Feb 8, 2017 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da Onitsha (Nigeria) scrivono che nel sagrato della basilica Most Blessed Holy Trinity, il 23 gennaio erano più di un centinaio fra evangelici, pentecostali, cattolici, membri di varie chiese autonome, a pregare insieme accompagnati da sacerdoti e due vescovi. Catalizzatori dell’evento i Focolari, che hanno istituito un comitato con membri di 5 realtà rappresentative delle diverse chiese in Nigeria: CCN (chiese autonome), OAIC (chiese e organizzazioni nate in Africa), PFN (chiese pentecostali), CSN (chiesa cattolica) ed ECWA/TEKAN (chiese evangeliche dell’ovest dell’Africa e Ghana). Qualcuno si è dato da fare per reperire i gruppi musicali, altri si sono presi cura del libretto col programma, altri ancora hanno abbellito il sagrato. L’omelia è stata tenuta da un pastore anglicano che “come uno squillo di tromba per svegliare dal sonno tutti i cristiani in Nigeria” ha invitato a “vivere da veri seguaci di Cristo e a lavorare per l’unità nella diversità”. «Abbiamo pregato con una sola mente e una sola anima – testimonia una ragazza – ho sentito il calore dello Spirito in mezzo a noi». E un giovane: «Nel vedere persone di diverse chiese pregare insieme per l’unità e la pace, mi è venuta la certezza che davvero l’unità si compirà, perché è stato Gesù stesso a chiedere al Padre che ‘tutti siano una cosa sola’».
Da Ottmaring (Germania), sede della cittadella ecumenica dei Focolari, in occasione della “settimana” si sono dati appuntamento 7 pastori luterani svedesi, 4 pastori anglicani e un pastore riformato, inglese, 7 sacerdoti cattolici. L’approfondimento era su “Il Risorto e i discepoli di Emmaus”. Ad introdurre la tematica il vescovo luterano Âke di Skara (Svezia) che ha evidenziato come Gesù sia attirato, ancor oggi, dalle ferite e dall’oscurità dell’umanità per portarvi la sua luce. Con questa realtà nel cuore tutto il gruppo si è recato nel vicino campo di concentramento nazista di Dachau, luogo emblematico del mistero di Gesù Abbandonato. Interessante anche la visita ad Augsburg di alcuni luoghi significativi per la chiesa luterana, conclusasi con una sosta nella chiesa cattolica dedicata a St. Moritz, dove colpisce la figura del Cristo Salvatore che illumina l’oscurità del mondo. In questo clima di intensa condivisione, la celebrazione, nel corso della settimana, delle diverse liturgie ha assunto una sacralità tutta speciale. Alla conclusione unanimi i propositi: “Voglio ritornare nel mondo dove Gesù Abbandonato mi aspetta”. “La Chiesa deve essere là dove sono le ferite delle persone”. “La prima cosa che farò ritornando a casa sarà di visitare il pastore luterano vicino”. A Matera (Italia) parliamo con Cinzia, che da quando si è imbattuta nella spiritualità dell’unità porta avanti nella sua parrocchia un percorso ecumenico in collaborazione con una pastora luterana: «Sono serate sempre molto belle e piene di gioia – ci racconta – nelle quali più che ciò che ci divide, viene in luce il molto che ci unisce. Per animare le celebrazioni delle “settimane di preghiera” che dal 1997 celebriamo insieme, è nata una corale ecumenica che ci accompagna anche nelle diverse iniziative culturali e umanitarie che facciamo insieme. Quest’anno, in collaborazione con associazioni e movimenti della città, si è fatta una marcia per la pace e l’unità, a cui hanno partecipato 300 persone di varie confessioni e persone di altre religioni. È stata ancora una volta l’occasione per attuare l’ecumenismo della vita ed esprimere quel profondo desiderio di fraternità che va oltre le distinzioni». La parrocchia di S. Maria in Pesaro (Italia) è in rapporto di amicizia ecumenica con la cattedrale ortodossa di Resita (Romania), grazie ai parroci e diversi laici che vivono la spiritualità dell’unità. «Quest’anno – racconta una ragazza ortodossa romena – abbiamo voluto fare un passo in più. I giovani sentivano l’esigenza di impegnarsi per la formazione dei più piccoli, così abbiamo iniziato un corso a Pesaro per animatori cattolici e ortodossi insieme, dove sperimentiamo l’unità nella diversità». Anche a Cochabamba (Bolivia), la “settimana” è stata l’occasione per i vari movimenti, fra cui i Focolari, di suscitare iniziative ecumeniche. Ad una preghiera ecumenica hanno partecipato membri della chiesa anglicana, metodista, cattolica, presente anche il vescovo emerito che ha ricordato i 500 anni della Riforma ed ha invitato tutti alla misericordia e ad un rinnovato impegno di lavorare per l’unità. Leggi anche: Ecumenismo: Settimana dell’unità Settimana dell’unità a L’Avana (altro…)
