11 Ott 2012 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La fede è un fuoco che tanto più cresce a quante più anime si apprende: chi se lo chiude in sé, rischia di soffocarlo, per mancanza di quell’ossigeno che è la carità, virtù espansiva, e non egocentrica. Non si è fatto tutto quando si ha la fede per sé; allora comincia il debito di darla ad altri. La religione nella coscienza nasce; ma non ci muore. Nasce, e si espande fuori. Chiudersela dentro, come in uno scrigno, significa comprimervi l’immensità di Dio e dell’amore, cioè compiere un’operazione di deformazione e limitazione; e ne segue un culto piccolo, a nostra misura, geloso del culto altrui; un tentativo settario di sequestrare pei propri usi la divinità. Al Gesù nostro si sostituisce il Gesù mio: la cattolicità si raggrinzisce a morte; la fraternità si viviseziona. Si diventa acattolici, senza accorgersene, adottando in pratica il principio dell’ognuno per sé e io per tutti, nel quale la solidarietà del Corpo mistico si scompone. Come se nell’organismo umano, una cellula o un organo agisse solo per sé, non allegato con gli altri. Ma, – e qui sta la forza della vera personalità, – il singolo non vive per sé; anzi vive il meno possibile per sé, e il suo progredire spirituale è un continuo rinunziare a sé, perché servendo gli altri serve Dio e se medesimo. Secondo il paradosso di Cristo, chi pensa più a sé, pensa meno a sé: avaro che muore di paura e di fame; più facile salvarsi mediante gli altri; ché la salvezza è data da Dio sulla regola delle opere dell’uomo, cioè delle prestazioni al prossimo, nelle quali attua la legge d’amore, legato, com’è, a Dio non solo dalla fede, ma anche dall’amore, che si traduce in atti; da una fede collaudata dai fatti, con cui sta verso Dio, non solo a tu per tu, ma anche in compagnia dei fratelli, come ogni figlio verso il padre, col debito della solidarietà. Una spinta in altezza lo conduce a Dio; una in latitudine lo conduce all’umanità: le due spinte non sono indipendenti, ma legate, come le due assi della croce, che s’incontrano sul cuore di Cristo; e quanto più una ascende, tanto più l’altra si dilata; più si ama Dio, più si cercano gli uomini, in ciascuno dei quali l’immagine di lui risplende. Tratto da Igino Giordani, Segno di Contraddizione, 1933 (Ed. Città Nuova, 1964- pp.272-274/ p.321) www.iginogiordani.info (altro…)
27 Set 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
Maria Voce è stata nominata da Papa Benedetto XVI uditrice alla prossima sessione del Sinodo dei Vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, che si terrà in Vaticano dal 7 al 28 ottobre. “L’esperienza del Sinodo, in cui viene in evidenza in modo eminente la collegialità della Chiesa, ci trova particolarmente sensibili, anche per il carisma dell’unità che ci caratterizza”. Con queste parole Maria Voce esprime la sua adesione e manifesta la profonda riconoscenza al Santo Padre per la fiducia che, con questo invito, dimostra a lei e a tutto il Movimento dei Focolari, vedendo in questa circostanza un’opportunità di servizio alla Chiesa universale. La presidente dei Focolari recentemente, rivolgendosi alla comunità dell’Argentina, diceva: “Il Vangelo deve essere il nostro vestito. Aiutiamoci a viverlo per annunziare che Cristo è vivo, e così permettere che altri s’incontrino con lui presente tra noi per l’amore reciproco che ci lega”. Sono stati nominati anche due altri membri dei Focolari: Ernestine Sikujua Kinyabuuma, docente all’Istituto Universitario Maria Malkia di Lubumbashi (Rep. Democratica del Congo) e Gisèle Muchati, responsabile regionale in Siria di Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari. Dal dicembre 2011 Maria Voce è Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. Fonte: Servizio Informazione Focolari (altro…)
25 Set 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Tre sale collegate, 3.000 persone e la diretta streaming, a sottolineare la grande attesa suscitata dalla presentazione del libro-intervista in cui Maria Voce si è prestata volentieri a rispondere alle domande a tutto campo dei giornalisti Michele Zanzucchi e Paolo Lòriga (rispettivamente direttore e caporedattore del quindicinale Città Nuova): “Cosa fanno e cosa pensano i focolarini dopo Chiara Lubich? Sono progressisti o conservatori? Lavorano per conquistare posti di rilievo nella Chiesa e in politica? Sono dei buonisti che sorridono troppo?…”. “La scommessa di Emmaus”, questo il titolo del volume che è stato presentato in anteprima il 22 settembre, in un dialogo tra la stessa presidente dei Focolari e Lucetta Scaraffia (storica ed editorialista de “L’Osservatore Romano”) e Marco Politi (scrittore ed editorialista de “Il Fatto Quotidiano”). Scaraffia e Politi non si sono lasciati sfuggire l’occasione di avere di fronte Maria Voce in persona e l’intervista ha toccato gli argomenti più diversi: come affrontare il tema dell’immagine dopo un tempo di nascondimento; la richiesta che i Focolari si facciano promotori della riflessione di grandi temi come il protagonismo dei laici, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e con persone di convinzioni diverse; la donna, fine vita, famiglia e lavoro, i musulmani in Europa; il carisma femminile di Chiara Lubich come dono per la Chiesa; il ridotto numero dei focolarini che fanno una scelta radicale di vita in confronto al vasto Movimento, e altro ancora.
