Ott 26, 2020 | Sociale
Papa Francesco ha inviato un messaggio ai partecipanti del convegno EcoOne, l’iniziativa ecologica del Movimento dei Focolari. Papa Francesco ha inviato un messaggio ai partecipanti del convegno di EcoOne, iniziativa ecologica del Movimento dei Focolari, che si è svolto dal 23 al 25 ottobre in live streaming dal Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Italia).
“Porgo un cordiale saluto a tutti coloro che prendono parte a questo Incontro internazionale che si svolge nell’ambito dell’anno speciale dedicato al quinto anniversario della Lettera Enciclica Laudato si’. Esprimo la mia gratitudine a EcoOne, l’iniziativa ecologica del Movimento dei Focolari, e ai rappresentanti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, che hanno collaborato per rendere possibile questo evento. Il vostro incontro, con il tema “Nuove vie verso l’ecologia integrale: a cinque anni dalla Laudato si’ ”, imposta una visione relazionale dell’umanità e della cura del nostro mondo a partire da diversi punti di vista: etico, scientifico, sociale e teologico. Nel ricordare la convinzione di Chiara Lubich che il mondo porta in sé un carisma di unità, confido che questa sua prospettiva possa guidare il vostro lavoro nel riconoscimento che «tutto è collegato» e che «si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società» (Laudato si’, 91). Tra tali problemi c’è l’urgenza di un nuovo e più inclusivo paradigma socio-economico, che possa riflettere la verità che siamo «un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi» (Enc. Fratelli tutti, 8). Questa solidarietà tra noi e con il mondo che ci circonda richiede una ferma volontà di sviluppare e attuare misure concrete, che favoriscano la dignità di tutte le persone nei loro rapporti umani, familiari e lavorativi, combattendo allo stesso tempo le cause strutturali della povertà e lavorando per proteggere l’ambiente naturale. Il raggiungimento di un’ecologia integrale richiede una profonda conversione interiore, a livello sia personale che comunitario. Mentre esaminate le grandi sfide che dobbiamo affrontare in questo momento, inclusi i cambiamenti climatici, la necessità di uno sviluppo sostenibile e il contributo che la religione può dare alla crisi ambientale, è essenziale rompere con la logica dello sfruttamento e dell’egoismo e promuovere la pratica di uno stile di vita sobrio, semplice e umile (cfr Laudato si’, 222-224). Mi auguro che il vostro lavoro contribuisca a coltivare nel cuore dei nostri fratelli e sorelle una responsabilità condivisa gli uni per gli altri, come figli di Dio, e un rinnovato impegno ad essere buoni amministratori del creato, suo dono (cfr Gen 2,15). Cari amici, vi ringrazio nuovamente per la vostra ricerca e per i vostri sforzi di collaborazione per cercare nuove vie che conducano a un’ecologia integrale, per il bene comune della famiglia umana e del mondo. Nell’esprimere i miei migliori auguri e la preghiera per le vostre deliberazioni durante questo incontro, invoco cordialmente su di voi, sulle vostre famiglie e sui vostri collaboratori la benedizione di Dio, fonte di saggezza, di fortezza e di pace. E vi chiedo, per favore, di ricordarvi di me nelle vostre preghiere”.
Ufficio Comunicazione dei Focolari
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Ott 26, 2020 | Chiara Lubich
Le restrizioni causate dalla pandemia, in particolare i momenti di lockdown, hanno spesso causato o aumentato tensioni nei rapporti personali. Ci vuole il perdono. Ma il perdono richiede forza, coraggio e allenamento. Spesso le famiglie si sfasciano perché non ci si sa perdonare. Odi antichi mantengono la divisione tra parenti, tra gruppi sociali, tra popoli. A volte c’è addirittura chi insegna a non dimenticare i torti subiti, a coltivare sentimenti di vendetta… Ed un rancore sordo avvelena l’anima e corrode il cuore. Qualcuno pensa che il perdono sia una debolezza. No, è l’espressione di un coraggio estremo, è amore vero, il più autentico perché il più disinteressato. “Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete?” – dice Gesù – questo lo sanno fare tutti: “Voi amate i vostri nemici.”[1] Anche a noi viene chiesto di avere, imparando da Lui, un amore di padre, un amore di madre, un amore di misericordia nei confronti di quanti incontriamo nella nostra giornata, specialmente di chi sbaglia. A quanti poi sono chiamati a vivere una spiritualità di comunione, ossia la spiritualità cristiana, il Nuovo Testamento chiede ancora di più: “Perdonatevi scambievolmente”[2]. L’amore reciproco domanda quasi un patto fra noi: essere sempre pronti a perdonarci l’un altro. Solo così potremo contribuire a creare la fraternità universale.
