Gen 31, 2022 | Chiara Lubich
In questa occasione ci soffermiamo sul cardine fondamentale della Spiritualità dell’unità. Chiara Lubich ci indica la via per ottenere la grazia dell’unità da parte del Padre. […] Qui, in questo cardine, tipico nostro, è implicito il “di più” di ciò che è richiesto, in genere, nelle spiritualità individuali, almeno lungo il loro decorso. Quel “di più” che è, come sappiamo, reciprocità e unità. L’unità. Ma che cos’è l’unità? Si può attuare l’unità? L’unità è ciò che Dio vuole da noi. L’unità è realizzare la preghiera di Gesù: “Padre che siano uno come io e te. Io in essi e tu in me affinché siano uno” (cf Gv 17,21). Ma l’unità non si può attuare con le sole nostre forze. Può realizzarla solo una grazia particolare, che scende dal Padre, se trova una particolare disposizione in noi, un requisito preciso e necessario. Esso è l’amore reciproco, comandato da Gesù, messo in atto. Il suo amore reciproco, quello che Lui vuole, che non è – lo sappiamo – semplice amicizia spirituale o accordo o buona intesa. E’ l’amarsi l’un l’altro come Lui ci ha amato. E cioè fino all’abbandono: fino al distacco completo dalle cose e creature, materiali e spirituali per poterci far uno l’un l’altro vicendevolmente e perfettamente. In tale maniera si fa la parte nostra e si è nelle condizioni per ricevere la grazia dell’unità, che non mancherà, che non può mancare. […] Occorre ricordarsi che, nella nostra spiritualità comunitaria, c’è una grazia in più; che il Cielo può aprirsi ogni momento per noi; e noi, se facciamo quanto Esso chiede, invasi da questa grazia, possiamo operare molto, molto per il Regno di Dio. […] Durante il prossimo mese sforziamoci per procurarci sempre questo dono! E non attendiamolo solo per la nostra felicità, ma per essere abilitati alla nostra tipica evangelizzazione. La conoscete: “Siano uno affinché il mondo creda” (cf Gv 17,21). C’è tanto bisogno nel mondo di fede, di credere! E tutti siamo chiamati a evangelizzare. […] Che chiunque osservi due o più di noi uniti (in focolare, nei nuclei, nelle unità, nei nostri incontri, o perché casualmente insieme), sia colpito da un raggio della nostra fede e creda: creda all’amore, perché l’ha visto. Mettiamoci sotto. Questo vuole il Signore da noi. Lo vuole attraverso il nostro carisma inciso nei nostri statuti: l’unità è la premessa di ogni altra volontà di Dio. Poi possiamo anche parlare per irradiare il Vangelo. Ma dopo.
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, Conversazioni, Cittá Nuova, 2019, p. 523-524) https://youtu.be/i-Ml83z7OFQ (altro…)
Gen 28, 2022 | Nuove Generazioni
I Gen, i giovani dei Focolari, puntano alla santità. Sono giovani come tutti: con gioie, dolori, sogni, difficoltà. Ma sanno che ad una meta così ardita non si arriva d’un giorno all’altro. Si costruisce attimo dopo attimo e non da soli, ma insieme. Lo hanno espresso con testimonianze di vita, canzoni e racconti in una giornata mondiale che li ha visti riuniti virtualmente per oltre due ore domenica 19 dicembre 2021. Margaret Karram, Presidente dei Focolari, salutandoli li ha invitati a essere attenti a costruire con tutti rapporti veri, profondi, fermandosi davanti al prossimo per scoprirlo “qui ed ora”. Diamo la parola a loro attraverso questa selezione di esperienze di vita raccontate durante la giornata. Unità nella diversità La Repubblica dell’Indonesia riconosce alcune religioni ufficiali: Islam, Cristianesimo, Induismo, Buddismo, Confucianesimo e credenze tradizionali. La popolazione più numerosa è quella musulmana. Questa diversità fa sì che il dialogo interreligioso diventi un dialogo della vita quotidiana. Attualmente sto studiando per un Master in Scienze Farmaceutiche. Nell’università incontro molt amici provenienti da diverse isole, appartenenti a diverse religioni. Alcune di loro mi sono molto vicine, sono come mie sorelle. Io sono cristiana cattolica, l’amica accanto a me è Indù e le altre sono musulmane. Durante il mese del Ramadan, li accompagno spesso a rompere il digiuno. Una volta li ho invitati a romperlo insieme in Focolare. Si sono sentiti molto amati. Dopo l’incontro, uno di loro ha scritto sul suo profilo Instagram: “Non abbiamo lo stesso background, religione, età e nemmeno veniamo dallo stesso Paese, ma abbiamo un sogno: creare una casa migliore per tutti, sperare e pregare per un futuro prospero. Ci aspettiamo un mondo universale, come dice il motto del nostro Paese “Bhineka Tunggal Ika” – “Unità nella diversità”. Vivo in una pensionato dove la maggioranza delle ragazze sono musulmane. Quando si sono trasferite li’, all’inizio avevano paura di me, perché sembravo molto seria e la maggior parte di loro non aveva mai vissuto con persone non musulmane. Un giorno avevo tanti dolci e ho pensato di condividerli con loro. Il rapporto tra di noi sta crescendo. Cuciniamo insieme, mangiamo, facciamo sport, giochiamo insieme. La nostra esperienza di convivenza ha allargato il nostro orizzonte e siamo felici di questo. Tika (Indonesia) Amare al di là delle nostre forze Ho una sorella che studia architettura. Da tre mesi lei si stava dedicando al suo lavoro per la laurea, facendo anche tante notti in bianco. Doveva presentare un suo progetto della città: preparare la documentazione di presentazione e i modellini. Di solito gli studenti junior aiutano quelli senior, ma a causa del COVID-19, mia sorella doveva fare tutto da sola. Ad un certo punto ha chiesto aiuto a me e alla mamma. Ho risposto con gioia: “Va bene! Ti aiuto io!” Tuttavia ho pensato: “Anche io ho abbastanza da fare con i miei compiti in questo momento” e mi chiedevo “E’ stata una scelta saggia dire che l’avrei aiutata? È un compito importante per la sua laurea, potrò farlo bene? Non sarebbe meglio una persona che conosca la materia?” Tuttavia, vedendo mia sorella in difficoltà, ho pensato: “Se finisco in anticipo i miei compiti, potrò darle una mano”. Così, ogni sera l’ho aiutata con tutto il cuore nei suoi compiti, come fossero i miei. Alla fine ha potuto consegnare il lavoro, finito in tempo, con successo. Mi ha ringraziato molto ed è stata felice che questo lavoro sia stato completato non solo da lei, ma con la forza di tutti. Sarebbe una bugia se dicessi che ho aiutato mia sorella amando al cento per cento, senza lamentele, ma non mi sono pentita di averlo voluto fare, il mio cuore era sollevato e contento. Inoltre, dentro di me, c’era una piccola gioia. Mi è venuta in mente una frase del Vangelo che dice: “Chi rimane nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”, ed ho pensato: “Forse Dio avrà preso dimora in me?” Rosa (Corea) Tra guerra e speranza Studio ingegneria Informatica. È da bambino che cerco di vivere la spiritualità dei Focolari. Nell’ultimo periodo sentivo lontano il rapporto con Gesù e Maria. Mi chiedevo dove è Dio e come mai Egli permetta le difficoltà che viviamo qui in Siria, come la mancanza di corrente, i prezzi alti e la dura situazione economica. Inoltre, tutto questo aveva un effetto nel mio rapporto con gli altri. Recentemente sono andato a Londra per un mese per visitare le mie sorelle e lì ho partecipato ad un weekend con i gen, i giovani dei Focolari. Questa esperienza mi ha aiutato a trovare molte risposte e a ritrovare me stesso vivendo la spiritualità dell’unità. Non mi dimenticherò mai dell’amore che ho trovato tra i gen, un amore che mi ha riempito il cuore… era come se ci conoscessimo da molto tempo. Queste esperienze mi hanno colpito tanto e ho sentito di conseguenza che qualcosa cominciava a cambiare dentro di me. Appena rientrato in Siria c’era anche qui un congresso gen al quale ho partecipato. Per la prima volta dopo 10 anni riuscivamo a trovarci, a causa delle situazioni difficili della guerra. È stata una ricca esperienza segnata dall’amore reciproco e vissuta come in un’unica famiglia. Ho sperimentato che la pace interiore cresceva in me giorno dopo giorno. Le esperienze vissute nei due weekend con i gen e le persone che ho incontrato, hanno lasciato un tocco profondo nel cuore e mi hanno aiutato ad essere nuovamente quella persona positiva che guarda in avanti con coraggio. Ci sono periodi in cui, per via delle pressioni a cui siamo sottoposti nella vita, perdiamo la speranza… come se fosse la fine del mondo e non ci esistesse più niente. Se proviamo tuttavia Dio, con la Sua grazia, ci permette di ritornare a Lui e scopriamo che le cose difficili vissute sono state come una nostra piccola partecipazione alle sofferenze di Gesù in croce. Ci rendiamo conto che i nostri dolori erano piccoli dinanzi alle Sue sofferenze vissute per redimerci. Una cosa che sento di dire è che quando viviamo momenti dolorosi nella vita, che sembrano non aver fine, essi possono finire nella luce, ma sta a noi chiedere nella preghiera l’aiuto di Dio. Lui è sempre pronto ad aiutarci e con grande speranza possiamo ricominciare e anche avere un