Movimento dei Focolari
Algeria: martiri per Dio

Algeria: martiri per Dio

MartyrsAlgeriaPromulgato il decreto vaticano del martirio per i 7 monaci di Tibhirine, per mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano, e per altri 11 religiosi e religiose, tutti uccisi fra il 1994 e il 1996 durante la guerra civile algerina, che causò la morte di migliaia di persone innocenti, tra cui giornalisti, scrittori, imam e gente comune. Alla vicenda dei 7 monaci, rapiti dal loro monastero di Nostra Signora dell’Atlante (a 80 km da Algeri) e massacrati in circostanze ancora oscure, è stato dedicato il film “Uomini di Dio”. La violenza ebbe il culmine nell’agosto 1996, quando il vescovo domenicano di Orano, fervido difensore del riavvicinamento tra islamici e cristiani, fu ucciso da una bomba all’ingresso della sua casa insieme all’autista musulmano. «Sono martiri dell’amore – ha detto il portavoce della Conferenza episcopale francese – perché hanno amato fino alla fine, dando la vita per i loro amici algerini. Per noi è un segno che l’amore non è vano e trionferà». «La nostra Chiesa è nella gioia» hanno commentato i vescovi algerini, associando al loro omaggio «le migliaia di persone che non hanno temuto di rischiare la propria vita per fedeltà alla fede in Dio, al loro Paese e alla loro coscienza». (altro…)

Una brochure su Chiara Lubich

Una brochure su Chiara Lubich

Brochure_ChiaraLubichNell’ambito della Causa di beatificazione della Serva di Dio Chiara Lubich, apertasi il 27 gennaio 2015 nella Diocesi di Frascati, è a disposizione, per ora in lingua italiana, una brochure agile e ricca di contenuti sulla figura della Fondatrice del Movimento dei Focolari. La nuova pubblicazione ha lo scopo di illustrare, con un linguaggio divulgativo, la sua intensa vita e le numerose opere e iniziative da lei promosse. Si articola in tre parti: Chiara e il carisma dell’unità; le “grandi aperture” o dialoghi in campo ecumenico, interreligioso e con la cultura contemporanea; l’intuizione spirituale sul mistero di “Gesù abbandonato”, da lei compreso, vissuto e proposto come “chiave” per realizzare l’unità con Dio, e tra le persone e i popoli. L’idea di preparare un Profilo biografico è nata dalla necessità di far conoscere qualcosa dell’intenso lavoro di “raccolta” che la Postulazione della Causa di beatificazione di Chiara sta svolgendo, cominciando da ciò che lei ha detto sulla santità, come l’ha vissuta e proposta a tutti, partendo dalle letterine dei primi tempi. La stesura del testo è stata condivisa in tutte le fasi di elaborazione non solo dai membri della Postulazione ma anche da esperti, amici, grandi e più giovani.   Per chi desidera ricevere una o più copie in cartaceo può rivolgersi a: Postulazione della Causa di Beatificazione di Chiara Silvia Lubich Movimento dei Focolari Via Frascati, 306 – 00040 Rocca di Papa (RM) – Italia Telefono +39 06 947 981 39 – Cell. +39 389 343 9529 E-mail: postulazionechiaralubich@focolare.org (altro…)

Città per la fraternità

Città per la fraternità

Città per la fraternitàSi svolgerà a Loreto (AN), il prossimo 10 febbraio, il convegno nazionale “La città luogo di Fraternità?” organizzato dall’Associazione Città per la Fraternità, organismo nato nel 2008 che, ispirandosi al pensiero di Chiara Lubich e alla vita del Movimento dei Focolari, raggruppa attualmente circa 140 piccole e grandi amministrazioni comunali per diffondere lo spirito dell’unità negli Enti locali. L’Associazione bandisce ogni anno il “Premio internazionale Chiara Lubich per la Fraternità”, assegnato a una amministrazione (o a più amministrazioni con un Comune capofila) per l’attuazione di un progetto che rappresenti la declinazione di uno o più aspetti del principio della fraternità applicato alle politiche pubbliche, e che abbia visto il concorso anche dei cittadini nella crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva. Al convegno parteciperanno autorità cittadine ed ecclesiali. Nel pomeriggio le relazioni di Elena Granata, Docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, e di Marco Luppi, docente di Storia all’IU Sophia, sui temi della fraternità vissuta nella città. Leggi anche: Convegno nazionale: “La città luogo di fraternità?” (altro…)

Il nostro Genfest: “Yes to you”

Il nostro Genfest: “Yes to you”

Genfest1985_ChiaraLubichCinque anni prima, di ritorno dal Genfest 1980, Andrew Basquille, Eugene Murphy e io, all’epoca studenti allo University College di Dublino, avevamo cominciato a dedicare più tempo, insieme, alla musica. Cominciò per noi un periodo di grande creatività, che sfociò nella composizione di molti brani, sia insieme che singolarmente. Yes to You”, la canzone che abbiamo poi portato al Genfest del 1985, risale a quell’epoca. Ecco come è nata.