Chiara Lubich
Tratto da: Parola di Vita, Settembre 2002, in: Chiara Lubich, Parole di Vita, pag. 666. Città Nuova Ed., 2017. [1] Cf. Mt 5,42-47. [2] Cf. Col 3,13. (altro…)
Ott 23, 2020 | Sociale
Nell’anno speciale rivolto all’approfondimento dei principi dell’enciclica Laudato si’, incontriamo Abdullah Al Atrash, giovane imprenditore italo-siriano negli Emirati Arabi Uniti. Come non credente, aderisce all’Economia di Comunione dei focolari. Nell’azienda che dirige, dà lavoro a migranti perlopiù asiatici e africani, garantendo un salario e misure di sostegno sociale, oltre che la massima sicurezza per i dipendenti e l’ambiente, anche in questo momento di pandemia.
Sono pakistani, indiani, nepalesi, filippini e ancora nigeriani, camerunensi, senegalesi. In comune hanno un passato di grande povertà, che li ha costretti a lasciare patria e famiglia e ad emigrare, e un presente che cerca di allontanarli da sfruttamento e nuovi disagi. Si tratta di molti dei 212 dipendenti della Mas Paints, fabbrica di vernici per legno e pareti nata nel 1989 in Italia e dal 2000 presente a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, Paese in cui – a fronte di circa 10 milioni di abitanti – 9 persone su 10 sono di origine straniera. A raccontare a Vatican News di questi “colleghi e amici della ditta” è Abdullah Al Atrash, il direttore generale dell’azienda, fondata da suo padre e suo zio. Nel sentir parlare questo giovane imprenditore italo-siriano, 42 anni, una laurea in economia e commercio all’Università di Ancona e un master all’Istituto Adriano Olivetti del capoluogo marchigiano, torna alla mente la riflessione sul lavoro contenuta nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che porta il Pontefice a evidenziare come esso sia “una necessità”, una “parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”. L’altro da sé “Qualsiasi forma di lavoro – mette ancora in luce il Papa – presuppone un’idea sulla relazione che l’essere umano può o deve stabilire con l’altro da sé”. Arrivando nel 2005 a Dubai, Abdullah ha osservato, studiato e in un certo senso fatto proprio il mondo dei lavoratori migranti. “Per me è stato un trauma vedere come vivano queste persone. Tutti coloro che dai Paesi poveri vanno a lavorare in altri Stati, qualsiasi essi siano, devono poi mandare a casa molto denaro per sostenere un numero davvero alto di parenti, perché hanno tutti un sistema allargato di famiglia, nel senso che aiutano anche genitori, fratelli, cugini. Ho fatto allora un calcolo secondo cui – spiega – in media ognuno di loro deve mantenere 10 persone e questo non solo per esempio dal punto di vista dei soldi che servono per fare la spesa, ma del denaro che fa realmente la differenza tra la vita e la morte, perché in tanti di quei Paesi non vi è uno Stato sociale, per diversi motivi: grande povertà, guerra, instabilità politiche, tensioni etniche o religiose. Questa gente in genere lavora tantissime ore, con impieghi faticosi, con paghe veramente basse. Ho visto casi di persone che lavorano nell’edilizia e guadagnano una cifra che arriva a 130-150 euro al mese, privandosi di tutto pur di mandare soldi a casa”. Una cultura della reciprocità Il Pontefice nella Lettera enciclica del 2015 puntualizza come “aiutare i poveri con il denaro” possa essere un “rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze”: il “vero obiettivo” – chiarisce – dovrebbe sempre essere di consentire loro “una vita degna mediante il lavoro”. Ateo, sposato con una donna cattolica e padre di due figli, Abdullah condivide con la moglie Manuela l’esperienza del Movimento dei Focolari e le iniziative dell’Economia di Comunione, avviate nel 1991 da Chiara Lubich per promuovere una cultura economica improntata alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico. Un percorso di vita, quello dell’imprenditore italo-siriano, che lo ha portato a “tener presenti i costi della vita e il mondo in cui vivono” questi migranti, adottando misure concrete per i lavoratori della sua azienda. Non è stato facile, confessa, ma “ho moltiplicato per 5 uno stipendio base, perché potessero avere una vita assolutamente dignitosa. E ho deciso di pagare loro, non solo al dipendente ma a tutta la famiglia ‘allargata’, le spese mediche di qualsiasi genere e quelle per l’educazione dei figli – perché senza educazione difficilmente troverebbero lavoro – sostenendoli nei loro studi fino all’università”.
