VENERDÌ 16 FEBBRAIO
I sessione – “Medicina Dialogo Comunione”: le radici, gli sviluppi, gli obiettivi
– La “persona” in relazione: quale modello di riferimento?
– Comunicazione e relazionalità in medicina: lo stato dell’arte
II sessione – LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE
– Nella formulazione della diagnosi
– Nella definizione del programma terapeutico
– Come contributo alla qualità di vita del paziente
– Nella prospettiva del medico: Curare chi cura
– Spazio per la discussione
III sessione – LA COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI
– Tavola rotonda interdisciplinare: il punto di vista dell’internista, del neurologo, dello psichiatra, del pediatra, del palliativista, del ginecologo, del medico universitario
– Spazio per la discussione
IV sessione – L’INTER-RELAZIONE TRA OPERATORI IN MEDICINA: PRESUPPOSTI, METODI, EFFETTI
Presentazione di alcuni modelli applicativi:
– Il lavoro d’équipe in un dipartimento di terapia intensiva
– L’inter-relazionalità nel distretto sanitario
– Risultati di una collaborazione in campo epidemiologico in Algeria
– Multiprofessionalità e qualità dell’assistenza in ospedale
– Inter-relazione in oncologia
– Interdisciplinarietà in geriatria: un’ipotesi formativa
SABATO 17 FEBBRAIO
V sessione – LA PROFESSIONALITÀ IN MEDICINA
– Le componenti della professionalità nella società che cambia
– Interpretando la professionalità
– Tavola rotonda
Intervengono: un docente universitario, uno studente, un medico di famiglia, un anestesista, un infermiere, un medico riabilitatore, un ricercatore
– Spazio per la discussione
VI sessione – DALLA INTER-RELAZIONALITÀ ALLA RECIPROCITÀ
Progetti internazionali: realizzazioni, risultati preliminari, nuove prospettive:
– Collaborazione multicentrica: risultati del gruppo europeo “IOTA” (International Ovarian Tumor Analysis)
– Un nuovo modello culturale nel trattamento dell’ HIV/AIDS. Un progetto in Africa nell’ambito dell’UNAIDS
– “Bukas Palad”: medicina di comunità alla periferia di Manila
– Management del cancro della cervice: sviluppo di un modello di partnership secondo l’approccio etnografico tra Paesi a diverso standard assistenziale
Conclusioni