Apr 21, 2008 | Chiara Lubich
“Un’anima toccata da Dio”, “che ha lasciato come testamento spirituale l’amore scambievole”. Così il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, durante la concelebrazione eucaristica per il trigesimo della sua morte, avvenuta il 14 marzo scorso. A precedere la liturgia brevi testimonianze sul dialogo, di rappresentanti di movimenti cattolici, Chiese diverse e altre religioni. Da tutti la gratitudine e l’impegno a restare fedeli all’ideale dell’unità. Non un’omelia, ma un “Magnificat”, “un rinnovato rendimento di grazie per le grandi opere che Dio ha compiuto nella sua umile serva Chiara“. “Questo vogliamo fare nel trigesimo del suo ritorno alla casa del Padre“, dice il cardinale Rylko, facendosi interprete di tutti. Il Cardinale ripercorre “la vita ricolma di doni naturali e soprannaturali”, della giovanissima maestra di Trento, la cui prima e ultima parola, il 14 marzo scorso, è stata un sì a Dio e ai suoi progetti. Una vita inscindibilmente legata al Movimento dei Focolari che ha portato avanti a partire solo dalla volontà di vivere l’ideale evangelico, dall’amore alla Chiesa, al Papa e ai vescovi di cui si fidava senza riserve. “La Provvidenza la chiamava ad aprire nuovi itinerari di vita cristiana, ma per andare avanti ci voleva coraggio. E lei rispose: “Sì”. Poi il cardinale Rilko torna al cuore del carisma sorgivo del Movimento dei Focolari: credere nell’amore di Dio su ciascuno e amarsi a vicenda perché tutti siano uno. Una unità basata su Gesù abbandonato. Questa, ripete il Cardinale, “è stata e resta la risorsa dell’Opera di Maria” di cui sottolinea “gli straordinari i frutti” nella vita di innumerevoli persone e nel dialogo ecumenico e interreligioso. A confermarlo per altro le molte iniziative civili e religiose nonché gli echi sulla stampa estera seguiti alla scomparsa di Chiara. Tutto porta a dire, conclude il cardinale Rylko, che la si possa annoverare nell’albo delle “grandi donne cristiane del XX secolo“- qui cita, Madre Teresa e Edith Stein – in cui con forza e bellezza , ripetendo Giovanni Paolo II, si è manifestato il genio femminile. E a chi si chiede “come sarà il futuro senza di lei“, il Cardinale non può che ripetere le parole della fondatrice ”non lo conosco, è scritto in cielo. A noi adempierlo con l’aiuto di Dio come finora e meglio ancora”.
Mar 19, 2008 | Chiara Lubich, Chiesa, Ecumenismo
In rappresentanza della Chiesa ortodossa: Metropolita Gennadios Zervos Chiara è stata chiamata da Dio. Nella venerata fondatrice del Movimento dei Focolari, ora in Paradiso, abbiamo visto la personalità carismatica ed ispirata, la capacità di elevarsi oltre il limite umano, incontrando senza distinzione ogni uomo come icona di Dio. La sua vita e la sua Opera dedicata a Maria sono divenute esempio concreto e reale di amore, di unità e di pace per l’umanità intera. Per i nostri fedeli della sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia, del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Chiara rimarrà un baluardo di evangelizzazione e del dialogo, e la sua spiritualità potrà abbracciare ogni essere umano, a prescindere dal suo credo religioso. In rappresentanza della Chiesa evangelica-luterana: vescovo Christian Krause, già presidente della Federazione luterana mondiale Anche noi cristiani di tradizioni della Riforma abbiamo vissuto il dialogo della vita con e grazie alla nostra sorella Chiara. Siamo stati in cammino insieme e siamo rimasti in cammino; accanto a lei non si poteva restare fermi ma sempre in movimento, movimento della speranza e dell’amore verso Cristo. Siamo stati e rimasti in colloquio con lei; accanto a lei non si poteva restare senza parola; in lei c’era sempre la testimonianza viva della fiducia nella grazia e nella misericordia di