Giu 3, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«In generale la situazione di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, migliora. Nel resto del Paese ci sono realtà molto varie, le nostre comunità sono in zone abbastanza calme, ma dal dicembre scorso c’è una zona della città in cui sono continuate le piccole rappresaglie e uccisioni. Si tratta del quartiere musulmano e dintorni. La gente non può tornare nelle proprie case e continuano ad essere rifugiati nei campi profughi, intorno all’aeroporto, nelle chiese e nella moschea centrale». «La giornata del 28 maggio è cominciata normalmente, con le attività di un giorno settimanale qualunque. Nel pomeriggio ci sono stati ancora scontri nei quartieri “caldi”. Ad un certo punto un gruppo armato ha fatto irruzione nei pressi della Chiesa di Nostra Signora di Fatima, ha aperto il fuoco sulla gente che era rifugiata lì ed ha preso in ostaggio una quarantina di persone. I morti sul posto sono una quindicina, molti feriti. Dei quaranta ostaggi si sono ritrovati 39 cadaveri…». «La gente non ne può più. Il giovedì 29 era la festa dell’Ascensione di Gesù. C’erano delle barricate nelle strade principali e nei quartieri di tutta la città per impedire la circolazione delle auto. Il giorno dopo, alle ore 4, siamo state svegliate da un rumore assordante…. Migliaia di persone al suono dei coperchi di pentole che hanno sfilato pacificamente fino alle 7. In altre parti della città si continuano a sentire degli spari, a volte in modo sporadico a volte più intenso, forse per contenere la protesta».
«La protesta chiede le dimissioni del governo di transizione, la partenza delle truppe straniere. Dopo sei mesi, sono accusate dalla popolazione di non aver effettuato un vero disarmo delle zone “calde” della città. E si interpreta questo fatto come una volontà di mantenere il disordine militare-politico da parte dei paesi che fanno parte delle truppe che dovrebbero riappacificare il Paese, mentre continua lo sfruttamento delle nostre risorse in modo illegale. Il governo di transizione non ha la forza di imporsi, né le finanze per riorganizzare le forze armate nazionali, che potrebbero più efficacemente difendere gli interessi della popolazione». «Il giorno del massacro nella Chiesa di Fatima abbiamo cercato, con trepidazione, di avere notizie riguardo alle persone della nostra comunità, soprattutto di chi vive vicino alla zona colpita. Willy, un giovane che conoscevamo, è rimasto ucciso e ci sono altri con ferite leggere. Tutti gli altri sono salvi e rifugiati altrove. Cerchiamo di sostenerci a vicenda attraverso il telefono e alcuni giovani sono passati da noi per trovare un po’ di sollievo».
«È dall’inizio del conflitto che cerchiamo di aiutare chi ci rimane vicino, specie alle famiglie e bambini con aiuti concreti che ci arrivano dai Giovani per un mondo unito, dal Sostegno a distanza delle Famiglie Nuove, e altri. Qui sul posto siamo anche impegnati a sensibilizzare i giovani alla pace, attraverso i Giovani per un mondo unito e tutta la comunità». «Siamo certi – conclude Monica – che Dio ha un piano d’amore anche per il nostro Paese; e, in mezzo alle gravi difficoltà che attraversiamo, cerchiamo di essere testimoni di questo suo amore per quanti ci circondano». (altro…)
Mag 21, 2014 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Focolari e Rissho Kosei Kai: un ponte che continua a reggere felicemente, gettato anni orsono dai rispettivi fondatori, Chiara Lubich e Nikkyo Niwano. Sin dall’inizio degli anni ‘80, infatti hanno avviato, a partire da una semplice amicizia personale, un cammino di iniziative comuni tra i due movimenti religiosi, quello cristiano dei Focolari e quello buddhista della Risho Kosei Kai (RKK). Il 3 il 4 maggio scorsi, infatti, una delegazione di sette giovani del Movimento dei Focolari provenienti da tutto il mondo ha partecipato a Tokyo al Simposio dei giovani buddhisti e cristiani promosso dai due Movimenti, sul tema «Conserviamo la nostra fede nella vita quotidiana e ne trasmettiamo la gioia». Un viaggio – esteso dal 30 aprile all’8 maggio – che non è stato soltanto un semplice assistere ad una conferenza: «Il programma lo abbiamo preparato assieme alla RKK e ai Focolari del Giappone di cui siamo poi stati ospiti – spiegano i partecipanti -, e abbiamo vissuto la preparazione e il viaggio stesso come un’occasione per conoscere più in profondità la storia dell’amicizia con la RKK e consolidarla. Un piccolo passo nel dialogo con i nostri amici buddhisti, ma importante nel più grande ambito del dialogo interreligioso». Né ci sono stati momenti di scambio soltanto nell’ambito del Simposio: il 2 maggio la delegazione internazionale dei giovani ha trascorso una giornata con gli studenti del Seminario di Gakurin e incontrato il preside della scuola, mentre il 6 maggio è stata la volta della comunità dei Focolari di Tokyo, della quale fanno parte anche alcuni buddhisti, con momenti di dialogo ed esperienze.
