Movimento dei Focolari
PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara

PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara

Dalle testimonianze delle sue prime compagne e compagni, che hanno condiviso con lei una lunga avventura spirituale e umana, e da un ampio materiale inedito, Armando Torno traccia una biografia di Chiara Lubich (1920-2008) nella quale dà vita a un racconto cronologico che non vuol essere agiografico né confondere la figura della fondatrice con la sua opera. Per la prima volta, in un libro che tutti potranno leggere, prende forma un’esistenza straordinaria e, al tempo stesso, semplicissima, nella quale il Vangelo è stato il punto di riferimento indiscusso. A distanza di quasi tre anni dalla morte Chiara Lubich – che ricorre il 14 di marzo –, esce la prima biografia “ufficiale” sulla fondatrice del Movimento dei focolari scritta da Armando Torno. Il titolo del libro – PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara –, nasce da un’espressione cara alla Lubich del teologo belga Jacques Leclercq. Varie le presentazioni del nuovo libro edito da Città nuova che si susseguiranno nei prossimi mesi in tutt’Italia. La prima è prevista per il 12 aprile a Roma. Riportiamo da Città Nuova online, la prefazione del volume, a firma dello stesso Autore. «Questa non è una biografia nel senso comune del termine, giacché è nata dal contributo di molte persone e ognuna di esse ne è l’autore. Io non sono mai riuscito a scriverne una e non avevo nemmeno immaginato che un giorno mi sarei cimentato con quella di Chiara Lubich, ma non ce l’ho fatta a lasciar cadere la richiesta che mi è giunta da Città Nuova. Non ho mai conosciuto Chiara, anche se mi sono interessato della sua opera; e non credevo che fosse possibile scrivere una biografia basandosi sulle sole testimonianze. Ho però capito che le prime e i primi compagni della fondatrice del Movimento dei Focolari desideravano affidare a un uomo di comunicazione esterno al Movimento i loro pensieri, qualche piccolo segreto, i ricordi. Sono così nate queste pagine, che non vogliono essere un lavoro scientifico o ricavato dai documenti, ma la storia di una vita attraverso le emozioni rimaste, le testimonianze ancora disponibili e l’amore donato (…). Non è una biografia definitiva, è bene che il lettore lo sappia, tuttavia qui per la prima volta sono state raccolte, confrontate e scelte le voci di coloro che hanno conosciuto Chiara direttamente e che con lei hanno sognato un nuovo spirito cristiano». (Tratto dalla prefazione di Armando Torno, PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara Lubich, Città nuova 2011) http://www.cittanuova.it/libro.php?TipoContenuto=libro&idContenuto=32097 (altro…)

PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara

Riflessioni su Le Ceneri

«Stamane ci è stato ricordato che siamo polvere e in polvere ritorneremo. Questa verità elementare spaura e pare lugubre, […] e invece la Chiesa ricorda questo dato di fatto proprio per accrescere la vita. Che se un uomo valuta quello che materialmente è, non dà più tanto idolatrica importanza alle cose materiali: la ricchezza, lo spazio vitale, i territori, le materie prime, i mercati… Li valuta per quel che valgono: mezzi per vivere e non per ammazzare. E se considera la propria polverizzazione imminente, si guarda bene dal tumefarsi in superbia fratricida, dal volersi mettere più su degli altri per avere gli altri ai propri piedi e stare in posizione di metter loro i piedi sul collo […] Se questa verità delle polveri la meditassero tutti gli uomini di Stato, vedrebbero quanto ci si ammazza per niente e quanto stupido è l’odio, quanto scema è la guerra, quanto vitale è la pace, e anche quanto poco Big sono, e sono stati, quei capi che si credettero dei, mentre erano i poveri giullari della Bestia. […] Questi uomini della cui lode o protezione tu spasimi, e delinquenti del cui dominio tu tremi, del cui amore tu ti consumi, anch’essi cadranno, a tuffo, nel gorgo sotterraneo del silenzio: un silenzio troncato solo dal brusio impercettibile della disgregazione cellulare; e là si pareggeranno ricchi e poveri, comandanti e comandati. […] Questo vuol dire che è inutile e grullo onorare il proprio viaggio di tanto bagaglio: ricchezze, ciondoli, titoli, complicazioni castali, amministrative, spade e ag­geggi. Meglio esser liberi, andar spediti e spensierati. San Francesco volle esser libero sin della veste: se una ne ebbe, l’ebbe perché gliela donarono. E perciò il giorno delle ceneri è giorno di liberazione: di realismo; messo là a richiamarci alla realtà, che è questa bontà e semplicità e amore, simile all’aria tersa e frizzante dei monti contro l’irrespirabile composizione di afrori e fetori e acido carbonico delle nostre case con stufe, drappi e pettegolezzi. […] Non lugubre è questa ricordanza cineraria; è allietante. Inutile tentar di rimpiattare il capo sotto l’ascella per non vedere: la morte è certa; e stordirsi e negare e far strepiti non serve. Invece proprio perché, per la morte, appare la vanità del tutto, uno non s’affanna più di nulla: s’abbandona alla Provvidenza; e attinge da questo stato d’a­nimo la serenità del figlio in braccio al Padre. […] Dicono: – Un tal rito, con un tal ricordo, umilia. Umiliare vuol dire rimettere sull’humus: sulla terra. C’è chi si tira su, si gonfia, come aerostato pieno di fumo: e messosi sopra, si crede di dover guardare dall’alto in basso la gente, e di tenerla ai piedi. E la Chiesa ricorda che siamo tutti servi l’un dell’altro; e perché possiamo servirci l’un l’altro ci mantiene liberi. La superbia è satanica e porta allo schiavismo. Il tener presenti le nostre colpe ci impedisce di non ritenerci superiori agli altri. L’umiltà è la virtù della democrazia: è la democrazia; come l’orgoglio è lo sparato – o l’apparato – della plutocrazia. […] E dunque, a che serve ammazzarsi pel domani? A ogni giorno la sua croce. Chi si svincola dall’assillo del futuro, e dall’ingombro di ambizioni, è uno libero, che fa speditamente il cammino, non ripromettendosi dalla vita più di quanto dà. […] La durata è breve: stupido quindi perdere il tempo nella zuffa che anticipa la tomba. La quale tomba è una tappa verminosa, dove però non si finisce. Anzi si comincia. E il pensiero che di là da essa s’inizia una vita o una morte immortale sottrae ogni paura alla morte. Essa apre l’accesso alla casa: la casa dove non si pagano più pigioni, non si è assillati più da tasse e se apri la radio non ti tocca più sentire un demagogo squarquoio o un ammazzasette signor di popoli. Solo che l’accesso si concede a chi ha amato e ha perdonato; si nega a chi ha odiato e fatto soffrire. Ché quella è la casa dell’amore: e l’amore, nel suo apice, è la perfetta giustizia». Igino Giordani, Le Feste, SEI, Torino, 1954, pp.62-68 (altro…)

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Renata Borlone : “A volte i santi ci passano accanto…”

