Mag 24, 2018 | Focolari nel Mondo
Il corso (18 ore complessive) che si svolge nell’Aula Magna e Auditorium di Loppiano (Firenze) indaga il ruolo delle città come laboratori di integrazione europea e dei cittadini come primi attori nel processo di riflessione e rilancio del progetto europeo. Le lezioni presenteranno lo stato del processo di integrazione europea, rifletteranno su concetti centrali quali integrazione, autonomia, inclusione e cittadinanza europea e introdurranno al sistema di governance europeo con particolare attenzione alla dimensione locale e regionale. Nei workshop in programma i partecipanti saranno invitati a confrontarsi e a condividere le proprie competenze ed esperienze in merito. Il corso sarà aperto dalla prolusione pubblica di Romano Prodi dal titolo: “L’Europa di oggi. Quale Europa domani?”. Le lezioni saranno condotte da Léonce Bekemans, titolare della Cattedra Jean Monnet Ad Personam “Globalizzazione, Europeizzazione e Sviluppo Umano” Il modulo è rivolto a professionisti, docenti delle scuole primaria e secondaria e studiosi, amministratori e operatori della comunicazione. Docenti e dirigenti scolastici potranno usufruire della Carta del docente (MIUR 170/2016) 15 borse di studio sono a disposizione per giovani fino ai 30 anni (a coprire le spese di iscrizione, vitto, alloggio). Partner dell’evento – che è co-finanziato dalla Fondazione per Sophia – è il programma “Cattedra Jean Monnet” dell’Unione Europea. Download brochure Per info ed iscrizioni: globalstudies@iu-sophia.org Comunicazione – Relazioni Esterne Istituto Universitario Sophia Movimento politico per l’unità (altro…)
Mag 24, 2018 | Cultura
Il testo, qui presentato in traduzione italiana, oltre a costituire un vero e proprio classico dell’intelligenza artificiale, pone problemi ancora rilevanti, e a volte dimenticati, di filosofia della mente, a cominciare dalla problematicità del significato della domanda che chiede se “le macchine possano pensare”. Il test dell’“imitazione” ideato da Turing vuole appunto essere un approccio, privo di pregiudizi e libero da concezioni aprioristiche, alla scottante e tutt’oggi inquietante questione. Prendendo spunto dal testo e da uno dei problemi più pressanti che il matematico attribuisce a menti umane distinte da possibili intelligenze artificiali, quello del “solipsismo”, il saggio di Cimmino propone una serie di passi argomentativi che affrontano infine la questione solipsista – dalla discussione dell’idea che l’emulazione dell’intelligenza umana possa essere considerata un passo decisivo per l’identità mente/macchina, alle difficoltà del naturalismo riduzionista, fino alla natura dell’intenzionalità e il suo rapporto con il tempo. Proprio il carattere intrinsecamente temporale della mente permette, secondo l’autore, di indicare una prospettiva che, oltre a chiarire alcune delle tante difficoltà che gravano sulla “mente intenzionale”, sembra in grado di evitare l’imbarazzante questione del solipsismo. L’AUTORE: Alan Mathison Turing (1912-1954), unanimemente considerato una fra le intelligenze più brillanti e poliedriche del secolo scorso, oltre che figura morale di livello, è noto soprattutto per l’ideazione della macchina che prende il suo nome e per gli studi sulla computabilità. I suoi interessi, hanno toccato campi – oltre quelli della matematica e dell’informatica – che vanno dalla genetica allo studio del cervello umano. IL CURATORE: Luigi Cimmino insegna Gnoseologia delle Scienze Umane e Paradigmi Etici all’Università di Perugia. Curatore, assieme ad altri, di una collana su Cinema e letteratura e di una rivista online (Studiumbri), è presidente dell’Istituto di Politica. Fra le pubblicazioni di questi ultimi anni: Introduzione all’epistemologia della mente, 2012 (Rubbettino) e Intenzionalità ed esperienza del tempo 2014 (Aguaplano). Di entrambi i testi è in corso una nuova edizione. La collana IDEE FILOSOFIA – Raccoglie saggi di uno o più autori capaci di entrare nel vivo del dibattito filosofico contemporaneo. Gli autori e gli argomenti sono tali da costituire una prova della perenne vitalità della filosofia, quando essa si fa interprete delle più genuine istanze dell’intelletto umano. Città Nuova Ed.
Mag 23, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nel 1956, invitato dal collega deputato Igino Giordani, Tommaso Sorgi partecipa ad una delle prime Mariapoli che si svolgono a Fiera di Primiero (Trento). È sposato con Assunta, che ama teneramente e che lo ha reso padre di 4 figli, ma lì, sulle Dolomiti si reca da solo, giusto per compiacere l’amico. Pensava infatti che l’evento non fosse così coinvolgente. Invece, è la folgore. “L’incontro col carisma dell’unità – racconta lui stesso –, mi ha ridato il cristianesimo, la vita interiore e forse anche quella fisica, il senso del vivere. Prima il prossimo lo vedevo come un nome collettivo, una folla, un gruppo, senza che ci fosse un volto singolo; quindi era nessuno. Ora il prossimo è un fratello o una sorella che è o passa a me vicino”. E mentre Tommaso è ancora su in montagna, formula questo proposito: “Gesù, voglio essere tuo, tuo come intendi Tu: fa’ di me tutto quello che vuoi”. Nato in provincia di Teramo il 12 ottobre 1921 da una famiglia di artigiani, si laurea con il massimo dei voti. Diventa stimato professore di sociologia nell’Università della sua città, consigliere comunale (1946-1964) e provinciale (1960-1964), presidente degli Istituti e Ospedali riuniti (1953-1972). La sua intelligenza e lo spirito di servizio con cui interpreta il ruolo pubblico gli fanno guadagnare la fiducia e il consenso elettorale. La sua iniziativa politica – è in Parlamento dal 1953 al 1972 – spicca per la sensibilità verso le fasce deboli, accentuatasi nel mettere in pratica quanto appreso in Mariapoli. Scrive: “Sto sperimentando che si può ‘vivere Maria’ anche nel mondo rumoroso della politica”.
Nel 1985 con Assunta, diventata anche lei una focolarina sposata, si trasferisce al cuore del Movimento per dare vita al “Centro Igino Giordani”, compito che gli dà modo di approfondire e mettere in luce le molteplici sfumature spirituali e umane dell’amico e suo modello di vita, ora servo di Dio. Ispirandosi alla Parola che Chiara Lubich gli aveva suggerito a guida del suo cammino spirituale: “Alzati e cammina” (Gv 5,8), si dedica allo sviluppo del Movimento Umanità Nuova, con numerose iniziative fra cui il “Triplice Patto” – morale, programmatico, partecipativo – elaborato per favorire l’interazione tra eletti ed elettori, e l’Appello per l’unità dei popoli, presentato all’ONU nel 1987. Ampia è la lista di suoi libri e saggi che spaziano dalla sociologia alla storia del cristianesimo, dalla teoria politica alla figura e al pensiero di Igino Giordani.
Sfogliando le tappe della sua lunga vita (96 anni) risaltano la costante tensione alla santità, vissuta in piena unità con Assunta – che lo precede nell’Altra Vita nel 2014 – e la finale, vigilante attesa “dell’incontro totale” con Dio che lo chiama a Sé il 24 aprile scorso. Al funerale, fra le numerose testimonianze, significative le parole della figlia Gabriella a nome dei fratelli: “Ti ringraziamo per l’amore che ci hai donato, per le energie offerte alla comunità civile con competenza, onestà, passione. Per l’impegno donato al servizio della Chiesa e dell’umanità nell’Opera di Maria in vista del mondo unito. Per averci trasmesso un grande ideale e per la tua coerenza di vita che ti ha spinto a ricusare i privilegi delle cariche e prediligere il dare all’avere. Grazie per i tanti doni da te ricevuti, dei quali non siamo stati sempre consapevoli, ma che oggi acquistano valore e spessore nuovi per noi, per i nostri figli e nipoti”. Il Movimento dei Focolari nel mondo si unisce alla famiglia nel rendimento di grazie a Dio per l’esempio di questa grande figura di uomo, di brillante politico, di semplice focolarino tutto donato a Dio, nella certezza di saperlo accolto per sempre nell’immensità del Suo Amore.
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Mag 22, 2018 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Lo scorso 16 maggio si è svolta, presso il Centro Mariapoli Arnold del Movimento dei Focolari a São Leopoldo (nel sud del Brasile) la 18° edizione di “Noite Musical ecumenica”, in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Vi hanno partecipato sette cori di varie confessioni cristiane di Vale dos Sinos e Porto Alegre. “La Serata musicale – spiega Marines Silva, responsabile del Centro Mariapoli – rappresenta un momento di comunione tra cori di diverse Chiese cristiane, nell’ambito del dialogo ecumenico per il quale lavoriamo ogni giorno”. In un clima fraterno e gioioso, l’evento ha radunato circa 400 persone, appartenenti alle chiese Avventista del 7° giorno, Evangelica luterana, Cattolica, Battista, al JUAD, alle Missionarie di Cristo Risorto e alla Comunità di lode e adorazione Emanuel. Ha partecipato anche la Coral Integracion, scuola di canto per la Terza età. Il tema scelto per questa edizione è stato “La mano di Dio ci unisce e libera” (Es 15, 1-21). Nel corso degli anni, la Serata musicale ecumenica ha riunito oltre 5 mila persone. (altro…)
Mag 22, 2018 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto: Federico Patti
Alla presenza delle autorità civili e religiose del capoluogo della Sicilia, di esponenti del mondo della cultura e dell’informazione, si è svolto il convegno ecumenico “Insieme nella Carità, dal Dialogo alla Cooperazione”. Protagonisti numerosi pastori e responsabili delle varie Chiese storiche e di recente costituzione, insieme a Maria Voce e Jesús Morán (presidente e copresidente dei Focolari). Alcuni brani dell’intervento di Maria Voce: «Questo Convegno è particolare e nuovo nel suo genere: non punta in modo esplicito al dialogo ecumenico, ma vuole crearne le condizioni, lavorando insieme come Chiese a partire dai rapporti personali costruiti nel tempo fra i membri delle stesse. Il Convegno intende porsi, quindi, come punto di rilancio e di valorizzazione di questa reciprocità, come momento di riflessione e di stimolo a operare congiuntamente per il bene dell’umanità. Vedo in questo particolare impegno delle nostre Chiese una risposta concreta a uno degli imperativi della dichiarazione della Commissione internazionale luterano-cattolica, ‘Dal conflitto alla comunione’ (del 2013), riconfermato da cattolici e luterani a Lund, il 31 ottobre 2016. 
Foto: Federico Patti
È un appello a “rendere insieme testimonianza alla misericordia di Dio nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo”. Il punto di partenza deve essere, dunque, quello dell’unità e della comunione, per poter testimoniare insieme la fede in Cristo e rendere un servizio utile all’umanità intera. […] cosa può offrire la spiritualità del Movimento dei Focolari, chiamata anche “spiritualità dell’unità” o “di comunione”, alla realizzazione di questo scopo? Dio ha usato verso Chiara Lubich, fondatrice del nostro Movimento, e verso le sue prime compagne fin dal 1943 come una pedagogia divina, insegnando loro passo dopo passo come realizzare l’unità. Davanti al crollo di tutti gli ideali, anche dei più sublimi, ha fatto scoprire che solo Dio non passa ed è Amore. Per rispondere al Suo Amore, esse vogliono vivere alla lettera le parole di Gesù, e Gesù insegna loro che tutti gli uomini sono figli di un solo Padre e, dunque, tutti sono fratelli gli uni degli altri. Identificandosi con ogni creatura, Gesù spiega loro che ogni prossimo va amato, senza distinzioni, con i fatti. E, se le difficoltà, ostacoli, dolori non mancano lungo la strada, Gesù ha svelato a Chiara il segreto per trasformare ogni dolore in nuova vita. Se ci uniamo a Lui, quando in croce e abbandonato ha preso su di sé ogni male e divisione dell’umanità per redimerla, avvertiremo rinascere in noi la forza e la luce per ricominciare sempre ad amare. Poi, se questo amore viene vissuto da due o più, diventa reciproco, attuandosi quell’ “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (cf Gv 15, 12). Succede allora che Gesù è attirato da questo amore e viene a stabilirsi tra quei “due o più riuniti nel suo nome” (cf Mt 18, 20). È così. È proprio Gesù presente in mezzo a noi che può fare di tutti “una sola famiglia cristiana, una famiglia che nessuno potrà separare, perché è Cristo che ci lega tutti insieme” . Questa sua presenza tra cristiani di Chiese diverse ha aperto, già da anni, un nuovo tipo di dialogo: il dialogo della vita, il dialogo del popolo, che comprende l’intero popolo di Dio, laici e responsabili di Chiese, e fa da lievito nel grande Movimento ecumenico per svegliare e far crescere nei cristiani il desiderio dell’unità. […] Se il mondo potrà incontrare Gesù, presente tra noi per l’amore scambievole, rinascerà in molti la fede, il modo di pensare e di comportarsi cambieranno, la ricerca della pace e di soluzioni di giustizia vincerà e fiorirà l’impegno per la solidarietà tra i popoli. […] Il mio augurio: che, insieme, possiamo rimanere “in cammino” con Gesù tra noi “affinché il mondo creda”». Leggi il discorso integrale (altro…)
Mag 22, 2018 | Focolari nel Mondo

Il progetto è iniziato nel 2015 che è andato delineandosi negli anni successivi come appuntamento fisso promosso da
Dialoghi in Architettura in collaborazione con
l’Università De la Salle di Bogotà e
l’Università G.d’Annunzio di Pescara. “Il viaggio come metodo, il territorio come aula” sono le parole che accompagnano ogni Habitandando, anche se di anno in anno cambiano i luoghi visitati e il tema di approfondimento che li unisce. Habitandando infatti è seguire un itinerario sotto forma di workshop nella conoscenza diretta dei territori a partire dalle sue sfide ma anche dalle buone pratiche.
Il tema di quest’anno sarà: ri-conoscendo le radici, abitare il presente e le sue tappe percorrono tutto l’Adriatico da Venezia fino ad Otranto. Regione per regione: Venezia-Ravenna; Le Marche (con la visita ad alcune aziende sul litorale; un seminario di studi a Montefalcone Appennino); L’Abruzzo (tappa all’ Università d’Annunzio di Pescara e ai laboratori Nazionali LNGS del Gran Sasso); Le Puglie (il Gargano, esperienze con i migranti tra Bari e Corato, il ‘tacco’ d’Italia).
Il workshop è aperto a giovani architetti e docenti provenienti dalla Colombia, in rappresentanza dell’Università di ‘La Salle’di Bogotà (Colombia), dall’Italia e non solo!
E’ possibile partecipare a tutto il giro o partecipare anche ad un solo modulo del workshop. La partecipazione è gratuita. Le spese di vitto e alloggio sono a proprio carico e verranno fornite tutte le indicazioni sulla logistica. Ogni tappa avrà un argomento specifico legato al contesto con visite, comunicazioni e momenti di socializzazione con istituzioni e comunità.
