Ott 19, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Spiritualità
“Soul”, anima. È il nome del programma televisivo, per incontrare “fino in fondo all’anima” protagonisti di questo tempo, di spessore umano e culturale. La conduttrice, Monica Mondo, domenica 24 settembre ha dialogato con Maria Voce. Un gruppo di ragazze a Trento. Un contesto disastroso di guerra. «Un’ispirazione ha fatto capire a Chiara Lubich l’esigenza di un ideale eterno, che non passa. Questo ideale è Dio». Sono le prime battute di Maria Voce, attuale Presidente dei Focolari. L’intervista spazia dalle origini alle sfide attuali del Movimento dei Focolari. L’unico, in ambito ecclesiale, diretto per Statuto da una donna. «La valorizzazione della donna è molto più semplice di quanto si pensi. Significa riconoscere quelle sue caratteristiche specifiche senza le quali l’uomo non può esprimere se stesso. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, e li ha creati distintamente, uomo e donna, per creare l’umanità in loro. La parte della donna è molto importante. È la sua femminilità, la sua capacità di donarsi, di essere disposta al sacrificio». Sulla propria esperienza personale, Maria Voce racconta: «Vengo da una famiglia tradizionalmente cattolica e praticante. Il problema è nato quando ho deciso di donarmi a Dio. Mio padre era molto attaccato a me, aveva fatto tanti “disegni” sulla mia persona. Essendo la prima di sette fratelli, era normale anche per me pensare: mi sposerò, avrò tanti figli. Il Movimento mi ha dato la possibilità di vivere integralmente il Vangelo. Per me è cambiata la vita. Ho continuato a fare l’avvocato al mio paese, ma ho cominciato a incontrare i clienti vedendo in loro un fratello da amare. Questa è stata la trasformazione nella mia vita. Quando ero in focolare in Turchia, per il mio compleanno, per la prima volta mio papà mi ha scritto: “Tanti auguri! Papà”. Dopo pochi giorni è morto per un infarto. Ho sentito che era stato amore di Dio riconciliarsi pienamente con la mia scelta». Cos’è un focolare, una casa? «È un gruppo di persone che convivono, chiamate da Dio alla stessa vocazione, disposte a dare la vita l’una per l’altra, momento per momento, per essere Opera di Maria. L’opera più grande di Maria è stata dare al mondo Gesù. Le focolarine, i focolarini vogliono rivivere Maria, avendo fra loro la presenza viva di Gesù per l’amore scambievole». Verginità, una parola che oggi non è di moda. «La verginità è la risposta a una chiamata. È Gesù che per amore chiama qualcuno a un amore infinito. E nell’infinito non ci sono parti, l’infinito è tutto. Se Dio chiama con questo amore, la risposta non può essere che un amore totalizzante. Anche per vivere bene il matrimonio bisogna essere vergini di cuore». Chiara Lubich le ha dato un altro nome. Un nome strano, il nome di una località?«Sì, Emmaus. Indica il desiderio e l’impegno a far presente Gesù anche dopo la sua morte e risurrezione, camminando con lui». Succedere a un fondatore non è semplice. Difficile conciliare fedeltà e attualizzazione di un carisma. «L’ispirazione è nel carisma. Il carisma è eterno, le persone passano. Chiara Lubich ha vissuto pienamente questo carisma nel suo tempo, e ce l’ha passato. Siamo uniti alla fonte, però adesso ci chiediamo: cosa direbbe Chiara oggi? È questo che mi guida nel mio agire. Non è una cosa ripetitiva, ci sono tante manifestazioni nel Movimento che ai tempi di Chiara non c’erano». Ma è ancora il tempo dei Movimenti? «I Movimenti hanno caratteristiche che favoriscono la vita cristiana. Hanno ancora tanto da dire e da dare, non solo per i giovani, ma anche per la salute delle famiglie». Cattolici impegnati in politica e Europa. Che bilancio? «Se l’Europa dimentica le sue radici cristiane, sparirà. Per questo è importante che i cattolici lavorino in politica, per rivalorizzare le sue radici cristiane, mettersi di fronte all’altro riconoscendolo uguale, fratello perché figlio di Dio. Si può dialogare con tutti, qualsiasi sia la sua appartenenza e il suo credo. Perché si dialoga con le persone. Anche amare i nemici fa parte del Vangelo!». C’è ancora questa capacità di inventare luoghi, esperienze, proporre novità? «Non dobbiamo creare cose nuove, ma rinnovare il mondo con il carisma che abbiamo. Penso alle persone del Movimento, di qualsiasi vocazione, che decidono di mettere a disposizione la loro vacanza per testimoniare il Vangelo nell’Amazzonia; o che vanno in una cittadella per costruire una scuola per i bambini poveri