16 Nov 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Immaginate 2.000 bimbi che cantano a ritmo rap “Pace! Pace!”e che gridano all’unisono: la guerra è la morte, la pace è amore. https://vimeo.com/147705350 E immaginate ancora che tutto questo avvenga in un Paese martoriato da decenni da conflitti armati le cui maggiori vittime sono proprio loro, i bambini. Ora non immaginate più – racconta Martine – perché tutto questo è realmente accaduto lo scorso 7 novembre a Kinshasa, nella R.D.C. L’arte d’amare per la pace è infatti il titolo della giornata che i bambini del Movimento dei Focolari di Kinshasa, con le scuole del progetto sociale Petite Flamme, hanno voluto organizzare per dire a tutti: no alla guerra e sì alla pace e all’amore, coinvolgendo nell’impresa i loro amici e altre venti scuole della città. Sabato mattina, sotto un cielo che sembrava minacciare la pioggia e che poi si è aperto mostrando un sole cocente, uno stuolo di bimbi ha invaso il grande prato della scuola principale di Petite Flamme. Canti, danze, poesie e scenette per gridare al mondo che la Pace è l’amore, la guerra è la morte. E ad assistere, travolti dal loro entusiasmo, anche diverse autorità civili, diplomatiche ed ecclesiastiche, come i rappresentanti delle Ambasciate di Italia e Germania, il coordinatore delle scuole protestanti di Kinshasa, con circa 300 bambini, insieme al coordinatore delle scuole cattoliche.
«Lanciando e spiegando il Dado dell’amore – continua Martine -, i bimbi hanno dimostrato che “la pace comincia con noi”. E i tanti dadi che hanno colorato il palco sono stati poi consegnati solennemente, alla conclusione, ad ogni scuola presente, segno di un cammino e di un impegno alla pace che ormai è avviato insieme. I 22 direttori delle scuole protestanti che abbiamo coinvolto nell’iniziativa, si sono dichiarati entusiasti ed hanno espresso il desiderio di continuare ad impegnarsi con noi in questo tipo di attività. Sono stati i bambini i veri protagonisti sin dai preparativi, con la loro capacità di coinvolgere tutti, nelle prove dei canti o dei presentatori; con il loro coraggio nell’annunciare e presentare la giornata in una trasmissione televisiva… C’erano gioia, entusiasmo ed impegno. E anche la benedizione di Dio con la sua Provvidenza non è mancata! Dalla nostra comunione dei beni, ai doni di genitori, ambasciate, persino una banca ha sponsorizzato l’evento offrendo il palco e la sonorizzazione! L’evento è stato poi trasmesso dalla televisione nazionale, la stessa che aveva lanciato l’iniziativa alcuni giorni prima. E a noi, dai 0 ai 99 anni che abbiamo vissuto questa bellissima giornata per la pace cosa rimane in fondo al cuore dopo aver letto la gioia sui visi dei bambini? La speranza. Una speranza tenace. Perchè il futuro è in buone mani». (altro…)
11 Nov 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

La famiglia Molu
L’inasprirsi nella Repubblica Centrafricana dei gravi disordini politico-militari non fa cambiare programma a Papa Francesco che da autentico messaggero di pace, nell’omelia di Ognissanti annuncia che il 29 novembre si porterà in quel martoriato Paese. Lì da oltre tre anni si sta consumando uno dei tanti focolai di guerra che punteggiano il pianeta, ai quali neppure la Comunità Internazionale sembra dare peso. Guerre fratricide, guerre dimenticate. Tutto ha inizio nel 2012 con l’occupazione di vaste zone del Paese da parte di gruppi di ribelli, con distruzioni non solo di sedi istituzionali ma anche di tutto ciò che di cristiano incontrano: un fattore nuovo per la Repubblica Centrafricana, prevalentemente cristiana, con una minoranza di musulmani e persone di religioni tradizionali che coabitano pacificamente. Profanazione di chiese, saccheggio delle opere sociali, scuole, ospedali, dispensari, negozi e case di cristiani, portano ad un’altissima emergenza alimentare e sanitaria. Su una popolazione di 5 milioni di abitanti, 820.000 debbono lasciare le proprie case. Non si può più costruire, mandare i figli a scuola, non si può più coltivare. Anche quel terreno comunitario, che una decina d’anni orsono una Fondazione italiana aveva comprato per le famiglie dei Focolari, rimane forzatamente incolto. Un pezzo di terra recintato, un pozzo, la casetta del custode e, di