Giu 16, 2016 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Cristiani in festa” è il titolo di un grande incontro ecumenico a Nizza (Francia), dove Martin Hoegger, pastore riformato svizzero, è stato invitato a dare la sua testimonianza su “Cristo, luce nella mia vita”, e su come essa lo ha condotto dall’ateismo alla fede. Ne riportiamo una sintesi, mentre l’intervento integrale si può leggere in francese sul suo blog. «All’età di 18 anni mi facevo molte domande sul senso della vita. Mi chiedevo quali studi intraprendere. Ero molto ferrato in filosofia e letteratura, ma ciò che cercavo non era solo la sapienza. Volevo anche conoscere Dio. Mi sono iscritto alla facoltà di teologia a Losanna. Ero attirato dallo studio della religione e pensavo che avrei trovato la mia via nella teologia. Ma più andavo avanti, più aumentavano le domande. Dopo 10 mesi sono diventato ateo. Un giorno sono entrato in una chiesa e ho scritto la mia ribellione sul leggio: “Dio non esiste!”. Ho deciso allora di smettere di studiare, ma le domande le avevo ancora. Qualche tempo dopo ho incontrato un amico che mi ha invitato a partecipare ad un incontro a Aix-en-Provence, in una facoltà di teologia protestante. Era lì che Dio mi attendeva. Ero toccato dall’atmosfera di fraternità che si viveva in questo incontro. La sera mi sono inginocchiato nella mia stanza e una sola parola è uscita dalla bocca: “perdono”. Ero sorpreso: a chi avevo rivolto questa parola? In fondo sapevo perché l’avevo pronunciata: a quel tempo ero in conflitto con molte persone e ne avevo ferite parecchie. Di ritorno a casa sono andato da loro a chiedere “perdono”. Ogni volta è stata una nuova esperienza di luce: sperimentavo che Cristo mi attendeva negli altri, soprattutto nei più svantaggiati. Quindi ho cercato un contatto con altri cristiani. Fino a quel giorno avevo vissuto per conto mio. Ora scoprivo la luce di Gesù Risorto che illumina coloro che si radunano nel suo nome. Condivido con voi tre esperienze sulla Parola che hanno una forte dimensione ecumenica. La scuola della Parola: quando ero direttore della Società Biblica Svizzera sono entrato in contatto con il card. Martini, allora arcivescovo di Milano. Lui radunava migliaia di giovani proponendo la lectio divina. Alcuni responsabili dei giovani delle chiese cattolica, riformata ed evangelica in Svizzera si sono interessati a questa esperienza. Il cardinale ci ha incoraggiato a lanciare una scuola ecumenica della Parola. Abbiamo sperimentato che metterci insieme all’ascolto di Cristo ci unisce profondamente. La Parola di Vita, come “luce sul mio cammino” (Salmi 119,105). La Parola di Vita è pubblicata dal Movimento dei Focolari, con il quale sono in contatto da una ventina d’anni. Si tratta di prendere un versetto della Bibbia, meditarlo e approfondirlo durante tutto il mese, ma soprattutto cercare di viverlo nella vita quotidiana e condividerne i frutti con altri. Nelle parrocchie in cui ho esercitato il mio ministero ho proposto di viverla: rinnova la parrocchia. La celebrazione della Parola nella cattedrale di Losanna, la prima domenica sera di ogni mese. La Comunità delle Chiese cristiane del cantone di Vaud, ha invitato le 20 chiese che ne fanno parte. Dal 2004, oltre 100 celebrazioni ci hanno radunato in questo luogo. Sono un bell’apprendistato ecumenico in cui scopriamo le nostre diversità e ne gioiamo. Ci incoraggia a non aver paura di ciò che è diverso e a rendere grazie per i doni accordati agli altri, che non smettono di arricchirci. Questa iniziativa è preziosa per aiutarci come cristiani a camminare insieme verso l’unità. Ritrovarci insieme alla presenza di Dio nell’ascolto della sua Parola, è già anticipare una piena comunione. Attraverso la preghiera lo Spirito Santo già ci unisce. Ecco perché Cristo è luce nella mia vita». Maria Chiara De Lorenzo Blog di Martin Hoegger Discorso di papa Francesco al Direttivo della Comunione mondiale delle Chiese Riformate (altro…)