Gen 28, 2017 | Centro internazionale, Ecumenismo, Spiritualità
«Il miracolo della casa di Nazaret si ripete, in qualche modo, in ogni casa di cristiani, se essa «genera» Cristo agli uomini. «Chiesa domestica» è chiamata dal Concilio la famiglia: e Chiesa significa convivenza nell’amore, e quindi in Dio; convivenza al cui centro è il Signore. Se si parte da questa coscienza, la casa – ogni casa cristiana – diviene una germinazione di nuova vita morale e fisica per la società e insieme un «focolare» e cioè una centrale di calore per vivificare l’ambiente. Come insegna il Concilio: «Dalla sanità e dalla pienezza di vita spirituale della famiglia dipendono la vita fisica e morale dell’umanità, e più ancora la dilatazione reale del Regno di Dio». Così – dice Paolo VI – «per mezzo del matrimonio e della famiglia, Iddio ha sapientemente unite due fra le maggiori realtà umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna». Mai poeta elevò a più sublime altezza l’amore coniugale. Qui davvero la religione di Cristo si esprime anche come poesia, mettendo la famiglia al centro – alla fonte – della socialità. C’è la vita se c’è l’amore, condizione prima dell’unione matrimoniale. Se gli sposi si amano, sono «i cooperatori dell’amore di Dio creatore e come i suoi interpreti», dice il Concilio. Se sanno questo, essi sposandosi si accingono a svolgere un mandato di sacerdozio regale, un mistero grande, come lo definisce San Paolo. Amandosi, si santificano; si ricambiano Dio, che è amore. E lo testimoniano. Se due sposi si amano, è segno per la gente che essi sono realmente cristiani e vivono la vita di Dio. Il mondo antico si convertì vedendo come i cristiani, a cominciar dalla casa, si amassero. Si amavano; dunque era vera la loro religione, ed era presente Dio in loro. Amandosi, gli sposi fanno la loro felicità e fabbricano la loro santità. La casa si fa tempio: si fa Paradiso. Nell’amore è il segreto della forza delle famiglie, della loro concordia; e vi è la soluzione delle difficoltà dell’esistenza. Mancando l’amore fallisce, con la famiglia, la stessa esistenza. Così la santità si rivela sanità dello spirito, che agisce anche sul fisico, mentre si riversa, come onda pura di risanamento, nell’orbita di tutta la società. Da una casa cristiana esce il popolo di Dio». (altro…)
Gen 27, 2017 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
La celebrazione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani a L’Avana ha avuto, come uno dei momenti forti, il “Festival ecumenico dei Giovani”. Evento giunto quest’anno alla terza edizione. Nato con lo spirito di coinvolgere i giovani più attivamente nel movimento ecumenico, il festival ha cominciato a prendere corpo e a diventare un appuntamento annuale dei giovani cristiani di L’Avana. La “Settimana” è stata animata dai settori giovanili del Movimento dei Focolari, della Comunità di Sant’Egidio e del Consiglio delle Chiese di Cuba. Ispirati dal tema scelto per quest’anno “L’amore di Cristo ci spinge” (cfr 2 Cor 5, 14-20) e preso come motto del festival, i numeri di danza, musica, drammatizzazione, hanno composto questa edizione che ha visto la presenza di circa 150 giovani. Provenienti da varie comunità di una decina di denominazioni cristiane, i ragazzi si sono trovati domenica 22 gennaio, nella sede della Comunità di Sant’Egidio, nel centro storico della capitale cubana. All’evento, fra gli altri, hanno partecipato rappresentanti del Consiglio delle Chiese di Cuba e Mons. Juan García, Arcivescovo di L’Avana, il quale, in un breve saluto, ha incoraggiato i giovani a riconoscersi membri di uno stesso corpo, di una stessa famiglia.