anno in anno, le risorse per acquistare le sementi. Un progetto che consentiva di sfamare le famiglie e anche di ricavare qualcosa vendendo alcuni prodotti, che ora non ci sono più. Rimane attivo il progetto AFN (www.afnonlus.org) di sostegno a distanza per bambini e adolescenti, ma le sottoscrizioni sono solo 89, una goccia nel mare. Nel 2013 Petula e Patrick Moulo, tre figli e due adottati, accolgono nella loro casa di Bangui 34 persone, condividendo quanto hanno. Anche se è tutto limitato – cibo, spazio, coperte – sopperisce l’amore, facendo tutti insieme l’esperienza del “Meglio un pezzo di pane secco nella pace, che l’abbondanza di carne nella discordia” (Prov. 17,1). Fra essi c’è anche una donna musulmana con i suoi piccoli figli. Anche le altre famiglie dei Focolari aprono casa e cuore. La gente cerca di mantenere un atteggiamento pacifico, di non resistenza, con la speranza di attenuare la repressione. Non è così. Quando sembra tutto risolto – la cosiddetta ‘liberazione’ del dicembre 2013 – la guerriglia si riaccende, lasciando una scia di devastazione. Tanti corpi rimangono insepolti. Dopo due mesi si vedono ancora le salme di persone torturate e uccise scendere nel corso dei fiumi. Ci si rifugia nei campi, al freddo e senza mangiare. In ogni famiglia c’è qualcuno rimasto ucciso. Una guerra nascosta, subdola, che in tre anni fa più di 5.000 vittime, sconvolgendo l’intera popolazione con fame, malattie, insicurezza, stipendi a singhiozzo. All’inizio 2015 si apre un periodo di tregua, ma i recenti fatti di sangue del 26 settembre e del 29 ottobre riaccendono il terrore: morti, feriti, case bruciate. In una notte tutti i campi profughi che via via si stavano svuotando si riempiono di nuovo. Nel ‘campo’ dei Focolari dormono (all’aperto) 96 adulti, mentre i loro bambini dormono ammassati nella casetta di Irene e Innocent, i custodi del progetto. La comunità dei Focolari mette insieme il poco che ha: vestiti, cibo, coperte, da condividere con chi tra loro ha perso tutto, portando aiuto anche agli sfollati che si trovano nei vari campi di accoglienza. La popolazione è allo strenuo. Papa Francesco fra poco sarà lì con loro, “per manifestare la vicinanza orante di tutta la Chiesa (…) ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione…”. Ad accompagnarlo saranno le preghiere di tutti noi, insieme ad auspicabili, doverosi, gesti concreti di solidarietà. (altro…)
28 Ott 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

© CSC Audiovisivi
«Sono molto contento di essere qui nella cittadella di Loppiano. La ragione è che sono stato nominato dottore honoris causa e sono venuto per la cerimonia. Nello stesso tempo è una bellissima coincidenza: la cittadella di Loppiano celebra 50 anni della sua fondazione da parte di Chiara Lubich, di venerata memoria. Ed io come amico del Movimento dei Focolari partecipo alla gioia di questo anniversario. È normale e naturale che mi senta felice e commosso di avere il primo dottorato honoris causa che l’Istituto universitario Sophia ha voluto conferire a qualcuno. Sono il primo e ne sono felice! Ma la mia gioia e la mia felicità più grande e sentita, più che per il dottorato è per il messaggio che il Papa Francesco, mio fratello molto amato, ha voluto indirizzarmi. Attraverso questo il Papa ha voluto onorarmi ancora una volta. La sua alta persona ha voluto esprimere anche in questa occasione la determinazione di lavorare sempre di più per l’unità delle nostre chiese sorelle. Da parte del Patriarcato ecumenico, sono felice di poter assicurare Sua Santità, e voi tutti che mi ascoltate, della simile determinazione della nostra Chiesa di Costantinopoli per far progredire il dialogo ecumenico in genere, ma particolarmente tra la chiesa ortodossa e la chiesa cattolica. Perché noi siamo delle Chiese sorelle, abbiamo tante cose in comune, siamo molto più vicini che con altre chiese e denominazioni cristiane e perciò dobbiamo avanzare. Questo era il messaggio che il Papa ci ha dato venendo a Costantinopoli l’anno scorso per la nostra festa patronale. Questo è il desiderio comune che abbiamo espresso a Gerusalemme nel maggio 2014 quando ci siamo incontrati in Terra Santa per celebrare e sottolineare il 50° anniversario dell’incontro storico dei nostri predecessori. 