Il 21 giugno 2018: una delle tappe del Worhshop itinerante sarà nelle Marche a Montefalcone Appennino. Amatrice, Arquata, Pescara del Tronto, non sono gli unici paesi del Centro Italia a trovarsi in momenti difficili. Ci sono centinaia di piccoli paesi appollaiati sull’appennino che si vedono minacciati non dai terremoti, dalle scosse ma dalla minaccia dello spopolamento. Sulla domanda su cosa può creare nuove opportunità soprattutto per i giovani per i ragazzi che sono vissuti e cresciuti in queste terre e che vogliono rimanerci, si fa strada il workshop, il laboratorio dinamico:
“InComune” LABORATORIO DINAMICO. Fonte:
Umanità Nuova Per informazioni: segr.architettura@focolare.org Invito:
Habitandando 2018 (393 KB) Scheda di partecipazione 2018 (186 KB)
Mag 22, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Si svolgerà presso il Centro Mariapoli del Movimento dei Focolari un Congresso per giovani impegnati del Movimento Parrocchiale e Diocesano. Chi vuol partecipare è pregato di iscriversi: alla Segreteria Centrale del Movimento Parrocchiale o alla Segreteria Centrale del Movimento Diocesano
Mag 21, 2018 | Cultura
«Andai a Budapest su suggerimento di mia zia. Mi fidai ancora una volta di lei, una persona speciale, aperta e disponibile, che mi era sempre stata vicino in quegli anni difficili. Tutto era cominciato in prima liceo. La scuola era impegnativa, ero entrata in una fase nuova, i primi problemi adolescenziali, gli amici che prendevano altre strade, le incomprensioni in famiglia, una trasformazione avvenuta forse troppo in fretta. Avevo conosciuto un ragazzo, era l’unico amico vero. Ma dentro di me sentivo crescere un baratro di angoscia. Ero sempre più sola, tranne alcuni momenti in cui qualcuno, senza fare domande, accoglieva i miei silenzi e condivideva un po’ di quel dolore. Finì la scuola. Intanto le amicizie diminuivano e gli scontri in famiglia aumentavano. E io dimagrivo. Quel disturbo alimentare e nervoso, che cercavo di nascondere a tutti, stava diventando, con il passare del tempo, una vera patologia. Mi stava togliendo la gioia di vivere, i colori, l’amore, la luce. Ero proiettata solo su me stessa e sulla solitudine che mi ero imposta di vivere. Fu allora che mia zia, della comunità dei Focolari, mi propose di andare insieme a Loppiano, la loro cittadella in Toscana. Pensai: “tre giorni non so dove, senza studio, senza scuola, lontano dalla mia realtà, così stretta. Tre giorni in cui devo soltanto pensare a come nascondere il cibo. Proviamoci!”. Fu quasi una carezza dopo mesi di aridità. Ovunque le persone mi accoglievano e abbracciavano con rispetto e delicatezza. Una di loro, dopo avermi ascoltato, mi parlò di Chiara Lubich. Mi accorsi che mi ero dimenticata di me stessa, dei miei problemi, ma soprattutto del cibo. Libera! Durante il viaggio di ritorno, pensavo che avrei voluto vivere sempre così, come in una grande famiglia. Ma riprendere la quotidianità non era affatto semplice, mi accorgevo di voler ricadere.
E così avvenne. La testa sempre sui libri, la mente pronta alla programmazione di calcoli e inganni in cui far cadere tutti. Il peso diminuiva, la mia famiglia non mi riconosceva. Ma qualcuno, lo sapevo, stava pregando per me. Cominciai ad andare a messa la domenica, un po’ con la scusa di camminare, un po’ per allontanarmi da casa. Ero sempre stata credente, ma solo allora cominciai a pensare che Gesù mi poteva capire e accogliere senza giudizi. Durante il secondo e terzo anno di liceo la situazione peggiorò ancora. Ero sempre meno tollerante nei confronti dei miei e degli altri. La terapia psicologica che avevo cominciato non dava i frutti sperati. Riuscivo abilmente a tessere tele di inganni che mi portavano sempre più fuori strada. L’unico periodo di distrazione era l’estate, lontana da casa, con gli amici. Ma l’estate è breve, non potevo stare bene solo un mese l’anno. Alla fine di quell’estate, mia zia mi fece una nuova proposta: Budapest, Genfest 2012. Accettai, partii con altri cinque ragazzi della mia città, tra cui una compagna di classe. Fu per me un’emozione continua: migliaia di ragazzi davano voce a una sola anima. Un vero e proprio ponte, non solo tra nazioni e culture, ma anche tra me e la nuova vita che mi aspettava. Avevo di fronte una marea di ragazzi, dodicimila, pronti a condividere con me l’inizio di una nuova vita. Il“flashmob” con le sciarpe, su cui avevamo scritto dei messaggi, gli scambi con tanti ragazzi di altri paesi, le file per il pranzo, la marcia della fratellanza: mi sentivo parte di un’unità. Sarei potuta andare ovunque, ovunque sarei stata a casa. Con la mia compagna di classe, una volta tornate a casa, abbiamo cercato un contatto con la comunità dei Focolari nella nostra città. La strada che volevo percorrere era quella di Gesù. Non tutto era semplice, il problema dell’alimentazione aveva radici profonde, e le preoccupazioni della mia famiglia non andavano via. Ma sentivo di essere portatrice anch’io di una nuova luce. Vivendo una alla volta le parole del Vangelo, pian piano ho ripreso possesso della mia vita. Nel donarmi agli altri con tutta me stessa, ho scoperto che Dio mi ama immensamente e ha un grande progetto su di me». (altro…)
Mag 20, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nasce da un sogno, come le altre cittadelle dei Focolari sparse nel mondo. Negli anni ‘50, in Svizzera, dopo aver contemplato dall’alto di una collina la meravigliosa abbazia benedettina di Einsiedeln, Chiara Lubich ebbe l’idea che un giorno anche la spiritualità dell’unità avrebbe espresso qualcosa di simile: «Una piccola città, con tutti gli elementi di una città moderna, case, chiese, scuole, negozi, aziende e servizi. Una convivenza di persone di diverse condizioni, legate dal comandamento di Gesù: “amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”». Quelle parole sono diventate realtà dapprima a Loppiano, in Italia, poi in altre 24 piccole città, le “cittadelle” appunto. Tra queste la “Mariapoli Lia”, in mezzo alla “pampa” argentina. Carlos Becaría, uruguaiano, attualmente corresponsabile della cittadella, faceva parte del gruppo dei pionieri: «Non c’era ancora nulla. Ma c’era un’ispirazione profetica. Vittorio Sabbione, tra i primi focolarini, ci disse: “Siete qui perché avete scelto Dio. Non mancheranno i disagi, e allora dovrete pensare a Gesù in croce. Non vi offro niente di già fatto: dovrete costruire tutto voi”. Rimanemmo, perché in quell’utopia ci credevamo».
La “Mariapoli Lia” , nella località di O’Higgins (Provincia di Buenos Aires), è intitolata a Lia Brunet (25 dicembre 1917 – 5 febbraio 2005), una delle compagne della prima ora di Chiara Lubich, da lei inviata “pioneristicamente” per portare il carisma dell’unità nel continente latinoamericano. Trentina, come la fondatrice dei Focolari, venne definita una “rivoluzionaria” per la radicalità con cui ha vissuto il Vangelo in un continente segnato da forti problematiche sociali tese a cambiarne il volto. Di certo non immaginava, mentre dava un forte impulso alla nascita e allo sviluppo della cittadella di O’Higgins, che un giorno avrebbe portato il suo nome. “Lia”, come Loppiano in Italia, recentemente visitata dal Papa, e come le altre cittadelle nel mondo, vuole essere il segno tangibile di un sogno che si sta realizzando, quello di una umanità più fraterna, rinnovata dal Vangelo. Oggi ospita circa 220 abitanti stabili, ma ne accoglie ogni anno a centinaia, specie giovani, per periodi più o meno lunghi di formazione. Nei suoi pressi sorge il polo imprenditoriale “Solidaridad”, ispirato al progetto dell’Economia di Comunione.
Oltre 250 persone hanno partecipato alla fine del mese di aprile ai festeggiamenti, che proseguiranno durante l’anno, per il 50° dalla fondazione della “Mariapolis”, alla presenza di autorità ecclesiastiche, rappresentanti di diversi movimenti, chiese cristiane, fedeli ebrei e persone di convinzioni non religiose. «Arrivammo di notte – ricorda Marta Yofre, una delle prime ragazze arrivate dove stava sorgendo la cittadella -. Ebbi una sensazione di impotenza, ma anche una certezza: sarebbe stata Maria a costruirla». Nieves Tapia, fondatrice del Centro Latinoamericano di apprendimento e servizio solidale, ha frequentato negli anni ‘80 la scuola di formazione per i giovani: «Qui ho imparato ad amare la mia patria come quella altrui e ad allargare il cuore a tutta l’America Latina». Adrián Burset, musicista e produttore artistico, è cresciuto nella Mariapoli Lia. «Senza esserne cosciente, ho ricevuto in regalo di vivere come se fosse normale qualcosa che invece è rivoluzionario: l’amore al prossimo». Per Arturo Clariá, psicologo, master Unesco in Cultura della Pace, quanto vissuto nella cittadella venti anni prima è «un marchio che non potrò mai cancellare, la dimostrazione che l’amore trascende la vita».
Il Vescovo di Mercedes–Luján, Mons. Agustín Radrizzani: «Commuove costatare il significato che ha avuto per la nostra patria e per il mondo. Ci unisce la pace universale e l’amore fraterno, illuminato dalla grazia di questo ideale». Mentre Eduardo Leibobich, dell’Organizzazione Ebrea per il dialogo interconfessionale, ricorda le numerose “Giornate della pace” realizzate nella Mariapoli, il pastore metodista Fernando Suárez, del Movimento ecumenico dei Diritti Umani, sottolinea che «la tradizione metodista ha sempre lavorato per l’unità, cercando di realizzare il messaggio di Chiara». Infine Horacio Núñez, della Commissione internazionale del Dialogo tra persone di convinzioni diverse:«Invito a unire le forze, è troppo bello l’ideale di un’umanità libera e uguale, affratellata dal rispetto e dall’amore reciproco». Gustavo Clariá (altro…)
Mag 19, 2018 | Focolari nel Mondo
La festa cristiana dell’effusione dello Spirito Santo su Maria e sui discepoli di Gesù si celebra a “Pentecoste”, e cioè nel cinquantesimo giorno dalla Pasqua. Si legge negli Atti degli Apostoli: «Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa (…) ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo» (Atti 2,1-4). Scrive Chiara Lubich in riferimento al carisma dell’unità: «Lo Spirito Santo è il dono che Gesù ci ha fatto perché fossimo uno come lui e il Padre. Senz’altro lo Spirito Santo era in noi anche prima, perché cristiani; ma qui c’è stata una nuova illuminazione, una sua nuova manifestazione dentro di noi, che ci fa partecipi e attori di una nuova Pentecoste, assieme a tutti quei movimenti ecclesiali che fanno nuovo il volto della Chiesa». (altro…)
Mag 18, 2018 | Centro internazionale, Spiritualità
«Maria, senza più Gesù in terra, convive con la Chiesa, in cui Gesù continua. Esternamente non appare madre di Gesù, scom¬parso alla vista; appare madre di Giovanni, in cui i discepoli di lui si figurano. E così Maria si vede in grembo alla Chiesa, nel cenacolo. Ivi, dal monte dell’uliveto, dove era avvenuta l’ascensione, ella si era recata col gruppo degli apostoli e dei discepoli, e le pie donne. E ivi gli apostoli «perseveravano concordi nella preghiera, assieme con le donne, e con Maria, madre di Gesù» (Atti, 1, 14). La prima Chiesa – dice san Luca – formava «un cuore solo e un’anima sola» e «non c’era nessuno che avesse bisogno»; c’era un’unica mensa. Perché tanta comunione che faceva di tutti uno? Perché c’era Maria e dunque lo Spirito Santo: e perciò sì realizzava l’ideale del Figlio e vi regnava il Padre. Era venuto il suo regno: c’era il Padre nostro dai cieli e il pane nostro quotidiano in terra. Si ripeteva il Magnificat e si svolgeva la diakonia, il servizio. La funzione di Maria -funzione di amore, e dunque di Spirito Santo, – era, ed è di unificare, accomunando beni celesti e beni terrestri; e così con¬correva a suscitare il corpo mistico di Cristo; così seguitava a generare al mondo Gesù; e in lui unificava e accomunava anime: le sistemava nella sapienza. È il modello di quel che deve essere la madre nella casa cristiana: cuore che unifica, mente che vivifica […] riaccendendo, ogni giorno, l’atmosfera del focolare, dove tutti si sentono uno: cellule d’un unico corpo. Consapevole di questa missione, che è partecipazione dell’opera di Cristo, la donna, – associata più d’ogni altra creatura all’opera della creazione -, più facilmente si volge al Creatore, e più teneramente si confida a Maria, mentre sull’esempio di lei conferisce all’intimità casalinga una purezza verginale con un calore materno, per cui si fa copia della Vergine Madre. Maria nel cenacolo rappresentava Gesù e quindi significava la dignità più alta, che sosteneva spiritual¬mente la preminenza giuridica di Pietro. Ma col suo contegno appariva l’anima che s’immedesima con la Chiesa, la fa sua, la vive come frutto benedetto del suo seno: persa in lei, nascosta, vera ancilla Domini. E questo è il sentimento con cui devono vivere la Chiesa, nella Chiesa, con la Chiesa, tutti i fedeli, anche i laici; ai quali così la Chiesa non apparirà più come qualcosa di estraneo, ma risulterà cosa loro, vita loro, centro della loro santità. Non occorre parlare o vestir abiti speciali; occorre viverne la santità. E primo frutto sarà la sua unità. Maria ispira «le forme tanto diverse dell’apostolato dei laici… Alle anime bramose di vivere più apertamente e più interamente la dottrina di Gesù, a quel¬le che ardono dal desiderio di farla conoscere agli altri, e in particolare ai loro compagni di lavoro, a chi vuoi ripristinare l’ordine della giustizia e della carità negli istituti sociali e portare nell’ordine temporale del¬la società un riverbero dell’armonia perfetta che unisce i figli di Dio, Maria ottiene la grazia dell’apostolato; ella pone Sulle loro labbra le parole che convincono senza urtare…» (Pio XII). Maria riformatrice sociale: modello di apostolato che convince; simbolo di carità, fonte di giustizia, a cui non pochi movimenti di laici guardano per concorrere a costituire l’unità, ideale testamento di Gesù, in un ordine “mariale” di cose, preparatorio del¬la città di Dio in terra; ella che già fu vista dai santi come la città di Dio». Igino Giordani, Maria modello perfetto, Città Nuova, Roma, 1967 2012, pp.150-152. (altro…)
Mag 18, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«In questo periodo, prima della visita del Santo Padre a Loppiano, sono stato a stretto contatto con cinque monaci buddhisti thailandesi. Parlo la loro lingua e con l’occasione ho fatto anche da interprete». A parlare è Luigi Butori, originario del centro Italia, ma da quasi 30 anni nel sud est asiatico. «Un’esperienza forte, profonda ed esigente. Nella visita al Centro internazionale dei religiosi del Movimento dei Focolari, nelle vicinanze di Roma, sono rimasti impressionati del servizio concreto dei due “non più giovanissimi” religiosi, che si sono prodigati per loro. E qui i monaci hanno iniziato a percepire una “luce”, un’armonia, o come hanno detto loro, un’unica “voce” dentro e attorno a loro». La permanenza dei monaci è continuata con una visita nella capitale, con una focolarina come guida, che ai loro occhi «aveva lo stesso sorriso dei religiosi prima incontrati». Quindi una giornata nella città di Lucca, trascorsa insieme alla comunità dei Focolari, circa 80 persone dai 2 ai 94 anni. «E ancora la stessa luce sui loro volti». Poi una puntata di qualche ora a Pisa, la città della “torre pendente”, presente anche una persona della comunità locale. Stesso sorriso. «A questo punto uno dei monaci più giovani ha esclamato: “Anche questa figlia di Chiara Lubich ha lo stesso tipo di sorriso che abbiamo trovato a Roma, ai Castelli e a Lucca: come è possibile?”».

