Movimento dei Focolari
Economia civile: la centralità della persona

Gen Rosso in Brasile, si parte dalla Fazenda da Esperança

«Prima di iniziare la lunga tournée (16 maggio-27 luglio) in Brasile – scrivono gli amici del Gen Rosso – c’è stato l’atteso incontro con i fondatori della Fazenda da Esperança, comunità in cui vivono giovani in difficoltà fondata su uno stile di vita evangelico:  il francescano tedesco Frate Hans Stapel e il brasiliano Nelson Giovaneli, nella loro sede centrale di Guaratinguetá, nei pressi di San Paolo. Avevamo, infatti, la percezione che per questo impegnativo viaggio, ci volesse un momento di “intimità” con Dio e con chi, insieme a noi, ha deciso di intraprendere un’avventura così radicata nel Vangelo». La visita alla “Fazenda” inizia dalla piccola cappella dove si ricorda Chiara Lubich; la sua spiritualità, infatti, ha ispirato la vita della “Fazenda da Esperança” sin dalla nascita. Quando nel 2010 c’è stato il riconoscimento ufficiale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici, Frei Hans e i suoi si sono voluti recare presso la sede internazionale dei Focolari, per “ringraziare” Chiara, rendendole omaggio nella cappella dove riposa. Gli amici del Gen Rosso chiedono a Frate Hans cosa ha in cuore, come augurio per questi mesi in Brasile: «Guardiamo gli inizi del Movimento dei Focolari a Trento – risponde: attorno al tavolo del primo focolare c’erano una focolarina e un povero, una focolarina e un povero… C’era la realtà spirituale congiunta alla realtà sociale. Questa è la nostra sfida, soprattutto qui in America del Sud, ma penso anche in tutto il mondo. Quando c’è la dimensione spirituale senza l’incarnazione nel sociale, manca qualcosa. Quando, viceversa, c’è l’impegno sociale ma senza le radici in Dio, lo sforzo è vano. La sfida sta nell’unità delle due dimensioni». Così è pensato anche il tour del Gen Rosso, che si è aperto il 16 maggio con il Musical Streetlight insieme ai 200 ragazzi della Fazenda da Esperança e si concluderà con la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro il 27 luglio. Nei primi 3 spettacoli sono già 5.000 le persone raggiunte. «Cerchiamo di affondare ogni giorno le radici in Dio – scrivono ancora dal Gen Rosso –  attraverso la riflessione e la vita della Parola e dell’amore scambievole fra tutti, che genera la presenza spirituale di Gesù in mezzo a noi (Mt 18,20). Con questa sua forza cercheremo di amare tutti ragazzi e le ragazze con i quali porteremo avanti il progetto “Forti senza violenza”». Ragazzi che spesso vengono da  esperienze di abbandono e dolori indicibili, che trovano nella droga un rifugio: «Vorremmo dare loro una gioia che non passa – scrivono – perché Gesù apre le porte all’Eterno, pur in mezzo ai tanti dolori nostri e del mondo». E ancora: «Questo è il messaggio che vogliamo gridare alla società qui in Brasile, attraverso gli spettacoli e i moltiplicatori dei media: Esiste qualcosa che non passa, Dio, che ci ama immensamente. È Lui che ci può rendere “forti senza violenza”!».


“Forti Senza Violenza” – Video su YouTube Durata: 11’30” http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xz6N7Wznj58


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Economia civile: la centralità della persona

Os santos também usam calças de ganga

Misteriosa, fugidia, fascinante: eis como muitos veem a santidade. Ainda mais para quem – como o autor destas páginas – se interroga sobre a existência de Deus, sem encontrar respostas convincentes. Chiara Luce Badano era a melhor amiga da sua irmã: daqui a ideia de a descrever ao vivo, mas à margem, como «um qualquer centurião no Calvário, um maqueiro em Waterloo, o porteiro das Twin Towers». O autor observa, recorda, escuta, e conta-nos a nós, um acontecimento extraordinário que continua a envolver – e a desconcertar… – muitos: uma história de santidade construída dia após dia. Franz Coriasco é autor radiotelevisivo, musical e teatral. Na qualidade de crítico musical, colabora no semanário “Famiglia Cristiana”, no quinzenário “Città Nuova” e no mensário “Dimensioni Nuove”. Também foi autor e coordenador artístico de grandes eventos para a RAI Uno e conselheiro artístico da syndication Radio InBlu. (altro…)

