Giu 11, 2021 | Focolari nel Mondo, Sociale
A quasi due anni dal forte terremoto, la comunità dei Focolari ringrazia tutti i donatori che hanno sostenuto il loro Paese in un momento di grande difficoltà. E la comunione dei beni non si ferma: le risorse in eccesso sono state inviate a chi ha dovuto affrontare nuove emergenze. Alle 3.54 del 26 novembre 2019 un forte scossa di terremoto colpisce la Repubblica di Albania, nell’area centro settentrionale. 52 le vittime e oltre 2 mila i feriti; numerosi i crolli e i danni. Oltre 4.000 persone devono lasciare la propria casa. Il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari si è attivato subito per andare incontro alle necessità del Paese. Durante i lavori preliminari sono state identificate 6 famiglie in stato di necessità, le cui abitazioni avevano subito danni tali da rientrare nel progetto di ricostruzione. A causa della pandemia i lavori hanno avuto forti rallentamenti, ma tutte le famiglie hanno potuto affrontare la stagione invernale in una struttura adatta. Ad oggi, per 5 case sono stati completati i lavori. L’unica famiglia che aspetta ancora di vedere la propria abitazione riparata è in attesa dei permessi necessari dal Comune.
Dopo la notizia del terremoto, molti membri dei Focolari nel mondo si sono attivati per andare incontro alle necessità della comunità albanese. Si è realizzata una grande comunione dei beni organizzata insieme ad AMU (Azione per un Mondo Unito) e AFN (Azione per Famiglie Nuove), raccogliendo donazioni da numerosi Paesi tra cui Italia, Germania, Svizzera, Austria e Australia. Sottolinea Francesco Tortorella di AMU: “Gli effetti si moltiplicano quando ci si muove insieme, non come singole organizzazioni o singole espressioni del Movimento dei Focolari, ma come unica realtà.” In tutto sono stati raccolti 53 mila euro, di cui 14 mila sono stati usati – e verranno usati – per i progetti di ricostruzione in Albania, compresi i lavori dell’ultima casa, che verranno svolti appena si otterranno i permessi. La parte restante è stata devoluta alle popolazioni indigene dell’Honduras, dopo la distruzione di campi e palafitte dei contadini, dovuta a due tifoni nel corso del 2020. “L’esperienza di reciprocità ha dunque coinvolto l’intero progetto – spiega ancora Francesco Tortorella – erano tutti d’accordo ad usare i soldi in più per questa nuova emergenza”. Una parte dei fondi è stata investita per la realizzazione di un corso sulle emozioni per giovani: dopo il terremoto e la pandemia vi era la necessità, soprattutto da parte dei ragazzi, di ricevere aiuto nella gestione dello stress e dell’angoscia. Sono 25 i giovani dai 14 ai 24 anni che vi stanno partecipando attualmente.
Elsa Cara, membro dei Focolari e commercialista a Tirana, la capitale albanese, racconta: “A causa del terremoto ho perso 7 cugini. È stata dura, ma ho voluto darmi da fare: grazie alle donazioni dei Focolari sono stata a Thumane, uno dei luoghi più colpiti dalle scosse. Essendo un paese prevalentemente musulmano, la comunità cattolica è molto piccola: ho deciso di andare lì tutte le settimane, per stare vicino ai bambini, tenendo un corso di catechismo. Inizialmente erano tutti sotto shock. Adesso sono un gruppo unito e felice di fare questo percorso e molti di loro si sono già battezzati. Tutto questo è stato frutto di una collaborazione tra i Focolari, la Chiesa locale e la Caritas.” Alfred Matoshi, avvocato a Tirana e collaboratore nel progetto di ricostruzione, ringrazia i donatori a nome di tutta la comunità dei Focolari in Albania: “Grazie perché sono loro che ci hanno permesso di andare incontro alle famiglie in difficoltà, ai bambini per strada senza casa, alle persone che piangevano dallo spavento. Grazie, non smettete di donare, dovunque ci siano necessità.”