Giu 15, 2016 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
La Lettera “Iuvenescit Ecclesia”, a firma del cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Ludwig Müller, e dell’arcivescovo segretario, Luis Ladaria, approvata da papa Francesco, è rivolta ai vescovi della Chiesa cattolica e si sofferma “sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa”. Inserita nel cammino della Chiesa “in uscita”, in questa fase nuova della sua storia, la Lettera è motivo di gioia e gratitudine per le nuove realtà ecclesiali di cui il Movimento dei Focolari è un’espressione. Quella reciprocità tra doni gerarchici e doni carismatici, cui la Lettera richiama, interpreta appieno l’esperienza che ha accompagnato i Focolari fino ad oggi. Esso si è trovato immerso nell’alveo delle «ondate di movimenti» suscitate dallo Spirito Santo per il rinnovamento della Chiesa in sinergia coi suoi Pastori, come ha affermato l’allora cardinale Ratzinger nel maggio 1998 in preparazione al Giubileo del 2000. Dalla “Iuvenescit Ecclesia” il Movimento dei Focolari si sente ulteriormente spronato a corrispondere con autenticità alla coessenzialità tra doni gerarchici e doni carismatici che S. Giovanni Paolo ll ha indicato, sulla scia del Concilio Vaticano II. Oggi tale coessenzialità appare più che mai necessaria alla vita e alla missione della Chiesa a servizio dell’umanità nelle sue attese, ferite e istanze, con l’obiettivo impegnativo ma realistico di edificare tutti insieme la civiltà dell’amore. Leggi il documento integrale Fonte: Servizio Informazione Focolari – SIF (altro…)
Giu 15, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
La crisi dei rifugiati in Europa ha scosso tutto il mondo, con le sue cifre e i suoi morti, le frontiere chiuse, insieme alla grande generosità di tanti. Questa notizia ci arriva dall’Indonesia e a parlare sono i Giovani per un Mondo Unito della città di Medan (4 milioni di abitanti). «I numerosi rifugiati accampati in Grecia ci interpellavano. Volevamo fare qualcosa. Abbiamo così deciso di vivere la nostra Settimana Mondo Unito 2016 organizzando un concerto per ricavare fondi per loro. Era anche un modo forte di affermare che la pace è possibile e comincia da noi stessi, da gesti concreti». «Avevamo due mesi a disposizione; non era molto, ma ci siamo detti che ce l’avremo fatta e ci siamo messi a lavorare andando oltre la stanchezza fisica e le difficoltà economiche. Per coprire le spese dell’organizzazione siamo andati a suonare nei ristoranti, ma anche la provvidenza di Dio non è mancata e siamo riusciti a pagare l’affitto della sala, di parte del sound system e altre spese varie». «Quando ho visto tutti quei giovani davanti a me – racconta Ika –, ho cercato di non pensare a me stessa ma ai rifugiati ed ho preso coraggio». Dal punto di vista tecnico – confessano con semplicità – «ci sono stati tanti sbagli, ma l’atmosfera di entusiasmo e di gioia dei circa 350 partecipanti ci ha convinti che ne è valsa la pena!». Anche un coro di una università cattolica e 4 cantanti hanno voluto dare il loro contributo al concerto per la pace». «Il ricavato di € 600, corrisponde a 3 o 4 mesi di stipendio base in Indonesia, non è tantissimo, ma siamo stati molto felici perché abbiamo potuto dare la nostra goccia per i nostri fratelli in difficoltà». «È stata una esperienza straordinaria – ribadisce Randi –. Ho sentito forte che le differenze, sia di religione che di etnia, in verità sono belle. Spero che tanti cuori siano stati toccati e comincino ad amare con gesti concreti». «Su un murales intitolato “Let’s bridge”, i partecipanti hanno scritto il loro impegno per costruire la pace». (altro…)