Di gioia e commozione ha parlato nel suo saluto iniziale S.E. Mons. Mario Meini, attuale vescovo di Fiesole per questo avvenimento che è soprattutto: “Accoglienza di una testimonianza, una serva di Dio, una testimone delle parole del Signore…La sua è stata una vita di stimolo e incoraggiamento per il movimento e per tutta la Chiesa. Vogliamo da lei raccogliere il testimone non come tesoro geloso ma come capacità di servizio. A volte i santi ci passano accanto e non ce ne accorgiamo.” E’ l’invito ai  presenti a riscoprire il volto quotidiano della santità che si fa servizio al prossimo, anche nella comunità civile ed ecclesiale. “Il soprannaturale naturale, alla portata di tutti”. Così il Card. Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura, nella Santa Messa solenne celebrata nel santuario di Maria Theotokos e animata dal Gen Rosso, ha ricordato il suo incontro con Renata Borlone, la cui caratteristica era quella di rendere la santità non una meta per pochi, ma è una vocazione possibile per ogni cristiano, tremendamente necessaria al giorno d’oggi. Era presente, in rappresentanza della presidente del Movimento, Maria Voce, in questi giorni in Terra Santa, Eli Folonari che ha ricordato con emozione e riconoscenza come le sue prime esperienze di vita di focolare le abbia vissute proprio con Renata nel 1950 a Roma e che fu Chiara Lubich,  personalmente, a chiamare Renata nella Cittadella di Loppiano come responsabile. Una giornata straordinaria con la partecipazione di più di 2000 persone provenienti da tutta Italia, nonostante la neve e il maltempo, oltre a tutti quelli che hanno seguito via internet questo evento specialmente nel momento solenne, alle 15.00, quando è avvenuta la chiusura vera e propria del processo, con il sigillo delle tre scatole che raccolgono tutta la documentazione raccolta in questi sette anni di lavoro dal tribunale diocesano, e che ora saranno consegnate a Roma, presso la Congregazione per le cause dei Santi. La cerimonia è stata densa di significato. Una grande occasione per richiamare all’attenzione di tutti l’importanza di lasciarsi rinnovare dalle parole del Vangelo che sono vita, e che Renata Borlone ha testimoniato fino all’ultimo, fino a farle esclamare che “La morte è vita!” In mattinata, sempre nel santuario, un evento di festa. Officiato dal vescovo emerito di Fiesole S.E. Mons. Luciano Giovannetti, aveva ricevuto il battesimo un’altra Renata che di cognome fa Nembrini, l’ultima nata nella cittadella dei Focolari: quasi un ideale passaggio di consegne. Fare del “proprio cuore” il vero santuario che custodisce il messaggio della Serva di Dio, questo l’augurio fatto ai presenti. La giornata si è conclusa con un dono speciale: il musical “Maria, fiore dell’umanità” del gruppo internazionale Gen Verde che ha portato tutti a contemplare Maria come figura di donna il cui fascino attraversa i secoli in continua dissolvenza tra la sua e la nostra storia, restituendoci l’immagine della Madre di Gesù come donna del quotidiano e compagna di viaggio. Flickr Foto Gallery (altro…)

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Dal Tabor a Gerusalemme: conclusa la visita in Terra Santa

