27 Mag 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dopo lo straordinario incontro dei movimenti e delle nuove aggregazioni e comunità con papa Francesco per la Pentecoste, riprende il viaggio nel sud della Germania della presidente dei Focolari, Maria Voce, accompagnata del copresidente Giancarlo Faletti. Lo scorso 24 maggio, a Friburgo, sono stati ricevuti dall’arcivescovo Robert Zollitsch, presidente della conferenza episcopale tedesca. Zollitsch si è interessato dell’impegno e della diffusione del Movimento dei Focolari in Germania e nel mondo, incoraggiando il Movimento a dare il proprio contributo alla chiesa e alla società. In un’atmosfera calorosa Maria Voce ha raccontato dell’impegno della comunità internazionale dei Focolari nell’ecumenismo e nel dialogo con le altre religioni. I centri dei Focolari nei vari paesi rispondono sempre alle esigenze e necessità del posto, spiega all’arcivescovo: “Per questo la nostra cittadella ad Ottmaring ha un carattere esplicitamente ecumenico”.
Il presidente della conferenza episcopale si è informato dei sacerdoti che vivono la spiritualità dei Focolari ed ha sottolineato quanto possa essere importante per tutti i sacerdoti il coinvolgimento in una comunità spirituale viva. Ha manifestato la sua gioia per i corsi di formazione alla fede che il Movimento, nel sud della Germania, offre ai giovani: “In una società nella quale manca spesso il coraggio di decidersi e di legarsi è importante che i giovani trovino dei testimoni della fede nel proprio ambiente”. Zollitsch ha detto quanto l’abbia impressionato in modo positivo l’incontro di vescovi di varie chiese e rappresentanti di movimenti della rete “Insieme per l’Europa” al quale aveva partecipato il giorno prima a Stoccarda. Era presente, tra altri, anche il presidente della chiesa evangelica tedesca Nikolaus Schneider. Il rapporto molto vivo tra i movimenti e le comunità promotori dell’incontro, tra cui il Movimento dei Focolari, l’aveva colpito: “Ci hanno raccontato del patto, dell’alleanza dell’amore reciproco che hanno fatto durante uno dei loro primi incontri. E si sentiva che questo amore è vivo tra loro, che questo patto segna ancora oggi i loro rapporti”. Il punto forte del Movimento dei Focolari, secondo l’arcivescovo, sta nel riuscire a motivare le persone “Non solo a vivere e a confessare la fede, ma anche a comunicarsi le rispettive esperienze personali; parlare della propria fede, questo ci manca in Germania! Infatti, qui la fede si rinchiude spesso nel privato”. Ed ha concluso con un augurio e una costatazione: “Il contributo dei movimenti è un dono e un arricchimento anche per le nostre parrocchie. I movimenti, come quello dei Focolari, possono coinvolgere tante persone in una vita di fede autentica e attiva. Sono un dono dello Spirito Santo per il nostro tempo”. Di Andrea Fleming (altro…)
24 Mag 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
“Continuate a lavorare con il Cuore in azione!”. Così Papa Francesco ha esortato due emozionatissimi gen 3 – paraguaiano ed ecuadoregna – che, a nome dei circa 800 presenti all’udienza generale di mercoledì 22 maggio, gli hanno consegnato un album di foto delle numerose iniziative svolte in diverse parti del mondo. Il Papa ha iniziato a sfogliarlo soffermandosi sulle immagini ed aggiungendo che lo avrebbe guardato poi con più attenzione. Papa Francesco aveva desiderato salutare “i ragazzi del Movimento dei Focolari riuniti nel Congresso Internazionale ‘Gen 3’, che spinti dal motto ‘Un cuore in azione’ hanno seguito quest’anno la pratica delle opere di misericordia”. Nelle parole del Pontefice sull’unità, sulla comunione e sull’azione dello Spirito Santo i gen 3 hanno sperimentato grande sintonia con lo stile di vita che cercano di fare proprio; “Ho provato una felicità che non so spiegare…impressionante!”, confida uno di loro; “quello che ci ha detto combaciava esattamente con quello che ci ha sempre detto Chiara (Lubich)”, osserva un’altra. Provenienti da varie nazionalità, di età compresa tra i 9 e i 13 anni, le gen 3 danno inizio al loro Congresso domenica 19 maggio, unitamente ai gen 3 che concludono il proprio (più di 1200 in tutto), con un programma che subito punta in alto, presentando alla cittadinanza di Castelgandolfo (Italia) ed al sindaco Milvia Monachesi la “Regola d’oro” con danze e giochi. Nel pomeriggio in diretta streaming, vivono insieme un ‘a tu per tu’ con Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. A lei presentano i contributi dal mondo al progetto “Un cuore in azione”: l’aziendina “Insaporire con un po’ d’amore” in Ungheria; non sprecare cibo nelle mense scolastiche di una città italiana; la semina di un orto in un quartiere di Los Angeles la cui frutta e verdura sarà destinata ai meno abbienti; la raccolta di scarpe per un gruppo di bambini nelle Filippine; attività per pagare le cure per un’amica ammalata in Nigeria, solo per citarne alcune.