Il saluto del monaco buddhista Phramaha Thongrattana Thavorn (Luce Ardente) – Foto © R. Orefice – CSC Audiovisivi
Infine Loppiano. «Nella cittadella di 850 persone dove tutti conoscono e attendevano “Luce Ardente”, come è conosciuto qui il loro maestro, si crea tra tutti, per dirla alla loro maniera, “un’armonia’ particolare”: un’intera “città del sorriso”! I cuori dei monaci si dischiudono come fiori in primavera, sensibili come sono al clima spirituale. Ma “il momento dei momenti” avviene quando in cielo appare l’elicottero del Papa. Uno di loro, nuovo a questa esperienza, si commuove – come poi mi ha detto – ‘interiormente’, e poi le lacrime, cosa molto rara per dei monaci. Gioia, mani che si alzano per salutare Papa Francesco, contro ogni compostezza buddhista. Una gioia spontanea traspare dai loro volti e dalle loro mosse. Ascoltano le canzoni dei complessi Gen Verde e Gen Rosso e annuiscono, felici dei significati che esprimono. Cerco di tradurre le parole del Santo Padre, ma avverto che le capiscono dal di dentro, al di là di me. “Vogliamo essere un segno di unità e di pace per il mondo intero” mi dicono. Al momento del saluto al Papa c’è in loro una serenità incredibile. Gli dicono: “Santo Padre, siamo monaci buddhisti e siamo del focolare: abbiamo studiato la spiritualità dell’unità di “mamma Chiara” e vogliamo viverla: amare tutti, amare per primo, amare subito e con gioia. Vogliamo vivere l’unità come Chiara ci ha insegnato, come l’arcobaleno del cielo: colori diversi, ma tutti uniti. Le offriamo questa stoffa thai, che le possa ricordare di noi”. Chiara Favotti (altro…)
Mag 17, 2018 | Cultura
Il 70% dei comuni italiani ha meno di 5.000 abitanti. In questa fetta di Italia, che rappresenta, in chilometri quadrati e spazio simbolico, molto più di quanto si possa immaginare, tre sono i problemi principali: lo spopolamento progressivo, l’invecchiamento e l’abbandono ambientale. Questo libro propone una strategia per trasformare i tradizionali approcci di welfare mix in un’azione strategica di welcome locale, basata su sistemi relazionali resilienti, capaci di dare un futuro alle piccole comunità degli entroterra. Dal welfare delle prestazioni al welcome di una visione olistica delle relazioni umane. È inoltre una guida per l’utilizzo concreto e sinergico di alcuni strumenti di welfare personalizzato come il reddito di inclusione sociale, i progetti terapeutico riabilitativi individualizzati sostenuti con la metodologia dei budget di salute, i percorsi personalizzati per migranti previsti negli SPRAR (sistemi di protezione di richiedenti asilo e rifugiati). Questi tre strumenti, utilizzati insieme, possono consentire a tutti i piccoli comuni la costruzione di una community welfare a esclusione zero. Gli autori: Nicola De Blasio è sacerdote e direttore della Caritas diocesana di Benevento. Gabriella Debora Giorgione è giornalista e consulente della Caritas diocesana di Benevento per la gestione della comunicazione. Angelo Moretti è progettista sociale, coordinatore della Caritas diocesana di Benevento e direttore del Consorzio “Sale della Terra” Onlus. Il 18 Maggio al Palazzo di Vetro, di Pietrelcina (Benevento) nell’ambito di #PortidiTerra, seconda edizione del #Festival del #WelcomeandWelfare, organizzato da Caritas Benevento e dal Consorzio “Sale della Terra” ONLUS,ci sarà la presentazione del libro. Con gli autori interverranno alla presentazione: Paolo Ruffini, Direttore di TV2000; Carlo Cefaloni, Giornalista Città Nuova; Amedeo Ricucci, Giornalista e inviato del TG1; Pino Ciociola, Giornalista e inviato di Avvenire; Luca Collodi, Giornalista Coord. Radio Vaticana Italia; Clara Iatosti, Giornalista di TV2000; Maria Novella De Luca, Giornalista di Repubblica; Sara De Carli, Giornalista di Vita.it, Ottavio Lucarelli, Pres. dell’Ordine dei Giornalisti della Campania; Cristina Zagaria, Scrittrice e Giornalista di Repubblica; Pasquale Raicaldo, Giornalista di Repubblica; Mario Placidini, Curatore di “Borghi d’Italia” TV2000; Luigi Ferraiuolo Giornalista, Premio “Buone notizie”; Paolo Lambruschi, Giornalista e Inviato di Avvenire. Nel corso dell’evento, in anteprima nazionale, Mario Placidini presenterà una delle puntate di “Borghi d’Italia” dedicate alla Rete dei quindici #ComuniWelcome Città Nuova Ed. Locandina di #PortidiTerra e il programma della manifestazione.
Mag 16, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari, ha concluso questi giorni, ricchi di eventi dedicati alla cultura dell’unità e della fraternità, con un incontro di famiglia dedicato alla comunità dei Focolari del capoluogo siciliano, lanciando una sfida: «Che Palermo diventi capitale della cultura della risurrezione, capitale nel senso de “il capo”, quella da cui parte questa cultura della risurrezione per invadere il mondo intero». 20 anni fa Chiara Lubich riceveva la cittadinanza onoraria del capoluogo della Sicilia. Da allora la comunità ha proseguito in questo percorso per cercare di attualizzare le parole pronunciate da Chiara in quell’occasione: «Promettiamo che Palermo sarà sempre presente nei nostri cuori, affinché, per l’audacia e il coraggio dei suoi cittadini, sappia arrivare ad essere modello per molte altre città di Italia e fuori, come vera “città sul monte”». Le iniziative, all’interno del programma di “Palermo Capitale della Cultura 2018”, promosso dal Comune, hanno abbracciato diversi campi: diritto e legalità, dialogo ecumenico, musica e spettacolo con il Gen Verde, workshop, flashmob e tavole rotonde promosse dai giovani. Nella sede del Parlamento Regionale, Palazzo dei Normanni, sabato 11 maggio, oltre 120 persone hanno partecipato al Convegno “Relazionalità e diritto. Il bene relazionale e i beni comuni”. Dopo gli interventi da parte di alcune personalità del mondo della giustizia, magistrati, avvocati, studenti, docenti, ha concluso i lavori Maria Voce affermando che l’ambito del Diritto e la Giustizia ha «estrema necessità di persone che abbiano il cuore aperto al grande ideale dell’unità della famiglia umana e che per questo impegnino tutto se stessi ad operare nel concreto per risanare ogni rapporto, senza paure e senza compromessi».
Nel pomeriggio e nella serata, oltre 300 giovani sono stati protagonisti del programma su ”Identità digitale”, promosso dall’Istituto Universitario Sophia, e “Siamo le nostre scelte. Il coraggio di partire, il coraggio di restare”, presenti Jesús Morán, copresidente dei Focolari, e il Sindaco Leoluca Orlando. I giovani hanno offerto le testimonianze sulla scelta che spesso li mette in crisi: restare in Sicilia o scommettere la propria vita in altre città e Paesi? Jesús Morán ha incoraggiato i giovani, attentissimi, a trovare la strada nel “sapersi donare”. La scelta ricade su «dove posso donarmi di più e dove posso sviluppare di più i miei talenti. […] Se parto non posso andare per scappare, e se resto non posso restare per paura». Il Sindaco Orlando ha sottolineato quanto sia difficile cambiare una città che proviene da anni di sottomissione a regole e comportamenti mafiosi, ma che cerca di riscattarsi attraverso un cambiamento culturale. Nella mattina della domenica 13 maggio, un momento “di famiglia” con la Santa Messa, seguita dall’incontro con le famiglie del quartiere del centro storico Albergheria/Ballarò e con momenti artistici realizzati dai bambini. Nel pomeriggio, 500 rappresentanti di circa 20 chiese cristiane hanno partecipato, presso il Teatro Golden, al Convegno “Insieme nella carità, dal dialogo alla cooperazione”. Sono intervenuti l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, Maria Voce, e il direttore dell’Ufficio regionale per l’Ecumenismo, Erina Ferlito. Le testimonianze hanno raccontato il cammino ormai intrapreso con decisione in varie città della Sicilia: dall’aiuto ai carcerati, all’attenzione per i poveri, per i senza casa, per gli immigrati. Quindi, “On the other side”, il concerto del Gen Verde con più di 800 partecipanti. Il giorno precedente si erano esibiti i giovani partecipanti ai workshop promossi dalla band e che hanno poi partecipato al flashmob in una delle strade principali della città. Anche questa è stata un’esperienza travolgente, che ha entusiasmato giovani e adulti, all’insegna del messaggio di fraternità che la band internazionale porta in tutto il mondo.
Il programma è proseguito lunedì 14 maggio con il Convegno che si è tenuto presso la Pontificia Facoltà teologica con la tavola rotonda su “Il contributo della cultura dell’Unità all’umanesimo popolare”, dove è stato approfondito il pensiero di Chiara Lubich per la Chiesa del Terzo millennio. La professoressa Ina Siviglia, che aveva accolto Chiara nel 1998 insieme ai Cardinali Pappalardo e Di Giorgi, ha moderato i lavori, con gli interventi di Mons. Corrado Lorefice, Maria Voce e Jesús Morán. La figura di Chiara è stata non soltanto ricordata, perché lei è sempre presente con il suo carisma e la sua gente. E come ha affermato Maria Voce, con il carisma dell’unità è nata una “via nuova” nella Chiesa. (altro…)
Mag 15, 2018 | Focolari nel Mondo
È cominciato il 15 maggio e terminerà il 14 giugno il mese sacro del Ramadan, periodo di 29 o 30 giorni durante il quale i fedeli musulmani ricordano «il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza» (Corano, Sura II, verso 185). Durante tale periodo, nel quale si intensificano la preghiera e le opere di misericordia, il digiuno dall’alba al tramonto, per tutti i fedeli che possono sostenerlo, costituisce il quarto dei cinque pilastri dell’Islam. Il significato spirituale del digiuno, unito alla preghiera e alla meditazione, dell’astinenza sessuale e della rinuncia in generale, secondo molti teologi, si riferisce alla capacità dell’uomo di autodisciplinarsi, di esercitare la pazienza e l’umiltà e di ricordare l’aiuto ai più bisognosi e a coloro che sono meno fortunati. Il Ramadan è dunque una sorta di esercizio di purezza contro tutte le passioni mondane, i cui benefici ricadono sul fedele tutto l’anno. (altro…)
Mag 15, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
https://vimeo.com/267257582 (altro…)
Mag 14, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità

20 gennaio 1998: Conferimento della cittadinanza onoraria a Chiara Lubich
Venti anni fa Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, riceveva dalle mani del sindaco Leoluca Orlando la cittadinanza onoraria di Palermo. Oggi, in occasione delle manifestazioni indette a Palermo, nominata nel 2018 “capitale italiana della cultura”, il Movimento rinsalda quel legame nel nome dell’accoglienza e della fratellanza universale, in controtendenza con le azioni negative che si registrano quotidianamente in una città dai forti contrasti. Un programma di convegni, eventi artistici e workshop nel segno del dialogo tra le generazioni, tra le culture e tra le Chiese della Sicilia. È dedicato a questo tema l’intervento di Maria Voce alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. «Giungendo a Palermo, in questo felice momento in cui tanti eventi concentrano l’attenzione sulla città, ho sentito risuonare ancora le parole che Chiara Lubich aveva rivolto alla città: “promettiamo che Palermo sarà sempre presente nei nostri cuori, affinché, per l’audacia e il coraggio dei suoi cittadini, sappia arrivare ad essere modello per molte altre città d’Italia e fuori, come vera “città sul monte”».
«Chiara Lubich – continua Maria Voce – ha lasciato a noi un segno indelebile del suo impegno per la comunione nella Chiesa, per il dialogo ecumenico e per la fratellanza tra tutti i popoli. Fin dagli anni ‘40, Chiara manifestava questo suo anelito con espressioni ricche di slancio e di ardore. “Guardiamoci attorno: siamo tutti fratelli, nessuno escluso!”, esortando così a vivere per “la fratellanza universale in un solo Padre, Dio, che sta nei Cieli”. È un programma che si può attuare in ogni città, ma che trova un terreno particolarmente fertile proprio qui, a Palermo, luogo “di incontro nei secoli tra popoli, culture e civiltà diverse”, che ha nelle sue radici “i valori dell’accoglienza verso la diversità, la solidarietà e la generosità”». Quale il contributo di questo carisma alla Chiesa universale e alle Chiese particolari, anche della Sicilia? Risponde Maria Voce: «Con il carisma dell’unità è nata una “via nuova” nella Chiesa», una spiritualità che trova piena consonanza anche nel Concilio Vaticano II. «Da questa spiritualità di comunione abbiamo visto fiorire la comunione all’interno della Chiesa fra i vari Movimenti ecclesiali che la arricchiscono, fra i vari carismi antichi e nuovi. Abbiamo visto inoltre come essa è utile per concorrere all’unità dei cristiani e anche per aprire quel dialogo con persone di altre religioni che rappresenta una delle frontiere più impegnative e urgenti del terzo millennio. È una realtà che abbiamo potuto sperimentare anche nelle chiese particolari». 
Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, Maria Voce, Prof.ssa Ina Siviglia, Jesús Morán
«Nonostante le innumerevoli emergenze di questi ultimi anni, e proprio attraverso queste emergenze, l’impegno dei membri del Movimento, in Sicilia, è profondamente teso a testimoniare e a costruire l’unità della famiglia umana laddove si presenta più minacciata e precaria. Essi cercano in tal modo di rispondere all’appello lanciato da Chiara, quando li aveva sollecitati a “costruire una cultura nuova che sia la cultura dei diritti umani, la cultura della legalità, la cultura dell’amore, la cultura della vita e non della morte”». «Mi sembra di poter dire – afferma Maria Voce – che per la realizzazione di questo obiettivo qualche passo sia stato fatto. Certo, c’è ancora tanta strada da percorrere, ma questo è un impegno che anche oggi, con tutto il Movimento, vogliamo rinnovare: dare il nostro contributo per creare quella “civiltà nuova”, con dentro tutti quei valori che purtroppo tante volte vengono calpestati, e crescere sempre di più “senza dimenticare – come ricordava Chiara – tutti i fratelli cristiani, senza dimenticare le altre religioni, senza dimenticare nessuno”. In questo modo davvero si potrà dar vita a una “cultura dell’unità”, definita più volte da Chiara Lubich “cultura della resurrezione”». E conclude: «con l’augurio che questa città possa davvero essere “capitale italiana della cultura”, ma di una “cultura della resurrezione”». Leggi il testo integrale (altro…)
Mag 14, 2018 | Focolari nel Mondo
Mentre è in preparazione il IX Incontro mondiale delle famiglie, che si svolgerà dal 21 al 26 agosto 2018 a Dublino, in Irlanda, sul tema “Il Vangelo della Famiglia: gioia per il mondo”, il 15 maggio in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della Famiglia, indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1994. Date le difficoltà che la famiglia incontra oggi nel portare avanti le sue funzioni, ci auguriamo che la Giornata serva a promuovere politiche e azioni di sostegno alla famiglia, riconoscendone il ruolo essenziale come “prima cellula” della società. «Salvare la famiglia – ha scritto Igino Giordani, politico, scrittore e considerato da Chiara Lubich cofondatore del Movimento dei Focolari – è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla». E ancora: «Gli sposi divengono collaboratori di Dio nel dare all’umanità vita e amore. Amore che dalla famiglia si dilata alla professione, alla città, alla nazione, all’umanità». (altro…)
Mag 14, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Promosso dal Centro Studi e Ricerche “A. Rosmini”- Università di Trento e dal Centro Chiara Lubich si svolgerà a (Trento) un Convegno sulle “Radici e Intersezioni storiche” di Antonio Rosmini e Chiara Lubich. Si propone non solo di offrire un occasione di approfondimento e scoperta delle due grandi personalità trentine degli ultimi due secoli, ma intende anche preparare il terreno al centenario della nascita della fondatrice dei Focolari (1920-2008) portandovi un contributo originale e inaspettato. Il convegno si terrà: il 24 Maggio presso la Sala degli Specchi di Casa Rosmini (Corso Rosmini,30); e il 25 Maggio presso la Sala Conferenze della Fondazione Caritro (P.iaza Rosmini,5) Programma e Invito Manifesto Rosmini Lubich (altro…)
Mag 13, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Vive e lavora in provincia di Genova, città del Nord Ovest, in un territorio ridente, tra il mare e i monti immediatamente retrostanti. Il suo incarico di presidente di uno dei consorzi della rete di imprese sociali, con circa settecento dipendenti nel settore dei servizi sociali, assistenziali e di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, e di referente regionale dell’AIPEC (Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione) non le hanno tolto nulla della sua immediatezza e semplicità. La sua testimonianza è stata seguita con molta attenzione durante un convegno all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il 3 maggio scorso, dal titolo “Chiara Lubich e l’economia di comunione”: «Avevo il desiderio di fare un lavoro utile agli altri. Appena laureata, vinsi un concorso pubblico come educatrice per l’integrazione sociale dei bambini disabili. Mi sentivo utile, ma il lavoro era a tempo, con un contratto a termine. In quella situazione c’erano altre ragazze, che avevano lo stesso mio desiderio di crescere nella professione sociale. Una di noi ci parlò di alcune persone che da qualche anno lavoravano in una cooperativa del territorio e si occupavano di persone disagiate. L’incontro con loro è stato determinante: ci hanno messo a disposizione uno spazio, dedicato del tempo e offerto la loro esperienza. La nostra cooperativa nasce così, da un dono, da un gesto di gratuità che abbiamo colto e in seguito replicato a nostra volta. Abbiamo capito dopo che quel gesto affondava le sue radici nei valori dell’Economia di Comunione. Questa esperienza di vita, prima ancora che di lavoro, ha segnato e caratterizzato lo stile della nostra impresa».

