Movimento dei Focolari

Il Papa a Filadelfia: gli Stati più uniti

Ott 1, 2015

Dagli immigrati alla Messa per le folle: come Papa Francesco ha cambiato il Paese.

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Foto © Renato Araujo

Filadelfia è la città cuore degli USA – qui sono state redatte nel 1776 la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione statunitense. Ed è qui che si è conclusa la visita del Papa: giorni storici che hanno toccato profondamente il popolo statunitense. Nella Sala dell’Indipendenza, con il suo sorriso di sempre, Papa Francesco chiarisce che non è né di sinistra né di destra. Mette in luce l’importanza della libertà religiosa e del dialogo in una società multiculturale, ma sottolinea il positivo che già c’è nel popolo statunitense: «Ricordiamo le grandi lotte che hanno portato all’abolizione della schiavitù, all’estensione del diritto di voto, alla crescita del movimento dei lavoratori ed allo sforzo progressivo per eliminare ogni forma di razzismo e di pregiudizio diretti contro le ondate successive di nuovi americani», dice il Papa. E poi un saluto speciale agli immigrati ispanici, da un papa che viene da una famiglia di immigrati: «Voi apportate molti talenti alla vostra nuova Nazione. Non vergognatevi delle vostre tradizioni» afferma con forza seguito da un applauso spontaneo. Francesco nomina, tra altri valori, la fervida fede e il senso profondo della vita famigliare degli ispanici: «Portando i vostri contributi, non troverete soltanto il vostro posto qui, ma aiuterete a rinnovare la società dall’interno». Commenta Jeniffer Huertas dal Porto Rico, da due anni negli USA: «Il Papa ci dice di non dimenticare le nostre radici, e di vedere sempre l’unicità di ogni persona. Sì, la diversità non è un male, perché ogni essere umano è unico». Solo alcune ore più tardi, l’appuntamento  per la conclusione della Giornata Mondiale della Famiglia, tanto attesa dai partecipanti: giovani famiglie, quelle formate di tante generazioni, coppie, persone single, religiosi e religiose nei loro abiti, sacerdoti, tutti accolti dalla città che ha preparato con tanta cura ogni particolare. Dopo aver ascoltato sei testimonianze di coppie e famiglie che raccontano come hanno cercato di superare le sfide della vita appelandosi alla fede in Dio, il Papa fa un discorso appassionato evidenziando l’importanza della  vita in famiglia. Un bambino le chiede cosa Dio faceva prima di creare il mondo: «Dio amò, perché Dio è Amore», risponde. E la cosa più utile che Dio crea per condividere questo amore è la famiglia; lo dimostra anche il fatto che «Dio manda il suo Figlio in una famiglia». Non è tutto rosa e fiori, «a volte volano i piatti, ma si superano le difficoltà con l’amore», afferma.
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Foto © Andrea Re

Le sue parole lascia il mezzo milione di partecipanti – che hanno atteso  lunghe ore sul Benjamin Franklin Parkway – incantati e felici: «Era fantastico  vedere il Papa»,dice Thea, una giovane di Los Angeles. «Mi piaceva quando diceva che Dio non ha messo Gesù in un Regno, ma in una famiglia. Oggi tanti visitano solo raramente i loro genitori, tanti dei miei amici vivono così e questo mi fa pena. Anche nella mia famiglia non è sempre facile, facciamo  difficoltà ad ascoltarci a fondo, ma le parole del Papa ora mi aiuteranno ad affrontare meglio queste difficoltà». Il giorno dopo le folle attirate da Francesco si sottomettono con pazienza ai lunghi controlli di sicurezza, cantando e danzando.  Senza perdere la calma, sorridono e ringraziano i poliziotti che fanno il loro lavoro. «Mio figlio compie oggi 2 anni, ma con mia moglie ci siamo detti che questa  è un’opportunità che capita  una volta nella vita», dice una guardia di sicurezza. Circa un milione di persone  presenti alla Messa e, ancora milioni quelle che lo seguono in diretta TV. Francesco saluta tutti, benedice i bambini prima di incominciare la Messa con letture anche in spagnolo e vietnamita. La liturgia del giorno usa parole forti, dove Mosè prima e Gesù dopo, affermano che anche chi non appartiene al loro gruppo può fare miracoli nel nome del Signore. «Non dobbiamo scandalizzarci dall’amore di Dio» dice il Papa, e lancia un messaggio chiaro per una Chiesa che deve accettare le diversità e che ha fiducia nell’agire dello Spirito Santo. Francesco, poi, invita le famiglie a fare gesti piccoli di amore e di compassione: una cena calda dopo un giorno di lavoro, una benedizione, un abbraccio: «L’amore si manifesta nelle piccolo cose», afferma. Questo vuol dire «essere profeti, superare “lo scandalo di un amore ristretto e meschino”». Più significativi ancora i singoli  incontri: con i carcerati, con le vittime di abusi sessuali da parte del clero; a questo riguardo il Papa dice «Dio piange». È come una messa nera, «non ci sono scuse». Alla conclusione di questi giorni, non solo la Chiesa cattolica negli USA è cambiata, ma l’intero Paese. Il Papa ha rimesso in evidenza le richezze culturali a partire dalla fondazione del Paese, e ha richiamato gli americani ad essere fedeli a quei valori: l’amore, la famiglia, la dignità di ogni essere umano, il prendersi cura dei poveri. E lasciando gli Stati Uniti, invia un messaggio su Twitter: «Con la mia gratitudine, che l’amore di Cristo guidi sempre il popolo americano! #GodBlessAmerica». Susanne Janssen e Sarah Mundell

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