Movimento dei Focolari

50 anni del Movimento diocesano: una scia di luce

Dic 16, 2025

Vari gli eventi in occasione del cinquantesimo della nascita di questa realtà del Movimento dei Focolari che contribuisce ad incarnare l’ideale dell’unità attraverso le articolazioni della Chiesa locale.

50 anni fa ad Ascoli Piceno, un comune nel centro Italia, due sacerdoti focolarini, don Pino e don Mario, decisero di iniziare insieme una normale attività di apostolato proponendo alcuni incontri per i giovani. Dopo qualche settimana con sorpresa si ritrovarono centinaia di ragazzi intorno, desiderosi di vivere il Vangelo nella quotidianità. Stava nascendo il Movimento diocesano, espressione del Movimento dei Focolari che aveva ed ha il compito di animare attraverso la spiritualità dell’unità dei Focolari, le articolazioni della Chiesa locale. Un Movimento che in questi 50 anni ha visto realizzarsi opere di Dio in diocesi e tante vocazioni nate alla vita sacerdotale, laicale, religiosa.

Il 13 e 14 dicembre 2025 in città si è svolta una cerimonia commemorativa alla presenza di Margaret Karram e Jesùs Moràn – Presidente e Copresidente dei Focolari – al Card. Giuseppe Petrocchi, co-fondatore del Movimento diocesano insieme a Chiara Lubich, vari vescovi, sacerdoti focolarini e focolarine originari del posto.

“Il rapporto che ho con il Movimento diocesano è positivo perché qui ad Ascoli è molto radicato – ha affermato Mons. Gianpiero Palmieri vescovo della diocesi, durante l’incontro con Margaret Karram e Jesús -. I sacerdoti, i laici e i diaconi del Movimento diocesano contribuiscono nella vita della nostra diocesi nel suo compito missionario ed evangelizzatore. Quello che il Movimento diocesano può dare in più e che darà, nel presente e nel futuro, è proprio questo contributo secondo il suo Carisma – che è quello dell’unità – all’evangelizzazione stessa, con la capacità di dialogare con tutti”.

Nel pomeriggio del 13 dicembre le comunità dei Focolari di Ascoli Piceno, Teramo, Fermo, Pesaro, Macerata e Cuneo – diocesi nel nord Italia dov’è nato ultimamente il Movimento diocesano – si sono ritrovate insieme. “Mi stupisce sempre la vivacità e la gioia delle vostre comunità – ha affermato Margaret Karram– perché avete saputo varcare le porte delle chiese, delle parrocchie e mettervi in rete con persone e organizzazioni laiche delle vostre città, dimostrando coerenza nella scelta evangelica, moltiplicando iniziative di prossimità verso gli ultimi, gli immigrati e gli emarginati. Grazie alla fedeltà di tantissimi di voi, oggi possiamo dire che il Movimento diocesano è una grazia per la Chiesa e per l’Opera di Maria”. E Jesús Morán ha aggiunto: “Il Movimento diocesano è frutto del genio ecclesiale di Chiara Lubich. È la capacità di far nascere la Chiesa in un gruppo di anime nella comunità. Qui ad Ascoli lo abbiamo visto sperimentato. Chiara con il suo genio ecclesiale ha fatto nascere una comunità, tutta Chiesa al servizio della Chiesa”.

Il Card. Giuseppe Petrocchi, per tutti don Pino, ha ripercorso alcune tappe degli inizi, cogliendo i segni dello Spirito Santo. Ha poi aggiunto: “La spiritualità dell’unità che il Signore ha dato a Chiara Lubich e la sua testimonianza offrono un’intensa luce carismatica anche per esplorare inediti orizzonti, teologici, pastorali e sociali, avendo al nostro fianco l’umile vergine di Nazareth, come madre, maestra e modello. Per lei e con lei innalziamo il nostro Magnificat di lode e di riconoscenza. Voi oggi siete questo Magnificat”.

Nelle varie testimonianze raccontate da alcuni membri delle varie comunità locali traspirava l’esperienza di Chiesa-comunione, nel saper porre legami di carità tra strutture e membra della Chiesa locale, tra carismi e ministeri e con tutti.