© 2018 Il Sentiero di Arianna
Nasce così, nel 1996, “Il Sentiero di Arianna”, una cooperativa formata inizialmente da nove giovani donne, che mettono in comune le risorse guadagnate e le reinvestono in formazione e sviluppo dell’azienda. Da quel nucleo iniziale, oggi l’azienda conta più di 130 soci, l’85 per cento donne. «Più seguivamo i valori dell’economia di comunione, più le nostre cooperative si sviluppavano, diventando un valore per l’intera comunità. Più riempivamo di contenuti parole come lavoro, dignità della persona, reciprocità, formazione, aiuto reciproco, più riuscivamo a superare gli immancabili periodi critici. La forza dell’imprenditorialità femminile è stata determinante. Chiara Lubich ci indicava un percorso concreto, generativo di possibilità di cambiamento. La sua visione di un mondo più equo e la sua idea di economia ci affascinavano». 
© 2018 Il Sentiero di Arianna
“Il Sentiero di Arianna” – spiega – è una organizzazione che dà la possibilità alle donne di essere protagoniste. «Qui la notizia di una gravidanza è sempre una bella notizia. Molte di noi hanno potuto e possono tuttora vivere serenamente la maternità e il rientro al lavoro. Ma anche le donne che non sono madri sono generatrici di cambiamento e di innovazione, perché sanno innescare processi positivi di miglioramento organizzativo per una armonizzazione tra tempi di lavoro e di cura dei propri cari. Perché i bisogni sono tanti. E noi siamo partiti proprio da quelli delle nostre famiglie e della comunità, proponendo soluzioni, intrecciando reti di relazione sociale ed economica con gli enti, le istituzioni e le altre aziende». Con questo spirito il Gruppo Tassano ha contribuito a sostenere lo sviluppo di altre realtà imprenditoriali. «L’impresa più forte è quella che nasce come espressione di un territorio. Attraverso le reti nazionali a cui apparteniamo come cooperatori, ci stiamo impegnando sui temi dello sviluppo economico fondato su valori etici, rispettosi dell’uomo e dell’ambiente. Attraverso l’AIPEC incontriamo aziende e imprenditori che appartengono a settori differenti, ma condividono lo stesso senso di responsabilità sociale. Insieme siamo impegnati nel proporre un modello economico nuovo: inclusivo, solidale, di sviluppo sostenibile». Cosa significa per Simona essere una imprenditrice dell’Economia di Comunione? «Vuol dire essere sempre se stessi. Accoglienti, rispettosi, coerenti, attenti all’uso delle risorse, legati agli altri e allo stesso tempo liberi. Una persona è sempre la stessa, pur in tempi e spazi diversi. Lo stesso vale per un’impresa». Chiara Favotti (altro…)
Mag 12, 2018 | Centro internazionale

Tre giorni nel segno di accoglienza e fraternità in occasione dei vent’anni da quando
Chiara Lubich, fondatrice del
Movimento dei Focolari, ricevette dalle mani del sindaco Leoluca Orlando la cittadinanza onoraria di Palermo.
La città si apre ad eventi artistici, workshop, incontri e spettacoli sul dialogo tra culture, Chiese e religioni e con un’attenzione particolare ai giovani.
Il progetto si intitola “
Palermo, capitale della Cultura dell’Unità e della Fraternità” ed è stato presentato in conferenza stampa dal sindaco
Leoluca Orlando, da
Rosa Maria Ferreri referente del coordinamento del progetto e dai responsabili del Movimento dei Focolari della Sicilia occidentale. “Questa città –
dichiara il sindaco Orlando – si è fatta esempio e modello di accoglienza in nome dell’unità del genere umano come appartenenza ad un’unica razza, senza distinzione di religione, di lingua e di paese d’origine. Il programma messo a punto dai Focolari per i prossimi giorni, va nella stessa direzione. Importante soprattutto il dialogo con i giovani perché affronta un tema delicato come il rapporto con i social network e il mondo digitale”. “Per noi –
afferma Rosa Maria Ferreri – è una gioia essere qui in questo anno particolare per la nostra città.
Chiara Lubich, 20 anni fa, quando ha ricevuto la cittadinanza onoraria, ha detto che Palermo sarebbe stata sempre nel suo cuore e nelle sue preghiere affinché grazie al coraggio e all’audacia dei suoi cittadini potesse diventare modello per molte città. Oggi è così”. Il progetto si aprirà sabato 12 con il convegno
“Relazionalità e diritto. Il bene relazionale e i beni comuni”, alla presenza, tra gli altri, di
Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari e primo avvocato donna della Calabria e dell’avvocato
Rocco Chinnici, vicepresidente della Camera Penale di Termini Imerese.
Durante la mattinata si terrà anche un laboratorio artistico-musicale della band internazionale
Gen Verde. Il workshop coinvolgerà i ragazzi e le ragazze dei licei nel quartiere di Brancaccio. Gli stessi studenti si esibiranno poi con il Gen Verde, alla sera, in una performance, frutto dei lavori della mattinata ed aperto a tutti. Alle giovani generazioni saranno dedicati anche gli altri incontri della giornata che accenderanno i riflettori su identità digitale e social network
“Identità digitale, chi siamo nei social network?”, in programma distinto per ragazzi dai 16 ai 25 anni e per un pubblico dai 12 ai 15 anni sull’interrogativo “
partire o restare” che affligge moltissimi giovani del Sud.
Domenica 13 l’attenzione si sposterà, invece, su un tema estremamente attuale e centrale nella candidatura stessa di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018:
il dialogo tra culture e religioni diverse. Al convegno “
Insieme nella carità, dal dialogo ala cooperazione” parteciperanno l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice; la presidente dei Focolari, Maria Voce; il direttore dell’Ufficio regionale per l’Ecumenismo, Erina Ferlito; rappresentanti delle Chiese: Luterana, Valdese, Avventista, Esercito della Salvezza, Anglicana, Ortodosse (Romena e di Costantinopoli), Pentecostali (Parola della Grazia, Chiesa della Riconciliazione, Amore e Fede, Eben Ezer e altre); i Movimenti Cattolici: Rinnovamento dello Spirito di Sicilia, Comunità dell’Amen, Comunità di Sant’Egidio e altri; il Forum regionale delle Associazioni Familiari Sicilia e la Caritas Sicilia.
La sera di domenica 13 maggio un altro appuntamento aperto alla città: lo spettacolo “
On the Other Side” del Gen Verde che il lunedì pomeriggio sarà ancora protagonista, con i suoi ritmi contagiosi, di un flash mob con i giovani per le strade della città.
A chiudere la tre giorni di confronto e riflessioni, lunedì 14 maggio, sarà la tavola rotonda su “
Il contributo della cultura dell’Unità all’umanesimo popolare” con un approfondimento sul pensiero di
Chiara Lubich per la Chiesa del Terzo millennio. La professoressa
Ina Siviglia modererà i lavori ai quali, oltre all’arcivescovo
Corrado Lorefice e a
Maria Voce, parteciperanno anche
Jesús Morán, copresidente del Movimento dei Focolari e
Piero Coda, preside dell’Istituto universitario
Sophia – Loppiano.
Fonte: PALERMOTODAY
Mag 12, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Unità: parola divina. Se ad un dato momento venisse pronunciata dall’Onnipotente e gli uomini l’attuassero nelle sue più varie applicazioni, noi vedremmo il mondo di scatto fermarsi nel suo andazzo generale, come in un gioco di film, e riprendere la corsa della vita in opposta direzione. Innumerevoli persone farebbero a ritroso la strada larga della perdizione e si convertirebbero a Dio, imboccando la stretta… Famiglie smembrate da risse, freddate dalle incomprensioni, dall’odio e cadaverizzate dai divorzi, ricomporsi. E i bimbi nascere in un clima d’amore umano e divino e forgiarsi uomini nuovi per un domani più cristiano. Le fabbriche, accolte spesso di “schiavi” del lavoro in un clima di noia, se non di bestemmie, divenire luogo di pace, dove ognuno lavora il suo pezzo al bene di tutti. E le scuole infrangere la breve scienza, mettendo cognizioni d’ogni genere a sgabello delle contemplazioni eterne, imparate sui banchi come in un quotidiano svelarsi di misteri intuiti partendo da piccole formule, da semplici leggi, perfino dai numeri… E i Parlamenti tramutarsi in luogo d’incontro di uomini cui preme, più che la parte che ciascuno sostiene, il bene di tutti, senza inganno di fratelli o di patrie. Vedremmo insomma il mondo diventar più buono ed il Cielo calare d’incanto sulla terra e l’armonia del creato farsi cornice alla concordia dei cuori. Vedremmo… È un sogno! Sembra un sogno! Eppure Tu non hai chiesto di meno quando hai pregato: “Sia fatta la tua volontà come in Cielo e così in terra”». Chiara Lubich Fonte: Chiara Lubich, L’unità, a cura di Donato Falmi/Floernce Gillet, Città Nuova 2015, originariamente pubblicato in Chiara Lubich, Frammenti, Città Nuova, Roma (1963) 1992, pp.53-54 (altro…)
Mag 10, 2018 | Chiesa, Spiritualità

Foto © D. Salmaso – CSC Audiovisivi
“Voglio alzare lo sguardo verso l’orizzonte e invitarvi ad alzarlo insieme con me, per guardare con fedeltà fiduciosa e con creativa generosità al futuro che comincia già oggi”. Nella sua prima visita a Loppiano, primo Pontefice ad incontrare la cittadella del Movimento dei Focolari nei pressi di Firenze, Papa Francesco lancia una sfida alla comunità presente, per la Chiesa universale e per l’umanità intera: “costruire una cultura condivisa dell’incontro e una civiltà globale dell’alleanza”. Una cultura che sia una risposta alle lacerazioni di questo tempo, segnato da una povertà crescente e dal dramma delle migrazioni forzate. “Nel cambiamento di epoca che stiamo vivendo” – osserva infatti il Papa – occorre “impegnarsi per “tracciare nuove strade da percorrere insieme”, e servono “uomini e donne, giovani, famiglie, persone di tutte le vocazioni e professioni” che siano all’altezza di questo compito. Dal sagrato del Santuario dedicato a Maria Theotokos, Madre di Dio, ai settemila presenti, figli spirituali di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, il Santo Padre propone la sfida della “fedeltà creativa: essere fedeli all’ispirazione originaria e insieme essere aperti al soffio dello Spirito Santo e intraprendere con coraggio le vie nuove che lui suggerisce”. Per far questo – osserva Francesco – serve “umiltà, apertura, sinergia, capacità di rischio”, e poi praticare il “discernimento comunitario”, cioè “occorre l’ascolto di Dio fino a sentire con Lui il grido del Popolo, e occorre l’ascolto del Popolo fino a respirarvi la volontà a cui Dio lo chiama”. 
Foto © R. Bassolino – CSC Audiovisivi
Un compito impegnativo a cui si chiede fedeltà anche quando l’entusiasmo delle origini lascia il passo – per i movimenti – alla ricerca di nuove vie per attualizzare il carisma. Rispondendo alle domande dei Focolari, il Papa cita allora San Paolo e invita a puntare su due parole chiave: parresia e hyponomè. La prima esprime “il coraggio e la sincerità nel dare testimonianza della verità e insieme la fiducia in Dio e nella sua misericordia”, l’antidoto contro “ogni falso timore, ogni tentazione di nascondersi nel quieto vivere, nel perbenismo”. La seconda traduce la perseveranza nelle “situazioni impegnative che la vita ci presenta”, e trova fondamento nella consapevolezza dell’amore di Dio che “ci rende capaci di vivere con tenacia, serenità, positività, fantasia…e anche un po’ di umorismo”. Il Pontefice invita quindi a richiamare la memoria dei primi giorni, quando Chiara immaginò Loppiano come “un bozzetto di città nuova nello spirito del Vangelo”, espressione di un popolo unito nella diversità e con il cuore nell’Eucarestia, sorgente di vita nuova. Un popolo che il Papa esorta ad uscire “per gettare il lievito del Vangelo nella pasta della società” soprattutto dove c’è povertà, sofferenza e ricerca. “Il carisma dell’unità – dice – è uno stimolo provvidenziale e un aiuto potente a vivere questa mistica evangelica del Noi”. 
Foto © R. Orefice – CSC Audiovisivi
Ma il rinnovamento della cultura non può non richiedere una formazione nuova. A Loppiano, che nasce anche come città-scuola con centri di studio come l’Institutio Universitario Sophia, il Papa esorta ad inaugurare un “patto formativo” fondato sul dialogo e la prossimità, per “esercitare insieme i tre linguaggi: della testa, del cuore e delle mani”. In questa prospettiva – aggiunge – “è importante che a Loppiano vi sia un centro universitario destinato a chi cerca la Sapienza e si pone come obiettivo la costruzione di una cultura dell’unità”: un’esperienza accademica “di frontiera”. Ma è Maria soprattutto – conclude Francesco – “la scuola da seguire (…) per imparare a conoscere Gesù, a vivere di Gesù e con Gesù”: “e non dimenticate che Maria, la prima discepola di Gesù, era una laica. Lei è la donna della fedeltà, del coraggio, della parresia, della pazienza”. Nella città di Loppiano l’invito del Papa fa eco all’intuizione di Chiara Lubich, “prima pietra” dell’Opera di Maria, e risuona a consolidare un percorso: “Il nostro desiderio – sono le parole di Maria Voce, presidente dei Focolari – è che chi visita questa città vi trovi una casa, una famiglia, una madre: Maria! È lei che forma e informa ogni espressione della vita sociale del Movimento dei Focolari (…) È lei che nel Magnificat ci indica un programma di vita e di azione e ci spinge a spalancare le porte del cuore verso tutti quelli che soffrono, che cercano la felicità”. Claudia Di Lorenzi Il discorso del Papa intero
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Mag 10, 2018 | Chiesa, Spiritualità

Foto © D. Salmaso – CSC Audiovisivi
Nelle strade ancora avvolte dalla nebbia mattutina, fin dalle prime ore del giorno, “il popolo di Loppiano” sale verso la cittadella, a 20 km da Firenze. Le fogge dei vestiti e i copricapo di diversi colori rivelano provenienze anche molto lontane. Ma nessuno può dirsi “lontano” da questo bozzetto di mondo che sta per accogliere e fare proprie le parole del Papa. Roger, 26 anni, viene della Costa d’Avorio. Vive nella cittadella internazionale da poco più di un anno. «Da quando abbiamo avuto l’annuncio della visita del Papa, come cittadini di Loppiano ci siamo chiesti come accoglierlo, per fargli trovare il popolo del Vangelo. Ci siamo divisi in piccoli gruppi per mettere in comune le esperienze quotidiane di Vangelo vissuto. Questo è il regalo che vogliamo fargli. È stato bello accoglierlo, ma ancora più bello sarà, dopo, vivere quello che lui ci dirà». E Franco Galli, corresponsabile della cittadella insieme a Donatella Donato Di Paola: «Questo tempo è stato l’occasione per assistere all’azione di Dio. 
Foto © R. Orefice – CSC Audiovisivi
Adesso siamo in attesa di sentire le cose che lui ha in cuore di dirci. Ci sono grandi trasformazioni in atto nel mondo. Il Papa ci farà vedere la realtà con i suoi occhi». Circondato dal gruppo di monaci buddisti che come lui sono arrivati dalla Thailandia, nella tipica tonaca arancione, c’è anche Prahama Thongratana Tavorn, qui conosciuto come Luce Ardente. Un ‘monaco itinerante’, che attraversa il suo Paese, visitando scuole, carceri, portando ovunque un messaggio di pace. In Italia, e particolarmente a Loppiano, Luce Ardente è di casa. Avvicinandolo non si può non restare affascinati dalla gioia che traspare dalle sue parole, in una lingua dolce e molto musicale. Grazie all’aiuto dell’interprete ci spiega: «Nel buddismo noi diciamo che ci siamo già conosciuti nelle nostre vite precedenti. Per questo, quando ci vediamo, non ci conosciamo, ma ci riconosciamo, perché siamo già fratelli, c’è qualcosa che ci accomuna da sempre». Sono trascorsi solo 20 minuti dall’atterraggio di Papa Francesco nella cittadella internazionale. Ma sembrano un’eternità. Minuti densi di emozione, con il suono festoso delle campane a interpretare un senso di accoglienza che non trova più parole per esprimersi. “È tornato il sole”, canta il gen Rosso e davvero torna il sole, insperato, dopo la pioggia battente del giorno prima. Papa Francesco, dopo essere passato in mezzo alla folla festosa, entra nel santuario intitolato alla “Madre di Dio”, alla quale contemporaneamente, nel sagrato, vengono dedicate le note che la salutano come “Madre dolcissima”. 
