Movimento dei Focolari
7 ottobre 2024: giornata di preghiera e digiuno per implorare la pace nel mondo

7 ottobre 2024: giornata di preghiera e digiuno per implorare la pace nel mondo

Nel crescendo di tensioni nella polveriera mediorientale, tra le bombe e i missili che continuano a piombare nella “martoriata” Ucraina, in mezzo ai tanti piccoli e grandi conflitti che lacerano e affamano i popoli dell’Africa, mentre insomma “i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e nazioni”, Papa Francesco chiama alle “armi” del digiuno e della preghiera – quelle che la Chiesa indica come potenti – milioni di credenti di tutti i continenti per implorare da Dio il dono della pace in un mondo sull’orlo dell’abisso.

Come già aveva fatto per i conflitti in Siria, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, Libano, Afghanistan, Ucraina e Terra Santa dal 2013 al 2023, Papa Francesco ha indetto una nuova giornata di orazione e astensione dai cibi per invocare il dono della pace per lunedì 7 ottobre 2024 annunciando anche una sua visita, domenica 6 ottobre 2024, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma per recitare il Rosario e pregare la Madonna, chiedendo la partecipazione di tutti membri del Sinodo.

“Non possiamo che richiamare ancora una volta i governanti e quanti hanno la grave responsabilità delle decisioni – ha scritto il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini in una lettera alla sua Diocesi aderendo all’appello del Papa – ad un impegno per la giustizia e per il rispetto del diritto di ciascuno alla libertà, alla dignità e alla pace”. Il Patriarca ha ribadito poi l’importanza dell’impegno di ognuno per costruire la pace nel proprio cuore e nei contesti comunitari, sostenendo “chi è nel bisogno, aiutando chi si sta spendendo per alleviare le sofferenze di quanti sono colpiti da questa guerra e promuovere ogni azione di pace, di riconciliazione e di incontro. Ma abbiamo anche bisogno di pregare, di portare a Dio il nostro dolore e il nostro desiderio di pace. Abbiamo bisogno di convertirci, di fare penitenza, di implorare perdono”.

A cura di Carlos Mana
Fonte: vaticannews.va

Foto: © Pixabay

Non diamoci pace finché non realizzeremo la pace!

Non diamoci pace finché non realizzeremo la pace!

Abbiamo appena ascoltato storie di pace espresse nelle sfumature più varie: canzoni, preghiere, esperienze, progetti concreti.

Tutto questo rafforza in noila fiducia e la speranza che è possibile essere costruttori di pace. Papa Francesco dice che bisogna essere ogni giorno “artigiani di pace”. E per fare questo occorre costanza e pazienza per poter guardare con amore tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino.

Da questo Genfest abbiamo imparato che la pace inizia da me con piccoli gesti di cura per le persone, per i nostri popoli e per il creato.

Da dove possiamo incominciare allora?

L’abbiamo detto varie volte in questi giorni: abbattendo tutte le barriere che ci dividono, per vivere per la fraternità. E questo possiamo farlo:

  • scoprendo che la nostra comune umanità è più importante di tutte le nostre differenze;
  • poi essendo pronti a perdonare e a fare gesti di riconciliazione. Perché perdonare significa dire all’altro: “Tu vali molto di più delle tue azioni”.

E come abbiamo fatto nella prima fase del Genfest, continuiamo, anche quando torneremo a casa, ad essere artigiani di pace nelle nostre relazioni, facendo il primo passo verso gli altri. Sarà l’amore ad ispirarci cosa fare, da chi andare.  

Perdoniamo senza aspettare che sia l’altro a chiedere perdono.

Che questo Genfest sia il momento del nostro SI’ ALLA PACE.

Non dobbiamo sentirci mai più soli: in questi giorni abbiamo visto e certamente abbiamo sperimentato la forza dell’“insieme”, Juntos

Uniamoci a tutti quelli che vivono e lavorano per la pace. Le communities che andremo a costruire nella Fase tre sono già una via possibile.

