Ott 18, 2018 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il prossimo appuntamento con gli Amici di “Insieme per l’Europa” si terrà a Praga, terra degli “hussiti”, della “primavera di Praga”, della “rivoluzione di velluto”. La grande storia del popolo ceco farà da sfondo al dialogo tra i partecipanti. È una storia travagliata, caratterizzata da grandi risvegli idealistici e spirituali, dalla ricerca della giustizia e della verità, spesso però finiti con disillusioni fortissime. Questo è il caso dei tre momenti menzionati: il movimento hussita si è scatenato dopo la morte del sacerdote Jan Hus, bruciato sul rogo nel 1415, considerato dai suoi seguaci martire della verità; purtroppo le guerre seguenti, nelle quali non si trattava più della verità, ma del potere, hanno completamente devastato il Paese. Così anche, molti secoli dopo, nel 1968, gli attori principali della “primavera di Praga” con il grande sostegno ed entusiasmo di tutta la nazione – cosa mai vista prima – volevano installare un regime socialista “dal volto umano”, liberato da tutte le menzogne e crudeltà del passato recente; sfortunatamente questa speranza è stata distrutta sotto le ruote dei carri armati ed è finita nella rassegnazione generale. E poi la “rivoluzione di velluto” del 1989, che ancora tanti ci ricordiamo molto bene, è stata portata avanti dal motto del protagonista principale, Vaclav Havel: “L’amore e la verità devono vincere sopra la menzogna e l’odio”. Nessuno però si aspettava che sarebbe seguita una lotta così dura: i valori spirituali dei primi mesi, fortemente sentiti durante le manifestazioni popolari nelle piazze, pian piano si sono spenti, sostituiti dal pragmatismo della “tecnologia del potere”. La bandiera del Presidente della Repubblica ceca porta la dicitura “La verità vince”. Tuttavia dalla versione originale sono state tolte due parole: “La verità di Dio vince”. Siamo sicuri che la Sua verità vincerà alla fine della storia.

Jiři Kratochvil
“Insieme per l’Europa” vuol dare un contributo per costruire l’unità tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Che ruolo ha la Cechia? La Cechia è un Paese molto secolarizzato. La maggioranza della popolazione non vuole identificarsi con una Chiesa. Ma, sorprendentemente, il numero degli atei dichiarati diminuisce. Tra la gente, i giovani e gli intellettuali, esiste una fortissima sensibilità verso i valori spirituali e culturali. Lo ha dimostrato il modo caloroso con cui, nel 2009, Papa Benedetto XVI è stato accolto a Praga. I laici secolarizzati, con tratti e lineamenti diversi, si trovano in tutte le parti dell’Europa. La Cechia potrebbe diventare un piccolo “laboratorio” di dialogo. Pensando al futuro dell’Europa quali ulteriori sfide si presentano per raggiungere l’unità? Si dice che ogni nazione – e questo vale anche per un continente – vive di quelle idee dalle quali è nata. Basta ricordarsi da dove è nata l’Europa: da Gerusalemme (fede), da Atene (ragione) e da Roma (diritto). Su queste fondamenta è cresciuta la sua grandezza e ricchezza culturale, spirituale e materiale. Oggi stiamo per affrontare la situazione di una migrazione di popoli, simile a quella dall’inizio del Medioevo: la sfida più grande consiste nel saper convivere con l’alterità dei nuovi arrivati. Non dobbiamo illuderci: l’Europa, come la conosciamo, prima o poi sparirà, anche per motivi di crescente denatalità. Noi cristiani dobbiamo essere la “minoranza creativa”, dobbiamo tornare alle radici della nostra tradizione e a tutti i valori che ne sono nati. Su questa base spirituale, chiedendo sempre la grazia di Dio, possiamo cercare una nuova unità nella nuova Europa. Jiři Kratochvil, nato nel 1953, laureato in economia a Praga, ha lavorato nel settore finanziario di varie amministrazioni statali. Dopo la caduta del comunismo ha aiutato la Caritas a rinnovarsi. Vissuto in Canada, Italia e Germania, oltre che in Cechia e in Slovacchia, attualmente lavora a Praga come traduttore per la Conferenza episcopale ceca. Fonte: together4europe.org (altro…)
Ott 8, 2018 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Si sente l’urgenza dell’ evangelizzazione e si capisce come la musica può avere in essa un grande impatto», afferma Nancy Uelmen, compositrice e cantante del Gen Verde International Performing Arts Group, partecipante al convegno per conto del gruppo musicale del Movimento dei Focolari. Il convegno di tre giorni promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura, guidato dal Cardinal Gianfranco Ravasi, aveva come titolo “Chiesa e Compositori: Parola e Suoni”. Oltre i vari relatori, erano presenti circa 110 iscritti in rappresentanza di diverse conferenze episcopali e istituti accademici di tanti paesi, tra cui alcuni compositori. La riflessione ha avuto inizio con “Musica e Parola”, mettendo l’accento sulle questioni della memoria, della intelligibilità e del significato; quindi “Musica e Vangelo”, che ha permesso di presentare alcune esperienze di vita personali e comunitarie e l’impatto dei differenti stili musicali e compositivi; infine “Musica e Strumenti”, di carattere più tecnico e incentrato sui diversi suoni, culminando con la voce umana. 
Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Si è anche parlato del grande bisogno che c’è di evangelizzare con la musica, al di fuori dell’ambito liturgico», ricorda Uelmen. “È l’ora del coraggio espressivo”, diceva il compositore mons. Marco Frisina, direttore del Coro della Diocesi di Roma. «A me – racconta Nancy – è stato affidato un workshop nel secondo giorno che ho intitolato “Spiritualità e Composizione nella Nuova Evangelizzazione”. Ho voluto dare uno sguardo sulla situazione dei giovani oggi e la chiamata che sentiamo di “uscire alle periferie” attraverso i nostri progetti “Start Now”, per raggiungere in particolare i più svantaggiati. Ho anche dato alcuni spunti su come la spiritualità dell’unità mi (e ci) aiuta a passare dall’IO al NOI nel processo di composizione, illustrando questo processo con alcuni dei nostri brani più recenti». 
Foto: Pontificio Consiglio della Cultura
«Nel pomeriggio – è sempre Nancy Uelmen che parla – c’era uno spazio dedicato ai Movimenti ecclesiali, con una tavola rotonda aperta a tutti i partecipanti del convegno. Eravamo in tre a parlare: Luciana Leone, del Rinnovamento nello Spirito, il compositore Pippo Molino di Comunione e Liberazione ed io, rappresentando i Focolari. Abbiamo potuto parlare dei nostri approcci e prospettive sulla vita musicale nella Chiesa; quella liturgica, ma anche in altri campi. Ho fatto un breve intervento sul ruolo della musica nel Movimento, e poi ho raccontato più specificamente l’esperienza che portiamo avanti come Gen Verde, facendo musica per e con i giovani». «Oltre le importanti esposizioni di personalità internazionali della musica nella Chiesa, ci sono state tante occasioni di scambi e di dialogo con i vari partecipanti. In particolare con alcuni rappresentanti dei movimenti e associazioni, con i quali si condivideva il desiderio di collaborare di più tra di noi. Si avvertiva, infatti, il bisogno di “uscire” insieme per andare verso quelli che non si avvicinano alla chiesa e, attraverso la musica, crediamo che si può fare molto». Il convegno si è concluso ad Assisi con un Concerto nella Basilica superiore, nel contesto del Premio «Francesco Siciliani», concorso internazionale per una composizione di musica sacra, eseguito dal St. Jacob’s Chamber Choir, Stoccolma, diretto da Gary Graden. E’ prevista la pubblicazione degli Atti del Convegno. di Gustavo Clariá Il programma Intervento di Nancy Uelmen (altro…)
Set 26, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L’evento ha visto la partecipazione di vari onorevoli della Repubblica italiana e del Parlamento europeo, ambasciatori e diplomatici, docenti e intellettuali, ma soprattutto tante persone che hanno conosciuto Giordani, sia dal vivo che attraverso i suoi scritti. Promosso dal Movimento dei Focolari con il centro Chiara Lubich, il centro Igino Giordani e il movimento politico per l’unità, da anni ormai facoltà universitarie dei cinque continenti, molte associazioni ed enti locali sostengono e condividono il progetto culturale, sociale e politico di cui l’incontro tra la Lubich e Giordani di 70 anni fa costituisce una tappa fondamentale. Per questo motivo possiamo dire che l’incontro che si è tenuto a Roma è espressione di una lunga collaborazione e sinergia di tanti soggetti. In apertura del convegno il moderatore, Donato Falmi, corresponsabile del Movimento dei Focolari di Roma, ha letto il messaggio di saluto da parte della Presidenza della Repubblica Italiana alla Presidente dei Focolari, Maria Voce: “…nell’esprimere l’apprezzamento per questa iniziativa, volta a tenere vivo l’esempio di uomini e donne che si sono adoperati per promuovere i valori universali della pace, della fratellanza e della solidarietà, il presidente Mattarella invia