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Quattro anni fa, in occasione del 50° anniversario di Loppiano, Papa Francesco aveva augurato alla cittadella di “guardare avanti, sempre, e puntare in alto con fiducia, coraggio e fantasia”. È ricordando queste parole che Maria Voce prende la parola. «Abbiamo cercato di farci guidare da dalle sue parole. Grazie, Santità, a nome di tutto il Movimento dei Focolari, che vede in questa sua visita uno sguardo d’amore di Dio”. Dopo una presentazione del profilo variegato della cittadella, vengono rivolte alcune domande e, nel rispondere, Papa Francesco esordisce dicendo, tra l’altro: «A Loppiano tutti si sentono a casa. Ho voluto venire a visitarla perché vuole essere un’illustrazione della missione della Chiesa oggi». Il Papa invita alla perseveranza, con tenacia, serenità, positività, e anche umorismo, “l’atteggiamento umano che più si avvicina alla grazia di Dio”. «Il carisma dell’unità è un aiuto a vivere la mistica evangelica del noi, cioè a camminare insieme nella storia degli uomini. L’opposto dell’individualismo è il “noi”. A Loppiano – continua il Papa – si vive l’esperienza di camminare insieme». Ma, avverte, «la storia di Loppiano non è che agli inizi, un piccolo seme gettato nei solchi della storia. Urgenze drammatiche chiedono il massimo. Occorre impegnarsi non solo per l’incontro tra le persone, le culture e i popoli, ma per vincere tutti insieme la sfida epocale di costruire un cultura condivisa dell’incontro e una civiltà globale dell’alleanza». “Cambia la realtà, la paura non mi ferma, io riparto da qui”. Sulle note dei complessi di Loppiano è partito, e travalicherà i suoi piccoli confini, l’appello a costruire una cultura del “noi”. Chiara Favotti Discorso completo del Santo Padre
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Mag 10, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità

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“Costruire una cultura condivisa dell’incontro”. È questa la sfida che Papa Francesco ha lanciato in mattinata dal centro internazionale di Loppiano (Firenze, Italia) non solo ai 7.000 presenti davanti al Santuario Maria Theotókos, ma al mondo intero. Facendo riferimento alle “urgenze spesso drammatiche che ci interpellano da ogni parte e non possono lasciarci tranquilli” – il Santo Padre ha sottolineato che non è più sufficiente solo “l’incontro tra le persone, le culture e i popoli”. Occorrono uomini e donne “capaci di tracciare strade nuove da percorrere insieme” per dar vita ad “una civiltà globale dell’alleanza”. Papa Francesco è arrivato puntuale presso la cittadella dei Focolari alle ore 10, atteso da Maria Voce, presidente del Movimento, Jesús Morán, copresidente e dal vescovo di Fiesole Mons. Mario Meini. Dopo una breve sosta di preghiera dentro il santuario, ha incontrato gli 850 abitanti di Loppiano provenienti da 65 nazioni e le migliaia di persone arrivate da tutta l’Italia e oltre, in maggioranza aderenti al Movimento dei Focolari. È la prima volta che un pontefice visita questa “piccola città”, che – come l’ha definita Maria Voce nel suo indirizzo di saluto – vuole essere un “laboratorio di convivenza umana, bozzetto di mondo unito e testimonianza di come potrebbe essere la società se fosse basata sull’amore reciproco del Vangelo”. 
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È seguito un dialogo aperto e schietto, scandito da alcune domande poste da un gruppo di cittadini di Loppiano. Le domande hanno toccato da varie prospettive il tema della sfida cristiana nei confronti della modernità. Il Santo Padre ha incoraggiato a non “nascondersi nel quieto vivere, nel perbenismo, o addirittura in una sottile ipocrisia, (…) ma di vivere da discepoli sinceri e coraggiosi in carità e verità” e di affrontare le difficoltà “con tenacia, serenità, positività, fantasia… e anche un po’ di umorismo”. E facendo riferimento alla missione di un progetto originale come Loppiano nell’odierno contesto sociale, il Papa ha invitato ad alzare lo sguardo insieme a lui “per guardare con fedeltà fiduciosa e con creatività generosa al futuro che comincia già oggi”. Dopo aver impartito ai presenti la sua benedizione, 37 cittadini di Loppiano di diverse provenienze, religioni, età ed estrazione sociale hanno salutato personalmente Papa Francesco. In risposta alle parole del Santo Padre, il copresidente dei Focolari, Jesús Morán gli ha consegnato un dono simbolico: un “patto” firmato da tutti gli abitanti, con l’impegno di vivere affinché Loppiano sia sempre più un luogo di fraternità e reciprocità. All’invito di sottoscrivere a sua volta il “Patto di Loppiano” il Santo Padre ha aderito con gioia, tra gli applausi di tutti i presenti. Discorso completo del Santo Padre
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Mag 10, 2018 | Cultura

Facoltà di Architettura di Aversa. Luca è in ritardo e si siede accanto ad una sconosciuta. “Come ti chiami?” – le sussurra in un orecchio. “Vincenza Cristiano, e tu?”. “Luca Pagano. Che strana coincidenza, i nostri cognomi formano degli ossimori! Io sono pagano e mi vanto di esserlo!”. «E io sono cristiana e mi vanto di esserlo!». Una prima scintilla, apparentemente spenta per sempre, e che divamperà dopo 8 lunghi anni in una
straordinaria storia d’amore. Ma un mese prima del matrimonio,
Vincenza si ammala di un tumore aggressivo, purtroppo comune nella “Terra dei Fuochi” dove lei vive. I medici prevedono un mese di vita. Vivrà? Si sposerà? Potrà avere dei figli? Il calvario, le delusioni, le sorprese. Colpi di scena continui per una vita paradossalmente meravigliosa…»
Maurizio Patriciello, giornalista, scrittore e parroco di Parco Verde in Caivano (NA), è da anni uno dei volti più noti della battaglia intrapresa per la rinascita di un territorio inquinato dai rifiuti tossici.
Aurelio Molè, caporedattore della rivista “Città Nuova” e autore TV.
La collana – Città Nuova – narratori. Quando la vita vera è anche meglio di un romanzo. Rigorosamente ispirate a storie vere, alcune tra le voci più originali e interessanti della scena nazionale – scrittori, giornalisti, personaggi del mondo televisivo e della comunicazione in genere – ci raccontano il mondo di oggi, celebrando le infinite sfaccettature delle vicende umane. Racconti che fanno sorridere, commuovere o pensare… ma soprattutto riconciliano con il piacere di leggere.
L’11 maggio 2018 17:30 In occasione della presentazione dei libri: G.Bianco e G.Gatti “Alle mafie diciamo NOI” e A.Molè e M.Patriciello “Meraviglioso” presso il Salone Off Salone Internazionale del Libro di Torino 2018, c/o Binaria Book, Centro Commensale del Gruppo Abele, via Sestriere, 34, Serena Cerchiè dialoga con Gianni Bianco, giornalista TG3 Rai, e don Maurizio Patriciello, parroco a Parco Verde in Caivano (NA), difensore della gente della Terra dei Fuochi.
Finito il tempo degli eroi solitari e dei grandi maestri, è giunto il tempo del noi, quell’energia vitale che attiva processi di riscatto e di emancipazione prima impensabili. La carta da giocare per sperare – anche in questi tempi di crisi – di costruire un Paese migliore, senza più mafie. Insieme.
Mag 8, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Che cosa facevi quando avevi la mia età? Quali giochi mi consigli?». È la domanda che Luis Francisco, 10 anni, messicano, rivolge a Papa Francesco, mentre attende la sua venuta. Come lui, tutti gli abitanti della cittadella internazionale hanno fatto il conto alla rovescia dei giorni. Una attesa cominciata all’inizio di febbraio, quando era arrivato dalla segreteria di Papa Francesco l’annuncio di una sua visita, il 10 maggio, alle cittadelle di Nomadelfia e di Loppiano. Nella prima delle 24 cittadelle dei Focolari, sorte nel tempo in varie zone del mondo, Papa Francesco verrà a vedere di persona come si vive “alla scuola dell’unico Maestro”, come lui stesso l’ha definita. “Sorpresa e gioia profonda”, aveva esclamato Maria Voce, presidente dei Focolari, alla notizia del tutto inaspettata di questa visita. Loppiano in questi giorni brulica di persone. Facce sorridenti, felici, e tantissimi giovani. Si è da poco concluso l’evento del Genfest, che da tutta Italia, e non solo, ne ha richiamati a centinaia a fine aprile, e a migliaia la mattina del 1° maggio, radiosi nonostante la minaccia di pioggia. L’aria di festa è continuata, in un’attesa piena di fermento e speranza, come è naturale nell’imminenza di un evento che verrà ricordato a lungo.
Siamo andati, telecamera alla mano, a realizzare delle brevi interviste agli abitanti di Loppiano, intenti al lavoro o nelle normali attività, e per sondare l’aria che tira. Benedetta si trova nella cittadella per un periodo di formazione alla scuola delle focolarine. Per lei la visita del Papa è anche un regalo di Dio, perché cade nello stesso giorno del suo compleanno: «Anche se si fermerà poco tempo, spero possa trovare una famiglia, quella che cerchiamo di costruire ogni giorno». Dal 1966 a Loppiano ha sede il gruppo musicale Gen Rosso, nato su desiderio di Chiara Lubich per diffondere con la musica il messaggio di un mondo più giusto, pacifico e solidale. I componenti vivono in prima persona questo spirito, con uno stile di vita improntato alla comunione e alla fratellanza. Da qualche anno ne fa parte anche Michele Sole, che sul sagrato antistante il santuario dedicato alla Madre di Dio (Theotokos), dove è tutto è pronto per questo storico incontro, intonerà “Madre dolcissima”. Al Papa invia un messaggio di ringraziamento «per aver avuto il coraggio di chiamarsi Francesco. Penso non sia stato facile scegliere un nome che significa scelta preferenziale per i poveri, per gli ultimi». Dalla sala prove, intanto, escono le note di “Accendi la pace”, che i componenti del Gen Rosso stanno provando insieme all’altra band internazionale di Loppiano, il Gen Verde, un gruppo multidisciplinare, formato da artiste e musiciste, che si distingue per il suo profilo spiccatamente internazionale.
Roberto Cipollone, in arte Ciro, a Loppiano dal 1977, ha il dono di saper usare l’immaginazione e l’abilità per trasformare oggetti non più in uso o materiali da discarica in opere che toccano il cuore e lo riempiono di meraviglia. È l’”artista che dà loro nuova vita”. Con la sua arte ha fatto nascere una “Bottega”, espressione di originalità e amore per la natura attraverso la scultura, la pittura, l’artigianato. «Mi aspetto che il Papa possa trovare qui i suoi desideri più reconditi realizzati». Aranza, che viene dal Messico, sta partecipando con la sua famiglia alla “Scuola Loreto”, dove famiglie di Paesi e lingue diversi approfondiscono la spiritualità dell’unità. L’internazionalità e l’immersione “full time” ai corsi, che cominciano ogni anno a settembre e terminano a giugno, ne fanno un’esperienza unica di scambio e arricchimento tra culture. Dal Papa vorrebbe una risposta a una domanda, breve ma impegnativa: «Cosa possiamo fare, noi giovani, per vincere le imposizioni e gli stereotipi del mondo?». Natalia, invece, è una studentessa brasiliana che frequenta a Loppiano l’Istituto Universitario Sophia. Dal Papa si aspetta di conoscere il ruolo dei giovani sposati nella Chiesa. Tante domande, interrogativi e aspettative. Ma la stessa, gioiosa attesa. Chiara Favotti
La diretta sarà anche trasmessa in lingua italiana da Loppiano – Incisa Valdarno, FI (Italia) 10 Maggio 2018 – 10:00 – 12:00 (CEST) http://live.focolare.org Vatican Media live: dalle ore 8.00 alle 12.00 RAI: Speciale diretta TG1 dalle 10 alle 11.45 (digitale terrestre, satellite, web) TV 2000: Speciale Diario di Francesco dalle ore 7.30. Dalle 10 in poi seguirà la diretta da Loppiano (digitale terrestre, web).
http://vimeo.com/268775577 (altro…)
Mag 8, 2018 | Focolari nel Mondo
Il 9 maggio si celebra in Europa la pace e l’unità. La data ricorda la storica “Dichiarazione Schuman”, con la quale, il 9 maggio 1950, l’allora ministro degli esteri francese propose la creazione di un primo nucleo economico, finalizzato alla graduale costruzione di una federazione di Stati europei, indispensabile al mantenimento di pacifiche relazioni. Come prima tappa, Robert Schuman indicava la gestione comune, per Francia e Germania Ovest, del carbone e dell’acciaio, ma nel quadro di un’organizzazione alla quale avrebbero potuto aderire in seguito anche altri Paesi. Si ponevano così le premesse per un’integrazione ben più vasta e comprensiva, al punto che la Dichiarazione è considerata, simbolicamente, la data di nascita del lungo processo di pace e stabilità che ha dato origine all’Unione Europea. La festa è l’occasione per avvicinare le istituzioni ai cittadini e i popoli fra loro, accrescendo la consapevolezza che i valori della pace, dell’integrazione e della solidarietà devono essere posti a base della convivenza umana. “Insieme per l’Europa si sente “artigiano di rapporti di fraternità”. Sono questi, infatti, che cerca di tessere nel processo quotidiano tra le persone del Continente.” Per vedere il sito ‘Insieme per Europa’ (altro…)
Mag 8, 2018 | Focolari nel Mondo
Papa Francesco visiterà Loppiano (Firenze, Italia), la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari.
L’atteso incontro avverrà il prossimo giovedì 10 maggio 2018 e si potrà seguire in diretta:
Internazionale: Vatican Media Live http://live.focolare.org TV2000: Speciale Diario di Papa Francesco (dalle ore 10) Italia:
RAI 1 – Speciale TG1 a partire dalle ore 10 circa
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Mag 8, 2018 | Focolari nel Mondo
Salone Off Salone Internazionale del Libro di Torino 2018 c/o Binaria Book, Centro Commensale del Gruppo Abele, via Sestriere, 34. Serena Cerchiè dialoga con Gianni Bianco, giornalista TG3 Rai, e don Maurizio Patriciello, parroco a Parco Verde in Caivano (NA), difensore della gente della Terra dei Fuochi. Finito il tempo degli eroi solitari e dei grandi maestri, è giunto il tempo del noi, quell’energia vitale che attiva processi di riscatto e di emancipazione prima impensabili. La carta da giocare per sperare – anche in questi tempi di crisi – di costruire un Paese migliore, senza più mafie. Insieme.
In occasione della presentazione dei libri: Gianni Bianco e Giuseppe Gatti ALLE MAFIE DICIAMO NOI Postfazione di Luigi Ciotti Gianni Bianco, vice caporedattore della redazione cronaca del Tg3, e Giuseppe Gatti, sostituto procuratore della Repubblica presso la DDA di Bari, raccontano le vite di chi fa della legalità uno strumento di bene comune, lavoro, studio, sviluppo sociale ed economico. Protagonisti di queste pagine sono i tanti cittadini comuni che, nel gioco di squadra, hanno trovato la forza di ribellarsi ai boss. Da Scampia alla Locride, da Vieste all’Emilia. Storie di legalità al plurale.