Dio. Chiara ha invitato anche noi della Chiesa luterana a radunarci con lei e con tanti uomini di molte tradizioni di fede intorno al centro ardente, intorno al Focolare per sperimentare che: dove due o tre sono riuniti nel nome di Gesù, lui è in mezzo ad essi. Ci inchiniamo davanti a Dio con gratitudine per la testimonianza viva di unità in Cristo nel nostro Signore risorto, con la quale lui ha reso ricca la nostra vita grazie alla vita della nostra sorella Chiara. Lui l’ha accolta nel suo regno eterno, affinché lei possa vedere Colui al quale si è affidata nella sua vita. In rappresentanza della Comunione anglicana: Vescovo inglese Robin Smith Vi porto saluti calorosissimi di sua grazia l’arcivescovo di Canterbury. Come anglicani siamo colpiti in modo particolare da due aspetti della spiritualità di Chiara: il primo è quel suo impegno, di tutta la sua vita, di vivere la Parola di Dio nel quotidiano; l’altro è la sua visione dell’unità di tutta l’umanità. E questa visione è così inclusiva che i miei confratelli ed io frequentemente diciamo che Chiara sembra più anglicana, a volte, di molti di noi anglicani. Per me personalmente, nella mia vita come cristiano e come vescovo, Chiara è stata un’ispirazione profonda e non ho nessun dubbio che lei continuerà ad essere una benedizione per tutti noi, per tutta la nostra vita. In rappresentanza delle comunità e movimenti ecclesiali cattolici: Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio: Oggi è forte il dolore per la scomparsa di Chiara; lo dico personalmente, ricordando la lunga e profonda amicizia. Chiara ci ha insegnato la dignità del carisma nella Chiesa. E’ scomparsa una donna che a partire da tempi di guerra, in un mondo di divisioni e di muri, fino agli scontri di civiltà e religione, ha vissuto l’unità come ideale. L’unità per lei era rispondere alla chiamata di Gesù. Ha lottato a mani nude, stringendo molte mani e solo con il Vangelo. Non muore con lei la sua profezia, ma la sua profezia è attuale nel XXI secolo. Siamo tutti più poveri da quando si è spenta, lo dico personalmente, in nome di una lunga amicizia; ma nel dolore di oggi abbiamo la possibilità di capire meglio il cuore del suo vivere: Gesù, il Vangelo, la passione per un mondo unito. Chi oggi si inchina alla sua memoria sappia che la sua profezia è dolce ma esigente. Chiara parla, nonostante il silenzio della morte e la fine di quella sua indefessa capacità di iniziativa e di sogno. Parla, nella sua eredità parla a tutti: alle nuove Comunità chiede più unità e più amore, non rassegnarsi ai muri, agli odi, alle distanze consolidate. Questo momento doloroso è l’occasione di stringersi accanto al Movimento dei Focolari con tutto il cuore, ma anche di dire, dopo la sua morte, che per tutti noi, almeno per me, il suo Ideale è una luce nel tempo che ci aspetta. Io sono convinto che Chiara crescerà in mezzo a noi. E mentre Chiara va in pace, noi tutti diciamo: “Grazie, Chiara!” (altro…)
Mar 18, 2008 | Chiara Lubich
In rappresentanza dei fratelli ebrei: Lisa Palmieri, rappresentante presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee: Il grande messaggio di Chiara è destinato a continuare a spandersi in tutto il mondo attraverso il Movimento dei Focolari. E’ il messaggio dell’unità di tutto il genere umano e di tutto il creato, l’amore come fondamento della vita, un messaggio universale che ha trovato risonanza profonda nell’anima di tanti suoi amici ebrei. Riecheggia i precetti fondamentali dello Shemah, la professione di fede ebraica quotidiana, come riecheggia anche la Regola d’oro presente in tutte le grandi religioni e culture. Ci unisce profondamente in un ideale condiviso senza intaccare il rispetto reciproco per le nostre diverse identità. Possa il nome di Chiara Lubich diventare una