Movimento dei Focolari
Istituto Universitario Sophia: inaugurato l’anno accademico 2024-2025

Istituto Universitario Sophia: inaugurato l’anno accademico 2024-2025

Martedì 4 marzo, è stato inaugurato il 17.mo anno accademico dellIstituto Universitario Sophia a Loppiano (Figline e Incisa Valdarno – FI). La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna dell’Istituto, alla presenza dell’intera comunità accademica e di una rappresentanza della ricca rete di relazioni e collaborazioni che l’Istituto Universitario Sophia, in questi primi 17 anni di vita, ha saputo tessere con le Istituzioni, gli altri atenei e le realtà del terzo settore.

Sono intervenuti: il Magnifico Rettore Declan O’Byrne; il Gran Cancelliere dell’Istituto, S. E. Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze; la Vice Gran Cancelliere, la Dott.ssa Margaret Karram, Presidente  del Movimento dei Focolari; il vescovo di Fiesole, S. E. Mons. Stefano Manetti; il sindaco di Figline e Incisa Valdarno, Valerio Pianigiani; Paolo Cancelli, direttore dell’Ufficio sviluppo della Pontificia Università Antonianum; Marco  Salvatori, Presidente  del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.

Al centro della cerimonia, la prolusione intitolata “Dialogo, religioni, geopolitica” tenuta da Fabio Petito, Professore di Relazioni internazionali e Direttore della Freedom of Religion or Belief & Foreign Policy Initiative presso l’Università del Sussex, nonché coordinatore scientifico del Programma Religioni e Relazioni Internazionali del Ministero degli Affari Esteri e ISPI (Istituto per gli studi di Politica Internazionale). Petito ha sottolineato come oggi, «la religione sembra essere parte e, a volte, al centro dell’attuale scenario di instabilità e crisi internazionale». Tuttavia, sebbene si tratti di un fenomeno meno visibile globalmente, «non si può negare che nell’ultimo quarto di secolo ci sia stata una significativa crescita dello sforzo dei rappresentanti delle  comunità religiose nel rispondere  alla violenza e alle tensioni politiche, attraverso iniziative di dialogo e collaborazione interreligiosa». Petito ha così sottolineato l’importanza che luoghi come l’Istituto Universitario Sophia possono avere nell’approfondire e diffondere con creatività la cultura dell’incontro e «far fiorire piccoli semi di speranza e frutti di unità e fratellanza umana».

In pieno stile Sophia, comunità accademica internazionale e laboratorio di vita, formazione, studio e ricerca, alla prolusione è seguito un momento di dialogo, moderato dal giornalista e vaticanista Andrea Gagliarducci (Eternal Word Television Network e ACI Stampa), che ha visto protagonisti il Gran Cancelliere Mons. Gherardo Gambelli, alla sua prima visita presso l’Istituto, la Vice Gran Cancelliere Dott.ssa Margaret Karram e sei studenti dell’università.

Il dialogo, partendo dalle storie personali dei giovani provenienti da Terra Santa, Filippine, Argentina, Kosovo, Sierra Leone e Perù, ha toccato temi di importanza globale e di scottante attualità: il valore della diplomazia dal basso per la risoluzione dei conflitti e la ricerca della pace; l’impegno per un’economia più giusta ed equa, con l’esperienza di Economy of Francesco; il ruolo dei  giovani  del  Mediterraneo  nella  costruzione  di  una  cultura  dell’incontro;  il  valore  della

riconciliazione e del dialogo interreligioso, in particolare tra cristiani e musulmani con l’esperienza sophiana di Wings of Unity; le speranze dei giovani africani impegnati nel progetto  Together for a New Africa, per il cambiamento e il bene comune del loro continente; le inquietudini e le fragilità dei giovani in cerca di una vocazione e realizzazione nel mondo globalizzato.

L’inaugurazione dell’anno accademico 2024-25 ha evidenziato, una volta di più, la capacità di questa ancora piccola realtà accademica di formare giovani preparati ad affrontare la complessità del mondo odierno, in una prospettiva trans-disciplinare e di lavorare in sinergia con specialisti di vari campi e Istituzioni per promuovere nella concretezza della vita sociale il dialogo tra le culture, dando impulso alla crescita interiore, intellettuale e sociale delle persone in una dinamica di reciprocità.