© CSC Audiovisivi
Già all’inizio del suo Pontificato, quando ho avuto la gioia di essere presente al suo insediamento e abbiamo avuto una mezz’ora di incontro privato, ci siamo detti che dobbiamo lavorare e pregare intensamente per l’unità delle nostre chiese, per la ricomposizione dell’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa. Questa sera avverto la sua determinazione, rinnovata attraverso il suo messaggio e mi sento felicissimo! Tornerò a Istanbul più forte, più sicuro che a Roma ho un fratello che desidera tanto lavorare con noi e pregare per far accelerare l’unità delle nostre Chiese». Stiamo avvicinandoci ai 50 anni del primo incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich ad Istanbul. Era il 13 giugno 1967… «Uno degli ideali del Movimento dei Focolari è l’unità della Chiesa. Chiara e i suoi collaboratori hanno lavorato molto. Lei ha visitato 23 volte Athenagoras a Costantinopoli. Poi ha incontrato Dimitrios e poi me. Nel 2008, ho visitato Chiara nell’ospedale Gemelli pochi giorni prima della sua morte. Sono sicuro che stasera Chiara è con noi, senz’altro è con noi, con la sua presenza spirituale e con la sua preghiera. Si rallegra con noi e prega per l’unità delle nostre Chiese. Tra un mese riceverò a Costantinopoli i vescovi amici del Movimento. Avremo una riunione a Halki nella scuola di teologia e lì avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara e pregare per il riposo della sua anima e per esprimere le nostre esperienze e la nostra volontà di lavorare per l’unità delle Chiese. Noi, come chiesa di Costantinopoli, siamo felici, siamo pronti ad accoglierli, a scambiare le nostre esperienze e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente».
https://youtu.be/uZPaxbtD3oY (altro…)
27 Ott 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

© CSC Audiovisivi
Ripercorre i rapporti tra le due chiese “sorelle” Bartolomeo I, nella sua lectio magistralis dopo il conferimento del titolo di dottore in Cultura dell’Unità da parte dell’Istituto Universitario Sophia, il 26 ottobre. Rapporti segnati da secoli di incomprensioni e da tempo avviati nel cammino verso l’unità, con la revoca delle reciproche scomuniche e i passi guidati da figure di spicco come Paolo VI e Athenagoras I, di cui Bartolomeo raccoglie oggi l’eredità. È in cammino con Papa Francesco, che di recente ha richiamato proprio il valore della “sinodalità” come elemento chiave per guidare la Chiesa di Cristo, e sono varie le occasioni in cui si è espressa la loro sintonia spirituale. Nel suo messaggio, letto dal card. Betori, Papa Francesco si rivolge “all’amato fratello Bartolomeo” per sottolineare il “cammino comune delle nostre chiese verso la piena e visibile unità, alla quale – scrive – tendiamo con dedizione e perseveranza”. Un messaggio che ha toccato profondamente il cuore del Patriarca, che si è detto “felicissimo” e ha confidato di “tornare a Istanbul più forte, più sicuro”, per il fatto di avere a Roma “un fratello che desidera lavorare con noi e pregare per accelerare l’unità delle nostre chiese”, e al quale risponde inviando il “Bacio di pace” e invocando la preghiera ad multos annos per Papa Francesco. 
