Il 29 giugno 1967 papa Paolo VI aveva invitato il Patriarca Athenagoras a inviare a Roma qualche rappresentante. Da allora i responsabili delle due Chiese si scambiano visite: il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, viene a Roma una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, e qualche volta รจ venuto il Patriarca stesso, mentre il 30 novembre, giorno di Sant’Andrea, va al Patriarcato una delegazione del Vaticano a nome del Papa. San Pietro, vescovo di Roma, e Sant’Andrea, secondo la Tradizione, fondatore della sede episcopale di Costantinopoli, erano fratelli, queste visite sono un richiamo per queste due Chiese che si vedono sorelle a impegnarsi per la riconciliazione e rafforzare i vincoli di solidarietร .
In questa festa che ha quindi anche un valore nel cammino di unitร tra le Chiese, pubblichiamo un video con alcune impressioni raccolte a conclusione del Convegno dal titolo Called to hope โ Key players of dialogue (Chiamati alla speranza, protagonisti del dialogo) promosso dal Centro Uno, la segreteria internazionale per lโunitร dei cristiani del Movimento dei Focolari, al quale hanno partecipato 250 persone di 40 Paesi e 20 Chiese cristiane, con oltre 4000 nel mondo che hanno seguito lโevento via streaming.
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Provengo da un contesto familiare di divisione, sono nata dalla relazione extra-coniugale di mio padre. Per questo lui ha tenuto segreta la mia esistenza e, per molto tempo, ho sperimentato, soprattutto da bambina, un temporaneo abbandono da parte sua.
Sentivo che la mia storia aveva qualcosa che rimaneva come oscuro. Quello che non sapevo era che Gesรน avrebbe iniziato un processo di conversione radicale nella vita di mio padre, che lo avrebbe portato a diventare un pastore pentecostale.
La mia storia e il senso di abbandono avrebbero potuto senza dubbio essere un motivo per allontanarmi dalla fede. Tuttavia, non รจ quello che รจ successo. Di fronte all’esperienza dell’abbandono, non potevo che interrogarmi su quell’amore che, anche di fronte al dolore di una bambina, aveva raggiunto la vita di mio padre. A volte mi chiedevo: โChe tipo di amore รจ questo, capace di attraversare il dolore che sto provando?โ. A 16 anni, durante una crociera per il diploma della scuola, ho trovato quell’amore. Una sera, seduta in cima alla nave, la voce del Signore ha parlato chiaramente al mio cuore: โNon sei nata per fare quello che fanno i tuoi amici, Mayara, tu sei miaโ. Grazie a ciรฒ che รจ iniziato lรฌ, sono diventata una giovane pentecostale convinta.
A 19 anni sono entrata alla Pontificia Universitร Cattolica di San Paolo (Brasile) per studiare teologia. In una storia che solo lo Spirito puรฒ scrivere, sono diventata presidente del Centro accademico e della Commissione studentesca di teologia dello Stato di San Paolo. Ero molto amica di alcuni seminaristi, e ho avuto contatti con varie diocesi, ordini religiosi, alcuni i sacerdoti visitavano spesso la mia casa. All’inizio mia madre scherzava: โNon avrei mai immaginato di avere cosรฌ tanti sacerdoti in casa mia, Mayaraโ.
Per mezzo di questa esperienza ho deciso di scrivere la mia tesi finale sull’unitร dei cristiani, ma quando ho iniziato a pensare a quale strada intraprendere, sono successe molte cose che mi hanno portata a riflettere sulla mia storia familiare; ho attraversato un profondo processo di perdono e riconciliazione. E cosรฌ, mentre perdonavo, scrivevo. In ogni momento, la mia memoria mi ricordava quanto potesse far male avere una famiglia divisa, ma รจ stato in questi momenti che il Signore mi ha anche chiesto: โE la mia famiglia, la Chiesaโ? Potevo, ed ho sentito che era necessario, unire il mio abbandono a quello di Gesรน.