Una caratteristica di quest’anno è stato l’atmosfera di famiglia che si respirava nelle varie attività. Non era solo uno spettacolo dove ogni chiesa o comunità rappresentava un numero, così com’era nato il festival. Ma un evento realizzato da persone che si riconoscono sempre più fratelli, grazie al rapporto che si è andato costruendo ogni anno, tra un festival e l’altro, attraverso incontri, cene, celebrazioni e aiuto reciproco. Il gruppo che animava il festival era costituito da cattolici, battisti e pentecostali; il coro, formato da giovani di diverse chiese, accompagnava sia la canzone presentata da un cattolico sia la drammatizzazione ideata da una giovane pentecostale ed eseguita da un gruppo di ragazze cattoliche. «Il desiderio e la certezza di vivere l’unità, sono già una realtà», ha detto uno dei partecipanti. Alla conclusione è sorta spontanea l’idea che “il prossimo anno dovremmo fare il festival in un teatro pubblico”. Impressione che esprime il desiderio di testimoniare ad altri l’esperienza di unità vissuta. L’Avana, 22 gennaio 2017 (altro…)
Gen 22, 2017 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dall’1 novembre al 13 dicembre 1998, Chiara Lubich compie un viaggio in Germania con significative tappe ad Aachen, Münster, Augsburg e a Berlino, dove viene invitata dalla comunità evangelica. Proponiamo alcuni brani del suo intervento, il 19 novembre a Berlino nella Chiesa della Memoria, in cui indica la legge dell’amore come via maestra per l’unità dei cristiani e per il dialogo con i credenti. «[…] Se noi cristiani, ora, all’alba del terzo millennio, diamo uno sguardo alla nostra storia di 2000 anni ed in particolare a quella del secondo millennio, non possiamo non rimanere ancora contristati nel costatare come essa è stata spesso un susseguirsi di incomprensioni, di liti, di lotte. E queste hanno spezzato in molti punti la tunica inconsutile di Cristo, che è la sua Chiesa. E colpa di chi? Certamente di circostanze storiche, culturali, politiche, geografiche, sociali… Ma anche del venir meno fra i cristiani di quell’elemento unificatore loro tipico: l’amore. E allora per poter tentare oggi di rimediare a tanto male, dobbiamo tener presente il principio della nostra comune fede: Dio Amore che chiama pure noi ad amare. In questi tempi è proprio Dio Amore che, in certo modo, deve nuovamente tornare a rivelarsi anche alle Chiese che componiamo. Non si può, infatti, pensare di poter amare gli altri se non ci si sente profondamente amati, se non è viva in tutti noi cristiani la certezza che Dio ci ama. Ed egli non ci ama solo come singoli cristiani, ci ama pure come Chiesa; ed ama la Chiesa per quanto si è comportata nella storia secondo il disegno che Dio aveva su di essa, ma anche – e qui è la meraviglia della misericordia di Dio – la ama pure se non vi ha corrisposto, permettendo la divisione, solo nel caso però che essa ricerchi ora la piena comunione con le altre Chiese. È questa consolantissima convinzione che ha fatto sì che Giovanni Paolo II, fidando in Colui che trae dal male il bene, alla domanda: “Perché lo Spirito Santo ha permesso tutte queste divisioni?”, pur ammettendo che può essere stato per i nostri peccati, ha aggiunto: “Non potrebbe essere (…) che le divisioni siano state (…) una via che ha condotto e conduce la Chiesa a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo? Forse – continua il Papa – tali ricchezze non sarebbero potute venire alla luce diversamente…”. Credere, dunque, a Dio che è Amore anche per la Chiesa. Ma, se Dio ci ama, noi non possiamo rimanere inerti di fronte a tanta divina benevolenza; da veri figli dobbiamo contraccambiare il suo amore anche come Chiesa. Ogni Chiesa nei secoli si è, in certo modo, pietrificata in se stessa per le ondate di indifferenza, di incomprensione, se non di odio reciproco. Occorre perciò in ognuna un supplemento di amore; occorrerebbe, anzi, che la cristianità venisse invasa da una fiumana di amore. Amore verso le altre Chiese, dunque, e amore reciproco fra le Chiese, quell’amore che porta ad essere ognuna dono alle altre, poiché si può prevedere che nella Chiesa del futuro una ed una sola sarà la verità, ma espressa in maniere varie, osservata da varie angolazioni, abbellita da molte interpretazioni. Non è che una Chiesa o l’altra dovrà “morire”, ma ognuna dovrà rinascere nuova nell’unità. E vivere nella Chiesa futura in piena comunione sarà una realtà meravigliosa, affascinante come un miracolo, che susciterà l’attenzione e l’interesse del mondo intero». Continua a leggere Fonte: Centro Chiara Lubich (altro…)