a Lei e a tutto il movimento dei Focolari i più cordiali saluti e auguri”. Il Movimento politico dell’unità è una rete di politici e istituzioni di tutto l’arco parlamentare, pertanto è stato chiesto a un senatore e a un deputato – l’uno della maggioranza e l’altro dell’opposizione – di fare un breve saluto iniziale. “Ho avuto la fortuna di conoscere Igino Giordani perché fin da giovane – afferma Steni Di Piazza, senatore di Palermo – ho conosciuto i giovani dei Focolari, i Gen, e con loro partecipavamo ai congressi di formazione. E così nel luglio del 1979 conobbi Igino Giordani; lui mi disse che quando conobbe Chiara avvertì una cosa nuova. Dopo tanti anni capì che con quella sua frase Giordani si riferiva alla politica nella collaborazione fraterna e nella dignità di tutti i componenti. Ed è forse dopo quel colloquio con Igino che è iniziata a crescere in me la vocazione della politica”. “Questo è un bel momento di confronto per ricordare e per provare a rimettere al centro quei valori che segnarono quel 18 settembre di 70 anni fa – ribadisce Stefano Fassina, deputato di Roma – Io faccio politica a tempo pieno da 7 anni, ebbene il titolo di questo convegno mi fa pensare che la vocazione, se è maturata, viene da una fase di riflessione. La politica come vocazione, dovrebbe essere sentita e vissuta da ogni cittadino, perché il cittadino è chiamato a farsi carico del bene pubblico”.
Tornando a quel 18 settembre di 70 anni fa, ci chiediamo cosa potesse essere successo nel parlamentare Giordani. Ce lo spiega lui stesso nello scrivere le sue Memorie, dove dedica uno spazio significativo all’incontro con Chiara: “alle prime parole della signorina avvertì una cosa nuova. C’era un timbro di una convinzione profonda e sicura che nasceva da un sentimento soprannaturale. Perciò di colpo la mia curiosità si svegliò e un fuoco dentro prese a vampare…”. Chiara a quell’incontro porta con sé l’Ideale dell’unità. “A lui racconta semplicemente l’avventura divina iniziata pochi anni prima a Trento, che vede già il sorgere di una nuova comunità cristiana – afferma Maria Voce nel suo intervento -. Fin dagli inizi le prime focolarine e i primi focolarini si nutrono della Luce di questo Ideale. Così Igino Giordani, che Chiara alimenta spiritualmente giorno dopo giorno anche attraverso una fitta corrispondenza”. Giordani era l’uomo di punta all’epoca nel cattolicesimo politico. Faceva vita non solo in Parlamento ma anche in Vaticano. Ma l’incontro con Chiara lo trasformò in profondità. “Scoprì in modo nuovo l’unità, come principio e valore delle relazioni umane, soprattutto quelle politiche – afferma il politologo Alberto Lo Presti -. Comprese cioè che tutte le parziali verità che finora aveva creduto decisive per fare una buona politica, si compivano nell’unità. (…) L’unità è il vessillo della sua vocazione politica”. Rocco Pezzimenti, professore di storia delle dottrine politiche all’università Lumsa di Roma ci ricorda due pubblicazioni di Giordani: la prima, uscita nel 1949 dal titolo Disumanesimo, e la seconda (uscita negli anni 60) dal titolo le due città, entrambe di una profondità rara e anche profetica “Tramite il filosofo Sant’Agostino, il Giordani vuole dare una visione diversa della politica, cioè una politica interiorizzata, meditata. Dice chiaramente che da Agostino ha preso una caratteristica fondamentale: la politica non è un fatto improvvisato. Quello che accade in politica lo maturano prima interiormente, e poi esteriormente”. “In uno dei vari incontri che ho avuto con Chiara Lubich – ribadisce il senatore Edo Patriarca – mi disse che il Movimento dei Focolari e lo scoutismo hanno molti punti in comune. Il fondatore dello scoutismo intuì che c’era una vocazione che veniva declinata su due