Ott 20, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Se siamo uniti, Gesù è fra noi. E questo vale.
Vale più di ogni altro tesoro che può possedere il nostro cuore: più della madre, del padre, dei fratelli, dei figli.
Vale più della casa, del lavoro, della proprietà; più delle opere d’arte d’una grande città come Roma, più degli affari nostri, più della natura che ci circonda coi fiori e i prati, il mare e le stelle: più della nostra anima! È lui che, ispirando i suoi santi colle sue eterne verità, fece epoca in ogni epoca. Anche questa è l’ora sua: non tanto d’un santo, ma di lui; di lui fra noi, di lui vivente in noi, edificanti – in unità d’amore – il Corpo mistico suo. Ma occorre dilatare il Cristo; accrescerlo in altre membra; farsi come lui portatori di Fuoco. Far uno di tutti e in tutti l’Uno! E allora viviamo la vita che Egli ci dà attimo per attimo nella carità. È comandamento base l’amore fraterno. Per cui tutto vale ciò che è espressione di sincera fraterna carità. Nulla vale di ciò che facciamo se in esso non vi è il sentimento d’amore per i fratelli: ché Dio è Padre ed ha nel cuore sempre e solo i figli». Chiara Lubich, La dottrina spirituale, 2001 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano, pg. 145 (altro…)
Set 28, 2018 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40): questa Parola esprime in modo definitivo chi è l’uomo e qual è la sua realtà. Questa interpretazione dell’uomo è certamente uno scandalo, non minore di quello che Gesù suscitava dichiarandosi Figlio di Dio. In nome della propria libertà, identità e peculiarità, l’uomo pensa di poter contestare il fatto che lo si identifichi con Gesù Cristo. L’uomo vuole essere amato per se stesso, per quello che è, non vuole essere degradato ad una sorta di maschera di Gesù. Teme che quel “di più” di amore che egli riceve per amore di Gesù sia qualcosa che non tiene conto di lui, che lo deruba dell’amore che desidera per se stesso, e di cui ha bisogno. Ma chi per amare Gesù nell’altro trascura l’altro come persona, così facendo trascura anche Gesù. E chi ritiene che riconoscere la presenza di Gesù nell’uomo significhi sminuire la sua realtà, in realtà non ha affatto compreso la presenza di Gesù nel prossimo. Dato che Gesù si è identificato con l’uomo, Dio stesso, che è Amore, si è identificato con lui. Ma l’amore non è un’affermazione di sé che consuma l’altro e lo annulla, è qualcosa che si dona, e nel suo donarsi offre all’altro la libertà di poter essere se stesso. Gesù non mi lascia solo. Egli è dalla mia parte, mi accetta così come sono, e ciò che riguarda me riguarda anche Lui. Io rimango me stesso, anzi divento pienamente me stesso, proprio perché non rimango solo. Il mistero di Cristo è il mistero di ogni uomo. Che significa per la persona che incontro, e che significa per me e la mia vita? In riferimento all’altro, significa che non ho mai a che fare con qualcuno che è semplicemente l’anello di una catena, la rotella di un ingranaggio o un semplice numero nella grande quantità di persone esistenti. Ogni qualvolta incontro un volto umano, incontro Dio nella sua realtà incondizionata, incontro quella voce che sopra ogni volto umano pronuncia ancora ciò che disse di Gesù sul monte della Trasfigurazione: “Questi è il mio figlio prediletto!” (Mc 9,7). Senza eccezioni. L’uomo non può derubare se stesso della propria ultima dignità. Che sia un criminale o un mascalzone, io non potrò mai più valutarlo come un caso perduto. In ognuno incontro Cristo, non perché sia buono, o lo meriti, e nemmeno perché abbia attinto alla luce divina nella sua vita, ma perché Dio lo ha adottato in modo irrevocabile come figlio. Certamente l’uomo è immesso nella vita divina per la grazia di Dio che ha lasciato entrare in sé, per la scelta di credere personalmente, avvenuta mediante il battesimo nel nome di Gesù. Appartenere a Gesù non è qualcosa di “automatico”. Quando una persona nasce, Cristo,ha già assunto in sè il suo vivere e il suo morire, la sua colpa e il suo smarrirsi: tutto è assunto nella vita e morte di Cristo, che ha dato la sua vita per ciascuno. Per questo in ogni prossimo incontriamo Gesù. E lo incontriamo in particolare negli ultimi, in chi sembra essere più lontano da Lui, nelle persone in cui il Suo volto sembra essere oscurato. Come mai? Sulla croce, vivendo l’abbandono di Dio, facendosi persino peccato (2 Cor 5,21), Gesù si è identificato con ciò che è più lontano da Dio, che più sembra contrapporsi a Lui. Solo scoprendo Cristo nel prossimo e donando a ciascuno quell’amore umano che si rivolge in modo indiviso a lui e a Cristo stesso, ogni prossimo potrà scoprire la propria identità con Gesù, la sua vicinanza a Lui, l’essere pienamente assunto da Lui». (Tratto da: Klaus Hemmerle, Offene Weltformel, Neue Stadt, 1970, pp 31-33) (altro…)
