Mar 18, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Tacloban, una cittadina di 60000 abitanti in una delle tante isole Filippine, fino all’8 novembre scorso era pressoché sconosciuta in gran parte del mondo, poi di colpo è diventata tristemente famosa perché l’uragano Yolanda si è abbattuto su di essa con le sue raffiche di 320 chilometri all’ora, mietendo più di 10000 vittime. [Il 25 febbraio] dopo tre mesi e mezzo siamo andati lì per qualche ora per condividere le esperienze di dolore, di donazione, di generosità eroica… di quella gente che ha fatto di tutto per trovare acqua, cibo, indumenti, benzina, per sé e per altri; gente che ha vinto la paura con la fede, gente fiera di essere sopravvissuta…». (continua su Gli aquiloni di Tacloban) «La città metropolitana, denominata Metro Cebu, è la seconda del Paese, superata soltanto da Manila. La Sacred Heart School Ateneo de Cebu è la scuola privata cattolica dei Gesuiti che ci ha accolti per un altro incredibile progetto: “Spark for Change”. La caratteristica è stata la partecipazione di studenti di una scuola pubblica, che per la prima volta mettevano piede in una scuola privata: era bello vederli giocare insieme nel cortile della Sacred Heart School, come se fossero di un’unica scuola. Ecco l’impressione più significativa di uno dei ragazzi: “Ero un giovane perso… quando sono riuscito a liberarmi dal mio fardello, ho compreso meravigliosamente cosa è la vita e cosa è l’amore: non è solo essere stimati ma è sacrificio e determinazione per il bene degli altri”.

Video Coreografia nel carcere di Cebu
Al nostro arrivo nella città, abbiamo incontrato la vice governatrice. Dopo averle spiegato il nostro lavoro nelle scuole e anche nelle carceri, ci ha invitati al carcere di Cebu, dove 600 detenuti, si sono esibiti per noi, danzando quattro differenti coreografie. Una realtà molto significativa che ci ha toccato il cuore è l’azione sociale dei Focolari: “Filo d’oro”: una piccola azienda tessile per giovani disagiati e in difficoltà. Questi stessi ragazzi ci hanno aiutato nella costruzione della scenografia di Streetlight. Prima di partire, siamo stati nella Basilica Minore del Santo Niño: la statua del bambino Gesù, che fu donata, come regalo di battesimo alla Regina di Cebu, dall’esploratore Ferdinando Magellano all’epoca della esplorazione del navigatore portoghese in quelle terre. Gli abbiamo affidato le nostre famiglie e i ragazzi incontrati nei progetti». (continua su Spark for change a Cebu) «Davao, è la città natale di uno di noi: Joseph! Ad attenderci all’aeroporto, un gruppo folcloristico della scuola, che ci ha lasciati a bocca aperta per la bellezza dei costumi e delle danze. Siamo stati accolti dalle autorità civili ed ecclesiastiche della città, vivendo con loro momenti importanti. Nella City Hall abbiamo ricevuto l’attestato di “Ambasciatori di buona volontà” e alla fine ci hanno chiesto di cantare; lo abbiamo fatto a cappella con una canzone del musical. Le due serate dello spettacolo, nell’enorme palestra dell’Holy Cross College, hanno raccolto circa 7.000 spettatori…una carica di energia senza precedenti. Il motto della città di Davao è : Life is here! Davvero siamo partiti con un senso di gratitudine nel cuore per aver sperimentato, ancora una volta, il calore familiare di questa splendida gente…che ci ha dato la VITA». (continua su Le sorprese di Davao) (altro…)
Mar 16, 2014 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Contribuire alla realizzazione dell’unità del mondo, scoprire che, sebbene molto diversi per etnie, culture e tradizioni religiose, tutti gli uomini, quali fratelli e sorelle, possono dare vita insieme alla pace e all’armonia universale. Questo il sogno di Chiara Lubich (1920-2008), questo l’obiettivo per il quale ha vissuto e lavorato, questo lo scopo specifico del suo carisma e del Movimento dei Focolari al quale ha dato vita. Evento fondante nel cammino di dialogo dei Focolari è la consegna a Chiara Lubich a Londra (Gran Bretagna) nel 1977 del Premio Templeton per il progresso della religione. Narrando la sua esperienza ebbe la profonda sensazione che tutti i presenti, anche se di fedi diverse, fossero un’unica famiglia. Un’intuizione che segnò una svolta: l’apertura del Movimento dei Focolari al dialogo con persone di ogni tradizione religiosa. Da allora la diffusione mondiale dei Focolari ha contribuito a sviluppare il dialogo interreligioso, con ebrei ortodossi, conservatori e riformati; con musulmani sunniti e sciiti; con indù di diverse correnti; con buddhisti mahayana e therevada; con seguaci delle religioni tradizionali africane e di altre culture originarie. Ci sono contatti anche, tra gli altri, con taoisti, shintoisti, sikhs e baha’i.
