Ago 31, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
I contributi raccolti nel presente volume analizzano i rapporti che si sono intrecciati tra Giovanni Battista Montini-Paolo VI, Chiara Lubich, Igino Giordani e il Movimento dei Focolari (Opera di Maria). È una storia che risale a ben prima della stagione del Vaticano II e che ha avuto un seguito anche dopo la metà degli anni Sessanta, in un periodo che ha visto la crescita e l’affermazione all’interno della Chiesa cattolica di numerosi movimenti ecclesiali. Dall’analisi di documenti d’archivio inediti emerge il profondo legame tra Chiara Lubich e Giovanni Battista Montini, il quale, fin dagli anni del servizio in Segreteria di Stato e durante il suo pontificato, seppe valorizzare e incoraggiare la dimensione cristocentrica, fraterna ed ecumenica del carisma del Movimento dei Focolari. A testimonianza le parole di Chiara Lubich dopo la morte di Paolo VI: «Per me il Papa non è morto, ha cambiato sede: dalla cattedra di Pietro dalla quale vigilava anche su di noi e ci proteggeva, alla presenza di Dio dove non può non continuare a proteggerci con quell’amore sensibile, fattivo, materno, costante di cui ci aveva colmati quando era su questa terra». Quaderni dell’Istituto Paolo VI
Ago 30, 2015 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Se osservo ciò che lo Spirito Santo ha fatto con noi e con tante altre “imprese” spirituali e sociali oggi operanti nella Chiesa, non posso non sperare che Egli agirà ancora e sempre con tale generosità e magnanimità. E ciò non solo per opere che nasceranno ex-novo dal suo amore, ma per lo sviluppo di quelle già esistenti come la nostra. E intanto per la nostra Chiesa sogno un clima più aderente al suo essere Sposa di Cristo; una Chiesa che si mostri al mondo più bella, più santa, più carismatica, più famigliare, più intima, più configurata a Cristo suo Sposo. La sogno faro dell’umanità. E sogno in essa una santità di popolo, mai vista. Sogno che quel sorgere – che oggi si costata – nella coscienza di milioni di persone d’una fraternità vissuta, sempre più ampia sulla Terra, diventi domani, con gli anni del 2000, una realtà generale, universale. Sogno con ciò un retrocedere delle guerre, delle lotte, della fame, dei mille mali del mondo. Sogno un dialogo d’amore sempre più intenso fra le Chiese così da far vedere ormai vicina la composizione dell’unica Chiesa. Sogno l’approfondirsi d’un dialogo vivo e attivo fra le persone delle più varie religioni legate fra loro dall’amore, “regola d’oro” presente in tutti i libri sacri. Sogno un avvicinamento e arricchimento reciproco fra le varie culture nel mondo, sicché diano origine a una cultura mondiale che porti in primo piano quei valori che sono sempre stati la vera ricchezza dei singoli popoli e che questi s’impongano come saggezza globale. Sogno che lo Spirito Santo continui a inondare le Chiese e potenzi i “semi del Verbo” al di là di esse, cosicché il mondo sia invaso dalle continue novità di luce, di vita, di opere che solo Lui sa suscitare. Affinché uomini e donne sempre più numerosi s’avviino verso strade rette, convergano al loro Creatore, dispongano anima e corpo al suo servizio. Sogno rapporti evangelici non solo fra singoli, ma fra gruppi, movimenti, associazioni religiose e laiche; fra i popoli, fra gli Stati, sicché si trovi logico amare la patria altrui come la propria. È logico il tendere a una comunione di beni universale: almeno come punto d’arrivo. (…) Sogno perciò già un anticipo di cieli nuovi e terre nuove come è possibile qui in terra. Sogno molto, ma abbiamo un millennio per vederlo realizzato». Chiara Lubich Da: Attualità. Leggere il proprio tempo, Città Nuova, Roma 2013, pp. 102-103 (altro…)
Ago 29, 2015 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Pasquale Foresi è intervenuto innumerevoli volte con la parola e con lo scritto a presentare la teologia del carisma di Chiara Lubich nella sua dimensione sociale e spirituale, sottolineandone con autorevolezza la novità, sia in ordine alla vita che al pensiero. Il periodo tra gli anni 1990 e 1998 è stato per lui particolarmente intenso nel rispondere, in tante occasioni, a numerose domande di membri del Movimento di tutte le vocazioni e delle più svariate provenienze geografiche e culturali. In uno di questi interventi, risponde a chi gli chiede un consiglio su come vivere l’umiltà: «Vivere l’umiltà significa semplicemente accettare di essere quello che si è – risponde Foresi–. E noi siamo tutti peccatori. Se qualcuno dice “Io non sono un peccatore”, mente. Quindi l’umiltà possiamo sempre averla. A me è sembrato pieno di sapienza e mi ha aiutato a viverla lo schema di san Benedetto, che potrebbe sintetizzarsi nel modo seguente. II primo passo per essere umili è accettare le umiliazioni, le