Mar 14, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
“Da Roma ha diffuso nel mondo l’ideale della fraternità universale”: queste le parole che l’Amministrazione capitolina a nome dell’intera città ha voluto incise sulla targa che dedica la Stazione Viale Libia della metropolitana (linea B1) a Chiara Lubich. La cerimonia dello scoprimento si è svolta davanti ad una piccola folla il 14 marzo, in occasione del quinto anniversario della nascita al cielo della Fondatrice dei Focolari che non lontano da qui aveva dimorato quando il Movimento muoveva i primi passi nella Capitale. A questa circostanza fa cenno la presidente Maria Voce: “Bella la scelta di questo quartiere dove, per ben 15 anni Chiara ha vissuto momenti di particolare luce – mentre si definivano le linee e la fisionomia di un’Opera di Dio – e momenti di particolare dolore – mentre la Chiesa studiava e vagliava il Movimento”.
In sindaco Gianni Alemanno, intervenendo al Convegno “Chiara Lubich, carisma, storia, cultura”, ha voluto mettere in risalto l’unità del messaggio di questa iniziativa con l’elezione dell’arcivescovo di Buenos Aires al soglio pontificio: “Oggi faremo un gesto semplice, scopriremo una targa. Un ricordo di Chiara alle tante persone che passeranno da qui e un ricordo anche di questo percorso di fede, contributo al nuovo umanesimo di cui c’è tanto bisogno. La scelta di un papa che arriva dal sud del mondo è un segnale chiaro: noi dalla crisi economica e morale in cui ci troviamo usciremo solo con una grande scelta di umiltà e semplicità”; poi, nel corso della cerimonia le parole del sindaco si soffermano sul “profondo legame” di Chiara Lubich “con Roma, dove, nel cuore del quartiere Trieste ha operato, ha pensato, ha scritto, ha trasmesso il suo messaggio”. Questo rapporto con la città di Roma era stato suggellato dal conferimento della cittadinanza onoraria alla fondatrice dei Focolari il 22 gennaio 2000, giorno del suo ottantesimo compleanno; in quell’occasione, ricorda ancora Maria Voce, Chiara espresse tutta la “passione per la città eterna ed anche il preciso impegno di dedicarsi più e meglio a che essa, città unica al mondo, simbolo di unità ed universalità, corrisponda alla sua vocazione”. Impegno tanto profondo quanto concreto nel quotidiano di ciascuno. «Nel messaggio di Chiara Lubich – prosegue infatti la Presidente – troviamo piste interessanti che lei attinge dal Vangelo: l’amore vissuto è la forza trainante della storia ma occorre “saper amare” secondo quell’arte impegnativa ed esigente che ama tutti, ama per primi, a fatti, si fa uno con l’altro, sa perdonare… E questo cominciando intorno a noi: in famiglia, in condominio, nel quartiere, per strada, nei luoghi di studio, di lavoro, di aggregazione, persino in Parlamento, fino anche ad una stazione della metro, crocevia continuo di persone, simbolo pure dell’anonimato.
«Mi riporta alla memoria una delle pagine più significative di Chiara – aggiunge –: “Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolato con tutti, uomo accanto a uomo”, “perdersi tra la folla ed informarla di divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino”, “segnare sulla folla ricami di luce”, “dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie”, “perché l’attrattiva del nostro, come di tutti i tempi è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare: Gesù e Maria: il Verbo di Dio, figlio di una falegname; la Sede della Sapienza, Madre di casa». Nel ringraziare dunque il Sindaco Alemanno, l’Amministrazione capitolina e tutti i convenuti per la bella iniziativa, Maria Voce si augura che da essa scaturisca «l’ispirazione a vivere ovunque la vocazione pienamente umana e pienamente spirituale di questa amata città di Roma, ed accendervi piccoli fuochi di luce, di speranza, per il bene di tutti». Leggi più Guarda video (altro…)
Mar 11, 2013 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
A Mumbai, in India, gli eventi in programma approfondiranno il contributo del carisma dell’unità al dialogo tra le religioni: un viaggio che prenderà le mosse dalle visite di Chiara Lubich in India nel 2001 e nel 2003, e arriverà fino ai giorni nostri. Mentre ad Avellaneda, in Argentina, si approfondirà lo stesso carisma in dialogo con la cultura contemporanea. Facciamo un salto in Tanzania, dove all’università cattolica di Iringa saranno i giovani i protagonisti nel ricordare il rapporto speciale che li ha sempre legati alla fondatrice dei Focolari. E si potrebbe continuare ancora, e raccontare come tanti pezzi di un mosaico, le celebrazioni di vario tipo che in tutto il mondo si stanno preparando per ricordare Chiara Lubich (22 Gennaio 1920 – 14 Marzo 2008) a cinque anni dalla sua morte. Convegni culturali, iniziative di promozione sociale, celebrazioni eucaristiche, momenti artistici; in tutti e cinque i continenti sono centinaia gli eventi in programma per ricordare la figura carismatica di Chiara e approfondirne il pensiero. Di particolare rilievo è il convegno internazionale che si terrà a Roma, dal titolo “Chiara Lubich. Carisma, Storia, Cultura”. Avrà luogo il 14 Marzo nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza, e il 15 Marzo all’auditorium del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo.

