viaggio a Cuba. Sono una famiglia dei Focolari di Vicenza che, dopo aver vissuto 11 anni nella Repubblica Dominicana, adesso risiede nei pressi di Roma. «Potremmo dire di aver vissuto quei giorni a Cuba in una costante commozione per l’autenticità della vita che abbiamo trovato nelle persone. Vita eroica oseremmo dire, per la situazione in cui si trovano a vivere. Una famiglia ci raccontava che, con fatica, aveva accantonato 20 $ per comprare un paio di scarpe ad uno dei bambini. Un sabato pomeriggio erano usciti per comprarle ma, a quel prezzo, non avevano trovato niente che valesse la pena e avevano deciso di rinunciare per il momento. Di ritorno a casa, hanno trovato una famiglia molto povera, papà mamma e un bambino con le scarpe distrutte. Si sono guardati e, insieme, hanno deciso di dare una parte di quei soldi per le scarpe di quel bambino; non sarebbero state di gran qualità, ma sicuramente migliori di quelle che stava calzando. Qualche giorno dopo è venuta a trovarli la nonna con una busta; le erano arrivati dei soldi da dei parenti e aveva pensato di condividerne una parte per le loro necessità. Era proprio la somma che mancava per poter comperare le scarpe al loro bambino. Abbiamo percorso circa 3.000 km con i mezzi di trasporto più vari. Nelle città ci muovevamo a piedi, in bicicletta, con calesse e cavallo, con bici-taxi.
A Cienfuegos, Santiago de Cuba, Camaguey, Florìda, Holguin, Banes ci siamo trovati con gruppi di famiglie, anche di fidanzati, per approfondire la spiritualità dell’unità, con particolare attenzione ai riflessi nella vita di famiglia. Fra i presenti c’era anche chi non aveva una fede religiosa; ma erano proprio questi a sottolineare che questa spiritualità è per tutti. Siamo stati a pranzo e cena da tante famiglie amiche. Che bell’esperienza entrare nelle loro case e condividere la loro vita! Ci hanno raccontato tanti episodi di amore concreto. Come una famiglia che è andata a trovare una coppia che aveva avuto da poco un bambino: si è accorta che stavano terminando lo zucchero che mensilmente ricevono dallo Stato; comperarne dell’altro sarebbe stato molto costoso. Tornati a casa, hanno preso quanto rimaneva loro e gliel’hanno portato tutto. Questa coppia, sorpresa, ha esclamato: “Ma voi adesso come fate?”. La sera stessa ha bussato a casa la nonna; portava dello zucchero che non poteva consumare per motivi di salute. Nel cercare di condividere le gioie e le fatiche dei nostri nuovi amici, abbiamo capito del perchè questa spiritualità è nata durante i tempi di guerra. Chiara Lubich infatti non ha aspettato “tempi migliori” per cominciare ad amare con i fatti, ma ha cominciato proprio in mezzo alle difficoltà. È stata una conferma che è possibile vivere il Vangelo in tutte le situazioni». (altro…)
11 Nov 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«C’è bisogno di tutto, perché la città di Tacloban praticamente non esiste più». È la notizia che ci arriva direttamente dalla comunità dei Focolari nelle Filippine in queste ore drammatiche dopo il passaggio del tifone Haiyan e la distruzione che ha portato lo scorso 9 novembre, in particolare nelle isole di Leyte e Samar. È uno dei più violenti tifoni della storia: comunicazioni ed elettricità sono interrotte in molte zone e con il passare delle ore il bilancio si aggrava. Tacloban è la città più colpita. Capoluogo della provincia di Leyte, isola al centro sud ovest, su 200.000 abitanti, sono oltre 10.000 i morti stimati, e il numero sembra destinato a salire. In questa città, come in tante altre isole, è presente una comunità dei Focolari. Tanti centri abitati sono irraggiungibili: «Dalle altre isole stiamo cercando di metterci in contatto e di portare i soccorsi, ma le comunicazioni sono ancora difficili», scrivono Carlo Gentile e Ding Dalisay da Cebu. «Una focolarina medico, Himmel, insieme a Rey e Ladyliz hanno tentato di raggiungere Tacloban attraverso il porto di Ormoc, sempre sull’isola di Leyte, ma anche questa città è completamente distrutta e tutte le strade impraticabili». «La sera del 10 novembre alcuni giovani gen di Tacloban, che si trovavano a Cebu al momento del tifone, sono partiti con una nave della guardia costiera, per andare a verificare come stanno i loro famigliari e rendersi conto della situazione. Ma per le correnti costiere ha dovuto cambiare rotta ed è arrivata dopo 18 ore di navigazione anzichè 5». «Anche altre famiglie di persone con cui siamo in contatto nell’isola di Panay, sempre sulla traiettoria del tifone, hanno avuto la casa o distrutta o fortemente danneggiata».