Economia civile: la centralità della persona

Spirito Santo e sacerdozio

Il vescovo Joe Grech fu un grande apostolo del movimento Rinnovamento nello Spirito.

Ringrazio sempre Dio per il mio primo parroco, che un giorno, non molto tempo dopo il mio arrivo in parrocchia, pregò su di me. Chiedeva che io potessi sperimentare, fin dall’inizio del mio ministero sacerdotale, una nuova discesa dello Spirito Santo in modo da diventare un testimone vero di Cristo Risorto. Come effetto di quella preghiera, ora so che Gesù Cristo è vivo, non solo perché ho letto ed ho sentito parlare di lui, ma perché ho sperimentato e continuo a sperimentare, nel profondo del cuore, il suo tocco e la sua presenza. Come risultato di quella preghiera tutto il mio ministero pastorale ha avuto un solo obiettivo: aiutare la gente ad avere un rapporto stretto con Gesù Cristo: sperimentando il tocco del Dio vivente le persone si trasformano e fioriscono. E’ questa una realtà che si ripercuote anche nel mio modo di predicare; è vero che si deve studiare e leggere, ed essere ben informati, ma soprattutto penso si debba parlare del nostro rapporto personale ed intimo con Gesù. E qui la mia preghiera personale quotidiana diventa decisiva. Prego costantemente che quando le persone mi sentono parlare di Gesù e quando vedono come mi rapporto con loro, possano sperimentare che Gesù Cristo in quel momento li guarisce, li incoraggia, li ama, li perdona. Prego di poter diventare sempre più un segno pieno d’amore di ciò che Paolo esprime in Gal 2,20: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. In tutto questo, pur in mezzo a difficoltà, ansie, e paure, trovo la forza per perseverare con speranza nella mia chiamata come prete. Continuo il mio cammino con le persone che Dio ha affidato alle mie cure di pastore con lo sguardo fisso in Gesù Cristo, sapendo bene che, come Paolo afferma nella Lettera ai Filippesi: “Tutto posso in Cristo che mi dà forza”. Stralci da Sacerdoti oggi, Aula Paolo VI, Città del vaticano, 9 giugno 2010, pp.10-11 (altro…)

Tu santifichi

«O Spirito Santo, quanto dovremmo esserti riconoscenti e quanto poco lo facciamo! Ci consola il fatto che sei tutt’uno con Gesù e col Padre, cui più spesso ci rivolgiamo, ma ciò non ci giustifica. Vogliamo stare con te… «ottimo consolatore, ospite dolce dell’anima, dolce refrigerio».1 Tu sei la luce, la gioia, la bellezza. Tu trascini le anime, tu infiammi i cuori e fai concepire pensieri profondi e decisi di santità con impegni individuali inattesi. Tu operi quello che molte prediche non avrebbero insegnato. Tu santifichi. Soprattutto, Spirito Santo, tu che sei così discreto, anche se impetuoso e travolgente, ma soffi come lieve venticello che pochi sanno ascoltare e sentire, guarda alla rozzezza della nostra grossolanità e rendici tuoi devoti. Che non passi giorno senza invocarti, senza ringraziarti, senza adorarti, senza amarti, senza vivere come tuoi discepoli assidui. Questa grazia ti domandiamo. Ed avvolgici nella tua grande luce di amore soprattutto nell’ora della più fitta tenebra: quando si chiuderà questa visione della vita per dissolversi in quella eterna. Chiara Lubich (Da “La dottrina spirituale”, Mondadori, 2001 p.189-190) (altro…)