Giu 23, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
115 parlamentari della Interparliamentary Assembly on Orthodoxy (I.A.O.) partecipano alla loro 24ª Assemblea generale, ospiti il 26 e 27 giugno 2017 del Parlamento italiano a Montecitorio. Provengono dai Parlamenti di 46 paesi dei 5 continenti. Particolarmente consistenti le delegazioni di Cipro, Georgia, Grecia, Kazakistan, Federazione Russa, Siria e Ungheria. Hanno voluto far precedere l’inizio dei lavori da una visita, domenica 25 giugno, al Monastero Bizantino di San Nilo a Grottaferrata (Roma), e da un incontro del Bureau Internazionale della I.A.O. con Maria Voce, presidente dei Focolari, al Centro internazionale di Rocca di Papa (Roma). Leggi il comunicato stampa (altro…)
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Österreich. Zu einem offenen Fest am 2. September heißt das „Dialog Hotel Wien Am Spiegeln“ 4 Nachbarn und Neugierige willkommen. Grillen im Garten, Live-Musik, Spiele für Kinder, eine Tombola und die Vorstellung von „G’schäftl’n“ aus der Umgebung stehen von 15 bis 21 Uhr auf dem Programm. „Damit uns Fremde nicht fremd bleiben“, heißt es auf der Webseite des von der Fokolar-Bewegung geführten Hauses. www.amspiegeln.at Veranstaltungsorte: 1[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]DEUTSCHLAND. „On the other side“ heißt das Konzert der internationalen Band „Gen Verde“ mit Sitz in Loppiano bei Florenz. Die 22 Musikerinnen sind mit verschiedenen Stilen von Pop, K-Pop, Rock, Reggae, Latin und World Music am 9. September um 19 Uhr im niedersächsischen Stadthagen auf dem Marktplatz zu Gast (Eintritt frei). Gen Verde erleben kann man auch am 20. September in Duderstadt (Sporthalle der BBS) und am 24. in Mannheim (Capitol). Jeweils um 19 Uhr stehen sie dann zusammen mit 170 Schülerinnen und Schülern bzw. 50 Mädchen und Frauen aus Flüchtlingseinrichtungen im Rahmen ihres Workshop-Projekts „Start Now“ auf der Bühne. In Vorbereitung sind auch Auftritte am 13. September in Dortmund und am 15. in Köln. www.genverde.it/tours[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Gemeinschaft erleben und sich erholen können Seniorinnen und Senioren vom 3. bis 8. September in Ottmaring bei Augsburg. In diesen Tagen ist Zeit für Ausflüge, Besichtigungen, Spiele, kreatives Gestalten, Gesang, Gespräche, Gottesdienste und alles, was sich aus dem Miteinander der Teilnehmer ergibt. Kosten: EZ 370 €, DZ 325 € (ohne Eintrittsgelder, Fahrt- und Materialkosten). Anmeldung bis 31. Juli: Verena Beck, Ulrichstr. 28, 86551 Aichach, 08251 1509[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]Im Zusammenspiel von Arbeit, Partnerschaft und Familie können Herausforderungen leicht zu Stress werden. Das Ziel: die Auswirkungen von Stress auf sich und die Beziehung erkennen, Kraftquellen nutzen lernen, im Austausch Stärkung und Unterstützung erfahren. Anita & Res Berger, 062 8917947, family@diebergers.net, Anmeldung bis 25.10.: www.zentrum-eckstein.ch/veranstaltungen[:]
Giu 23, 2017 | Focolari nel Mondo
[:de]SCHWEIZ. Was bedeutet das Leben und Wirken von Klaus von der Flüe für uns persönlich, für unsere Kirchen, Gemeinschaften, unser Miteinander? Dieser Frage gehen die im Netzwerk „Miteinander für Europa“ verbundenen geistlichen Bewegungen, Gemeinschaften und Kommunitäten der Schweiz am 9. September nach. Von 10 bis 17 Uhr laden sie dazu an den zentralen Lebens- und Wirkungsort von Bruder Klaus ins Flüeli ein. Anmeldung und Auskunft: Sekretariat Miteinander, 044 3626783, info@miteinander-wie-sonst.ch[:]
Giu 23, 2017 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità

L’evento ha seguito una formula inedita scandita da tre momenti distinti, sia per luogo di svolgimento che per contesto religioso, rivelandosi una sorta di pellegrinaggio di dialogo inteso come un cammino comune, formula cara a papa Francesco che spesso, rivolgendosi a gruppi di diverse religioni, suggerisce di continuare a camminare insieme, sottolineando quanto entrambi i termini del binomio siano fondamentali per quel grande cantiere che è il dialogo interreligioso. La prima parte dell’evento si è svolta presso la Fu Jen University, prestigiosa università cattolica dell’isola stato. Il titolo – Buddhisti e Cristiani in dialogo: dagli scritti dei missionari al dialogo interreligioso – era di per sé invitante. Richiamava, infatti, come in realtà è avvenuto, una riflessione su quanto è cambiato il mondo delle religioni da quando i primi missionari arrivarono in Oriente a partire dal XV secolo fino ad oggi, quando si parla e si lavora a quello che ormai tutti definiscono uno dei bisogni fondamentali dell’umanità: il dialogo fra uomini e donne che credono, qualunque sia la loro fede.