Un bene comune Il valore predominante sembra essere, dunque, quel capitale sociale che è l’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole indispensabili ad ogni convivenza civile, come sottolinea Francesco nell’enciclica, citando la Caritas in veritate di Benedetto XVI. Abdullah racconta di aver “creato un fondo, che viene preso dagli utili”, per andare ulteriormente in aiuto dei lavoratori. “L’utile aziendale – ci tiene a sottolineare – deve secondo me essere impiegato sia per investire nell’azienda affinché possa crescere, sia ovviamente per le necessità dei titolari, ma deve anche andare in egual misura ai dipendenti dell’azienda. Di fatto è un bene comune: un’azienda è di tutti, perché vi lavorano tutti e deve servire tutti”. “Ad un certo punto – prosegue – mi sono accorto che tra i dipendenti, oltre a queste necessità, c’era anche il problema della casa in patria. L’ho capito parlando con le persone, ho voluto instaurare con loro un rapporto umano e non solo lavorativo, parlando di me e di loro, delle nostre vite. Questa è comunità. E ciò mi ha fatto capire che, per costruirsi una casa nei Paesi d’origine, loro avevano due modi: cercare di prendere soldi dalle banche, ma le banche non prestano soldi ai poveri, o – e per me è stato doloroso saperlo – rivolgersi agli usurai, perché l’usura è molto diffusa in quei Paesi, facendo poi sacrifici enormi per restituire i soldi e impiegando anni. Quindi ho cercato di capire da quante persone fosse composta la famiglia, dove queste persone volessero costruire la casa e, calcolando la somma necessaria, abbiamo provveduto ad un prestito, da restituire liberamente nel tempo e secondo le possibilità. La somma prestata è a tasso zero, anche se il tasso zero in effetti non esiste perché c’è sempre l’inflazione, soprattutto in certi Paesi”. Una produzione che rispetti l’ambiente Nel corso dell’anno speciale indetto da Papa Francesco fino al 24 maggio 2021 per riflettere sull’enciclica Laudato si’, ad Abdullah chiediamo come la propria azienda riesca a rispondere alla sfida urgente di proteggere la “casa comune”. “Produciamo alcune vernici che sono assolutamente non tossiche, quindi non nocive e non inquinanti. Ci sono poi altre gamme di prodotti che invece necessariamente lo sono, pensiamo per esempio ai solventi, molto utilizzati anche nel campo farmaceutico. La cosa importante è che non vadano a danneggiare l’ambiente, perché l’ambiente siamo noi: il Papa lo ricorda continuamente. Io, da ateo, capisco che l’ambiente è tutto ciò che vive”. “Quindi in azienda – va avanti – puntiamo alla protezione dei lavoratori, in modo che la loro salute sia tutelata al 100%, investendo moltissimo in sicurezza, in maschere, impianti d’areazione e macchinari che non fanno fuoriuscire sostanze come i solventi. Per quanto riguarda i rifiuti, abbiamo puntato tanto su macchinari che separano i rifiuti solidi, liquidi e gassosi. Successivamente società pubbliche, del governo, vengono a prenderli e li trasferiscono in luoghi appositi e adatti allo smaltimento, per evitare che vadano ad inquinare l’ambiente. Perché sotto di noi c’è il mare: quando scaviamo un po’ sotto la fabbrica troviamo il mare!”.
