Gen 12, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Una tragedia «che ha lasciato dietro di sé morte, distruzione e anche disperazione» dove «tanto è stato realizzato per ricostruire il Paese» ma dove «molto lavoro resta ancora da fare». Lo ha ricordato papa Francesco ai partecipanti all’incontro promosso nel 5° anniversario del terremoto ad Haiti, avvenuto il 12 gennaio 2010. Pur vivendo in un contesto molto povero, anche la comunità del Movimento dei Focolari presente a Savanette (Mont-Organisé nel Nord Est), da subito si è messa a disposizione per accogliere ed aiutare gli sfollati che arrivavano da Port-au-Prince, la capitale, che aveva subito devastazioni inimmaginabili. Da parte della locale associazione PACNE (Action Contre la Pauvreté du Nord-Est) è nata l’idea di realizzare un centro dove poter ospitare gli sfollati, e così con il contributo di moltissime comunità in varie parti del mondo, e con l’assistenza delle associazioni AFN (Azione per Famiglie Nuove) e AMU (Azione Mondo Unito), è stato realizzato il centro comunitario “Maison de la Providence” che ha dato opportunità di lavoro ed ospitalità a famiglie di sfollati. Oggi accoglie persone anziane ed indigenti che non hanno chi le possa accudire. Nel complesso, questo centro, nei primi due anni di attività, ha sostenuto circa 500 persone.

Foto: Dieu Nalio Chery/AP
A Port-au-Prince sono due i progetti realizzati dall’AMU in stretta collaborazione con i Missionari Scalabriniani, segno di quella «comunione ecclesiale» che ha caratterizzato la ricostruzione ad Haiti, in cui tanti organismi, ecclesiali e non, si sono impegnati. Il primo, relativo ad un piano di urbanizzazione per famiglie rimaste senza casa, riguardava la creazione di una nuova linea elettrica per il rifornimento in due villaggi. 41 famiglie hanno avuto così accesso all’energia e molte altre hanno avuto la possibilità di collegarsi alla linea elettrica. Inoltre, nel supporto al completamento della costruzione del villaggio “Montebelluna-Bassano” composto da 27 unità abitative a favore di 135 persone, il contributo dell’AMU ha permesso la realizzazione del sistema idrico e fognario del villaggio, e la dotazione delle singole abitazioni del sistema elettrico. È stata potenziata la linea elettrica di un polo produttivo, con un generatore più potente. In questo modo le diverse piccole imprese presenti (una produzione di blocchi, una carpenteria, una panetteria, un pastificio, una cucina industriale ed un allevamento avicolo) hanno potuto aumentare la propria produzione. Infine l’AMU ha sostenuto l’avvio di un allevamento avicolo – che dà lavoro a 10 persone – attraverso la costruzione di un serbatoio indispensabile per l’approvvigionamento idrico dei 3.000 animali e le attività di macellazione. Un centro comunitario – scuola, un centro di aggregazione ed una grande area sportiva – è il secondo progetto al quale l’AMU ha dato un contributo. Attraverso l’AMU, il Movimento dei Focolari ha anche sostenuto altre attività sociali a favore della popolazione di Haiti: a Carice (sempre nel Nord Est) per diversi anni è stata assunta un’infermiera professionale presso la piccola clinica delle Suore di Maria Immacolata, nell’attesa che una delle religiose completasse la propria specializzazione e poi prendesse servizio presso la clinica, una delle poche strutture sanitarie a servizio della popolazione locale. Infine, con PACNE e con il contributo specifico dei Giovani per un Mondo Unito, è stato avviato un programma di borse di studio per una decina di giovani haitiani affinché potessero svolgere i loro studi universitari, alcuni in Haiti e altri nella vicina Repubblica Dominicana, acquistando così buone competenze professionali da mettere a disposizione del proprio Paese. Info: www.amu-it.eu (altro…)
Gen 11, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Gen 11, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Insieme allo Shanti Ashram, movimento indù di ispirazione gandhiana, Udisha porta avanti e sostiene diverse attività, fra queste, la Piggy Bank, col motto: “Più si dà, più si ottiene”. «Iniziato nel marzo 2014, il progetto si ispira alla “cultura del dare” – scrive Valentino Agri, uno dei coordinatori – secondo una definizione cara a Chiara Lubich. C’è il forte desiderio di condividere con i bambini e le loro famiglie la scoperta dell’immenso amore di Dio per ciascuno di noi». L’iniziativa mira a promuovere l’importanza del risparmio per sovvenire alle necessità di chi è nel bisogno. In pratica, si tratta di un piccolo salvadanaio personale chiamato, appunto, Piggy Bank, dove ogni bambino può mettere i propri risparmi. Alla fine il ricavato viene suddiviso in due parti: una va a quei bambini che sono al di sotto della soglia di povertà, l’altra alla famiglia del bambino che ha la Piggy Bank.