Una settimana intensa, con la coscienza di aver vissuto insieme una forte esperienza spirituale in piena comunione con la locale comunità dei Focolari, che ha rinnovato l’impegno con la sua presenza in questa terra, a costruire ponti di dialogo fra tutti nello spirito della fratellanza universale, all’edificazione della quale tutto il Movimento è impegnato.   25 febbraio – Dopo la visita al Monte delle Beatitudini e al Tabor, tappa a Nazareth. Ad attendere il Consiglio Generale c’era una folta rappresentanza della comunità dei Focolari di Haifa, Gerusalemme e Betlemme. Nella Basilica, davanti alla Grotta dell’annunciazione, il Card. Miloslaw Vlk, vescovo emerito di Praga, Mons. Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare del patriarca latino per la Galilea, insieme ai 17 sacerdoti del Consiglio Generale e due sacerdoti del patriarcato, hanno concelebrato la messa in un clima solenne e semplice allo stesso tempo. Mons. Marcuzzo, nel corso dell’omelia, ha ricordato che, in occasione della visita di Benedetto XVI nel 2009, lo striscione di benvenuto al papa portava un titolo significativo: Benvenuto a Nazareth dove tutto è ricominciato. Il Sì di Maria – ha sottolineato – è stato il primo passo di questo nuovo inizio della storia dell’umanità. Alla conclusione Maria Voce, ringraziando tutti, vescovi e comunità dei Focolari, ha rinnovato l’impegno di tutto il Movimento, come Chiara Lubich aveva voluto fissare negli statuti, di vivere come Maria per esserne “una sua presenza” nel mondo! 26 e 27 febbraio – Due giorni a Gerusalemme. Sabato mattina, appuntamento al Kottel, il muro occidentale, noto come il Muro del Pianto, molto frequentato per via dello Shabbat, che ha offerto l’occasione per una spiegazione su vari aspetti dell’Ebraismo e sul significato dello Shabbat. A piedi, poi, il gruppo si è diretto verso il terreno attiguo alla scala romana che unisce la valle del Cedron alla zona in cui si trovava l’entrata del Tempio. Si tratta del luogo dove, secondo la tradizione, Gesù avrebbe pregato il Padre per l’unità fra tutti gli uomini. Chiara Lubich, ancora nel 1956, in occasione della sua unica visita alla Terra Santa, aveva espresso il desiderio che un giorno potesse esserci un focolare nei pressi di quella scala. I dirigenti locali del Movimento dei focolari hanno spiegato gli sviluppi che hanno portato all’acquisto del terreno proprio accanto alla scala ed i passi che si stanno facendo per ottenere i vari permessi per poterlo trasformare, intanto, in un giardino-parco adatto a momenti di riflessione ed incontro. Dopo aver letto il passo del Vangelo di Giovanni con la preghiera sacerdotale e quanto la Lubich scrisse nel 1956, una foto di gruppo sulla scaletta ha suggellato un momento di forte intensità spirituale. Domenica 27, giornata conclusiva con la messa celebrata nella piccola Grotta degli Apostoli dal Card. Vlk e da Mons. Antonio Franco, Delegato Apostolico per la terra Santa, che ha rivolto ai presenti una meditazione sul significato di questa visita di Maria Voce e del Consiglio Generale in Terra Santa alla luce della spiritualità di comunione di Chiara Lubich. Al termine della visita ai luoghi della passione e morte di Cristo, un ricevimento presso il Centro di Notre Dame ha raccolto attorno alla presidente, al copresidente e a tutto il consiglio, 150 fra membri di movimenti ecclesiali, personalità di varie Chiese presenti a Gerusalemme, ed ebrei e musulmani vicini al Movimento. Maria Voce ha presentato i membri del Consiglio, ringraziando per quanto era stato fatto per questa visita e per le attività che l’hanno accompagnata. Ha assicurato di portare nel cuore momenti vissuti e persone e di essere certa di restare nel cuore di quanti incontrati in Terra Santa. (altro…)

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Il Consiglio generale dei Focolari in Terra Santa

Domenica scorsa sono arrivati in Israele i membri del Consiglio generale dei Focolari per iniziare la prevista settimana di pellegrinaggio con la Presidente Maria Voce ed il Copresidente Giancarlo Faletti, che nel frattempo, avevano concluso la loro visita ufficiale alle comunità del Movimento dei Focolari in Terra Santa. I membri del Consiglio sono stati accolti all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv da una rappresentanza della locale comunità dei Focolari, con il caratteristico calore di questa cultura. Sono, poi, partiti alla volta della Domus Galilaeae sul Lago di Tiberiade, che ha ospitato i primi giorni della loro permanenza in Terra Santa. La struttura, costruita dal Cammino Neo-Catecumenale, a cavallo del nuovo millennio, è stata benedetta da Giovanni Paolo II, durante la sua storica visita dell’anno 2000, quando proprio nella vallata sottostante il Monte delle Beatitudini aveva celebrato la messa per migliaia di pellegrini. Benedicendo la nascente struttura il Papa aveva detto: «Il Signore vi ha aspettato qui su questa montagna!». Parole significative che oggi campeggiano di fronte all’entrata ed accolgono tutti i visitatori che entrano alla Domus Galilaeae. L’incontro di Maria Voce e del Consiglio generale dei Focolari con la comunità neo-catecumenale è stato molto caloroso e caratterizzato anche da momenti di conoscenza reciproca. Il 22 febbraio, Festa della Cattedra di Pietro, le due comunità si sono incontrate per la celebrazione eucaristica. Intanto il Consiglio del Movimento ha trascorso tre giorni e mezzo scanditi da momenti di meditazione e comunione di esperienze e di lavoro intorno alle sfide e alle prospettive che le diverse realtà dei Focolari si trovano ad affrontare oggi nelle varie parti del mondo e nei contesti ecclesiali e sociali dove il Movimento è presente ed opera. E’ venuto sempre più in rilievo il mandato di unità e comunione che Chiara Lubich stessa aveva consegnato al futuro del Movimento. (altro…)