rapporto sempre più forte con Lui. Paolo (Aleppo, Siria) All’incontro dei più sofferenti Dopo il terremoto di due anni fa in Croazia abbiamo deciso di fare un’azione andando nei luoghi dell’epicentro. Cercando il modo migliore di essere utili, il parroco di Sisak ci ha sorpreso, chiedendoci di collaborare con lui per preparare un gruppo di ragazzi rom alla prima comunione. Ci siamo messi d’accordo di andare ogni settimana per alcuni mesi nel villaggio di Capranske Poljane dove vivono rom musulmani e cristiani (ortodossi e cattolici). Con loro facevamo catechismo, scenette, giochi… Da questo incontro sono nati bellissimi rapporti che continuano e crescono ancora oggi. Tramite i focolarini abbiamo anche conosciuto e visitato una famiglia di Petrinja, che vive in una situazione molto difficile (sia per via del terremoto che della realtà socio-economica in cui si trovano) Con l’aiuto anche della Caritas siamo riusciti a comprare materiale e strumenti sia per riparare la casa che per riprendere il lavoro. E’ rinata in loro la speranza! In un incontro con i gen ho sentito che dovevo fare un passo per uscire fuori dalla mia zona di confort – ispirato dall’esempio di tanti in tutto il mondo – ho voluto “scendere in strada” per cercare di amare gli altri come se stessi. Un giorno siamo stati a Sisak per parlare col parroco di come andare avanti con i rom e abbiamo, poi, visitato questa famiglia di Petrinja e portato loro varie cose di prima necessità. Abbiamo visto come hanno usato i soldi che avevamo raccolto per sistemare il loro soggiorno che adesso è veramente accogliente! Abbiamo portato anche un laptop per permettere ai bambini di seguire la scuola online. Mi sono sentito come a casa. C’era una bellissima atmosfera familiare. Anche se fino a quel momento non avevo fatto niente di concreto per la loro situazione, ho dato quello che potevo: me stesso con la mia buona volontà e un po’ del mio tempo. Sono grato a Dio che mi ha dato questa occasione di amare e voglio continuare ad amare perché ho ritrovato la gioia centuplicata che voglio condividere con gli altri ed ora con voi. Thiana e Peter (Croazia) (altro…)
Gen 27, 2022 | Dialogo Interreligioso
Un incontro capace di superare grandi ostacoli; un salto nell’amore che avvicina e generà unità. Bella Gal, ebrea che vive vicino a Tel Aviv, racconta della sua amicizia speciale con E., cristiana palestinese. Qualche anno fa ho avuto un incontro molto interessante e profondo con una donna palestinese, cristiana, docente universitaria, durante una conferenza a Gerusalemme dove stava tenendo un discorso. Il suo nome è E. Ha cresciuto i figli da sola, mentre suo marito è stato in una prigione israeliana per 10 anni. E’ stato rilasciato a causa di problemi di salute e poco tempo dopo, purtroppo, è morto. Pur soffrendo, E. non ha rinunciato a vivere e ha educato i suoi figli che oggi sono professionisti, ognuno nella propria area di competenza. Il suo intervento era molto interessante ma, allo stesso tempo, molto triste. Alla fine del discorso, non aspettando la sessione di domande e risposte, ho lasciato la sala. Non potevo sopportare di sentire la sua storia. Mi ha ricordato la mia sofferenza, la mia prima infanzia e i miei genitori, morti durante l’Olocausto. Forse è stato molto egoista da parte mia, ma E. mi ha dato un esempio e una lezione molto importante per “rendere ogni incontro proficuo”. Dopo essere uscita dalla sala, sono andata a sedermi in caffetteria. All’improvviso ho sentito qualcuno che mi ha messo una mano sulla spalla. Era E. che mi ha detto: “Ti ho vista alla mia conferenza e ti ho vista anche uscire alla fine. È successo qualcosa? Ti ho offesa?”. Anche se E. aveva tutte le ragioni del mondo per essere ostile nei miei confronti, ci siamo avvicinate con grande compassione, rendendoci conto che entrambe avevamo sofferto, ma avevamo trovato la nostra forza interiore, raccolto i pezzi e abbracciato quella situazione. Dopo aver parlato e pianto, io e E. ci siamo subito sentite legate, ed abbiamo avvertito un grande amore e reciproco apprezzamento l’una per l’altra. Siamo state in grado di unirci profondamente come donne e di vedere oltre le differenze della nostra nazione. Nel corso degli anni, E. ha anche ricoperto cariche politiche importanti e questo a livello storico è un risultato importante per una donna cristiana che vive in quel contesto. Oggi, devo ammettere, E. è la mia anima gemella oltre il muro.
