Movimento dei Focolari
Essere e rimanere famiglia

Essere e rimanere famiglia

sunset-401541_960_720Nei primi mesi di matrimonio, felice e innamorata, tutto sembrava filare liscio. Ben presto però le tensioni fra me e mio marito sono diventate sempre più frequenti e mi rendevano sempre più triste. Sicuramente facevo tanti sbagli, ma cercavo ugualmente di mantenere il rapporto convinta che l’amore non poteva essere finito. Siamo andati avanti tra alti e bassi. Dopo cinque anni è arrivata una bambina e poi un bambino. Nostra figlia è nata con una malattia congenita, ciò che ha comportato tanti ricoveri in ospedale, anche lontano da casa. Pure il figlio era cagionevole di salute e spesso anche lui doveva essere portato all’ospedale. Risolutivo per la bimba è stato un delicato intervento chirurgico, ma sono stati anni molto impegnativi. Mio marito si sentiva schiacciato da questa situazione e diceva di non poter più vivere con tutti questi problemi. Quando mi sono accorta che si era innamorato della mia migliore amica era già troppo tardi per riuscire a farlo ritornare sui suoi passi. Così, dopo 13 anni di matrimonio, sono rimasta sola con i due bambini di 8 e 5 anni. Stavo così male che non avevo più voglia di vivere. La morte non mi faceva paura e con una potente dose di farmaci ho tentato il suicidio. Ma il mio piano è fallito e dopo dieci giorni di ospedale sono tornata a casa. È stato a questo punto che attraverso la spiritualità dei Focolari ho scoperto Dio come amore. Il Vangelo ha cominciato ad entrare nella mia vita, sperimentando la gioia che dà il cercare di viverlo. I bambini soffrivano molto per la nostra separazione e avevo non poche difficoltà anche con loro. Ma Dio non ha mai smesso di guidare la mia vita mettendomi sulla strada persone che mi hanno aiutato a superare le tante problematiche che incontravo, come il desiderio struggente di avere vicino a me l’affetto di un uomo, o la voglia di divertirmi, o semplicemente di pensare solo a me stessa. E ogni volta la luce tornava a rischiarare la mia vita. Anche quando ho dovuto affrontare l’esperienza più tragica per un genitore: vedere la mia amata figlia, di 21 anni, vittima di un incidente mortale. In quel momento mi sono sentita straziata dal dolore, ma ho chiesto a Dio di darmi la forza per ripetere il mio “sì” a Lui. Ed Egli non mi ha lasciata nella disperazione. Subito l’ho sentita viva e accanto a me. Da quando lei ci ha lasciato mi arrivano tanti segni dell’amore di Dio e anche se non la posso vedere e abbracciare, sono in pace. Siccome voleva diventare un’insegnante e stava per laurearsi, grazie alla generosità di tanti, è nato un progetto di alfabetizzazione in Costa d’Avorio, adottato per qualche anno anche dalla parrocchia. Ora c’è l’idea di costruire una scuola e l’impegno continua. L’amore di Dio si manifesta anche quando gli amici di mia figlia mi rendono partecipe di quanto vivono: mi invitano alle loro lauree, vengono a trovarmi, mi portano in pizzeria con loro, mi chiedono consiglio e mi chiamano “Mamy due”. Attualmente mio figlio vive ancora con me ed io sono felice di aprirmi ai bisogni degli altri. Quando vengo a conoscenza di persone di altre città ricoverate nel vicino ospedale oncologico, mi presto a stare loro vicina, cercando di essere per loro un piccolo riflesso dell’amore che Dio ha per me. Un giorno ho trovato la forza di perdonare mio marito, riuscendo a non giudicarlo. Da allora mi sento libera e svuotata del grande peso che mi opprimeva e, anche se è ancora lontano da me, nessun divorzio mi farà dire che lui non è più mio marito. Ricordo sempre ciò che mi diceva mia figlia: «Mamma, la tua rinuncia a rifarti una famiglia sarà la salvezza del papà», e sono fiduciosa che queste parole si avvereranno. (altro…)