Quest’anno la ricorrenza della morte di Chiara Lubich cade in un momento storico particolare per la Chiesa, impegnata nell’importante compito della scelta del successore di Benedetto XVI. Una consapevolezza che è ben presente in tutti i membri del Movimento, che coglieranno queste circostanze come occasione per testimoniare ancora di più la vitalità e la fecondità dell’Ideale dell’Unità per ogni ambiente dell’operare umano, in ogni punto dei cinque continenti: un tesoro da offrire e mettere a disposizione di tutta la Chiesa, ora forse in modo ancora più deciso, dando attualità all’augurio che proprio due papi, Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi, hanno fatto al Movimento: quello di contribuire a far sì che “la Chiesa sia sempre più casa e scuola di comunione”.
Ecco allora gli eventi, di carattere tipicamente ecumenico, previsti a Ginevra, in Svizzera, promossi in collaborazione con il Centro Ecumenico della città, e a Oslo, in Norvegia, che vedranno la partecipazione di rappresentanti di varie chiese cristiane, riuniti proprio nello spirito della comunione. E per continuare, ecco il convegno che si è svolto il 23 Febbraio scorso a San Antonio, in Texas (USA) centrato proprio sulla spiritualità di comunione come risorsa per la Chiesa.
E poi in Thailandia, in Corea, a Melbourne in Australia, e in tutta Europa: occasioni uniche per dire “grazie” a una testimone, riconosciuta tra le figure di riferimento del XX secolo, che ha aperto vie di dialogo inesplorate per la convivenza tra persone e popoli di cultura e religioni diverse, per la promozione della pace e della fraternità universale. Per conoscere tutte le iniziative in programma nel mondo puoi cliccare qui: https://www.focolare.org/anniversary (altro…)
Mar 4, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
La Lucila è una graziosa cittadina di villeggiatura che si affaccia sul mare, a 350 km da Buenos Aires. È qui che si svolgono, da tredici anni, le settimane di “Vacanze scuole” come le hanno chiamate. Omar e Susana Zazzerini, del Movimento Parrocchiale di Buenos Aires, organizzatori di questa iniziativa insieme al loro parroco e ad altre famiglie , raccontano: “Abbiamo incominciato dalle parole di Gesù ‘Venite in disparte e riposatevi un po’’ (Mc 6,31) pensando soprattutto alle famiglie che avevano meno possibilità di fare vacanze. Volevamo che fosse, oltre al riposo, una scuola di vita generata dall’amore reciproco e vissuta alla presenza spirituale di Gesù tra noi. Come agli inizi dei Focolari quando ci si ritrovava a riposare insieme sulle Dolomiti e tante persone sperimentavano questo stile evangelico di vita e scoprivano Dio come Amore”. I partecipanti provengono da diverse parrocchie dell’hinterland di Buenos Aires. Il primo anno erano in 23. A questa tredicesima edizione vi hanno partecipato in 140, di cui 115 tutta la settimana. Finora hanno vissuto questa esperienza circa 1200 persone.
