Movimento dei Focolari

Vangelo vissuto: cambiare lo sguardo

Vivere per lunità, significa contribuirvi in prima persona, quotidianamente, iniziando dai rapporti in famiglia, sul lavoro, nella certezza che con essa si trasformano le situazioni, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Un’altra logica Quella mattina, di ritorno dalla messa domenicale, avevo trovato il caos in cucina, segno che la notte nostro figlio e i suoi amici avevano gozzovigliato. Sarebbe stato giusto ed educativo lasciare le cose come stavano in modo che si “vedessero”: così ne avremmo parlato. Ma la lettura del Vangelo appena ascoltata non mi lasciava in pace: riguardava il perdono. Perdonare settanta volte sette. Mentre cominciavo a fare ordine, avvertivo farsi strada in me una “giustizia” diversa, secondo un’altra logica. Era come se quel disordine esterno dovesse prima trovare spazio in me stessa. Rabbia e delusione verso nostro figlio hanno perso forza. Quando il ragazzo si è svegliato, mi ha chiesto cosa mi rendesse così felice. Non avvertendo risposta, dopo un certo silenzio si è aperto: era entrato nel giro della droga e chiedeva aiuto. Più tardi ci siamo confrontati col padre. Come un seme, la Parola cominciava a germogliare. In seguito la situazione di nostro figlio e, di conseguenza, di tutta la famiglia, è cambiata. (M. J. – Norvegia) La lezione di mia figlia Come responsabile di un importante settore dell’azienda presso cui lavoro, il mio impegno è stato subito di aiutare i dipendenti a dare il massimo con competenza e precisione. Ma dopo qualche anno qualcuno ha chiesto di essere licenziato, altri si lamentavano. Cos’era che non andava? Non capivo…Un giorno la mia bambina più piccola mi ha dato una grande lezione. Stavo aiutandola a fare i compiti e scorrendo il suo quaderno le facevo notare tutte le correzioni della maestra. E lei, tra le lacrime: “Papà, ma tu vedi solo gli errori? Non vedi le pagine con il voto massimo?”. Lo stesso errore che commettevo al lavoro: vedere soltanto i difetti altrui. È stata una luce. Si trattava ora di mettere un altro paio di occhiali, quelli che dà l’amore. Non è stato facile. Di nascosto ho cominciato a contare le volte che riuscivo e ogni giorno aumentava il numero. Un giorno uno dei collaboratori mi ha domandato come mai fossi così contento. È venuto a proposito raccontargli della lezione che mi aveva dato mia figlia. (J. G. – Portogallo) Marito alcolizzato Con un marito dedito all’alcol non esistevano più feste, ricorrenze, amicizie. E sarebbe stato sopportabile se non ci fossero stati anche gli scatti violenti. Vivevamo della sua pensione (quando riuscivamo a non fargliela spendere) e dei lavori di pulizia che svolgevo nel palazzo. In certi momenti andare avanti così richiedeva eroismo. «Perché non lo lasci?», mi ripetevano i parenti e gli stessi figli, andati via di casa per causa sua. Ma poi sarebbe finito sulla strada. Questo mi tratteneva: era il padre dei miei figli. Nei giorni nei quali ha dovuto subire un’operazione l’assenza di alcol lo rendeva ancora più agitato. Tuttavia ha accettavo di sottoporsi a una cura disintossicante. È stata lunga, ma ha cominciato a fare qualche passo. Mi sembrava di vedere un bambino che impara a camminare. Dopo qualche anno gli è ritornata la voglia di vivere, di godersi la famiglia e anche il primo nipotino. Ci avviamo alla fine della vita. Posso dire che senza la fede non avrei avuto la forza per stargli accanto. (M. D. – Ungheria)

a cura di Stefania Tanesini

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.1, gennaio-febbraio 2021) (altro…)

Carisma, profezia, incarnazione

Carisma, profezia, incarnazione

Diario dell’Assemblea generale /3, del 26 gennaio 2021

Stefan Tobler

“Chissà se il nostro compito non è tanto quello di dare la ‘luce’, ma di entrare nel buio, nel fango, nella disperazione della mancata dignità, […] nelle mille diverse povertà di ora”? Probabilmente è questa domanda provocatoria che ha maggiormente caratterizzato il secondo giorno di ritiro spirituale dell’Assemblea generale dei Focolari. Dopo la preghiera ecumenica iniziale che ha riproposto la necessità di una profonda conversione dei cuori, Stefan Tobler, teologo riformato svizzero e Paula Luengo, psicologa cilena, hanno affrontato il tema centrale dell’incarnazione: che cosa significa che Dio si è fatto uomo, ultimo con gli ultimi? E cosa vuol dire per i Focolari, oggi, vivere e concretizzare la spiritualità dell’unità?  

Silvina Chemen

Gli studiosi presentano le loro riflessioni da due punti di vista complementari. Partendo dagli scritti mistici di Chiara Lubich, Stefan Tobler mette in evidenza il valore dell’incarnazione. “Per Chiara non è soltanto un momento nella storia del passato, ma un fatto che ha cambiato in modo permanente il significato di tutto il creato e che dà alle cose della terra un valore di eternità, un’altissima dignità”. E l’incarnazione continuerà – conclude Tobler – se riusciremo ad “avere occhi semplici che scoprono Dio sotto la realtà di questo mondo”.