Famiglia: sgretolare gli individualismi

Famiglia: sgretolare gli individualismi

famiglia2«[…] Oggi il legame matrimoniale stabile appare quasi contraddittorio alla libertà personale. Più che i valori relazionali si enfatizzano le differenze e le conflittualità. A livello politico, istituzioni e governi codificano questi dati di fatto in leggi contrarie al bene integrale dell’uomo. Divorzio, aborto, eutanasia, sperimentazioni biogenetiche, entrano così nelle coscienze come cose possibili e quindi lecite. Denatalità, libe re convivenze, anarchia sessuale, diventano moda e costume. […] Quanti partners lasciati e frustrati? Quanti bambini privati dell’uno o dell’altro genitore? Quanti figli nella tossicodipendenza? Quanti nelle spire della delinquenza e della prostituzione? Quanti sposi e figli rapiti dalle guerre? Quanti anziani abbandonati? Quanti bambini muoiono di fame ogni giorno? […] Possiamo plasticamente rappresentarci la famiglia contemporanea con un’immagine: una madre ferita e desolata, che raccoglie in seno la sofferenza dell’umanità e grida al cielo il suo perché. […] Ma se crediamo che dietro la trama dell’esistenza c’è Dio col suo amore, e se, forti di questa fede, scorgiamo nelle piccole e grandi sofferenze quotidiane, nostre e altrui, un’ombra del dolore di Cristo crocifisso e abbandonato, una partecipazione al dolore che ha redento il mondo, è possibile comprendere significato e prospettiva anche delle situazioni più assurde. Davanti a qualsiasi sofferenza grande o piccola, davanti alle contraddizioni ed ai problemi insoluti, proviamo a rientrare in noi stessi e a guardare in faccia l’assurdità, l’ingiustizia, il dolore innocente, l’umiliazione, l’alienazione, la disperazione … Vi riconosceremo uno dei tanti volti dell’Uomo dei dolori. È l’incontro con lui, che da Persona divina si è fatto individuo senza rapporti, con lui, il Dio dell’uomo contemporaneo, che tramuta il nulla in essere, il dolore in amore. Sarà il nostro ‘sì’, il nostro gesto d’amore e d’accoglienza a lui, che inizierà a sgretolare i nostri individualismi, facendoci uomini nuovi capaci di risanare e rivitalizzare con l’amore le situazioni più disperate. […] Non sono sogni, sono le esperienze quotidiane di tante famiglie che, attraverso il piano inclinato dell’abbandono dell’Uomo–Dio, hanno tramutato la piena del loro dolore in vita nuova. A volte – spesso – i traumi si ricompongono, le famiglie si riuniscono. A volte no, le situazioni esterne restano come sono, ma il dolore viene illuminato, l’angoscia prosciugata, la frattura superata. A volte la sofferenza fisica e spirituale permane, ma acquista un senso unendo la propria alla passione di Cristo che continua a redimere e a salvare le famiglie e l’intera umanità. E allora il giogo diventa soave. La famiglia può dunque provare a ricomporsi nell’originario splendore del disegno del Creatore, attingendo alla sorgente dell’amore che Cristo ha portato sulla terra. Penso che gli sposi e le famiglie possano saziare a quella sorgente ogni sete di autenticità, di comunione continua e senza riserve, di valori trascendenti, duraturi, sempre nuovi. Anche perché è Dio stesso che può farsi presente nella loro casa, per condividere con loro la sua stessa vita. Ha detto Gesù: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome – che vuol dire nel mio amore – io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). È una splendida possibilità offerta anche alla famiglia, quella di diventare luogo della presenza di Dio». (Tratto dall’intervento  di Chiara Lubich:“La famiglia è il futuro” al Congresso della Fondazione svizzera per la famiglia– Lucerna  – Svizzera, 16/05/1999) Guarda il video integrale (altro…)