Seguono poi le domande sul bullismo, sull’identità del gen 3, sulla sofferenza, a chi “sa mettersi nei nostri panni, e, con un po’ di esperienza sappia darci un consiglio”. Maria Voce, con determinazione, invita ad “amare, sapendo che alla radice del bullismo non c’è la forza ma la debolezza, e senza avere paura”; “nei gen 3 – afferma – ho trovato una vivacità eccezionale, una capacità di iniziative, sempre pronti a inventare modi nuovi di trasmettere l’ideale dell’unità agli altri, con una vita piena. Ma la cosa più bella è che in tutto il mondo per i e le gen 3 Gesù è veramente un amico!”; e conclude: “Chiara Lubich ha cominciato dal Vangelo, che ci chiede di fare comunione, di dare con generosità…il vostro cuore in azione vi spinge a dare l’amicizia ai bambini che sono in una casa famiglia, la vicinanza ai malati di Alzheimer, quello che avete guadagnato con le vostre attività; Gesù in cambio vi dà, vi dà, vi dà…è una gara di generosità tra voi e Gesù…per cambiare la mentalità del mondo, dove tutti vogliono avere”. Particolarmente toccante è la lettura della lettera inviata dalle gen 3 di Aleppo (Siria), che avrebbero voluto essere presenti: “Ci stiamo impegnando ad essere una irradiazione d’amore per far sì che i terroristi lascino i loro pensieri neri…abbiamo cominciato a fare dei progetti a nostra misura per i poveri che sono aumentati tantissimo, chi ha perso casa, lavoro, figli. Siamo molto contente del Time Out per la pace, grazie perché pensate a noi!” Congedandosi, Maria Voce condivide e affida a tutti i gen 3 del mondo l’impegno di questo appuntamento quotidiano: “Pregare, col Time Out, ogni giorno, e far sentire che siamo una cosa sola, a vivere insieme a loro questa situazione”.
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20 Mag 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Il dott. Gianni Caso (a destra) riceve l’onorificenza
Comunione e Diritto, ovvero cogliere aspetti della spiritualità dell’unità scaturita dal carisma di Chiara Lubich che abbiano attinenza con il mondo della giurisprudenza e farne scaturire piste di riflessione e nuovi paradigmi; il dott. Caso, presidente aggiunto onorario della Corte di Cassazione italiana, che attualmente opera in questo ambito del Movimento dei Focolari, ha di recente concluso un viaggio in Guatemala e Colombia che gli ha permesso di approfondire la conoscenza di questi paesi. In questa occasione gli è stata anche consegnata un’onorificenza – attribuita dal parlamento colombiano al Movimento dei Focolari. Gli chiediamo di condividere le sue riflessioni. Quale apporto può dare l’esperienza di Comunione e diritto in società portatrici di così gravi problematiche sul piano della legalità? «Il compito di Comunione e Diritto in relazione alla realtà sociale, economica e politica di quei Paesi si sviluppa in duplice direzione: nel senso di come operare per la trasformazione di tale realtà, e nel senso della considerazione della cultura dominante e del reciproco rapporto di tale cultura con l’ordinamento economico, politico e giuridico della società. Il primo dei predetti due aspetti è venuto in evidenza in Guatemala: qui ci chiedevano idee su come operare per la creazione di uno Stato di diritto per mezzo del quale trasformare la realtà sociale assolutamente ingiusta e senza nessuna garanzia di tutela dei cittadini e delle comunità. Il secondo aspetto è venuto in evidenza in Colombia, dove è evidente lo stretto rapporto tra l’instaurarsi nella società di una cultura individualistica e l’organizzazione economica, politica e giuridica, nel senso che la cultura individualistica serve all’affermarsi di una struttura economica basata sul profitto privato e dall’altro lato tale struttura economica fomenta la suddetta cultura individualistica. La conseguenza è il prodursi di una grande divisione e disuguaglianza sociale, con la formazione di una classe di ricchi e l’esclusione di una larga parte della popolazione