Il dialogo dei Focolari si fonda sulla centralità dell’amore, della carità, della misericordia, della compassione sintetizzate nella ‘Regola d’oro’, presente nelle principali religioni e culture, che invita a: “Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Un dialogo che porta, tra i suoi effetti, l’approfondirsi del rapporto con Dio o Assoluto e la riscoperta delle proprie radici religiose e della propria tradizione. L’apertura verso l’altro favorisce conoscenza e fiducia, facendo crollare idee erronee e preconcetti. Si scopre che le diversità possono essere dono gli uni per gli altri, si intraprende la comune ricerca di ciò che unisce. Nascono incontri di approfondimento e simposi. L’esperienza della fraternità rafforza il comune impegno a costruirla soprattutto dove violenza ed intolleranza religiosa sembrano prevalere. Si contribuisce ad un risanamento del tessuto sociale guarendo tensioni e integrando comunità in conflitto. Fioriscono significative realizzazioni umanitarie comuni. Il 20 marzo 2014, presso l’Università Urbaniana di Roma, si svolgerà un evento dedicato a “Chiara e le religioni: insieme verso l’unità della famiglia umana”. Vorrebbe evidenziare, a sei anni dalla sua scomparsa, il suo impegno per il dialogo interreligioso. La manifestazione coincide con il 50° della dichiarazione conciliare “Nostra Aetate” sulla Chiesa e le religioni non cristiane. (altro…)
Mar 14, 2014 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Il 7 dicembre 1943, Silvia Lubich, giovane maestra, non avrebbe mai immaginato che tante personalità del mondo civile e religioso (tra cui quattro papi), qualche decennio più tardi avrebbero pronunciato parole assai impegnative sulla sua persona e sulla sua famiglia spirituale.Non aveva nessun’idea di quello che avrebbe visto e vissuto negli 88 anni della sua vita. Non aveva alcuna idea dei milioni di persone che l’avrebbero seguita. Non immaginava che con il suo ideale sarebbe arrivata in 182 nazioni. Poteva mai pensare che avrebbe inaugurato una nuova stagione di comunione nella Chiesa e che avrebbe aperto canali di dialogo ecumenico mai praticati? Tanto meno poteva immaginare che nella sua famiglia avrebbe accolto fedeli d’altre religioni e persone senza un riferimento religioso. Anzi, non aveva nemmeno l’idea che avrebbe fondato un Movimento. Quel 7 dicembre 1943 “Silvia” aveva solo i sentimenti di una giovane e bella donna innamorata del suo Dio col quale stringeva un patto di nozze, sigillato con tre garofani rossi. Ciò le bastava. Poteva immaginare la corona di gente d’ogni età, estrazione sociale e punto della terra che l’avrebbe accompagnata nei suoi viaggi chiamandola semplicemente “Chiara” (nome preso dall’ammirata santa di Assisi)? Poteva mai pensare nella sua piccola Trento che le sue intuizioni mistiche avrebbero aperto una cultura dell’unità, adatta alla società multietnica, multiculturale e multireligiosa? Ha precorso i tempi, Chiara Lubich. Nella Chiesa – lei, donna e laica – ha proposto temi e aperture riprese più tardi dal Vaticano II. Nella società mondializzata ha saputo indicare la via della fraternità universale quando nessuno parlava di avvicinamenti tra civiltà. Ha rispettato la vita e ha cercato il senso del dolore. Ha tracciato una via di santità religiosa e civile praticabile da chiunque, non riservata a pochi eletti. Nel 1977, al Congresso eucaristico di Pescara, disse: «La penna non sa quello che dovrà scrivere, il pennello non sa quello che dovrà dipingere e lo scalpello non sa ciò che dovrà scolpire. Quando Dio prende in mano una creatura per far sorgere nella Chiesa qualche sua opera, la persona scelta non sa quello che dovrà fare. È uno strumento. E questo, penso, può essere il caso mio». E ancora: «Fecondità e diffusione sproporzionate a ogni forza o genio umano, croci, croci, ma anche frutti, frutti, abbondantissimi frutti. E gli strumenti di Dio in genere hanno una caratteristica: la piccolezza, la debolezza… Mentre lo strumento si muove nelle mani di Dio, egli lo forma con mille e mille accorgimenti dolorosi