“Ho deciso di scrivere la mia tesi finale sull’unitร dei cristiani (…) e sono successe molte cose che mi hanno portata a riflettere sulla mia storia familiare; ho attraversato un profondo processo di perdono e riconciliazione”.
Nella foto: Mayara durante il Congresso Ecumenico a Castel Gandolfo nel mese di marzo 2025
Partendo dal patrimonio comune della Sacra Scrittura, ho concluso questa sofferta tappa scrivendo sul tema: โLo Spirito e la Sposa dicono: vieni! La figura della Sposa come risposta profetica all’unitร della Chiesaโ. ร stato questo passo a condurmi al dialogo cattolico-pentecostale: alla Commissione per l’unitร Rinnovamento carismatico cattolico- SP e alla Missione Siamo uno. Fondata da laici nel contesto di una comunitร cattolica (Coraรงรฃo Novo-RJ), la Missione Siamo uno si basa su una lettera di intenti firmata da leader cattolici ed evangelici nella quale si definiscono i quattro pilastri del cammino di dialogo: rispetto delle identitร confessionali, ecclesialitร , non proselitismo e cultura dell’incontro. Nel calendario ufficiale della cittร di Rio de Janeiro c’รจ perfino una settimana intitolata โSettimana Siamo unoโ e siamo stati sorpresi di ricevere il riconoscimento di Patrimonio culturale e immateriale. In pratica, la Missione riunisce leader evangelici, cattolici e pentecostali con uno scopo comune: proclamare l’unitร dei cristiani. Il dialogo teologico รจ stato reso possibile dalla creazione di un Gruppo di lavoro (GdL) cattolico-pentecostale nazionale. Il suo obiettivo รจ riflettere teologicamente e pastoralmente sull’esperienza carismatico-pentecostale, a partire dalla realtร latino-americana. Recentemente abbiamo pubblicato il primo rapporto, frutto dei nostri incontri, sui doni dello Spirito Santo. Nel 2022 รจ iniziato il lavoro della Missione Giovani Siamo uno, un gruppo in cui mi trovo totalmente coinvolta con tutto il mio cuore e il mio servizio. Per questi motivi, vedo la MissioneSiamo uno come un segno di speranza. In primo luogo, per tutta la comunione che ho sperimentato e, in secondo luogo, perchรฉ la mia storia personale si intreccia senza dubbio con essa.
Incaricati di essere โpellegrini della speranzaโ, vorrei concludere questa condivisione con una frase che mio padre dice quando racconta la storia della nostra famiglia. Ripete innumerevoli volte che รจ nata tra dolori e ferite, ma inondata dall’amore infinito di Dio: โla tribolazione รจ diventata vocazioneโ. Quando mio padre intravede questa realtร , cita sempre la lettera di S. Paolo ai Romani: โDove abbondรฒ il peccato, sovrabbondรฒ la grazia di Dioโ (Rm 5,20). Parafrasando questo testo biblico, in questa โSettimana di preghiera per l’unitร dei cristiani 2025โ, nell’anno del Giubileo e della celebrazione di tanti anniversari importanti come il Concilio di Nicea, mi dร coraggio e mi fa pensare che: in mezzo a tante ferite abbondanti lungo la storia della Chiesa, Dio fa certamente sovrabbondare la sua speranza.
Molto giร si รจ detto e si dirร ancora sullโimportanza ecumenica dellโanno 2025. Il 1700ยบ anniversario del Concilio di Nicea รจ solo uno โ anche se fondamentale – dei vari anniversari importanti per tutta la cristianitร che ricorrono questโanno. Perchรฉ รจ fondamentale ricordare Nicea ancora oggi? Qual รจ la sua attualitร ? Per capirlo bene dobbiamo fare un salto indietro nel quarto secolo.
