Movimento dei Focolari
Le scienze tra arte comunicazione e progresso

Le scienze tra arte comunicazione e progresso

S.RondinaraIl volume raccoglie i contributi più significativi elaborati nei lavori dell’area di ricerca Sefir (Scienza e Fede sull’Interpretazione del Reale) pensati e realizzati allo scopo di stimolare la riflessione e il dibattito fra docenti e ricercatori in varie discipline su alcuni caratteri distintivi dell’attività scientifica quali la sua vicinanza all’attività artistica, il suo contributo alla comunicazione e al processo di sviluppo umano. In un panorama culturale sempre più sensibile all’interdisciplinarità e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia si offre al lettore questo testo nella convinzione di poter stimolare e arricchire la propria personale riflessione. Editrice Città Nuova – Collana: Scienze e fede

Giordani: “marcia verso la vita”

Giordani: “marcia verso la vita”

20150117-a3 novembre 1955 Se la storia universale è un quinto Evangelo per l’umanità, la vicenda personale è la stessa cosa per ciascuno. Vista da Dio essa appare un disegno per riportarci dalla dispersione all’unità con Lui. Si vede allora come il distacco di persone care e la perdita di onori e posizioni siano uno sgombero di fattori umani per lasciarti solo col Solo. E allora ogni giornata assume il valore di un’avventura divina, se è servita a farti salire lungo il raggio solo – il raggio tuo – che si collega al Sole di Dio. Si dice una marcia verso la morte: ed è un progresso verso la libertà, in cima a cui ti aspetta il Padre: quindi una marcia verso la vita, che non ha mai fine. 19 dicembre 1956  La Sapienza cristiana, nel chiederci di rinunziare a noi stessi, non ci chiede una rinunzia, ma un acquisto. Accende, al posto delle ambizioni umane, un’ambizione divina. Ci suggerisce di metter Dio al posto del nostro Io; e cioè di sollevarci dal piano umano al livello divino, di fare società con la Trinità. E’ un’umiltà che opera una grandezza sterminata. Ecco perché poi, da quella vetta, il mondo appare gramo, e le ricchezze appaiono pula e le grandezze diventano rena. Rinunziare dunque a noi, per essere sempre con Dio: trasferire l’Eterno nel tempo, far della terra il Paradiso. Allora il dolore è materia prima di grandezza: la croce una scala all’Eterno Padre. 26 dicembre 1956  La vita è un’occasione unica dataci per amare. 16 ottobre 1959  Come reazione all’individualismo oggi si coltiva la vita comunitaria e si dà alla socialità un posto centrale nello studio e nell’educazione. E’ un movimento che aiuta a menarci verso il fratello e ci induce a fare la scalata verso Dio in unione, in cordata. Ma esso contiene anche un pericolo: che a furia di stare coi fratelli ci si scordi di stare con Dio. Il fratello vale come Ianua coeli: ma se dietro di Lui non si vede il Padre, si rischia di sostituire alla desolazione dell’individualismo la desolazione del gruppismo. Chi ci fa compagnia è il Padre: chi ci assiste e vivifica è Lui. Ecco perché con le delusioni che piovono ogni giorno dalla convivenza umana Egli ci ricorda che c’è pure una convivenza divina: o meglio che la comunione c’è se dal fratello si passa al Padre e dal Padre si torna al fratello. Igino Giordani (altro…)

Miloslav Vlk: il filo d’oro della mia vita

Miloslav Vlk: il filo d’oro della mia vita

Miloslav_Vlk «Tutto quanto è avvenuto nella mia vita è stato un dono di Dio. Il mio cognome vuol dire “lupo”, e così è anche la mia natura. Ma quando ho cominciato a vivere il Vangelo alla luce della spiritualità dell’unità è finita la vita del lupo, ed è cominciata quella di Miloslav che significa “mansueto”. Sembrerebbe una contraddizione: un “lupo mansueto”, ma è così». Così esordisce l’allora Arcivescovo, e continua: «Nel ‘64 sono andato nella DDR (Germania orientale) per ringraziare un sacerdote che mi inviava sempre dei libri di teologia, da noi non c’era niente. Lui aveva conosciuto la spiritualità dell’unità a Erfurt. Mi ha raccontato com’è nato il Movimento dei Focolari e mi ha parlato di Gesù abbandonato. A dire la verità, non capii molto. Ricordo che mi diede un testo di  Chiara Lubich». Più tardi, incontra Natalia Dallapiccola, una delle prime focolarine, anche lei trasferitasi nella DDR. Il cardinale non è ancora nemmeno seminarista, lo diventa poco dopo. «Ho avuto tante occasioni per toccare con mano che questa spiritualità era vera» innanzitutto con i seminaristi che gli sono “antipatici”. È proprio con uno di questi che comincia a condividere l’ideale dell’unità. «Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel ‘68, sono stato nominato segretario del vescovo di Ceské Budejovice, un uomo molto profondo». Il Vescovo, però, fa fatica ad accettare la riforma liturgica avvenuta con il Concilio Vaticano II. «Mi veniva da giudicarlo, ma i focolarini mi spiegavano che dovevo amarlo anziché criticarlo. Ho sperimentato allora che l’unità era la strada per capire e far capire le cose anche agli altri». Dopo il ‘68, il comunismo prende ancora il potere e Miloslav, molto influente sui giovani, viene inviato lontano, in una parrocchia sperduta sulle montagne. «Qui ho cominciato a capire quanto mi era stato detto su Gesù abbandonato. Mi sono affidato a Dio, come Gesù sulla Croce che si abbandona al Padre. È stato un primo e profondo incontro con Gesù abbandonato».

