Dic 22, 2016 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Dalla notte tra il 20 e il 21 dicembre, paradossalmente in contemporanea con l’arrivo dell’inverno, arriva la primavera del sito dell’intero Gruppo editoriale Città Nuova.
Un anno dopo il cambio sulla carta – mensile e non più quindicinale, ma con più pagine, contributi digitali esclusivi e dossier su gravi temi d’attualità, e una nuova, apprezzata grafica –, il gruppo editoriale Città Nuova presenta il suo nuovo spazio digitale, con il quale si potrà accedere a notizie e approfondimenti da computer, tablet e cellulare. Città Nuova a casa, per strada, nell’autobus… E poi il servizio abbonamenti e vendite di libri e riviste è tutto nuovo e più efficace. Con lo slogan “cultura e informazione”, compiamo così un passo in avanti, realizzato grazie al progetto grafico di Humus Design e al supporto di ingegneria digitale della società Seed. L’apparizione della nuova piattaforma completa la proposta informativa e formativa del Gruppo. Il nuovo sito si affianca ai libri e alle riviste (Città Nuova, Nuova Umanità, Sophia, Unità e Carismi, Gen’s, Big, Teens, Il Vangelo del giorno). Lo stile è quello conosciuto e apprezzato dai nostri lettori: informato, partecipato, sereno, dialogante, professionale, familiare, per un sito rinnovato nella struttura e nell’estetica. L’abbiamo organizzato in sei aree: Fatti: politica, economia, lavoro, diritti, sociale, solidarietà, educazione, cultura e scienza, oltre alle Storie (racconti, esperienze, vita vera); Idee: con Pensieri d’autore (gli articoli delle firme di Città Nuova), Focus (i dossier tematici, le raccolte di articoli), Due punti (lo stesso tema trattato da differenti punti di vista), Studi (gli approfondimenti); Nella città: cittadinanza attiva, famiglia, educazione, ambiente e La Rosa dei venti (cioè le pagine regionali); Io, Dio e l’altro: spiritualità, Chiesa, religioni, Focolari; Nona ora: tempo libero, sport, cinema, spettacolo, teatro, letteratura, arte, comunicazione; Mondo: i Paesi (il punto di vista locale dai nostri inviati nel mondo) e gli Scenari globali. In più abbiamo, anche questi in parte già rinnovati, i blog degli autori, le loro voci. L’offerta verrà poi ampliata con le opzioni social, su Facebook e Twitter in particolare. Sulla carta e sul web continueremo la nostra sessantennale avventura, cercando di dare spazio ai temi che più ci sembrano confacenti alla nostra fonte ispiratrice, al “carisma dell’unità” di Chiara Lubich, declinato in un’attualità sempre più inquietante, ma anche ricca di nuove speranze. Ecco allora l’impegno giornalistico e culturale nel campo delle migrazioni che generano solidarietà e paura; della povertà che colpisce ormai un terzo dell’Italia; della pace che continuiamo a cercare pur nel mezzo di una Terza guerra mondiale; della famiglia che pare scossa da attacchi sempre più forti ma che vive e vivrà ed è il primo luogo dove si apprende e sperimenta l’inclusione e l’accoglienza reciproca; della donna (e dell’uomo) che cercano una convivenza più equilibrata e reciprocamente valorizzante; della crisi non solo economica ma anche culturale che attanaglia la nostra società; della molteplice e multiforme dimensione spirituale dell’esistenza umana… Il tutto con l’intero nostro patrimonio, ma anche con nuove rubriche, nuove proposte, nuove firme, con più possibilità di essere attivi e interattivi. Il sito è nuovo, e quindi vi chiediamo la pazienza di sopportare errori e incompletezze che via via verranno corretti. Lo riempiremo e lo miglioreremo col vostro aiuto nei prossimi mesi (segnalazioni a segr.redazione@cittanuova.it), aggiungendo anche nuove firme e rubriche, sempre in modo coordinato con le riviste cartacee, in primis Città Nuova, e con il settore libri. Contiamo, sulla vostra partecipazione attiva, con commenti, lettere, articoli, foto. Buona lettura! Dal sito Città Nuova cultura e informazione
