
Jantar de Reis Solidário
No Porto dia 6 de janeiro ás 20h no centro de cultura e espiritualidade cristã para universitários. Em Cascais, para ajudar as comunidades da Síria, dia 7 de janeiro. Missa ás 18h seguida do jantar ás 19h30.
No Porto dia 6 de janeiro ás 20h no centro de cultura e espiritualidade cristã para universitários. Em Cascais, para ajudar as comunidades da Síria, dia 7 de janeiro. Missa ás 18h seguida do jantar ás 19h30.
No Porto, na Festa de Natal gen4, um casal de avós e um neto estão sentados ao calor da lareira, junto a um presépio. Refletem sobre o que é o Natal com a ajuda de outros personagens: dois amigos que vêm da América do Sul e trazem uma canção típica daquelas bandas, outros “netos” que apresentam um pequeno teatro, outros ainda que cantam canções de Natal. Na plateia 30 meninas e meninos, acompanhados por outros tantos adultos, são convidados a construir qualquer coisa nas várias oficinas que se desenrolam nas salas ao lado: bolachas e doces, estrelas e postais de Natal. Grandes momentos de intercâmbio e diálogo entre as várias gerações! Depois de um pequeno vídeo que um grupo de meninas e meninos de Alepo, na Síria, enviaram e onde alegremente cantam “I love you, you love me…” todos foram convidados a acenderam uma vela, que colocaram junto ao presépio… Num clima de grande solenidade e recolhimento faz-se um minuto de silêncio pela Paz!
No ar e num ambiente de grande alegria ecoa um único convite: viver o amor que Jesus veio trazer com o seu nascimento… e levar a todos este amor. E como de Natal se trata não faltou o concurso de presépios, feitos com materiais reciclados e o anúncio dos vencedores. Todos naquela sala saem a vencer com esta experiência e com a vontade de se reencontrar ao longo do ano.
Sensibile ai problemi sociali, il giovane Paulo di Lisbona (Portogallo) s’imbatte con la povertà e il degrado umano dei quartieri poveri della città. Non potendo tollerare tali disuguaglianze decide di lottare con un gruppo di estremisti, ma ben presto scopre che non tutto di essi è condivisibile e pur rimanendo aperto alla ricerca, con rammarico se ne allontana. Conosciuti i giovani dei Focolari, scopre che anch’essi vogliono la rivoluzione, ma quella del Vangelo che porta ad uscire da se stessi e dai propri comodi per mettersi a servizio degli altri. Un percorso che conduce Paulo ad una scelta ancora più coraggiosa: conclusi gli studi di economia avverte la chiamata a lasciare tutto per essere discepolo di Gesù e, dopo un periodo di formazione, entra nella comunità del focolare. Nel 1997 si trasferisce in Africa: dapprima a Nairobi e successivamente a Kinshasa. Paulo condivide con questi nuovi fratelli gioie, sofferenze, sfide ed entusiasmi, con l’amore e la sapienza che lo caratterizzano, osservato dai congolesi che apprezzano profondamente il suo operato. In un giorno di festa essi lo paragonano al colibrì: uccello totem che simboleggia la gioia di vivere, la simpatia, la capacità di adattarsi e di saper rispondere rapidamente agli stimoli, la resilienza e la leggerezza nel sapersi disfare della negatività. Paulo, uomo-mondo, riesce ad inculturarsi così bene col popolo africano, da diventare egli stesso un figlio dell’Africa. Ed è come tale che i congolesi, all’annuncio della sua morte improvvisa (12.9.2016), vogliono salutarlo e onorarlo.