Giu 14, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2016 si terrà a Loppiano (Figline – Incisa Valdarno, FI) la settima edizione di LoppianoLab, il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione e formazione promosso dal Polo Lionello Bonfanti, dal Gruppo editoriale Città Nuova, dall’Istituto Universitario Sophia e dal Centro Internazionale dei Focolari di Loppiano. Un punto di osservazione che si mette al fianco di chi l’indigenza la vive sulla propria pelle. Uno spazio di condivisione per scorgere e offrire le tante forme di ricchezza di cui spesso la povertà è portatrice per i singoli, il corpo sociale e popoli interi. Perché tutti possono “dare”. Tutto questo attraverso un variegato mosaico di eventi per tutto il weekend. Titolo dell’edizione 2016: POWERTA’. La povertà delle ricchezze e la ricchezza delle povertà. LoppianoLab punta tutto su un cambio di prospettiva radicale: quella della povertà. Per scaricare il programma della manifestazione clicca qui Info e prenotazioni alloggi: 055 9051102 loppianolab.accoglienza@loppiano.it Invito LoppianoLab www.loppianolab.it Notizie e possibilità di prenotarsi sui siti dei 4 enti promotori: www.cittanuova.it www.pololionellobonfanti.it www.loppiano.it www.iu-sophia.org
Giu 14, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Parroco della misericordia «Per iniziare con un gesto concreto l’Anno della misericordia, ho chiesto perdono ai miei parrocchiani se non sempre si erano sentiti amati da me ed ho invitato, chi lo desiderava, a venire a stringermi la mano per sigillare il patto di vederci con occhi nuovi. Si è formata una fila lunghissima; con ognuno ho potuto scambiare qualche parola. Il giorno dopo una parrocchiana che non era stata presente è venuta a chiedermi se potevo ripetere con lei quel gesto che tanto aveva toccato la gente del villaggio e che sta portando ancora molte conseguenze». (I. S. – Ungheria) Condivisione «Sono quasi cieco. Chi mi aiuta a studiare mi aveva dato 1.220 scellini per comprare la medicina contro la malaria. Sulla strada verso la farmacia, mi sono imbattuto in una donna povera che mi ha raccontato le sue necessità. Per aiutarla le ho lasciato 200 scellini. Poco dopo, davanti alla farmacia, ho incontrato un’altra donna, pure lei in ristrettezze economiche: non aveva di che comprare una medicina che le era necessaria. Anche in lei ho riconosciuto Gesù che mi chiedeva aiuto. Così altri 200 scellini sono andati a lei. Ora però per comprare la mia medicina mi mancavano 400 scellini. Certo che Dio non mi avrebbe fatto mancare il Suo aiuto, sono entrato ugualmente in farmacia. E lì ho trovato un amico che non vedevo da tempo. Appena gli ho confidato la mia necessità, lui ha insistito per offrirmi 500 scellini: più di quello che mi occorreva». (R. S. – Tanzania) Al lavatoio pubblico «Al lavatoio pubblico eravamo in tante a lavare i panni, quando è arrivato un uomo quasi cieco con due lenzuola, una camicia e un turbante da lavare. Ha chiesto che gli facessimo un po’ di posto. Siccome nessuna voleva spostarsi, mi sono rivolta a lui: «Baba, dammi le tue cose: te le lavo io». Le altre si sono messe a ridere. Prima di allontanarsi contento con gli indumenti lavati, lui mi ha dato la sua benedizione e anche un pezzetto di sapone che custodiva gelosamente. Nessuna rideva più. Anzi hanno cominciato a prestarsi le cose e ad aiutarsi fra loro». (F. R. – Pakistan)