Famiglia: dall’Italia all’Honduras

Famiglia: dall’Italia all’Honduras

20141105-04Fiorella:«Fin da subito scopro che Andrea è ateo e molto popolare fra le ragazze. Mi sento attratta da lui ma non voglio essere una delle tante. In cuor mio decido che un tipo così è meglio lasciarlo perdere ma poi, in discoteca, mi ritrovo tra le sue braccia». Andrea: «Fiorella era davvero una delle tante. Prima di dirle, stupito di me stesso, che forse io avrei anche potuto considerare che stavo con lei perché le volevo bene, sono passati due anni». Fiorella:« Ero consapevole che quel rapporto non portava da nessuna parte. Non c’era dialogo, né facevamo progetti. Ero diventata l’ombra di Andrea, senza più personalità e sogni. Delusa decido di lasciarlo. Per evadere cambio lavoro e città ma dopo un po’ mi sento sola e piena di tristezza. Una mattina, quasi disperata, mi trovo sulla porta di una chiesetta a ‘gridare’ il mio perché a quel Dio che avevo lasciato da tempo. Terminato il contratto lavorativo torno a casa dai miei. Qualche giorno dopo, un’amica che non vedevo da tempo mi parla di Dio e mi invita ad una convivenza di alcuni giorni con persone che s’impegnano a vivere il Vangelo. Entrando in sala mi colpisce una scritta: Dio è amore. Mi chiedo come Dio possa amare una come me: trucco pesante, tacco 12, capelli rosso fuoco. Ma fin dal primo giorno avverto la sua presenza. Scopro di aver trovato quello che da sempre cercavo e corro a svuotare le mie miserie nel confessionale col proposito di mettere in pratica il Vangelo. Dopo quella mia prima “Mariapoli”, l’Eucaristia diventa la mia forza vitale». Andrea: «Fiorella è cambiata. Ora parla, ma quel che è peggio – secondo il mio punto di vista di allora – è che parla di Dio. Per voler essere tollerante decido di non piantarla, ma sono geloso di questo Dio che me la sta rubando. Mi stupisce la sua serenità, la sua gioia di vivere, il suo nuovo volermi bene che mi riempie il cuore. Adesso ci scambiamo opinioni, valorizzando le esigenze interiori dell’uno e dell’altro. E se l’amassi per davvero? Stupito di me stesso arrivo a chiederle di sposarmi, accettando di farlo in chiesa. Dopo il matrimonio, un infortunio sul lavoro mi obbliga all’immobilità. L’unico diversivo sono le visite di quelle famiglie che Fiorella ha iniziato a frequentare. Appena ne sono capace decido di recarmi da una di esse per capire le ragioni di questo interesse per me. Parliamo di tutto, anche della fede, fino alle tre del mattino. Ne sono affascinato. «Questi fanno sul serio! mi dico, voglio vivere anch’io come loro, voglio anch’io amare per primo». Un sabato vedo il lavello pieno di piatti. Fiorella è fuori per lavoro. Per non farmi vedere dai vicini chiudo le persiane e comincio a rigovernare, per dirle coi fatti tutto il mio amore. Provo pure a stirare, anche se impiego due ore per una sola camicia. E mentre sto facendo tutto questo, avverto affiorare in me una certezza: Dio c’è, Dio è Amore. Con la fede nasce in me anche il bisogno di pregare. Lo dico a Fiorella proponendole di farlo insieme. Con un po’ di vergogna, a luci spente, ciascuno ai due lati del letto, quella stessa sera preghiamo insieme per la prima volta». 20141105-03Fiorella:« Dopo dodici anni di traguardi, passi indietro, nuovi inizi e tanta gioia per l’amore nuovo che andava crescendo tra di noi, e per la nascita dei nostri due figli Maria Giovanna e Ivan, riceviamo la proposta di trasferirci in Honduras per sostenere la nascente comunità dei Focolari. Gesù chiedeva alla nostra famiglia di seguire Lui solo, lasciando concretamente casa, lavoro, parenti. A Tegucigalpa ci attende un mondo a noi sconosciuto, con costumi, lingua e cultura differenti, con la difficile realtà del popolo honduregno che bussa ogni giorno alla nostra porta». Andrea: «Impariamo il ‘farsi uno’ più profondo, immergendoci nelle loro vite in una forte esperienza di inculturazione. I frutti di evangelizzazione sono innumerevoli: vocazioni, matrimoni regolarizzati, famiglie ricomposte, ritorni a Dio, passi di fraternità fra persone di diverso ceto sociale. Dopo otto anni lasciamo una comunità costruita pezzo dopo pezzo sull’amore concreto che abbiamo cercato di donare, coinvolgendo anche i nostri figli che, nel frattempo, sono diventati tre. Mentre siamo in Honduras nasce, infatti, Juan Diego che abbiamo chiamato con questo nome in onore del santo a cui è apparsa la Vergine di Guadalupe, alla quale continuiamo ad affidare questo popolo così generoso che ci ha cambiato la vita». (altro…)