benedizione per il mondo intero. In rappresentanza dei fratelli musulmani: El Hajj Pasha, Imam della Moschea di Harlem a New York: In nome di Dio benefattore misericordioso portiamo il messaggio dell’Imam W. D. Mohammed, il responsabile di un Movimento di due milioni di musulmani:”La beata signora Chiara Lubich sarà sempre una luce per la nostra vita. Continuiamo il nostro lavoro costruendo sul legame della fede e della bontà che è stato formato dal nostro impegno di lavorare insieme. Con amore costante, Imam W.D. Mohammed.” In rappresentanza dei fratelli buddisti: Pra Thongrattana, monaco del buddismo Theravada Un cordiale saluto a tutti voi presenti in questa basilica. Oggi partecipo a nome dei monaci buddisti thailandesi a questa cerimonia per mamma Chiara. Porto in modo particolare il saluto del gran maestro Ajahn Thong, lui che ci dice sempre che mamma Chiara è colei che porta una luce nel mondo a chi si trova nelle tenebre. Ho conosciuto Chiara circa 13 anni fa. Fin dal primo momento sono rimasto travolto dalla spiritualità, dall’amore universale che lei ha per tutti nel mondo. Non c’è mai stato un ideale così nel mondo. Mamma Chiara mi ha donato la sua esperienza di cristiana ed il dono del carisma che ha ricevuto da Dio: è una novità per me in quanto buddista e in quanto monaco. Da quel giorno l’ho chiamata “mamma Chiara” e lei mi ha dato il nome di “Luce ardente” perché possa anch’io portare la luce e la fratellanza universale a tutti gli uomini. Il Movimento dei Focolari in Thailandia ha tanti amici buddisti che condividono questo Ideale e collaborano per la realizzazione di un mondo più unito perché ci sia la pace duratura per tutta l’umanità. Io dico sempre ai membri del Movimento che mamma Chiara non appartiene più a voi cristiani solamente, ma ora lei ed il suo grande Ideale sono eredità dell’umanità intera. Grazie, mamma Chiara. E ringrazio tutti per l’amore che avete avuto per Chiara e che siete intervenuti oggi. Rev. Yasutaka Watanabe, Presidente del Consiglio direttivo del Movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai Qui vorrei presentare il messaggio del presidente della Rissho Kosei-kai Nichiko Niwano: “Penso che per i membri del focolare la partenza di Chiara in Cielo sia una tristezza profonda come se avesse perso la propria madre. Per costruire il mondo dell’amore e dell’unità noi membri della Rissho Kosei-kai vogliamo continuare a camminare con voi tenendoci per mano in questa via della verità. Chiara, grazie di cuore per tutto ciò che ci hai insegnato e indicato. Ti ringrazio profondamente perché abbiamo ricevuto tante occasioni di incontri pieni d’amore. Prego che ora tu possa riposare in pace. Grazie.” In rappresentanza degli amici indù: Shirish Joshi (India) rappresentante del Movimento Swadhyaya , Movimento di massa induista indiano A nome di Didi Athavale, a nome anche di suo padre, Dada, che è in Cielo da poco tempo, e di tutta la famiglia Swadyaya la nostra preghiera è insieme a tutti voi, fratelli e sorelle del focolare. Chiara ha sempre sottolineato le similitudini fra noi e non le differenze. Il nostro fondatore e Chiara sono nati nello stesso anno, nel 1920. Grandi persone: non sono nate, ma sono state mandate da Dio, e Chiara ha avuto il compito di muovere, di rimuovere e di mettere le persone di fronte a Dio, verso Dio”. Didi mi ha telefonato domenica scorsa e mi ha ricordato il suo primo incontro con Chiara: era ad Assisi durante la preghiera della pace. C’erano solo due donne a parlare, e fra loro un contatto divino è scoccato immediatamente. E ora Didi ci ha detto: “Adesso dobbiamo realizzare i sogni di Chiara, ma la cosa più importante è il modo con cui noi possiamo mettere in pratica, realizzare questi sogni.” E chiede scusa per non essere potuta venire personalmente.