Aprite gli occhi a visioni di pace!
Parlate un linguaggio di pace!
Fate gesti di pace!
Perché la pratica della pace porta alla pace.
La pace si rivela e si offre a coloro che realizzano,
giorno dopo giorno,
tutte quelle forme di pace di cui sono capaci.(*)

Aprire, parlare e agire.

Allora: non diamoci pace finché non realizzeremo la pace!

Margaret Karram

(*) Poesia di Giovanni Paolo II

Rinascere ogni giorno

Celebriamo oggi, 1 gennaio, la giornata mondiale della pace e, in questa occasione, proponiamo un pensiero di Igino Giordani (1894-1980) che ricorda come la vita nella pace consentirebbe di fare di ogni giorno un Natale.

Essendo dai più il Natale considerato come una grande festa tra le tante, più sontuosa che sacra, è bene tornare su alcuni degli aspetti tematici di questo evento, da cui la storia del mondo fu tagliata in due sezioni, una di prima, l’altra di dopo. (…)

C’è un contrasto abissale tra la nascita di un potente della terra, quale la sognava e realizzava il mondo antico, e la nascita oscura, ignorata di Gesù; un contrasto che già caratterizza l’originalità infinita di un Cristo-re che nasce da una povera donna, in una stalla. (…)

L’inizio della sua rivoluzione non prevede la superbia, ma l’umiltà per trarre al cielo i figli di Dio, a cominciare da quelli che mangiavano e dormivano sul terriccio: gli schiavi, i senza lavoro, i forestieri. (…) Nasce con quell’infante la libertà e l’amore: la sua libertà è libertà di amore. Questa la scoperta immensa.

L’amore universale da lui insegnato mira a disperdere un sistema di convivenza fatto in gran parte di prepotere politico, di abuso di autorità, di usura oziosa, di disprezzo del lavoro, di degradazione della donna, d’invidia corrosiva. (…)

La vita, nella pace, consentirebbe di fare di ogni giorno un Natale.

E questa è la rivoluzione di Cristo: farci rinascere continuamente contro la maledizione della morte. Perciò il massimo comandamento è di amare l’uomo; che è come amare Dio. Amare l’altro fino a dare la vita per lui.

(Igino Giordani in Città Nuova, 1974, n.24)

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Margaret Karram: ritrovare la strada del rispetto dei diritti umani attraverso dialogo e riconciliazione

La dichiarazione della Presidente del Movimento dei Focolari in seguito allo scoppio delle gravi violenze in Terra Santa del 7 ottobre 2023: “Giustizia, il dialogo e la riconciliazione, strumenti indispensabili per costruire la pace”. 

Non ci sono parole per esprimere l’infinito dolore che ho in cuore per le popolazioni di Israele e Palestina; per i morti, le persone ferite, quelle tenute in ostaggio, i dispersi e le loro famiglie che l’ultimo, gravissimo scoppio di violenza ha provocato nella mia terra. E’ con profonda fede che, insieme a tutto il Movimento dei Focolari, mi unisco all’appello di Papa Francesco, a quello del Patriarcato Latino di Gerusalemme, alle parole di pace di  responsabili delle diverse Chiese Cristiane e dei leaders delle Religioni – in particolare della regione israelo-palestinese – nel chiedere che si fermino le armi e si comprenda che, come ha detto Papa Francesco all’Angelus di oggi, “il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma ogni guerra è una sconfitta”. Nella preghiera al Dio della Pace e della Giustizia sono unita anche a quanti in tutto il mondo offrono preghiere, sofferenze e azioni, perché la pace vinca sull’odio e il terrore. Il mio grazie particolare va a quanti mi hanno scritto da luoghi di conflitto, come l’Ucraina, esprimendo offerta e vicinanza pur nella tragica situazione in cui vivono da oltre un anno. Impegniamoci a costruire un mondo fraterno e a fare tutto quanto ci è possibile affinché questi popoli e quanti sono nelle stesse condizioni di instabilità e violenza, ritrovino la strada del rispetto dei diritti umani; dove la giustizia, il dialogo e la riconciliazione sono gli strumenti indispensabili per costruire la pace. Roma, 8 ottobre 2023

