6 Giu 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
L’invito di papa Francesco ai presidenti dello Stato di Palestina e dello Stato di Israele del 25 maggio scorso a “elevare insieme un’intensa preghiera invocando da Dio il dono della pace”, offrendo la sua casa in Vaticano, ha fatto sperare il mondo, provocando un balzo in avanti nel credere che la pace va creata e va invocata. Da quel momento si è intensificata la preghiera comune di quanti si ispirano all’ideale di unità dei Focolari, di diverse religioni e culture, che, con parole diverse, con il moltiplicarsi di atti di pace in piccoli e grandi e con la rinnovata proposta del Timeout quotidiano alle ore 12 di ogni fuso orario, elevano per la pace in tutto il mondo. Grande anche la gioia per la notizia che, a papa Francesco e ai presidenti Peres e Abu Mazen, si unirà il patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli nella “invocazione per la pace” di domenica in Vaticano. Un’ulteriore sprone a camminare spediti verso il “che tutti siano uno affinché il mondo creda” di Gesù, mai come oggi avvertito Suo comando. Il Movimento dei Focolari, quindi, risponde all’accorata richiesta di papa Francesco di “non lasciarci soli”; e dai cinque continenti, in particolare nei luoghi di maggiore sofferenza, si unirà alla preghiera in Vaticano “perché il Signore ci dia la pace in quella Terra benedetta!”. (altro…)
2 Giu 2014 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Un sentito saluto dai quasi duecento partecipanti della nostra sesta Mariapoli in Myanmar! La maggioranza ha fatto lunghi viaggi per raggiungere il seminario di Taunggyi nelle montagne dell’Est del Paese: 12 ore di viaggio da Yangon, circa 20 ore per chi veniva dal sud, c’è chi ha camminato dal suo villaggio per ben 3 ore per raggiungere il pullman e poi continuare il viaggio per altre 10 ore». A scrivere dal Myanmar sono Vivienne e Roberto, a conclusione di alcuni giorni vissuti insieme a inizio maggio per la “Mariapoli”, appuntamento tipico dei Focolari, in cui persone di ogni età e condizione sociale, cercano di sperimentare la fraternità che nasce dal Vangelo, anche quando – come nel caso del Myanmar – non ci sono solo cristiani. “Eravamo cattolici, con una rappresentanza di cristiani di altre denominazioni e alcuni buddhisti”. “Il clima fresco di Taunggyi – continua la testimonianza – in contrasto con il caldo di 40 gradi di Yangon, ci ha già fatto sentire in un piccolo ‘paradiso’. Ma è stata soprattutto la temperatura del nostro amore reciproco – che si misurava con un termometro dei nostri “atti d’amore” personali e quelli ricevuti – che è cresciuta ogni giorno”. Ad aiutare nella preparazione e nello svolgimento sono arrivati alcuni focolarini dalla Thailandia, che in questi giorni sta vivendo momenti difficili per la tensione politica; e alcuni seminaristi che si trovavano lì in vacanza.
«Sono responsabile di un’associazione di mamme nel mio villaggio», racconta Felicita Khin San Moe. «Prima di venire c’era un problema perché alcuni membri litigavano tra loro. Durante questi tre giorni di Mariapoli ho cambiato idea. Ho deciso di chiedere scusa alle mamme al mio ritorno come segno d’amore». «Anche se sono della Chiesa Battista, penso di essere qui grazie a Maria, Madre nostra», dichiara il 19enne Eden Htoo. «Farò del mio meglio per fare crescere il seme dell’amore reciproco che è stato piantato nel mio cuore e per condividerlo anche con altri».
Michael confida che si è sentito «incoraggiato ad avere più rispetto per persone di altre religioni». E Paulina, 18 anni: «Mi è piaciuta la frase: “Se vuoi essere amata, devi amare per prima”. Non ho mai cercato di chiedere scusa dopo aver litigato con qualcuno, pensavo che sarebbe stato un colpo al mio ego. Ho capito che invece è importante anche chiedere scusa. Prima detestavo quelli che mi odiavano, ma adesso proverò a fare così: più mi detesteranno, più li amerò». Tra i partecipanti, anche il vescovo Mons. Matthias U Shwe che aveva conosciuto il Movimento dei Focolari ancora da seminarista, dai primi focolarini italiani passati in Myanmar nel 1966: «Ci ha sorpreso arrivando alcune ore prima della Messa di chiusura. Ci ha incoraggiato e spronato a tornare ancora l’anno prossimo. Siamo partiti pieni di gioia – concludono Vivienne e Roberto – e con il desiderio di portare nei nostri ambienti l’esperienza di unità vissuta in quei giorni».
