Gen 13, 2016 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Una società è buona quando l’ultimo e il più piccolo hanno accesso ad una vita dignitosa”. Questa è stata l’idea forza che nel 1986 ha spinto il Dott. Aram e sua moglie Minoti, con una commissione di amici Gandhiani, a dare inizio allo Shanti Ashram di Coimbatore nel Tamil Nadu. Alfabettizzazione, sviluppo della condizione della donna, sanità, politica ambientale, lotta alla povertà, programmi di leadership per la gioventù e progetti per l’infanzia sono le azioni promosse dall’Ashram, di cui fa parte il progetto Bala Shanti nato nel 1991 per aiutare bambini molto poveri nei villaggi circostanti. Scriveva la Signora Minoti nel 2013: “Tagore,il poeta tanto amato e vincitore del premio Nobel dice: ‘Ogni bambino e bambina è portatore del messaggio che Dio non si è ancora scoraggiato nei riguardi dell’uomo’. È in questo contesto che vedo il nostro lavoro per i nostri bambini: poter servire uno dei doni più preziosi di Dio all’umanità” . Inizialmente il progetto Bala Shanti ha mirato a offrire nutrizione, educazione e servizi sanitari ad un piccolo gruppo di bambini dai 3 a 5 anni. Oggi il progetto aiuta migliaia di bambini in 17 villaggi, coinvolgendoli direttamente a loro volta nella lotta alla povertà, suscitando in loro e nelle loro famiglie una partecipazione attiva sociale.

Chiara Lubich con Minoti Aram (2002) – © Centro S. Chiara Audiovisivi
Nel 2002, dopo i contatti iniziati con i Focolari e le due visite di Chiara Lubich in India, il programma Sostegno a Distanza di Famiglie Nuove inizia una collaborazione con il progetto Bala Shanti che continua tutt’ora, per il sostegno di un centinaio di bambini Uno dei programmi del Bala Shanti è un parlamento dei bambini, nato nel 2006 e composto da ex-alunni del progetto: oltre 800 bambini e giovani dai 6 a 18 anni che si trovano regolarmente per dar voce a temi che li toccano direttamente, come la promozione dell’igiene, l’educazione continuativa, l’adesione sociale e il servizio alla comunità. Nota l’iniziativa più recente, la Banca dei Bambini, nata dai bambini per i bambini. Questa iniziativa è stata lanciata nel maggio 2013 con lo scopo di insegnare ai bambini il valore del risparmio e la pianificazione finanziaria per la propria educazione,oltre a donare una parte dei loro risparmi per aiutare bambini più poveri di loro. Nel 2015 oltre 1500 bambini, piccoli risparmiatori, hanno partecipato al progetto. Quest’anno si festeggia il 25˚ anniversario del Bala Shanti con grande gioia e un consuntivo nettamente all’attivo. Info: Progetto Bala Shanti (altro…)
Nov 26, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono le ore 9 del 25 novembre. Una lieve brezza passa sopra l’isola: Heybeliada (Halki), una piccola oasi di pace nel Mar di Marmara, a poche miglia da Istanbul. Sulla sommità della collina sopra il porto si erge il Monastero ortodosso Aya Triada (SS. Trinità), che ospita quest’anno il 34° Convegno di vescovi di varie chiese, promosso dal Movimento dei Focolari. Fondato nel IX secolo, è stato più volte devastato da incendi e terremoti. L’edificio attuale risale alla fine del XIX secolo e fu già sede della prestigiosa Accademia teologica greco-ortodossa. Ospita una biblioteca che conserva preziosi manoscritti antichi e un totale di 120 mila volumi. All’ingresso del Monastero un insolito scenario: 35 vescovi di 16 Chiese e provenienti da 19 nazioni conversano fraternamente. Sono con loro anche Maria Voce e Jesús Morán, presidente e copresidente dei Focolari, e altri partecipanti al Convegno. Giunge dal porto il Patriarca ecumenico Bartolomeo I: «Sono contento di stare insieme a voi», afferma con semplicità e si dirige assieme a tutti verso l’interno. Sarà lui, infatti, a tenere la conversazione d’apertura dell’incontro: «Insieme per la casa comune: l’unità dei discepoli di Cristo nella diversità dei doni».