La giornata di riflessione era co-organizzata, oltre che dall’università cattolica di Taiwan, anche dall’Istituto Universitario Sophia con il Centro del Dialogo Interreligioso del Movimento dei Focolari, e dal Dharma Drum Mountain, monastero e università di tradizione buddhista, che rappresenta uno dei centri di rinnovamento fondamentale nel panorama del Buddhismo Chan della Cina. Una settantina i partecipanti, presenza molto qualificata: un nutrito numero di monaci theravada e laici buddhisti e cattolici della Thailandia, un numeroso gruppo di Taiwan, il Presidente del Dharma Drum Institute for Liberal Arts, oltre che ad autorità in campo accademico sull’argomento proposto. I lavori si sono presentati subito di grande interesse. Le presentazioni che riguardavano gli scritti dei missionari si sono concentrate su quelli dei secoli fra il quattordicesimo ed il diciannovesimo. Ma, è necessario riconoscerlo, il centro nevralgico delle riflessioni è stato Matteo Ricci, gesuita, grande apostolo del cristianesimo in questa parte del mondo, ma soprattutto maestro di quell’arte dell’adattamento che ha permesso a lui e a pochissimi altri di arrivare all’anima di questi popoli della Cina. Eppure, proprio Ricci è stato al centro di interesse per la sua posizione tutt’altro che accomodante nei confronti del buddhismo, visto da lui e da molti suoi contemporanei, come una accozzaglia di riti e manifestazioni pagane. I missionari nei secoli che vanno dal XV al XX sono stati tutt’altro che aperti nei confronti dei seguaci di Buddha e, come si usava allora, nei pubblici dibattiti si sono sempre impegnati a dimostrare chi seguiva il vero Dio e la vera religione. E in quanto a questo non hanno mai avuto dubbi di chi fosse nella verità. I lavori, d’altra parte, hanno anche rivelato la posizione critica dei seguaci del Buddha nei confronti dei cristiani. Si è evidenziato come su questi punti si vivano e si nutrano sentimenti reciproci. I cristiani non erano visti senz’altro meglio dai buddhisti, in particolare dai monaci. Proprio questo sfondo storico, riguardo al quale anche noi cattolici non possiamo non negare la necessità di un adeguato esame di coscienza ed una recita altrettanto necessaria di un mea culpa per errori gravi dettati da atteggiamenti discriminatori, ha messo in evidenza il valore delle esperienze di questi ultimi 50 o 60 anni. Il dialogo, oggi, è senza dubbio ben avviato con rapporti di fiducia reciproca anche se con le necessarie prese di posizioni su punti che resta necessario chiarire ed eventualmente difendere per assicurare identità precise ed evitare inutili sincretismi che non servono a nessuno. Nel corso dei lavori si sono presentate esperienze concrete di dialogo a Hong Kong, in Corea, in Thailandia e nelle Filippine, ma anche proposto esempi di attori nuovi, come i movimenti ecclesiali, e di protagonisti che sono riconosciuti ormai come pionieri imprevisti di una esperienza di dialogo che ha poi seguito le piste da loro tracciate. L’esempio dell’amicizia spirituale fra Chiara Lubich e Nikkyo Niwano, fondatori, rispettivamente, del Movimento dei Focolari e della Rissho Kosei Kai, ha evidenziato come i movimenti di rinnovamento, che caratterizzano da circa un secolo le varie