fronti: il compito di un’esperienza educativa è quella di costruire buoni cittadini e buoni cristiani. E questa fede nell’agire politico me la sono portata dentro in questi miei anni di vita politica”. “Se c’è un tema che oggi dobbiamo provare a riflettere partendo da quell’incontro fra Igino e Chiara – ricorda Marina Sereni ex vice presidente della Camera dei Deputati – è proprio l’unità nella politica di oggi. E la politica è vocazione se al centro c’è il Bene Comune, con dei valori che non sono proprietà di una parte, ma che puntano all’unità”. Le fa eco l’on. Beatrice Lorenzin ex ministro della Salute affermando come “Igino e Chiara siano stati due maestri nella storia della repubblica italiana e che hanno dato vita a qualcosa di straordinario. Essere impegnati oggi in politica non è facile. Abbiamo bisogno di quei punti di riferimento che ci aiutino a fare un’analisi non ipocrita, ma viva”. Spazio infine a quattro testimonianze. “La prima volta che ho sentito parlare di Giordani è stato nell’estate del 1946 – ricorda l’on. Rosa Russo Iervolino – quando i miei genitori erano stati eletti nell’assemblea costituente. Gli interventi in aula di Giordani erano sempre rispettosi nei confronti degli altri ma al contempo duri nel far emergere la verità. Giordani era talmente umile che quasi quasi l’umiltà nascondeva l’intelligenza; ma l’intelligenza era talmente vivace che spuntava fuori da un’altra parte”. A seguire l’intervento di Patience Lobe, prima donna in Camerun ad aver assunto la carica al Ministero di direttore dei lavori pubblici: “ho imparato dalla spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari la coerenza fra la vita e le parole, l’importanza di amare e di servire gli altri. Questa spiritualità ha impregnato tutta la mia vita. Avere come modello una donna, Chiara, mi ha dato forza e coraggio, senza scendere mai a compromessi. Chiara ha aperto la mia anima e intelligenza al Vangelo”. A concludere Luca Basile presidente del consiglio comunale ad Arzano in provincia di Napoli: “grazie ai Focolari ho potuto vivere delle esperienze significative come scambio culturale e come stimolo al mio impegno politico sul territorio. I miei due predecessori si sono dimessi perché il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazione mafiosa. Potete ben capire quanto sia difficile operare in un territorio del genere ma non si perde la speranza quando si hanno Chiara e Igino come degli esempi da seguire”. Ma è attuabile tutto quello che si è detto oggi in questo convegno, pensando a quello che sta vivendo il nostro Paese (Italia) e l’umanità? La risposta sta nel “farci carico di quello che vive il Paese e l’umanità – risponde Letizia De Torre, coordinatrice internazionale del Movimento politico per l’unità –. Quest’epoca di grande disordine mondiale, che possa fare un salto in avanti proprio verso l’unità, grazie all’Ideale di Chiara. L’augurio è che questo nostro impegno possa offrire possibilità sorprendenti”. Lorenzo Russo Guarda la differita (altro…)
Set 26, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Con gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti; Carlo Petrini, fondatore di Slow food; i giornalisti Antonio Maria Mira (Avvenire) e Giuseppe Frangi (Vita); la cooperativa La Paranza di Napoli; il senatore Steni di Piazza; Angelo Moretti, direttore Consorzio Sale della Terra; Claudio Vanni,Unicoop Firenze; Jean Renè Bilongo; Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil; il magistrato della DDA di Bari Giuseppe Gatti. La nona edizione di LoppianoLab dal titolo: Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ‘68 si apre sabato mattina con il focus “Perché il lavoro non finirà”. Il lavoro e le straordinarie trasformazioni che lo hanno