Dic 22, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Sono i Gen4, i bambini dei Focolari, che ti spiegano con convinzione che il Natale non può essere soltanto una festa di colori, un insieme di personaggi creati da suadenti pubblicità, una corsa frenetica all’acquisto di regali: “Bisogna mettere nuovamente Gesù al centro del Natale”, “è la sua festa”, ti raccontano. Con pazienza e amore i Gen4, preparano i bambinelli di gesso che poi offriranno ai passanti. A New York una signora racconta:«Mentre visitavo la città con degli amici in mezzo alla folla, il vostro tavolino ha attirato la mia attenzione… Quelle parole, “Hanno sloggiato Gesù”, sono risuonate così bene dentro di me! Vorrei trasmettere il vostro messaggio ad altri. È stato il Natale più bello, mi ha riempito il cuore di calore». Maria Helena Benjamin e Pep Canoves, responsabili dei Gen4 di tutto il mondo, ci raccontano come questi piccoli, particolarmente sensibili all’amore evangelico, imparano a concretizzare nelle loro azioni quotidiane veri e propri gesti concreti di fraternità; scoprono che l’amore, quando è reciproco, porta la presenza di Gesù tra loro. Imparano a conoscerlo e creano con Lui un rapporto semplice e diretto. Riescono a coinvolgere i compagni di scuola, le famiglie, i parenti, i loro maestri con la loro disarmante semplicità, entrando direttamente nel cuore di ciascuno.
Pep Canoves ricorda come Chiara Lubich, aveva molto a cuore questi piccoli, riservando per loro un posto privilegiato, incontrandoli durante i vari congressi internazionali, inviando messaggi, rispondendo alle loro domande. E ad essi aveva rivolto l’invito di far sì che Gesù non venisse bandito dal Natale: «Fate nascere Gesù in mezzo a voi col vostro amore; così è sempre Natale! […] Possiamo offrire Gesù, Gesù in mezzo a noi a tutto il mondo, portare questo nostro amore, questa gioia nelle strade, nelle scuole, ai piccoli e ai grandi… dovunque!». Una bella iniziativa è quella del Calendario dell’Avvento: i Gen4 riempiono le giornate che precedono il Natale con tanti atti d’amore concreti, apparentemente semplici, ma che nel loro piccolo sono già rivoluzionari. I Gen4 sono coinvolti in tante iniziative, soprattutto per i più poveri. «Durante l’anno – continua Maria Helena Benjamin – riceviamo diverse notizie da tutto il mondo sulle loro attività a favore dei più indigenti. Hanno una innata capacità di accogliere gli altri bambini che magari vengono emarginati, come la storia di Sonia della Romania, di 5 anni, che fa amicizia con una bambina rom inserita da poco nella sua classe». «Abbiamo ricevuto notizie dal Madagascar e dall’Indonesia. Anche dalla Siria, in questi giorni così difficili e in piena guerra, ci giungono notizie – racconta Pep. Da Aleppo ci hanno persino inviato delle foto: in questa situazione di conflitto si vive con loro continuando a credere nella pace». Chiara Lubich, rispondendo a una domanda di un Gen4, aveva dato loro una consegna: «Sapete qual è la vera felicità? Provate: è quella che ha la persona che ama, che ama, che ama. Quando si ama si è felici e se si ama sempre si è felici sempre. Che cosa potete fare voi nel mondo? Dare la felicità, insegnare ad amare». E, davvero, loro ci insegnano con la loro purezza e semplicità come mettere in pratica l’amore evangelico, il segreto della felicità. Patrizia Mazzola (altro…)
Dic 21, 2016 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Aletta (la seconda a destra) con Chiara Lubich (la prima a sinistra)
