Movimento dei Focolari

Come trovare la speranza in un mondo che soffre?

Gen 24, 2025

24 gennaio 1944

Il 24 gennaio 1944 Chiara Lubich scoprì quello che diventerà un punto chiave della spiritualità dell’unità: Gesù che sperimenta l’abbandono del Padre sulla croce, espressione massima di dolore, espressione massima di amore.  

 E proprio Gesù Abbandonato è stato al centro di un momento artistico durante il Genfest 2024, appuntamento internazionale dei giovani dei Focolari. Ne proponiamo alcuni stralci. 

Attivare i sottotitoli in italiano

___

4 Commenti

  1. Maria

    La nostra speranza è la Resurrezione.
    Peggio della morte non c’è nulla,ma per noi cristiani non è la fine di tutto.

    Rispondi
  2. TANIA MARIA MOREIRA SANTOS

    Estupendo!
    Um dialogo que nos envolve e nos identificamos …fazendo ver as dores, dificuldades, desafios pessoais e coletivos mas nao nos deixando esmagar, ao contrario , renova a esperança.

    Rispondi
  3. Immacolata Martinelli

    “Grida al Padre e non ha risposta”… Aspetta da noi, da me la Risposta… Avrò abbastanza Amore per abbracciarLo in chi mi passa accanto?

    Rispondi
  4. Elena Tosetto

    È molto bello poter abbracciare Gesù abbandonato dove? Proprio nelle sofferenze di questo mondo facendo nostre le sofferenze di chi ci sta accanto di chi incontriamo per strada. Saper ascoltare chi soffre nel corpo e nello spirito. Gesù abbandonato si trova in coloro che trovandosi nella necessità ci chiede aiuto. Buona giornata da vivere con Gesù abbandonato.

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Fratellanza

Fratellanza

La fratellanza, l’essere figli di uno stesso Padre, può essere la radice di ogni pacifismo. In questo stralcio tratto dal volume “Rivolta cattolica” Igino Giordani scrive quasi una invocazione, un poetico appello che ci costringe ad alzare lo sguardo e ci apre gli occhi su chi è il fratello, quel fratello che può essere catalogato come nemico, come straniero, come migrante, ma sempre fratello è. E’ un appello che scritto nel lontano 1925 ci può toccare le corde più profonde e ci interpella per essere costruttori di pace.