e gioiosi. Così lo rende sempre più atto al lavoro che deve svolgere. Finché, acquisita una profonda conoscenza di sé e una certa intuizione di Dio, può dire con competenza: io sono nulla, Dio è tutto. Quando l’avventura iniziò a Trento, io non avevo un programma, non sapevo nulla. L’idea del Movimento era in Dio, il progetto in cielo». Chiara Lubich è all’origine del Movimento dei Focolari. Nasce il 22 gennaio 1920 a Trento, muore il 14 marzo 2008 a Rocca di Papa, attorniata dalla sua gente. Nei giorni seguenti migliaia di persone, da semplici operai a personalità del mondo politico e religioso, arrivano a Rocca di Papa per renderle omaggio. I funerali si svolgono nella Basilica romana di S. Paolo fuori le mura, incapace di contenere la grande folla accorsa (40.000 persone). Benedetto XVI, nel suo messaggio, definisce Chiara “Donna di intrepida fede, mite messaggera di speranza e di pace”. L’allora Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, presiede la concelebrazione eucaristica insieme a 9 cardinali, 40 vescovi e centinaia di sacerdoti. Di Chiara, risuonano le sue parole espresse un giorno: «Vorrei che l’Opera di Maria, alla fine dei tempi, quando, compatta, sarà in attesa di apparire davanti a Gesù abbandonato-risorto, possa ripetergli: “Quel giorno, mio Dio, io verrò verso di te… con il mio sogno più folle: portarti il mondo fra le braccia”. Padre, che tutti siano uno!». (altro…)
Mar 14, 2014 | Chiara Lubich, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un’ampia riflessione sta attraversando l’attuale dibattito sul contributo che la donna può e deve dare alla vita della Chiesa. È a questo proposito che viene spesso chiamata in causa Chiara Lubich, per il suo patrimonio di spiritualità, di pensiero e di opere. Oggi, nel 6° anniversario della sua scomparsa, in molte città del mondo la si ricorda in tanti modi, confrontandosi con la sua eredità.
Sul contributo da lei dato all’incremento del dialogo ecumenico si riflette a Pretoria (Sudafrica) con il Dr Kobus Gerber, Segretario Generale della Dutch Reformed Church, come pure a Melbourne e a Perth (Australia). Il tema della famiglia, una delle passioni di Chiara, è al centro di diverse manifestazioni, come a Lussemburgo e Siviglia (Spagna), in preparazione anche al prossimo Sinodo straordinario di ottobre in Vaticano. A Perugia (Italia), il sindaco Waldimiro Boccali dedicherà una via alla beata Chiara Luce Badano, figlia spirituale della Lubich, e alla stessa Chiara sarà dedicata una strada di Porto Alegre in Brasile, dove – nella sala del Consiglio comunale – si tiene l’esposizione “Chiara Lubich, protagonista di tempi nuovi”. E poi eventi di carattere culturale, presentazioni di libri, concerti… Saranno moltissime le comunità dei Focolari, in piccoli centri come nelle metropoli, che si raccoglieranno a ringraziare Dio per aver dato Chiara Lubich come dono all’umanità; spesso insieme ai vescovi, come a Sidney (Australia) con il cardinale George Pell, a Wellington (Nuova Zelanda) con l’Arcivescovo John Dew, a Olomuc (Cechia) con l’arcivescovo Jan Graubner. Del suo contributo al dialogo interreligioso si parla al Noor Center, Centro Islamico di Toronto (Canada), in città dell’Europa, Medio Oriente e Africa. “Chiara e le Religioni. Insieme verso l’unità della famiglia umana”, sarà invece il tema del convegno di giovedì 20 marzo a Roma, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana. Un ricordo di Chiara Lubich tracciato da personalità di varie religioni, che hanno avuto un contatto personale con lei. Si terrà a conclusione di un simposio interreligioso, a Castelgandolfo, con la partecipa
zione di cristiani e fedeli di altre tradizioni religiose, quali ebraismo, islam, induismo, buddhismo, shintoismo, sikhismo. Questo 6° anniversario porta in filigrana lo svolgersi delle fasi preliminari alla causa di beatificazione per Chiara Lubich, dopo che il 7 dicembre 2013, Maria Voce, attuale Presidente dei Focolari, ha firmato la richiesta formale di avvio al vescovo di Frascati, mons. Raffaello Martinelli. Un atto – aveva detto allora Maria Voce rivolgendosi al Movimento – che «invita tutti noi a una santità ancora più grande, a costruirla giorno per giorno nella nostra vita, per contribuire a far emergere quella “santità di popolo” a cui Chiara tendeva». (altro…)