Il Card. di Bangkok Francis Kriengsak, a nome di tutti, saluta il Patriarca e lo ringrazia per aver voluto ospitare il Convegno. «Siamo qui nel cuore dell’Ortodossia, composta da Chiese antichissime e non di rado martiri» afferma, e introduce i partecipanti. Si fa presente al Convegno anche il Primate della Comunione anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby, con un suo messaggio. «Continuo a considerare il Movimento dei Focolari – scrive – come uno dei fari di speranza nel nostro mondo diviso. Col suo impegno per l’unità attraverso il rispetto mutuo e il dialogo offre un caratteristico cammino verso la riconciliazione oltre le differenze e le inimicizie». Bartolomeo I ricorda la sua recente visita a Loppiano per il dottorato honoris causa conferitogli dall’Istituto Universitario Sophia. Un incontro – dice – in cui abbiamo sperimentato l’amore sincero, senza “se” e senza “ma”. Passa quindi a parlare del Convegno. «Come possiamo giungere ad armonizzare le diversità dei carismi delle nostre Chiese oggi, con l’unità dei discepoli di Cristo ed essere “typos” (modello) per l’unità del mondo?», si chiede e osserva: «Troppe volte le diversità appaiono come elemento fondante e non come carisma e questo lo assaporiamo ogni giorno di fronte alle difficoltà,che il genere umano vive come esclusività e conflittualità».
Nel panorama mondiale in cui dominano lo scoraggiamento, l’incertezza e la diffidenza, accentuati dagli avvenimenti degli ultimi giorni, lo sguardo del Patriarca è rivolto alla speranza.«Sono salito qui ancor più felice perché ho trovato voi ad accogliermi… come una famiglia». Come cristiani – sottolinea – «dobbiamo recuperare velocemente il senso dell’unità come ricapitolazione dei doni», la «ricchezza delle diversità … da offrire e ricevere in cambio». «L’unità del mondo, il rispetto del Creato di Dio, dono del suo amore – spiega –, sarà dato dalla capacità di accogliere l’esperienza altrui come ricchezza per tutti, come un cammino di unità, di rispetto e di reciprocità», «libero da ogni tipo di condizionamento ideologico, politico ed economico». Infine lancia un appello ai vescovi presenti e al popolo loro affidato: se come cristiani faremo questa esperienza, «saremo veramente il “sale del mondo” ed il mondo comincerà a vivere una profonda metamorfosi». Dall’inviata Adriana Avellaneda (altro…)
Nov 24, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sull’isola di Heybeliada (Halki), nel mare di Marmara davanti a Istanbul, inizia il 25 novembre il 34º Convegno di vescovi di varie Chiese promosso dal Movimento dei Focolari, nel Monastero che fu già sede della prestigiosa Accademia teologica greco-ortodossa. Il gruppo di 50 partecipanti provenienti da 19 Paesi, è atteso da Sua Santità Bartolomeo I, che in una recente intervista, a margine della consegna del dottorato h.c. in Cultura dell’Unità dall’Istituto universitario Sophia, affermava: «Ad Halki avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara Lubich e pregare per il riposo della sua anima. Potremo esprimere la nostra volontà di lavorare per l’unità delle Chiese. Noi come Chiesa di Costantinopoli siamo felici e pronti ad accogliere questi cardinali e vescovi, a scambiare le nostre esperienze e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente». «Insieme per la casa comune» è il tema del Convegno, incentrato sull’unità a servizio della famiglia umana nella diversità dei doni. Le relazioni fondamentali affidate al Patriarca Bartolomeo I e a Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Moderatore del Convegno il cardinale Francis Kriengsak, arcivescovo di Bangkok. Nel corso del programma riflessioni di alcuni vescovi di varie Chiese. Il copresidente dei Focolari Jesús Morán offrirà una riflessione su «Il carisma dell’unità davanti alle sfide dell’umanità di oggi». Interverrà anche Gerhard Pross, evangelico dell’YMCA Germania, a nome della rete ecumenica di movimenti e comunità «Insieme per l’Europa». Il cardinale Kurt Koch, presente a Istanbul quale capo della delegazione della Santa Sede al Fanar per la festa di S. Andrea, rifletterà su: «Papa Francesco e la causa dell’unità dei cristiani». In una chiesa di tradizione armeno apostolica dell’antica Calcedonia, luogo dell’omonimo Concilio ecumenico del 451, i vescovi formuleranno un patto di amore reciproco al di sopra delle divisioni, secondo l’invito di Gesù: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12), nell’impegno di «amare la Chiesa dell’altro come la propria». Il 29 e 30 novembre, su invito del Patriarca Bartolomeo, i vescovi parteciperanno al Fanar alle celebrazioni in occasione della solennità di S. Andrea, patrono del Patriarcato di Costantinopoli. Questi convegni di vescovi di varie Chiese promossi dai Focolari si svolgono annualmente dal 1982, quando Giovanni Paolo II invitò un gruppo di vescovi cattolici amici del Movimento a rendere partecipi della loro esperienza di comunione «effettiva e affettiva» anche a vescovi di altre Chiese. Essi hanno l’obiettivo di offrire spazi di comunione e condivisione fraterna alla luce della spiritualità dell’unità. La sede di questi Convegni è itinerante in luoghi significativi per le diverse confessioni cristiane. Il prossimo Convegno nel 2016 avrà luogo a Ottmaring (Augsburg – Germania). (altro…)
Giu 17, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/130879600 «Per me il dialogo non è un rituale che si ripete ogni anno e poi riponiamo sullo scaffale, ma un contributo essenziale per trovare soluzioni ai maggiori problemi che le società europee affrontano oggi: la paura della diversità, le conseguenze della crisi, la sostenibilità ambientale. Le religioni possono giocare un ruolo tra le comunità, per aiutarci a condurre l’Europa in un luogo migliore rispetto a dove si trova attualmente». Così Frans Timmermans, dopo l’annuale riunione ad alto livello con i leader religiosi, in cui si è discusso sul tema “Vivere insieme e accettare le diversità. Insieme al primo Vicepresidente della Commissione europea c’erano Antonio Tajani, Vicepresidente del Parlamento europeo, e quindici leader religiosi delle comunità cristiana, ebraica, musulmana, indù, buddista e mormone.
La comprensione del ruolo delle religioni è testimoniata dai numerosi appuntamenti che vedono sempre di più riuniti insieme istituzioni politiche e capi religiosi. Questi ultimi vengono chiamati in causa non più separatamente ma a lavorare insieme, per la soluzione dei conflitti e per la ricerca di una strada verso la convivenza pacifica. Vedi il recente dibattito ad alto livello su Tolleranza e riconciliazione alle Nazioni Unite, l’incontro dei leader religiosi in Kazakistan , l’attesa per il discorso di papa Francesco all’ONU il prossimo settembre e, adesso, a livello europeo, questo incontro promosso dalla Commissione Europea. L’appuntamento di oggi ha fatto seguito a quello del 2 giugno con le organizzazioni filosofiche e non confessionali, e si inserisce nel quadro sancito dal Trattato di Lisbona. Alla conferenza stampa sono emerse questioni scottanti – che riguardano le politiche europee sull’immigrazione, la crescita dei foreign fighters (chi parte dall’Europa per combattere nella jihad), la nascita del gruppo di estrema destra nell’europarlamento – alle quali hanno risposto imam, rabbini e vescovi. Il metropolita Joseph, della Chiesa ortodossa rumena, ha chiamato in causa anche il ruolo dei Movimenti ecclesiali, come la Comunità di Sant’Egidio, ricordando il suo impegno per il progresso del dialogo interreligioso.