Nata a Martignano (Trento) il 27 novembre 1924, Vittoria Salizzoni, trasferitasi per un periodo con la famiglia in Francia, ancora tredicenne avverte la chiamata di Dio: un guizzo interiore che per il momento cerca di accantonare. A 21 anni conosce Chiara Lubich e rimane affascinata dalla novità di vita di cui lei è portatrice. Non ha più dubbi: la via con la quale rispondere alla “chiamata”, percepita fin da ragazzina, è il focolare. Aletta (così Chiara la chiama per invitarla a dare un colpo d’ala, senza guardare indietro), per vent’anni è vicina a lei nello scoprire e attuare i tratti del Carisma che lo Spirito Santo andava rivelando. Fra questi, oltre alla specifica spiritualità dell’unità che lo caratterizza, i principali aspetti concreti del vivere cristiano. Uno di questi, che particolarmente si adatta alla figura di Aletta, è la cura della salute e la salvaguardia dell’ambiente. Aspetto questo che le viene spiegato un giorno da Chiara stessa: «È tutta l’umanità di Gesù; la vita di Gesù in quanto uomo. Gesù è nato da donna come noi, ha avuto freddo, ha avuto fame, ha pianto, ha conosciuto l’affetto umano … Ha dato da mangiare agli affamati, moltiplicato i pani e i pesci, ha guarito tanti ammalati, ha salvato anime. Ma soprattutto ha avuto tanto amore per l’uomo e per la sua sofferenza … La sofferenza, la morte e la resurrezione sono anch’esse espressioni di questo aspetto». Negli anni ‘60 -’70 Chiara le chiede di andare ad aprire il focolare a Istanbul, dove Aletta avrà numerosi e profondi contatti col Patriarca Athenagoras I. Così, per varie volte, ha l’occasione di accompagnarla nelle sue visite al Patriarca. Nella permanenza in quelle terre, Aletta scopre la bellezza della Chiesa ortodossa e delle Chiese d’Oriente, nelle quali vede sottolineata il tradurre la verità in vita, esaltando l’amore. I contatti da lei stabiliti sono i prodromi di un dialogo che sarà fecondo e che continua tuttora con l’attuale Patriarca ecumenico, Bartolomeo I.
Dopo la morte di Athenagoras, Aletta si trasferisce in Libano. Sono anni tormentati dalla guerra civile che, col suo susseguirsi dei bombardamenti, ripete la lezione dei primi tempi a Trento: “tutto crolla, solo Dio rimane”. Condivide con la gente del posto la precarietà e il rischio di quei lunghi anni di guerra, sorreggendo, consolando, infondendo speranza. Difficoltà e pericoli non impediscono il diffondersi del carisma dell’unità, non solo in Libano ma anche in tutto il Medio Oriente, che Aletta visita periodicamente. Nel 1990 ritorna a Roma per restarvi. «Nei primi anni di Piazza Cappuccini – racconta Palmira, anche lei del primo gruppo di focolarine di Trento – andavamo con Aletta nelle valli ad incontrare le prime comunità che andavano formandosi. Era come un angelo, e si capisce perché Chiara l’ha chiamata subito Aletta. E come l’ala di un angelo è stata, per Chiara e per tutti noi, in questi suoi oltre 70 anni di vita in focolare. Parlava poco, ma quel che diceva metteva subito nell’essenziale. Ciò che la caratterizzava era la semplicità, una innata serenità; un equilibrio psicofisico invidiabile». Dieci giorni prima della sua dipartita, Aletta registra un video-messaggio ai giovani del Movimento, i gen, riuniti in congresso: «Voglio salutare tutti i gen del mondo per il loro 50° di vita. Che vadano avanti, sono giovani, hanno forze ancora, possono fare tutto quello che vogliono!». La presidente dei Focolari, Maria Voce, nel dare l’annuncio al Movimento nel mondo della partenza di Aletta, scrive: «Accompagniamo nella gioia e con immensa gratitudine il ritorno di Aletta alla casa del Padre. Non potremmo avere un modello migliore di chi come lei ha dato la vita senza risparmio». A cura di Anna Friso (altro…)