Laura Salerno
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Gen 17, 2020 | Focolari nel Mondo
Il Movimento dei Focolari accanto ai tanti che hanno subito perdite e danni: “La persona col suo vissuto e le sue esigenze è al centro dei nostri sforzi. Ascoltare, accogliere, condividere è ciò che ci impegna in queste ore. Ma un grande sforzo servirà per pianificare la ricostruzione”. Non si ferma la solidarietà verso le vittime del terremoto che ha colpito l’Albania il 26 novembre 2019, causando 52 morti, oltre 2mila feriti e danni ingenti alle strutture. A due mesi circa dal sisma, iniziative di raccolta fondi, eventi commemorativi e interventi di aiuto sul territorio coinvolgono istituzioni, realtà ecclesiali e assistenziali. Passata l’emergenza, tutte le energie sono indirizzate a favorire il coordinamento delle forze in campo per pianificare e avviare la ricostruzione. Nell’incertezza del presente, grande conforto viene dal sentirsi parte di una famiglia, una rete allargata di persone che assicura supporto e vicinanza. Sta qui il cuore dell’impegno che vede in prima linea il Movimento dei Focolari. Abbiamo sentito Fabio Fiorelli, focolarino che vive e opera presso uno dei centri di Tirana.
Dalla notte del sisma, quali iniziative ha potuto realizzare il Movimento a sostegno delle persone colpite? “Alcuni di noi si sono messi in collegamento con la Caritas nazionale e diocesana collaborando a preparare vestiario e coperte da far arrivare a chi era fuori casa, e andando nelle strutture provvisorie di accoglienza per dare ascolto alle persone e far giocare i bambini. Su proposta delle famiglie appartenenti al Movimento, il 21 dicembre scorso abbiamo preparato un pomeriggio di festa natalizia per i bambini più piccoli – e non solo – con canti, giochi, il presepe ‘vivente’ e i doni di Babbo Natale: una pausa di serenità e di comunione per andare avanti. Inoltre, a Durazzo, una psicologa del Movimento, lei stessa con la casa sinistrata, collabora con una équipe che raggiunge villaggi periferici molto colpiti dal sisma, dove le persone vivono in tenda e mancano dei beni primari. A livello molto pratico, sono state censite le famiglie del Movimento che hanno subìto gravi danni alle loro case, nostri ingegneri hanno fatto sopralluoghi e sono state fatte analisi dei costi per sistemare le abitazioni”. Quali altre attività avete in programma? “E’ stato stilato un “progetto” con obiettivi e strategie da intraprendere in sinergia con l’Associazione Mondo Unito (AMU), che fa capo al Movimento, e siamo in attesa di poterne avviare la concretizzazione”. Fin dalle prime ore dopo il sisma, in piena fase di emergenza, Marcella Ioele, responsabile di uno dei centri dei Focolari di Tirana, insieme ad altri ha raggiunto Durazzo e le aree limitrofe per avviare i primi aiuti in coordinamento con la Caritas e la Chiesa locale e per dare supporto alle vittime. Le abbiamo chiesto quali esperienze l’hanno colpita nei colloqui con le persone sfollate: “Una giovane mi ha raccontato che all’inizio delle scosse, suo fratello, che era in casa con la famiglia, d’istinto è scappato per uscire dall’edificio, ma subito è tornato indietro per prendersi cura di loro. Questo gesto l’ha aiutata a capire che in questi momenti non deve pensare solo a se stessa ma a coloro che le sono accanto. Un’altra ragazza avrebbe voluto attivarsi per aiutare chi è in difficoltà, ma dovendo assistere la mamma anziana non poteva allontanarsi. Però – ci ha detto – poteva dare ascolto e consolazione ai tanti che passavano di lì, ed era felice perché sentiva di dare così il suo contributo”. Quali sono oggi i sentimenti prevalenti fra la popolazione? “Da un lato si riconosce come di fronte ai crolli ci siano delle responsabilità per chi ha autorizzato la costruzione di edifici non sicuri e si osserva l’impreparazione nella gestione dell’emergenza. Dall’altro la solidarietà manifestata nella fase iniziale dagli altri Paesi suscita l’auspicio che da qui possa ripartire un’Albania migliore. Vedere popoli, che fino a ieri erano separati da antichi odi, lavorare insieme è stato un segno di speranza. C’è grande gratitudine soprattutto verso i kosovari che si sono resi presenti in modo molto forte, quasi a voler ricambiare quell’amore che avevano ricevuto quando erano stati qui durante l’emergenza Kosovo. Alcuni di loro sono venuti a prendere delle famiglie per portarle nelle loro case. “Il terremoto – mi diceva un giovane – ci ha avvicinato gli uni altri come mai prima era successo”. Altri ci hanno detto di cogliere la presenza di Dio anche in questa realtà di dolore”.