Bella Gal
(altro…)
Gen 25, 2022 | Chiara Lubich, Spiritualità
Da poco è uscito il libro “L’unità. Uno sguardo dal Paradiso’49 di Chiara Lubich”, a cura di Stefan Tobler e Judith Povilus (Città Nuova, Roma 2021). Prossimamente sarà pubblicato in altre lingue. Un approfondimento a più voci che ci aiuta a capire cosa è l’unità, cardine centrale della spiritualità dei Focolari. “L’unità è la nostra specifica vocazione”[1]; “L’unità, dunque, è il nostro ideale e non un altro”[2]. Chiara Lubich era ben consapevole della missione dell’opera alla quale aveva dato vita. Se “l’unità è ciò che caratterizza il Movimento dei Focolari”[3], esso è chiamato a interrogarsi sull’eredità ricevuta e sulle modalità per svilupparsi in maniera creativa e fedele. Come vivere oggi l’unità nei focolari, nei nuclei, tra quanti condividono la “Parola di Vita”? Come percorrere con audacia e libertà una strada che eviti autoritarismi e individualismi, che consenta il pieno sviluppo delle doti personali e il perseguire di obiettivi comuni? Come percorrere il difficile cammino di una comunione che richiede salvaguardia di legittime autonomie e ricerca di identità e di accoglienza, integrazione, apertura al diverso? Il tema tocca sul vivo l’intera Opera. Nello stesso tempo il lascito di Chiara Lubich è di ben più vasto respiro: l’unità riguarda il mondo ecclesiale, i rapporti tra religioni, culture, nazioni… Su richiesta del Centro dell’Opera di Maria la Scuola Abbà da alcuni anni si è interrogata su questo tema, a partire, come è nella sua natura, dall’esperienza vissuta da Chiara Lubich negli anni 1949-1951. Ne è nato il libro “L’unità. Uno sguardo dal Paradiso’49 di Chiara Lubich”. Si articola in tre parti. La prima – “Fondamenta” – offre uno sguardo globale sull’unità dal punto di vista biblico, teologico, spirituale. Gli scritti di Chiara si tagliano in tutta la loro profondità e arditezza. Colti nel loro contesto mostrano la “logica” divina, quella di un Dio il cui “interno” “non è da pensare come un tutt’uno in cui spariscono le differenze, anzi: Dio è l’Uno proprio essendo infinita molteplicità”, una dinamica che si rispecchia nella creazione. Come Chiara scrive, Il Padre “dice: ‘Amore’ in infiniti toni”, a indicare la straordinaria ricchezza delle infinte manifestazioni del suo amore. La seconda parte del libro propone una lettura di alcuni testi del Paradiso ’49, così da fare emergere le intuizioni fondanti sull’unità. Si illuminano così di luce nuova pagine o formule che l’usura del tempo o una ripetitività pigra a volte hanno reso incomprensibili o inaccettabili. Per vivere l’unità occorre l’annullamento della propria personalità o non piuttosto il “dono di sé senza riserve, nella logica della vita di Dio che porta a ‘correre il rischio’ di ‘perdere’ la propria”? Cosa significa vivere “a mo’ della Trinità”? Nell’unità vi è livellamento o non piuttosto l’epifania della pluralità? Si affrontano con lucidità equivoci e derive a cui può portare una inesatta comprensione di espressioni quali “perdere”, “morire”, “annullarsi”, e si evidenzia la fecondità di un amore esigente e totale che porta alla piena realizzazione di sé: “Si è visto chiaramente – afferma Chiara – che ognuno di noi ha una personalità ben distinta, inconfondibile”, che è “la parola che Dio ha pronunciato creandoci”. L’unità appare allora dinamica, in costante divenire, creativa, bisognosa dell’apporto di ciascuno e di tutti, rispettosa di ognuno e di tutti. In questo ambito viene compreso anche l’apporto e la posizione unica e irrepetibile della persona di Chiara quale strumento di mediazione del carisma e fondatrice. La terza parte del libro si apre a discipline diverse che si ispirano al dettato del Paradiso ’49 per una proposta attinente al proprio campo specifico. Quest’ultima parte è quella che ha richiesto una maggiore attenzione metodologica. Poiché il linguaggio del Paradiso ’49 è prevalentemente di natura religiosa ci si è chiesti come scrivere un libro transdisciplinare intorno ad una parola plurisemantica – unità – senza il rischio di parlare di cose diverse e di mescolare i linguaggi. Se da un Movimento e una spiritualità che si definiscono “dell’unità” sono nate realtà sociali e apporti academici nei campi più diversi ciò significa che esiste un denominatore comune, un punto di partenza e un fondamento stabile che rende possibile a tutti, pur lavorando nei campi diversi, riconoscere nell’unità un comune orizzonte, anche quando si esprimono nel linguaggio specifico della propria disciplina. Vengono tracciare soltanto alcune linee intuitive in alcuni campi della vita sociale e del pensiero che richiederanno ulteriori sviluppi. Il libro è frutto di un lento processo della Scuola Abbà. Per più di due anni, a cominciare attorno al 2017, è stato letto il Paradiso ’49 alla luce di questa tematica specifica. Ognuno dei dodici contributi porta la firma dei rispettivi autori, che conservano il proprio stile, competenza e metodologia specifica. Nello stesso tempo è frutto della comunione di tutto in gruppo; un modo di lavorare che ha richiesto un esercizio di “unità” – in consonanza con la tematica stessa! – non sempre facile, per accogliere e comprendere l’altro nella sua diversità, per provenienza da Paesi diversi, per formazioni scientifiche differenti e ambiti disciplinari e metodologici specifici. Il libro si limita alla lettura di alcune pagine del Paradiso ’49. Non ha dunque la pretesa di esaurire un tema così vasto e impegnativo, anche se, grazie alla profondità dei testi di riferimento, offre una grande ricchezza di intuizioni e proposte.