Paula Luengo

Questa nuova dignità che il mondo assume se guardato in quest’ottica, dovrebbe provocare un cambio di prospettiva da parte nostra, spiega Paula Luengo. “Non troveremo la nostra identità guardandoci l’ombelico, ma abbracciando – come dice Chiara– ‘tutti i soli’”. Dobbiamo “partire dall’umanità con i suoi abissi. Incarnazione è quindi un movimento che cerca prossimità e abbassamento”. Alla stessa conclusione arrivano Luigino Bruni, italiano, professore di Economia Politica e di Storia del Pensiero Economico, e Silvina Chemen, argentina, rabbina a Buenos Aires, riflettendo su “carisma, profezia e incarnazione”. Ci si domanda: è ancora possibile parlare oggi di dimensione profetica di un carisma? “Quando ci sono fratelli – spiega Silvina Chemen – c’è profezia; quando c’è fratellanza, appare la voce [di Dio]; quando stiamo veramente insieme, Dio si manifesta”.

Luigino Bruni

Negli incontri di gruppo emergono molte domande sul presente ed il futuro del Movimento, come quella su cosa significhi restare fedeli alle radici oggi. „Riuscire – spiega Luigino Bruni – nelle comunità carismatiche a capire che la prima storia, quella storia meravigliosa che ci aveva fatto sognare a occhi aperti e fatto vedere il cielo, è finita, è un atto particolarmente difficile. Ma la storia continuerà perché la promessa era più grande della prima veste che la nostra fede aveva indossato nella prima parte del percorso”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un patto globale

Un patto globale

Diario dell’Assemblea generale /2, del 25 gennaio 2021

© CSC Audiovisivi

Il secondo giorno dell’Assemblea generale dei Focolari comincia con una preghiera ecumenica presentata da partecipanti di diverse Chiese. Si rivolge a Gesù nel suo abbandono sulla croce, affinché aiuti ciascuno a “crescere nell’ascolto reciproco”; insegni ad “accogliere insieme lo Spirito Santo” e “il grido dell’umanità di oggi” per “diventare strumenti di unità”. Poi si procede ad alcune votazioni rinviate da ieri e necessarie per adattare il regolamento dell’Assemblea alle modalità telematiche. Con un leggero ritardo, perciò, si apre il ritiro spirituale per tutti i partecipanti che terminerà mercoledì 27 gennaio. Si tratta di un momento costitutivo dell’Assemblea come recitano gli Statuti del Movimento, “affinché gli elettori (…) siano docili alla grazia dello Spirito Santo”.

© CSC Audiovisivi

Il primo tema scelto pone i partecipanti davanti a quella che si potrebbe definire come la chiave di accesso della mistica di Chiara Lubich: un patto solenne, che la fondatrice ha stretto il 16 luglio nel 1949 in montagna, le Dolomiti, con lo scrittore politico Igino Giordani, co-fondatore del Movimento. In quel patto – sottolinea Padre Fabio Ciardi, Oblato di Maria Immacolata e teologo della vita consacrata – Chiara Lubich e Igino Giordani avevano chiesto a Gesù, che avevano ricevuto poco prima nell’Eucaristia, di creare Lui stesso l’unità tra di loro, servendosi della loro piena e reciproca disponibilità ad accogliere l’altro, a valorizzare il pensiero dell’altro e aprire così uno spazio per permettere allo Spirito Santo di farsi strada.

dalle Filippine Vicky e Vic © CSC Audiovisivi

Si sottolinea inoltre che il perdono e la misericordia sono alla base di questo patto e i partecipanti vengono subito invitati a praticare tale premessa. Chi vuole, può infatti mettersi in contatto con qualche partecipante con cui desiderasse riconciliarsi, prima di formulare questo patto – tutti insieme ed ognuno nella propria lingua – in una preghiera globale che travalica ogni confine.

Somjit, buddhista tailandese © CSC Audiovisivi

Diverse storie ed esperienze hanno poi mostrato come questa mistica comunitaria possa tradursi in vita: dalle Filippine Vicky e Vic, sposati, raccontano come hanno vissuto e superato il contagio da Covid di Vic; Somjit, buddhista tailandese, ha condiviso come cerca di vivere il dono di sé secondo gli insegnamenti di Buddha. Anche Jordi della Spagna, agnostico, racconta del suo impegno nel coordinamento, con la moglie cristiana, di diversi gruppi di dialogo.  

Rassim, musulmano algerino © CSC Audiovisivi

Infine Rassim, musulmano algerino, nel Corano ha trovato l’incoraggiamento ad essere tollerante nei confronti degli altri e a dichiararsi disposto ad un amore reciproco senza condizioni. A conclusione di questa giornata di ritiro i partecipanti si sono suddivisi nelle 34 stanze virtuali per gli incontri di gruppo in cui non solo hanno potuto condividere pensieri e riflessioni, ma anche praticare quanto è stato presentato nella sessione odierna: un ascolto reciproco e profondo e un’accoglienza piena gli uni verso gli altri.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Atmosfera solenne e famigliare

