Movimento dei Focolari
Ucraina: diario da Kiev

Ucraina: diario da Kiev

«La situazione appare relativamente calma a Kiev, le violenze si sono spostate in Crimea, dove la Russia ha enormi interessi economico-militari… C’è grande incertezza a Kiev e in tutta l’Ucraina. Si avverte l’emozione dirompente di un momento storico per l’Europa, anche se non si sa bene che cosa potrà succedere nei prossimi mesi… La gente fatica a mettere assieme quel che serve per sopravvivere. «…Le fazioni presenti nel Paese non sono così uniformi come si potrebbe pensare – russi, cosacchi, tatari, slavi ucraini, polacchi… -, per giunta divisi in culti molteplici e spesso in conflitto tra loro. Non c’è da stupirsi, allora, delle recenti fiammate nazionaliste e filorusse, che trovano la loro origine in brutali repressioni e in violente rappresaglie che si susseguono ogni dieci-venti anni. «Una notte in piazza Maidan. Nonostante il freddo, le migliaia di giovani rivoluzionari non hanno abbandonato le loro tende. Un mausoleo a cielo aperto, ormai. Arrivo alla piazza che la sera è già scesa. Nelle strade si vive in un’atmosfera surreale di silenzio, quasi assenti le macchine, di poliziotti non c’è nemmeno l’ombra… Ecco i luoghi dove sono stati ammazzati i primi giovani, colpiti dai cecchini appostati sui tetti degli edifici del governo più che dalle forze dell’ordine. Ovunque lumini accesi e fiori deposti… Da qui i giovani hanno, con la loro determinazione, portato alla caduta del presidente. Il Paese è comunque spaccato in due, eppure questa folla – fertilizzata dal sangue dei martiri – non sembra decisa a mollare d’un centimetro. Fa freddo, ci si trattiene attorno ai falò, si bevono bevande calde offerte dai Cavalieri di Malta, dalla Croce Rossa, da volontari d’ogni genere… «Maidan vibra per la Crimea. La calma del centro di Kiev viene scosso dalle notizie inquietanti provenienti dalla Crimea. Le opinioni sono diverse, ma la speranza di una Ucraina libera e indipendente non cessano… Con un appello lanciato attraverso i social network, la popolazione s’è messa a ripulire sia il grande parco dinanzi al Parlamento, sia la stessa piazza Maidan e dintorni. Uomini, donne, anziani e bambini si sono impegnati per cancellare le tracce della lunga battaglia di Kiev. Una giornata trascorsa ad inseguire le notizie provenienti dalla Crimea… Ora la diplomazia è al lavoro: si spera nella mediazione dell’Unione europea e dell’Onu. “Possibile che non si possa immaginare una Ucraina che non sia né russa né americana, ma solamente sé stessa?”, mi dice una delle dottoresse che da una settimana si sta prodigando per curare feriti e malati di piazza Maidan, nell’ospedale da campo improvvisato nell’Hotel Ucraina. «Certo è che la situazione è grave, e si ha la coscienza, forse ancor più di ieri, che in questa piazza-simbolo si sta giocando in qualche modo il futuro dell’Europa… Ma la gente di Maidan resta nel cuore, coi suoi lumini e i suoi fiori. La gente normale, quella che oggi, a centinaia di migliaia, ha voluto vedere i luoghi del martirio di un centinaio dei suoi figli. È per questa gente che l’Europa deve intervenire. Con la diplomazia. Le armi hanno fatto il loro tempo nella soluzione dei conflitti». di Michele Zanzucchi Fonte: Città Nuova online Leggi anche: Diario da Kiev Una notte in piazza Maidan Maidan vibra per la Crimea (altro…)

Ucraina: diario da Kiev

Mariapoli nel mondo, segni di una società rinnovata dall’amore

Come in una rete colorata, tante città sono state idealmente unite dalle molte “mariapoli” tenutesi nei punti più diversi del pianeta. I noti appuntamenti annuali dei Focolari, si sono svolti dalla Sicilia alla Bolivia, dalla Macedonia agli Stati Uniti. Ogni mariapoli ha avuto caratteristiche e temi diversi, ma tutte con lo stesso spirito, basato sulla fraternità universale e la costruzione di una società migliore e più giusta. Alcuni flash: in Russia, a Celiabinsk, dietro gli Urali, la mariapoli è stata una grande famiglia, con la presenza di alcune persone diversamente abili, che si sono sentite “uguali” e hanno dato il loro contributo al programma in modo molto vivo. Dall’altro lato dell’oceano, a Chicago (USA), i nostri amici musulmani, nonostante fosse Ramadan, hanno viaggiato senza acqua e cibo per non rinunciare alla giornata dedicata al dialogo interreligioso dove, tra l’altro, si sono donate esperienze sull’amore al prossimo raccontate da alcune famiglie, tra cui una coppia musulmana e una in cui il marito è ebreo e la moglie cattolica. L’internazionalità e l’interconfessionalità sono state evidenti anche in Macedonia, dove il tema scelto per l’approfondimento “L’altro da me, un altro me“ ha subito alimentato la comunione fra tutti, tra giovani e adulti, tra musulmani, ortodossi e cattolici, tra macedoni e albanesi e anche con quanti arrivavano dal Kosovo. La splendida cornice naturale, le passeggiate e i giochi sportivi sono stati l’occasione per aprirsi ed entrare nelle diverse storie di vita. Il motto che potrebbe sintetizzare la mariapoli della Lituania è stato invece: “Essere ponti”. Un primo ponte è stato costruito con la Siria, invitando tutti a pregare il time out per la pace ogni giorno, e a raccogliere fondi per quella popolazione in guerra; quasi 450 euro, (cifra pari alla quota di 11 partecipanti alla Mariapoli). Ma tanti nuovi ponti sono stati costruiti anche tra persone di diverse lingue e culture: erano presenti estoni, lettoni e lituani. Le barriere della lingua sono state superate usando il russo, che gli adulti hanno ancora in comune, mentre i giovani usano tra di loro l’inglese. Anche dall’altra parte del globo, in Indonesia, la barriera linguistica non ha frenato l’unità: indonesiano, cinese e inglese: sono state queste le lingue utilizzate dai 125 partecipanti alla Mariapoli di Yogyakarta. Un po’ in tutto il mondo si è, dunque, vissuta un’esperienza straordinaria, la stessa che si ripete quando alla base dei rapporti vi è l’amore evangelico. Infatti, in Argentina il motto della mariapoli è stato “Un’esperienza di società rinnovata”, a sottolineare che è possibile trasformare la società se si inizia da noi stessi, da quello che ci circonda, essendo fedeli nelle piccole cose. Dai bambini agli anziani, tutti hanno sperimentato le varie sfaccettature dell’amore: tangibile, gioioso, vero, concreto. (altro…)