“La cosa più importante – afferma Omar – è amare con la potenza del momento presente, nell’attenzione verso gli altri, guardandoci sempre con ‘occhi nuovi’”. Dimenticando magari difetti o incomprensioni, soprattutto con chi si conosce da più tempo. “Altrimenti – continua – non sarebbe così bello stare insieme una settimana nella quale, distribuendoci in equipe, ci tocca un giorno cucinare, un altro lavare i piatti, un terzo servire a tavola, mantenendo l’armonia negli ambienti”. “Questa è una scuola – aggiunge Susana– dove possiamo imparare ad aiutarci a superare le circostanze dolorose o di conflitto. Quando proviamo fastidio per ciò che gli altri fanno, nella convivenza impariamo ad accogliere il disagio”. E si portano così le relazioni interpersonali su un piano più alto. Approfondimento spirituale, condivisione di quanto si vive: “Anche i dolori…” – continua ancora Susana: “certe situazioni difficili si risolvono nella comunione. Il momento culmine è la messa. Il resto della giornata si va in spiaggia, si gioca, si fanno passeggiate, colloqui e tanti altri modi per svagarsi”.
Da sottolineare, la crescita spirituale dei partecipanti e l’impatto sui giovani: “Crescono in quantità, ma anche in qualità: si vede dall’amore per le persone anziane e i bambini, e dal rapporto tra loro. Alcuni si sono già formati una famiglia, altri hanno fatto l’esperienza alla Mariapoli Lia o hanno partecipato al Genfest di Budapest. Una delle ragazze ha potuto partecipare, con l’aiuto di tutti, alla GMG in Spagna e adesso è la referente per quella di Rio de Janeiro. Abbiamo anche avuto tra di noi persone consacrate, membri di altre chiese, seminaristi e vari sacerdoti”. Un’esperienza di fraternità, come l’ha definita uno di quelli che vi partecipavano per la prima volta che poi continua durante l’anno nelle varie parrocchie di provenienza.
A cura di Carlos Mana
(altro…)
Feb 12, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
«Sono un ingegnere idraulico, da vari anni mi occupo della gestione degli impianti di depurazione delle acque in una regione del Sud Italia. Alla fine degli anni ’90 cominciai a lavorare per una multinazionale che si occupava della gestione di cinquanta depuratori in tutto il territorio della regione. Subito dopo la mia assunzione, mi resi conto che probabilmente ero l’unico arrivato lì in virtù dei miei studi e del mio curriculum, e non per raccomandazione. Tuttavia, cominciammo il nostro lavoro con grande impegno e, al contrario di quanto era avvenuto negli anni precedenti, dopo i classici 30-40 giorni di avviamento, i depuratori avevano cominciato a funzionare benissimo. Segnale preoccupante, perché indicava chiaramente che prima non erano stati degli intoppi tecnici a renderli inattivi, bensì interessi economici contrari. In seguito mi sono trovato a lavorare per altre ditte. Ovunque mi rendevo conto che la gestione rigorosa delle acque pubbliche, la salute dei cittadini, il futuro dei nostri figli, il bene di una città erano valori di secondo ordine rispetto al profitto e agli interessi privati. Mi fu chiesto esplicitamente di dimenticarmi dei primi per servire i secondi. Per creare profitto, in uno dei comuni, venivano scaricati i fanghi di depurazione nel torrente limitrofo che sfociava, dopo pochi chilometri, in mare. Oggi, a più di dieci anni da quei fatti, ci sono stati i primi arresti. Tutto ciò cozzava contro i miei principi. Non volevo essere il cristiano della domenica. Con mia moglie e tanti amici cercavamo di vivere il Vangelo in tutte le circostanze della vita. La mia coscienza, la mia educazione, i miei ideali, mi richiedevano di andare contro queste pratiche, anche a costo di un grande sacrificio. Mi licenziai. Meglio essere povero, ma onesto. Non è stato facile per un lungo periodo, e tuttora non lo è. Io andavo in giro con un’utilitaria comprata a rate, mentre i miei ex colleghi guidavano auto di lusso. Io però ero ricco dei miei ideali e della mia coerenza. Anche in seguito, per lo stesso motivo, mi sono dovuto dimettere da altri incarichi. Tuttavia abbiamo fatto anche esperienze positive nella gestione degli impianti di depurazione. Una di queste con la cooperativa sociale di un paese sul litorale. Eravamo in tre: io come ingegnere, un elettricista e un operario con un passato di tossicodipendente, che grazie a