Dic 20, 2016 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Visitavamo le famiglie con il foglietto della Parola di vita e, fra un discorso e l’altro, si faceva un incontro». A raccontarlo è Carmen artefice, con il marito Mynor e i parenti più stretti, della Mariapoli realizzata nei pressi della loro città, Chimaltenango, a 54 km da Città del Guatemala. La città, economicamente basata sul commercio e l’agricoltura, è integrata ai ritmi moderni della produzione e consumo, ma rimane gelosa custode di una cultura dalle antiche tradizioni. Carmen e Mynor sono il cuore della comunità dei Focolari e la loro casa, particolarmente ampia, ne è la sede locale. Ne parlano con un pizzico di orgoglio nel raccontare le riunioni che lì si fanno. Il Movimento è poco conosciuto e, come prima cosa, bisognava informare il parroco ed insieme, Mynor, Carmen e la sorella Martha, sono andati a trovarlo. Ma un sacerdote da queste parti è molto impegnato, per cui Mynor , che non poteva aspettarlo a lungo, è andato al lavoro in Tribunale. «Il sacerdote non riusciva a capire che cosa porta di nuovo il Movimento – prosegue Carmen – finché mia sorella Martha gli ha raccontato le esperienze dei figli gen3». La prima aveva destinato i soldi della festa dei 15 anni ai bambini poveri di un paesino isolato, l’altro aveva perdonato un compagno che lo aveva sgambettato con conseguente rottura di un braccio. A quel punto il parroco ha compreso gli effetti del vivere la spiritualità dei Focolari. Ottenuto il sostegno della chiesa locale, bisognava coprire le spese perché «Quando le persone sono invitate ad un ritiro – dice Mynor – sanno di essere ospiti». Per questo la preparazione della Mariapoli consiste anche in attività per raccogliere fondi. Una di queste è stato un Bingo realizzato nel salone parrocchiale, per il quale si era fatta una raccolta di regali donati per l’occasione.
Kelly, la seconda dei 4 figli di Carmen e Mynor, studia legge sulle orme del papà. «Siamo in pochi – afferma – ma ci aiutiamo. Siamo solo due gen ma cerchiamo che ci sia sempre Gesù in mezzo a noi e con tutti». Kelly prova ammirazione per la coerenza di vita dei suoi genitori: «Quando invitavano le persone alla Mariapoli raccontavano esperienze che io conoscevo. E quello che dicevano era vero. A casa nostra la Parola di vita è il riferimento per ogni situazione. Così, quando c’è qualche problema, andiamo a leggerla per attuarla». Il rispetto per gli anziani è una delle ricchezze dei Cakchiqueles. Davanti a loro, prima di parlare si fa una riverenza. La maternità, il dono dei figli, sono ritenuti una benedizione di Dio e precedono in valore ogni altro calcolo. «Per me il Movimento – ancora Carmen – è una grazia di Dio che ci accoglie, grandi e piccoli, tutti, così come accoglie le varie culture e lingue diverse. Qui ci apprezzano, con le nostre tradizioni e col nostro modo di pensare». Nella cultura Maya c’è un forte legame con la natura, «noi invochiamo dicendo grazie al cuore del cielo e al cuore della terra e diciamo, come San Francesco: tutti sono miei fratelli. Chiara Lubich l’ha visto anche così, lo Spirito Santo l’ha mossa in questo senso per cui il Movimento dei Focolari ci accoglie come siamo». E conclude Mynor: «La filosofia Maya risalta l’armonia, il rispetto e la solidarietà. Armonia nella famiglia, equilibrio dell’aspetto materiale e spirituale, solidarietà che è uguale a fraternità, per favorire condizioni di cooperazione». Al di là delle contraddizioni che regnano in ogni cultura, il popolo Cakchiquel, conserva tanti valori umani che, illuminati e purificati dal Vangelo, arricchiscono chi vi si avvicina. Filippo Casabianca, da Città di Guatemala (altro…)