mortificazioni. A un certo momento qualcuno parla male di te nel tuo ufficio, nel tuo ambiente di lavoro, magari ci può essere un’incomprensione con un’altra persona, o una vera e propria calunnia… Bisogna saper accettare queste tribolazioni e difficoltà. II secondo passo è amare queste umiliazioni, che è qualcosa di più che accettare. Questo vale ad esempio quando abbiamo dato la vita per gli altri e sorgono nella comunità delle accuse, dei giudizi, proprio da parte di persone per le quali abbiamo fatto tanto. Spesso sono delle critiche che hanno qualcosa di vero, ma sono esagerate. È difficile amare tali umiliazioni, ma sono importanti per crescere nella vita di Dio. II terzo passo è prediligere le umiliazioni: non solo amarle, ma esserne contenti. Come quando per esempio qualcuno parla male di te e dici: “Questa è una grazia di Dio che ricevo in questo momento … “. Qui si trova il massimo grado a cui tutti dobbiamo tendere, perché ci rimette in quella umiltà che ci avvicina. Ovviamente le calunnie, per quanto possibile, si devono chiarire, ma sempre con distacco, vivendo il Vangelo, il quale dice ad esempio: “Beati sarete quando, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e gioite perché il vostro premio e grande nei Cieli”». Da: Pasquale Foresi – COLLOQUI, domande e risposte sulla spiritualità dell’unità, Città Nuova Editrice, Roma 2009, pag. 64. (altro…)
Ago 18, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità
Comme le Concile Vatican II l’a réaffirmé avec conviction, l’Eucharistie produit des fruits inattendus qui la révèlent « sacrement d’unité », faisant naître une communauté nouvelle et des germes de résurrection dans l’histoire et dans la nature. Tout au long de son livre, à travers des extraits de son journal intime, des passages inédits de conversations, des textes publiés mais peu connus et des épisodes vivants et concrets, Chiara Lubich raconte sa graduelle découverte de Jésus Eucharistie dans sa vie personnelle et dans celle du Mouvement qu’elle a fait naître. Une narration qui devient « mystagogie » : proposition discrète du mystère qui convainc et entraine le lecteur vers la même expérience. Un ouvrage fait pour un public large, extrêmement simple et complet à la fois, utilisable aussi bien comme outil de catéchèse que comme livre de méditation. Edition: Nouvelle Cité
Ago 18, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Scrutando la composizione della sala del centro Chiara Lubich, a Trento, quest’anno, potremmo stupirci di una certa sua bizzarra eterogeneità: 250 giovani dai 16 ai 30 anni provenienti da più di 20 nazioni, 70 tra sacerdoti e seminaristi e una ventina di adulti che si impegnano a vivere la spiritualità dei Focolari a livello parrocchiale o diocesano. Quale idea c’è dietro quest’incontro previsto dal 2 al 7 agosto a Trento? Cosa lega così tante realtà culturali differenti? Una prima risposta la troviamo nel titolo dell’incontro: “Anche adesso come ieri”. Ed una seconda nella stessa città di Trento. Questi giovani, adulti e sacerdoti si riuniscono per riflettere sul primo nucleo generativo del proprio carisma spirituale e per ripercorrere (anche fisicamente) il cammino che dal 1943 ha ispirato ed informato il Movimento dei Focolari. «Abbiamo iniziato l’incontro in un clima esplosivo di gioia – raccontano Ludovico e Eleonora –. Il programma vuole essere un immersione nella vita dei primi tempi, con la radicalità del vivere la Parola».
Il programma si è alternato tra argomenti tematici e gite sui posti dove i Focolari hanno percorso i primi passi: Piazza Cappuccini, Fiera di Primiero, Tonadico, Goccia d’Oro … «Durante la Messa nella Chiesa dei Cappuccini – scrive Zbyszek – ci siamo dichiarati pronti, con la grazia di Cristo, a dare la vita l’uno per l’altro, a cominciare dalle piccole cose nel quotidiano. In quel luogo dove Dio ha sigillato il patto d’unità tra Chiara e Foco (Igino Giordani), anche noi abbiamo voluto rinnovare quell’amore reciproco, che “Anche adesso come ieri” vogliamo vivere». C’è stata, poi, l’opportunità di arricchirsi attraverso l’intervento di esperti della comunicazione, del dialogo interreligioso, anche di cooperazione e sviluppo dell’AMU (Azione Mondo Unito). Con il loro contributo abbiamo riflettuto sulla comunicazione e le sfide della nostra società multietnica e multi-religiosa. Molto spazio è stato inoltre dedicato all’approfondimento del tema dell’immigrazione e dell’accoglienza attraverso la preziosa collaborazione offerta dal “Progetto Cinformi”, che ha presentato il modello di accoglienza proposto ed applicato dalla città di Trento, mettendosi anche a disposizione con laboratori attivi realizzati tramite due visite ai campi d’accoglienza. Momenti indimenticabili di incontro con un centinaio di rifugiati che sono in attesa di un futuro.