Atmosfera solenne e famigliare

Diario dell’Assemblea generale – 1, del 24 gennaio 2021 È iniziata! Alle ore 12.30 (UTC +1) è incominciata l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari: tanto attesa e preparata con grande partecipazione da membri ed aderenti dei Focolari in tutto il mondo. Era stata convocata ad inizio settembre 2020, ma è stata rimandata a causa della pandemia e si sta svolgendo in modalità telematica. La scelta di questa data è significativa: due giorni fa, il 22 gennaio, data di nascita di Chiara Lubich, si è concluso l’anno del centenario della fondatrice del Movimento, mentre oggi, 24 gennaio, si ricorda il giorno in cui Chiara, nel 1944, ha “scoperto” la realtà di Gesù nel suo abbandono sulla croce, quel Gesù che sarebbe diventato lo “sposo della sua anima” e che l’avrebbe spinta a “cercarlo” in ogni sofferenza e dolore dell’umanità per ricostruire relazioni e ponti di unità. L’Assemblea – in base a quanto viene definito nel suo regolamento – è “il primo e più importante organo di governo del Movimento dei Focolari”. Vi prendono parte 360 partecipanti, di cui 139 per diritto, 181 eletti e 40 invitati dalla Presidente. Pur dislocati in tutto il mondo, i partecipanti hanno fatto il loro ingresso nell’unica grande aula virtuale, tutti coscienti della solennità e dell’importanza di questo momento, tutti costruttori della vivace atmosfera di famiglia mondiale, che non viene a mancare anche sulla piattaforma virtuale. Maria Voce, presidente uscente del Movimento al termine del suo secondo mandato, apre l’Assemblea con un appello solenne. Invita i partecipanti a mettersi tutti nell’atteggiamento di Gesù nell’ultima cena e lavare i piedi gli uni agli altri, il che significa essere pronti “ad ascoltarci, a capirci, ad andare al di là delle differenze, per diventare veramente fratelli, che vuol dire veramente uguali, veramente con la massima dignità, che è quella dignità che ci dà Gesù perché ci fa figli di Dio e fratelli e sorelle tutti”. Come da regolamento, la sessione odierna prevedeva diverse votazioni: prima fra tutte l’elezione dei due moderatori che coordineranno e condurranno i lavori. Sono stati scelti Uschi Schmitt, tedesca, di professione medico e Andrea Ponta, ingegnere italiano. È stata poi approvata la commissione elettorale, composta da Danilo Virdis, Flavia Cerino, Waldery Hilgeman, Laura Bozzi e Suor Tiziana Merletti, tutti residenti in Italia e per motivi legali presenti nella sede ufficiale dell’Assemblea, il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Nelle successive votazioni l’Assemblea ha poi approvato il programma di questi giorni e una modifica agli Statuti generali del Movimento che riduce il numero minimo dei consiglieri da eleggere da 30 a 20. Da domani cominceranno tre giorni di ritiro spirituale per i partecipanti.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un Centenario che si chiude, ma non si chiude