La pandemia Nell’emergenza mondiale da coronavirus, le preoccupazioni per le condizioni dei lavoratori sono cresciute. “L’ondata che è arrivata qui – ricorda Abdullah – è stata fortissima, ha colpito l’Iran, il Kuwait, l’Arabia Saudita, tutti i Paesi intorno a noi. Il periodo più duro, con la chiusura totale, è stato tra marzo e aprile. Quando si sono avute le prime notizie del virus, abbiamo predisposto delle misure, come l’adozione di barriere di vetro per i dipendenti, in uno spazio simile ad uno sportello bancario, l’uso di mascherine chirurgiche, la misurazione della temperatura corporea, il rispetto della distanza di sicurezza di due metri, i tamponi a tutti i dipendenti, il coordinamento quotidiano con il ministero della Salute locale. E inoltre ho affittato una trentina di monolocali per osservare le quarantene in sicurezza”.
Un incontro di convivenza A colpire è la parola “convivenza” che ritorna più volte nel colloquio con Abdullah, anche quando ricorda di aver partecipato, ad inizio 2019, alla Messa del Papa ad Abu Dhabi, in occasione del viaggio di Francesco negli Emirati Arabi Uniti, già all’insegna di quella fraternità e amicizia sociale di cui il Pontefice oggi parla nella Fratelli tutti. “Un’esperienza magnifica, sono andato con alcuni dei colleghi e con gli amici del Movimento dei Focolari. C’era tantissima gente, tant’è vero che io ero fuori lo stadio, sul prato, da dove si poteva seguire l’evento attraverso dei maxischermi. Ho notato che la grande maggioranza dei presenti era cattolica, ma c’erano pure 5 mila musulmani, oltre a qualche gruppo di buddisti, indù e sikh. Trasmettevano le immagini del sentito abbraccio col Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib. È stato un momento liberatorio, di incontro tra mondo islamico e mondo occidentale, con il Papa venuto qui con grandissima umiltà: ha ringraziato il Paese, le autorità, il popolo, nello spirito della convivenza, della pace, della tolleranza. Ci ha voluto dire che stare tutti insieme è possibile”.
Giada Aquilino per Vatican News
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Ott 22, 2020 | Centro internazionale
Maria Voce: “Immenso dolore e incondizionata collaborazione del Movimento affinché venga fatta piena luce; istituzione di un organo d’indagine indipendente dopo un incontro con alcune vittime di un ex-membro consacrato dei Focolari”. “Di fronte a questo immenso dolore siamo convinti che l’unica strada da percorrere sia quella di offrire alle vittime pieno ascolto e riconoscimento dei danni subiti. Per questo voglio ribadire la piena ed incondizionata collaborazione del Movimento, affinché venga fatta piena luce sui fatti e giustizia per le vittime”. Queste le parole di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, in un comunicato stampa del 22 ottobre 2020 sul caso di violenza su minori ad opera di J.M.M., ex-membro consacrato dei Focolari, residente in Francia. Una vittima ha reso pubblico il suo caso che risale agli anni 1981 e 1982 quando – allora quindicenne – fu molestato sessualmente. È in via di costituzione un organo indipendente attraverso il quale il Movimento dei Focolari ha deciso di avviare un’indagine straordinaria, dopo l’incontro con alcune vittime, il 18 settembre 2020. In quell’occasione il Copresidente del Movimento dei Focolari, Jesús Morán, ha espresso dolore e vergogna per gli abusi commessi da J.M.M. “così come per il silenzio o la mancata iniziativa mantenuti per anni da parte di diversi responsabili”. A breve sarà resa nota la composizione di questo organo indipendente, che avrà il compito di ascoltare le presunte vittime, di raccogliere ulteriori testimonianze e di indagare su eventuali omissioni, coperture o silenzi da parte di responsabili del Movimento. Al termine delle indagini, l’organo indipendente renderà pubblica la sua relazione finale. Per consentire il pieno svolgimento delle indagini e garantirne la piena trasparenza, i due co-responsabili dei Focolari in Francia e il co-responsabile del Movimento per l’Europa Occidentale hanno presentato le dimissioni dai rispettivi incarichi il 21 ottobre 2020. Dimissioni accolte dalla Presidente dei Focolari.