Claudia Di Lorenzi
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Nov 29, 2019 | Focolari nel Mondo
La comunità locale dei Focolari e il Coordinamento Emergenze del Movimento, insieme con la Caritas e altre famiglie religiose, sono al lavoro per aiutare le persone colpite dal sisma. Nella notte tra il 25 e il 26 novembre scorsi, un forte terremoto ha colpito la costa settentrionale dell’Albania, nell’area della città di Durazzo. Ad oggi si contano almeno 47 morti, 600 feriti e migliaia di sfollati, ma sembrano essere molte le persone ancora sotto le macerie. Il sisma ha prodotto danni enormi, edifici crollati e centinaia di persone senza tetto, ed è stato avvertito in altre zone dell’Albania e della costa adriatica. La comunità locale dei Focolari è impegnata insieme alla Caritas Albania, alle Caritas diocesane, alle parrocchie e ad altre famiglie religiose nel mappare il territorio per censire case, scuole, chiese ed edifici danneggiati, e nel pianificare interventi coordinati. “Siamo insieme con la Caritas e le altre realtà e, come sempre, operiamo insieme” fanno sapere da Tirana. Una particolare attenzione è dedicata ai villaggi e alle aree lontane dai più grandi centri urbani – sconosciute ai media – che pure hanno subito danni significativi. “Creare ponti, favorire canali di comunicazione, mettere in rete esigenze e risorse – sottolineano – è una priorità condivisa”. Forme di sostegno concreto da parte del Movimento dei Focolari si attuano nel dare accoglienza alle famiglie e alle persone che non possono rientrare nelle loro case danneggiate, offrendo alloggio presso abitazioni di altre famiglie in zone non colpite dal sisma. Si offre anche la possibilità di effettuare una stima tecnica dei danni subiti. La presenza dei Focolari è tangibile poi nel prestare assistenza psicologica alle vittime del terremoto, che risentono anche dello stato di allerta continuo dovuto al perdurare delle scosse. Solidarietà è stata manifestata dai centri dei focolari in Macedonia e anche i giovani del Movimento si stanno attivando per portare aiuto. C’è la chiara consapevolezza che uno sforzo corale di coordinamento è la priorità di questi primi giorni di emergenza, mentre nei mesi futuri seguirà l’esigenza di strutturare un piano di ricostruzione. Anche Papa Francesco ha inteso esprimere la sua vicinanza spirituale e il suo paterno sostegno nei confronti delle persone e dei territori colpiti: “Sono vicino alle vittime, prego per i morti, per i feriti, per le famiglie – ha detto all’Udienza generale di mercoledì 27 novembre – Che il Signore benedica questo popolo a cui voglio tanto bene”. ________________________________________ Per chi vuole collaborare, sono stati attivati i seguenti conti correnti: Azione per un Mondo Unito ONLUS (AMU) IBAN: IT58 S050 1803 2000 0001 1204 344 Codice SWIFT/BIC: CCRTIT2T presso Banca Popolare Etica Azione per Famiglie Nuove ONLUS (AFN) IBAN: IT11G0306909606100000001060 Codice SWIFT/BIC: BCITITMM presso Banca Intesa San Paolo CAUSALE : Emergenza terremoto in Albania ——————————————————- I contributi versati sui due conti correnti con questa causale verranno gestiti congiuntamente da AMU e AFN. Per tali donazioni sono previsti benefici fiscali in molti Paesi dell’Unione Europea e in altri Paesi del mondo, secondo le diverse normative locali. I contribuenti italiani potranno ottenere deduzioni e detrazioni dal reddito, secondo la normativa prevista per le Onlus, fino al 10% del reddito e con il limite di € 70.000,00 annuali, ad esclusione delle donazioni effettuate in contanti. (altro…)
Dic 27, 2018 | Focolari nel Mondo