del circondario». Ma qual è il crinale tra la testimonianza, l’evangelizzazione e il dialogo, senza imposizioni o spirito di battaglia? «Dobbiamo annunciare Cristo prima di tutto con la nostra vita. Se la nostra vita testimonia Cristo, prima o poi nell’altro verrà l’interesse di sapere cosa c’è alla radice. L’unità è quella di cui parla il Vangelo, è l’unità in Dio, in cui ognuno si riconosce perché figlio di Dio e fratello dell’altro. Se non c’è questa base non si può parlare di unità, ma di comprensione reciproca. L’unità viene da Dio ed è in Dio. Si può sperimentare anche con persone che non hanno la stessa fede o lo stesso modo di vedere le cose, ma sono disposte a unirsi per un ideale più grande, quello di essere fratelli». I cattolici non si nascondono troppo? «Devono essere più incisivi. Forse uno dei frutti del Movimento è quello di risvegliare il DNA cristiano che ci portiamo dietro dal battesimo». Lei ha ancora il piglio dell’avvocato! Se oggi dovesse difendere una causa, a cosa vorrebbe dedicarsi con la massima passione? Maria Voce non ci pensa un attimo: «Alla fraternità universale». Leggi l’ Intervista integrale https://youtu.be/WzIuz75PTMM (altro…)
Ott 14, 2017 | Centro internazionale, Spiritualità
“Custodiva tutte queste parole meditandole in cuor suo” (Lc 2,19). Questa frase è Luca che ce la riferisce inserendola nella meravigliosa descrizione dei pastori a Betlemme, alla grotta ove è nato Gesù. Era stato un angelo ad indicare ai pastori il grande avvenimento: “Non temete: ecco, vi porto una lieta novella, che sarà di grande gioia per tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore” (Lc 2, 10-11). Appena arrivati “fecero conoscere quanto era stato loro detto del bambino; sicché tutti quelli che li udivano, si meravigliavano di quanto veniva loro raccontato dai pastori. Ma Maria custodiva tutte queste parole, meditandole in cuor suo”. San Luca contrappone delicatamente lo stupore esteriore degli altri presenti nella grotta, pastori, forse abitanti della cittadina palestinese, al silenzio denso di fede e d’amore di Maria. Le parole di quei semplici pellegrini al primo santuario cristiano del mondo penetrano, nella sua anima, si compongono con le altre rivelazioni che aveva avuto e le fanno comprendere sempre meglio il mistero che si svolge sotto il suo sguardo, e del quale ella partecipa quale Madre di Dio. Prontezza dell’anima di Maria alla parola di Dio ed amorosa custodia dei doni sacri ricevuti, che per tanti anni non rivelerà ad alcuno. Forse solo a san Luca Maria comunica di persona questo atteggiamento della sua anima nei giorni della nascita del Salvatore: solo lei infatti ne era a conoscenza. Soavità delle cose di Dio, e della quale tutti abbiamo particolare bisogno. Con il ritmo angoscioso ed esteriorizzante della vita moderna, c’è pericolo a volte di voler materializzare tutto, anche la vita dello spirito. Il silenzio, l’umiltà, la riservatezza, la mansuetudine, la pazienza nelle tribolazioni, ci possono sembrare virtù non più attuali, non più capaci di far sentire la presenza del cristianesimo in questo secolo. Innanzi all’aggressività dei cattivi, alla potenza dei loro mezzi, si è tentati di far leva sull’aggressività dei buoni, sui loro capitali, sulla loro esteriore potenza. Si crede più agli altoparlanti che all’efficacia di una frase del Vangelo, si crede più ai discorsi degli oratori che al silenzio meditativo delle anime a Dio consacrate. È il materialismo che cerca di svilire i valori dello spirito, rendendoli pure espressioni esterne che poi non avranno più peso nel frastuono assordante dei rumori più alti che sono d’attorno. Solo ciò che è frutto dello spirito ha vero valore innanzi al mondo appiattito dalla materia; solo ciò che parte dal nostro amore profondo e personale verso Dio. Per questo anche oggi l’umanità deve puntare il suo sguardo a Maria.» Pasquale Foresi, “Parole di vita”, Ed. Città Nuova, Roma 1963 – pp.15,16,17 (altro…)
