13 Gen 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Stavo studiando per il compito in classe di storia e non riuscivo a concentrarmi; le pagine erano tante e pensavo che sarebbe stato difficile riuscire a completarle. A peggiorare la situazione, arriva un sms da alcuni amici che mi chiedono aiuto per un compito di matematica. Rileggo il messaggio, penso a tutte le pagine di storia e sto quasi per rispondere che non posso aiutarli. Dopo qualche secondo, però, qualcosa dentro di me mi fa capire che sto perdendo un’occasione per voler bene ad amici in difficoltà. Istintivamente avevo messo me stesso al primo posto, senza pensare a quanto sia importante aiutare gli altri. Chiudo il libro di storia e mi precipito a casa di uno di loro dove sono riuniti. Mi metto d’impegno e li aiuto sino a tarda sera. Rientrato a casa, non c’è più tempo per studiare storia, come avrei fatto a svolgere il compito? Affido tutto a Dio, credendo che avrebbe trovato una soluzione. L’indomani alcuni compagni chiedono alla professoressa se può rinviare il compito; evidentemente non sono l’unico a non aver studiato. L’insegnante, solitamente intransigente, decide di rinviare il compito. Semplice fortuna? Non credo! Penso invece che l’atto di fiducia fatto la sera prima, sia stato da Dio provvidenzialmente ricompensato!». (S. G. – Italia) (altro…)
11 Gen 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Centro Mariapoli “Raggio di luce” Via Don Cremaschi, 10 12040 Bandito-Bra (CN) cmraggiodiluce@libero.it
3 Gen 2012 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dunque, per parlare di speranza occorre ammettere che ci manca Dio? Credo che molti oggi ammettano che qualcosa ci manca; magari non lo chiamano Dio ma, ovunque vado, io vedo una gran sete, a fronte del nulla con cui siamo abituati a confrontarci; cerchiamo qualcosa che dia senso al vivere, perché l’uomo di fronte al nulla si annienta.
Lei viaggia per seguire il Movimento, in Europa, in America, in Asia. Che cosa in questi viaggi le dà ragione di speranza? Quest’anno sono stato in diverse città del mondo, e ho incontrato ogni volta centinaia di ragazzi, invitati dai giovani del Movimento. Ragazzi anche lontani dalla fede. I nostri stessi giovani si sono stupiti di quanti avevano accolto l’invito; e io, personalmente, da come erano attenti, partecipi, con domande vive e brucianti: cosa ti resta, quando ti muore un amico? Come si può pensare di sposarsi, quando tutto è così incerto? Ho visto in questi ventenni, nello stesso tempo, un grande vuoto e un grande bisogno. Ma quel bisogno era già il principio di una domanda (leggi tutto)
28 Dic 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
«Sono giovani, sono un’onda. Chi li guida è come un surfista: tutti vedono il suo bel numero, ma è l’onda che lo spinge. Sono giovani, sono una corrente. Chi la prende giusta va lontano senza faticare». Comincia così la lettera aperta di Don Pietro Raimondi, cappellano del carcere di San Vittore, a Milano, dove un gruppo di giovani dei Focolari, alla vigilia di Natale, ha portato una ventata di calore, vivendo insieme ai carcerati un «silenzioso miracolo di luce». La storia parte da quando questi giovani hanno iniziato ad animare le Messe della domenica in carcere: un’esperienza toccante che ha lasciato il segno. A distanza di qualche mese, pensando al Natale, hanno voluto lanciare l’idea di “Buono dentro e buono fuori” con la sfida di riuscire a raccogliere panettoni sufficienti per ogni cella del carcere. «La cella è la sola casa del detenuto – scrivono i Giovani per un mondo unito – e quindi in ogni cella – cioè in ogni casa della grande città che è il carcere di San Vittore – vogliamo portare il Natale». «È da loro che vengono le idee, le proposte, le intuizioni migliori – continua il cappellano. E a chi mi dice che sono incostanti e mutevoli dico che questo è tipico di ogni liquido. Però aggiungo che i liquidi hanno una proprietà magica: non li puoi comprimere. La pressione che esercitano è enorme, spostano montagne. Sono giovani e ti fanno pressione inventandone sempre una in più. Chi li ascolta è fortunato e cammina sull’acqua».
«Oggi siamo stati a portare i panettoni a San Vittore! – adesso è uno dei giovani a parlare – Eravamo una bella squadra, chi li scaricava dai furgoni, chi li metteva nei sacchi neri, chi li portava fino al metal detector… ce n’era per tutti insomma! Poi quattro di noi hanno avuto il bellissimo regalo di poter portare i panettoni da distribuire nelle celle. Penso sia impossibile descrivervi l’emozione del varcare la soglia delle celle, dare il panettone ad ogni detenuto e vedere la loro gioia, il loro stupore, la loro gratitudine. Non solo, per la prima volta dopo tanto tempo, non vedevano solo guardie e compagni di cella… ma li andavamo a trovare portandogli un dono, un dono perché loro potessero passare bene il Natale. E anche noi viviamo un Natale diverso….molto più vero».