Il Gran Cancelliere dell’Istituto, S. E. Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze: «Tra gli obiettivi dell’Istituto c’è quello di “promuovere nella concretezza della vita sociale il dialogo tra le culture, dando impulso alla crescita interiore, intellettuale e sociale delle persone in una dinamica di reciprocità”. Diverse parole-chiave emergono in questo progetto: promozione, vita sociale, dialogo, crescita interiore, intellettuale e sociale, reciprocità. Termini tutti indirizzati verso la crescita personale, rendendo così capace il singolo, non solo di saper abitare in modo dignitoso il “noi” della comunità in cui è inserito, ma anche di sentirsi sempre più abitato da quel “noi” a cui appartiene. Un “noi” che non vuole contrapporsi a un ipotetico “voi”, ma che si rende quotidianamente capace di abbracciare tutto ciò che appare con il volto dell’altro, del diverso, dello scartato».

La Vice Gran Cancelliere, Dott.ssa Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari: «È importante che in un’istituzione come la nostra si metta in risalto il dialogo e il ruolo delle religioni nell’attuale condizione mondiale, dove – lo stiamo vedendo in questi ultimi giorni – persone e popoli rischiano di annegare nel disorientamento e nello sconforto. […] Anche l’Istituto Universitario Sophia, in quanto “casa” di una cultura che è fondata sul Vangelo, è impegnato con e nella Chiesa ad offrire risposte e orientamenti alla luce del Carisma dell’unità. A noi, ora, il compito di andare avanti con coraggio e impegnarci a far sì che venga maggiormente riconosciuto l’apporto di questo Istituto Universitario per la promozione della cultura dell’unità che contribuisce a costruire la pace e la fraternità tra persone e popoli».

Declan O’Byrne, Magnifico Rettore dell’Istituto Universitario Sophia: «Insieme, come comunità accademica unita da un ideale comune, continuiamo a costruire Sophia come un faro di sapienza e unità nel panorama dell’educazione superiore. Che il nostro impegno collettivo possa continuare a illuminare le menti, ispirare i cuori e trasformare la società, un passo alla volta, verso quella civiltà dell’amore a cui tutti aspiriamo».

Valerio Pianigiani, sindaco di Figline e Incisa Valdarno: «Di fronte a divisioni e violenze che non possono lanciarci indifferenti, il sapere, la conoscenza, la tolleranza e la comprensione del mondo che ci circonda possono essere l’antidoto alla brutalità e alle divisioni. Un ponte che aiuta alla comprensione dell’altro, nell’ottica di lavorare tutti insieme e di impegnarsi per un bene comune. Grazie a chi lavora in questo Istituto con passione e impegno ogni giorno, per crescere menti sempre più consapevoli anche qui, a Figline e Incisa Valdarno, una comunità che cresce fermamente nel valore della pace, della solidarietà e del dialogo».

Stefano Manetti, vescovo di Fiesole: «L’impegno di dialogare e comunicare con tutti accorcia le distanze, elimina le emarginazioni, diventa un segno di speranza evangelico di cui abbiamo estremamente bisogno. Auguro pertanto ai docenti, agli studenti di continuare a riscattare gli ultimi, attraverso il dono delle relazioni, la condivisione dei temi culturali, e continuare ad essere “angeli della speranza” per tutti coloro che incontrate sul vostro cammino».

Paolo Cancelli, direttore dell’Ufficio sviluppo della Pontificia Università Antonianum: «Siamo convinti che dobbiamo lavorare insieme nella cultura del dialogo come via, nella collaborazione comune come condotta, nella conoscenza reciproca come  metodo e  criterio. […]  Dobbiamo mettere al centro l’umiltà, la vocazione di servire un processo nel quale abbiamo una certezza: nessuno si salva da solo. E proprio in questa logica, che è quella della sinfonia delle diversità, è arrivato il momento di mettere in campo i nostri talenti, le nostre emozioni, le nostre volontà, per costruire quella che è l’opportunità di un futuro diverso. Un futuro nel quale la fratellanza e l’armonia possono in qualche modo accompagnarci in quella sinfonia delle diversità che rendono autentica la missione universitaria. Credo che a livello accademico e a livello scientifico, questa si realizzi nell’inter e trans-disciplinarietà. Di fronte abbiamo un poliedro di complessità e noi non possiamo risolvere situazioni da soli da un’unica materia. Serve l’idea di stare insieme».