Conoscere un Paese, poi, significa anche avvicinarsi alla sua storia e alla sua cultura: così il 5 maggio il gruppo ha visitato la capitale, e il 7 il santuario di Enoshima Hase-dera. Per quanto riguarda il Simposio, i partecipanti hanno ripercorso la storia dell’amicizia fra la RKK – che conta sei milioni di aderenti, risultando così il secondo movimento buddhista per consistenza numerica – e Focolari, presentati a turno dalle due parti; si sono poi succeduti gli interventi sul tema scelto per il confronto, accompagnati dalle esperienze dei giovani dei Focolari e della RKK, nonché vari momenti di dialogo e workshop. Nel secondo giorno di Simposio i giovani hanno portato i loro saluti all’attuale presidente della RKK, Nichiko Niwano, intervenuto assieme alla moglie per il memorial day (la ricorrenza della morte del fondatore, celebrata il 4 di ogni mese). Numerose le testimonianze lasciate dai giovani di entrambi i Movimenti alla fine del Simposio: «È nata una nuova collaborazione: vogliamo andare avanti insieme – ha affermato una ragazza giapponese -. È un giorno storico, e fra dieci anni sarò orgogliosa di dire: anch’io c’ero!». «Abbiamo trovato una famiglia», hanno concluso altri. «Siamo tornati con in cuore una grande gratitudine a Chiara e una grande passione per il dialogo interreligioso – hanno detto i giovani dei Focolari al rientro nei rispettivi Paesi -, che abbiamo riscoperto essere una strada importantissima nella nostra corsa verso il Mondo Unito». (altro…)
Apr 3, 2014 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Circa mille le persone che hanno assistito a Burgos, lo scorso sabato 8 marzo, alla rappresentazione del musical Life, love, light. Il pubblico è giunto da varie città, come Santander, Bilbao, Valladolid, Madrid, Asturias, Vitoria, San Sebastián, Pamplona e, soprattutto dalla stessa Burgos, facendo registrare il tutto esaurito nei due spettacoli in programma. Questa è stata la prima volta che si sono realizzati due spettacoli, uno di seguito all’altro e, come spiega Ramón de la Torre, ciò è stato una vera sfida: “dopo l’emozione e l’euforia del primo spettacolo, concentrarsi di nuovo è stato complicato perché non siamo riusciti neppure a salutare il pubblico, ma ne è valsa la pena”. Lo spettacolo, di un ora e tre quarti, ha potuto contare in questa opportunità con la testimonianza di tre giovani del movimento dei focolari: Andrés Sánchez Parody, che ha partecipato anche come aiutante di scena, Ana Guallart, nel complesso e Mar Álvarez, incaricata della coreografia. Vivere il Vangelo giorno per giorno, andare controcorrente e Gesù Abbandonato sono state le tre esperienze presentate per vivere seguendo il modello della beata Chiara Luce Badano. Entrambi gli spettacoli sono stati resi possibili anche grazie alla Delegazione Diocesana dell’Infanzia e della Gioventù dell’Archidiocesi di Burgos – specialmente per l’appoggio del suo Delegato: Agustín Burgos – e ai membri del Movimento dei Focolari di Burgos e delle città vicine che hanno incoraggiato e collaborato, anche materialmente, con i giovani rendendo possibile la grande quantità di prove svolte già da diversi mesi prima degli spettacoli. Il Vescovo di Burgos, Mons. Gil, prima della rappresentazione ha salutato tutti coloro che hanno lavorato allo spettacolo e ha impartito loro la sua benedizione. La rappresentazione a Burgos è già la quarta, dopo quelle della GMG a Madrid, e delle Mariapoli di Javier e di Jerez. La presentatrice, María García, ha affermato che “partecipare al musical non è ripetere sempre lo stesso ogni volta: è farlo vita, perché l’esperienza di salire sul palcoscenico e farti portare da tutti gli altri – attori e pubblico – è molto di più che ripetere un copione o semplicemente fare una performance teatrale”. Il gruppo dei partecipanti, includendo i tecnici, raggiunge i 65 membri, con circa dodici nuove incorporazioni. Mar Álvarez, riconosce che “quando in un progetto ci lavora un gruppo cosi numeroso è difficile che non sorgano conflitti, ma con amore e sapendo chi è che ci guida, tutto è possibile”. I componenti sono giovani e adulti di tutta la Spagna: Girona, Barcelona, Valencia, Elche, Murcia, Sevilla, Madrid, Guadalajara, León, Santander, Burgos y Bilbao. Questo comporta un grandissimo sforzo, sia economico che di tempo, basti pensare ai vari viaggi per incontrarsi, ma, spiega Mar, l’ambiente di famiglia cresce ad ogni spettacolo e anche questa volta abbiamo vissuto un’esperienza cosi piena come quella della GMG. Li vedremo di nuovo? Guarda lo spot dello spettacolo (altro…)
Apr 3, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