Mar 18, 2008 | Chiara Lubich
Il funerale di Chiara Lubich, celebrato alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, è un evento che per l’imponenza della manifestazione e la partecipazione di tanti volti noti e meno noti ha generato stupore e meraviglia sulla maggior parte delle testate giornalistiche nazionali. Sembra esservi un generale accordo per i 40.000 partecipanti, ma c’è chi si spinge fino a 50.000 (Liberal), per una celebrazione che ha visto «sedici cardinali e quaranta vescovi, cento sacerdoti, esponenti del consiglio ecumenico delle Chiese, ortodossi, anglicani, luterani e appartenenti ad altre religioni» (Osservatore Romano). Fra i partecipanti, i «focolarini di quattro generazioni […] pochi cartelli a denunciare la provenienza, come se tutti abbiano voluto confondersi in un solo gruppo» (Avvenire). C’era «anche tanta gente comune» (il Resto del Carlino, La Nazione), per il saluto a questa «donna di intrepida fede mite messaggera di speranza e di pace», come sottolinea l’Osservatore Romano che riporta in prima pagina la lettera che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato al Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone. «Sulla bara di legno chiaro un Vangelo aperto e tre garofani vermigli. Uno spruzzo di colore ben visibile anche da lontano» (Il Messaggero) ««lo stesso tipo di fiori che la Lubich acquistò il 7 dicembre 1943» (Il Tempo) «il giorno in cui iniziò la sua avventura spirituale, arrivata in tutto il mondo» (Avvenire), e che la collocano come figura di un Novecento «costellato di astri lucenti dell’amore divino», come riportano molte testate recuperando le parole del Card. Bertone. «Se in vita questa “mite messaggera di pace”, secondo la definizione di Papa Ratzinger, ha costruito ponti per unire i diversi, radunando ebrei e indù, musulmani e ortodossi, dialogando con tutti, senza preclusioni, lasciando fuori dalla porta le diffidenze, anche da morta la Lubich riesce nell’intento» (Il Messaggero). «Sull’onda di un lunghissimo, interminabile applauso […] hanno preso la parola per una serie di testimonianze, in stile tipicamente focolarino, rappresentanti di religioni orientali, dell’islam, dell’ebraismo, di confessioni cristiane» (Avvenire). È «il “miracolo” di Chiara: religioni unite per l’addio» (Il Messaggero). «Politici e religiosi insieme […] impressionante partecipazione a Roma» (Liberal). Il colpo d’occhio dei politici presenti e raccolti attorno al feretro di Chiara fa da sfondo ai titoli dei giornali che seguono le vicende elettorali italiane. «Funerale di larghe intese. Destra e sinistra fianco a fianco per omaggiare Chiara Lubich» (Il Tempo) e via via si snocciolano i nomi dei parlamentari e degli amministratori presenti: «una platea politica rigorosamente bipartisan» (Il Tempo) perché «l’amore è contagioso. Quando lo capirà anche la politica, cambierà la storia del mondo» (Liberal). Chiara, «una madre» così è stata definita da «un monaco buddista» (Il Messaggero), la cui vita è stata «un canto all’amore di Dio» (Avvenire). «Chiara ha trascorso la sua vita a piantare semi di amicizia in ogni angolo del pianeta […] tra la folla si intravedono copricapi colorati, donne in saari, marocchini col fez e un gruppo di camerunensi con un cappello alquanto eccentrico […] sono arrivati da ogni dove per dirle ancora una volta “grazie”» (Il Messaggero). Testimone di un’«utopia spericolata» (Avvenire) ma al tempo stesso in costante sintonia con il magistero della Chiesa e con i Papi, come rimbalza