investito, tra innovazione tecnologica, globalizzazione con la circolazione senza limiti di capitali e merci, disoccupazione e precariato sarà al centro del confronto tra Carlo Petrini, fondatore e anima portante di Slowfood, l’economista Alessandra Smerilli, e alcuni rappresentanti della Cooperativa sociale La Paranza, impegnata a creare lavoro nel Rione Sanità di Napoli. In un periodo particolarmente buio per la forte crisi del mondo del lavoro, con la ricomparsa del fenomeno inaccettabile del lavoro servile, occorre ascoltare persone capaci di inventare e di narrare storie nuove, positive, in grado di tessere e di rafforzare legami sociali. I LABORATORI ECONOMICI DI LOPPIANOLAB: A seguire, un variegato programma di nove laboratori: in un dialogo partecipato tra esperti, cittadini, imprenditori, giovani, politici e giornalisti si parlerà di lavoro e delle tante questioni ad esso connesse: reddito di cittadinanza, legalità e caporalato, alternanza scuola-lavoro, consumo responsabile, democrazia economica, conciliazione lavoro-famiglia. Si metteranno a fuoco idee, iniziative, buone pratiche e progetti per rilanciare il Paese, alimentare la speranza e salvaguardare la coesione sociale: Sabato 29 settembre 10.45 – 11.15 Prophetic Economy a cura di Luigino Bruni, coordinatore internazionale progetto EdC 11.15 – 12.45 Lavoro, giovani, Centri per l’impiego e reddito di inclusione/di cittadinanza Con Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità; senatore Steni di Piazza; on. Stefano Lepri; Marco Revelli, sociologo; Alessandra Smerilli, economista; Livio Bertola, presidente AIPEC Alternanza scuola-lavoro. Beatrice Cerrino, docente; Giuseppe Pintus, consulente del lavoro; Pietro Comper, imprenditore Laboratorio sui talenti. a cura della Costituente EdC Giovani 10.45 – 12.45 Spezzare le catene del lavoro servile. Alle radici dell’impegno per la dignità umana. La filiera da bonificare in agricoltura per sconfiggere il fenomeno del caporalato. Dall’azione sui campi al sistema della grande distribuzione organizzata. Con Antonio Maria Mira, capo redattore e inviato speciale del quotidiano Avvenire; Angelo Moretti, direttore generale Consorzio Sale della terra Benevento, autore con Nicola De Blasio e Gabriella Giorgione del libro “L’Italia che non ti aspetti” (Città Nuova); Jean Renè Bilongo, Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil; Giuseppe Gatti, magistrato, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, autore con Gianni Bianco del libro di Città Nuova “Alle mafie diciamo NOi”, Claudio Vanni di Unicoop Firenze. Coordina Carlo Cefaloni giornalista Città Nuova 16.30 – 17.30 L’Italia può diventare un Paese a misura dei giovani? Le promesse del ‘68 e le paure del presente con Stefano Zamagni, economista 17.45 – 20.00 Consumo responsabile e democrazia economica Coop.fi di Figline Valdarno a cura della Costituente EdC Giovani Domenica 30 settembre 10.30 – 11.30 Famiglia come palestra di un’economia nuova con Emma Ciccarelli, vice presidente Forum associazioni familiari Incontro sul mestiere dell’economista di comunione/civile con gli economisti Luigino Bruni, Vittorio Pelligra 11.30 – 12.30 plenaria: Il lavoro di domani sarà bello con Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale. Modera Francesca Giglio, imprenditrice e Costituente EdC Giovani. Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – 347.4554043 – 339.7127072 – ufficiostampa@cittanuova.it Tamara Pastorelli – 338.5658244 – 335.6165404 – ufficio.comunicazione@loppiano.it Web: www.loppianolab.it – Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab
Set 9, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale

Maurizio Certini, direttore del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira.