Joachim Schwind
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Ott 21, 2020 | Collegamento
L’11 agosto scorso abbiamo festeggiato i 100 anni di Danilo Zanzucchi. Con la moglie Anna Maria sono stati per oltre 40 anni responsabili del Movimento Famiglie Nuove. La loro è una storia ricchissima, una storia di amore dato, ricevuto, generato. Siamo andati a trovarli a casa loro, a Grottaferrata… https://vimeo.com/464141479 (altro…)
Ott 20, 2020 | Centro internazionale, Ecumenismo
Questa mattina Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, ha fatto visita al Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa. Ad accoglierlo la Presidente Maria Voce con cui ha visitato la casa dove ha vissuto Chiara Lubich e si è raccolto in preghiera sulla sua tomba. Poi uno scambio di saluti e di doni, presenti anche il Copresidente Jesús Morán ed una piccola delegazione del Movimento. Il Patriarca si trova a Roma per l’Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace promosso oggi in Campidoglio dalla Comunità di Sant’Egidio e il conferimento, domani, di un dottorato Honoris Causa in Filosofia presso l’Università Antonianum. Il Patriarca avrà anche un incontro con Papa Francesco.

©J. García – CSC Audiovisivi
“Chiara ha assunto l’impegno per la fraternità, l’unità e la pace in tutti i campi della vita dell’uomo, consegnandoci un messaggio attraverso la sua vita e i suoi scritti, che non possiamo ignorare”. Con queste parole il Patriarca Bartolomeo I ha ricordato questa mattina Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, visitando il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa. Della delegazione facevano parte anche Sua Eminenza Emmanuel, Metropolita di Francia, Sua Eccellenza Cassianos, Igumeno del Monastero di Chalki (Grecia), il Reverendo Iakovos, Diacono Patriarcale. Ad accompagnarli Mons. Andrea Palmieri, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani (PCPUC). “Il Movimento e tutte le opere che oggi esistono, grazie al suo carisma – ha dichiarato – sono la testimonianza di una vita spesa per il Signore, passata anche attraverso la Croce, ma sempre volta alla Resurrezione”. La visita del Patriarca si inserisce nell’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich: “Quante altre cose avrebbe fatto Chiara se fosse ancora tra noi! – ha detto ancora S. S. Bartolomeo I ricordandola – Ma non sono gli anni che danno significato alla vita, non è la quantità, la lunghezza, ma è il come impegniamo i talenti che Lui ci ha offerto, è la qualità della vita, spesa per testimoniare Lui che è la Vita”. 
©J. García – CSC Audiovisivi
Il Patriarca è arrivato nella tarda mattinata a Rocca di Papa. Ad accoglierlo la Presidente del Movimento Maria Voce, il Copresidente Jesús Morán. Con loro ha visitato la casa dove ha abitato Chiara Lubich e la cappella del Centro internazionale dove si trova la tomba della fondatrice dei Focolari. Qui ha lasciato una lunga dedica scritta in greco nel Libro dei visitatori. Poi nell’Auditorium, nel rispetto delle norme sanitarie di sicurezza, è stato possibile un breve incontro tra il Patriarca ed alcuni membri del Consiglio Generale dei Focolari, alcuni componenti del Movimento appartenenti alla Chiesa ortodossa e una piccola delegazione di giovani. Il Patriarca ha avuto parole di affetto e stima per Maria Voce, che ha definito “carissima sorella”, “la cui amicizia con noi e con il nostro Patriarcato Ecumenico è lunga e solida, fin dagli anni della sua permanenza a Costantinopoli dove ha veramente lasciato una impronta indelebile del ministero della fraternità, dell’unità e dell’amore per tutti”. “Giunta alla fine del suo mandato come Presidente – ha detto ancora rivolto a Maria Voce – vogliamo ringraziarla anche noi del suo grande contributo all’opera; il ricordo che abbiamo di lei, come tutti voi, è nel nostro cuore, ed ella sicuramente continuerà il carisma lì dove il Signore la chiamerà”. 