religioni, sia pure in modi diversi e caratteristici delle rispettive culture e credo, siano veicoli di incontro e amicizia fra persone e comunità. Proprio questi due sentimenti hanno caratterizzato i lavori della prima giornata del simposio-pellegrinaggio aprendo un confronto sereno sul cammino fatto in questi secoli, aprendo alla speranza di un futuro di reciproca condivisione e collaborazione per le grandi sfide dell’umanità: la giustizia sociale, l’ambiente e la pace (continua). Da Roberto Catalano (altro…)
Giu 22, 2017 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Mettersi in ascolto. È questo lo spirito con cui Gabriela Melo e Augusto Parody del Centro internazionale dei Focolari si sono messi in viaggio per visitare le numerose comunità del Movimento che punteggiano l’America latina. E che li ha spinti fino ad Esmeraldas, in Ecuador, sulla costa del Pacifico, area popolata per lo più da afro-ecuadoriani. Il limpido azzurro del cielo si confonde con quello del mare e fa rilucere come pietra preziosa il verdeggiare della vegetazione. Questo incantevole paesaggio cambia repentinamente non appena ci si addentra nell’abitato, e lascia il posto, specie nei quartieri più disagiati come Isla Bonita, Pampon, Puerto Limon, ad agglomerati di baracche di bambù e lamiera. I bambini, a frotte, dalla mattina alla sera giocano sulla strada e sulla spiaggia, per ritrovarli adolescenti e giovani, se non si interviene in tempo, dediti alla droga, all’alcool, al “pandillerismo” (le famigerate scorrerie metropolitane delle gang). Q
ui ad Esmeraldas da oltre trent’anni la spiritualità dell’unità ha messo radici proprio fra la popolazione afro-ecuadoriana: famiglie, giovani, sacerdoti, bambini, che hanno accolto l’annuncio evangelico dell’amore scambievole facendolo diventare legge della loro vita. Un gettito di spiritualità che ha acceso nuova speranza mettendo in moto nuove idee ed energie. È ciò che è avvenuto attorno a don Silvino Mina, anch’egli uno di loro, che attraverso il gruppo Ayuda formatosi nella sua parrocchia, ha potuto andare incontro ai casi più urgenti di bambini e ragazzi di strada. Da qui l’esigenza di dare consistenza a questi aiuti, facendosi portavoce anche presso le Istituzioni. È nata così la Fundación Amiga (1992) e con essa una scuola per ragazzi a rischio, con la finalità di rendere più degna la loro vita e aiutarli, mediante adeguati programmi educativi, ad affrontare il futuro. Facendo leva sul loro grande talento sportivo (Esmeraldas è infatti conosciuta come la culla degli sportivi ecuadoriani), hanno iniziato con una scuola di calcio, seguita da laboratori artigianali gestiti dagli stessi giovani che vagavano per le strade. «Oggi la scuola accoglie 1.700 bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni – spiega don Silvino – con un progetto educativo di formazione globale, dove si cerca di vivere quello che si impara, coinvolgendo tutta la comunità educante: allievi, docenti e genitori. A tutti i ragazzi, ogni giorno viene offerto un pasto sostanzioso, che per tanti è l’unico che possono permettersi; vaccinazioni e cure mediche; educazione alla salute e prevenzione dell’Aids. Curiamo anche la conoscenza della cultura e delle tradizioni afro. E non solo».