Maria Voce sembra trovarsi nel salotto di casa sua con due amici. Non si scompone e risponde con immediatezza e lucidità. “Non siamo ammalati di nascondimento, ma non ci teniamo a farci pubblicità. Desidereremmo, piuttosto, che le persone conoscessero quel tanto di incisività positiva che riusciamo a mettere nelle realtà umane. Non sento di avere cose significative da dire come Maria Voce, ma come Movimento dei Focolari”. “I laici non hanno bisogno di incoraggiamento, ma piuttosto di essere lasciati liberi di agire in un contesto ecclesiale di maggiore fiducia”, si legge nel libro. Questa frase, particolarmente apprezzata dalla Scaraffia, è lo spunto per riflettere su laici e donna: “Chiara, prima ancora di essere una donna, è laica. (…) [La sua] è stata una grande anticipazione, quella di far sentire la forza vitale del laicato nella Chiesa. Per quanto riguarda la presenza femminile, Chiara amava dire che la donna ha, come caratteristica propria, una capacità più grande di amare e di soffrire. Questo è manifestato soprattutto nella maternità. Quindi direi che la donna ha, in modo particolare, la capacità di far famiglia. (…) In una Chiesa che si vuole sempre di più famiglia, comunione, sintesi di tutte le aspirazioni dell’umanità, la donna ha la sua funzione importante. Però – così come sempre Chiara ha detto – sono convinta che la donna e l’uomo sono davanti a Dio ugualmente responsabili. Nel Vangelo c’è scritto che non c’è nè uomo nè donna, nè giudeo nè greco, quindi l’importante è che sia la donna che l’uomo diventino quello che devono essere, cioè Cristo nella Chiesa”. Dopo un intermezzo musicale Marco Politi propone “un focolare del colloquio”: promuovere regolarmente delle riflessioni sui grandi temi. “È una sfida più che una domanda” ribatte Maria Voce. “Sarebbe, questa, una cosa più congeniale al nostro stile, al nostro modo di fare, perché non sarebbe tanto un mettere a confronto grandi idee, ma delle esperienze – come è stato d’altra parte in questi due giorni a LoppianoLab –. La testimonianza che vogliamo dare è quella del rapporto con chi ci sta accanto, non con i grandi sistemi”.