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31 Mag 2014 | Cultura, Dialogo Interreligioso
“Al termine dell’anno accademico, è particolarmente significativo che l’Istituo Universitario Sophia (IUS) accolga per le ‘Cattedre di Sophia’ il prof. Donald Mitchell, professore emerito di Filosofia asiatica e comparata della Purdue University (Indiana – USA)”. Così ha introdotto la serata del 16 maggio Paolo Frizzi, primo dottore di ricerca a concludere la Scuola di Dottorato di Sophia proprio con uno studio sul dialogo interreligioso. “È un anno speciale – ha continuato – per le prospettive che si sono aperte in questo settore di studi. Da pochi mesi abbiamo avviato un nuovo corso a più voci sulla Teologia delle religioni e del dialogo interreligioso, aprendo una originale proposta interdisciplinare di ricerca. E non più di due mesi fa lo IUS ha accolto due delegazioni buddhiste dalla Thailandia e dal Giappone. Eccoci, dunque e proseguire l’esplorazione di un orizzonte di grande attualità”. Presenti il 16 maggio, più di 150 persone interessate e coinvolte, non sono bastate poche battute per descrivere l’intenso percorso di vita e gli impegni di alto profilo del prof. Mitchell: dalla scoperta della meditazione zen all’avvicinamento alla Chiesa cattolica, fino all’incontro con la spiritualità dei Focolari e con Chiara Lubich, proprio a Loppiano (dove ha sede lo IUS).
Specializzatosi già negli anni ’70 su buddhismo, cristianesimo e sul dialogo buddhista-cristiano, in un momento storico in cui il dialogo si configurava sempre di più come metodo privilegiato di incontro interreligioso, da quel momento ha posto esperienza e competenza a servizio di numerose realtà che operano in questo ambito. Negli anni, la sua attività lo ha condotto a qualificarsi ai massimi livelli, come consulente tra i più stimati, e a promuovere importanti Colloqui internazionali Cristiano-Buddisti, stringendo relazioni con autorevoli esponenti della diverse aree del buddismo. Tra questi: Gishin Tokiwa, professore di buddhismo Zen in Giappone e presidente della F.A.S. Society, fondata da Shin’ichi Hisamatsu, nella cui storia e pensiero trovò profonde consonanze col percorso e lo spirito della Lubich e dei Focolari. E di vive sintonie sono stati caratterizzati anche gli incontri e i dialoghi con Keiji Nishitani, uno dei più famosi filosofi giapponesi del XX secolo, e con tanti altri, fino al Dalai Lama. Il sapiente equilibrio che caratterizza la produzione scientifica del prof. Mitchell, tra sfida teologica ed esperienza sul campo, è apparso un aspetto originale: ciò che tante volte manca, infatti, nella letteratura e nel dibattito sulle relazioni interreligiose è proprio tale equilibrio, essenziale per chi voglia comprendere cosa significhi incontrare realmente l’altro.
In questa luce, nella sua relazione è apparso evidente come il dialogo interreligioso, a cui spesso, nell’attualità, fanno eco gravi situazioni conflittuali, porti con sé grandi potenzialità di pace e di progresso sociale e spirituale, purché – come ha affermato tempo fa il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso – “diventi patrimonio di tutti e non di un’élite”. “La mia speranza – ha concluso il professore – è che i movimenti religiosi laici di oggi, di tutte le religioni, che hanno tanti valori condivisi, possano collaborare a costruire un’unica famiglia umana, prendendosi cura anche dei bambini e della natura. Chiara Lubich ha scritto ‘Siate una famiglia’. Penso che abbiamo bisogno di vedere in ciò una chiamata profetica”. Fonte: Istituto Universitario Sophia Foto su Flickr: sif_loppiano/14044562228 (altro…)
24 Mag 2014 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Il dialogo può portare ad una azione benefica congiunta, sostiene Re Abdallah II di Giordania. Queste semplici ma incisive parole riflettono la grande statura umana e spirituale del sovrano e dell’intera famiglia hashemita. Lui davvero ci crede nel dialogo e non sta misurando sforzi per metterlo in pratica in questa parte del globo che da decenni ormai di sfide ne ha tante e dove non è per niente scontato mantenere alta la bandiera della convivenza pacifica e della tolleranza.