Aurelio Molè e Maurizio Patriciello MERAVIGLIOSO Storia d’amore nella Terra dei Fuochi Una storia d’amore, di dolore e di speranza ambientata nella Terra dei Fuochi. Una storia vera. Da un racconto del sacerdote che da anni, si batte per la salute della sua gente, contro l’illegalità. INFO: ufficiostampa@cittanuova.it – cell.347.4554043 – www.cittanuova.it
Mag 7, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
A Loppiano tutto è pronto per accogliere il Santo Padre. Sono in arrivo oltre 6000 persone dall’Italia, ma saranno migliaia quelle collegate in streaming nei cinque continenti. Abbiamo chiesto a Maria Voce, presidente dei Focolari, come si svolgerà questo incontro così atteso. «Vogliamo presentare al Papa – ha spiegato – questa piccola città, la prima nata di altre 24 sparse nel mondo, che vuole offrire un modello di convivenza fondato sui principi evangelici di solidarietà e fraternità, certamente unico, ma esportabile e diffusivo. A Loppiano il Papa non incontrerà solo i 750 abitanti – ha proseguito Maria Voce – ma anche una rappresentanza della famiglia mondiale del Movimento dei Focolari. A lui rivolgeremo alcune domande su tematiche che ci stanno a cuore: la sfida della fedeltà all’idea carismatica di Chiara Lubich a contatto con le mutate condizioni di oggi; la formazione dei giovani ad una cultura della fraternità; il contributo del modello di convivenza di Loppiano ad un annuncio attuale del messaggio cristiano e al superamento di steccati, nazionalismi e pregiudizi». Il Movimento dei Focolari è una costellazione variegata che pone al centro del proprio agire il dialogo e uno stile di vita che concorre a costruire nel mondo l’unità e la pace. Conta oltre due milioni di aderenti appartenenti a molte Chiese Cristiane, ma anche di diverso credo religioso e di ispirazione laica. Sono circa un migliaio le opere sociali in atto in diversi Paesi, e circa 800 le imprese che nel mondo lavorano secondo i principi dell’Economia di Comunione. È giunto al decimo anno di vita l’Istituto Universitario Sophia, che ha sede proprio a Loppiano.
Al suo arrivo nella cittadella, il Santo Padre si recherà direttamente al Santuario Maria Theotókos, dove entrerà per un breve momento di preghiera. Sosterà anche davanti al quadro della Madonna col Bambino, opera di un pittore di religione Indù, simbolo del dialogo che è uno dei pilastri della convivenza di Loppiano. Successivamente, sul sagrato, Maria Voce porterà al Papa il saluto dei Focolari. Alcuni cittadini di Loppiano gli rivolgeranno quindi delle domande. Il dialogo con il Santo Padre sarà intervallato da brani musicali di artisti provenienti da diversi paesi e contesti religiosi. Infine, una trentina di cittadini saluterà personalmente il Papa il quale, dopo la benedizione, lascerà il sagrato per ripartire.
Diretta streaming 10 maggio 2018, dalle 10.00 fino alle 12.00 (CEST): Internazionale Vatican Media Live http://live.focolare.org TV2000: Speciale Diario di Papa Francesco (dalle ore 10) Italia: RAI 1 – Speciale TG1 a partire dalle ore 10 circa (altro…)
Mag 7, 2018 | Cultura
El castillo exterior Lo nuevo en la espiritualidad de Chiara Lubich Jesús Castellano reflexionó largamente sobre el «castillo interior» de Teresa de Jesús como imagen de la relación entre Jesús y el alma, y la utilizó para describir la experiencia de la espiritualidad de Chiara Lubich y el Movimiento de los Focolares, que él mismo vivió. El «castillo exterior» es, para él, la comunidad que camina unida hacia la santidad, o sea, la unidad en Jesús. Los escritos e intervenciones reunidos en estas páginas son ejemplos emblemáticos de la reflexión de Jesús Castellano, un estímulo para crecer en la vida personal y comunitaria. Ciudad Nueva
Mag 7, 2018 | Cultura

Alberto Calabrese è un uomo di quarant’anni che vive di espedienti, insieme ai figli Luca e Matilde. La moglie se n’è andata anni prima, abbandonandoli all’improvviso. Un giorno, pur di farsi pagare per alcuni lavoretti da un certo Attilio Furnari, proprietario di una tipografia, si mette d’accordo con questi per farsi stampare 1000 copie di un romanzo scritto tempo prima. Aiutato dal figlio Luca, carica le copie sul cassone di un’Ape, e comincia a venderle porta a porta. Per Luca, è più di un’avventura, ed è in quell’estate del 1983 che matura l’idea di diventare scrittore. Sennonché, il ragazzo scopre che la piccola Matilde ha dato vita a un’amica immaginaria di nome Signora Aria, che viene a trovarla soprattutto di notte o quando lei rimane da sola in casa. Un breve romanzo di formazione, che parla della scrittura e dell’importanza della fantasia; dei valori e dei sentimenti inerenti la famiglia che devono unire le persone; dell’importanza di andare sempre incontro alla vita. Collana Narratori – Città Nuova
Città Nuova Ed.
Mag 6, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni

Simone Barlaam
«Come vedete dal colore dei capelli ho qualche anno più di voi. Ma faccio anche io parte della famiglia del Genfest. I Genfest ai quali ho partecipato da ragazzo sono rimasti impressi dentro di me. Che cosa mi è rimasto di quelle esperienze? Due cose. La prima. Per me che arrivavo da un piccolo paese dell’Abruzzo (Italia) ogni volta era immergermi in un’esperienza di mondialità. La seconda: al Genfest ho capito che ognuno è protagonista del proprio destino: il mio futuro dipendeva da me. Quello che da allora ho cercato ogni giorno di seguire nella vita per realizzare le mie aspirazioni. Anche quelle più complicate e apparentemente impossibili. È la stessa cosa che oggi, con mia moglie Claudia, stiamo cercando di trasmettere ai nostri figli. Mi piace pensare che ci sia un disegno più grande per ognuno di noi. Come pezzetti di un puzzle le vicende della vita si mischiano, si intrecciano, sembra difficile trovare la loro giusta posizione, ma poi improvvisamente i pezzetti iniziano a incastrarsi. A gennaio 2000 io e Claudia eravamo in Australia, a Sydney, in viaggio di nozze e passeggiavamo nel nuovissimo parco Olimpico. Facevamo programmi e mettevamo le basi per costruire la nostra famiglia. Simone era in arrivo e noi eravamo felici e pieni di amore. Ci sentivamo invincibili. Poi l’arrivo di Simone è stato subito travagliato. Il giorno in cui è nato abbiamo scoperto che aveva una ipoplasia del femore e una coxa vara. Una disabilità permanente aggravata da una frattura del femore. In pratica aveva un femore più corto dell’altro di una quindicina di centimetri. Fragile come un pezzo di vetro. Nel corso degli anni, Simone ha subito dodici interventi chirurgici: allungamenti dell’arto, interventi correttivi all’anca, trapianti ossei per consolidare il collo del femore che non teneva. Dodici operazioni seguite da lunghissimi mesi con il gesso che lo bloccava dal petto in giù. Nei lunghi periodi a letto, Simone ha imparato a disegnare, l’unica cosa che riusciva a fare da sdraiato. Amava disegnare i pesci, gli squali soprattutto per la loro forza e la loro velocità. Tant’è che un nostro caro amico lo ha soprannominato “lo squalo Simone”. Quand’era con il gesso fino al petto, guardavamo spesso il film Nemo, che è ambientato in Australia. Simone, come Nemo, aveva (e ha) una pinna più corta dell’altra. Io mi sentivo come Marlin, il padre di Nemo. Ansioso per il suo futuro. E pieno di paure per quello che poteva capitargli. Ma come Marlin, a un certo punto ho capito che Simone poteva affrontare da solo il suo “oceano”. Senza paura. Anche con la pinna più piccola. A un certo punto Simone ha cominciato a fare sport. Il nuoto era l’unico sport che poteva fare, per muovere i muscoli senza rischiare di rompere il suo osso di cristallo. Dopo un po’ ha cominciato a gareggiare. Qualche anno dopo ha preso ad allenarsi con i ragazzi della nazionale italiana di nuoto, tutti i giorni, dopo la scuola, per due ore e mezza, che diventano cinque prima delle gare più importanti. Tanto che a 17 anni, agli ultimi mondiali di nuoto paralimpico che si sono svolti a Città del Messico, nel dicembre scorso, Simone ha vinto due medaglie d’oro, nei 50 e nei 100 stile libero, un argento e un bronzo. Sono le gare più veloci nel nuoto. Adesso, esattamente 16 anni dopo il nostro viaggio di nozze, Simone è in Australia come “exchange student” per fare il quarto anno di liceo e continuare i suoi allenamenti ad alti livelli. Continua ad allenarsi, a studiare e gareggia con i più forti nuotatori australiani all’Olimpic Aquatic Centre di Sydney, proprio dove io e Claudia lo avevamo portato quando era ancora in grembo. Ebbene, se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei avuto un figlio con due titoli di campione del mondo, gli avrei detto che era un pazzo. Simone ha una pinna più piccola, ma è più forte di quanto tutti credevamo. Ha avuto il coraggio di aprirla e di volare. Vi auguro, vi invito, ad aprire anche voi le vostre ali. Ad avere coraggio. E a imparare a volare. Seguite le vostre passioni. Non vi accontentate.» Riccardo Barlaam (altro…)
Mag 4, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
L’unità del mondo. Carissimi giovani, siamo noi così disattenti agli avvenimenti in cui ci troviamo immersi giorno dopo giorno, da non vedere come la nostra epoca è segnata da tensioni, da guerre, da guerriglie, dal pericolo addirittura d’una conflagrazione nucleare, da disunità di tutti i generi, da fenomeni di terrorismo, da rapimenti, dai mali più diversi, generati proprio dalla mancanza di amore e concordia fra gli uomini, da non vedere che parlare oggi d’unità è quasi un’utopia? […] Ma, grazie a Dio, non è solo questo che caratterizza la nostra epoca, non sta tutto qui quello che può essere sottoposto alla nostra attenta osservazione […] Il mondo tende senz’altro all’unità: è il suo destino o meglio: è il disegno di Dio su di esso. […] Alle vostre domande daremo le risposte non solo a voce, ma con la vita dopo questo Genfest, incamminandoci decisamente per le diverse vie che portano rimedio al mondo diviso unificandolo. Esse – solo per esemplificarne alcune – sono: la via dell’unità tra le generazioni, le razze, i gruppi etnici, fra i diversi popoli, fra l’est e l’ovest, fra il nord e il sud; fra i cristiani delle varie denominazioni, fra i fedeli delle religioni più diverse; la via dell’unità tra i ricchi e poveri per una comunione di beni; fra Paesi in guerra per la pace; la via dell’unità anche tra l’uomo e la natura; la via dell’unità con gli indifferenti, i soli, con chi soffre in qualsiasi modo; la via dello sviluppo, del progresso; la via dell’unità fra i vari Movimenti spirituali, fra le associazioni laiche; fra persone di diverse ideologie, di varie culture, ecc. E, come potete costatare, alcune fra queste sono vie che i giovani già battono, perché a loro congeniali. […] Essi vogliono camminare per le vie più diverse, ma ponendosi nella Via per eccellenza […] quella Via che è Cristo. Egli ha detto di sé: “Io sono la via” (Gv 14,6). E cosa dobbiamo fare per essere ben inseriti in questa Via e camminare così con frutto in tutte le altre vie? Essere Lui, altri Lui. Vivendo la Parola tutta la vita cristiana seminata in noi dal battesimo, rifiorirà pienamente. E a questa Parola potranno agganciarsi i giovani di tutte le Chiese o comunità cristiane. Essa – in molte sue espressioni – è accettata anche dai giovani di altre religioni e da chi in buona fede si pensa ateo. La Parola farà un blocco di tutti voi, rendendovi forti e infrangibili […] E allora – se sarete fedeli, se vi spargerete nel mondo come altrettanti Gesù – il programma: “Che tutti siano uno” non sarà una chimera, ma una realtà, che si avvicinerà sempre di più, anche per opera vostra. Fiorirà una primavera nel mondo. Vedremo miracoli. Potrà adempiersi nei vostri riguardi l’affermazione di Cristo: “Chi crede in me, farà a sua volta le opere che faccio io; anzi ne farà di più grandi” (Gv 14,12). (Brani dell’intervento di Chiara Lubich al Genfest. Roma (Palaeur), 29 maggio 1985) (altro…)
Mag 4, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«La mia è una famiglia cristiana e rifiuta l’idea di uccidere o di portare le armi». A parlare così è George, giovane siriano di Homs. Siamo a Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze, dove da decenni il 1° maggio giovani da tutta Italia e non solo, si ritrovano per un meeting che è insieme un’occasione di testimonianza, di condivisione e di festa. Quest’anno il consueto appuntamento si collega idealmente ad un grande evento internazionale che avrà luogo a Manila il prossimo mese di luglio, il Genfest. Quella svoltasi martedì scorso, 1° maggio, ne è stata la tappa italiana. 3700 i giovani partecipanti per una giornata in cui è andata in scena la fraternità che passa dalla condivisione di progetti, di azioni di impegno sociale, di esperienze personali a tu per tu con il dolore personale e i drammi dell’umanità. Come nel caso di George e Michael che lasciano senza fiato i presenti, con il racconto crudo di quello che si vive da anni nella loro bella e martoriata Siria. «Abbiamo visto tanti morire – continua George –. Per un periodo anche io ho cominciato a portare un coltello per sicurezza, per difendermi in caso di pericolo. Anni di odio, di morte, senza dignità, hanno svuotato il mio cuore e ho cominciato a credere che l’amore non esiste. Quest’idea me l’ha potuta togliere solo la Mariapoli (alcuni giorni vissuti alla luce dei valori del Vangelo, esperienza tipica dei Focolari ndr). Dopo quell’incontro non ho più portato un coltello e ho deciso di cominciare a rispondere all’odio con l’amore». L’invito finale rivolto a tutti i giovani trova un’accoglienza sentita: «Non lamentatevi per la vostra vita. È bella, ma non ve ne accorgete».
Il filo conduttore della manifestazione, da cui il titolo “Beyond me”, era la voglia di andare oltre i propri limiti e confini per operare un cambiamento personale e soprattutto sociale, e trasformare l’ambiente attorno a sé. Lo testimoniano Roberto Spuri ed Elena Sofia Ferri, raccontando l’esperienza del terremoto del centro Italia; Alessio Lanfaloni e Maria Chiara Cefaloni, con l’impegno per un’economia disarmata; Alessandra Leanza, con un’esperienza di volontariato con i bambini Rom in Sardegna. E ancora Marco Voleri, tenore di fama internazionale e fondatore di “Sintomi di Felicità” che sensibilizza il pubblico sul tema della sclerosi multipla; Simone Barlaam, campione paraolimpico di nuoto ai mondiali del Messico. Michele Tranquilli, autore del libro Una buona idea e promotore del ponte con l’Africa YouAid; Sara Fabris, pittrice.