Nel 313 lโimperatore Costantino concordรฒ di dare libertร di culto ai cristiani ponendo fine alle persecuzioni religiose in tutto lโimpero. Piรน tardi, nel 324, Costantino diventรฒ autoritร massima di tutto lโimpero, di occidente e oriente, ma capรฌ che una controversia dottrinale rischiava di scombussolare la pace nel territorio. Decise dunque di convocare un Concilio di tutta la Chiesa per dirimere la questione; lui era, infatti, cosciente che si trattasse di una questione religiosa, ma era anche convinto che lโunitร religiosa fosse un fattore importante per la stabilitร politica. A Nicea arrivarono dai 250 a 318 vescovi da tutte le parti dellโImpero. Lo scopo principale era quello di difendere e confermare la fede e la dottrina tramandata dagli apostoli sulla Persona divina e umana di Gesรน Cristo, contro unโaltra dottrina che serpeggiava tra i cristiani, ossia il pensiero del presbitero Ario di Alessandria dโEgitto e dei suoi sostenitori, che affermavano che Gesรน Cristo non era Dio da sempre ma la prima piรน sublime creatura di Dio.
Porta di Costantinopoli (Cittร antica di Nicea)Porta di Lefke (Muraglia di Nicea)
ร comprensibile che un tale mistero, cioรจ della persona di Gesรน Cristo, rappresentasse una sfida per lโintelligenza umana. Ma allo stesso tempo era piรน forte la testimonianza degli apostoli e di tanti cristiani capaci di morire โpur di difendere questa fede. Perfino tra i vescovi accorsi al Concilio molti portavano ancora i segni delle torture e delle sofferenze subite per tale ragione.
Cosรฌ quel Concilio definรฌ la fede su cui si basa il cristianesimo e che tutte le Chiese cristiane professano, il Dio rivelato da Gesรน Cristo รจ un Dio unico ma non solitario: Padre, Figlio e Spirito Santo sono un unico Dio in tre Persone distinte che esistono da sempre.
Ricordare Nicea oggi รจ dunque di grande importanza e attualitร : un Concilio che ha messo le basi per la struttura sinodale della Chiesa, di cui oggi ricerchiamo maggiore concretizzazione; un Concilio che ha unificato per tutta la Chiesa il giorno della celebrazione della Pasqua (secoli piรน tardi – fino ad oggi – con il cambiamento di calendari, la data รจ poi diventata diversa per le Chiese dโoccidente e dโoriente) e che ha fissato i punti cardini della fede cristiana. In particolare, questo ultimo punto ci interpella oggi in maniera forte. Forse la tendenza di non credere alla divinitร di Gesรน Cristo non รจ mai sparita del tutto. Oggi per molti รจ piรน facile e comodo parlare di Gesรน privilegiando le sue prerogative umane di uomo saggio, esemplare, profeta piuttosto che crederlo Figlio unigenito di Dio, della stessa sostanza del Padre.
Iznik, l’antica Nicea, oggi รจ una piccola cittร della Turchia
Dinanzi a queste sfide possiamo pensare che Gesรน Cristo rivolga anche a noi, oggi, la stessa domanda che ha rivolto un giorno agli apostoli: โE voi chi dite che io sia?โ (Mt 16, 13-17).
Accettare il Credo di Nicea e professarlo insieme dunque, รจ ecumenicamente importante anche perchรฉ la riconciliazione dei cristiani significa riconciliazione non solo con e tra le Chiese nel presente, ma anche con la tradizione della Chiesa primitiva e apostolica.
Considerando il mondo di oggi, con tutte le sue ansie, i suoi problemi e le sue aspettative, ci rendiamo ancora piรน conto di come l’unitร dei cristiani non sia solo un’esigenza evangelica, ma anche un’urgenza storica.
Se vogliamo confessare insieme che Gesรน รจ Dio, allora le Sue Parole, soprattutto quello che Lui ha definito il suo comandamento nuovo, criterio messo da Lui perchรฉ il mondo ci riconosca come Suoi discepoli, acquisteranno un grande valore per noi. Vivere questo comandamento โsarร lโunico modo o sicuramente il piรน efficace per parlare di Dio oggi a chi non crede, per rendere traducibile la Risurrezione di Cristo in categorie comprensibili per lโuomo di oggiโ[1].