«Qualche mese fa si è svolto un incontro interattivo sul problema della povertà con Mr. Vijay dello Shanti Ashram – racconta Valentino – il quale ci ha aperto uno scenario sulla povertà in cui vivono tanti bambini nei villaggi dell’India, in contesti diversi da quelli della città. Si è messo in evidenza che i nostri bambini di Mumbai, pur nelle difficoltà della vita quotidiana della baraccopoli, possono ritenersi fortunati ad avere una famiglia, andare a scuola e altro. Invece migliaia di minori non hanno chi si occupi di loro e spesso non hanno cibo, acqua, né possono studiare, né curarsi. Inoltre, Mr. Vijay ha spiegato ai ragazzi come il proprio contributo, per quanto piccolo, può fare la differenza per altri che non hanno niente. “Il nostro Paese sarà un posto migliore per ogni bambino, se condividiamo quanto possiamo”, ha affermato». I ragazzi si sono impegnati ancor di più a conservare i propri risparmi nella Piggy Bank: «Nella ricorrenza del compleanno di Gandhi – scrive Valentino – abbiamo rotto i salvadanai ed abbiamo raccolto circa 3000 rupie, equivalenti a 45 euro». In quel contesto e considerando che si parla di bambini, una vera fortuna! «Come al solito la mamma nel giorno del mio compleanno compra una torta. Questa volta le ho chiesto di darmi l’importo così l’ho potuto mettere nel mio salvadanaio. Mi sentivo felice…», racconta Alisha, di 10 anni. «A volte mia madre mi dà i soldi per prendere un risciò per andare a scuola, qualche volta sono andato a piedi p
er risparmiare e mettere i soldi nel mio salvadanaio…», dice Racheal di 11 anni. Mentre Valerie, di appena 6 anni: «Mio zio mi ha dato dieci rupie per comprarmi dei biscotti. Ha visto che li ho messi nel mio Piggy Bank per i miei fratelli e sorelle che non hanno mamma e papà e non possono andare a scuola come me. Allora mi ha dato altre dieci rupie». E un pizzico di furbizia non guasta: «Volevo comprare una penna costosa come tutti i miei amici a scuola. Mi sono ricordato del mio Piggy Bank e ho comprato una penna più economica di cinque rupie. Così nessuno potrà rubarmela!», è l’esperienza di Ryan, 9 anni. «È una piccola goccia nel mare, ma pur sempre una goccia – conclude Valentino – .Vi consigliamo di proporre questa iniziativa anche nei vostri ambienti, perché la goccia diventi fiume!». (altro…)
Gen 10, 2015 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Lavoro come coordinatrice delle relazioni ecumeniche e interreligiose della Arcidiocesi di Vancouver, Canada. Nel gennaio 2014 il servizio di preghiera è stato organizzato insieme con la diocesi anglicana, la chiesa evangelicha luterana, mennonita, United Church of Canada e la Chiesa apostolica armena. Il momento dello scambio dei doni è stato un momento solenne e si sentiva quanto le Chiese hanno da offrire. Un dono reciproco sono stati anche i momenti musicali. Abbiamo invitato i cori e cantanti di cinque tradizioni diverse che hanno arrichito il momento della preghiera. Si sentiva la gioia tangibile nel poter stare insieme e riconoscere la potenza della preghiera in comune e il coraggio di aprirsi all’altro. Da questo servizio è nato il progetto di un concerto ecumenico invitando i cori delle diverse tradizioni. L’iniziativa è stata realizzata la seconda domenica d’avvento, il 7 dicembre 2014, a Vancouver. Il concerto ha visto radunati i tre cori (Coro Ecumenico Fatima, Coro della Chiesa apostolica armena e il Focolare) ed un cantante della United Church of Canada. Il coro del Focolare ha offerto due canzoni esprimendo la gioia quando Gesù è presente in mezzo a noi. La varietà del programma che includeva canti tradizionali del periodo natalizio e musica contemporanea, intrecciati alle letture della seconda domenica d’avvento, ha attirato persone di tante denominazioni presenti a Vancouver. Il servizio si è concluso con il gesto simbolico di accendere le candele per portare la luce di Cristo nel mondo. Le persone hanno apprezzato tanto questo evento e soprattutto la possibilità di radunare appartenenti delle diverse chiese e comunità cristiane nel periodo di avvento e di dare gloria a Dio attraverso i canti di diverse tradizioni.