Fabio Ciardi
[1] L’unità e Gesù Abbandonato, Città Nuova, Roma 1984, p. 26. [2] Ibid., p. 43. [3] Ibid., p. 26. (altro…)
Gen 24, 2022 | Centro internazionale
GCPS Consulting ha annunciato nel novembre scorso una proroga in merito alla diffusione dei risultati dell’indagine indipendente entro il primo trimestre 2022. L’indagine relativa agli abusi sessuali compiuti da J.M.M., ex membro consacrato francese dei Focolari, sta richiedendo più tempo del previsto. Lo ha annunciato nel novembre scorso in una nota GCPS Consulting, la società di consulenza specializzata a cui il Movimento ha affidato l’indagine indipendente. “Il processo di raccolta di informazioni sta continuando ben oltre il calendario previsto – si legge – e la Commissione sta pianificando interviste con persone chiave all’interno dei Focolari (…) anche come parte di una revisione delle disposizioni di salvaguardia. Come nota positiva, questo dimostra che il processo è approfondito e completo (…). Il nostro obiettivo è di pubblicarlo al più presto nel primo trimestre del 2022”. Nell’esprimere rammarico per il ritardo, la Commissione incaricata si augura che “tutte le parti interessate capiscano che la portata del lavoro è stata ampliata e che l’obiettivo è quello di riflettere pienamente le voci di tutti coloro che hanno fornito prove e altre informazioni alla Commissione”.
Stefania Tanesini
(altro…)
Gen 24, 2022 | Chiara Lubich
La Parola di vita di questo mese di gennaio 2022 dice che i Magi sono arrivati a Betlemme seguendo la stella per onorare il Bambino Gesù. Anche noi oggi possiamo onorare il Signore con le nostre scelte di vita, come propone Chiara Lubich in questo brano. Tu sei nel mondo. E chi non lo vede? Ma tu non sei del mondo. E questo comporta una grande differenza. Questo ti classifica fra coloro che si nutrono non delle cose che sono del mondo, ma di quelle che ti sono espresse dalla voce di Dio dentro di te. Essa è nel cuore di ogni uomo e ti fa entrare – se l’ascolti – in un regno che non è di questo mondo, dove si vivono l’amore vero, la giustizia, la purezza, la mansuetudine, la povertà, dove vige il dominio di sé. (…) Non è del cristiano la vita comoda e tranquilla; e Cristo non ha chiesto e non ti chiede di meno, se lo vuoi seguire. Il mondo t’investe come un fiume in piena e tu devi camminare contro corrente. Il mondo per il cristiano è una fitta boscaglia nella quale bisogna vedere dove mettere i piedi. E dove vanno messi? In quelle orme che Cristo stesso ti ha segnato passando su questa terra: sono le sue parole.
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, in Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi, Cittá Nuova, 2017, pag 110-112) (altro…)
Gen 20, 2022 | Ecumenismo
In questi giorni nei quali nell’emisfero nord si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2022, dal Messico il racconto sull’ideazione del progetto ecumenico “Visite Virtuali alle comunità cristiane”, nato un anno fa per promuovere l’unità tra le diverse Chiese. “Il Messico è un Paese a maggioranza cattolica. Nel vivere la spiritualità dell’unità, abbiamo scoperto l’anelito per l’unità dei cristiani e da diversi anni abbiamo coltivato delle belle relazioni ecumeniche”. Sono le parole di Dolores Lonngi, moglie di Pablo, entrambi volontari nel Movimento dei Focolari che da anni seguono il dialogo ecumenico in Messico. Insieme alla loro figlia Ursula, focolarina, nel febbraio scorso, hanno dato il via al progetto “Visite virtuali alle comunità cristiane” con il fine di estendere l’ecumenismo oltre la Settimana di preghiera per l’unità e iniziare un cammino di fraternità e comunione di esperienze. Conoscere come ogni tradizione vive ed esprime la fede nella società in cui è immersa e identificare il modo di collaborare per il bene di tutta la società sono stati, fin dall’inizio, gli obiettivi di questo progetto. Ursula, come si sono svolte queste visite virtuali e da dove siete partiti? “Per portare avanti il progetto si è creata una vera Commissione Centrale formata da noi, l’Ufficiale di Ecumenismo per la Chiesa Anglicana del Messico e Presidente del Consiglio Interreligioso del Paese, il Segretario della Commissione di Dialogo ecumenico ed interreligioso della Conferenza Episcopale Messicana, una docente di “Teologia Ecumenica” all’Universitá Pontificia del Messico e una di Ecumenismo all’Universitá Anahuac della città di Querétaro, oltre che un sacerdote della Confraternita dei Missionari Ecumenici La prima visita è stata alla Chiesa anglicana per poi passare alle Chiese cattoliche orientali. Tutte ci hanno donato delle vere “perle” (la storia, i ministeri, la testimonianza di fede e di carità di giovani e adulti). Nella Chiesa anglicana erano presenti vari sacerdoti anglicani e il Vescovo anglicano emerito dell’Uruguay, Mons. Miguel Tamayo, che ha raccontato degli