2017: Chiara Lubich e la famiglia

2017: Chiara Lubich e la famiglia

Scarica brochure con il programma Diretta streaming 11 Marzo 2017 16:00-18:30  (CET, UTC+1): http://live.focolare.org/FamilyHighlights/


Chiara Lubich_LoppianoDurante tutto il 2017, si realizzeranno vari eventi e iniziative in diversi Paesi del mondo. Un percorso di vita e pensiero in più tappe per mettere in luce il valore della famiglia nella prospettiva della “fratellanza universale”, testimoniando la ricchezza delle diversità culturali attraverso l’ideale dell’unità incarnato nella vita di famiglia. L’evento centrale si terrà a Loppiano dal 10 al 12 marzo 2017, dove sono previste circa 800 persone in rappresentanza da tutto il mondo. Le famiglie potranno immergersi pienamente nella realtà della cittadella internazionale dei Focolari e testimoniare il sogno di Chiara Lubich che raggiunge tutti i continenti. Al mattino, workshop per adulti, giovani ragazzi e bambini, realizzati in collaborazione con il Movimento parrocchiale, i Centri gen3 e gen4, AFNonlus e AMU. Nel pomeriggio l’incontro presso l’Auditorium, in diretta streaming, accoglierà alcuni esperti di tematiche familiari partecipanti al Seminario Culturale che si terrà presso l’Istituto universitario Sophia (10 -11 marzo). Da questo seminario di respiro universale prenderà il via il futuro Centro Studi sulla famiglia, con l’obiettivo di approfondire il contributo della spiritualità dell’unità per la famiglia nelle sfide di oggi. Tre le piste di contenuto che verranno approfondite:

  • “Famiglia: trama di rapporti dall’io al noi” (relazioni di coppia, con i figli, tra generazioni)
  • “L’amore: strumento e risposta alle criticità nella famiglia” (ferite, sfide, dolori: realtà di vita in un percorso di condivisione)
  • “Famiglia: risorsa creativa per il tessuto sociale di ogni popolo” (vita, reti di famiglie, solidarietà e accoglienza, impegno sociale e lavoro)