Divorzio mancato «Non era stato facile far accettare a Susanna la mia decisione di chiedere il divorzio. Soprattutto perché intendevo trasferirmi in un’altra città con colei con la quale avevo iniziato un nuovo rapporto. Dopo un rifiuto iniziale, l’atteggiamento di mia moglie era cambiato: mi stupiva la sua grande dignità e non capivo da dove prendesse quell’energia che le permetteva di trattarmi bene nonostante il mio tradimento. Questo pensiero mi ha tolto la pace. Un giorno l’ho invitata a pranzo in ristorante: volevo sapere. Con semplicità lei mi ha confidato di aver avvertito, attraverso la vicinanza di alcuni amici cristiani, l’amore di Dio. Dio che ci ama sempre, nonostante le nostre infedeltà, ed è accanto a noi anche nei fatti dolorosi della vita. È bastato questo per farmi cambiare idea. Susanna ed io abbiamo ricominciato». (L. M. – Usa) (altro…)
Giu 13, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Cochabamba è il cuore del Paese, la terza città boliviana, immersa in una valle fertile, circondata dalla Cordigliera delle Ande. Il viaggio già mi prepara per scalare le mie montagne personali per fare il salto di lasciare dietro la mia cultura, categorie, pregiudizi, così da essere sufficientemente libera per accogliere la bellezza di questa esperienza dove ciascuno sarà un dono per l’altro». «Il 26 mattino visitiamo la città vecchia, dall’aria tradizionale e colta, che conserva tante immagini coloniali che riposano nei numerosi templi e nelle grandi ville. Nel pomeriggio, ci rechiamo alla “Universidad Católica Boliviana San Pablo” per un incontro insieme a 70 giovani di diverse facoltà. Alle presentazioni teoriche seguono le esperienze, precedute dalla dinamica di gruppo di Aldo Calliera che ci propone di cercare il “Nord”, giacché – dice – “il mondo ha perso la bussola”. Per l’Economia di Comunione, lo sappiamo, il nord è l’Altro». «Il 27 maggio ha inizio il 1° congresso di imprenditori EdC in Bolivia, al quale ho avuto la fortuna di partecipare dal vivo, osservando, ascoltando, per raccontare un evento straordinario, fatto da tante storie che scommettono sulla comunione giorno dopo giorno». «Ramón Cerviño, imprenditore argentino, mentre ci accoglie ci ricorda che siamo venuti per fare un’esperienza di comunione, perché è proprio la comunione la ricchezza più importante dell’EdC». «Il programma ci porta ad immergerci nelle radici del Carisma dell’unità per riscoprire le origini dell’EdC.
Quindi, andiamo a visitare il “Centro Rincón de Luz”, un’ opera sociale che offre sostegno scolastico a bambini di un quartiere molto povero. Le famiglie non sempre riescono ad accompagnarli nei compiti della scuola, abitano accalcati in piccole capanne di uno o due vani, spesso sotto alimentati e alle volte perfino picchiati… Maricruz, ora una delle direttrici, anche lei era una di questi bambini. Solidarietà che genera più solidarietà. Il circolo virtuoso della reciprocità è chiave per rispondere ai problemi sociali concreti». «Visitiamo anche la “Casa de los Niños”. Chiara Lubich una volta espresse il desiderio che un giorno venissero chiusi tutti gli orfanatrofi, con la speranza che ogni bambino potesse godere del calore e dell’amore di una famiglia. Inseguendo questo sogno, tanti come Arístides si sono messi a lavorare, lì dove e come si può, per ricomporre, dare alloggio transitorio e sostenere le famiglie dei bambini che soffrono il più grande abbandono, quelli portatori di HIV. In questi ultimi anni, con l’aiuto di tante persone, sono riusciti ad accogliere quasi un centinaio di famiglie, offrendo loro un’abitazione degna. Nonostante il dolore di quelle famiglie, tante delle quali sieropositive, la bellezza della cittadella dimostra che si può abbracciare il dolore innocente e riempirlo di gioia, di giochi, di fiori e di speranza». «Nell’incontro tra imprenditori messicani, paraguaiani, argentini e boliviani, condividiamo i nostri sogni, i fallimenti, successi, difficoltà e speranze. Il 28 maggio ha luogo un incontro speciale nel “Gran Hotel Cochabamba”, al quale partecipano circa 120 persone, tra imprenditori, studenti, docenti, funzionari ed interessati ad una “nuova cultura economica”. La domenica 29 è giorno di festa: il 25° anniversario dell’Economia di comunione! Canti, danze, cibi tipici e tanta condivisione. Grazie Bolivia per avermi fatto riscoprire “il nord”, dove cielo e terra sembrano confondersi». Fonte: sito del Cono Sur (altro…)