su quasi tutti i giornali che riportano l’autorevole giudizio contenuto nella lettera del Santo Padre. «Il focolare del Novecento» (Il Foglio) non cessa con la scomparsa di Chiara, e viva presenza sono ancora le prime sue compagne che, dietro al feretro, «camminano tenendosi per mano. A vederle, tutte coi capelli candidi, col cappotto scuro, sembrano sorelle. Sono seguite da Marco Tecilla, il primo focolarino e don Oreste Basso […] l’unico del gruppo che non riesce a trattenere le lacrime» (Il Messaggero). «La sua eredità passa ora alla sua famiglia spirituale» (Liberal), composta da «14 milioni di cuori» tenuti assieme dalla «Parola di vita […] le meditazioni bibliche della Lubich: un tesoro offerto a tutti dal 1944» (Avvenire). A cura di Alberto Lopresti
Mar 18, 2008 | Chiara Lubich, Chiesa
Il servizio “silenzioso e incisivo” reso da Chiara Lubich alla Chiesa in “totale sintonia” con il magistero dei Pontefici è stato sottolineato da Benedetto XVI nella lettera letta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, durante i funerali della fondatrice del movimento dei Focolari, celebrati nel pomeriggio di martedì 18 marzo, nella basilica di San Paolo fuori le mura. Al Signor Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di Stato Prendo parte spiritualmente alla solenne liturgia con cui la comunità cristiana accompagna Chiara Lubich nel suo commiato da questa terra per entrare nel seno del Padre celeste. Rinnovo con affetto i sentimenti del mio vivo cordoglio ai responsabili e all’intera Opera di Maria – Movimento dei Focolari, come pure a quanti hanno collaborato con questa generosa testimone di Cristo, che si è spesa senza riserve per la diffusione del messaggio evangelico in ogni ambito della società contemporanea, sempre attenta ai “segni dei tempi”. Tanti sono i motivi per rendere grazie al Signore del dono fatto alla Chiesa in questa donna di intrepida fede, mite messaggera di speranza e di pace, fondatrice di una vasta famiglia spirituale che abbraccia campi molteplici di evangelizzazione. Vorrei soprattutto ringraziare Iddio per il servizio che Chiara ha reso alla Chiesa: un servizio silenzioso e incisivo, in sintonia sempre con il magistero della Chiesa: “I Papi – diceva – ci hanno sempre compreso”. Questo perché Chiara e l’Opera di Maria hanno cercato di rispondere sempre con docile fedeltà ad ogni loro appello e desiderio. L’ininterrotto legame con i miei venerati Predecessori, dal Servo di Dio Pio XII al Beato Giovanni XXIII, ai Servi di Dio Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II ne è concreta testimonianza. Guida sicura da cui farsi orientare era per lei il pensiero del Papa. Anzi, guardando le iniziative che ha suscitato, si potrebbe addirittura affermare che aveva quasi la profetica capacità di intuirlo e di attuarlo in anticipo. La sua eredità passa ora alla sua famiglia spirituale: la Vergine Maria, modello costante di riferimento per Chiara, aiuti ogni focolarino e focolarina a proseguire sullo stesso cammino contribuendo a far sì che, come ebbe a scrivere l’amato Giovanni Paolo II all’indomani del Grande Giubileo dell’Anno 2000, la Chiesa sia sempre più casa e scuola di comunione. Il Dio della speranza accolga l’anima di questa nostra sorella, conforti e sostenga l’impegno di quanti ne raccolgono il testamento spirituale. Assicuro per questo un particolare ricordo nella preghiera, mentre invio a tutti i presenti al sacro rito la Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 18 Marzo 2008 (altro…)