©J. García – CSC Audiovisivi
Sono stati poi presentati al Patriarca alcuni eventi realizzati in occasione del centenario di Chiara Lubich ed alcuni giovani dei Focolari gli hanno parlato del progetto “United World Project”, che con il motto “dare to care” (osare prendersi cura) quest’anno pone il focus sulla cura dell’ambiente e delle parti più fragili delle società in tutto il mondo. Il Patriarca ha commentato: “Idee e azione, teoria e pratica. Spero che alcuni giovani ortodossi saranno inclusi in questo progetto per collaborare con voi per il bene dell’umanità”. A conclusione dell’incontro uno scambio di doni. La Presidente Maria Voce ha donato una scultura rappresentante la Vergine Maria con Gesù Bambino che era nella casa di Chiara Lubich in Svizzera, ed il Patriarca ha donato una meravigliosa icona.
Stefania Tanesini
Per leggere l’omelia di Sua Santità Bartolomeo, Arcivescovo di Costantinopoli, clicca qui https://vimeo.com/470228270 (altro…)
Ott 20, 2020 | Cultura
Martedì 20 ottobre a Roma l’Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace tra alcuni leaders di diverse religioni promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Presente anche la Presidente del Movimento dei Focolari. Sarà possibile seguire l’evento via streaming. “Siamo molto felici che questo incontro si possa tenere, perché c’è bisogno di parole di pace, di parole di speranza, di parole che indichino un futuro per l’umanità così travolta da questa pandemia.” Con queste parole Marco Impagliazzo presidente della Comunità di Sant’Egidio ha presentato l’edizione 2020 dell’Incontro Internazionale di Preghiera per la Pace tra le grandi religioni mondiali, nello spirito di Assisi, promosso proprio da Sant’Egidio. L’evento, dal titolo “Nessuno si salva da solo – Pace e fraternità” si tiene oggi 20 ottobre a Roma (Italia) in piazza del Campidoglio e riunisce leaders di diverse religioni e rappresentanti delle istituzioni in una “Preghiera per la Pace”, un solenne momento di riflessione che vuole offrire un messaggio di speranza per il futuro. Durante questo appuntamento ci sarà spazio per la preghiera, ognuno secondo la propria tradizione. Poi gli interventi dei leaders evidenzieranno il contributo delle religioni nella costruzione di un futuro migliore di pace e fraternità, soprattutto ora che la pandemia sta provocando una grande crisi economica e sociale e che ha reso tutti più poveri. Alla manifestazione parteciperà anche la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce. L’inizio è previsto alle ore 4.30 p.m. (utc+2) quando i rappresentanti religiosi si ritroveranno per pregare in luoghi diversi. La preghiera ecumenica dei cristiani si svolgerà presso la Basilica di S. Maria di Aracoeli (clicca qui per il programma). A seguire, verso le 5.20 p.m. (utc+2) l’incontro nella piazza del Campidoglio. Durante la cerimonia prenderanno la parola il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e, con un videomessaggio, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Quindi, gli interventi del patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, del rabbino Capo di Francia, Rav Haim Korsia, del segretario generale del Comitato Superiore della Fraternità Umana, dr. Mohamed Abdelsalam Abdellatif, del ven. Shoten Minegishi (Buddismo Soto Zen), del dr. Karmaljit Singh Dillon (Comitato Nazionale Sikh Gurdwara Parbandhak), della sig.ra Divya Punchayil Prashoban (Induismo) e, in chiusura, di Papa Francesco. La cerimonia proseguirà poi con un minuto di silenzio in memoria delle vittime della pandemia e di tutte le guerre, la lettura dell’appello di pace 2020, che verrà consegnato da un gruppo di bambini agli ambasciatori e ai rappresentanti della politica nazionale e internazionale, e l’accensione del candelabro della pace da parte di Papa Francesco. L’Incontro di “Preghiera per la Pace” tra le religioni viene trasmesso integralmente in live streaming sul sito dell’evento e sui canali social della Comunità di Sant’Egidio.