incontri di Vescovi di varie Chiese promossi dal Movimento dei Focolari. In ognuna delle nostre “visite virtuali” abbiamo avuto un momento di dialogo a piccoli gruppi, che ci ha dato l’occasione di conoscerci di più e di tessere rapporti di amicizia con le persone di diverse Chiese”. Pablo, quali i momenti salienti e che tipo di affluenza? “Nel programma dell’anno c’è stato un momento di preghiera in occasione della Pentecoste (periodo in cui nell’emisfero sud celebriamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani) e altre sette Visite Virtuali a diverse Chiese, l’ultimo giovedì di ogni mese, oltre che un festival ecumenico di letture bibliche e canti all’inizio dell’Avvento. Per la diffusione dell’iniziativa sui social media e con l’intento di generare una comunità ecumenica, abbiamo aperto dei canali WhatsApp, Telegram e Facebook, che nei primi mesi del progetto hanno raggiunto più di 10.500 persone di Ecuador, Perú, Argentina, Venezuela, Colombia, Costa Rica, Honduras, USA, oltre che in diverse città del Messico. Dolores, cosa vi ha lasciato questa esperienza? “Siamo rimasti sorpresi dalla grande risposta che questa iniziativa ha avuto e siamo felici di aver contribuito nel nostro piccolo alla crescita dello spirito di unità nelle e tra le nostre Chiese. Ci accorgiamo che così possiamo realizzare quanto già il Concilio Vaticano II proponeva nel n.5 della Unitatis Redintegratio: ‘La cura di ristabilire l’unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori, e tocca ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nella vita cristiana di ogni giorno quanto negli studi teologici e storici. Tale cura manifesta già in qualche modo il legame fraterno che esiste fra tutti i cristiani e conduce alla piena e perfetta unità, conforme al disegno della bontà di Dio’ ”.
Maria Grazia Berretta
(altro…)
Gen 19, 2022 | Chiara Lubich, Cultura
Il 21 gennaio 2022 si terrà presso l’auditorium della sede internazionale del Movimento dei Focolari (Rocca di Papa – Italia) la presentazione del libro ‘Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti’, edito dalla casa editrice Rubbettino.
“Gli scritti di autori ed autrici definiti ‘maestri di spirito’ sono “spesso considerati solo come libri di edificazione spirituale (…) offerti al pubblico in versioni antologiche e con apparati critici sintetici. In realtà sono spesso opere di grande valore letterario, testimonianze di una lingua viva, creativa e coraggiosa[1]”. Con queste parole, Anna Maria Rossi, linguista, docente, collaboratrice del Centro Chiara Lubich, introduce il lettore all’interno di un cammino di conoscenza, quello proposto dal libro “Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti’ (edito da Rubbettino) di cui è curatrice insieme a Vincenzo Crupi. Questa opera raccoglie le relazioni presentate durante l’omonimo Convegno tenutosi a Trento (Italia) dal 24 al 25 settembre del 2020, in occasione del Centenario della nascita di Chiara Lubich. La proposta di pubblicare questo libro “è stata accolta di buon grado e senza riserva in quanto perfettamente rispondente alle linee guida della collana ‘Iride’ della Rubbettino, nata con l’intento di ‘diventare un punto di incontro fra studiosi italiani e stranieri per rispondere ad un’esigenza di informazione dialettica’ su quanto di meglio si produce nel campo della critica letteraria, della linguistica e della filologia” afferma Rocco Mario Morano, Direttore della collana. “Il volume su Chiara Lubich – continua – aggiunge a questo filone di ricerca, il pregio della vastità e profondità di analisi riscontrabile nei saggi dei 25 studiosi che, da varie parti del mondo, hanno messo a frutto le proprie esperienze di lettura e le proprie sensibilità e competenze nei vari settori disciplinari oggetto di studio”. Per descrivere la propria esperienza spirituale, Chiara Lubich autrice, aggiunge Morano, ha un’attenzione particolare nell’utilizzare “modelli di scrittura resi di volta in volta consoni all’esigenza primaria di comunicare i propri moti interiori e il proprio pensiero permeati di una elevata spiritualità e di una grande religiosità (…). E da qui deriva inoltre l’esigenza di sottoporre i suoi testi a revisioni continue per consentire a chi ne fruisce di penetrarne i significati più profondi in tutte le sfumature (…), un affinamento che non prescinde mai (…) dal desiderio vivo e dalla gioia immensa di far dono della Parola come atto d’amore a tutti gli uomini di buona volontà del mondo intero, indipendentemente dal loro credo religioso, politico e filosofico”. Il libro, che verrà presentato il 21 gennaio 2022 presso la sede interazionale del Movimento dei Focolari approfondisce, di fatto, in una prima parte la lettura di quei testi scritti da Chiara Lubich tra il 1949 e il 1951, meglio noti come “Paradiso ‘49”. La parola, attraverso