22 gennaio 2020-22 gennaio 2021: si conclude oggi l’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich. 365 giorni diversi da come erano stati previsti, in piena pandemia, ma che hanno aperto strade e prospettive nuove. “Celebrare per incontrare” è stato il motto scelto per il Centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020), fondatrice dei Focolari. Aprendolo, un anno fa, si erano progettate molte iniziative nel mondo, non immaginando che la pandemia avrebbe fatto da spartiacque anche al Centenario, segnando un prima e un dopo, ma non fermando, anzi in alcuni casi potenziando, le possibilità di “incontrare” Chiara. Ma partiamo dall’inizio. Il 7 dicembre 2019 il Centenario si apre con l’inaugurazione della Mostra “Chiara Lubich Città Mondo” alle Gallerie di Trento (Italia) sua città natale. Una mostra sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica italiana, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Centro Chiara Lubich. Quel giorno la Provincia autonoma di Trento vuole insignire Maria Voce, Presidente dei Focolari, del “Sigillo di San Venceslao”. Il giorno successivo viene inaugurata anche una sezione distaccata della mostra a Tonadico, nel Comune di Primiero San Martino di Castrozza (Italia) dedicata in particolare agli anni 1949-1959. Nelle settimane successive in vari Paesi del mondo la mostra va moltiplicandosi ripetendo quella italiana, ma arricchendosi di peculiarità locali. A Nairobi (Kenya) il percorso espositivo mette in luce lo sviluppo dei Focolari in terra africana; a Gerusalemme una sezione viene dedicata al rapporto tra la Lubich e questa città e al suo sogno che oggi si sta concretizzando: un centro di spiritualità, studio, dialogo e formazione all’unità. Chiara Lubich era nata il 22 gennaio e proprio quel giorno nel 2020 è Roma a celebrare il Centenario con una serata a lei dedicata a venti anni dal giorno nel quale la capitale italiana le aveva anche conferito la cittadinanza onoraria. “Chiara da quel 22 gennaio 2000 – ha detto l’ex sindaco Francesco Rutelli–.prese l’impegno di dedicarsi più e meglio per Roma, incarnando l’amore reciproco dovunque. Cosa c’è di più bello per fare nostre queste parole, oggi”. Qualche giorno più tardi il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella interviene al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine (TN) ad un evento del Centenario al quale partecipano, oltre alla Presidente del Movimento Maria Voce, al Copresidente Jesús Morán e  alle autorità locali, più di 900 persone. La trasmissione streaming  ha oltre 20 mila visualizzazioni. Nel suo intervento Mattarella individua in particolare nella fraternità, applicata all’agire civile e politico, la cifra distintiva della spiritualità di Chiara Lubich. E Trento fa da cornice anche al convegno internazionale “Un Carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità” al quale partecipano 7 Cardinali e 137 Vescovi, amici del Movimento dei Focolari di 50 Paesi che poi prosegue nella cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa Figline in Valdarno – Italia). Nel suo messaggio Papa Francesco si rallegra vivamente per questo convegno esprimendo “la gratitudine a Dio per il dono del carisma dell’unità attraverso la testimonianza e l’insegnamento (…) di Chiara Lubich”. Negli stessi giorni al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Italia) oltre 400  tra religiosi/e, consacrati/e e laici cattolici – con una rappresentanza ortodossa – provenienti da 100 famiglie religiose e 33 Paesi sono protagonisti di un altro evento legato al Centenario: “Carismi in comunione: la profezia di Chiara Lubich”, un laboratorio di dialogo fra diversi carismi per favorire la comunione tra le famiglie religiose attraverso la spiritualità dell’unità. Poi la pandemia inizia a diffondersi nel mondo. E anche per il Centenario arrivano i cambiamenti: alcuni eventi sono cancellati, altri si spostano sul web. La mostra di Trento si arricchisce di un percorso virtuale, quella prevista in Brasile, grazie ad un’équipe intergenerazionale si trasforma in un itinerario dedicato a Chiara Lubich fruibile attraverso i profili social di @focolaresbrasil (Facebook, Instagram e Youtube). Iniziative via web che permettono di visitare le mostre dedicate alla Lubich a molte più persone di quante avrebbero potuto vederle in presenza. Altri eventi invece possono andare avanti: come l’emissione di due francobolli dedicati a Chiara Lubich nella Repubblica Ceca o il Concorso per le scuole italiane sul tema: “Una città non basta” promosso dal Centro Chiara Lubich/New Humanity e dalla Fondazione del Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, che ha visto la partecipazione di numerose scuole italiane. Il 16 febbraio 2021 si terrà via web la premiazione. Il lockdown costringe nel 2020 alla chiusura per alcuni periodi anche il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Ma da qualche mese sono possibili le visite nel rispetto delle norme sanitarie vigenti. Tra quelle di maggiore rilievo quella di sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, venuto a pregare sulla tomba di Chiara Lubich. Varie anche le novità editoriali legate al Centenario e gli eventi per presentarle e promuoverle,  sia in presenza che via web: una nuova edizione – la ventinovesima  – del libro “Meditazioni” di Chiara Lubich; due testi della collana “Opere di Chiara Lubich” edita da Città Nuova: “Conversazioni. In collegamento telefonico” a cura di Michel Vandeleene e “Discorsi in ambito civile ed ecclesiale” a cura di Vera Araújo; la nuova biografia Chiara Lubich, la via dell’unità, tra storia e profezia scritta da Maurizio Gentilini. L’edizione inglese di quest’ultimo testo è stata presentata anche presso il Consolato italiano di Mumbai in India, in un evento trasmesso via web dedicato al Centenario di Chiara Lubich. Presente la console italiana a Mumbai Stefania Constanza, Vinu Aram, direttore dello Shanti Ashram di Coimbatore e Maurizio Gentilini. Si è scelta invece la modalità “mista” – in parte “presenziale” a Trento e in parte on line  – per l’incontro di studio “Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Un approccio linguistico, filologico e letterario ai suoi scritti” realizzato dal Centro Chiara Lubich e dal Gruppo di studio e di ricerca di Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà (Centro Studi interdisciplinare del Movimento dei Focolari) con esperti di vari Paesi. Alcuni degli interventi sono disponibili nello spazio “Documenti Convegni” del sito del Centro Chiara Lubich. Quasi a chiusura del centenario, il 3 gennaio 2021, Rai Uno, la prima rete televisiva italiana ha trasmesso il tv-movie “Chiara Lubich. L’ Amore vince tutto” con la regia di Giacomo Campiotti.  La Lubich era interpretata da Cristiana Capotondi. Realizzato da Rai Fiction ed Eliseo Multimedia è stato visto da 5 milioni 641 mila spettatori. Molti altri hanno poi potuto vederlo in altri Paesi del mondo grazie a RaiPlay  e Rai Italia. E oggi, 22 gennaio 2021, il Centenario si chiude. Ma – viene da chiedersi – si conclude veramente? Ne ha parlato recentemente la Presidente dei Focolari Maria Voce spiegando che “l’incontro vivo con Chiara non può essere limitato neanche a 100 anni, neanche ad un anno centenario. Esso non è finito, continuerà finché ci sarà sulla terra qualcuno della famiglia di Chiara che continuerà a fare degli incontri per testimoniare che Chiara è viva, che il carisma di Chiara ha ancora qualcosa da dire al mondo”.