dai posti direttivi economici, politici e culturali». In un panorama così difficile e aspro, si colgono segnali positivi e potenzialità di riscatto? «L’impressione più forte l’ho avuta mettendo a confronto la situazione sociale e culturale di quei Paesi dell’America Latina e la situazione esistente in Italia, ed in genere in Europa. Lì è fortissima la “cultura della vita”. Pur in presenza di situazioni sociali difficilissime per le grandi disuguaglianze sociali, che generano povertà ed esclusione per larghe parti della popolazione, tuttavia la gente è animata da voglia e gioia di vivere, dovute alla presenza di tanti bambini e giovani – (in genere i genitori, anche se poveri, hanno grande amore e cura dei loro figli). Qui in Europa sembra imperare una “cultura della morte”: pochi figli, scarsa gioventù, società invecchiata, tante persone “singole”, ripiegamento su se stessi, depressione e mancanza di slancio vitale. Tutto ciò si presenta chiaramente a chi visita quei Paesi e poi torna qui». (altro…)
16 Mag 2013 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
L’Africa al sud del Sahara unificata nel pensiero dei suoi popoli: «Un terreno su cui costruire un futuro migliore – afferma Gisèle Moulatsa del Gabon – non per rimanere chiusi nel nostro piccolo mondo, ma per aprirci sempre di più alla famiglia universale». Un’affermazione carica di significato, a conclusione dell’appuntamento che dal 10 al 13 maggio ha riunito partecipanti da varie nazioni africane. Che cosa è la scuola per l’inculturazione? Nell’Esortazione Apostolica, Evangelii nuntiandi, Paolo VI aveva espresso preoccupazione per la frattura tra Vangelo e cultura, vedendo in essa il dramma del nostro tempo. Auspicava quindi che si colmasse questo divario avvicinando le varie culture con più interesse e attenzione. L’evangelizzazione delle culture è, come sottolineato anche da Giovanni Paolo II, la forma più profonda e più completa perché il messaggio di Cristo entri nelle coscienze e penetri nelle usanze delle persone, nelle loro attività, nelle loro istituzioni e strutture. In sintonia con il pensiero dei pontefici, Chiara Lubich, nel maggio del 1992, fonda la scuola per l’inculturazione ispirata dalla spiritualità dell’unità, durante un suo viaggio a Nairobi, Kenya. In quell’occasione ne definì lo scopo: trovare il modo di dialogare con le culture e i valori africani per favorire l’evangelizzazione tra i popoli del continente.
Quest’anno l’approfondimento ha riguardato la Persona nell’Africa Sub sahariana, tema esaminato dalla prospettiva dell’antropologia africana nella sua radice comunitaria e secondo le specificità delle aree geografiche del continente; di quella biblico-semitica e degli scritti del Nuovo Testamento; dei documenti del Concilio Vaticano II e del contributo della spiritualità dell’unità. I partecipanti hanno inoltre condiviso numerose esperienze, arricchendo con la vita i lavori di riflessione accademica. «L’esame di alcuni aspetti della nostra cultura alla luce del Vangelo ci mette a confronto con valori divergenti, Gesù è esigente », spiega Vital Muhindo del Congo. «Le sfide ci sono: non è il Vangelo che deve entrare nelle nostre culture, ma le nostre culture nella logica del Vangelo». In questo contesto, Victorien Kone, ha ricordato il momento forte della scomparsa della figlia Joëlle, all’età di 6 anni. Secondo la loro cultura, la piccola non poteva essere sepolta, perché ancora in procinto di diventare persona. «Ma come non farle un funerale degno? – racconta il papà – Pur essendo ancora piccola, Joëlle era spiritualmente grandissima! Aveva un rapporto profondo con Chiara Lubich, era amata da tutti, grandi e piccoli. Il funerale c’è stato, con la partecipazione di tantissime persone, un grande esempio di vita. Questo modo di fare ha sorpreso, ma è stata una testimonianza che ha influito sulla mentalità comune». Questa edizione della scuola per l’inculturazione ha accolto anche un gruppo di giovani del Movimento dei Focolari di tante parti del mondo, che vi hanno partecipato per il lancio di Sharing with Africa, una tappa del più vasto Progetto Mondo Unito (UWP), mentre in concomitanza con la Settimana Mondo Unito 2013 in Burkina Faso si svolgeva un’attività nel reparto pediatrico di un ospedale, in Nigeria il primo Genfest nazionale con 1000 giovani – cristiani e musulmani – e in Costa d’Avorio si presentava lo UWP alla commissione nazionale dell’Unesco. (altro…)