Lorenzo Russo
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Ott 20, 2020 | Nuove Generazioni
Un Webinar per ripercorrere la vicenda del Movimento Gen, una delle più rivoluzionarie aggregazioni giovanili del secolo scorso, che continua la sua corsa anche nel XXI secolo.

© CSC Audiovisivi – Archivio
Nell’anno del centenario di Chiara Lubich, non si poteva non riprendere la vicenda del Movimento Gen, che vide la luce nel 1967, e che ha coinvolto nella sua idealità di un mondo unito centinaia di migliaia di giovani, nel mondo intero. Un Webinar, lo scorso 18 ottobre, moderato dal giornalista RAI Gianni Bianco, ha voluto ripercorrere la vicenda di un’aggregazione giovanile che, pur tra alti e bassi, ha saputo formare uomini e donne che si sono fatti spazio nella vita non attraverso atti di forza o di ambizione sfrenata, ma attraverso l’ideale evangelico del farsi tutto a tutti. Gente che, sia restando nell’alveo del Movimento, sia allontanandosene, ha continuato a “vivere” delle intuizioni carismatiche della Lubich, ognuno nella propria dimensione spirituale e professionale. Tra i presenti, Franz Coriasco, autore del libro Generazione nuova. La storia del Movimento Gen raccontata da un testimone, per i tipi di Città Nuova. Una visione personale, è la sua, e nello stesso tempo collettiva, non solo per la ricerca appassionata e approfondita da lui realizzata, ma anche per la coralità delle centinaia di interventi che ne sostengono la narrazione. Era presente pure Luigino De Zottis, colui che assieme a Virgo Folonari era stato scelto nel 1966 da Chiara Lubich stessa per iniziare il Movimento Gen. Nel suo intervento ha ricordato coloro che avevano permesso la nascita della nuova aggregazione di giovani legati al focolare: «L’ispirazione di Chiara è stata inattesa – ha detto −, ma ci ha coinvolti in modo più che radicale. La mia vita e quella di un’infinità di altri giovani ha avuto uno sviluppo inatteso. Ricordo che a noi adulti che dovevamo dar vita al Movimento Gen Chiara ci disse: “Voi adulti non dovete far niente per far nascere il movimento dei giovani. Dovete essere per loro come degli angeli custodi”». Una “regola”, questa della relazione intergenerazionale, che ha fatto storia e che continua a essere innovativa. Il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della congregazione per la vita consacrata, ha pure partecipato, essendo stato uno dei primi “Gens”, cioè i Gen seminaristi. Ha focalizzato l’attenzione sull’elemento centrale del carisma lubichiano: «Gesù abbandonato non è una piccola cosa, è il riconoscimento di una verità, ciò che premette di andare avanti quando le difficoltà sembrano insormontabili». E con parole forti ha invitato il Movimento a ritrovare il proprio spirito di comunione originario. Tra tutti gli interventi di persone che sono restate attivamente all’interno del Movimento, significative le parole di Margherita Karram, che viene dalla Terra Santa, che ha così sintetizzato la sua avventura con Chiara: «Rivoluzione, quella dell’amore evangelico che ama persino i nemici. Identità, la mia terra mi ha lasciato la convinzione che la mia vera identità è quella di Gesù di Nazareth. Infine, cuore, perché il Vangelo va vissuto con radicalità, con un cuore di carne, non di pietra, senza erigere muri». 