Il 14 dicembre presso il prestigioso teatro comunale si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Il Carisma del Movimento diocesano nella Chiesa e nella società oggi”. All’evento hanno partecipato istituzioni laiche e religiose con il sindaco e il vescovo, ma anche alcuni rappresentanti di movimenti ed associazioni cattoliche e di altre Chiese, e vari cittadini desiderosi di conoscere qualcosa in più.

Mons Piero Coda, Segretario Generale della Commissione teologica internazionale della Santa Sede, nel suo intervento iniziale ha affermato: “Il Movimento diocesano si accredita come un’originale e propizia declinazione e una tempestiva ‘messa a terra’ del rinnovamento messo in moto e indirizzato dal Concilio: a partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione della Chiesa locale – la diocesi – quale luogo concreto e insostituibile di esperienza comunitaria del Vangelo nell’esercizio della sua profetica incarnazione a livello culturale e sociale. E con il cuore e la mente aperti a tutti: in sintonia con lo spirito del Vaticano II e del carisma dell’unità, possono far parte del Movimento diocesano cristiani di altre Chiese o Comunità ecclesiali e vi possono partecipare persone di altre religioni e persone di convinzioni non religiose. Non è tutto questo entusiasmante?”

Quindi il Movimento diocesano può essere un ponte tra il Vangelo e la città e tra le sue varie componenti sociali. “Ecco – ha aggiunto Margaret Karram – la sua portata, oggi: custodire e accendere legami, aprire cammini di missione nelle nostre Chiese e nei tanti contesti civili e cittadini: tutto comincia dall’amore reciproco che, se vissuto, genera più comunione nella Chiesa, più fraternità nei nostri ambienti, più speranza per il mondo”.

Un’esperienza nata 50 anni fa non per caso, ma grazie ad un percorso che ha alimentato l’anima della comunità locale in Cristo. “Chiara Lubich non ha fondato il Movimento diocesano a tavolino – ha ribadito Jesùs Moràn -. Piuttosto, lei ha visto nell’esperienza che si stava svolgendo nella Chiesa di questa città (Ascoli) negli anni 70, il timbro indelebile della sua anima ecclesiale, del suo carisma. Chiara l’ha potuto riconoscere perché qui, anche attraverso quel gruppo di sacerdoti e giovani, la Chiesa di Ascoli stava sperimentando Cristo in sé stessa. Così è stato e così dovrà essere sempre”.

Il Movimento diocesano già negli anni ‘70 stava avviando un processo di sinodalità nella Chiesa locale. E oggi può e deve essere uno strumento affinché il cammino sinodale che la Chiesa sta percorrendo diventi vita nelle Chiese locali. Ma “la sinodalità della Chiesa ha bisogno, oltre che di attrezzate aule dottrinali, anche di palestre esistenziali – ha affermato il Card. Giuseppe Petrocchi nel suo intervento -. Il Movimento diocesano in questo senso può essere un laboratorio dove si apprende a vivere questa comunione così come lo Spirito Santo la disegna davanti al nostro sguardo nella Chiesa di oggi”.

“Io sono uno di quei giovani che ha conosciuto l’ideale dell’unità dei Focolari ad Ascoli attraverso il Movimento diocesano – ha affermato Luigino Bruni, economista e docente universitario -. Andai in parrocchia perché cercavo Dio. L’esperienza di quegli anni – eravamo circa 200 giovani – era molto intensa, ricca di idealità. Non si entrava in un Movimento, ma nel futuro della Chiesa e del mondo. Da Ascoli sentivamo che stavamo cambiando la Chiesa, il mondo, l’economia, tanto che poi ho scelto tutto questo negli anni successivi”.

“Impressiona vedere, nella quotidianità del Movimento diocesano, generazioni diverse vivere e lavorare insieme per sostenere e contribuire alla vita nelle parrocchie – ha ribadito Marie Therése Henderson, del focolare di Ancona. – Poi, vedere nel rapporto tra laici e sacerdoti, quella realtà semplice e profetica che la Chiesa attende e spera: la dimensione della sinodalità, dell’unità, propria della Chiesa stessa”.

Gli interventi dei relatori sono stati intervallati da momenti artistici con Alessandro Cappella, Enrico Mazzuca, Silvia Capponi, Elena Piermarini, Laura Ubaldi.

Lorenzo Russo
Foto: © Joaquín Masera-CSC Audiovisivi

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