11 Mag 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
I Giovani per un mondo unito ci raccontano alcuni dei tanti “frammenti di fraternità” in corso in tante parti del mondo dove loro sono presenti. Eccone alcune, per cominciare: Nuova Zelanda.“Ogni mese svolgiamo una diversa attività sociale. Nel nostro paese ci sono molte spiagge belle, accessibili a tutti: famiglie, giovani, corridori e bambini. Anche se la natura è generalmente considerata e rispettata, le spiagge non sono sempre pulite. Abbiamo contattato il comune della città di Wellington che ha accolto la nostra iniziativa fornendoci tutte le attrezzature necessarie per la pulizia. Con un gruppo di giovani per un mondo unito ci siamo incontrati un pomeriggio con i guanti e sacchi della spazzatura. La spiaggia scelta è stata una delle più popolate. Oltre a svolgere un servizio per la città, abbiamo costruito rapporti d’amicizia con tanti giovani coinvolti nell’iniziativa”. “A Parigi, abbiamo organizzato una serata di solidarietà subito dopo lo Tsunami ed il disastro nucleare di Fukushima dello scorso anno. Nel corso della serata si è presentato il UWP e c’è stato un collegamento via internet con un gruppo di giovani per un mondo unito giapponesi. Essi ci hanno raccontato come hanno vissuto durante il disastro, cercando di aiutare le persone intorno a loro. Abbiamo potuto conoscere di più la comunità del Movimento in Giappone e la loro vita quotidiana. Alcuni dei nostri amici presenti alla serata hanno scoperto l’importanza della solidarietà e la gioia di essere coinvolti in un progetto di fraternità. Il denaro raccolto è stato inviato in Giappone, per aiutare la comunità locale”. Siena (Italia). “Mia madre (94 anni) è stata portata d’urgenza al pronto soccorso alle 11 di notte. Con mia sorella eravamo preoccupate e anche dispiaciute perché ci avevano chiesto di uscire e la mamma era rimasta sola. Accanto a noi era seduto un giovane che sembrava desideroso di parlare. Gli abbiamo chiesto perché era lì. Sua madre aveva avuto una sospetta crisi cardiaca, ci ha risposto. Quando ci hanno permesso di vedere nostra madre, abbiamo scoperto che era nella stessa stanza della mamma di quel giovane. Così abbiamo potuto portare notizie a lui e al marito che era seduto davanti a noi. Poi il ragazzo è entrato nella stanza e, a sua volta, ci ha portato notizie della nostra mamma. Il padre – che all’inizio era silenzioso – ha cominciato a parlare con noi del suo lavoro e dei problemi che incontrava. Dopo due ore e mezzo entrambe le mamme sono state dimesse. Quando ci siamo salutati il giovane ci ha detto: ‘E’ stato un piacere parlare con voi! Speriamo di rivederci!’. Abbiamo smesso di avere l’angoscia di andare al pronto soccorso. Il dolore personale, la preoccupazione, anche l’angoscia, abbiamo sperimentato che si superano amando chi ci è vicino”. Glolé (Costa d’Avorio). “Con i bambini piccoli le giovani mamme non riescono a concentrarsi nel lavoro nei campi. Per aiutarsi è venuta loro l’idea di fare dei turni per tenere i bambini. Prima di andare a lavorare lasciano i piccoli a due di loro, che quel giorno rimangono a casa: preparano da mangiare e stanno con loro per tutto il tempo necessario. Alla fine dei lavori, ogni mamma viene a riprendere il suo bambino. Tra questo gruppo di mamme è nata una grande fiducia reciproca”. United World Project sito ufficiale ¦ Facebook
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