un’attenta analisi testuale e lo studio dettagliato del linguaggio mistico, veicola il messaggio di un’esperienza molto profonda che “attraverso immagini e metafore – afferma Anna Maria Rossi- offre spunti per raffronti intertestuali”. Ma la parola è anche vista come mezzo che conduce a un ideale, all’unità. La seconda parte del libro, infatti, analizza gli scritti della Lubich rivelandoci il suo essere “donna del dialogo”, rivolta sempre all’altro, attenta alla dimensione multiculturale dei suoi interlocutori; una donna capace di edificare con la parola, costruire abbattendo le differenze, vivendo in pieno l’amore evangelico. Un amore che, perfino nel passaggio da una lingua a un’altra, attraverso il delicatissimo compito della traduzione, prevede il confronto, lo scambio con l’altro, l’esistenza di un rapporto tra traduttore e autore, come ci spiega Regina Célia Pereira da Silva, Docente di Lingua Portoghese presso l’Università per Stranieri di Siena (Italia), specializzata in Traduzione, Strategie e Tecnologie di Informazione Linguistica: “Le parole di Chiara non provengono da una semplice teoria religiosa, ma sono frutto di una vita reale, concreta, scaturita dall’incontro con il divino. Soltanto se il traduttore fa la stessa esperienza, del donarsi dicendo, riuscirà a capire tali realtà, vivendole, non singolarmente, ma in modo collettivo”. Al fine di ridonare al mondo un’esperienza tanto forte rispettando le volontà dell’autore e eliminando ogni possibilità di ambiguità nel linguaggio, non serve soltanto esprimersi nella stessa lingua, ma è necessario che il traduttore doni la propria idea, si svuoti, sia disposto a perderla; è necessario che si stabilisca un dialogo tra “autore, traduttore e fruitori del testo d’arrivo che – continua Regina Pereira – presuppone una nuova dinamica che è tipica di Chiara Lubich (…) penetrare nella necessità dell’altro per condividerla e se possibile fare il primo passo. Esige umiltà e amore. Il rapporto autore-traduttore s’innesta nella nuova comunicazione basata su quel nulla che, perché vuoto, accoglie totalmente l’altro con la sua identità e bagaglio culturale. Il traduttore o il lettore entra nel testo, nell’autore e acquisisce la sua esperienza che lo arricchisce”.
Maria Grazia Berretta
[1] Rossi, Anna Maria in Chiara Lubich in Dialogo con il mondo, prospettive interculturali, linguistiche e letterarie nei suoi scritti, a cura di Anna Maria Rossi, Vincenzo Crupi, Rubbettino Editore, 2021, p. 11. (altro…)
Gen 17, 2022 | Chiara Lubich
Incomincia nell’emisfero nord la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-21 gennaio 2022). I cristiani del Medio Oriente che hanno preparato le proposte per questa settimana, dicono: “La strada nuova per le Chiese è la via dell’unità visibile che perseguiamo con sacrificio, coraggio, audacia così che, giorno dopo giorno,‘Dio regnerà effettivamente in tutti’ (1 Cor 15, 28)”. In una intervista realizzata dalla TV Bavarese nel 1988 a Montet (Svizzera), Chiara Lubich ha parlato proprio di come avanzare sulla via dell’unità dei cristiani. Se noi parliamo dell’unità tra i cristiani, dobbiamo pensare che il primo promotore non è stato tanto un cristiano di una Chiesa o di un’altra Chiesa: è lo Spirito Santo che spinge i cristiani verso l’unità. Il programma, prima di esser in noi, è in Dio. Allora noi siamo veramente persone prudenti e sapienti, se seguiamo Lui e lo seguiamo ascoltando la sua voce che parla dentro di noi e ci dice: fai questo passo, fai quest’altro passo. Le Chiese si sono messe su questi due binari: fare un’unità nella carità, il dialogo della carità, tipico di Athenagoras e di Papa Paolo VI, e poi il dialogo nella verità fra Chiese o anche tra gruppi di Chiese. Sarebbe molto bene tenere alla base l’idea della carità, perché mediante la carità si stabilisce la presenza di Gesù in mezzo a noi. Dove c’è la carità e l’amore, lì è Dio. Ora, se c’è Lui in mezzo a noi, Lui può suggerire, illuminare anche i teologi a trovare le strade per unirsi e trovare un’unica verità, un’unica verità considerata magari da tanti punti di vista. Che cosa ci vuole? Continuare su questa linea che le Chiese hanno preso, di fare il dialogo della carità; e su questo, il dialogo nella verità, della verità. Riguardo all’unità dell’umanità, vedo che ci sono tutte queste spinte verso l’unità e una piccola spinta è anche la nostra. Quello che io sento è che debbono crollare tante barriere; se crollano le barriere, tante cose sono risolte. (…) Se noi diffondiamo cristianesimo e lo ravviviamo nelle nostre Chiese, e se riusciamo a testimoniare meglio Cristo e diffondiamo principi cristiani mediante il dialogo con le altre religioni e con gli uomini di buona volontà, è certo che saremo sempre più uno; Gesù è venuto sula terra per fare la fraternità universale. Ma la finale la sa Dio.