Giu 13, 2016 | Cultura
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Le rotte dei migranti, gli hotspot, il dibattito su Schengen. L’immigrazione nel Mediterraneo mette in ginocchio l’Europa. Il Mediterraneo è oggi la rotta migratoria più pericolosa al mondo, su cui si affacciano la Grecia e l’Italia, frontiere meridionali dell’Unione europea. Nel 2015 oltre 3500 persone sono naufragate tentando di raggiungere la sponda della salvezza. Tra loro c’erano 700 bambini. C’è un vuoto nel nostro immaginario rispetto a ciò che li spinge a partire con ogni mezzo e ad affrontare tanti rischi. Nonostante si sia tanto dibattuto sulla soglia etica da non oltrepassare nella rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio in corso, il rischio è che lo choc e la commozione per le sofferenze e le vittime vengano presto rimossi e dimenticati. Il rischio è la “globalizzazione dell’indifferenza”. LA CURATRICE: Raffaella Cosentino, reporter freelance d’inchiesta e documentarista, collabora con l’agenzia di stampa Redattore sociale, con L’Espresso, la Repubblica e la BBC. Si occupa di diritti umani, immigrazione e mafie. CONTRIBUTI: Emma Bonino, già Senatrice della Repubblica italiana, è stata Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 e vicepresidente del Senato. È una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano dell’età repubblicana. Daniela Pompei, docente di Scienze sociali all’Università di Roma Tre, è responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i servizi agli immigrati. Pasquale Ferrara, diplomatico di carriera, insegna alla Luiss e all’Istituto Universitario Sophia. Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore, direttore della rivista “Città Nuova”, insegna alla Pontificia Università Gregoriana e all’Istituto Universitario Sophia. LA COLLANA: I volumi della collana Dossier sono occasione di confronto e dialogo su temi di attualità. Ogni testo fa il punto sull’argomento inquadrando le diverse posizioni in campo, con l’intento di offrire accessibili strumenti di comprensione. In appendice una documentazione e/o bibliografia essenziale. Città Nuova ed.
Giu 12, 2016 | Chiara Lubich, Spiritualità
“Misericordiosi come il Padre” è il programma di vita proposto da papa Francesco per l’Anno Santo. “Nella misericordia, infatti – recita la Bolla di indizione -, abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio. Viene in nostro aiuto quando lo invochiamo. (…) E il suo aiuto consiste nel farci cogliere la sua presenza e la sua vicinanza” (MV 14). Ed è questo volto di Amore – Misericordia che svela in pienezza la Paternità di Dio. Dio è Amore: è la scintilla ispiratrice all’origine del carisma dell’unità di cui lo Spirito Santo nel nostro tempo ha fatto dono a Chiara Lubich. (…) Chiara scopre dunque non un Dio lontano, inaccessibile, estraneo alla sua vita, ma il volto paterno di Lui (…). Tutto ciò che accade quindi è visto come realizzazione del suo piano d’amore su ciascuno, come prova tangibile del suo sguardo vigile, della sua vicina presenza. “Persino i capelli del vostro capo sono tutti contati” (Mt 10,30). È un amore paterno che provvede a tutte le necessità, anche le più piccole, fino a colmare anche i vuoti lasciati dalle nostre imperfezioni, dalle nostre mancanze, dai nostri peccati. È il volto del Padre misericordioso che – mediante il Figlio incarnato – si manifesta, che svela in pienezza il suo amore di misericordia.