Anna Lisa Innocenti

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Al via l’Assemblea generale dei Focolari

Si svolgerà online, dal 24 gennaio al 7 febbraio prossimi, l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari. Si procederà al rinnovo delle cariche della Presidente, del Copresidente, degli organi direttivi e si definiranno le linee d’orientamento e d’azione per i prossimi sei anni. Preceduta da un percorso formativo e informativo a cui hanno partecipato le comunità dei Focolari nel mondo, domenica prossima, 24 gennaio 2021 prenderà il via la terza assemblea generale dei Focolari, dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. L’Assemblea, che doveva svolgersi a inizio settembre 2020, è stata rinviata a causa della pandemia; il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ne ha consentito il posticipo e l’intero svolgimento in modalità telematica. Percorso partecipativo Vi parteciperanno 362 persone da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari. Al fine di incoraggiare il più ampio coinvolgimento possibile, l’attuale Presidente Maria Voce ha costituito nel febbraio 2019 una commissione preparatoria che ha avuto i compiti di raccogliere proposte di argomenti da trattare in assemblea; individuare nominativi di candidati per le elezioni e preparare il programma. Elezioni della Presidente, Copresidente, consiglieri   Con un sistema di voto telematico, il 31 gennaio si procederà all’elezione della Presidente[1], mentre il 1° febbraio verrà eletto il Copresidente e il 4 febbraio sarà la volta dei consiglieri che coadiuvano la Presidente nelle diverse funzioni di governo del Movimento. Sarà lei stessa, poi, a distribuire gli incarichi. Un altro compito dell’Assemblea generale è la delibera su argomenti proposti dal Centro del Movimento, presentati su iniziativa della Presidente, del Consiglio generale, di una sezione, branca o movimento. Ogni partecipante all’Assemblea può proporre che siano esaminati altri argomenti. Di cosa si parlerà? Le oltre 3.000 proposte arrivate da tutto il mondo in merito alle tematiche da trattare in Assemblea e le linee che il Movimento dovrebbe seguire nei successivi sei anni, ben rappresentano la vivacità del popolo dei Focolari, ma anche la coscienza del “cambiamento d’epoca” in atto, come ebbe a dire papa Francesco nel 2018, incontrando la comunità dei Focolari a Loppiano. Le numerose istanze sono state ordinate in quattro filoni tematici: l’attualizzazione del carisma tramandato dalla fondatrice; la cultura che deriva dal carisma dell’unità; la risposta alla crisi ambientale e alla pandemia; il lavorare insieme con le nuove generazioni. Come ha recentemente affermato in un’intervista l’attuale Copresidente dei Focolari, Jesús Moránuno spazio di dialogo e dibattito verrà riservato anche al tema degli abusi sia nella relazione del sessennio della Presidente che aprirà l’assemblea, che in un intervento ad hoc del Copresidente. Pur nella diversità delle voci, emerge la generale necessità di individuare percorsi di fraternità nuovi e attualizzati, capaci di rispondere alle sfide e alle domande dell’umanità di oggi sia a livello globale che locale. Notizie e aggiornamenti sui lavori dell’Assemblea saranno disponibili quotidianamente sulla pagina Web dei Focolari e in successivi comunicati stampa. Stefania Tanesini – +39 3385658244   [1] Come è fissato negli Statuti, a presiedere il Movimento sarà sempre una donna. Questo per sottolineare il suo profilo mariano e la sua connotazione prevalentemente laicale e così “conservare il disegno che Dio ha avuto su di esso per averne affidato l’inizio e lo sviluppo a una donna.” Come si legge negli Statuti, “la sua sarà soprattutto una presidenza della carità, perché dovrà essere la prima ad amare e cioè a servire i propri fratelli, ricordando le parole di Gesù: “… chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,44).   (altro…)