Progetti adottabili. Ogni storia raccontata al Genfest Italia è portavoce di un’esperienza concreta, un’associazione, un’azione sociale, che ciascuno dei partecipanti potrà poi “adottare” durante l’anno. È la call to action lanciata alla fine dell’evento, con l’invito a scegliere ciascuno un’azione da replicare in tutta Italia. Per agevolare i ragazzi, sul sito di United world project, sono presenti, suddivise per regione, le associazioni attivamente impegnate nelle diverse città italiane, da conoscere e contattare. A chiudere il Genfest Italia è la scenografia di una città che “vola”, una città composta nella coreografia finale sulle parole del testo di Chiara Lubich “Una città non basta”: «Con Dio, una città è troppo poco. Egli è colui che ha fatto le stelle, che guida i destini dei secoli e con Lui si può mirare più lontano, alla patria di tutti, al mondo. Alla fine della vita facciamo in modo di non doverci pentire di aver amato troppo poco». La cittadella dei Focolari si prepara ora ad accogliere il prossimo 10 maggio papa Francesco. Non a caso sono presenti al Genfest e portano il loro saluto alcuni giovani di Nomadelfia, comunità che il papa visiterà nello stesso giorno e con la quale, in questo periodo di preparazione, si sono intensificati i rapporti di amicizia. Fonte: www.cittanuova.it Foto su Flickr (altro…)
Mag 3, 2018 | Focolari nel Mondo
Il 5 maggio a Tor Vergata (Roma) Papa Francesco incontrerà i membri del Cammino neocatecumenale. L’occasione dell’incontro internazionale è data dai 50 anni della sua presenza a Roma. 150mila i partecipanti attesi da 134 nazioni. Il Papa invierà 36 nuove “missio ad gentes”: gruppi che porteranno il Vangelo in zone secolarizzate o con una piccola presenza cristiana. Francesco benedirà anche 20 comunità delle parrocchie di Roma che hanno già concluso questa forma di iniziazione cristiana. L’incontro, che si concluderà con il canto del “Te Deum”, sarà guidato dall’équipe internazionale del Cammino neocatecumenale, composta da Kiko Argüello, padre Mario Pezzi e Ascensión Romero. (altro…)
Mag 3, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Il percorso di una profezia”. Nel decennale della morte della Fondatrice dei Focolari, un convegno promosso dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il 3 maggio, insieme al Sovrano Militare Ordine di Malta e in collaborazione con il Movimento dei Focolari, è stato l’occasione per una riflessione sull’Economia alla luce del carisma dell’unità. Vi hanno partecipato Mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, Luigino Bruni, professore di Economia all’Università LUMSA di Roma, Leonardo Becchetti, professore di Economia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e Simona Rizzi, presidente del Consorzio Tassano Servizi Territoriali. Nel suo intervento, Maria Voce ha affermato che il Movimento dei Focolari «non raggiungerebbe la propria vocazione se non attuasse la prima pagina della dottrina sociale cristiana, il canto del Magnificat, dove fra il resto sta scritto: “Ricolmò di beni gli affamati e rimandò a mani vuote i ricchi”». L’Economia di Comunione, nata da un’ispirazione di Chiara Lubich, ha dato vita ad un movimento di pensiero e azione solidale e sociale, in dialogo con la cultura contemporanea e con l’economia civile, a livello locale ed internazionale. (altro…)
Mag 2, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale

“La Maison des enfants” a Damasco, © Zéna.
«Una bomba è esplosa a pochi metri da casa mia. Avrei dovuto essere nel luogo dell’esplosione, per raggiungere il mio lavoro. Ma quel giorno ero in ritardo di dieci minuti. Un segno del destino». La sua voce è chiara e calma, in un francese quasi perfetto. Una serenità che contrasta con il suono di bombe e aerei che punteggiano la vita quotidiana della capitale, Damasco. Zéna, nata in Libano 35 anni fa, è arrivata in Siria lo scorso luglio. Membro del Movimento dei Focolari, ha deciso di unirsi al paese in guerra dopo una lunga riflessione. Nel suo paese natale, ha vissuto la guerra e le bombe. «Tenevo tutto dentro di me. Avevo paura. Ma un giorno ho cominciato a vedere le cose in modo positivo. Mi sono rivolta a Dio e sono venuta a Damasco con i Focolari». I primi sei mesi è vissuta sotto i bombardamenti. «Fino a dicembre gli attentati erano quotidiani, ma riuscivamo ancora a vivere», racconta. «Fino a quel giorno di gennaio, quando una bomba è caduta a pochi metri da casa. In Siria, nonostante il coraggio degli abitanti, la paura e il pericolo non sono mai lontani. A Damasco, nel quartiere povero di Douela, Zéna lavora alla “Maison des enfants”, gestita dai membri del Movimento in collaborazione con altri. Il centro comprende quattro classi di 90 bambini, di età compresa tra 6 e 10 anni. Otto gli insegnanti, tutti giovani laureati siriani. «L’abbiamo chiamata la “Casa dei Bambini” perché vogliamo essere una famiglia per loro. Abbiamo molte richieste che non riusciamo ad accogliere. Accogliamo i bambini più poveri, tanti dei quali hanno perso i genitori o hanno subito violenze. Devono essere circondati da adulti che li amino». A febbraio, la “Maison” ha dovuto chiudere per diverse settimane a causa di un attentato. «È stato un momento terribile. Quando ai bambini viene chiesto se hanno paura dei bombardamenti, la maggioranza risponde evasivamente, rifiutando spesso la realtà. C’è molta sofferenza legata alle conseguenze della guerra». Il centro è stato riaperto all’inizio di aprile, con grande gioia degli studenti: «Sono molto felici di venire, invece sono tristi quando devono andarsene». La vita è tornata in Siria. Ora il Paese è quasi interamente sotto il controllo del governo siriano. «Durante i fine settimana, i bar sono aperti fino all’una o alle due del mattino. Le persone sono stressate, hanno bisogno di sfogarsi». Zéna vive alla “Porta Est – Bab Sharqi” di Damasco, nella città vecchia. Nel quartiere sono cadute poche bombe in sette anni, tuttavia ci sono i segni di lunghi anni di conflitto. «Oggi c’è poco lavoro. Molti giovani partono, vanno in Europa o in Libano per evitare di prestare servizio militare o per trovare lavoro. In Siria per un uomo ci sono otto o dieci donne». Il Movimento dei Focolari, svolge serenamente la sua missione. «Qui i cristiani sono protetti dal governo. Siamo molto rispettati. Dopo sette anni di guerra, le chiese orientali hanno potuto svolgere le processioni pasquali nelle strade. Alla fine del conflitto – continua – sarà proprio il popolo siriano a ricostruire il Paese. Il cantiere è enorme. Damasco non è distrutta, ma nelle regioni di Aleppo e Homs il danno è ingente. La lira siriana ha perso molto del suo valore e molte famiglie benestanti sono diventate povere. Le élite sono sparite, ci sono solo persone in grande difficoltà. Come possono trovare qui un lavoro i giovani laureati? Nonostante questo, molti sono rimasti. Credono nel recupero del loro paese». Prima della ricostruzione fisica e della ripresa economica, la Siria dovrà sradicare i conflitti armati nel suo territorio. Zéna è convinta che la fine della guerra sia vicina. «Se non ci sono interventi esterni, sono certa che la guerra sul suolo siriano finirà prima della fine del 2018. Dobbiamo restituire il lavoro e ridare dignità alle persone. Spero davvero che, a poco a poco, tornino le aziende e anche i turisti. Dobbiamo dare una nuova motivazione ai siriani. A partire dai bambini, pilastri della futura società». I “suoi” bambini, appunto. Oggi tocca a Zéna preparare il pranzo. «Sono il futuro della Siria. Ogni giorno, vengo a lavorare con una gioia indescrivibile». Fonte: imprimaturweb.fr (altro…)
Mag 1, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Fabbrica di cioccolatini Durante l’estate sono andata con una mia amica in Germania per lavorare in una nota fabbrica di cioccolatini, ma siamo state accolte con molta freddezza dai 400 dipendenti. In particolare, una signora, che lavorava alla mia stessa catena di inscatolamento, era molto scontrosa nei miei confronti. Un giorno proprio lei ha commesso un errore che poteva costarle molto. Quando è arrivato il responsabile del reparto, senza pensarci troppo ho dichiarato che ero stata io a sbagliare. Mi sono presa un severo rimbrotto, con la prospettiva, alla prossima mancanza, di perdere il lavoro. Ma ero contenta: l’avevo fatto a Gesù. Quel gesto ha impressionato i miei colleghi. Da allora l’atmosfera è cambiata, abbiamo cominciato a trattarci tutti in maniera più cordiale, e quando è arrivato il momento di partire ci è sembrato di lasciare una vera famiglia. Krisztina – Romania Un grande novità Durante un incontro in parrocchia, ero rimasto colpito dalla gioia e dalla semplicità di un gruppo di ragazzi, più o meno della mia età. Per uno come me, abituato a ricorrere a Dio solo nei momenti di necessità, sentir parlare di Lui come Amore era una novità. Senza troppi ragionamenti, nei giorni successivi ho provato a fare come loro. Come prima cosa mi sono messo ad aiutare nelle faccende di casa e a badare alle esigenze della mia sorellina. Una domenica ho rinunciato persino ad andare alla partita di calcio per montare una tettoia con papà. A scuola, contrariamente alla mia abitudine di studiare per conto mio, ho aiutato una compagna a ripassare insieme. Daniel – Argentina Al supermercato Sono andata al solito supermercato, in vista di una cena con una trentina di giovani a casa nostra, e dato che sarei stata impegnata in un convegno di più giorni, ho pensato di fare una grossa spesa da lasciare a casa. Mentre sto mettendo le cose sul nastro alla cassa, vedo la signora dietro a me con pochi oggetti. La invito a passare avanti. Dopo di lei, c’è una signora anziana con 10 pacchetti di fazzoletti in mano. Le dico se vuole passare avanti anche lei. Mi dice che suo marito è andato a prendere una confezione d’acqua. Arrivato il marito, sposto le mie cose e li faccio passare. Finalmente tocca a me! Ma arriva un giovane che ha comprato una cassettiera, perciò in braccio ha uno scatolone pesante, e penso che sia amore far passare anche lui. Comincio a riempire le mie tante borse. Alla fine la ragazza della cassa tira fuori lo scontrino e dice: “Oggi lei non paga niente!”. Penso: una battuta? La cassiera mi chiede: “Come si chiama?” Rispondo: “Chiu”. Sento l’altoparlante che annuncia: “Oggi la signora Chiu ha vinto una spesa di 107 euro!” Non avevo calcolato questa probabilità, avevo solo amato i prossimi che erano in fila dietro a me! Chiu – Hong Kong Negozio di alimentari Gestisco un negozio di generi alimentari e sono abituato, quindi, all’ambiente del commercio, dove come prima cosa conta il profitto, non la persona in sé. Ho conosciuto alcuni cristiani che cercano di mettere in pratica il comandamento di Gesù. Ho pensato: se sono riusciti loro, perché non provarci anch’io? La mattina dopo ho pensato: non voglio più pesare la merce con due carte spesse, da oggi ne uso solo una leggera. Ho provato una grande gioia e libertà, ho capito che, amando, mi si aprivano orizzonti nuovi Beppino – Italia (altro…)
Apr 30, 2018 | Focolari nel Mondo
Il 1° Maggio, Festa dei lavoratori, nasce per ricordare la lotta dei lavoratori, senza barriere geografiche o sociali, per vedere affermati i propri diritti e migliorare la propria condizione. “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte dei movimenti sindacali del primo Novecento. A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Lo Stato dell’Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva tale limite orario per la giornata lavorativa. L’entrata in vigore della legge venne fissata per il 1° maggio 1867 e quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione, con la partecipazione di diecimila lavoratori, il più grande corteo mai visto per le strade della città americana. La manifestazione venne repressa nel sangue. Da allora molto è cambiato, ma in molte parti del mondo ancora oggi i lavoratori non godono degli stessi diritti e dignità. Per i cristiani, il lavoro è legato anche all’identità profonda dell’uomo. Gesù stesso trascorse la maggior parte della sua vita lavorando come falegname nella povera bottega di suo padre. (altro…)
Apr 30, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni

Umberto Giannettoni
1° maggio a Loppiano è sinonimo di festa dei giovani. Umberto Giannettoni, vissuto per 40 anni nella cittadella internazionale e scomparso da pochi giorni, è un testimone diretto della nascita e degli sviluppi di un evento che in seguito è diventato un appuntamento imperdibile per migliaia di giovani che, in tutti i continenti, credono e lavorano per portare l’unità e la pace nel mondo. Tra i suoi ricordi, anche quelli legati ai prodromi del Genfest. Il testo che segue è tratto da “In una storia tante storie”, una autobiografia, composta talvolta in terza persona, talvolta in prima, che lo stesso autore ha definito “personale dono e testimonianza”. «“Una testimonianza data come servizio è buona, ci rende buoni..” (Papa Francesco). La storia di ognuno è un armonioso intreccio tra quanto l’uomo riesce a realizzare col lume della sua ragione, le sue forze e quanto gli viene gratuitamente offerto dalla penetrante luce della divina rivelazione, in un continuo divenire».
1° maggio 1971, prima festa dei giovani a Loppiano. «Chiara Lubich, dopo un incontro col Priore di Taizé, a Rocca di Papa (Roma), parla della cittadella come di una “città dei giovani”. Giorgio Marchetti, stretto collaboratore di Chiara, durante un suo viaggio a Padova, si ferma per pochi momenti a Loppiano. Racconta di quanto Chiara ha detto. Umberto ha come un lampo nell’anima. Bisogna rispondere subito a Chiara. Il week end organizza una gita con i responsabili dei focolari della scuola al Passo del Muraglione, sull’Appennino. La mattina della domenica, due pulmini ed una macchina partono. In un bar del Passo si studia la possibilità di un grande incontro di giovani a Loppiano, per il primo maggio […]. Saranno chiamati a partecipare giovani di varie zone e nazioni. Ognuno sarà invitato a dare un contributo artistico. Quando escono dal bar, li sorprende una scena particolare. La strada è una lastra di ghiaccio. La pioggia, seguita da un abbassamento di temperatura, ha prodotto questa situazione. I pulmini non riescono a tenere la strada, hanno una forte impressione che qualcuno voglia impedire di portare avanti la decisione presa […]».