Il servizio ecumenico di avvento è stato solo uno degli eventi. La chiesa cattolica a Vancouver segnerà il 50 ° anniversario della pubblicazione del Decreto sul Ecumenismo con una conferenza dal titolo ‘Unità dei Cristiani: Abbiamo risposto alla chiamata? ’ che si svolgerà a Vancouver il 17 gennaio e farà parte degli eventi della Settimana della preghiera per l’unità dei cristiani. I relatori che presenteranno il tema appartengono alle diverse chiese cristiane; il programma e l’invito che è stato mandato a tutte le comunità cristiane della città è molto apprezzato ed hanno espresso desiderio di partecipare». Marieta (Focolare Vancouver) (altro…)
Gen 9, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Diversità che innamora Una sera Toni, mio marito, ha fatto una battuta che mi ha spalancato una voragine: non mi ero accorta che covasse dentro tante incomprensioni e persino del rancore. Pensavo: «Come, lui aveva tutto questo di irrisolto e non me lo ha mai confidato?». Ero delusa. Ci sforzavamo di vivere un matrimonio cristiano, di lui mi era sempre piaciuta la trasparenza, invece questa volta… Per le vacanze, Toni mi ha proposto di passare alcuni giorni a casa dei suoi. Anche se l’idea mi pesava (avevamo molto più bisogno di stare insieme da soli), ho detto di sì. Tuttavia ci siamo accordati per ricavarci a tutti i costi del tempo anche per noi: per ricominciare, per ritrovare una comunione. Così, mentre i miei suoceri badavano ai bambini, siamo usciti: io un po’ trepidante per ciò che sarebbe potuto venir fuori. Siamo andati in un locale carino, abbiamo preso qualcosa e poi, prima lui poi io, ci siamo aperti in una confidenza totale. Come non capitava da tempo, ognuno ha cercato di dimenticare il proprio punto di vista, per accogliere l’altro. Ci siamo capiti, riscelti, riscoprendoci sì diversi, ma di quella diversità che ci aveva fatto innamorare. G. P.- Italia Campo profughi Sono musulmano, vengo dall’Afghanistan. In Olanda ho fatto richiesta di asilo per me, mia moglie e i nostri due figli. Per quasi tre anni abbiamo abitato in una piccola stanza in un campo profughi. Ogni tanto andavo in città in cerca di amici. Invano. Noi abbiamo un detto: «Se vuoi pregare, cerca una moschea. Se non trovi la moschea, allora va in una chiesa perché ambedue sono luoghi di preghiera». Accanto al mercato c’era una chiesa. Sono entrato e lì ho fatto conoscenza con una famiglia attraverso la quale abbiamo poi conosciuto altri cristiani. Non ci siamo più sentiti soli. Da loro abbiamo imparato a mettere in pratica l’amore, cominciando dal campo profughi, luogo di miseria, problemi, ferite. Noi stessi frequentavamo regolarmente uno psichiatra specializzato per i traumi da guerra. Ma quando abbiamo trovato i nuovi amici abbiamo smesso le sedute psicoterapeutiche. Per il mio lavoro di scrittore e traduttore avevo ricevuto in dono una macchina da scrivere elettronica, che poi ho regalato a uno che in patria faceva il giornalista. Dopo una settimana un amico mi ha portato un computer… L’amore si può vivere dappertutto. G. M. – Olanda Giocattoli Anche se ho solo sette anni, posso fare qualcosa perché il mondo sia più buono. Ad esempio, quando qualcuno mi regala qualche moneta, la divido con i poveri e il mio cuore si sente felice. Pensando ai bambini che non hanno nemmeno un giocattolo, ho cercato tra quelli che avevo, li ho sistemati bene e messi in una scatola, per loro. Non è così facile dare le proprie cose, ma al pensiero che loro sarebbero stati contenti ero contenta anch’io. Stavo proprio finendo di preparare la scatola quando è arrivata una telefonata dalla nonna: mi diceva che una mia cugina aveva lasciato per me dei giocattoli che non usava più. Ho fatto grandi salti di gioia. Per me era la risposta di Dio. J. E. – Brasile (altro…)
Gen 8, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«NetOne, associazione di giornalisti e operatori della comunicazione dei cinque continenti promossa dal Movimento dei Focolari, condanna con fermezza il vile attentato contro la redazione di Charlie Hebdo. NetOne esprime la sua solidarietà e la sua vicinanza a colleghi, familiari e sostenitori delle vittime. Che dei giornalisti siano uccisi per il loro lavoro non può avere alcuna scusante, in nessun caso. Auspichiamo nel contempo che il lavoro di tanti colleghi giornalisti e di tanti operatori della comunicazione già impegnati nello studio, nella via della conoscenza, nel reciproco riconoscimento e nella valorizzazione di culture, religioni e mondi tanto lontani, continui con più efficacia. Anzi, auspichiamo che sia sostenuto e incoraggiato anche dalle istituzioni pubbliche e società civile. I giornalisti e gli operatori della comunicazione aderenti a NetOne sono convinti che la strada della violenza sia un vicolo cieco; solo un vero dialogo, rispettoso e sincero, potrà evitare il crescere di una barbarie senza fine, mentre va percorsa con coraggio la via della stima reciproca e di una reale fraternità universale. NetOne si impegna a operare in questa direzione, nel rispetto della libertà di espressione e di convinzione di chi lavora nei media e del pubblico». Leggi anche su Città Nuova online: Charlie Hebdo, violenza e libertà Niente paura! (altro…)