Venticinque anni di presenza dei Focolari in terra albanese “Noi che abbiamo seguito gli sviluppi del Movimento nel mondo e in Albania abbiamo notato la risposta concreta dei Focolari al bisogno di noi albanesi, alla nostra esigenza di unità”. Lo afferma Donika Omari, pubblicista e traduttrice albanese, di convinzioni non religiose, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’arrivo della spiritualità dell’unità nel ‘Paese delle aquile’. Una terra, quella albanese, che ancora soffre per divisioni sociali, regionali, ideologiche e religiose: nel Paese vi sono musulmani, con la presenza della confraternita religiosa sufi dei bektashi; cristiani, in maggioranza cattolici e ortodossi; e molte persone che non si riconoscono in un credo religioso. “Il messaggio di unità di Chiara Lubich che supera divisioni di qualsiasi tipo tra le persone – continua Donika Omari – è stato salutare per la nostra terra”.
Il primo focolarino arrivato in terra albanese fu Gigi Franco e giunse a Durazzo nel 1991, accolto da una famiglia. Poi l’arrivo di un secondo focolarino, l’apertura del focolare maschile a Tirana e, alcuni anni dopo, anche di quello femminile. Da allora è andata formandosi una comunità della quale oggi fanno parte cristiani, musulmani e persone senza un credo religioso. “Lo spirito del ‘farsi uno con il prossimo’, la fratellanza tra le persone senza distinzione di categoria sociale, razza, nazionalità, ideologia – spiega ancora Donika Omari – sono messaggi che mi hanno attirato fin dall’inizio in questo Movimento. Si sente tale bisogno per il nostro Paese dove vecchi e nuovi sconvolgimenti, hanno ostacolato la normalizzazione delle relazioni umane”. Un cammino che ha conosciuto anche momenti molto dolorosi, come la guerra in Kosovo nel 1999. Allora tutto il Movimento nel mondo si mobilitò per raccogliere aiuti, contribuire all’accoglienza di oltre 500.000 profughi ed intervenire, dopo la guerra, per la ricostruzione. Per i venticinque anni dei Focolari, a Tirana è stato realizzato un evento pubblico nell’Aula Magna dell’università cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” e si è presentata anche la traduzione albanese del volume di Chiara Lubich “Una via nuova”. Duecento i partecipanti con rappresentanze da Kosovo e Macedonia. Presenti il Nunzio Apostolico Mons.Charles Brown, l’arcivescovo della Chiesa cattolica Mons. Frendo, il vescovo Asti Bakallbashi della Cattedrale ortodossa di Tirana, il Prof. Shehu, musulmano, docente di Pedagogia all’Università di Skopje. “Questo anniversario è nel segno della continuità e dello sviluppo – dice Livio Brianza che ha vissuto nel focolare di Tirana per dodici anni –. Mi ha dato gioia vedere, nonostante la presenza invasiva del consumismo e l’ansia per un futuro precario che porta tanti a pensare di espatriare, l’attaccamento anche nei più giovani, ai valori familiari e sociali della società albanese”. La Presidente dei Focolari, Maria Voce, ha inviato un messaggio nel quale esprime alla comunità albanese dei Focolari l’augurio che: “alimentati e fortificati dal continuo amore reciproco contribuiate con accresciuto impegno a fare ‘risplendere d’oro’ le vostre città per la presenza sempre più intensa tra voi dell’amore degli Amori”. “Venticinque anni fa volevo cambiare il mondo – dice Madi Roço, albanese, esperta legale nelle legislazioni ambientali – era sicurissima che avrei visto il mondo unito con i miei occhi. Ho ancora lo stesso sogno, forte e chiaro. Vedere la ‘famiglia’ dei Focolari cresciuta e unita mi ha ‘armata’ di coraggio per andare avanti”.