La regione centrale delle Filippine, con l’arcipelago delle Visayas, è tra quelle più a rischio per la frequenza delle tempeste tropicali. Consapevole del rischio, il governo aveva fatto evacuare 600.000 persone e – come scrivono ancora da Cebu – «aveva fatto il possibile per coscientizzare le persone e cooperare al massimo alla preparazione dei rifugi. L’arcivescovo di Cebu, mons. Palma, aveva invitato tutti a pregare, per chiedere aiuto a Dio. Grazie a tutto questo sembra che i danni alle persone siano minori di altre volte, anche se il numero dei morti è purtroppo destinato a salire». E in tutto il mondo si attiva la solidarietà, sollecitati anche dalla preghiera di Papa Francesco all’Angelus di domenica. «A Cebu ci stanno già arrivando aiuti da tutte le parti delle Filippine, e anche da fuori (Hong Kong, Giordania…)». Si possono far arrivare gli aiuti per l’emergenza Filippine attraverso i seguenti conti correnti: Associazione Azione per un Mondo Unito – Onlus presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: emergenza tifone Haiyan Filippine AZIONE per FAMIGLIE NUOVE Onlus c/c bancario n° 1000/1060 BANCA PROSSIMA Cod. IBAN: IT 55 K 03359 01600 100000001060 Cod. Bic – Swift: BCITITMX
MOVIMENTO DEI FOCOLARI A CEBU Payable to :
Emergency Typhoon Haiyan Philippines METROPOLITAN BANK & TRUST COMPANY Cebu – Guadalupe Branch 6000 Cebu City – Cebu, Philippines Tel: 0063-32-2533728
Bank Account name: WORK OF MARY/FOCOLARE MOVEMENT FOR WOMEN Euro Bank Account no.: 398-2-39860031-7 SWIFT Code: MBTCPHMM Payable to:
Help Philippines– Typhoon Haiyan Email:
focolaremovementcebf@gmail.com Tel. 0063 (032) 345 1563 – 2537883 – 2536407Leggi anche:
Filippine dopo il tifone (Città Nuova online)
Caritas Asia, la Chiesa attiva negli aiuti (Agenzia Fides)
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11 Nov 2013 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Vedendo gli effetti devastanti del terremoto che ha colpito le Filippine il 15 ottobre scorso – di magnitudo 7.2 in alcune isole delle -, ci siamo dati da fare per aiutare le vittime. In particolare desideravamo far sentire loro l’amore di Dio, anche in questi momenti in cui sembra sia perduta ogni speranza. In un primo momento, avevamo paura per le scosse di assestamento che continuavano a verificarsi ma, ben presto, ci siamo resi conto che era una piccola cosa rispetto alla sofferenza delle famiglie che avevano perso tutto: le case e le persone care. Con il sostegno della comunità locale dei Focolari, siamo andati a Bohol (la zona colpita dal terremoto). Eravamo circa 15 Giovani per un Mondo Unito (GMU) ed alcuni adulti da Manila e Cebu. Abbiamo preparato 200 sacchi contenenti ciò di cui avevano più bisogno (stuoie, coperte e materiali per la fabbricazione di tende) e ci siamo messi in viaggio nel lungo tragitto per arrivare a destinazione: Sandigan Island, dove gli aiuti difficilmente arrivano. Con noi avevamo 200 litri di acqua, i 200 sacchi preparati la sera prima, biscotti e altri generi di prima necessità. Un momento difficile e faticoso è stato quando abbiamo dovuto attraversare un sentiero stretto e ripido di montagna, portando dai camion tutti i pacchi fino alle barche che ci avrebbero portato sull’isola. Ci sono volute diverse ore, fino alla mezzanotte; e dopo, abbiamo dovuto spingere le barche a causa della bassa marea. Ma la decisione di aiutare queste persone, pensando di farlo a Gesù che si è identificato con i più sofferenti, ci ha fatto superare le avversità.