โOggi, piรน che mai, nel mondo in cui viviamo, cosรฌ pieno di divisioni, di tragedie, di conflitti, dove la gente non dialoga, ritrovarsi insieme ha un significato molto grandeโ, ha detto Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, in una intervista pubblicata su News.va durante i giorni del Convegno ecumenico dal titolo Called to hope โ Key players of dialogue(Chiamati alla speranza, protagonisti del dialogo) promosso dal Centro Uno, la segreteria internazionale per lโunitร dei cristiani del Movimento dei Focolari. Le sue parole esprimono una certezza rimasta nel cuore e nellโesperienza delle 250 persone di 40 Paesi e 20 Chiese cristiane e degli oltre 4000 collegati in tutto il mondo via streaming che hanno partecipato allโevento.
Il Convegno tenutosi al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo dal 26 al 29 marzo 2025, si รจ aperto con il contributo di Jesรบs Morรกn, copresidente del Movimento dei Focolari e di Callan Slipper, teologo anglicano che ha affermato: โLโecumenismo, riparando le nostre interazioni personali allโinterno della comunitร cristiana, permette alla Chiesa di essere sรฉ stessa. Ciรฒ che serve allโumanitร serve anche a noi. La nostra salute spirituale diminuisce senza di esso, cosรฌ come ogni altra dimensione della vita umana non puรฒ raggiungere il suo compimento senza la riconciliazione portata da Gesรนโ. E Morรกn ha concluso: โUnitร piuttosto che unione e cristianesimo come modo di essere piuttosto che come una dottrina, possono essere due percorsi fruttuosi per l’ecumenismo in risposta a ciรฒ che la storia ci richiede oggiโ.โฏ
Il convegno ha proposto un metodo per camminare nellโunitร : il dialogo, quello che emerge dalla spiritualitร dei Focolari, il dialogo della vita, il dialogo del popolo, e quello che emerge dal cosiddetto ecumenismo ricettivo, molto vicino ad esso. La prof.ssa Karen Petersen Finch, statunitense e presbiteriana, con la sua esperienza ha messo in evidenzia lโimportanza del dialogo sulla dottrina della fede, normalmente riservato solo ai teologi, ai responsabili delle Chiese e ai comitati ufficiali di dialogo, coinvolge oggi sempre di piรน anche il popolo.
Una giornata รจ stata dedicata ad un pellegrinaggio a Roma con la visita alla Basilica di San Lorenzo martire e allโAbbazia delle Tre Fontane, dove la tradizione colloca il martirio di San Paolo. ย In un clima di raccoglimento questa giornata รฉ stata, come ha detto uno dei partecipanti: โun incontro con i primi martiri della Chiesa indivisa che,con la loro autenticitร di vita, di fede e con la loro testimonianza ci infondono il coraggio di annunciare Cristo oggiโ. Poi, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, il pellegrinaggio si รจ concluso con una preghiera ecumenica. Lโecumenismo ha la sua radice biblica nella preghiera, a cominciare da Gesรน. Lui stesso pregando ha chiesto al Padre: โChe tutti siano unoโ. Le Sue parole, in vari passi delle Scritture, ci invitano a chiedere qualsiasi cosa al Padre โnel suo nome, insieme e concordementeโ. E cosรฌ, insieme, raccolti in unitร , sacerdoti e laici di tutte le confessioni cristiane presenti hanno chiesto insieme al Padre la pace in ogni angolo della terra e la riconciliazione tra tutti i cristiani.