Giovani universitari, provenienti da tutto il mondo. È particolarmente a loro che si dedica il Centro La Pira, cercando di rispondere alle nuove sfide poste dal mondo delle migrazioni. Come valorizzate il sogno che muove questi giovani a venire a studiare in Italia? Sono ragazzi e ragazze con un “potenziale umano” preziosissimo, che possono diventare “ponti” di buone relazioni culturali, economiche e politiche, tra Paesi. Accoglierli e sostenerli era il sogno del Card. Benelli, che volle istituire per loro un Centro diocesano internazionale, intitolandolo al prof. Giorgio La Pira, promotore di pace nel mondo intero e per tanti anni sindaco di Firenze, di cui si è appena concluso l’iter canonico del processo di beatificazione. Era il 1978, appena quattro mesi dopo la sua morte, quando Benelli si rivolse a Chiara Lubich per chiedere la disponibilità di alcune persone del Movimento per avviare questa esperienza. Le scrisse: «[…] Molti giovani si sono ritrovati soli, nel più impressionante disagio e amaro disorientamento. Vogliamo servirli, conoscerli, fare che si sentano accolti, porci al loro fianco, rispettandoli e aiutandoli in tutto, stabilire con loro un dialogo che coinvolga la nostra realtà di uomini. Se sono musulmani, li aiuteremo a esserlo meglio, se ebrei ad essere ebrei. Vogliamo offrire loro un servizio che tonifichi l’anima e con finezza cristiana li ponga nel rispetto della loro dignità».
Qual è la situazione quarant’anni dopo? Le condizioni di vita degli studenti universitari stranieri, meritevoli ma con pochi mezzi, sono sicuramente migliorate, grazie all’esonero dalle tasse e alla messa a disposizione di alloggi e mense. Ma il percorso formativo resta, per molti, una corsa a ostacoli: la lontananza da casa, la necessità di mantenersi da soli, la difficoltà di studiare in un contesto culturale poco noto, la burocrazia, le sirene del consumismo. Chi conosce le storie di tanti di questi ragazzi rimane colpito dal loro coraggio, dall’esempio di fortezza nelle prove e di resistenza nelle difficoltà. I problemi più seri si manifestano al secondo o al terzo anno quando, anche se volenterosi e motivati, non riescono a conseguire i crediti necessari per rimanere nelle residenze universitarie. Per loro si apre all’improvviso una voragine, e può essere l’avvio di un processo deprimente, che porta all’abbandono dello studio e all’infrangersi di un sogno. Negli anni, quanti giovani sono transitati dal Centro? Numerosissimi. Si è cercato di far fronte con entusiasmo a tanti bisogni, cercando soluzioni, dando loro speranza. Molti, delusi e scoraggiati, sono riusciti a riprendere in mano la propria vita, completando il percorso di studio. L’esperienza universitaria all’estero rappresenta una singolare occasione culturale e professionale. Ma occorre una speciale attenzione per adeguare con creatività l’impegno istituzionale e associativo, che deve essere coordinato e attento alle differenze culturali e religiose, ponendo al “centro” gli studenti, per accompagnarli integralmente nel loro cammino.
Un’associazione sostenuta prevalentemente dal volontariato può incidere sulla società e sulla politica? Giorgio La Pira fece sue le parole di un grande architetto rinascimentale, Leon Battista Alberti: «Che cos’è la città? È una grande casa per una grande famiglia». Oggi il mondo è una città globale. Con la nostra azione, guardiamo alle città del mondo attraverso gli sguardi e le storie dei numerosi “ospiti”, aprendoci alla reciprocità. In italiano, “ospite” è colui che accoglie, ma anche colui che è accolto. Al Centro cerchiamo di generare comunità, consapevoli di trovarci in un contesto sociale sempre più plurale, che necessita di persone aperte al dialogo, capaci di reciproca integrazione. Oggi il bisogno sociale di comunità è fortissimo: il mondo è di corsa, spesso alienato, crescono le sopraffazioni, le falsità, il sospetto, la paura. Il nostro piccolo “campo di gioco” si dilata ogni giorno a livello cittadino, nazionale, internazionale: siamo convinti che si vince solo se si genera comunità, volendo costituire la società come un corpo civile, ponendo al centro la persona umana con la sua dignità. Chiara Favotti (altro…)