Dic 19, 2016 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Mi è stato chiesto di presentare una relazione sulla testimonianza cristiana di fronte alla tradizione africana. Non è stato facile per me, per due semplici motivi: il primo è che sono un Bangwa, il secondo è che non sono solo un cristiano, ma sono anche il Vescovo di Mamfe». A parlare è Mons. Andrew Fuanya Nkea, nell’ambito di un simposio sul dialogo tra religione tradizionale africana e cristianesimo in occasione dei 50 anni di presenza del Movimento dei Focolari a Fontem. 51 anni, originario di Widikum (Camerun), studi di Filosofia e Teologia, sacerdote dal 1992, parroco, segretario della Diocesi, professore e formatore, infine Segretario Generale della Catholic University of Cameroon, ultimo incarico prima della nomina, voluta dal Santo Padre, nel 2013, a Vescovo Coadiutore della diocesi di Mamfe. Mons. Andrew Fuanya è la dimostrazione tangibile di un possibile superamento del dualismo tra le due tradizioni, senza incorrere nel rischio di un sincretismo religioso. «Ho deciso di dare un taglio più pratico che teorico alla mia relazione», afferma, ripercorrendo la storia dei rapporti tra la cultura Bangwa (in particolare nella zona sud-ovest del Camerun, il distretto di Lebialem) e il cristianesimo, segnati da un incontro, divenuto una sorta di spartiacque tra un “prima” e un “dopo”: quello con il Movimento dei Focolari. Il cristianesimo, portato dai primi missionari giunti in Camerun negli anni Venti, aveva messo la popolazione davanti a un bivio: «O diventavi cristiano evitando tutti gli aspetti della religione tradizionale, o praticavi la religione Bangwa, rimanendo un pagano, buono soltanto come legna da ardere all’inferno». Poco o nessun dialogo tra cristianesimo e cultura del posto: gli strumenti musicali tipici erano banditi nelle chiese, come le preghiere tradizionali. Nonostante le rigidità e i metodi inflessibili dei primi missionari, molte persone avevano abbracciato il cristianesimo, pur tra difficoltà e una forte opposizione della loro comunità. La novità
rappresentata dalla prima visita di Chiara Lubich al palazzo reale del Fon di Fontem, nel 1966, è sintetizzata in un’immagine, utilizzata dalla fondatrice dei Focolari, per descrivere la prima scintilla, l’ispirazione del dialogo interreligioso che si sarebbe sviluppato in seguito: «All’improvviso ebbi una forte impressione di Dio come di un enorme sole, che abbraccia tutti, noi e loro, con il Suo amore». Un’era nuova era cominciata, sospinta dal vento post conciliare e dalla straordinaria storia di amicizia tra i primi focolarini arrivati sul posto (molti dei quali medici, accorsi per sconfiggere la malattia del sonno che stava decimando la popolazione) e il popolo Bangwa. Da allora, i rapporti tra i fedeli delle due religioni sono caratterizzati da un profondo e reciproco rispetto, che ha ridato dignità alla cultura tradizionale, vera matrice identitaria anche dei cristiani. Spiega il vescovo: vi sono tradizioni religiose locali che i cristiani hanno mantenuto (la preghiera ai defunti, affinché intercedano per la famiglia, o il “Cry die”, dedicato a loro); altre invece sono divenute estranee alla loro fede (poligamia, sacrificio di animali, stregonerie). La nuova inculturazione, conclude il Vescovo, secondo lo spirito del Vaticano II, non proviene da una imposizione o da una rigida uniformità, ma si ispira ai valori del dialogo e della collaborazione, alla ricerca dei “semi del Verbo” sparsi in ogni tradizione. «La sfida dei cristiani di Lebialem per i prossimi 50 anni sarà riconoscere che la loro credibilità dipenderà da quanto saranno capaci di amare tutti, indipendentemente dalla religione cui appartengono». Solo così saranno autenticamente cristiani e insieme autenticamente africani. Chiara Favotti Intervento integrale di Mons. Andrew F. Nkea (inglese) (altro…)