Abbazia delle Tre FontaneBasilica di San LorenzoPreghiera a San Paolo
Tra le tematiche affrontate durante il convegno, anche le significative ricorrenze di questโanno 2025: i 1700 anni del Concilio di Nicea, la Pasqua che sarร celebrata lo stesso giorno da tutte le Chiese cristiane ed i 60 anni dellโabolizione delle scomuniche tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli. Il dott. Martin Illert, rappresentante del Consiglio Ecumenico delle Chiese, in riferimento al Concilio di Nicea ha affermato: โSono convinto che la preghiera e la riflessione comuni ci facciano avanzare sulla via dell’unitร , perchรฉ ricordiamo sia le nostre radici comuni che la nostra missione condivisaโ. E Mons. Andrea Palmieri del Dicastero per la promozione dellโunitร dei cristiani ha osservato: โQuesti eventi sono sicuramente importanti, ma (โฆ) alle parole devono seguire decisioni concrete, profetiche. Sono convinto che le riflessioni avviate questโanno contribuiranno alla maturazione di decisioni che potranno segnare il futuro del cammino ecumenicoโ.
Come puรฒ contribuire la sinodalitร allโecumenismo? Se ne รจ parlato in un panel formato da persone che hanno partecipato al Sinodo della Chiesa cattolica: tre delegati fraterni, membri di varie Chiese, un vescovo cattolico e una invitata speciale hanno condiviso lโesperienza vissuta nella quale la partecipazione attiva di tutti ha contribuito al dialogo affettivo e effettivo con una โforte dimensione ecumenica โ come ha detto S. Em. Khajag Barsamian, della Chiesa armena apostolica -, che sottolinea l’unitร , le esperienze spirituali condivise e il rispetto reciproco tra i cristianiโ. โL’intero Sinodo come esercizio spirituale ha avuto una profonda influenza sulla mia comprensione di me stesso e sul mio ministero, ma anche sulla mia Chiesaโ, non esita affermare il Rev. Dirk G. Lange, della Federazione Luterana mondiale. Il metodo di lavoro durante il Sinodo, la โConversazione nello Spiritoโ, per Mons. Brendan Leahy, Vescovo cattolico di Limerick (Irlanda), ha contribuito a rendermi โpiรน attento nel mio lavoro e nel mio ministero ad ascoltare di piรน, riconoscendo il seme della veritร in ogni personaโ, mentreper la Dott.ssa Elizabeth Newman, della Alianza Mondiale Battista, la sinodalitร ha la sua base โsulla consapevolezza, e sulla pratica, che il proprio punto di vista non deve prevalere. Non si deve โvincereโโ. Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, afferma: โNoi sappiamo che la speranza รจ una virtรน e non possiamo perderla. Dobbiamo nutrirla, coltivarla in noi per poterla dare agli altriโ e invita tutti ad accrescere la speranza e la fede con โgesti anche piccoli nei confronti del prossimo: gesti di solidarietร , di comunione e di aperturaโฆ solo cosรฌ possiamo sperareโ.
Una chiamata alla speranza dunque che, durante il convegno, si รจ fatta riflessione e approfondimento, arricchita di segni concreti e testimonianze di vita che illustrano il cammino di azione ecumenica a livello mondiale (Global Christian Forum, JC2033), internazionale (Ikumeni-America Latina, Insieme per lโEuropa, John17), locale (da Brasile alle Filippine, dallโIrlanda del nord alla Serbia, dallโOlanda al Venezuela, dalla Germania allโUgandaโฆ) e che sta coinvolgendo Chiese, sacerdoti e laici, teologi e studiosi, adulti e giovani, singoli e gruppi, tutti veri protagonisti del dialogo.
โSiamo convinti che la cooperazione del mondo cristiano sia essenziale. La celebrazione comune della Pasqua del 2025 da parte di tutti i cristiani, insieme agli eventi dell’anniversario del Primo Concilio di Nicea, possa servire come punto di partenza significativo per assumere insieme le sfide dellโumanitร e promuovere azioni congiunte. Ci auguriamo di poter organizzare un incontro di rappresentanti del mondo cristiano, con la vostra presenza, nel luogo in cui originariamente si tenne il concilio di Niceaโ.
ร con queste parole che il gruppo ecumenico โPasqua Together 2025โ (PT2025), che riunisce realtร e comunitร di diverse confessioni cristiane, si รจ recato prima ad Istanbul (Turchia), in udienza dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, poi in Vaticano da Papa Francesco, rispettivamente il 14 e il 19 settembre scorsi.