Chiara Lubich
(Chiara Lubich, Una spiritualità per la unità dei cristiani, Città Nuova, 2020, p. 122-123) (altro…)
Gen 14, 2022 | Testimonianze di Vita
Donarsi e dare ciò che di caro possediamo all’altro è il gesto più grande che l’uomo, uscendo da sé stesso, possa compiere; è fare l’esperienza dei Re Magi che, dall’Oriente lontano, sono giunti alla grotta portando doni preziosi per onorare il Re dei Re. La conseguenza di condividere Sono medico, in pensione da tre anni. Negli ultimi anni della mia attività lavorativa, prima della pandemia, ho svolto il mio servizio presso un centro vaccinale. Il lavoro mi impegnava parecchio. Ero abbastanza stanca ed aspettavo con ansia di poter andare in pensione. L’arrivo della pandemia, l’istituzione della campagna vaccinale massiva, la richiesta della disponibilità di tante forze necessarie (personale medico ed infermieristico anche in pensione), ha suscitato in me un forte richiamo a scendere ancora in campo, ad impegnarmi concretamente per contribuire a frenare questa ondata che ci stava travolgendo. Ho iniziato la campagna vaccinale in una grande Hub. E’ un’impresa coinvolgente. Come medico devo soprattutto raccogliere l’Anamnesi prevaccinale e dare l’idoneità per un vaccino sicuro. Si tratta di aprire il cuore, oltre che la mente e le conoscenze scientifiche, ascoltare fino in fondo la persona che ho davanti, capirla ed accompagnarla in una scelta consapevole verso la cosa migliore da fare per il suo bene e quello della collettività. Ho potuto condividere tante situazioni dolorose di malattie personali, di storie e vicende familiari, di paure, di ansia, di delusioni, di ideali e progetti infranti per la pandemia, di morti di propri cari, ma anche di gioie, di speranza, di liberazione, di incoraggiamento, di fiducia nella scienza e nella comunità. Le espressioni che mi sento rivolgere sono: “grazie, ci avete salvato, ci date la pace…non vedevo l’ora di venire a vaccinarmi… sono emozionata … faccio il vaccino oltre che per me, per gli altri.” L’espressione di un signore in particolare mi ha dato la misura di quello che può essere questo mio servizio all’umanità. Mi ha detto:“Io sono non credente, ma se Dio esiste, l’ho incontrato oggi in lei”. Ho ringraziato Dio di questo riscontro soprattutto perché ho sperimentato la forza dell’unità in tutto quello che faccio e questa testimonianza è la testimonianza del Dio-Trinità che si manifesta attraverso quel “focolare ambulante” che ho voluto portare con me. (M.P. – Italia) Zucchero e scarpe Una sera, tornando a casa, ho visto le mie figlie preoccupate: una parente venuta a chiedere dello zucchero si era portata via il poco che ci era rimasto. Le ho tranquillizzate dicendo che lei ne aveva più bisogno. Pochi minuti dopo, arriva una conoscente con una borsa piena di cibarie per noi: c’era dentro, tra le varie cose, il doppio dello zucchero che avevamo dato. Tempo dopo con i primi guadagni eravamo finalmente riusciti a comperare un paio di scarpe per la nostra figlia maggiore. Un giorno torna da scuola e mi dice che intende regalarle a una delle compagne che aveva le scarpe rotte: “mamma, ci hai insegnato che ai poveri dobbiamo dare le cose migliori”- dice. Sapendo quanti sacrifici c’erano costate, sono rimasta perplessa ma non mi sono sentita di contraddirla. Tre giorni dopo una signora ci porta un paio di scarpe nuove dello stesso numero. Le aveva comprate per la figlia alla quale però stavano piccole. Nostra figlia mi ha guardata sorpresa e felice. Da quando cerchiamo di vivere le parole di Gesù, sperimentiamo che Dio è Padre e ci conduce per mano. (C.E. – Messico)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VIII, n.1, gennaio-febbraio 2022) (altro…)