Miloslav Vlk

Vlk quando lavorava come lavavetri

Dopo un anno e mezzo per ordine dagli uffici statali deve abbandonare anche quel posto, i cui abitanti gli erano divenuti molto cari, con il divieto assoluto di celebrare la messa. «Ho capito che la mia scelta di Gesù nel suo abbandono era un sì che dovevo dire per sempre». Viene trasferito in un’altra parrocchia, dove può solo predicare e benedire e ricomincia daccapo. Ma anche questa esperienza dura poco: in breve, gli viene tolta la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Don Vlk non si perde d’animo. «Dio mi apriva altre prospettive. Ho trovato un lavoro come “pulitore di vetri”, per poter vivere. Ero libero di girare per le strade di Praga e di incontrare tanti sacerdoti, ero meno controllabile nella folla, un semplice e sconosciuto operaio. Ancora una volta era il volto di Gesù abbandonato. All’inizio mi ribellavo. Ma ricordo di aver sentito una voce nel mio intimo: “Io amo te, voglio te, non attraverso il tuo lavoro, voglio l’incontro diretto con te”. Da quel giorno, ogni mattino gli ripetevo il mio “Sì”. Per dieci anni ho girato per le strade con il mio secchio e gli strumenti per pulire i vetri. Nel caldo o nel freddo, su strade piene di traffico, sporche, strette, nell’aria inquinata». Nel 1980 si apre a Praga il focolare maschile e “l’operaio Miloslav” chiede di entrarvi “come l’ultimo dei focolarini…”. «Sono stati anni benedetti. Ho capito di più ciò che Dio chiedeva a noi sacerdoti: andare avanti con la forza di Gesù in mezzo, amando Gesù abbandonato, ricominciando ogni giorno». Nel 1987 un infarto improvviso. «Lì, nell’ospedale, ho chiesto a Dio: “Come mai? Ho perso il sacerdozio, adesso sto perdendo la vita… Ancora una volta ho capito che anche questa situazione era un volto di Lui abbandonato e ho messo la mia vita nelle Sue mani». Un anno prima del crollo del muro gli viene ridata la licenza per esercitare il ministero sacerdotale. Viene nominato Vescovo di Ceské Budejovice. In breve arriva un’altra nomina: «Il Santo Padre desiderava che io andassi a Praga, come Arcivescovo. Lì ho capito che Gesù abbandonato era stato da sempre il filo d’oro della mia vita». L’anno seguente, essendo scaduto il mandato dell’allora Presidente Cardinal Martini, viene eletto delegato del Consiglio delle Conferenze Europee (CCE). «Vedevo tutta la mia inesperienza, essendo stato per anni isolato dal resto del mondo. Ma sentivo il sostegno dell’Opera di Maria. Sono andato da Gesù Eucarestia e Gli ho detto: “Questa è una cosa tua, il Regno è tuo, non mio”. Questo nuovo abbraccio di Gesù abbandonato mi ha liberato». Seguono anni impegnati su molti fronti, ma uno del tutto speciale è quello di moderatore, per ben 18 anni, della comunione tra i vescovi che aderiscono alla spiritualità dell’unità. Dopo una vita spesa per questo scopo, un mese fa, il 18 marzo 2017, si è spento. Una folla si è riunita nella Cattedrale di Praga per tributargli l’ultimo, commosso, saluto. (altro…)

Tanti auguri Papa Benedetto!

Tanti auguri Papa Benedetto!