Ott 12, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La crisi venutasi a creare attorno agli esperimenti balistici della Corea del Nord e alla reazione dell’Amministrazione degli Stati Uniti hanno generato il timore di una possibilità concreta di conflitto nucleare. L’antico adagio latino ‘per mantenere la pace prepara la guerra’ oggi non ha più senso. Le conseguenze di un conflitto, ancor più con uso di armi nucleari, avrebbero conseguenze devastanti per l’intero pianeta. La pace deve essere raggiunta a tutti i costi dove si è incrinata e mantenuta dove la si è ottenuta. Nei membri del Movimento dei Focolari cresce la coscienza del ruolo che ciascuno, come singolo e comunità, ha in questo processo. Oltre alle preghiere non mancano coinvolgimenti di diverso tipo a questo sforzo comune, spesso ispirato da iniziative di altre organizzazioni o movimenti con cui i Focolari collaborano. In tal senso non possiamo non ricordare quanto l’amicizia spirituale fra Chiara Lubich e Nikkyo Niwano, fondatore del movimento buddhista giapponese Rissho Kosei kai, abbia fatto per contribuire alla causa della pace e per formare a questo le nuove generazioni. “Sebbene ci siano difficoltà, la nostra collaborazione farà sperare che sia possibile lavorare tutti insieme per la pace”, scriveva Niwano a Chiara. In occasione del 50mo anniversario della nascita dei Focolari, il fondatore del movimento buddhista ed il figlio Nichico reiteravano questo impegno comune per “rendere la nostra famiglia umana più unita”. La Rissho Kosei kai si è fatta sentire anche in questi giorni con un comunicato ufficiale con il quale la Presidente designata, Rev. Sig.ra Kosho Niwano, ha raggiunto leaders mondiali, sia politici che religiosi, rinnovando l’impegno del suo movimento a non lasciare nulla di intentato perché la pace sia preservata nella penisola coreana. L’appello si ispira al pensiero del fondatore Niwano che, in occasione del suo intervento all’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1978, in un clima di piena Guerra Fredda si era rivolto ai leaders degli USA e dell’URSS. “Invece di rischiare con le armi, per favore rischiate per la pace e per il disarmo” aveva detto. Niwano, come molti leaders religiosi del suo tempo, fra questi Paolo VI e Giovanni Paolo II, e anche Chiara Lubich, aveva intuito il ruolo che le religioni possono avere nel contribuire a realizzare e a mantenere la pace mondiale. Il messaggio inviato dalla Sig.ra Niwano anche a Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, viene dalla figlia di un popolo che ha sofferto in maniera indicibile durante l’ultimo conflitto mondiale, e mette i leaders politici del mondo di fronte al pericolo degli effetti di sanzioni che potrebbero causare reazioni imprevedibili. Anche in occidente si stanno sensibilizzando le coscienze al pericolo di una escalation nucleare. In occasione del ricordo della Giornata di Preghiera per la pace, indetta da Giovanni Paolo II nel 1986, il Comitato per una Civiltà dell’Amore ha organizzato una riflessione dal titolo “Progetto di pacificazione dell’area coreana”. Si tratta di un convegno che si terrà presso il Sacro Convento di Assisi (Italia) il prossimo 28 ottobre. Leggi il comunicato originale (altro…)
Ott 10, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità

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Ott 7, 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità
«Il rosario è il dramma della Redenzione visto dalle pupille di Maria, la vergine e la Madre: le gioie di Nazareth, le luci di Betlemme, le vicende di Giuseppe, e poi la tragedia della croce e infine le glorie celesti son fatte patrimonio di famiglia, cose nostre. La nostra storia, la vita nostra. (Igino Giordani, Una stella accesa nella notte», Città nuova, Roma, 2004, pag. 81). 1922-1925. «Se non è possibile la casta quiete dei vesperi nella casa dei nonni, riscaldata da una monumentale fiammata, ove raccogliere alla preghiera avi e nipoti, figli e collaterali: diciamoci il Rosario in tram, in piroscafo, nel rombo del tunnel e nello spasimo d’una locomotiva: sarà più meritorio il nostro sforzo d’astrarci in un impeto di spiritualità dall’orgia… della materia meccanizzata. Un quarto d’ora in chiesa non sarà la consuetudine sonnacchiosa… e la preghiera sarà refrigerio di fontana nell’arsura massacrante della civiltà impostaci». (Igino Giordani, Diario di fuoco, Città Nuova, Roma, 2005 [1980] p.19). 1933. «La Madre… C’è una preghiera a Lei particolarmente grata, la quale rappresenta un ciclo dei misteri della vita di Gesù ricordati a titolo di onore di Lei: il rosario. Riconduce la serenità nell’ora stanca e fosca della sera, nelle ore ardue della vita, e dà la forza per sperare nel domani e ricominciare: quella rude collana di perle di quattro soldi trasmette correnti di vita ultraterrena nelle povere ossa sfiancate dalla fatica, rialluminando la sola luce in anime bersagliate dall’iniquità sociale o dalle sventure multiple. Dà anche a chi vive la speranza d’un congiungimento col Padre, della morte con l’immortalità, del finito con l’Eternità ». (Igino Giordani, Diario di fuoco, cit. p.28). 