«Tra le religioni serve uno sforzo comune di collaborazione anche per promuovere l’ecologia integrale, dispongono di risorse per far progredire insieme un’alleanza morale che promuova il rispetto della dignità della persona umana e la cura del creato». Con queste parole, prima di affacciarsi in piazza san Pietro in occasione dell’udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha salutato gli 80 delegati di Religions for Peace (RfP), accompagnati dal Cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Il Papa ha espresso la sua «stima e gratitudine per l’operato di Religions for Peace; voi rendete un servizio prezioso sia alla religione sia alla pace, perché le religioni sono destinate per loro natura a promuovere la pace, tramite la giustizia, la fratellanza, il disarmo, la cura del creato».
Sul tema di una ‘”ecologia integrale”, tra gli altri, sono intervenuti: il Rev. Kosho Niwano, Presidente Designata del movimento buddista Rissho Kosei-kai; il Prof. Anantanand Rambachan, induista; l’Em. Shaykh Abdallah Bin Bayyah, presidente del “Forum for Promoting Peace in Muslim Societies; il Rabbino David Rosen, Direttore del Interreligious Affairs, American Jewish Committe e Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari e Copresidente di Religions for Peace,«Rappresento un Movimento che pone una forte spiritualità alla radice del suo impegno su molteplici fronti del vivere umano – ha detto -. Questa spiritualità si fonda sulla coscienza che Dio è padre di ogni uomo e di ogni donna della terra e, dunque, essendo tutti gli uomini fratelli e sorelle, appartengono tutti alla stessa famiglia umana. Tale uguaglianza di base tra tutti gli uomini ci spinge a fare quanto possiamo per costruire il più possibile una vera fraternità là dove ci troviamo». E continua: «In oltre settant’anni abbiamo sperimentato che ogni persona di buona volontà può condividere questo impegno e questa sensibilità, perché in ogni cultura e religione esiste quella Regola d’Oro che ci invita a ‘fare agli altri quanto desideriamo che facciano a noi’ e a ‘non fare agli altri quanto non vorremmo facciano a noi’». Questo significa «trattare le persone di un’altra etnia come vorremmo essere trattati noi, guardare quelli di un’altra religione come vorremmo essere guardati noi, valorizzare e apprezzare altri Paesi come vorremmo fosse valorizzato ed apprezzato il nostro e lavorare per la salvaguardia dell’ambiente nel nostro contesto e in altri come se quel posto fosse veramente la nostra casa dovunque, nel mondo. Questi atteggiamenti possono permeare la nostra vita come individui e come comunità, sia a livello locale che internazionale, generando una corrente positiva in un mondo percorso da tensioni e divisioni di ogni tipo. Infatti vediamo che la pratica profonda della fede porta anche i giovani di varie religioni, che vivono la comprensione reciproca, a scoprire la fraternità, a condividere i propri beni, a lavorare per lo sviluppo delle aree più povere, a rispettare la natura e a non sprecare le risorse». «Come membri del Movimento dei Focolari – conclude Maria Voce – desideriamo continuare a lavorare con altri gruppi, organizzazioni, movimenti e comunità, in modo nuovo, secondo le esigenze dei tempi, ma sempre con lo stesso spirito, cioè quello dell’amore, della misericordia e della compassione, che ispira tutte le nostre fedi». Leggi il messaggio del Papa Intervento di Maria VoceAndare oltre ai nostri schemi
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