Focolari e abusi: uno spartiacque

Intervista a Jesús Morán Cepedano, copresidente del Movimento dei Focolari dal 2014, responsabile secondo gli statuti dell’Opera di Maria per le questioni morali e disciplinari (a cura di Lorenzo Prezzi e Marcello Neri, fonte SettimanaNews). Come copresidente del movimento dei Focolari lei ha incontrato le vittime di abusi a Nantes in Francia il 18 settembre scorso. Può raccontare quello che è successo e le sue reazioni? Siamo stati convocati da tre delle vittime di Jean-Michel Merlin, un focolarino francese che ha commesso abusi, questo dopo diversi contatti che abbiamo avuto negli ultimi anni, per fare il punto della situazione e concludere come possibile e in maniera giusta per loro la vicenda. È stata un’esperienza molto forte, per tutti noi del movimento che eravamo lì e per me in modo particolare, perché è stato un contatto con il dolore vivo, il dolore puro di chi è stato abusato. Non è stata la prima volta che entravo in contatto con vittime di abusi, ma in precedenza non avevo mai fatto un’esperienza così intensa di rapporto col dolore. Inoltre, è stata un’occasione molto  penosa per noi nel constatare la misura delle nostre mancanze – soprattutto per quanto riguarda il caso Merlin. Questo per ciò che concerne l’accompagnamento delle vittime, il prendersi carico delle situazioni, il disorientamento che abbiamo avuto come movimento – e anche, a riguardo, il ritardo nell’intraprendere passi adeguati alla situazione e ai fatti. È stata un’esperienza che, secondo me, ha rappresentato uno spartiacque: a partire da questo rapporto personale con le vittime è cambiata molto la visione di questo dramma. Il lavoro che avevamo già intrapreso per prendere delle misure adeguate davanti ai casi di abuso nel movimento dopo l’incontro di Nantes si è accentuato ancora di più. La presidente, Maria Voce, ha preso la parola e espresso la volontà di fare totale chiarezza. In quali occasioni? Secondo gli statuti dell’Opera di Maria, il copresidente è quello che si deve occupare delle questioni morali e disciplinari perché le forme di vita nel movimento siano in accordo con la dottrina della Chiesa. Si tratta di un compito specifico suo, ma questo viene sempre fatto in unità e pieno accordo con la presidente. In questo senso, Maria Voce ha sempre sostenuto tutto il mio lavoro già da anni. Ci sono state, poi, due occasioni particolari in cui ci siamo espressi insieme. Una prima volta il 26 marzo 2019, con una lettera scritta a tutti i membri del movimento nella quale si riconoscevano pubblicamente le nostre mancanze, il fatto che gli abusi si erano verificati anche all’interno dell’Opera di Maria: affermando il nostro impegno vincolante, soprattutto con le vittime, per riparare tutto quello che c’era da riparare. Una seconda volta, più recentemente, ci siamo espressi ancora insieme in un collegamento mondiale nel corso del quale abbiamo chiesto pubblicamente perdono a tutte le persone che hanno subìto degli abusi nel movimento dei Focolari – sia in campo sessuale, minori, sia abusi di autorità o di potere. Qual è stato l’impatto sui membri dei Focolari e del movimento posti davanti alla rivelazione di casi di abuso? La prima reazione in tanti è stata quasi di incredulità e di sconcerto: è stato un impatto molto forte, perché per tantissimi era impensabile che questi fatti così dolorosi avessero potuto verificarsi in un movimento così fortemente contrassegnato dall’amore reciproco, dove la relazione ha un rilievo spirituale centrale. Ci sono dei capisaldi del movimento che vanno in una direzione così contraria a ogni forma di abuso, come vedere Gesù nell’altro, la vita di unità, che spingono a ritenere impensabili abusi all’interno delle nostre realtà. Entrare in quella che Caterina da Siena chiamava la “casa della conoscenza di sé” è stato un processo doloroso per i membri del movimento: ossia, scoprire la nostra inadeguatezza, anche rispetto alla messa in pratica della vita di unità, del carisma. Ma si tratta di un processo fondamentale per scoprire la propria inadeguatezza e ripartire con una fiducia non più ingenua nei confronti di Dio e degli altri. Questa è stata fondamentalmente l’esperienza di tantissimi nel movimento – ce lo hanno scritto, lo hanno detto e comunicato. Le dimissioni dei responsabili francesi del movimento e il caso clamoroso di Jean-Michel Merlin sono sintomo di qualche fragilità nei processi formativi interni? Ovviamente sì, l’ho detto anche in una recente comunicazione ai membri del movimento: queste situazioni di abuso hanno messo in evidenza alcune fragilità negli itinerari formativi e quindi dobbiamo curare la formazione in tutte le fasi con un’attenzione maggiore alle persone. In modo particolare, dobbiamo fare un serio e vero discernimento vocazionale – e qui mi riferisco non solo ai consacrati, ma anche alla vocazione di qualsiasi persona che vuole prendersi degli impegni forti nel movimento. Un altro punto è quello di prendersi migliore cura e accompagnare le persone a cui si affidano ruoli di responsabilità, assicurando che abbiano una formazione integrale, che abbiano capacità relazionali adeguate, di ascolto e accoglienza, rispetto della persona. Riguardo a tutto questo, si tratta poi di stabilire modi di verifica del percorso formativo. La mia impressione è che per anni abbiamo messo una fiducia totale nella forza della spiritualità e del carisma, ma questo ci ha portato talvolta a trascurare in qualche modo alcuni aspetti umani di cui ora siamo consapevoli e che devono essere curati di