L’Ecuador, infatti, è un crocevia di culture millenarie (Quito è stata una delle due antiche capitali degli Inca), dove si parlano diverse lingue amerinde (il Quechua, lo Shuar, lo Tsafiki ed altre). Lo sforzo del governo è proprio quello di recuperare comunità, culture e forme di religiosità locali, per aprire con e fra di esse un dialogo che valorizzi le loro diversità in un’arricchente esperienza di intercultura. Termine questo che nella nuova Costituzione, approvata nel 2008, appare ben undici volte. «E se a questa esigenza socio-politica – osservano Gabriela e Augusto – si aggiunge, come sta avvenendo ad Esmeraldas, l’impegno a vivere il Vangelo, si costruiscono comunità dove trovano spazio e dignità le diverse componenti etniche, linguistiche e religiose, innescando nel quotidiano un processo di integrazione che si allarga a macchia d’olio. Processo che va a tutto vantaggio di quel grande laboratorio di intercultura che è l’Ecuador, Paese che può davvero offrire al mondo un modello imitabile e sostenibile di incontro e di convivenza». (altro…)
Giu 21, 2017 | Focolari nel Mondo
Il Convegno che si svolgerà a Zwochau è promosso dal Centro “Uno” e Begegnungszentrum Zwochau, centri del Movimento dei Focolari. Il programma prevede non solo seminari ma anche alcune visite alle città di Wittenberg, Wartburg, Erfurt e Leipzig, luoghi importanti nella vita di Lutero e di grande significato per la Chiesa luterana. Il Seminario si svolgerà nelle lingue italiana e tedesca. Invito
Giu 21, 2017 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Anche se non lo si dice ufficialmente, anche qui da noi si sta combattendo la “terza guerra mondiale a pezzi”. Il governo di transizione sta cercando di riedificare quanto la recente guerra civile ha demolito ma deve misurarsi con le tante tensioni che spesso sfociano in lotte fratricide». Martial Agoua è un prete cattolico della Repubblica Centrafricana, un Paese a prevalenza cristiana, con il 15% di musulmani. In assenza di un organo di difesa nazionale, l’ONU ha inviato i caschi blu (forza Munisca) di alcuni contingenti esteri, ma gli interessi in ballo sono tanti. Anche perché il perpetrarsi della guerriglia paradossalmente fa da copertura ad accaparratori stranieri, avidi delle preziose risorse minerarie del Paese. Vige così la caccia al nemico, che spesso viene fatalmente identificato nella tribù che sta di fronte, o nel villaggio che pratica un’altra religione. È cronaca recente di un vescovo cattolico, mons. Juan José Aguirre Muñoz che ha aperto la sua parrocchia a Tokoyo per ospitare 2000 musulmani che erano sotto attacco degli anti-Balaka, chiamati anche milizie cristiane, originariamente sorte come gruppi di autodifesa delle bande islamiche Seleka, ma che ultimamente sono spesso diventate formazioni terroristiche. E che non fanno differenza tra i gruppi violenti che avevano acceso la rivolta e i civili musulmani, gente pacifica di commercianti o di peuls (mandriani nomadi). «La mia parrocchia – racconta don Martial –, intitolata alla Sacra Famiglia, è a Sibut, il capoluogo della regione Kemo Inbingu. Qui a Sibut recentemente ha avuto luogo una riunione di tutte le autorità: dal prefetto al sindaco, dai capi dei quartieri alla forza Munisca del contingente burundese, dagli ex-Seleka agli anti-Balaka. Ad un certo punto il capo degli anti-Balaka ha preso la parola per dire ad alta voce che i pastori delle varie chiese, i sacerdoti, religiosi e religiose, non devono più parlare di questioni sociali nelle chiese. Tutti si sono intimoriti e nessuno ha osato contraddirlo. Anch’io in quel momento non sono intervenuto, ma quella minaccia non ha fermato il mio impegno cristiano. Dalla spiritualità dei Focolari ho imparato che si deve amare tutti, che bisogna avere a cuore i diritti di tutti. E mi sono detto: se devo scegliere da che parte stare, sempre sceglierò di stare vicino al più debole, al più indifeso». Due giorni dopo i peuls (chiamati anche Mbororo), sono stati attaccati dagli anti-Balaka nella foresta dove pascolavano i loro bovini, a 18 chilometri sull’asse di Bangui. Quattro uomini sono stati uccisi e sette, tra donne e bambini, feriti. La Munisca ha portato i feriti all’ospedale centrale di Sibut, ma per due giorni essi non hanno ricevuto né cure, né cibo. Tutti avevano paura di avvicinarli e assisterli, comprese le Ong e i servizi umanitari. «Quando sono venuto a conoscenza della situazione – spiega il sacerdote– , mi sono fatto coraggio e sono andato dal capo degli anti-Balaka per chiedergli di accompagnarmi all’ospedale. Vedendo quei feriti musulmani, lasciati a loro stessi in una sala dall’odore insopportabile e in condizioni pietose, sia lui che io ci siamo commossi. Sono corso da alcune famiglie cristiane che abitano vicino all’ospedale per chiedere acqua da bere e per lavarli, e anche del cibo per loro. Ho poi ottenuto dal direttore della Caritas diocesana un mezzo di trasporto che li portasse a Bangui a 200 Km di distanza. Grazie a Dio in tre settimane tutti si sono rimessi in salute e la Caritas li ha potuti riportare sani e salvi dai loro cari». Abbé Martial Agoua – Sibut (R.C.A.) (altro…)