Set 4, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Emigranti Viviamo in un Paese restio ad accogliere gli emigranti. Un giorno in famiglia parlavamo di questo argomento e, volendo vivere la Parola di Gesù, ci siamo detti che sono emigranti anche gli emarginati. Non molto tempo dopo, abbiamo saputo di un ragazzo che veniva dal mondo della droga e non aveva nessuno che si prendesse cura di lui. Lo abbiamo accolto a casa nostra finché non si è stabilizzato, vincendo la sua dipendenza e trovando un lavoro. Anche in seguito abbiamo mantenuto i rapporti con lui. Oggi è un papà felice, con una famiglia serena. R. H. – Ungheria Il granaio Anziana e senza figli, Marie trascorreva spesso i pomeriggi da noi. Un giorno, alludendo al granaio dietro casa nostra, ci confidò che sarebbe stata felice di abitare lì. Ne abbiamo parlato con i figli e abbiamo deciso di accontentarla. Dopo aver ottenuto i necessari permessi, abbiamo trasformato il granaio in una casetta collegata alla nostra da una porta interna. Non solo per Marie, ma per tutta la nostra famiglia si è aperta una porta, una modalità nuova di capire la solitudine di molte persone. Ci sentiamo veramente arricchiti. C. J. B. – Belgio Splendente Da molti anni sono semiparalizzata a letto. Giovedì scorso sono venute a trovarmi due focolarine e per me è stata una grande gioia. In seguito, hanno comunicato ad una mia amica di avermi trovato “splendente” e questo loro commento mi ha molto sorpreso. Ho ringraziato Dio, chiedendogli di aiutarmi ad essere sempre tale. Il giorno dopo mi sono svegliata con dei forti dolori alla schiena. Era l’occasione per restare “splendente” anche nella sofferenza. La stessa cosa è successa anche qualche giorno dopo. È questo l’atteggiamento che cerco di mantenere in questo tempo, e anche se non sempre ci riesco, almeno ci provo. N. P. – Venezuela Il latte Nella difficile situazione economica che attraversava il Paese, tutto era razionato e i mercati erano vuoti. A causa di una grave decalcificazione delle ossa, Rosa aveva bisogno di bere molto latte, ma era difficile da trovare. Un giorno una vicina è andata a casa sua per chiederle un po’ di latte per il suo bambino, che da giorni non ne beveva. Rosa le ha offerto subito quello che le rimaneva, nonostante le proteste dei figli. Prima di sera, le sono arrivati otto litri di latte. Con le lacrime agli occhi, Rosa ha esclamato: “Dio non si lascia mai vincere in generosità!”. M. C. – Messico La suocera Rosita e io avevamo portato mia suocera, che vive in una casa per anziani e ha difficoltà motorie, a fare una passeggiata. Anche mia cognata era con noi. Grati a Dio per la bella giornata di sole, durante la passeggiata ci siamo fermati a fare colazione in un ristorante nella piazza di un paese vicino. Fra noi c’era armonia e gioia. Quando abbiamo chiesto il conto, ci è stato detto che era già stato pagato da un altro cliente, ammirato dalle premure verso una persona anziana. Felice, mia suocera confermava. R. – Svizzera (altro…)
Ago 24, 2018 | Spiritualità

Mosaico del pittore Paolo Scirpa (Centro Internazionale del Movimento dei focolari, Rocca di Papa)
«La vergine Maria […] è riconosciuta e onorata come la vera madre di Dio e del Redentore. Redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita della somma carica e della dignità di madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e il tempio dello Spirito Santo; per questo dono di una grazia eminente precede di molto tutte le altre creature, celesti e terrestri». (Lumen Gentium, 53) «Ella primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza». (Lumen Gentium, 54) «La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui…». (Lumen Gentium, 58) «L’amore e la venerazione della Madre di Dio è l’anima della pietà ortodossa, il suo cuore che riscalda e vivifica tutto il corpo. Il cristianesimo ortodosso è la vita in Cristo e in comunione con la sua Madre purissima […] l’amore a Cristo che non si può disgiungere dall’amore della Madre di Dio […] Chi non venera Maria non conosce nemmeno Cristo, e una fede in Cristo che non include la venerazione della Madre di Dio, è un’altra fede, un altro cristianesimo di quello della chiesa». (S. Bulgakov: L’Ortodossia, p. 356) «In Maria è presente il sì dell’umanità intera, e questo sì incondizionato è una coppa che si offre, che accoglie e che trasmette. E così lei, che visse l’ora di Dio, che pronunciò più volte il sì dell’accettazione, che portò in sé il verbo, è ora Madre della misericordia, Salute degli infermi e Rifugio dei peccatori, regina degli apostoli e della pace, Madre di tutti noi e immagine vivente della Chiesa». (Klaus Hemmerle, Scelto per gli uomini, p. 156) (altro…)