1° ottobre 1945. «Perché tra noi Maria ha sì gran parte? Perché tra noi, quelli che seguono davvero l’Evangelo si sentono e si diportano come bambini, ai quali la madre è tutto e serve a tutto: ella è cercata perché li introduca a Dio. La prendono per mano, si attaccano alle sue vesti, perché li conduca al Padre. Non c’è maniera più rassicurante, più amorosa e bella di presentarsi a Lui. E poi, in compagnia della Mamma, tutta la vita è più bella: la natura ride, gli uomini stessi non sembrano più selvaggi». (Igino Giordani, Diario di fuoco, cit. p.68) 9 ottobre 1965.« Basta che veda l’immagine di Maria, perché mi balzino avanti all’anima le realtà più belle della mia vita. Vedo allora che la gioia dell’esistere si chiama per me Maria; la mia gloria è Lei, la mia forza è la Sua maternità; la bellezza che m’affascina è la Sua verginità; l’accettazione del dolore è la partecipazione alle Sue prove di Desolata. Non vedo in quale aspetto positivo dell’esistenza mia Ella non entri: la mia vita è Maria. E Maria è la Madre di Gesù: è Lei che mi dà Dio, sposa l’anima allo Spirito Santo, l’avvicina alla paternità dell’Eterno. Chi Ti ringrazierà, Mamma? ».(Igino Giordani, Diario di fuoco, cit. p.180). (altro…)
Set 28, 2017 | Centro internazionale
Si riscaldano i motori per l’avvio dell’VIII edizione di LoppianoLab, l’appuntamento annuale che vede riuniti cittadini, lavoratori, studenti, professionisti, imprenditori che raccolgono con coraggio le sfide del Paese: dalla ricostruzione economica e materiale, a quella culturale e formativa. Partito nel 2010, l’evento, che ha sede nella Cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa – Firenze), si terrà il 30 settembre e 1° ottobre. In un’intervista, il Professore Piero Coda, Preside dell’IUS (Istituto Universitario Sophia), ha affermato, a riguardo del tema della manifestazione, che sono fondamentalmente tre le direttrici di marcia lungo le quali muoversi per sconfiggere la logica delle “vittime” e dei “briganti” fuori e all’interno della Chiesa di Francesco: cellule, laboratori, educazione. Attraverso le cellule, si può «rigenerare il tessuto ecclesiale e sociale, dove si vive, si lavora, si studia, vivendo relazioni di trasparenza reciproca in cui ci si fa carico gli uni degli altri a partire da chi in qualunque forma è ai margini o addirittura scartato. Laboratori: immaginare con creatività e sinergia progetti di innovazione culturale, economica, sociale e politica segnati dall’impegno all’incontro, alla partecipazione, all’inclusione. Educazione: fare della scuola e dell’università una palestra di allenamento e di sperimentazione di una cultura lievitata dal Vangelo che sia reale strumento di trasformazione e segno di speranza». Un momento atteso, promosso dall’IUS, è la presentazione del libro Bernhard Callebaut, “La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965)”, per la collana Per-corsi di Sophia dell’editrice Città Nuova, che vedrà la presenza di Jesús Morán (copresidente Movimento dei Focolari), Sharzad Housmand (teologa islamica) e Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan, Padova). In un’intervista, l’autore, docente di Fondamenti di Sociologia presso l’IUS, ha sottolineato come nel ricostruire dal punto di vista storico i primi tempi dei Focolari abbia improntato la ricerca, « con una chiave interpretativa di impronta sociologica, che mette in luce l’azione di una leadership carismatica contemporanea e la nascita e l’evoluzione di un “popolo” internazionale, quello del Movimento dei Focolari». La comparsa dei Focolari, quindi, nel panorama della storia italiana, viene interpretata in forma scientificamente apprezzabile come una “mobilitazione religiosa” che produce una “innovazione relativa”, una sorpresa per la Chiesa d’allora ma anche una realtà all’altezza dei segni dei tempi. Il professore Piero Coda sottolinea come la novità del Carisma dell’Unità presenta «una donna – ed è la prima volta – alla testa di un movimento ecclesiale laico, del cui spirito sono partecipi anche presbiteri, religiosi/e e persino vescovi; con una direzione centrale e collegiale per l’insieme del movimento, in forza di una spiritualità originale e moderna centrata sulla rilevanza esistenziale, ecclesiale e culturale, di “Gesù Abbandonato” e “Gesù in mezzo” – secondo il peculiare e inedito lessico inaugurato da Chiara Lubich». In allegato il programma della manifestazione