Cristina Tomelleri
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Ago 20, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Quest’anno abbiamo tenuto il nostro Youth Camp a Mafikeng, in Sudafrica, proprio in contemporanea con il Genfest nelle Filippine, con partecipanti dello Zimbabwe, del Malawi, dello Zambia, del Lesotho e del Sud Africa. La presenza di giovani provenienti dai vari Paesi era già di per sé un segno visibile del nostro desiderio di superare i confini personali e culturali». Mafikeng (fino al 1980 Mafeking) è la capitale, nonché centro commerciale, della provincia del Nord-Ovest, fondata nel 1885 come avamposto militare britannico. Attualmente è una tappa importante sulla linea ferroviaria da Città del Capo a Zimbabwe. «È stato molto interessante e anche divertente scoprire quanto siano diverse le nostre culture e come sia possibile amarsi reciprocamente nelle nostre diversità. Ho imparato molte cose – scrive Teddy, dello Zambia – che non voglio tenere solo per me, ma voglio condividerle con i miei fratelli. Lo Youth Camp – è Nkosiphile dello Zimbabwe a dirlo – mi ha aperto gli occhi. Non vedo l’ora di mettere in pratica tutto ciò che ho imparato».
In contemporanea con la manifestazione delle Filippine anche quella svoltasi in Albania, con circa 120 partecipanti, cristiani, musulmani e non credenti, provenienti da varie parti e città dell’Albania, insieme a giovani di Skopije (Macedonia) e una giovane tedesca di Stoccarda. «Come un intreccio, passando dal locale al globale, abbiamo realizzato quattro workshop nell’ambito dell’economia civile, della cultura della legalità, oltre che su temi come i pregiudizi, i rapporti interpersonali e i social network, alla presenza di esperti italiani e albanesi. Abbiamo visitato delle case per persone disabili e per senza tetto, e conosciuto alcune realtà ecumeniche e interreligiose della capitale Tirana. La visita nella Cattedrale, accompagnati dal vescovo della Chiesa ortodossa di Albania, nella Moschea e presso il Centro Nazionale delle Chiese evangeliche sono stati seguiti da un “flash mob” realizzato da tutti i giovani al Parku Rinja, nel centro della città. Il Genfest è stato accompagnato da momenti di festa e di preghiera, in un clima di gioia. È servito a mettere in rete giovani del nord e del sud del Paese, a far sperimentare loro l’internazionalità delle nuove generazioni, di per sé portate a superare i confini. Una sua nota caratteristica è stata quella di lavorare insieme alla Chiesa in Albania nel percorso verso il Sinodo sui giovani, oltre che una tappa importante per riprendere molti rapporti con cristiani di altre chiese e con musulmani che ora vogliono proseguire in questo cammino di dialogo».
Bragança, nella parte nord orientale del Brasile, è la città dove si è svolto il Genfest per 300 giovani provenienti da diverse città dello Stato di Parà, che ospita una grande fetta del Parco nazionale dell’Amazzonia. «Molti di loro – scrivono – erano al primo contatto con la comunità dei Focolari. Nel programma, oltre a tanta musica, abbiamo incluso molte testimonianze, la visita e la partecipazione ad alcuni progetti sociali della città, come la Fazenda de la Esperança, un ospedale, un gruppo ecumenico, e altre attività che ci hanno aiutato a entrare nello spirito vero di questa manifestazione. Quindi abbiamo illustrato il “Mundo Unido Project” e la proposta di Manila, “Percorsi per l’unità”». Sulla sponda opposta dell’estuario del Rio delle Amazzoni, a Macapà, un altro Genfest ha accolto 140 giovani. «Un’esperienza unica, che abbiamo potuto realizzare grazie al supporto di tutti i membri dei Focolari, che ci hanno sostenuto fin dall’inizio. Nonostante le difficoltà, riteniamo che il nostro obiettivo sia stato raggiunto: “oltre ogni confine”». (altro…)