© CSC Audiovisivi
Si respira la storia, quella che ha visto “la mancanza del riconoscimento dell’altro come cristiano”, fino ai “protagonisti della nuova primavera della Chiesa: coloro che dell’unità faranno il centro della propria azione pastorale per il bene di tutti”, con il solo desiderio di “far avanzare le vie di Dio”; e si respira il futuro, quello in cui sia la Chiesa che le istituzioni umane capiranno che “le diversità sono dono e non contrapposizione, ricchezza e non squilibrio, vita e non morte”, come ha detto il Patriarca nel suo discorso. Siamo nella cittadella del Movimento dei Focolari a Loppiano, dove ha sede l’Istituto Universitario Sophia, che con la solenne cerimonia inaugura il suo 8° anno accademico. Per l’eccezionale evento – la presenza di Sua Santità Bartolomeo I – sono presenti, oltre a migliaia di persone, varie delegazioni della Chiesa ortodossa, rappresentanti della Chiesa cattolica, autorità civili, docenti di vari atenei gemellati con Sophia, una comunità musulmana e si registrano oltre 4mila accessi alla diretta internet. 
© CSC Audiovisivi
Nel riconoscimento attribuito al Patriarca di Costantinopoli, si esprime la gratitudine “per quella tessitura paziente, coraggiosa e operosa di una Cultura dell’Unità”, di cui è “protagonista amato e ascoltato, sulla scena internazionale, nel dialogo in vista della piena unità tra le Chiese, nell’incontro tra diverse tradizioni ed esperienze religiose, nella cooperazione tra donne e uomini di tutte le convinzioni che camminano sui sentieri della fraternità”, così il prof. Piero Coda, Preside dell’Istituto. In un’intervista a margine afferma inoltre – spiegando la cultura dell’unità – che non si tratta di un’utopia, ma di una “ispirazione, attraverso la quale Chiara Lubich ha compreso che il carisma dell’unità, che le era stato donato da Dio, poteva diventare anche espressione culturale: occorrono sempre delle mediazioni, dei paradigmi, come dice papa Francesco, una rivoluzione culturale, per saper incanalare l’esistenza verso nuove frontiere, per questo è nato l’Istituto Universitario Sophia”. Maria Voce, presidente dei Focolari, a nome di tutto il Movimento, esprime, nel suo messaggio al Patriarca la gioia e l’onore di averlo accolto nella cittadella di Loppiano, sottolineando il ruolo di spicco che i Focolari gli attribuiscono come personalità spirituale e intellettuale e il valore della sua testimonianza e dei suoi “richiami alla giustizia e alla salvaguardia dell’ambiente come casa comune dei popoli”. “Il dialogo è la nostra comune priorità”, continua Maria Voce, col desiderio di “proseguire il cammino in piena armonia di ideali e testimonianza di vita”. E una prossima tappa, ricordata da Bartolomeo I in un’intervista a conclusione della cerimonia, sarà a novembre, a Istanbul, dove converranno i vescovi di varie chiese amici dei Focolari: “Lì avremo l’occasione – afferma – per esprimere la nostra volontà di lavorare per l’unità delle nostre Chiese. Noi siamo felici, siamo pronti ad accoglierli e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente”. Unità nella diversità è una delle “parole nuove” che sono state dette e che il preside Piero Coda sottolinea ancora con forza: “il Vangelo non è uniformità, ma valorizzazione delle differenze. Esse sono unità proprio nella misura in cui, scaturendo dall’unica sorgente, si mettono in relazione tra di loro, cioè sanno scoprire reciprocamente i doni di cui ciascuno è portatore. Per cui la diversità è il fiore dell’unità quando è vissuta come relazione, cioè come fraternità, come comunione”. “Ed è proprio dall’accettazione delle diversità – conclude il Patriarca – attraverso il dialogo dell’amore, il reciproco rispetto, l’accoglienza dell’Altro e la nostra disponibilità ad accogliere ed essere accolti, che potremo diventare per il mondo icone di Cristo e come lui, nell’unità, essere anche diversità”.
Rivedi la diretta streaming Messaggio di Papa Francesco Comunicato Stampa (altro…)