Nel 1981 Chiara Lubich visitò la comunità di Londra, e gran parte delle persone dei Focolari in Irlanda si misero in viaggio per l’Inghilterra, per seguire l’evento. Un pomeriggio, mentre un gruppo di noi irlandesi stava pranzando vicino al luogo dove doveva parlare Chiara, cominciai a suonare dei semplici accordi al piano e ne uscì una melodia con una sequenza di accordi, Mi-Do minore-Fa, leggermente inusuale (alla chitarra non mi sarebbe mai venuto in mente di utilizzarla). Joe McCarroll, cantautore molto bravo, che stava lì vicino a me, si unì aggiungendo alla melodia le parole “So many times that I’ve said maybe” (“Così tante volte ho detto forse”). Allora io continuai con le parole “So many times that I said no” (“Così tante volte ho detto no”), quando si aggiunse anche Andrew, che completò il primo versetto. Nei due giorni successivi io e Andrew scrivemmo circa 3 versetti, ma ancora non ci era venuta nessuna ispirazione per il coro. Alla fine questo fu aggiunto – testo e musica insieme – da Eugene, che impresse alla canzone una particolare enfasi, facendo cantare il coro in Do maggiore e poi, con una meravigliosa interazione tra maggiore e minore, in Fa, per esprimere ed enfatizza il nuovo livello di convinzione nella scelta di Dio, con le parole “Yes to You”. Genfest1985Ci venne chiesto di eseguire il brano al Genfest, che si sarebbe svolto qualche mese dopo. Abbiamo provato e riprovato, spendendo tutto quel tempo a perfezionare la nostra canzone. Quel giorno, dietro le quinte, mentre aspettavamo pazientemente il nostro turno di cantare, cominciammo a renderci conto che i tempi stavano saltando. Ci dissero che il nostro pezzo era stato tagliato. Che delusione! Mentre chiudevo la mia chitarra nella custodia, pensavo ai mesi di prove e fatica che erano stati cancellati in un istante. Poi, all’improvviso, quella decisione venne revocata e ci ritrovammo di colpo catapultati sul palcoscenico, enorme, senza nemmeno il tempo di un controllo del suono e senza poterci guardare tra noi. Non ebbi nemmeno il tempo di prendere la mia chitarra, chiusa nella custodia, e mi ritrovai tra le mani una chitarra spagnola con le corde di nylon, uno strumento che non ero affatto abituato a suonare! È così che abbiamo cantato“Yes to You” al Genfest 1985: completamente privi di riferimenti e di certezze, costretti a dipendere solo dalla forza del rapporto di amore scambievole tra noi e dal desiderio di meritarci così la presenza di Gesù tra noi. La mia esperienza al Genfest 1985 è stata di riprova e verifica, riprova della mia scelta di vivere per l’unità, e verifica che questo fosse possibile. Ho partecipato a molti altri grandi eventi – festival, partite di calcio, concerti – ma nessuno come il Genfest. Lì non c’erano odio, ostilità e inimicizia, come quando le squadre rivali si scontrano nelle partite di calcio, e nemmeno l’euforia fugace provocata dall’alcol o dalla droga, che spesso accompagna i concerti o le grandi manifestazioni. Lì, a quel grande raduno di giovani, solo una gioia più profonda e duratura.

Padraic Gilligan

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Continuano le stragi in Afghanistan

Un Paese martoriato, senza pace, dove i gruppi terroristici fanno a gara per rivendicare gli attentati compiuti. Tre attentati in una settimana hanno provocato un alto numero di vittime tra la popolazione civile: si parla di più di 150 morti tra Kabul e Jalalabad, con oltre 400 feriti. A Kabul era stato preso di mira un albergo e, il secondo obiettivo, non raggiunto in quanto il terrorista si è fatto esplodere al checkpoint, era il palazzo dell’Alto Consiglio per la Pace. A Jalalabad è stata assaltata la sede di Save the Children, l’organizzazione internazionale che opera da anni in quel territorio. Secondo i dati dell’Onu, lo scorso anno nel Paese hanno perso la vita 17 operatori umanitari, 33 sono rimasti feriti e 48 sono stati rapiti. Sugli attacchi è intervenuto Papa Francesco durante l’Angelus del 28 gennaio scorso: «Fino a quando – si è chiesto il Papa – il popolo afghano dovrà sopportare questa disumana violenza? Preghiamo in silenzio per tutte le vittime e per le loro famiglie, e preghiamo per quanti, in quel Paese, continuano a lavorare per costruire la pace». Il Movimento dei Focolari esprime la sua vicinanza al popolo afghano, auspicando una risoluzione di pace che possa portare al più presto serenità al Paese. (altro…)