Episodi evangelici sulla misericordia Nei vari documenti magisteriali dedicati al tema della misericordia, si fa sempre riferimento a quei brani evangelici che meglio lo illustrano. Un esempio classico è la parabola del figliol prodigo (Lc 15,11-32). (…) Una volta Chiara si è trovata ad illustrare questa parabola ad un folto gruppo di giovani riuniti nel Duomo di Paderborn, in Germania. Era il 12 giugno 1999. Ecco le sue parole: “Il padre del figliol prodigo avrà avuto molto da fare: seguire la fattoria, i dipendenti, la famiglia; ma il suo principale atteggiamento era quello dell’attesa, dell’attesa del figlio partito. Saliva sulla torretta della sua casa e guardava lontano. Così è il Padre Celeste: immaginate, giovani, se potete, la sua divina, altissima e dinamica vita trinitaria, il suo impegno nel sorreggere la creazione, nel dare il posto a chi sale in Paradiso. Eppure Egli fa soprattutto una cosa: attende. Chi? Noi, me, voi, specie se ci trovassimo lontani da Lui. Un bel giorno quel figlio, che il padre terreno tanto amava, scialacquata ogni cosa, torna. Il padre lo abbraccia, lo ricopre di una veste preziosa, gli infila l’anello nel dito, fa preparare il vitello grasso per la festa. Cosa dobbiamo pensare? Che egli desidera vedere il suo figlio tutto nuovo, non vuole più ricordarlo come era prima. E non solo lo vuole perdonare, ma arriva persino a dimenticare il suo passato. Questo è il suo amore per lui, nella parabola. Così è l’ amore del Padre per noi nella vita: ci perdona e dimentica”. Fonte: Centro Chiara Lubich Testo integrale di Alba Sgariglia (altro…)
Giu 11, 2016 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Ho dovuto lasciare tutto: patria, moglie, due figli piccoli. D’altra parte non avevo scelta. Essendo io insegnante e uomo ancora giovane, avrei dovuto seguire l´ISIS e diffondere le sue idee. Ma poiché mi sono opposto, se restavo lì mi avrebbero ammazzato». Giunto a Graz (Austria), Mohamed, come tanti altri immigrati, viene “parcheggiato” in un campo profughi, a far nulla per mesi, senza occasioni di contatti col mondo esterno. «Ci sentivamo isolati e depressi – racconta – ma ad un certo punto qualcuno inizia ad interessarsi a noi». Si tratta della locale comunità dei Focolari che, con la mediazione di un‘amica siriana, a Graz da tre anni, invita i rifugiati della Siria ospiti del campo profughi – una quarantina – a trovarsi in una sala parrocchiale. Essi hanno così modo di esporre le loro stringenti necessità: imparare la lingua e trovare un lavoro. La comunità si dà da fare e a breve riesce ad organizzare un corso di tedesco. Qualcuno dà soldi per i libri di testo, una signora raccoglie presso amici una quindicina di biciclette che fa riparare a sue spese per gli allievi che devono percorrere una decina di km per recarsi alle lezioni; altri ancora fanno dei lavoretti di restauro nelle case e nella cura dei giardini. «Finalmente avevamo qualcosa di utile da fare – sospira sollevato Mohamed –, finalmente qualcuno ci prendeva per mano e ci apprezzava». Nasce un‘amicizia che diventa sempre più sentita. Perciò diventa logico ritrovarsi, mangiare insieme e anche aprirsi al dialogo culturale e religioso. Il primo passo è andare insieme alla moschea, dove incontrano tante altre persone; una volta si trovano ad essere addirittura in 400: “Una cosa grandiosa per noi – confida Mohamed –. Finalmente ci sentivamo noi stessi, lì potevamo dimenticare ciò che ci succedeva ed entrare in contatto diretto con Dio. Vivere questo momento insieme musulmani e cristiani ci ha fatto sentire ancor più vicini l´uno con l’altro».
Nell‘estate sono 4 i musulmani che partecipano alla Mariapoli, la cui data coincide proprio con la fine di Ramadan, festeggiato tutti insieme con musiche arabe, danze all’aperto e dolci siriani. In quegli stessi giorni Mohamed viene a sapere della morte di sua madre: toccante occasione per pregare insieme per lei con la recita di alcuni Salmi scelti in modo da risultare rispettosi della sensibilità di tutti. Anche capire il dolore dell’altro è un dialogo profondo. Mohamed fa poi richiesta alle Autorità di ricongiungere in Austria la famiglia, impresa che si rivela quanto mai complicata. Per ben 22 volte sua moglie si mette in viaggio per raggiungere a piedi la frontiera (7 ore di cammino, patendo fame, freddo, pericoli). Per poi venire puntualmente rimandata indietro. Una volta viene perfino rinchiusa in prigione. Ma ecco che finalmente ce la fa a