Riguardo al “problema della costruzione delle moschee, per esempio, ritengo che la cosa più importante sia che i musulmani si sentano accolti e compresi dai cristiani anche nel modo di esprimere la propria religiosità”. Continua affermando che il Movimento arriva alla riflessione dei grandi temi con il proprio stile, di vicinanza, di esperienza vitale. “Ad esempio in una scuola, in un ospedale, si mettono insieme le persone del Movimento che vi operano e condividono le esperienze della loro professione vissuta cristianamente. Dalla vita spesso nasce anche una riflessione che genera delle iniziative concrete, insieme a delle linee di pensiero che poi vengono offerte”. “Il carisma di per sè ha le risposte. Sono le domande che cambiano secondo i tempi. A nuove domande, si esigono nuovi modi di formulare le risposte che comunque si trovano nel carisma”. Riguardo all’ecumenismo: “Credo che sia un cammino difficile. È una vergogna per tutti i cristiani essere divisi. Se ce ne rendiamo conto, ne soffriamo. E il partecipare tutti della stessa sofferenza, non potrà non farci fare dei passi per superarla. Allora può darsi che si faranno, anche se con fatica, dei passi verso l’unità. Per arrivarci, bisogna saper perdere qualcosa, tutti! E questo costa. Noi crediamo che, come Movimento, la nostra funzione è proprio quella di metterci in questa spaccatura. Dobbiamo camminare! Credo che sia una ricerca che dobbiamo fare insieme”. Sul numero esiguo dei focolarini: “Proprio perché è una scelta radicale, il consumarsi nell’unità – che significa amarsi reciprocamente, perdendosi completamente nell’altro, perché Dio sia fra di noi – è una scelta esigente per la quale non tutti sono chiamati; anche se la scelta di Dio la fanno tutti nel Movimento”. E conclude: “A noi interessa che vada avanti l’idea della fraternità universale. È Dio che conduce la storia, dunque non dobbiamo aver paura”. L’ora è volata via. Tra i tre sul palco e i 3.000 presenti si è creato un feeling che non si vorrebbe interrompere. Ma la “scommessa di Emmaus” ormai è stata lanciata e accolta.
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22 Set 2012 | Centro internazionale, Cultura
Nella presentazione in prima nazionale del libro-intervista: Maria Voce in dialogo con Paolo Lòriga e Michele Zanzucchi, “La scommessa di Emmaus, cosa fanno e cosa pensano i focolarini nel dopo Chiara Lubich” (Città Nuova Ed.) Maria Voce, presidente dei Focolari ha dialogato con Lucetta Scaraffia (Osservatore Romano) e Marco Politi (Il Fatto Quotidiano). Ne è risultato uno scambio intenso e appassionato sulle grandi questioni della chiesa e della società: il ruolo della donna, l’impegno dei laici cattolici, la visibilità dei Focolari oggi, il problema ecumenico, il dialogo interreligioso e i rapporti con i “diversamente credenti”. Di fronte ad una sala gremita – 3.000 persone da tutta Italia e tantissimi collegati in streaming – Maria Voce ha invitato i membri dei Focolari ad un impegno totalitario: “E’ questo il momento di offrire il nostro modo di evangelizzare, la nostra testimonianza, la nostra vita, la nostra parola, senza temere di trovare una resistenza. Sono convinta che Dio conduce la storia, e allora di cosa abbiamo paura? Non ci teniamo a farci pubblicità, desideriamo piuttosto che le persone conoscano quel tanto di incisività positiva che riusciamo a mettere nelle realtà umane”. Leggi tutto – Comunicato Stampa 22 settembre 2012
Ulteriori informazioni: Servizio Informazione Focolari Articoli nella stampa: “Il carisma non finisce con la nascita in cielo della fondatrice” Zenit 22/09/2012 Né femminista né sinodista, ma vera Focolarina. Maria Voce mostra che “la scommessa di Emmaus” è vinta Zenit 23/09/2012 (altro…)
20 Set 2012 | Centro internazionale, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Non si regge una società senza giustizia; pure, per la società vale ancora di più la carità, che supera la giustizia senza annullarla. La giustizia fonda la società, la carità la nutrisce; una è il cervello, l’altra è il cuore; uno lo scheletro, l’altra il sangue. Roma col suo diritto arrivò molto innanzi nel cammino della civiltà: – dà a ciascuno il suo -; ma non arrivò dove giunse Cristo, che disse: – dà agli altri anche il tuo -. La giustizia dice: – non rubare la roba altrui -. La carità intima: – dà a chi ha bisogno la roba tua -. Cioè con la giustizia diamo ad altri ciò che è loro; con la carità ad essi diamo anche quello che è nostro. È quindi non solo un ristabilimento dell’equilibrio preesistente o presupposto, ma un accrescimento e miglioramento di esso, verso