Mentre Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, uscendo da questo lungo dialogo, ha espresso la sua gioia di aver partecipato ad uno scambio veramente libero, con un autentico ascolto. Ha sottolineato la Regola d’Oro, comune a tutte le religioni. E tra gli esempi che la vedono realizzata ha citato l’esperienza del gruppo interreligioso “Vivre ensemble à Cannes”. A margine dell’incontro confida: «non c’è religione che non voglia il dialogo, non ci sono capi religiosi che non cerchino di fare di tutto per promuoverlo. Questo dà speranza, perché nonostante tutta la situazione che vediamo intorno, la religione può veramente portare un messaggio nuovo ed aiutare in questo processo di dialogo che in certi momenti sembra quasi impossibile». Ribadisce, inoltre, «l’importanza che a questo dialogo partecipino le comunità, non soltanto i leader religiosi, per una sinergia che possa portare ad un laboratorio comune nelle varie città dell’Europa per aiutare questa convivenza pacifica. Essa potrà venire soltanto dal vincere i sentimenti di paura – che pure sono comprensibili di fronte all’ignoto – con sentimenti di accoglienza, rispetto, capacità di accogliere veramente l’altro come un fratello». Le conclusioni del dibattito del 16 giugno confluiranno nel materiale di discussione per il primo convegno annuale sui diritti fondamentali dell’UE che si terrà l’1 e il 2 ottobre 2015 e che sarà incentrato sul tema “Tolleranza e rispetto: prevenire e combattere l’odio antisemita e antimusulmano in Europa“.
Foto gallery sito ufficiale Video della Conferenza Stampa Video – accoglienza / saluti Intervista di Radio Vaticana a Maria Voce Comunicato stampa della Commissione europea Comunicato stampa del Movimento dei Focolari (16.06.2015) Comunicato stampa del Movimento dei Focolari (12.06.2015) (altro…)
Giu 1, 2015 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
In Polonia, con i suoi 38 milioni di abitanti, di cui il 90% cristiani, i musulmani figurano tra le minoranze religiose: sono 25mila, lo 0,08% della popolazione. La loro presenza risale ai Tartari nel XIV secolo; c’è poi l’immigrazione della seconda metà del XX secolo e del dopo muro di Berlino. La giornata di dialogo appena vissuta si inserisce nel percorso dei tre eventi portanti del dialogo tra cristiani e musulmani in Polonia. È don Adam Was, del Comitato per le religioni non cristiane della Conferenza Episcopale Polacca, a tracciarne le caratteristiche: la Giornata dell’Islam nella chiesa cattolica in Polonia istaurata nell’anno 2000 dalla Conferenza Episcopale Polacca su richiesta del Consiglio Misto di Cattolici e Musulmani, viene celebrata ogni 26 gennaio; la “Preghiera per la Pace e Giustizia nel Mondo”, nata dopo l’11 settembre 2001, promossa dai musulmani tartari polacchi; infine – l’evento “senza precedenti in tutto il mondo”, come ha sottolineato il mufti Nedal Abu Tabaq, della “Giornata del Cristianesimo tra Musulmani in Polonia”, stabilita per il 29 maggio, e iniziata tre anni fa dai musulmani della Lega Musulmana in Polonia. All’appuntamento, su invito dell’imam Abdul Jabbar Koubaisy, direttore del Centro e vicepresidente della Lega Musulmana in Polonia, sono intervenute circa 50 persone: rappresentanti delle autorità locali, delle chiese cattolica, ortodossa e luterana; dell’Università della Slesia e anche della Comunità Ebraica di Katowice. Ospiti d’onore: Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari e Jesús Morán copresidente.