Marco Salvadori, Presidente del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira: «È con grande gioia che porto i saluti del Centro Internazionale Studenti, Giorgio La Pira. L’inaugurazione di un nuovo anno accademico è sempre un momento di grande entusiasmo e riflessione. È l’opportunità di guardare avanti, di raccogliere le sfide e di contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e sostenibile attraverso lo studio, l’impegno e la dedizione. Quello che oggi celebriamo non è solo l’inizio di un nuovo anno accademico ma la possibilità di imparare, di crescere insieme e di costruire legami duraturi tra culture e generazioni. Auguro a tutti, allora, in particolare ai giovani studenti, un anno ricco di scoperte di crescita personale e professionale».

Caro papa Francesco

Caro papa Francesco

Caro papa Francesco, forse non ricorda, ma ci siamo conosciuti il 26 settembre 2014, quando Lei ha ricevuto in udienza privata una delegazione del Movimento dei Focolari. Ne facevo parte anch’io, Luciana Scalacci di Abbadia san Salvatore, in rappresentanza delle culture non religiose che pure hanno casa tra i Focolari. Sono una di quelle persone che, come mi ha detto una volta Jesus Moran, «hanno aiutato Chiara Lubich ad aprire nuove piste per il carisma dell’unità». Sono una persona non credente che ha ricevuto tanto dal Movimento.

In quella giornata straordinaria, ho avuto il privilegio di scambiare con Lei alcune parole che non dimenticherò mai, e che riporto.

Luciana: «Santità, quando Lei ha assunto la carica di vescovo di Roma, io le ho scritto una lettera, pur sapendo che Lei non avrebbe avuto opportunità di leggerla, con quante lettere riceve, ma era importante per me farle giungere il mio affetto e il mio augurio, perché io, Santità, non mi riconosco in nessuna fede religiosa, ma da più di 20 anni faccio parte del Movimento dei Focolari che mi ha ridato la speranza che è ancora possibile costruire un mondo unito».

Papa: «Preghi per me, anzi lei non è credente, non prega, mi pensi, mi pensi fortemente, mi pensi sempre, ne ho bisogno».

Luciana: «Ma guardi Santità, che a modo mio io prego per Lei».

Papa: «Ecco, una preghiera laica e mi pensi fortemente, ne ho bisogno».

Luciana: «Santità, in salute, con coraggio, con forza! La Chiesa cattolica e il mondo intero abbiamo bisogno di Lei. La Chiesa cattolica ha bisogno di Lei».

Papa: «Mi pensi fortemente e preghi laicamente per me».

Ora, caro papa Francesco, Lei è in un letto di ospedale, e anche io sono nella stessa condizione. Entrambi davanti alla fragilità della nostra umanità. Volevo assicurarle che non smetto di pensarla e pregare laicamente per Lei. Lei preghi cristianamente per me. Con affetto

Luciana Scalacci
(Fonte: Città Nuova– Foto: ©VaticanMedia)

Apostoli di speranza contro la tratta di persone

Apostoli di speranza contro la tratta di persone

In questo mese di febbraio celebriamo l’XI edizione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che ogni anno cade l’8 febbraio in occasione della festa di Santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta.

Quest’anno l’evento si ispira all’invito di Papa Francesco ad essere pellegrini di pace e apostoli di speranza e si inserisce nel quadro degli eventi legati al Giubileo 2025. Il tema scelto è: Ambasciatori di speranza: insieme contro la tratta di persone.

Celebrata in tutto il mondo, la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone è stata introdotta da Papa Francesco nel 2015. Il coordinamento, affidato a Talitha Kum, si avvale di una rete di organizzazioni – fra cui il Movimento dei Focolari – con l’obiettivo di pregare insieme, riflettere collettivamente sulle realtà della tratta di persone e sostenere le vittime, i sopravvissuti e le popolazioni vulnerabili. In particolare, con questa iniziativa si vuole promuovere e aiutare donne, bambini, migranti, rifugiati e giovani.