più. Questo guardando sia al progresso delle scienze umane sia agli avanzamenti in questo campo che si stanno facendo all’interno della Chiesa. Quando si aprono le dighe delle testimonianze queste si moltiplicano. Lei ha la percezione che questo possa succedere anche nel movimento, ossia che dopo il caso Merlin possano emergere altre denunce di abusi? Sì, lo stiamo già verificando e ci stiamo preparando per questo, perché stanno arrivando altre denunce e qui bisogna fare un vero discernimento con le dovute verifiche. In alcuni casi, si tratta più di tensioni e di conflitti relazionali che non si possono configurare come vero abuso; in altri casi, si tratta invece di veri e propri abusi di cui non eravamo a conoscenza, che devono essere trattati in quanto tali con il dovuto rigore e attenzione. Si tratta di un processo di “purificazione della memoria” che vogliamo vivere con umiltà e speranza. Che strumenti avete messo in piedi per rispondere a queste denunce di abusi all’interno del movimento? Abbiamo due commissioni che si fanno carico di situazioni come queste: una Commissione per il benessere e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che opera già da alcuni anni con un regolamento interno che è stato rivisto ultimamente, e poi una Commissione indipendente dalle strutture di governo del movimento per la tutela della persona, ossia per adulti che possono subire abusi di autorità, potere e anche a sfondo sessuale. Questo secondo strumento è più recente, con meno esperienza rispetto alla prima Commissione, e proprio in questi giorni, dopo circa quattro  anni di attività, sta redigendo un nuovo statuto alimentato dalle esperienze fatte fino a oggi, che sarà reso pubblico una volta giunto alla sua stesura definitiva. Questi due strumenti agiscono a livello centrale; poi, per quanto riguarda la tutela dei minori ci sono anche delle commissioni regionali. Potrebbe essere che si vada in questa direzione anche per la tutela della persona, in collegamento con gli organismi centrali.  Tutto questo lavoro lo stiamo portando avanti in dialogo con il Dicastero per i laici, perché sentiamo l’esigenza di migliorare sempre le procedure affinché sia ben chiaro come ci si possa rivolgere a questi organismi, come verificare i vari casi, quando ci sono propriamente degli abusi. Dovremmo poi istituire anche degli organismi di vigilanza a tutti i vari livelli. La commissione per la tutela dei minori già ce l’ha. In questi organismi di vigilanza ci saranno delle persone esterne al movimento per garantire una maggiore trasparenza. Può dire qualcosa a riguardo del mandato alla società britannica GCPS che riguarda un’indagine sull’insieme dei possibili abusi all’interno del movimento? Si tratta di un impegno preso con le vittime, con le quali ci siamo trovati a Nantes, dove loro hanno chiesto una commissione indipendente in senso totale, cioè non solo indipendente dal governo dell’Opera composta da membri che non esercitano alcun ruolo di governo, ma anche dall’Opera in quanto tale, ossia composta da persone che sono fuori dal movimento. Dopo una ricerca che è durata un paio di mesi, abbiamo individuato questa società britannica che, per il momento, si occuperà solo del caso Merlin – perché si tratta di un caso grave ed esemplare. Vedremo come evolvono le cose, abbiamo appena dato il mandato alla società britannica e stiamo iniziando a lavorare con loro. Il processo di indagine richiederà probabilmente un anno: sia sui fatti, perché dobbiamo ancora conoscere il numero reale di casi; sia per ciò che concerne le decisioni da prendere e le responsabilità da assumerci. Qual è il ruolo delle vittime in questa analisi interna? Il ruolo delle vittime è fondamentale: ad esempio, parteciperanno all’inchiesta che abbiamo affidato alla GCPS Consulting – soprattutto nella stesura dell’agenda operativa. Il contatto con le vittime è permanente, in questi mesi ho comunicato loro ogni passo che abbiamo intrapreso come movimento. Quindi le vittime partecipano a tutto il processo e stiamo sempre in contatto in ogni caso e in ogni situazione, nella misura del possibile. La prossima Assemblea generale del movimento, che si aprirà a fine gennaio, prevede una sorta di informativa su questi fatti? Sì, il tema degli abusi è incluso nella relazione del sessennio della presidente che aprirà l’Assemblea, ed è previsto anche un intervento ad hoc da parte del copresidente. In questo senso, il tema non sarà solo presentato ma anche approfondito e discusso nel corso dell’Assemblea. Lei sottolineava la grande fiducia nel carisma fondativo di Chiara, fiducia che ad esempio nella recente trasmissione televisiva su Chiara Lubich viene testimoniata anche a un pubblico molto ampio. Questo patrimonio viene rinnovato, messo alla prova, da questi eventi e in che maniera può essere riproposto? La trasmissione su Chiara, pur essendo una fiction con i limiti e i pregi del genere, è stata un grande dono per tutti noi, soprattutto per i membri più giovani del movimento che non hanno conosciuto una Chiara Lubich giovane. Penso che la fiction sia riuscita a mettere bene in risalto il vero frutto del carisma dell’unità, cioè un popolo nato dal Vangelo che vive per la fratellanza universale, con un accento sulla comunione e l’apertura all’umanità con l’attenzione ai dolori del mondo. Credo che siano temi di grande attualità. Ci troviamo davanti a una fiction, quindi, che può essere un grande stimolo per andare avanti nell’incarnazione del carisma nella Chiesa e nella società. Fonte: SettimanaNews (altro…)