NU_225Il 16 aprile di 90 anni fa nasceva Joseph Ratzinger, a Marktl am Inn, una cittadina della Baviera. Allora, nel 1927, il calendario segnava Sabato Santo, mentre nel 2017 festeggiamo il suo compleanno nella giornata della Domenica di Pasqua. Con gioia, anche il Movimento dei Focolari vuole inoltrare a Benedetto XVI gli auguri più sentiti e partecipati, per tutto ciò che lui ha rappresentato per noi, per la Chiesa e per l’umanità. Quale segno tangibile del nostro affetto e della nostra gratitudine, la rivista Nuova Umanità gli ha dedicato il Focus del numero 225, in uscita in questi giorni. Curato da Declan O’Byrne, tale Focus ospita saggi di Piero Coda, Stefano Zamagni e Antonio Bergamo, i quali approfondiscono le dimensioni teologiche, antropologiche ed etico-sociali del suo pensiero. In una Chiesa nella quale, spesso, emergono delle artificiali contrapposizioni fra sostenitori dell’una o dell’altra prospettiva ecclesiale, il numero dedicato a Benedetto XVI riporta un contributo di Brendan Leahy, vescovo di Limerick (Irlanda) sulla necessità di operare nella Chiesa con uno stile sinodale. Questi interessanti contributi sono in procinto di essere tradotti nelle principali lingue e appariranno sulle testate di riferimento del Movimento dei Focolari. (altro…)

Pasqua 2017: Vieni, Signore Gesù!

Pasqua 2017: Vieni, Signore Gesù!

Pasqua_2017-01Vieni, Signore Gesù!”. Guardando a te, l’amore, nostra vocazione, sarà senza timore. Nell’attesa della tua venuta, costruiremo bene questa vita e, appena si aprirà l’altra, ci tufferemo nell’avventura senza fine. Tu hai vinto la morte. E per questa preghiera avvertiamo che tu, sin d’ora, l’hai vinta anche in noi, nel nostro cuore. “Vieni Signore Gesù!”, sempre, in tutti noi. E la morte non sarà; tu sarai. Il Risorto sarà. E questo è già Pasqua. Auguri  a  tutti  per  una  Pasqua  gloriosa  e  senza  interruzione,  feconda, fecondissima per noi, per la Chiesa e per il mondo.

Chiara Lubich

Da C.LUBICH, Cercando le cose di lassù, Roma 1992, p.136.

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L’incontro con il dolore

L’incontro con il dolore

20170414-01Primo passo: predisporsi Al mattino, come è possibile al risveglio, mi predispongo così: «Oggi Lo voglio attendere». Non so cosa mi porterà la giornata ma so che, in modo imprevedibile, Gesù abbandonato verrà a me: nelle difficoltà, nelle delusioni, forse perfino nelle mie mancanze, in brutte e dolorose notizie. Gli dichiaro che Egli può venire tranquillamente, che Lo attendo. Secondo passo: riconoscerlo Durante il giorno incontro, quasi sempre diversamente dall’attesa, il negativo attorno a me o in me. In questo momento è importante riconoscerLo subito senza tentennamenti. Non esiste bisogno o colpa in cui Egli nel suo abbandono non sia già presente: in tal modo ogni dolore è “suo sacramento” e ciò che importa è, dentro il segno di questo dolore, riconoscere il volto del Crocefisso e Abbandonato e, amando, adorarlo subito. Terzo passo: chiamarlo per nome Nell’incontrarLo, non solo registro qualcosa, ma Lo osservo e Lo saluto. Lo chiamo per nome. Il fatto di chiamare per nome ogni volto di Gesù abbandonato è un esercizio prezioso e molto più di un accorgimento superficiale. Non più “una cosa” ma un “Tu”. Proprio così ogni mia azione diventa contemplazione. Quarto passo: fargli festa Preparare una festa a Gesù abbandonato. Con questo intendo dire di accoglierLo non solo non tentennando, come si trattasse d’un fatto inevitabile, o come accogliere qualcuno che, pur mio amico, mi capita però inopportunamente. Invece voglio che Egli non resti seduto in sala d’attesa nemmeno un istante, ma accoglierLo subito, al centro del mio amore, della mia gioiosa disponibilità. Questo è il passo (passaggio) attraverso il dolore nell’amore, attraverso l’abbandono nella Pasqua. Solo chi ama così l’Abbandonato darà gioia al mondo. La festa che noi prepariamo all’Abbandonato è quel giorno di festa che non conosce tramonto, perché il suo sole, l’Amore, non tramonta mai. Klaus Hemmerle Pubblicato nella rivista Gen’s 36, Roma 2006, n. 1, p. 3. (altro…)

Cristo è risorto!

Cristo è risorto!

20170412-01
Cristo è risorto! Ogni dolore, distacco, divisione, ogni fallimento e anche la stessa morte possono diventare per noi, grazie a Lui, fonte di luce e di pace. Chiamati a testimoniare il grande annuncio della risurrezione, rinnoviamo il comune impegno di donare speranza e gioia all’umanità in questo tempo di trasformazioni epocali.

Con gli auguri più fervidi per una Santa Pasqua!

Maria Voce


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