«È presente a Loppiano un bel gruppo di giovani ricchi di talenti. Fra i molti Heleno Oliveira, un giovane brasiliano, cantautore, che molto contribuirà per la parte artistica. Tutti si impegnano al massimo. Il primo maggio 1971 nell’anfiteatro naturale di Campo Giallo, sotto un sole splendido, vediamo arrivare migliaia e migliaia di giovani. La giornata, a cui hanno dato un contributo in molti dell’Italia e dall’Europa, si dimostra di una grande efficacia per i giovani, che la sera partono felici e pieni del divino che hanno sperimentato. Da Trento viene Paolo Bampi, un giovane malato di leucemia che canta una canzone travolgente: “…ma cosa cercate, ma cosa volete…”. Quindi, il Gen Rosso, canta “Dio Amore”. Poi pezzi di teatro, di danza. Ogni singolo numero è premiato con un “primo premio”, che la giuria attribuisce con motivazioni diverse: bellezza, unità, contenuto, impegno. È un crescendo di gioia sincera ed esplosiva che contamina tutti. Sul far della sera, sotto i raggi di un sole che indora, in una calma solenne dopo l’intensa giornata […] la forte impressione della presenza di Maria». Dopo una seconda radunata festosa dei giovani, nel 1972, ancora più frequentata, «Chiara Lubich capisce che sarà uno strumento importante per tutto il movimento giovanile. Decide di coinvolgere i Centri Gen Mondiali che parteciperanno all’organizzazione del “Genfest” del 1973, sempre a Loppiano. In quell’anno, Don Pasquale Foresi (cofondatore del Movimento dei Focolari) è presente e pronuncerà un discorso importante sulla chiamata a seguire Gesù. Nell’anfiteatro all’aperto sono presenti quasi 10 mila giovani». Ormai il Genfest è nato! Fonte: www.loppiano.it Segui la diretta: https://www.primomaggioloppiano.it/live/ (altro…)
Apr 30, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/257545734 (altro…)
Apr 30, 2018 | Cultura
«Spero che questa sintesi del mio pensiero, nella quale ritrovo pienamente quanto da me scritto e detto in questi anni, possa coscientizzare quanta più gente possibile e accelerare così il processo di giustizia ed equità nel mondo», scrive Papa Francesco nell’ampia prefazione del libro. Nel volume Zanzucchi propone una raccolta ragionata e fluida di quanto papa Bergoglio ha detto e scritto su ricchezza e povertà, giustizia e ingiustizia sociale. Una denuncia forte e decisa della speculazione finanziaria e delle rendite che accentuano la distanza tra ricchi e poveri. Collana Prismi Saggi Editrice Città Nuova
Apr 28, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Com’è cominciata quest’avventura dell’unità? Carissimi, è cominciata quando non io, ma un Altro lo ha voluto. Non so se sapete che sulla terra arrivano, di tempo in tempo, dei doni: il loro nome è carismi. Arrivano da Colui che regge la storia, la conduce verso un obiettivo ben preciso: il bene, facendo convogliare ad esso anche tutto ciò che di triste noi, uomini e donne, possiamo combinare in questo mondo. È Dio, Dio che è Amore, al quale molti di noi credono fortissimamente. Ebbene, un giorno, tanti anni fa, uno di questi carismi è arrivato anche qui. Per esso abbiamo capito che su di noi, giovani di allora, vi era un disegno meraviglioso, un compito, quasi una missione: lavorare nella vita, che ci era data, perché tutti siano una sola cosa, mettendo in moto, nel nostro e nell’altrui cuore, l’amore. Fantasie? Utopia? No, certamente, se Gesù un giorno ha pregato il suo Padre in Cielo proprio così: “Che tutti siano uno”. Poteva il Padre-Dio d’un Figlio-Dio, col quale è un solo Dio, non ascoltare la sua voce? Partimmo sicuri verso quella mèta ed ora nel mondo, fra ragazzi, giovani e persone adulte, siamo milioni e milioni di quasi tutte le nazioni esistenti. Non possiamo contare quanti siamo; è impresa impossibile. Naturalmente fra noi c’è chi non ha la nostra fede, ma magari un’altra, o non l’ha per niente. Anch’essi tuttavia possiedono la cosiddetta benevolenza, che in ogni cuore umano non può mancare. Così si cammina, anche assieme, verso l’obiettivo della famiglia universale, verso l’edificazione di un mondo unito. E, se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? […] A voi ora brandire la bandiera del nostro ideale: una faccia dice: unità, amarsi a vicenda fino ad essere pronti a morire l’uno per l’altro; l’altra suggerisce il mezzo: lo sforzo, la fatica, l’essere pronti anche a soffrire, perché nel mondo fiorisca una sola famiglia. Siete giovani. Il coraggio non può mancarvi. Se noi l’abbiamo potuto fare, perché non voi? Chiara Lubich (Dall’archivio del Centro Chiara Lubich) (altro…)
Apr 28, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Zoom sui giovani. Anche quest’anno partirà idealmente da Loppiano, la cittadella dei Focolari, il tradizionale appuntamento “Settimana mondo unito”: una rete mondiale di azioni improntate ad uno spirito di fratellanza tra popoli e culture. Da oltre vent’anni la “Settimana” è al cuore delle iniziative dei giovani dei Focolari, che vogliono testimoniare a tutti, non solo ai coetanei ma anche alle più alte istituzioni, che il mondo unito non è un sogno smarrito tra i venti di guerra o sotto il peso del disagio sociale, ma una realtà possibile. Specie se a riprendere in mano le redini della società saranno le nuove generazioni, formate ad una cultura di pace. Il 1° maggio, la cittadella italiana dei Focolari ospiterà una delle tante tappe “nazionali” verso il Genfest di Manila (“Beyond all borders”, luglio 2018), radunando 3 mila giovani da ogni parte d’Italia. Una festa per parlare del più difficile dei confini da superare per andare incontro agli altri: se stessi. “Beyond me”, a Loppiano, racconterà le storie di chi ha voluto operare prima di tutto in sé un profondo cambiamento, uscendo dalla propria “comfort zone” per aprirsi ai valori della solidarietà e alle necessità di chi sta accanto. Per molti dei giovani presenti questa esperienza di apertura affonda le radici in un incontro personale con Dio, che ha trasformato la loro vita e permesso di superare le paure. Per altri, si è trattato del superamento di una malattia o di una disabilità, per altri ancora la presa di coscienza di un disagio. Sarà presente, in nome di un’amicizia ormai collaudata, e in vista della visita del Papa alle due cittadelle, il 10 maggio, anche un folto gruppo di giovani di Nomadelfia. L
a “Settimana mondo unito” (United World Week), che aprirà i battenti subito dopo, sarà invece un unico grande evento, dislocato in vari punti del mondo. Una expo internazionale – parte integrante dello United World Project – che da più di vent’anni (la prima edizione nel maggio 1995) torna in questo periodo dell’anno per dare vita, in diversi punti del pianeta, ma soprattutto dove prevalgono solitudine, povertà, emarginazione, a rapporti di pacifica convivenza tra popoli e culture. Nel tempo, la “Settimana Mondo Unito” si è fatta spazio nell’opinione pubblica, attraverso i mass media e i social, portando tali azioni di fraternità all’attenzione delle istituzioni locali, nazionali e sovranazionali, ma anche di personalità del mondo della cultura, dello sport, della società civile e religiosa. L’edizione del 2018 avrà come filo conduttore il tema “Generazione Fame zero”, uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda approvata dagli Stati membri delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. I ragazzi e i giovani del Movimento dei Focolari sono già impegnati, da qualche tempo, a dare un contributo all’importante progetto portato avanti dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) sui temi della malnutrizione, dello spreco di cibo, del rispetto della natura, con iniziative personali e collettive volte ad un uso responsabile delle risorse della terra (vedi il numero della rivista “Teens” interamente dedicato al tema). La “Settimana” sarà quindi un’occasione per mostrare i frutti di questa collaborazione e coinvolgere un numero crescente di ragazzi, cittadini e istituzioni al raggiungimento dell’obiettivo. A conclusione, con “epicentro” domenica 6 maggio, tornerà “Run for Unity”, staffetta sportiva realizzata da centinaia di migliaia di ragazzi di nazionalità, religioni, culture, etnie diverse che copriranno la terra, passandosi idealmente un testimone di “fraternità”, da est a ovest. A ogni tappa, percorsa a piedi, o in bicicletta, o camminando, o facendo correre un pensiero di pace, la staffetta più controcorrente che ci sia si arricchirà di eventi sportivi, giochi, azioni di solidarietà e quanto può servire a testimoniare che il sogno di un mondo unito resiste, nonostante le tensioni o i segnali contrari. E forse questi ragazzi ne saranno i protagonisti. Chiara Favotti Facebook: www.facebook.com/primomaggioloppiano/
Il Genfest Italia sarà trasmesso in streaming su www.primomaggioloppiano.it/live il 1° maggio 2018 dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00. (altro…)
Apr 27, 2018 | Focolari nel Mondo

Tommaso Sorgi con Igino Giordani
Lo scorso 24 aprile Tommaso Sorgi «si è spento serenamente, dopo una lunga vita, tutta donata alla Chiesa, all’Opera di Maria e per il bene dell’umanità» –. Così comunica il Movimento dei Focolari la scomparsa dell’uomo politico più volte eletto come deputato al Parlamento italiano, tra i primi focolarini sposati e stretto collaboratore di Chiara Lubich. Sorgi è stato l’iniziatore e direttore per lunghi anni del Centro Igino Giordani. Ieri, 26 aprile, i funerali a Teramo, sua città natale. A breve un suo profilo. (altro…)
Apr 26, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Antonella Lombardo
Una giornata importante per tutti gli appassionati. Il 29 aprile la danza è protagonista, con spettacoli, laboratori, iniziative a sostegno delle scuole, stage, corsi di formazione in tutto il mondo. Contemporanea, classica, sportiva, hip hop, breakdance, funky jazz… la danza è un linguaggio universale, veicolo potentissimo di coesione sociale, “esperanto” del corpo presente in tutte le culture. Ne parliamo con Antonella Lombardo. «Danza e musica sono uno strumento di dialogo che nasce dal fare, dallo studio e dal piacere di condividere i diversi linguaggi, declinati attraverso culture millenarie». Dopo una formazione come danzatrice, alla scuola di grandi maestri, soprattutto in Italia e in Francia, da oltre 30 anni lavora come ballerina e docente. «C’è stato un momento in cui ho avvertito l’esigenza di trasporre quest’arte su un livello più spirituale. Cercavo la Bellezza, con la B maiuscola. Avevo aperto una scuola di danza, ma mi sembrava, in un mondo così travagliato e complesso, di trattare cose effimere. È di quegli anni il mio incontro con il carisma di Chiara Lubich. Le scrissi una lettera, parlandole del mio tormento. La sua risposta fu limpida e decisiva: “Qualsiasi lavoro, se fatto per amore, ha un senso profondo. Tutto concorre al Bene, al Vero, al Bello. Armonia è altissima unità”. Allora non capii subito come mettere in pratica questo programma, ma dopo qualche tempo, chiamata a realizzare uno spettacolo in occasione di un raduno nazionale di giovani, incontrai un assessore della Regione Toscana, Massimo Toschi, che mi chiese se avevo un sogno. Gli risposi che era quello di far danzare insieme, su un unico palcoscenico, ballerini di ogni parte del mondo».
Nasce così l’Associazione culturale Dancelab Armonia, per sviluppare la ricerca dell’armonia e il dialogo tra culture diverse, nell’ottica della pace. L’Associazione promuove un Festival internazionale, “Armonia tra i popoli”, giunto alla 13esima edizione, che ha coinvolto l’intera comunità provinciale, e un Campus di danza, destinato a ballerini provenienti da varie parti del mondo, anche da zone di conflitto come Israele e Palestina. A loro in particolare è rivolta una azione di formazione professionale e umana, incentrata sulla cultura della pace. Nel corso degli anni l’Associazione ha realizzato vari Campus in Italia, a Budapest e dal 2014 in Medioriente, presso la Fondazione Giovanni Paolo II, in collaborazione con l’Associazione “Children Without Borders” e il sostegno della Custodia di Terra Santa. Spiega la Lombardo: «La pace non è un traguardo, ma un processo faticoso, nel quotidiano. Una scommessa educativa. Durante il Campus i giovani imparano le tecniche della danza e sperimentano la potenza del linguaggio superiore dell’Arte. Nella serata conclusiva, testimoniano le esperienze positive basate sul rispetto reciproco, su rapporti di autentica fratellanza, sulla conoscenza reciproca». Fa parte del progetto anche una Marcia pacifista, interculturale e interreligiosa che si tiene ogni anno il 4 ottobre, in cui sono coinvolti la Regione Toscana, gli Enti locali e le scuole, ma anche le comunità religiose (cattolica, musulmana, ebrea) e le associazioni di volontariato.
Quanti giovani hai incontrato nella tua carriera? «Migliaia. La danza è una disciplina severa e selettiva, ma i giovani ne sono attirati. Un certo impulso viene anche dai talent televisivi, che però danno una informazione distorta dell’essenza dell’arte. È necessario rispondere con una dimensione esperienziale per essere più incisivi come maestri. Oggi i giovani non accolgono facilmente insegnamenti teorici senza provarne personalmente l’efficacia». L’arte può avere un valore sociale? Antonella Lombardo ne è certa: «L’arte è la profezia di un nuovo umanesimo, una delle vie per raggiungere l’armonia sociale. Perché è un riflesso della Bellezza che è Amore». E conclude: «Cercando di vivere la mia professione in questa dimensione ho visto cambiare la mia vita. Ho trovato un senso a tutto quello che prima mi sembrava non essere essenziale. E poi cerco di dare la possibilità a molti giovani di fare altrettanto. Perché tutti, come mi ha insegnato Chiara Lubich, possono fare della propria vita un’opera d’arte». Chiara Favotti (altro…)
Apr 26, 2018 | Parola di Vita
L’apostolo Paolo scrive ai cristiani della regione della Galazia, che avevano accolto da lui l’annuncio del Vangelo, ma ai quali ora rimprovera di non aver compreso il significato della libertà cristiana. Per il popolo di Israele la libertà è stata un dono di Dio: Egli lo ha strappato alla schiavitù in Egitto, lo ha condotto verso una nuova terra ed ha stipulato con lui un patto di reciproca fedeltà. Allo stesso modo, Paolo afferma con forza che la libertà cristiana è un dono di Gesù. Egli, infatti, ci dona la possibilità di diventare in Lui e come Lui figli di Dio, che è Amore. Anche noi, imitando il Padre come Gesù ci ha insegnato (1) e mostrato (2) con la sua vita, possiamo imparare lo stesso atteggiamento di misericordia verso tutti, mettendoci al servizio degli altri. Per Paolo, questo apparente non-senso della “libertà di servire” è possibile per il dono dello Spirito, che Gesù ha fatto all’umanità con la sua morte in croce. È lo Spirito infatti che ci dà la forza di uscire dalla prigione del nostro egoismo – con il suo carico di divisioni, ingiustizie, tradimenti, violenza – e ci guida verso la vera libertà. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. La libertà cristiana, oltre ad essere un dono, è anche un impegno. L’impegno prima di tutto ad accogliere lo Spirito nel nostro cuore, facendogli spazio e riconoscendo la sua voce in noi. Scriveva Chiara Lubich: […] “Dobbiamo anzitutto renderci sempre più coscienti della presenza dello Spirito Santo in noi: portiamo nel nostro intimo un tesoro immenso; ma non ce ne rendiamo abbastanza conto. […] Poi, affinché la sua voce sia da noi sentita e seguita, dobbiamo dire di no […] alle tentazioni, tagliando corto con le relative suggestioni; sì ai compiti che Dio ci ha affidato; sì all’amore verso tutti i prossimi; sì alle prove e alle difficoltà che incontriamo… Se così faremo lo Spirito Santo ci guiderà dando alla nostra vita cristiana quel sapore, quel vigore, quel mordente, quella luminosità, che non può non avere se è autentica. Allora anche chi è vicino a noi s’accorgerà che non siamo solo figli della nostra famiglia umana, ma figli di Dio”. (3) Lo Spirito, infatti, ci richiama a spostare noi stessi dal centro delle nostre preoccupazioni per accogliere, ascoltare, condividere i beni materiali e spirituali, perdonare o prenderci cura delle più varie persone nelle diverse situazioni che viviamo quotidianamente. E questo atteggiamento ci permette di sperimentare il tipico frutto dello Spirito: la crescita della nostra stessa umanità verso la vera libertà. Infatti fa emergere e fiorire in noi capacità e risorse che, vivendo ripiegati su noi stessi, rimarrebbero per sempre sepolte e sconosciute. Ogni nostra azione è dunque un’occasione da non perdere per dire no alla schiavitù dell’egoismo e sì alla libertà dell’amore. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Chi accoglie nel cuore l’azione dello Spirito, contribuisce anche alla costruzione di relazioni umane positive, attraverso tutte le sue attività quotidiane, familiari e sociali. Imprenditore, marito e padre, Carlo Colombino ha un’azienda nel nord Italia.(4) Su sessanta dipendenti, circa un quarto non sono italiani ed alcuni di loro hanno esperienze drammatiche alle spalle. Al giornalista che lo ha intervistato, ha raccontato: “Anche il posto di lavoro può e deve favorire l’integrazione. Mi occupo di attività estrattiva, di riciclo dei materiali edili, ho delle responsabilità verso l’ambiente, il territorio in cui vivo. Qualche anno fa, la crisi ha colpito duramente: salvare l’impresa o le persone? Abbiamo messo in mobilità alcune persone, abbiamo parlato con loro, cercato le soluzioni meno dolorose, ma è stato drammatico, da non dormire di notte. Questo lavoro posso farlo bene o meno bene; provo a farlo al meglio. Credo nel contagio positivo delle idee. L’impresa che pensa solo al fatturato, ai numeri, ha un futuro con il fiato corto: al centro di ogni attività c’è l’uomo. Sono credente e convinto che la sintesi tra impresa e solidarietà non sia un’utopia” (5). Mettiamo dunque in moto con coraggio la nostra personale chiamata alla libertà, nell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Permetteremo così allo Spirito di raggiungere e rinnovare anche la vita di tante altre persone intorno a noi, spingendo la storia verso orizzonti di “gioia, pace, magnanimità, benevolenza …”.
Letizia Magri
1 Mt 5,43-48; Lc 6,36
2 Mc 10,45
3 Cfr. C. Lubich, Possediamo un Tesoro, Città Nuova, 44, [2000], 10, p. 7.
4 L’azienda fa parte di Aipec, associazione italiana di imprenditori che aderiscono all’Economia di Comunione, un modello economico fondato sui valori della condivisione e della reciprocità. Vedi anche http://www.edc-online.org
5 Cfr. C. Colombino, Nella mia azienda economia ed etica vanno a braccetto, in Credere, periodici san Paolo, 26 novembre 2017, n° 48, pp.24-28
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Apr 26, 2018 | Focolari nel Mondo
La Manifestazione si inserisce nella settimana mondo unito. Un’iniziativa per :
- costruire relazioni di convivenza pacifica.
- Uno spirito di reciprocità tra i popoli e le diverse culture.
- Rispetto per la dignità umana e l’identità di ogni comunità e popolo.
Il tema scelto per la settimana Mondo Unito e per Run4Unity è #ZeroHungerGeneration, per questo si percorreranno i sentieri colorati verso un mondo unito. Il 6 Maggio con “Radio Immaginaria”, fatta solo da ragazzi che trasmette via web da vari paesi europei, sarà possibile comunicare esperienze e notizie. Su www.run4unity.net e su www.unitedworldproject.org si troveranno tutte le indicazioni.