La ricerca della felicità: come può un tema del genere non interpellare i giovani nel profondo? Da questo presupposto è partito il programma del weekend del 20-21 marzo a Welwyn Garden City, la cittadella inglese dei Focolari, con forte impronta ecumenica. Hanno partecipato giovani diversi tra loro per età, convinzioni, esperienze di fede, nazionalità. Provenivano infatti non solo dalla Gran Bretagna, ma anche da Irlanda e Olanda, e nelle 3 ore di live streaming hanno raggiunto 30 punti del globo, compresa Gerusalemme. Keynote speaker era il vescovo Brendan Leahy (della diocesi di Limerick – Irlanda), accompagnato da Fabio Tufano (Università di Nottingham – UK) per il workshop su Economia e Felicità, e Angela Manning (psicologa presso l’Hammersmith Hospital di Londra) su Psicologia e Felicità. L’impatto di una persona felice incide non solo sulle persone che la circondano, ma fino a 3 altri livelli: la sintesi di uno studio nell’ambito della psicologia sociale ha destato curiosità, e ha contagiato i presenti. Da qui il motto spontaneo: “facciamo crescere la felicità nel mondo!” Ma quale la radice della felicità? Alcuni dei giovani presenti, che vivono la spiritualità dell’unità, hanno raccontato la loro esperienza, presentando la figura di Gesù abbandonato come radice profonda dell’Amore che porta alla vera felicità. Che impatto una proposta del genere, audace e un po’ sconcertante? Ce lo racconta Facebook: “Da tanto tempo non ho sorriso come in questo weekend!”, scrive uno dei giovani. E un altro racconta: “Stamattina sono passato vicino ad alcune persone che erano totalmente fuori di testa per via della droga. Mi ha fatto stare molto triste ma dopo mi sono ricordato di Gesù abbandonato e che potevo vivere la mia giornata per loro. Non è cambiato niente in loro, ma sentivo che ho potuto fare qualcosa”. E ancora: “Che gioia trovarmi per caso alla Messa col gruppo Irlandese nel mezzo della grande città (a Soho) . Regenerate continua!”. Rivedi la diretta su: http://www.livestream.com/regenerate2014 (in lingua originale) (altro…)
Mar 6, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria, Spiritualità
Sono le due del mattino del 5 dicembre 2013. Gli abitanti di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, vengono svegliati da detonazioni di armi pesanti. Nelle strade, un immediato fuggi fuggi generale verso una speranza di salvezza per sé ed i propri cari. Ejovie ed Amandine sono due Gen3 (ragazze del Movimento dei Focolari che s’impegnano a vivere l’ideale dell’unità). Raccontano dello smarrimento di quelle ore e dei giorni successivi, ma anche della decisione di non arrendersi alla paura nonostante la loro giovane età: «Con la mia famiglia abbiamo cominciato a correre verso il Seminario maggiore – scrive Ejovie – con tutti quelli che scappavano nella stessa direzione. Nella folla ho visto una mamma con il suo bebè sulla schiena, il suo bagaglio sulla testa, ed altri bambini piccoli; uno di loro non riusciva a correre e piangeva, ed anche la mamma andava piano perché malata. Nessuno si fermava per aiutarla. Una voce mi ha trattenuto dal proseguire. Ho preso per mano il bambino piccolo, anche se ero un po’ preoccupata perché avevo perso di vista i miei familiari». Il gesto di Ejovie non è passato inosservato: infatti altri due giovani si sono fermati ad aiutare la donna ed i suoi figlioli a raggiungere un istituto religioso dove hanno trovato ospitalità. Sapendoli al sicuro, Ejovie si è diretta finalmente verso il Seminario dove ha riabbracciato i suoi. Anche Amandine trova rifugio nel Seminario, assieme alla sua famiglia. «Ci siamo accampati in una sala con altre famiglie – racconta la ragazza -. Bisognava dormire a terra, sopra un tessuto, ma ho pensato che, anche in questa situazione, potevo continuare ad aiutare chi mi stava accanto. Siamo in molti, ma condividiamo tutto: il cibo e gli altri beni. Un giorno sono uscita per lavare i vestiti della mia famiglia ed avevo ormai finito; è arrivata una donna anziana e mi ha chiesto di lavare anche il suo. Volevo rifiutare, mi sentivo stanca. Poi ho ascoltato la risposta nel mio cuore: “Questa donna potrebbe essere mia madre, se rifiuto di lavare il suo vestito, chi lo laverà?”. L’amore per essere vero deve essere concreto. Ho lavato il vestito, l’ho messo ad asciugare al sole con gli altri. Lei mi ha ringraziato:”Che Dio aggiunga un anno alla tua vita, figlia mia!”. Difficile dire la mia felicità!».
Ejovie ed Amandine vengono coinvolte in una campagna di sensibilizzazione all’igiene, organizzata dall’UNICEF e da altre ONG nel contesto della guerra. «Abbiamo colto questa occasione per aiutare le persone che hanno perso tutto. Abbiamo anche raccontato dell’arte di amare, dell’amore al prossimo. Vediamo che tutti soffrono moltissimo per la guerra: c’è molto odio, si cerca la vendetta. Noi sentiamo, però, di aiutare e amare tutti, anche i nostri nemici, e che solo perdonando possiamo cominciare a ricostruire la pace». (altro…)