Ai due leader cristiani il gruppo ha chiesto che la celebrazione comune della Risurrezione il prossimo anno non sia unโeccezione, ma diventi consuetudine per tutte le Chiese cristiane: un passo ulteriore verso lโunitร , in preparazione al prossimo Secondo Millennio della Redenzione nel 2033, in cui ricorreranno i 2000 anni della risurrezione di Cristo.
โPasqua Together 2025โ รจ nato proprio in vista della prossima eccezionale ricorrenza che, nel 2025, vedrร la data della Pasqua coincidere sui calendari Gregoriano e Giuliano: cristiani delle chiese dโOccidente e ortodossi, quindi, la celebreranno nello stesso giorno. Inoltre, si ricorderanno i 1700 anni del Concilio Ecumenico di Nicea che ha promulgato il Simbolo della fede (il Credo) e trattato il tema della data della Pasqua.
Il gruppo รจ composto da rappresentanti di diverse chiese cristiane e movimenti politici e sociali cristiani, come l’Assemblea Interparlamentare Ortodossa (I.A.O.) che ne รจ stata la promotrice; il progetto “Insieme per l’Europa”, il movimento “Jesus Christ 2033” e il โCentro Unoโ del Movimento dei Focolari. Da due anni il gruppo sta percorrendo una strada comune che li ha portati a firmare una dichiarazione congiunta che sancisce lโimpegno a lavorare affinchรฉ tutte le chiese cristiane arrivino a celebrare insieme lโevento pasquale. Oltre al Patriarca di Costantinopoli e al Santo Padre, il documento รจ stato precedentemente consegnato al Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Rev. Jerry Pillay e al giร Segretario generale della Alleanza Evangelica Mondiale, il Vescovo Thomas Schirrmacher. Contatti con altri leader cristiani sono in preparazione.
Il Patriarca Bartolomeo I ha annunciato che una commissione congiunta composta da quattro membri ortodossi e quattro cattolici-romani sta giร lavorando alla stesura del programma per la celebrazione del 1700ยฐ anniversario del primo Concilio ecumenico proprio ad Iznick โ il nome turco dellโantica Nicea โ dove si รจ giร recata per esaminarne la fattibilitร . Ha informato che il sindaco della cittร รจ favorevole e pronto a collaborare. Naturalmente lโinvito รจ stato esteso a Papa Francesco e questo sarebbe il loro tredicesimo incontro.
Il Patriarca ha anche sottolineato che la data della Pasqua non รจ una questione di dogma o di fede, ma รจ frutto di un calcolo astronomico.
Anche Papa Francesco, nel suo intervento ha ribadito che โla Pasqua non accade per nostra iniziativa o per un calendario o un altro. Lโevento Pasquale รจ avvenuto perchรฉ Dio โha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eternaโ. Non dimentichiamo il primato di Dio, il suo โprimerearโ, il suo aver fatto il primo passo. Non chiudiamoci nei nostri schemi, nei nostri progetti, nei nostri calendari, nella โnostraโ Pasqua. La Pasqua รจ di Cristo!โ
Anche il Papa invita a condividere, progettare e โcamminare insiemeโ e lancia un invito: quello di โripartire, come gli apostoli, da Gerusalemme, luogo dal quale lโannuncio stesso della Risurrezione si รจ diffuso nel mondoโ. Il Papa esorta a tornare lรฌ โa pregare il Principe della Pace perchรฉ ci doni, oggi, la sua paceโ.
Un invito che fa eco a quanto giร aveva espresso il Patriarca ecumenico Bartolomeo I che aveva esortato il gruppo PT2025 a promuovere azioni per difendere i diritti umani e una convivenza pacifica per tutti i popoli, pregando cosรฌ: โImploriamo il Signore di illuminare i cuori dei responsabili e di guidarli sulla via della giustizia e dell’amore, affinchรฉ possiamo sanare queste divisioni e ristabilire l’unitร che รจ al centro della nostra fede”.
Stefania Tanesini Foto: ยฉ Vatican Media e Centro Uno