Quest’anno nella settimana dal 4 al 10 febbraio si susseguono vari eventi volti a sensibilizzare l’argomento. Oltre 100 rappresentanti delle diverse organizzazioni partner – giovani provenienti da tutto il mondo, sostenitori e attivisti, sopravvissuti, profughi, migranti e personaggi pubblici dell’industria artistica/cinematografica – si riuniscono a Roma per promuovere un appello di speranza, pace, amore e unità della Chiesa cattolica con l’intento di guarire le ferite del mondo. Fra i vari appuntamenti, il 6 febbraio alle ore 16-19 (ora italiana) il Gen Verde parteciperà all’evento “Invocare la speranza e promuovere eventi di guarigione” presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Ma l’evento centrale sarà il pellegrinaggio online previsto per il 7 febbraio dalle ore 11.30 alle 16.30 (ora italiana): una maratona di preghiera e riflessione attraverso tutti i continenti e disponibile in cinque lingue.

Di recente il Dicastero per la Dottrina della fede ha pubblicato la Dichiarazione “Dignitas Infinita” che fa riferimento alle gravi violazioni della dignità umana, come la tratta di persone descritta come “un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate”. Allo stesso modo, sottolinea l’importanza di contrastare fenomeni quali “commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”. Inoltre, menziona le ripercussioni di questo crimine contro l’umanità. “La tratta deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità”.

Attualmente si stima che 50 milioni di persone siano colpite dal fenomeno della schiavitù moderna a livello globale. Coloro che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono le donne e i bambini. L’anno giubilare e la tematica della speranza, evidenzia l’importanza di promuovere questo valore anche attraverso azioni concrete come la lotta globale contro l’orribile realtà della tratta di persone. Siamo quindi chiamati all’azione, ad essere ambasciatori di speranza, poiché la dignità e la fraternità umana che tutti sosteniamo sono in grave pericolo.

Per info: www.preghieracontrotratta.org

Lorenzo Russo

Impegno per la pace

Impegno per la pace

Pace, accoglienza, coraggio, giustizia, dialogo, speranza, solidarietà, insieme, fraternità, unità: parole che esprimono il nostro impegno planetario, forte, concreto che inizia da piccoli gesti quotidiani, affinché tacciano le armi e cessino tutti i conflitti, in ogni angolo del mondo.  

Attivare i sottotitoli in italiano

Foto: © artistlike-Pixabay

Chiara Lubich: Una cultura di pace per l’unità dei popoli

Chiara Lubich: Una cultura di pace per l’unità dei popoli

[…] Essere convinti che, perché sia realtà la civiltà dell’amore, bisogna far irrompere nel mondo una corrente d’amore che lo invada; senza di essa ogni cosa rimane a livello di sogno, è segnata già dalla fine. […] L’amore. Insegnare ad amare. Ma sa veramente amare chi sa d’essere sinceramente amato. È una costatazione umana questa, ma che non vale meno nel campo soprannaturale.
Sapere d’essere amati. Da chi? Da Colui che è l’Amore. Bisogna aprire gli occhi a più nostri fratelli possibile affinché vedano, scoprano quale fortuna essi possiedono, spesso senza saperlo. Non sono soli su questa terra. C’è l’Amore; hanno un Padre che non abbandona i figli al loro destino, ma li vuol accompagnare, custodire, aiutare. È un Padre che non carica pesi troppo gravosi sulle spalle altrui, ma è il primo a portarli. Nel caso nostro: che non lascia alla sola iniziativa degli uomini il rinnovamento della società, ma è il primo che se ne prende cura. Bisogna che gli uomini sappiano questo e ricorrano a lui consci che nulla gli è impossibile.
Credere dunque d’essere amati da Dio per poter lanciarsi con maggior fede nell’avventura dell’amore e lavorare insieme a lui alla Nuova Umanità.
Poi mettere al centro dei nostri interessi l’uomo e condividere con lui sventure e successi, beni spirituali e materiali. E, per bene amare, non vedere nelle difficoltà e storture e sofferenze del mondo solo mali sociali cui portare rimedio, ma scorgere in esse il volto di Cristo, che non disdegna di nascondersi sotto ogni miseria umana. È lui la molla che fa scattare le migliori energie del nostro essere – specie di noi cristiani – in favore dell’uomo.
E giacché l’amore di cui parliamo non è certo solo filantropia, né solo amicizia, né pura solidarietà umana, ma soprattutto è dono che viene dall’Alto, mettersi nella migliore disposizione per acquisirlo, nutrirsi e vivere della Parola di Dio. […]
E ognuno nel suo piccolo o grande mondo quotidiano, in famiglia, in ufficio, in fabbrica, nel sindacato, nel vivo dei problemi locali e generali, nelle istituzioni pubbliche della città o di più ampie dimensioni, fino all’O.N.U., sia veramente costruttore di pace, testimone dell’amore, fattore di unità.