Dic 18, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) attraversa una fase politica molto delicata, da quando, il 14 novembre scorso, si è dimesso il premier Augustin Matata Ponyo in seguito all’accordo siglato nell’ottobre scorso, che prolunga il mandato del presidente Joseph Kabila. Kabila avrebbe dovuto terminare il suo incarico il prossimo 19 dicembre, ma la sua coalizione e parte dell’opposizione hanno deciso che andrà avanti fino alle prossime elezioni, previste per l’aprile del 2018. In questo contesto incandescente, lo scorso 29 ottobre si è costituito il Movimento politico per l’Unità (MPPU) congolese, che s’ispira ai valori della spiritualità di Chiara Lubich. «In questo periodo la Chiesa, attraverso la Conferenza Episcopale, sta lavorando per evitare il caos nel Paese – raccontano Damien Kasereka e Aga Ghislaine Kahambu, responsabili locali del Movimento dei Focolari – . Il lancio del MPPU in questo momento è proprio una risposta ad un bisogno. Siamo felici di vedere che i membri del Movimento più impegnati in politica, soprattutto i giovani, sono convinti che le cose possono cambiare. Nonostante tutto non si perde la speranza». Lo scorso 3 dicembre, il MPPU si è presentato ufficialmente nella sala polivalente del centro medico Moyi Mwa Ntongo, a Kinshasa. Il giornale Le potentiel ha dedicato un lungo articolo all’evento, intitolato “Amore e fratellanza nella società: lancio di un movimento di coscientizzazione di massa”. «Lungi dall’essere un partito politico, il MPPU è piuttosto una rete di riflessione e di azione per promuovere la fratellanza nella vita politica congolese. I suoi iniziatori sono convinti che la fraternità universale sia il fondamento ed il motore essenziale per un cambiamento in positivo della società, soprattutto congolese, i cui anti-valori sono duri a morire», scrive il quotidiano. Tra i presenti, c’erano professori universitari e ricercatori, parlamentari nazionali e attori politici, giornalisti, avvocati, religiosi, medici, dottorandi, attivisti sociali ed esponenti di altre categorie socio-professionali. Durante l’incontro si è sottolineata l’opportunità e l’importanza del MPPU nella RDC, in quanto aiuta a “fare politica per l’unità”, di cui c’è tanto bisogno in questo momento difficile.
Il deputato nazionale Dieudonné Upira, uno degli iniziatori del MPPU nella RDC, ha affermato: «Vorremmo preparare una gioventù che non abbia paura come noi. Certamente, non abbiamo fatto molto per questo Paese. Forse non siamo stati formati: è questa la ragione della nostra paura. Per questo vogliamo formare dei giovani interessati a fare il bene, in grado di denunciare, annunciare e rinunciare. Dei giovani che, di fronte alla bipolarizzazione dello spazio politico congolese, possano dire: “Dobbiamo lavorare per la nostra Nazione”. Una gioventù formata può influenzare la società con il suo modo di comportarsi». E Georgine Madiko, ex deputato, anche lei tra gli iniziatori: «Comincieremo dei corsi universitari periodici, che ci permetteranno di formare i giovani attraverso dei moduli. Procederemo a tela di ragno per coprire, man mano, l’intero Paese e tutti i campi. Questa ragnatela ci servirà come sostegno, se non per sradicare, almeno per attenuare il male nella nostra società e promuovere il bene». Si comincerà con un primo gruppo di 50-60 persone. A conclusione, Aga Ghislaine Kahambu, ha ringraziato tutti: «La vostra presenza dimostra che desiderate che il nostro Paese cambi. Non occorre una folla per cambiare la società. Ogni individuo compie molti atti positivi. Ora, vogliamo che questi atti non rimangono più isolati». Gustavo Clariá (altro…)