«Il dialogo interreligioso è una condizione necessaria per la pace nel mondo, e pertanto è un dovere per i cristiani, come per le altre comunità religiose» (EG, 250), ha ricordato il metropolita di Katowice, arcivescovo Wiktor Skworc, nel suo messaggio letto da don Tadeusz Czakański, suo delegato per il dialogo con l’Islam. E, focalizzando il tema dell’incontro, ha sottolineato come «il fondamento dell’intero insegnamento di Gesù Cristo sta nell’amore misericordioso verso il prossimo», augurando che questo incontro interreligioso a Katowice aiuti tutti «a vivere più profondamente il mistero della Misericordia di Dio» e che «contribuisca a una più grande apertura gli uni verso gli altri per collaborare più efficacemente sul campo della cura verso gli oppressi e gli esclusi». Parole di saluto sono state rivolte anche dal mitrato della Chiesa otodossa, don Sergiusz Dziewiatowski; dal rappresentante del vescovo evangelico-luterano, don Michal Matuszek; dal prodecano della Facoltà Teologica dell’Università della Slesia a Katowice, prof. don Jacek Kempa; dal corresponsabile da parte dei musulmani del Consiglio Misto dei Cattolici e Musulmani, Andrzej Saramowicz, e inoltre Danuta Kamińska, a nome di Marcin Krupa, sindaco di Katowice, e dagli ambasciatori del Qatar, Iraq e Arabia Saudita.
Quindi Maria Voce nel suo discorso ha ricordato alcuni passaggi delle Scritture cristiane che parlano di Gesù fin da prima della sua nascita, ponendo l’accento sul suo amore concreto verso ogni uomo. «È questo amore universale, senza riserve, che ha affascinato tutti quelli che fanno parte del Focolare ed è diventato la nostra regola di vita», ha costatato la presidente dei Focolari. «Una delle intuizioni di Chiara Lubich, che costituisce uno dei fondamenti della spiritualità dell’unità fin dai primi giorni, fu la scoperta del valore del comandamento per eccellenza di Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv15,12-13)». «Amare sempre così non è facile – ha constatato Maria Voce – a volte o molto spesso questo amore al fratello costa fatica, sacrificio… Ma anche qui Gesù ci è di modello: egli ha amato fino al punto di dare la sua vita per noi». E infine ha augurato a tutti: che Dio – «il più grande e il più misericordioso, ci aiuti a guardarci tutti da fratelli con la misura che lui ci ha rivelato, per costruire insieme un mondo dove regni la fratellanza e quindi la pace piena e vera che tutti attendiamo».
Mufti Nedal Abu Tabaq, responsabile di tutti gli imam in Polonia, parlando di Gesù Cristo, ha affermato che nel Corano è scritto “Gesù è il segno”. “Lui non solo è stato concepito miracolosamente – ha proseguito -, ma anche ha compiuto dei miracoli, ha curato gli infermi, ha risuscitato i morti”.
Ognuno di noi, ha sottolineato inoltre, deve «risuscitare la luce in chi soffre (…). Non siamo delle candele, che si possono spegnere, ma siamo la luce che ormai è uscita da esse, e questa luce è presente in ogni uomo, noi però dobbiamo sempre rivelarla, farla emergere (…) nei bisognosi, come ha fatto Gesù Cristo (…). Ecco il Gesù che io amo, che conosco, che lodo». Azione comune in favore del dialogo interreligioso, la minaccia del valore della famiglia e la necessità di proteggerla insieme in quanto credenti, educazione dei figli al dialogo, sono alcune delle problematiche trattate in un fraterno dialogo con Maria Voce e Jesús Morán nella seconda parte dell’incontro. La preghiera del “Padre Nostro” recitata dai cristiani e la la preghiera “D’ua” dai musulmani hanno concluso l’evento. Il “Segno della Pace”, con una stretta di mano o con un abbraccio, scambiato fra tutti ha espresso l’amore fraterno vissuto in queste ore tra cristiani, musulmani ed ebrei. Una Giornata del Cristianesimo tra i musulmani in Polonia da ricordare. (altro…)