Chiara Lubich
Foto: © Genfest 2024 – CSC Audiovisivi

Gen Rosso in Mongolia

Gen Rosso in Mongolia

Quasi 9.000 chilometri di distanza da Loppiano (Italia), sede del gruppo internazionale Gen Rosso. Per la prima volta la band è atterrata in Mongolia, il Paese dell’Asia orientale racchiuso fra Russia e Cina. Su invito del Prefetto Apostolico cardinale Giorgio Marengo che guida la giovane e vivace Chiesa cattolica in Mongolia – circa 1.500 battezzati su tre milioni e mezzo di abitanti -, come una tappa di preparazione delle comunità al Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025. “Una Chiesa giovane, fatta di giovani, ha bisogno di un linguaggio giovane per parlare alla gente – ha confidato il cardinale -. Sono cresciuto con i canti del Gen Rosso. Poi una persona mi ha proposto di contattarvi per farvi venire qui in Mongolia. L’ho pensata come un’ottima opportunità di fare animazione missionaria stile Gen Rosso, che è particolarmente adatto ad una realtà come la Mongolia dove la Chiesa è all’inizio. Il linguaggio dell’arte, dei testi del Gen Rosso hanno un orizzonte molto ampio e quindi mi è sembrata un’occasione d’oro”.

Dal 23 novembre al 2 dicembre 2024 il Gen Rosso ha incontrato alcune centinaia di persone, per lo più giovani che hanno partecipato a vari workshop in diverse discipline artistiche – danza hip hop, broadway, party dance e canto corale -, per terminare con un concerto che si è tenuto il primo dicembre nella capitale Ulan Bator.

“Abbiamo pensato ad un concerto ‘partecipato’ a cui hanno contribuito anche i giovani del posto che abbiamo incontrato nei primi giorni della nostra permanenza in Mongolia – racconta la band -. Lo scopo? Favorire lo scambio culturale fra i giovani e prepararli per animare tutti insieme il concerto del 1 dicembre. Abbiamo cantato principalmente in inglese, qualcosa in italiano e almeno una strofa della canzone “Speranza di Pace” (Hopes of Peace) in lingua mongola. Il desiderio è stato quello di contribuire a promuovere una cultura di pace e fraternità, fondata sui valori della condivisione e dell’unità”.

Fra i vari appuntamenti, gli incontri con i bambini dell’orfanotrofio, con i senza fissa dimora e con alcune famiglie nomadi. “Una grande emozione poter stare con loro, cantare le canzoni insieme ai bambini, dare speranza a queste persone, ma anche conoscere le loro culture e tradizioni” commentano Emanuele Chirco ed Adelson Oliveira del Gen Rosso. A seguire, si è tenuto un incontro con giovani artisti del posto per promuovere attraverso la musica e l’arte una cultura di pace e fraternità. La band, nata nel 1966 a Loppiano su ispirazione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, diffonde infatti proprio questi valori attraverso la musica. Prima di ripartire, il Gen Rosso è stato anche ricevuto dall’Ambasciatrice d’Italia in Mongolia, dott.ssa Giovanna Piccarreta.

Il viaggio del Gen Rosso è stato una tappa importante per la comunità locale. Qui nel 2002, quando Papa Giovanni Paolo II eresse la Prefettura, la Chiesa mongola contava poco più di un centinaio di fedeli e pochi religiosi e sacerdoti. Il cardinale Giorgio Marengo è arrivato nel 2003 come missionario della Consolata. La comunità dei credenti continua, pian piano, a crescere. Nel 2023 lo storico viaggio di Papa Francesco per portare un messaggio di speranza.

“È stata una bella esperienza di amicizia con il Gen Rosso, dove si sentiva questo comune denominatore che è Gesù che ci unisce – commenta il card. Marengo al termine del tour -. Ci siamo subito sentiti in sintonia. Mi porto anche la bellezza nel vedere come i vari membri della band si rapportano fra di loro in un’attenzione fraterna. E la certezza che quando sarebbero saliti sul palco avrebbero offerto un’esperienza di bellezza, di profondità per far riflettere le persone”.

Lorenzo Russo

Per informazioni e prossimi appuntamenti del Gen Rosso: www.genrosso.com