Gen 18, 2017 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” (2Cor 5,14) è la frase della Sacra Scrittura scelta come titolo dell’edizione 2017 della tradizionale “Settimana”, indetta dai più importanti organismi che si occupano di ecumenismo, fra cui il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Una scelta quanto mai felice, specie dopo la celebrazione dell’ottobre scorso dei 500 anni dalla Riforma, che ha visto unirsi in preghiera nella cattedrale di Lund (Svezia), attorno allo stesso altare, esponenti della Federazione Luterana Mondiale e papa Francesco. Accanto a tali gesti ecumenici così altamente significativi, cresce un ecumenismo, per così dire, di popolo. Sono iniziative di fedeli di confessioni diverse che vogliono conoscersi e riconoscersi sempre più fratelli in Cristo. Spesso sono gesti piccoli, ma che grazie all’azione dello Spirito, sono ormai diffusi nei più disparati punti del pianeta. E che evidenziano quanto il cammino verso la piena e visibile unità tra i cristiani sia ormai inarrestabile realtà. Ne citiamo alcuni dell’America latina. «Tanti di noi, del Movimento dei Focolari del Perù, avevamo stabilito rapporti con fedeli di diverse Chiese. Ora che nella diocesi di Arequipa è nato un gruppo ecumenico, collaboriamo con loro per l’organizzazione della “Settimana”. Essa prevede ogni giorno un’iniziativa in ciascuna delle diverse Chiese e una di esse sarà anche nella sede del nostro movimento. Anche a Lima, date le diverse persone di varie Chiese che frequentano regolarmente il focolare, è stata scelta la nostra sede per l’attività conclusiva della “Settimana” con la presenza di vescovi cattolici, pastori luterani, anglicani, evangelici e pentecostali. Ogni mese, poi, anche noi partecipiamo alla colazione ecumenica nella sede dell’YMCA, mentre un giovane evangelico di una città del nord del Paese, col permesso del suo vescovo sta partecipando ad un corso di formazione di sei mesi nella cittadella internazionale di Loppiano, in Italia». «Con membri delle Chiese anglicana, metodista, presbiteriana, avventista – comunicano le comunità focolarine del Brasile – abbiamo rapporti davvero significativi. A volte ci riuniamo per dialogare su temi specifici, come è avvenuto in un congresso tenutosi lo scorso agosto nella “cittadella Ginetta” (Vargem Grande – San Paolo), dove si è trattato il tema della Pace». «Frutto del rapporto con metodisti e valdesi della Città di Buenos Aires (Argentina), abbiamo allestito insieme un presepe ecumenico in piazza fatto da bambini, che è stato visto da più di 150 persone. È seguito un momento di preghiera con delle candele accese come segno che ognuno è portatore della luce del Natale nel proprio ambiente». «La nostra partecipazione alle diverse celebrazioni della “Settimana” – scrivono dal Venezuela – sono occasioni per intensificare i rapporti già esistenti da tanti anni e per stabilire nuovi contatti. Rapporti che col concludersi delle celebrazioni non si interrompono, anzi! Nel corso dell’anno questa conoscenza reciproca ci porta spesso ad azioni concrete di solidarietà fatte insieme». Infine, ancora dal Perù: «Dopo le rovinose inondazioni nella periferia di Lima con alcuni giovani dei Focolari e con persone della Chiesa metodista siamo andati a spalare il fango che aveva coperto le casette di tante famiglie umili. Un lavoro duro, ma tutti eravamo felici di poter amare concretamente quelle famiglie, riconoscendosi fratelli con loro e tra di noi». A cura di Anna Friso (altro…)
Dic 24, 2016 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
Natale, Natale, quante volte t’abbiamo festeggiato con gioia pura e calore unico! Ma il nostro cuore è così indurito dal freddo del mondo, che tu non sei riuscito a marcarlo come si doveva del tuo misterioso incredibile messaggio: DIO CI AMA, ad uno ad uno e tutti insieme. Il Suo amore ci ha avvolto fino al punto da far decidere la Trinità beata a mandare fra noi, fatto uomo, il Figlio Dio, perché il nostro breve cammino terreno fosse illuminato già sin d’ora dalla Luce che non ha tramonto. E l’assurdo morire in questa vita si trasformasse in semplice passaggio alla vita più piena ed eterna! Che almeno quest’anno tu, Natale, dica ai nostri cuori quanto vuoi dire e noi eccoci pronti ad accogliere la tua voce. Fonte: Centro Chiara Lubich (altro…)