varcare i confini. Si avvicina così la tanto agognata ricomposizione della famiglia, alla quale viene consigliato non di stabilirsi a Graz, ma a Vienna. Con rammarico Mohamed deve lasciare i suoi amici di Graz, ignaro che la medesima calorosa accoglienza l‘avrebbe trovata anche nella comunità focolarina della capitale che, nel frattempo, è stata avvertita del suo arrivo. Comunità che si attiva per una degna sistemazione della famiglia, cosa non facile data la carenza di alloggi. Nasce l’idea di rivolgersi a delle religiose amiche che gestiscono una casa per anziani. Nel giro di un giorno c’è già una prima risposta positiva, grazie ad un rassicurante colloquio con i membri del Focolare. Ed è così che da due mesi la famiglia di Mohamed vive in questa casa di suore cristiane, con nessun disagio da ambo le parti: le suore, nel prendere atto delle usanze degli ospiti musulmani e la famiglia nel vivere in una struttura con numerosi ed evidenti segni cristiani. Anche questo fa parte del dialogo e, come afferma Mohamed: «cristiani e musulmani siamo davvero fratelli». Scuola internazionale di dialogo interreligioso (Castel Gandolfo, 26-29/05/2016) (altro…)
Giu 10, 2016 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Il 4 giugno a Viterbo, capoluogo della Tuscia, è stato dedicato a Chiara Lubich, il Giardino di “Porta della Verità”, per sottolineare l’accoglienza da parte della città del suo messaggio di unità tra i popoli: «un messaggio di interculturalità vissuta come ricchezza nella diversità e rispetto reciproco», come si legge su uno dei quotidiani locali, che hanno dedicato ampio spazio alla notizia. Il giardino di “Porta della Verità” è un piccolo spazio di verde appena dentro le mura del centro storico della città di Viterbo. Il 4 giugno erano presenti molti ragazzi delle scuole e alcuni personaggi del corteo storico, oltre alle autorità cittadine. Presenti il sindaco Leonardo Michelini e il vescovo Lino Fumagalli. Il progetto, promosso dal Comune nel 2014, ideato e concretizzato dalle Acli in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “L. Fantappiè”, prevedeva l’istallazione del Dado Solidale. «L’idea di questo progetto è nata da un viaggio a Trieste dove abbiamo visto per la prima volta il Dado Solidale», spiega il presidente delle Acli di Viterbo, Renzo Salvatori. «Volevamo averlo anche nella nostra città perché è un esempio concreto di solidarietà. La realizzazione della nostra iniziativa è stata possibile grazie alla stretta collaborazione di tutti i settori dell’amministrazione comunale. Un grazie particolare va ai ragazzi dell’Istituto Fantappiè, sono loro le frasi impresse sulle facce del dado, e all’ex assessore Fabrizio Ferzini perché questo progetto è iniziato quando lui era in carica e Viterbo aderì all’Associazione Città per la Fraternità’’.
«Il tema della solidarietà non è solo religioso – sottolinea il vescovo Lino Fumagalli – ma riguarda la vita di tutti noi connotando la persona umana nei suoi rapporti sociali. Sulla quantità delle opere solidali si può misurare il grado di crescita di una società. Bisogna dare vita ad una cultura condivisa per ottenere un mondo migliore e quando ciò accade la gioia degli altri diventa anche la nostra gioia. Le frasi che si possono leggere sulle facce del dado, se concretizzate ogni giorno, scaldano il cuore. Ricordate, ragazzi, che la diversità è ricchezza». Gli studenti raccontano le loro esperienze quotidiane di solidarietà spiegando, inoltre, cosa li abbia guidati nell’elaborazione delle sei frasi scelte per il Dado Solidale (attraverso un concorso interno alla scuola in cui sono state valutate le oltre 120 frasi presentate). «Il Dado Solidale è un progetto che dà senso al lavoro della scuola che inizia all’interno delle classi e continua anche dopo il suono della campanella – aggiunge il dirigente scolastico dell’Istituto Fantappiè Alessandro Ernestini -. Bisogna riconoscere che la scuola è un elemento importante per la comunità, capace di lavorare sul territorio insieme alle varie associazioni, come le Acli, e agli organi amministrativi». «Questa giornata è un momento che entra nella storia della città – conclude il sindaco Leonardo Michelini -. Il progetto all’inizio, a dire la verità, non sembrava molto realizzabile, forse perché troppo legato in apparenza alla sfera religiosa, ma i messaggi che il Dado Solidale trasmette sono laici e dal valore universale». Fonte: ViterboPost https://youtu.be/GMLBOasn3As (altro…)