Accogliere papa Francesco è un’ulteriore dimostrazione concreta di chi vuole allacciare rapporti o rinforzarli, di chi vuole decisamente lavorare insieme per la concordia e la pace. Ed è impressionante quanto questo piccolo Stato, a stragrande maggioranza musulmana, sta adoperandosi perché la più alta personalità cattolica possa sentirsi a casa. Nelle vie di Amman da giorni si possono notare megaposters con i volti sorridenti di Francesco e Abdallah II che si stringono la mano. Accanto un espressivo “maan” che vuol dire “insieme”. Il Nunzio Apostolico, mons. Giorgio Lingua, alcuni giorni fa ci confermava entusiasta che si sente che la famiglia reale fa tutto con calore, col cuore. Possiamo sottolineare che non c’è niente di artificiale, ma è ovvio che il Paese ne guadagnerà sia in visibilità sia economicamente, se solo pensiamo alla maggiore promozione del turismo. Ma questo vuol dire intelligenza e non falsità. Papa Francesco non poteva fare a meno di cominciare qua il suo pellegrinaggio in Terra Santa! Così avevano fatto Paolo VI nel 1964 accolto dall’allora giovane Re Hussein, Giovanni Paolo II nel 2000, Benedetto XVI nel 2009, entrambi accolti invece da Re Abdallah II. Certo non sono giorni rosei in questa regione ormai segnata dall’instabilità. Il conflitto nella vicina Siria è una scossa per i paesi limitrofi in tutti i sensi. Basta pensare al milione e passa di profughi siriani, oppure le migliaia di iracheni che negli ultimi anni hanno trovato qui un rifugio sicuro. Ma accogliere tutta questa gente in un paese che è tra quelli che più soffrono per la scarsità di acqua ci dà un’idea dell’animo generoso dei giordani. Senza parlare del lavoro già scarso per i nativi, figuriamoci adesso con la popolazione che è incrementata, secondo le stime, almeno del 30% in soli 2 anni.

http://popevisit.jo/
La chiesa locale da alcuni mesi cura nei minimi particolari il programma del Papa del sabato 24 Maggio. Dopo l’arrivo all’aeroporto, la celebrazione della messa nello Stadio di Amman e in seguito il pellegrinaggio di papa Bergoglio sulle rive del Giordano, luogo del battesimo di Gesù. Lì è atteso l’incontro con alcune decine di persone diversamente abili, volontari, rifugiati. La domenica mattina il Papa lascia il Paese per continuare il pellegrinaggio a Gerusalemme. All’aeroporto abbiamo visto una anziana che arrivava da Baghdad, insieme a tanti altri cristiani che accorrono dai paesi vicini. Quella signora aveva difficoltà a camminare, una salute non proprio vigorosa, condizioni sufficienti per fare a meno di un viaggio così impegnativo. Invece trasmetteva una fede enorme, come di chi sente l’importanza di rimettere la propria vita, il proprio popolo, il futuro di questa regione ai piedi del vicario di Cristo, il solo che può infondere nuova speranza in giorni migliori di convivenza pacifica fra tutti». Fonte: Movimento dei Focolari in Giordania Leggi anche: Francesco elogia cristiani e musulmani Un’occasione per gli ebrei di conoscere i cattolici oggi (altro…)
21 Mag 2014 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Focolari e Rissho Kosei Kai: un ponte che continua a reggere felicemente, gettato anni orsono dai rispettivi fondatori, Chiara Lubich e Nikkyo Niwano. Sin dall’inizio degli anni ‘80, infatti hanno avviato, a partire da una semplice amicizia personale, un cammino di iniziative comuni tra i due movimenti religiosi, quello cristiano dei Focolari e quello buddhista della Risho Kosei Kai (RKK). Il 3 il 4 maggio scorsi, infatti, una delegazione di sette giovani del Movimento dei Focolari provenienti da tutto il mondo ha partecipato a Tokyo al Simposio dei giovani buddhisti e cristiani promosso dai due Movimenti, sul tema «Conserviamo la nostra fede nella vita quotidiana e ne trasmettiamo la gioia». Un viaggio – esteso dal 30 aprile all’8 maggio – che non è stato soltanto un semplice assistere ad una conferenza: «Il programma lo abbiamo preparato assieme alla RKK e ai Focolari del Giappone di cui siamo poi stati ospiti – spiegano i partecipanti -, e abbiamo vissuto la preparazione e il viaggio stesso come un’occasione per conoscere più in profondità la storia dell’amicizia con la RKK e consolidarla. Un piccolo passo nel dialogo con i nostri amici buddhisti, ma importante nel più grande ambito del dialogo interreligioso». Né ci sono stati momenti di scambio soltanto nell’ambito del Simposio: il 2 maggio la delegazione internazionale dei giovani ha trascorso una giornata con gli studenti del Seminario di Gakurin e incontrato il preside della scuola, mentre il 6 maggio è stata la volta della comunità dei Focolari di Tokyo, della quale fanno parte anche alcuni buddhisti, con momenti di dialogo ed esperienze.