Settimana per l’Unità dei Cristiani 2021

Settimana per l’Unità dei Cristiani 2021

“Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15, 5-9) è il passo evangelico scelto per quest’anno. L’enfasi è su quel ‘rimanete’, perché cercare l’unità è un impegno a tempo pieno. “Non basta incontrarci per attività di evangelizzazione o caritative. Quel che sta sotto a tutto ciò che facciamo insieme è l’amore.  Potremmo fare piani meravigliosi; possiamo riunire cristiani di diversi gruppi; ma se non abbiamo amore, nulla ha valore”. A parlare è la Quezon City Ecumenical Fellowship (QCEF), l’associazione ecumenica di Quezon City, città dell’hinterland di Manila (Filippine) di cui fanno parte anche diversi membri della comunità locale dei Focolari. Il materiale preparato quest’anno dalla Comunità monastica di Grandchamp[1], contenente i testi per la riflessione per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 2021 (18-25 gennaio) recita che “Rimanendo in Cristo cresce il frutto della solidarietà e della testimonianza” e i membri della QCEF ne fanno da anni l’esperienza. Vogliamo dar voce ad alcune loro testimonianze, evidenziarne la varietà e la fantasia, perché siano d’ispirazione a tanti a lavorare ogni giorno per l’unità tra le Chiese. Reciprocità Quando abbiamo avviato QCEF anni fa – racconta il pastore Kenneth Aguilera, sovrintendente regionale per la Chiesa Metodista dell’UNIDA – non pensavamo davvero di dar vita ad una comunità di fratellanza o associazione ecumenica. Era un semplice ritrovarci tra amici di Chiese diverse davanti ad tazza di caffè. Ma l’incontro informale è stato un tale piacere che abbiamo iniziato a farlo regolarmente; è così che è nato QCEF. Abbiamo condiviso gioie e dolori al punto che abbiamo iniziato a prenderci cura e ad amare la chiesa l’uno dell’altro. Abbiamo inventato occasioni ed eventi per stare insieme regolarmente, tanto che quando arrivava la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani era per tutti noi la più grande occasione per camminare, lavorare e pregare insieme. E’ così che ho capito che il vero Ecumenismo è una specie di gara fra noi cristiani per far crescere il nostro amore reciproco. È come lavorare con la mia famiglia e mi sembra che ci sia una grande presenza di Gesù fra noi. Solidarietà La pandemia non ci ha impedito di vederci regolarmente – scrivono Jane e Bert – continuiamo a riunirci Online per riflettere sulla Parola di Vita e per condividere le nostre esperienze. Collaboriamo insieme per progetti di patrocini comuni. Per aiutare molte persone che stanno attraversando tempi difficili abbiamo convocato alcuni esperti e organizzato webinar e video-conferenze su diverse problematiche che ci troviamo ad affrontare in questo tempo, come la gestione delle sfide psicologiche in tempo di crisi, tra cui ansia e depressione; la prevenzione della violenza domestica e gli abusi su minori e la conoscenza dell’ecumenismo inteso come viaggio verso l’unità dei cristiani. Abbiamo anche organizzato raccolte di cibo per le vittime dei recenti tifoni e alluvioni e, con una comunione dei beni fra di noi, abbiamo potuto dare un primo aiuto finanziario e beni di prima necessità agli sfollati. Abbiamo anche raccolto fondi per una diocesi gravemente colpita da un tifone. Prossimità La famiglia di Hedy Ng vive accanto ad una chiesa metodista: “Il nostro rapporto di vicinato è iniziato quando la loro chiesa era ancora in costruzione. Abbiamo subito offerto la possibilità di collegarsi al nostro pozzo per l’acqua e costruito un muro divisorio tra le nostre proprietà per garantire loro una certa privacy. Ogni volta che il Pastore cambia facciamo di tutto per fare amicizia con loro, considerandoli veri fratelli e sorelle; i nostri bambini giocano insieme. Ultimamente, il Pastore Dione Padel ha partecipato ai nostri incontri con QCEF ed era molto felice di far parte della fratellanza vissuta fra di noi. Recentemente ha perso la moglie e tutti noi del QCEF abbiamo fatto il possibile per stargli vicino e offrirgli anche un sostegno finanziario e morale e l’unità che abbiamo costruito va sempre più avanti.

Stefania Tanesini

[1] www.grandchamp.org (altro…)

L’ “Alfa” della nostra spiritualità

Fra pochi giorni inizierà l’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari. Nel testo seguente Chiara Lubich sottolinea la virtù principale alla quale sono chiamati quanti si sentono parte di questo Movimento. San Paolo […] ci invita a non essere timidi nel servire Dio, ma forti, pieni di amore e di saggezza1). Ora su che cosa puntare per acquistare e sviluppare queste e tutte le altre virtù che ci sono necessarie? È semplice […]: lasciar vivere Gesù in noi al posto del nostro io. Ma quale il modo perché Gesù viva in noi? Essere amore come Dio è Amore (cf 1 Gv 4,16). Buttarci quindi fuori di noi ad amare gli altri. Noi parliamo sempre d’amore e potrebbe sembrare superfluo sottolinearlo anche questa volta. Ma non è così. L’“uomo vecchio” (cf Ef 4,22) – il non amore – è sempre pronto a prendere il sopravvento in noi ammantato magari di mille scuse. Il nuovo anno che iniziamo deve veder splendere decisamente nelle nostre persone l’ “uomo nuovo” (cf Ef 4, 24). Allora agiremo bene là dove siamo; porteremo avanti e costruiremo l’Opera e, con essa, la Chiesa. Torniamo, quindi, a ciò che è l’alfa della nostra spiritualità: l’amore. È questo del resto il nostro carisma. Ed è questo l’elemento di cui il mondo anche oggi ha più bisogno. Guardiamoci intorno. Dove troviamo l’amore che Gesù ha portato sulla terra? […] Leggiamo i giornali: le cronache vertono quasi sempre, su episodi tristi, di violenza. C’è sì l’amore umano che lega ancora molte famiglie e stringe le amicizie, ma è difficile trovare l’amore cristiano. Lo possiamo scoprire in qualche oasi spirituale fra persone consacrate o comunità di cristiani impegnati. Nel mondo, però, in genere non si riscontra. E noi siamo stati suscitati da Dio e scelti, assieme ad altri, proprio per portare questo amore. È il dono, il grande dono che dobbiamo fare all’umanità. […] È l’amore lo stile del [nostro Movimento]. Buttiamoci fuori, allora, ad amare! […] Riaccendiamo l’amore nel nostro cuore. Perché il mondo conosca presto dovunque l’amore vero, buttiamoci ad amare!

Chiara Lubich

1) “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza” (2 Tim 1,7). (in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 9 ottobre 1986) Tratto da: “Lo stile dell’Opera di Maria è l’amore”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 256. Città Nuova Ed., 2019. (altro…)