questa opportunità ha potuto reinserirsi nel mondo del lavoro. I risultati sono stati straordinari, tanto che un tecnico di laboratorio ci disse che non era possibile avere un’acqua così pura: certamente era stata manomessa! Attualmente gestisco un depuratore comunale e altre piccole realtà private. Quello stesso tecnico di laboratorio che non credeva alla nostra acqua così pura, oggi porta le scolaresche – i futuri tecnici di laboratorio – a visitare gli impianti che abbiamo in gestione. Il prezzo della coerenza è alto. La situazione economica della mia famiglia è sempre precaria, arrivare alla fine del mese è un’impresa. Ma per lasciare spazio all’opera di Dio bisogna credere al suo amore, anche se questo vuole dire fare scelte che vanno controcorrente. Questa mattina sono andato a camminare sulla spiaggia. Davanti allo spettacolo del mare e dei riflessi del sole sull’acqua, ho sentito la presenza di Dio che mi rassicurava: sono sulla strada giusta». (Roberto, Italia) *Tratto da Una Buona notizia. Gente che crede gente che muove, Ed. Città Nuova, Roma 2012. (altro…)
Feb 7, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Gabriel de Almeida ha 25 anni. Rio de Janeiro, dov’è nato, è una metropoli brasiliana attiva e dinamica: sarà sede della prossima Giornata Mondiale della Gioventù e dell’edizione 2014 della Coppa del mondo di calcio. E dalla grande Rio, Gabriel ha portato all’Istituto Universitario Sophia (IUS) anche la vivacità e lo slancio verso il futuro della popolazione carioca. L’itinerario di studio che sta concludendo presenta vari punti di interesse. Perché ti sei iscritto allo IUS? «Portata a casa la laurea in Relazioni internazionali, sentivo la necessità di fare un passo oltre i confini delle teorie politiche e di esplorare l’orizzonte dell’umanesimo. Dopo più di quattro anni e mezzo all’università, mi ritrovavo… con una grande sete: cercavo dove e come rispondere alle mie domande. I racconti di alcuni miei amici che avevano già frequentato Sophia mi hanno fatto intuire che proprio lo IUS poteva essere il posto giusto. Perché hai scelto la specializzazione in “Ontologia trinitaria”, tu che hai alla spalle studi politici? Che rapporto c’è tra i due percorsi? «Sono arrivato a Sophia pensando di seguire la specializzazione in politica; era una scelta più che naturale per me. Ma dopo qualche mese, sono venute a galla due nuove impressioni. La prima era di meraviglia: la meraviglia di trovarmi a conoscere chi è Gesù, forse per la prima volta in un modo così personale, soprattutto frequentando il corso sul Vangelo di Marco. La seconda: una nuova comprensione di me stesso maturata in occasione di un seminario su temi teologici; mi sono sentito “capace” di avvicinarmi al pensiero di Gesù, a ciò che Paolo chiama il “noûs christos”. Non per una qualche ambizione di conoscere il senso di tutto, di arrivare a possedere la logica del reale, ma per la scoperta di un luogo pienamente umano da cui leggere il mondo e le sue sfide, rispettandone i linguaggi e le ragioni.
Sei iscritto al secondo anno: hai avviato la preparazione della tesi? «Sì, ho già scelto il tema, la fenomenologia dello “straniero”, se così si può dire, un argomento di grande impatto in politica, ma che voglio analizzare a partire dai suoi fondamenti filosofici. Mi trovo dunque ad avere di nuovo a che fare con la politica, ma il mio sguardo sarà diverso, perché tratterò i flussi migratori che attraversano le società contemporanee facendo emergere, da un “luogo” di conoscenza che si ispira alle ragioni dell’Amore, nuove declinazioni politiche e culturali. Sei allo IUS da quasi due anni: come definiresti questo tempo che stai vivendo? Vorrei continuare ad usare la metafora del “luogo”: Sophia è prima di tutto un luogo da dove guardare…
le mille e variegate realtà umane a partire dalla fraternità, da una idea profondamente innovativa di socialità. Inoltre Sophia mi sta dando gli strumenti non solo per riflettere, ma anche per agire concretamente tenendo al centro la persona in tutta la ricchezza delle sue relazioni. So che infiniti momenti di “meraviglia” mi attendono ancora, di quella meraviglia filosofica che anticipa e svela la conoscenza, e insieme agli altri studenti e a tutta la comunità dello IUS mi sento più che mai in cammino. Fonte:Istituto Universitario Sophia (altro…)