Parola di Vita – Febbraio 2018

L’apostolo Giovanni scrive il Libro dell’Apocalisse per consolare ed incoraggiare i cristiani del suo tempo, di fronte alle persecuzioni che in quel momento si erano diffuse. Questo libro, ricco di immagini simboliche, rivela infatti la visione di Dio sulla storia e il compimento finale: la Sua vittoria definitiva su ogni potenza del male. Questo Libro è la celebrazione di una meta, di un fine pieno e glorioso che Dio destina all’umanità. E’ la promessa della liberazione da ogni sofferenza: Dio stesso «asciugherà ogni lacrima (…) e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno» (Ap 21,4). “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita”.1 Questa prospettiva ha i suoi germogli nel presente, per chiunque ha già cominciato a vivere nella ricerca sincera di Dio e della sua Parola che ci manifesta i Suoi progetti; per chi sente ardere in sé la sete di verità, di giustizia, di fraternità. Provare sete, essere alla ricerca, è per Dio una caratteristica positiva, un buon inizio ed Egli ci promette addirittura la fonte della vita. L’acqua che Dio promette è offerta gratuitamente. Dunque è offerta non solo a chi spera di essere gradito ai Suoi occhi per i propri sforzi, ma a chiunque sente il peso della propria fragilità e si abbandona al Suo amore, sicuro di essere risanato e di trovare così la vita piena, la felicità. Chiediamoci dunque: di che cosa abbiamo sete? E a quali sorgenti andiamo a dissetarci? “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita”. Forse abbiamo sete di essere accettati, di avere un posto nella società, di realizzare i nostri progetti… Aspirazioni legittime, che possono spingerci però ai pozzi inquinati dell’egoismo, della chiusura sugli interessi personali, fino alla sopraffazione sui più deboli. Le popolazioni che soffrono per la scarsità di pozzi con acqua pura conoscono bene le conseguenze disastrose della mancanza di questa risorsa, indispensabile per garantire vita e salute. Eppure, scavando più a fondo nel nostro cuore, troveremo un’altra sete, che Dio stesso vi ha messo: vivere la vita come un dono ricevuto e da donare. Attingiamo dunque alla fonte pura del Vangelo, liberandoci da quei detriti che forse la ricoprono, e lasciamoci trasformare a nostra volta in sorgenti di amore generoso, accogliente e gratuito per gli altri, senza fermarci di fronte alle inevitabili difficoltà del cammino. “A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita” Quando poi tra cristiani realizziamo il comandamento dell’amore reciproco, permettiamo a Dio di intervenire in maniera tutta particolare, come scrive Chiara Lubich: “Ogni attimo in cui cerchiamo di vivere il Vangelo è una goccia di quell’acqua viva che beviamo. Ogni gesto d’amore per il nostro prossimo è un sorso di quell’acqua. Sì, perché quell’acqua così viva e preziosa ha questo di speciale, che zampilla nel nostro cuore ogniqualvolta l’apriamo all’amore verso tutti. E’ una sorgente -quella di Dio -che dona acqua nella misura in cui la sua vena profonda serve a dissetare gli altri, con piccoli o grandi atti di amore. E se continuiamo a dare, questa fontana di pace e di vita darà acqua sempre più abbondante, senza mai prosciugarsi. E c’è anche un altro segreto che Gesù ci ha rivelato, una specie di pozzo senza fondo a cui attingere. Quando due o tre si uniscono nel suo nome, amandosi dello stesso suo amore, Lui è in mezzo a loro. Ed è allora che ci sentiamo liberi, pieni di luce, e torrenti di acqua viva sgorgano dal nostro seno. E’ la promessa di Gesù che si avvera perché è da lui stesso, presente in mezzo a noi, che zampilla acqua che disseta per l’eternità”.2

Letizia Magri

(1) Nel mese di febbraio proponiamo questa Parola di Dio, che un gruppo di fratelli e sorelle di varie Chiese ha scelto in Germania, da vivere lungo tutto l’anno. (2) Cfr. C. Lubich, La fonte della vita, Città Nuova, 46, [2002], 4, p. 7.

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