Conoscere un Paese, poi, significa anche avvicinarsi alla sua storia e alla sua cultura: così il 5 maggio il gruppo ha visitato la capitale, e il 7 il santuario di Enoshima Hase-dera. Per quanto riguarda il Simposio, i partecipanti hanno ripercorso la storia dell’amicizia fra la RKK – che conta sei milioni di aderenti, risultando così il secondo movimento buddhista per consistenza numerica – e Focolari, presentati a turno dalle due parti; si sono poi succeduti gli interventi sul tema scelto per il confronto, accompagnati dalle esperienze dei giovani dei Focolari e della RKK, nonché vari momenti di dialogo e workshop. Nel secondo giorno di Simposio i giovani hanno portato i loro saluti all’attuale presidente della RKK, Nichiko Niwano, intervenuto assieme alla moglie per il memorial day (la ricorrenza della morte del fondatore, celebrata il 4 di ogni mese). Numerose le testimonianze lasciate dai giovani di entrambi i Movimenti alla fine del Simposio: «È nata una nuova collaborazione: vogliamo andare avanti insieme – ha affermato una ragazza giapponese -. È un giorno storico, e fra dieci anni sarò orgogliosa di dire: anch’io c’ero!». «Abbiamo trovato una famiglia», hanno concluso altri. «Siamo tornati con in cuore una grande gratitudine a Chiara e una grande passione per il dialogo interreligioso – hanno detto i giovani dei Focolari al rientro nei rispettivi Paesi -, che abbiamo riscoperto essere una strada importantissima nella nostra corsa verso il Mondo Unito». (altro…)
19 Mag 2014 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Finalmente riusciamo a farci vivi, prima di tutto per ringraziare tutti per le preghiere che ci sostengono in questo momento critico del nostro Paese». Comincia così la lettera di Friederike e George, della comunità dei Focolari in Nigeria, arrivata a pochi giorni dal precipitare degli eventi nel loro Paese. «Le due bombe esplose ad Abuja – in un posto molto popolato dal quale anche tanti di noi devono passare ogni giorno – e il rapimento delle studentesse a Borno, hanno portato una nuova onda di dolore e di disperazione nel popolo nigeriano. Le reazioni della popolazione sono varie: paura, rassegnazione, rabbia, vendetta…». Ma la loro testimonianza parla di pace: «Soffriamo con le famiglie delle tante vittime. Cerchiamo di radicarci bene nella vita del momento presente, coscienti che nella fraternità universale sta la via per la Pace». «È stata una ‘coincidenza provvidenziale’ che, in mezzo alla confusione, stesse per cominciare la Settimana Mondo Unito (1-11 maggio)». In questo periodo, annualmente, i Giovani per un Mondo Unito escono allo scoperto con attività pubbliche e visibili per sensibilizzare il maggior numero di persone al tema della pace, della solidarietà. Quest’anno è stato presentato l’Atlante mondiale della Fraternità.
E in Nigeria? «Con i giovani – continuano Friederike e George – insieme ai membri del Movimento dei Focolari sul posto, avevamo programmato varie attività sia ad Onitsha che ad Abuja e Jos. Ma, all’indomani dello scoppio della seconda bomba, ci siamo trovati con la comunità di Abuja e ci siamo chiesti se andare avanti ancora con la preparazione della Settimana Mondo Unito. All’unanimità abbiamo pensato che, ora più che mai, bisognava continuare a vivere per la pace e a dare speranza!» Così, il 4 maggio, al Millenium Park di Abuja, in 80 persone, musulmani e cristiani insieme, si è vissuta una giornata incentrata su “Accoglienza e fraternità”. Uno stop alle ore 12 per il Time Out: un momento di preghiera per la pace. Ad Onitsha, nella stessa settimana, i giovani hanno svolto una giornata di lavoro in un orfanotrofio, un’altra giornata al mercato con pulizia dell’ambiente e un breve programma per convocare tutti alla giornata conclusiva. «Con i membri dei Focolari – scrivono ancora – ci impegniamo con nuova fede nella preghiera del Time Out per la pace; ci siamo organizzati per inviare a tutte le nostre conoscenze, alle ore 11,55, un promemoria via SMS. Ancora, ogni settimana inviamo via SMS a migliaia di persone (prendendo numeri di telefono di vari regioni del Paese), una frase che invita a vivere per la pace. Un modo per dare un contributo alla maturazione dell’opinione pubblica verso una cultura del rispetto dell’altro». (altro…)