Logo_FN_Comunicato_sul_Sito-e1484300323575Nuovo logo: a 50 anni dalla fondazione, il Movimento Famiglie Nuove rinnova la sua immagine con un nuovo logo, in continuità e quale naturale evoluzione di quello precedente. Esso rappresenta un alberello, come segno di crescita della pianticella che negli anni ha portato i suoi frutti di vita donati alle famiglie nel mondo, alla Chiesa, per l’umanità. Una pianta robusta, nata e cresciuta dal seme dell’accoglienza. La famiglia infatti, aprendosi all’altro, contribuisce a far nascere e sviluppare semi di fraternità e di pace, ed è germoglio per una nuova società. Chiara Lubich (1920-2008), ha sempre avuto un’attenzione particolare per la famiglia e, con il prezioso contributo di Igino Giordani, scrittore e politico italiano, primo focolarino sposato, ha messo in risalto «il suo disegno ardito, bellissimo ed esigente», vedendo in essa «un’importanza enorme nella costruzione di un mondo di pace». Nel 1967 Chiara fonda il movimento Famiglie Nuove per tenere sempre acceso nelle case l’amore e quei valori tipici della famiglia e necessari all’umanità. Vedeva infatti nelle famiglie il canale ottimale per raggiungere i giovani che si preparano al matrimonio, le famiglie in difficoltà, divise, le persone in stato di vedovanza, i bambini abbandonati e tutte le situazioni di marginalità. https://www.youtube.com/watch?v=DFZW86NLhaA Per info www.famiglienuove.org famiglienuove@focolare.org tel. 069411565   (altro…)

Chiara Lubich: Famiglia, mistero d’amore

Chiara Lubich: Famiglia, mistero d’amore

famiglie 1[…] Quando Dio ha creato il genere umano, ha plasmato una famiglia; quando il Verbo di Dio è venuto in terra ha voluto nascere in una famiglia; quando Gesù ha iniziato la sua vita pubblica, stava festeggiando una nuova famiglia. Dio ha avuto talmente a cuore la famiglia, l’ha pensata come realtà di tale importanza da imprimervi la sua stessa impronta: essa, infatti, riflette la vita stessa di Dio, la vita della Santissima Trinità […].  Ma come ha concepito Egli la famiglia? Dio, che è amore, ha ideato la famiglia come un intreccio, un ingranaggio d’amore: amore nuziale fra gli sposi, amore materno, paterno verso i figli, filiale verso i genitori. Amore dei nonni per i nipoti, dei nipoti per i nonni, per gli zii e viceversa. Scrigno, dunque, gioiello, mistero d’amore la famiglia. Così Dio l’ha pensata, l’ha creata. E il Figlio suo, redimendo il mondo, ha sublimato tutto quest’amore naturale, di cui sono pregni i membri della famiglia, con l’amore divino che ha portato sulla terra, col fuoco che vuole dovunque sia acceso. Così, per esso, la famiglia è divenuta, oltre che la cellula prima dell’umanità da Dio creata, la cellula base della Chiesa fondata da suo Figlio. Per l’amore soprannaturale che la investe, per mezzo del battesimo e degli altri sacramenti, in particolare di quello del matrimonio, i componenti la famiglia sono infatti chiamati distintamente ed insieme al sublime e vertiginoso compito di edificarla come piccola chiesa, come “ecclesiola” […]. [Gesù] vuole che lo sposo non veda e non ami nella sposa solo colei con cui divide la vita, ma ami in essa Lui, Cristo stesso. Ritiene infatti fatto a sé quanto si fa a lei e viceversa. Gesù nella sposa e Gesù nello sposo vanno amati con la misura che Gesù richiede ed ha espresso con queste parole: “Amatevi come io vi ho amati” (Gv 13, 34).  Amatevi, cioè, fino ad esser pronti a dare la vita l’uno per l’altro. Se tutto il giorno i genitori avranno presente ciò, sia quando pregano o lavorano o si mettono a tavola, sia quando riposano o studiano, o ridono, o giocano con i loro figli…, tutti i momenti saranno buoni per testimoniare Dio. Leggi tutto: La famiglia e la preghiera Dall’intervento di Chiara Lubich al Congresso“Famiglia-società: radici nell’Assoluto per l’oggi dell’uomo”- Castel Gandolfo, 8 Aprile 1989.   (altro…)