«La generosità degli adulti spesso sedimenta in abitudine e ogni loro slancio creativo tramonta rapido in un tradizione rigida – scrive Don Pietro, che di Natali a San Vittore ne ha visti tanti. Persino donare dei panettoni ai detenuti rischia di trasformarsi in un gesto istituzionale. Sempre lo stesso offerente, con lo stesso furgone della stessa ditta… E il gesto meccanico della distribuzione uccide lo slancio che stava all’origine». «Loro no. Loro, i giovani, ti dicono “perché non…?”. Loro hanno lanciato una sfida anzitutto a se stessi, poi al mondo intero: non compreremo nemmeno un panettone né cercheremo chi faccia una donazione massiccia. Parleremo di quel mondo oscuro che sta dietro il muro di cinta. Parleremo per le strade, nelle scuole, agli amici ed in famiglia. Parleremo di loro, di quelli che non ci importa se sono buoni o cattivi, colpevoli o innocenti, ma che certo hanno bisogno di un gesto di amore. Quei gesti che non sono un soccorso ad una carenza ma un di più.
E la risposta è oltremisura. Si puntava a 450 panettoni, uno per cella. Diventano presto 500, poi 1000, infine 1400 e poi si perde il conto. Possiamo solo dire che oggi vi erano in carcere 1553 uomini e 96 donne, senza contare gli agenti e gli operatori. E pare che tutti ricevettero un dono…». «E noi che vi scriviamo – conclude il cappellano – siamo, ancora una volta, quelli che hanno ricevuto il dono più bello. Quello di aver visto i volti di questi giovani mentre distribuivano i panettoni. Quello di aver visto gli occhi di chi li riceveva. Quello di poter immaginare le mani di bimbo, anziano o chissà chi, che li ha donati. E quello infine di potervi raccontare come testimoni questo silenzioso miracolo di luce avvenuto oggi negli inferi di San Vittore». Su Città Nuova leggi anche: Miracolo di luce http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=332565# [nggallery id=81] (altro…)
15 Dic 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Radicalità, comunione e spiritualità. E’ quanto desiderano i giovani religiosi per la loro futura vita di consacrazione. Emerge da un’inchiesta promossa alla vigilia del V Convegno sulla vita consacrata che si è tenuto a Roma il 3 dicembre scorso su iniziativa di consacrate e consacrati di Roma del Movimento dei Focolari, in collaborazione con l’Istituto di teologia Claretianum. Due punti costruivano lo zoccolo dell’inchiesta; uno positivo e l’altro negativo della Vita Consacrata: “Vorrei che la vita consacrata che vivo fosse più …Vorrei che la vita consacrata che vivo fosse meno …”. Riguardo alla dimensione negativa sono emersi il rifiuto del formalismo e la denuncia dell’attivismo. Partendo dai risultati dell’inchiesta si è scelto il tema del Convegno – “Santi Insieme” – proponendo come via di santità comune la spiritualità di comunione. Vari sono stati gli interventi in sala: hanno preso la parola l’arcivescovo João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, il Rettore della Pontificia Università Urbaniana, padre Fabio Ciardi dei Missionari Oblati di Maria Immacolata al quale è stato affidato il tema: «La spiritualità di Comunione, via di santità». Sono seguite una serie di esperienze vissute raccontate da religiosi e religiose. E infine è intervenuta Lucia Abignente del Centro Chiara Lubich che ha presentato un breve excursus storico del pensiero sulla santità di popolo in Chiara Lubich e introdotto due brevi filmati.
La seconda parte del Convegno è stata introdotta da una testimone d’eccezione, Chiara Luce Badano, proclamata beata il 25 settembre dello scorso anno. A presentarla sono state le Gen, giovani del Movimento dei focolari. Nata nel 1971 Chiara Luce è stata una contemporanea: “con la sua vita – spiega Tiziana Longhitano sfp – ci ha detto che la santità è possibile anche oggi, che è possibile anche per noi. Chiara Luce ci sembra l’espressione di un cammino condiviso. Lei non si è fatta santa da sola; i genitori l’hanno accompagnata. Il suo è stato un cammino partecipato anche ad altri amici che si sono lasciati coinvolgere nella reciprocità dell’Amore trinitario”. «Voi siete un segno vero di Dio al mondo e a tutti noi consacrati – ha detto un partecipante alla fine del convegno –. La vostra testimonianza contagia i giovani e tutti coloro che hanno l’opportunità di conoscervi». (altro…)