Siamo andati 6 km nell’entroterra di Brgy Canigaan. Mancava l’approvvigionamento idrico perché i tubi dell’acqua erano stati distrutti dal terremoto, così come le case. Per cui la maggior parte dei residenti dormivano all’aperto, nelle tende, anche per la paura delle continue scosse di assestamento. Era uno spettacolo straziante. Ci siamo ricordati che eravamo lì per sostenerli ed aiutarli, e così la distribuzione dell’acqua e dei pacchetti è avvenuta in un’atmosfera festosa. Abbiamo anche creato uno spazio per permettere ai bambini di raccontare le proprie esperienze traumatiche vissute durante il terremoto e abbiamo giocato con loro, insieme alle loro mamme, che hanno dimenticato, almeno per un po’, ciò che stanno attraversando. Un anziano ci ha raccontato come aveva vissuto la tragedia. Stava pescando quando il terremoto è avvenuto. Era terrorizzato mentre vedeva la sua città tremare per le violentissime scosse. Era da solo, l’acqua molto agitata, con mulinelli e grandi ondate. Ha anche visto una piccola isola spuntare in mezzo al mare… Ringraziava Dio per il miracolo di essere sopravvissuto, nonostante la sua casa fosse distrutta. Gli abbiamo offerto un cuscino morbido: un piccolo gesto che l’ha commosso fino alle lacrime. Abbiamo rinunciato alle nostre vacanze e dovuto superare anche la barriera linguistica e altre difficoltà, ma sentiamo che ne è proprio valsa la pena! Sarà ancora lunga la strada da percorrere per tornare alla normalità, ma vedere i sorrisi sui volti di queste persone, ci ha dato la conferma che l’amore di Dio rimane anche quando tutto il resto viene distrutto». A cura della Segreteria dei GMU di Manila (altro…)
9 Nov 2013 | Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La città di Liverpool, dove si è aperto il primo centro dei Focolari in Gran Bretagna, ha visto riunite, alla Liverpool Hope University, 400 persone di varie Chiese, Confessioni religiose e non, provenienti da Liverpool, Leeds, Newcastle e Galles, di tutte le età, per ricordare i 50 anni di presenza del Movimento nel Paese. Un po’ di storia: Il Canonico Bernard Pawley, di ritorno dal Concilio Vaticano II a cui aveva partecipato come osservatore, suggerì al Decano della Cattedrale anglicana di Liverpool di invitare la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, a parlare nel Duomo ad un gruppo di sacerdoti anglicani. Lui stesso aveva precedentemente accennato la proposta a Paolo VI, in un’udienza privata, ottenendone l’approvazione. Come ha ricordato ai presenti la reverenda Kirsty Thorpe, Moderatrice della Chiesa Riformata Unita, il contesto ecumenico che accolse Chiara, nel novembre 1965 in una città, nota per le sue differenze settarie, era ben diverso dall’attuale: “È facile per noi, …sottovalutare quanto sia stato radicalmente insolito quell’avvenimento. Che una donna abbia parlato ad un gruppo di uomini era una cosa già piuttosto rara in quei giorni, dovunque. Ma nel 1960 il clero non era abituato a sedersi ad ascoltare una persona laica come relatore principale…”. Quel giorno, 17 novembre, nel suo diario Chiara ha osservato il significato del nome della strada Hope Street, che collega la cattedrale anglicana alla cattedrale cattolica, ed ha espresso una preghiera che le veniva dal cuore: “Che attraverso la fede, le ‘montagne’ di incomprensione tra le chiese possano spostarsi” (Mt 17,20) .

Il professore Gerard Pillay
Anche oggi, la parola “speranza” (hope) continua a collegare i Focolari a Liverpool. Nel suo discorso durante la celebrazione, il professore Gerard Pillay, Vice-cancelliere della Liverpool Hope University, ha ricordato che l’ultimo dottorato onorario è stato conferito a Chiara due mesi prima della sua morte, nel marzo 2008, dalla sua Università, in Teologia come riconoscimento per il suo lavoro nel campo del dialogo ecumenico, interreligioso e con la cultura contemporanea. Ha affermato, tra l’altro, che il Movimento: “non è una istituzione che lavora per la costruzione di un impero, ma che fa parte della diffusione del bene in tutto il mondo. Chiara Lubich, sin dall’inizio, ha sempre guardato fuori”. Ha ricordato anche le parole del Patriarca ecumenico Bartolomeo: “Ci sono alcune persone la cui vita tocca così universalmente la vita degli altri, che alla loro scomparsa rimangono una ispirazione indelebile di grazia. Una tale vita, una vita degna di essere emulata e che vale la pena ricordare, è quella di Chiara Lubich”. Ha poi tracciato i forti legami tra la Hope University e il carisma dei Focolari individuati nel: “nostro impegno ecumenico… È una caratteristica dell’università per la quale siamo tutti grati … Chiara Lubich ha creduto che il dialogo sia la via privilegiata per promuovere l’unità della Chiesa, tra le religioni e le persone senza riferimento religioso, senza sincretismo. Non vuol dire fare una mescolanza per rendere la cosa appetibile. È un’apertura verso tutte le persone rimanendo fedeli alla propria identità. Questa è la profonda saggezza della sua visione”. (altro…)