Mar 13, 2014 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Ad un anno dalla nomina di papa Francesco come vescovo di Roma, alcuni suoi testi e discorsi si presentano come un vero e proprio programma del pontificato: il messaggio per la Giornata della pace, la conversazione con i Superiori religiosi e, in particolare, la sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium. L’impronta di papa Francesco è fortemente pastorale, eppure sorretta da una cultura solida e provata; il suo fine è di arrivare a tutti, in particolare alle periferie esistenziali; il suo linguaggio semplice, il suo guardare in faccia le persone, il suo accarezzare bambini e malati sono sostanziali; la sua proposta è non giudicare ma servire. Per Francesco è responsabilità della Chiesa lavorare per la pace nel mondo. Di pari passo con le sue sempre brevi e affettuose omelie lavora senza sosta alla riforma della Curia e per la trasparenza economica della banca vaticana. Preferisce una Chiesa ferita, perché è uscita con audacia, ad una Chiesa chiusa e sulla difensiva, per la paura di sbagliare. Scarica il pdf con l’articolo completo su Nuova Umanità n. 212 (altro…)
Mar 12, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«La nostra terra devastata da 20 anni di guerre civili, bambini soldato, violenza, sfruttamento delle risorse naturali; nessuna politica ‘proattiva’… e noi? Giovani che non abbiamo mai conosciuto la pace, possiamo rispondere a questa sfida? E i nostri amici, genitori, autorità regionali… saranno disposti a seguirci in questa folle avventura?». Da questa domanda nasce l’idea di un gruppo di giovani congolesi di realizzare un festival, per portare – attraverso il linguaggio dell’arte – un messaggio che giungesse anche ai vertici internazionali. Una petizione è stata inviata anche al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. «La nostra terra è fertile , l’acqua è abbondante, il nostro sottosuolo è un dono di Dio: il Nord del Kivu dovrebbe essere un paradiso. Noi, i giovani, vogliamo partecipare a costruirlo». Dichiarata la mission, e con due anni di preparazione, si è svolto così a Goma (Repubblica Democratica del Congo) dal 14 al 16 febbraio il Festival “Amani” che in swahili significa pace. Davanti ai politici, ai rappresentanti internazionali, ai caschi blu dell’ONU e alle 25mila persone passate da lì, i protagonisti hanno lanciato il loro messaggio, cantando la loro sofferenza e la loro speranza. I giovani del Movimento dei Focolari sono stati tra i promotori e animatori di questo evento. Belamy Paluku, della band “GenFuoco” di Goma, incaricato della gestione dei contributi artistici, racconta: «Il festival è stato la realizzazione di un grande sogno: riunire tante persone e annunciare insieme un messaggio di unità, essendo portavoce delle persone meno considerate nella nostra società. Inoltre gli artisti non solo hanno offerto il loro punto di vista, ma provenendo da Paesi in conflitto tra loro, dallo stesso palco hanno dato una forte testimonianza. Spero che sia l’inizio di una nuova tappa». La preparazione del Festival è stata molto partecipata, davanti e dietro le quinte: c’era chi sfornava “gallette e gouffres”, chi serviva da mangiare, chi distribuiva le bibite, «e tutto questo senza misurare le forze, dando a tutti un sorriso di amicizia» racconta Jean Claude Wenga, responsabile della comunicazione del Festival. «Volevo capire come va avanti la cultura all’estero e come si possono sviluppare i rapporti in questo scambio tra culture – spiega Aurelie, una giovane dei Focolari – per questo ho voluto partecipare». Anche gli adulti non sono rimasti indifferenti: André Katoto, un padre di famiglia della regione del Kivu, afferma: «Amani vuol dire pace. Con questa festa abbiamo voluto celebrarla nella nostra regione». (altro…)