un’equità a cui il diritto non arriva. Un padrone che dà all’operaio la mercede pattuita, resta nella giustizia; ma se al salario, che è insufficiente alla famiglia, aggiunge più di quanto ha pattuito, entra nella carità. Quella non toglie: ma questa aggiunge. Insomma nel diritto, come è codificato e come è inteso, si può morire di fame e d’abbandono; nella carità no: finché c’è uno che mangia e vive, dà del suo pane e del suo aiuto anche agli altri. E se la forza della giustizia tiene gli uomini al loro posto freddamente, come articoli in casella, la forza della carità li lega in una solidarietà familiare, rompendo i setti divisori e facendo circolare calore e sorriso. Forza espansiva e coesiva, più ricca e più nutriente della giustizia, la carità non si contenta di mantenere ciascuno al suo posto nel mondo, essa tende a fare nel mondo un posto per tutti – una famiglia – sempre aperta e pronta a ricreare le fonti della vita e della speranza. Perciò mentre la Giustizia fu rappresentata con le bilance in mano e la benda agli occhi, la Carità ha invece gli occhi bene aperti per vedere anche dove lo sguardo dei distratti e dei felici non arriva; e non sta a misurare quello che dà, e offre a piene mani, senza ragionar troppo sui meriti della persona – del fratello – a cui dà. Questo servizio – questo prodigarsi per i fratelli, questo trasferire loro la nostra fortuna, le nostre forze e il nostro sangue, sì da far della nostra vita la loro vita – al solito, nella identificazione cristiana, è un servizio reso, attraverso i fratelli, a Cristo stesso; e – per la reversibilità del corpo mistico – un servizio, il più vero, il più cospicuo, reso a noi stessi. Facciamo i nostri interessi facendo gli interessi degli altri: servendo. Il padre serve i figli, il cittadino serve la comunità, il prete serve i fedeli, chi comanda serve chi obbedisce, e così via; e tutti siam serviti da Cristo, che dà la vita per tutti. Questo amore nasce nell’ordine della grazia: ma lì non si ferma. Si è cristiani, si è fratelli, si è nella Chiesa, sempre: quindi ogni società, anche civile, anche economica, se composta di cristiani, è inclusa in questo ciclo del divino, e ne beneficia. Animata dalla carità, semplifica i propri problemi umani e cospira alla soluzione dei problemi eterni. Questa è la carità vista come grande virtù sociale. E Cristo è un debitore il quale paga il cento per uno. Può dare un’eternità per una modesta – e magari sudicia – carta moneta.
La società cristiana, Città Nuova, 2010, pp.98-101.
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14 Set 2012 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Con il saluto introduttivo della presidente Maria Voce, il 13 settembre ha preso il via l’incontro annuale dei Delegati del Movimento dei Focolari, che vede radunati circa 300 partecipanti, fra responsabili centrali e provenienti delle diverse aree geografiche dove il Movimento è presente. Il convegno si protrarrà fino al 6 ottobre e prevede tre giorni di “ritiro spirituale”, incentrato su uno dei punti della spiritualità dell’unità: l’amore al fratello. Il tema verrà approfondito attingendo ai testi e discorsi di Chiara Lubich, con una riflessione di Maria Voce e testimonianze dei partecipanti. Questi ultimi offriranno esperienze di vita del Vangelo, argomento approfondito nell’anno appena concluso. Prevista anche una riflessione sull’Anno della Fede – indetto da Benedetto XVI dall’ottobre prossimo – da parte del teologo irlandese d. Brendan Leahy e della dott.ssa Lida Ceccarelli, focolarina. La prima fase del raduno si concluderà con un collegamento via internet che sarà seguito dalle numerose comunità sparse in tanti paesi. Lunedì 17 settembre partiranno i lavori incentrati su diversi argomenti e in particolare: i New Media e la trasformazione della società, l’identità del “focolarino” e il suo contributo specifico – alla luce del carisma dell’unità – alla Chiesa e alla società, la presentazione dello sviluppo del Movimento in alcuni paesi (Canada, USA, America Latina…). Non mancherà un bilancio sul Genfest 2012 appena conclusosi in Ungheria, protagonisti i giovani. Un segnale dell’importanza con la quale i Focolari guardano alle nuove generazioni come un futuro che è già presente e di sprone per tutto il Movimento. La celebrazione della messa del 26 settembre sarà presieduta dal vescovo di Frascati, Mons. Raffaello Martinelli. In concomitanza con questo raduno, esce, edito da Città Nuova, il libro “La scommessa di Emmaus, cosa fanno e cosa pensano i focolarini nel dopo Chiara”. In questi giorni ne avremo un assaggio. (altro…)