Conlet Burns

Laura Salerno
«Siamo all’inizio della fine o alla fine dell’inizio?», si chiedeva nel suo intervento Franz Coriasco. Ha risposto Jesus Moran, attuale copresidente dei Focolari: «Oggi non siamo più nella fase dell’utopia dell’unità, la coscienza dell’unità nell’umanità è tragica. O diventiamo uno o ci distruggiamo. Le possibilità per i Gen di oggi sono enormi, perché c’è una coscienza più chiara di cosa sia l’unità. Sono convinto che siamo all’inizio di nuovi sviluppi, che mostrano un carisma incarnato». La conclusione del webinar è stata affidata ai Gen di oggi – per tutti Laura Salerno, Conlet Burns e Anna Aleotti − e non poteva essere altrimenti, perché l’avventura continua. Il Movimento Gen è nato nel periodo dell’esuberanza giovanile del 1967-1968, e i Gen dell’epoca avevano un piglio rivoluzionario. Ma ancor oggi lo sono, come ad esempio testimoniano i giovani Gen libanesi scesi in piazza proprio un anno fa, a partire dal 17 ottobre 2019, per propugnare una società meno corrotta, più fraterna, più giusta, più inclusiva. Makran, Salim, Mia e i loro amici mostrano che la spinta rivoluzionaria del 1967 continua ad essere valida nel 2020.
Michele Zanzucchi
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Ott 19, 2020 | Chiara Lubich
I cristiani sanno a quale esame saranno sottoposti alla fine della loro vita. Gesù, infatti, hi rivelato le domande che ci rivolgerà quando ci presenteremo a lui. Sono più attuali che mai – come spiega Chiara Lubich. È urgente trasformare tutti i nostri rapporti coi fratelli, genitori, parenti, colleghi, conoscenti, uomini di tutto il mondo in rapporti cristiani. E, spinti e illuminati dall’amore, dar origine ad opere individuali e sociali, ricordando che, sei un bicchiere d’acqua avrà la ricompensa, un ospedale, una scuola, un orfanotrofio, un istituto di rieducazione e così via, fatti come mezzi per esprimere la nostra carità, ci prepareranno ad un esame finale della vita brillante. Dio infatti ci chiederà: “Avevo fame nel tuo marito, nei tuoi figli, come nelle popolazioni dell’India e tu, vedendo me in essi, mi hai dato da mangiare”. “Avevo sete, ero ignudo nei tuoi piccoli ogni mattina, come nei tuoi fratelli di molte nazioni, in cui le condizioni di vita erano disumane, e tu, vedendo sempre me in tutti, mi hai rivestito con quanto avevi”. “Ero orfano, affamato, malato nel bimbo del tuo quartiere come le popolazioni del Pakistan travolte da cataclismi, e tu hai fatto ogni sforzo per soccorrermi”. “Hai sopportato la suocera o la moglie nervosa, come i tuoi operai minacciosi o il tuo datore di lavoro ancor poco comprensivo, perché sei convinto che una perfetta giustizia sociale non ci sarà se non fiorita da una carità sociale; e questo l’hai fatto perché hai visto me in tutti”. “Hai visitato il parente carcerato, hai pregato e portato un possibile soccorso a coloro che vivono oppressi e violentati nell’intimo dello spirito …”. Allora noi, attoniti, lasceremo uscire dal nostro il labbro una sola parola: grazie. Grazie, mio Dio, di averci aperto in terra una via, la direttissima, la più breve per giungere presto e dritti alla celeste destinazione.
Chiara Lubich
Tratto da: Chiara Lubich, Per un nuovo umanesimo, in: Chiara Lubich, L’essenziale di oggi. Scritti spirituali /2, ed. Città nuova, Roma 21997, p. 139. (altro…)
Ott 17, 2020 | Collegamento
Un viaggio per diversi punti della Nigeria, dove alcuni dei membri della comunità del Movimento dei Focolari ci fanno vedere le loro iniziative e progetti di cura, sostenibilità, educazione e imprenditorialità nei loro posti. Full length version in English will be available soon https://vimeo.com/465141823 (altro…)