Margaret Karram Presidente del Movimento dei Focolari

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Narrazioni di Pace per cambiare il mondo

Vinu Aram, direttrice dello Shanti Ashram, visita il Centro Internazionale del Movimento dei Focolari (Rocca di Papa- Roma). Un momento di grande condivisione ricordando l’eredità preziosa che l’incontro con Chiara Lubich le ha lasciato: vivere in unità per un mondo migliore; un’occasione speciale per augurare un Natale di gioia a tutti coloro che si preparano a vivere questa festa. “Credo che il nostro viaggio continui ad avere un gran significato. Basti pensare ai primi semi lanciati, il lavoro che abbiamo svolto insieme e il desiderio costante di un mondo pacifico. A che punto siamo? Pensate a una famiglia in cui ciascuno ha la propria particolarità, ma dove c’è anche coesione. Ci fidiamo l’uno dell’altro, con rispetto e con molto amore”. Sono parole di fraternità quelle usate da Viru Aram, indiana e indù, direttrice del Centro Internazionale Shanti Ashram, da tempo amica e collaboratrice del Movimento di Focolari. La sua recente visita a Margaret Karram, Presidente di Focolari, il 23 novembre 2022 presso il Centro Internazionale del Movimento a Rocca di Papa (Italia), è stata un’occasione per rafforzare questo legame, riflettere insieme su alcune tematiche che affliggono questo tempo e considerare strade comuni per rendere il mondo un posto migliore. Vinu, secondo lei di cosa il mondo oggi ha davvero bisogno? Credo abbia bisogno di un ascolto vero e sincero. Oggi ciò che ci viene richiesto è umanità e l’umanizzazione della nostra esperienza vissuta. Abbiamo fatto molto, in alcuni casi bene, ma a volte il costo da pagare è stato alto. Ci troviamo nel bel mezzo di quella che abbiamo definito una confluenza di crisi e la pandemia del COVID-19 ha aggravato tutto. Il virus non ha fatto discriminazioni ma in un mondo diseguale ha prosperato. Credo che sia necessario agire rafforzati da tutto ciò che abbiamo fatto di buono, ma anche informati su ciò che possiamo fare meglio: il rispetto per l’ambiente, per la vita umana e la sua sacralità. Il modo in cui viviamo, il modo in cui governiamo e condividiamo le risorse, prevede una responsabilità nei confronti dei nostri figli. Sono il nostro presente e il nostro domani. È necessario fare le cose non solo in modo diverso, ma tenendo conto degli interessi di tutti. Oggi sono tantissimi i Paesi e le regioni del mondo colpiti da violenza e conflitti, alcuni di questi dimenticati. Da insegnante, quale messaggio dà ai suoi ragazzi? Quello di promuovere in loro una mentalità di pace, affinché non solo le nazioni e le comunità possano lavorare per la pace, ma anche i popoli stessi. La pace è la base fondamentale su cui avanza la prosperità. Ma se si guarda al mondo, gli indicatori di violenza superano quelli di vita pacifica. Sia che si tratti della sfera sociale sia che si tratti della sfera economica o altro. E ogni conflitto in tutto il mondo, toglie la dignità essenziale della vita umana. Quel che serve sono narrazioni di pace. La gente deve credere che sia possibile.  Abbiamo bisogno di esperienze vissute dinanzi alle quali giovani e bambini possano dire: “Ah, se questo funziona, possiamo farlo anche noi”.  Servono le strutture giuste, condivisione e dialogo di altissima qualità, sinceri, che portino davvero alla trasformazione. Così, come diceva spesso il Mahatma Gandhi, in modo gentile, possiamo scuotere il mondo.

Maria Grazia Berretta

Attivare i sottotitoli in Italiano https://youtu.be/Sm3O6PbLE1A?list=PLKhiBjTNojHqtFwgi5TYI3T7zRvAuOZiD    

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