Alcuni di loro sono venuti a trovarci alla scuola. Rita confida: «Mi ha molto colpito Lamin, un giovane musulmano del Ghana che ha scritto una poesia alla sua mamma e ce l’ha voluta leggere a tutti. Una poesia piena di nostalgia ma anche di speranza. Gli occhi di queste persone dicono tutto, non si possono dimenticare». A conclusione due mete, una a breve e altra a lungo termine: appuntamento alla Giornata mondiale della gioventù (GMG) che il prossimo anno si farà a Cracovia (Polonia); e l’unità del mondo come obiettivo – secondo la preghiera di Gesù “Che tutti siano Uno” –, per il quale siamo convinti che vale la pena spendere la vita. «Partiamo con l’impegno di essere “Parola viva” – scrivono Danilo e Emanuele – e di portare questa “acqua pura di sorgente” nei nostri paesi e nella quotidianità delle nostre periferie, donandoci ad ogni prossimo che ci passerà accanto». (altro…)
Ago 15, 2015 | Chiara Lubich, Spiritualità
Fra le tante parole che il Padre pronunziò nella Sua Creazione ve ne fu una tutta singolare. Non poteva esser tanto oggetto d’intelletto quanto d’intuizione, non tanto splendore di sole divino, quanto ombra soave e tiepida, quasi nuvoletta alacre e bianca che tempera e adatta i raggi del sole alla capacità visiva dell’uomo. Era nei piani della Provvidenza che il Verbo si facesse carne, che una parola, la Parola, fosse scritta in terra a carne e sangue, e questa Parola abbisognava d’uno sfondo. Le armonie celesti bramavano, per amor di noi, trasferire il loro concerto unico e solo, sotto le nostre tende: ed esse avevano bisogno d’un silenzio. Il Protagonista dell’umanità, che dava senso ai secoli passati e illuminava e convogliava dietro a Sé i secoli futuri, doveva apparire sulla scena del mondo, ma Gli occorreva uno schermo bianco che a Lui desse tutto il rilievo. Il più gran disegno che l’Amore-Dio potesse immaginare, doveva tracciarsi maestoso e divino e tutti i colori delle virtù dovevano trovarsi composti e pronti in un cuore per servirLo. Quest’ombra mirabile che contiene il sole e ad esso cede ed in esso si ritrova; questo sfondo bianco immenso quasi una voragine, che contiene la Parola che è Cristo ed in Esso si inabissa, luce nella Luce; questo altissimo silenzio che più non tace perché in esso cantano le armonie divine del Verbo ed in Lui diventa nota delle note, quasi il «la» dell’eterno canto del Paradiso; questo scenario maestoso e bello come la natura, sintesi della bellezza profusa dal Creatore nell’universo, piccolo universo del Figlio di Dio, che più non si osserva perché cede le sue parti ed il suo interesse a Chi doveva venire ed è venuto, a Quello che doveva fare ed ha fatto; quell’arcobaleno di virtù che dice «pace» al mondo intero perché la Pace al mondo ha dato; questa creatura immaginata negli abissi misteriosi della Trinità e a noi donata, era Maria. Di Lei non si parla di Lei si canta. A Lei non si pensa, La si ama ed invoca. Non è oggetto di studio, ma di poesia. I più grandi geni dell’universo hanno messo il pennello e la penna al Suo servizio. Se Gesù incarna il Verbo, il Logos, la Luce, la Ragione, Ella impersona l’Arte, la Bellezza, l’Amore. Capolavoro del Creatore, Maria, per la quale lo Spirito Santo ha sbizzarrito tutte le Sue invenzioni, ha versato molte Sue ispirazioni. Bella Maria! Di Lei mai abbastanza si dirà. (da Maria trasparenza di Dio, Città Nuova, Roma 2003) Fonte: Centro Chiara Lubich Immagine in evidenza: Ave Cerquetti, ‘Mater Christi’ – Roma, 1971 (altro…)