In varie parti del Congo si sono celebrate messe, “dueil” e veglie, in contemporanea con i funerali in Portogallo. «Volevamo testimoniare quanto Paulo ci aveva insegnato con la sua vita – scrivono da Kinshasa – per questo, dopo la messa celebrata in diversi punti del Congo, nel week end si è continuato non più a piangere Paulo, ma a celebrarlo con messe di ringraziamento e testimonianze su di lui. E come la tradizione e la cultura congolese chiede, lo abbiamo salutato anche con danze, una bevanda tipica e un piccolo dolce. A Kinshasa la cerimonia è stata organizzata nel terreno della scuola Petite Flamme, un’opera sociale cui anche Paulo ha dato un grande contributo. Dopo numerose testimonianze su di lui, una cerimonia tradizionale lo ha ricongiunto simbolicamente agli antenati, les ancentres, facendo una buca nel terreno – che solitamente si fa davanti al salone di casa del defunto – nella quale viene versato del vino di palma mentre si pronunciano queste parole: ” (…) Eccoci qui insieme per ringraziarti del tempo che abbiamo passato insieme. E dato che tu hai vissuto secondo gli insegnamenti degli antenati, ecco, il nostro clan ti prende come modello: ti promettiamo di vivere come hai vissuto tu. Sappiamo che sei arrivato nel villaggio degli antenati. Ora ti chiediamo di venire a condividere con noi questo vino di palma, come segno dei nostri bei ricordi: ti salutiamo e ti chiediamo di salutare anche tutti i nostri che sono con te nel villaggio degli antenati (…)”». «Come non sentire in queste parole – sottolineano i focolarini del Congo – l’espressione di una sapienza antica che richiama la comunione dei santi che lega terra e cielo e l’amore che continua a unirci anche oltre la morte? Paulo si è così profondamente inculturato con i congolesi che il suo ultimo saluto hanno voluto fosse espressione di antiche tradizioni e di Vangelo. In loro è prevalso l’amore, anche nel non tener conto delle paure ancestrali che attribuiscono la morte improvvisa di un uomo nel pieno del suo vigore alle forze malefiche manovrate da chi gli è nemico: un colpevole da cui assolutamente vendicarsi». Significativa l’espressione di una coppia: «Col tuo arrivo lassù sentiamo che non ci siamo impoveriti, anzi siamo diventati più forti. Sei stato veramente vicino a tutti noi, un vero apostolo dell’unità, un grande cercatore di Dio che sapeva dove trovarlo: nel fratello». (altro…)
Ogni estate vescovi provenienti dal mondo intero trascorrono insieme un periodo di riposo che è per loro occasione di condividere il loro vissuto e chiedersi come essere Chiesa, segno e strumento d’unità, negli svariati scenari di un mondo globale attraversato da tensioni e contraddizioni. Quest’anno si sono ritrovati dal 2 all’11 agosto a Braga in Portogallo. «Oggi nella Chiesa è il momento dell’unità e della comunione, momento nel quale tutti siamo invitati a far esperienza di Dio insieme. Non siamo qui solo perché siamo vescovi ma perché siamo fratelli. È nostro desiderio di essere come gli Apostoli con Gesù un corpo di fratelli». Sono parole dell’omelia tenuta dal card. João Bráz de Aviz durante la Messa nella Cappella delle Apparizioni, in occasione del pellegrinaggio di 67 vescovi di 27 nazioni a Fatima il 4 agosto scorso.
«In questi giorni siamo stati proprio felici. Abbiamo vissuto da fratelli. Ci siamo sentiti liberi e abbiamo potuto aprire il cuore l’uno all’altro. L’unico Maestro è stato veramente fra noi. Ci siamo sentiti nella casa di Maria», così il card. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok e moderatore dell’incontro, ha riassunto alla fine del soggiorno l’esperienza fatta. Ad accogliere i vescovi, su invito di Dom Jorge Ortiga, arcivescovo di Braga, è stato il Centro apostolico “Mater Ecclesiae” all’ombra del Santuario di Nostra Signora di Sameiro. Ambiente assai adatto per poter affrontare in un clima disteso questioni come lo scenario del mondo di oggi con l’esperto di politica internazionale Pasquale Ferrara o la riforma della Chiesa nel solco di Papa Francesco con il teologo Piero Coda. Su questo sfondo i presenti si sono interrogati su come essere vescovi in uno stile sinodale e mettere in atto una cultura pastorale improntata alla comunione.
Plenarie e incontri a gruppi, passeggiate e momenti a tavola, sono serviti per mettere in comune situazioni di dolore e segnali di speranza: il grido d’angoscia che sale dalle Chiese del Medio Oriente; la crescita di una feconda interazione tra comunità ecclesiali di base e nuovi Movimenti e Comunità in una grande diocesi del Brasile – significativo esempio di quanto auspicato dalla Lettera Iuvenescit Ecclesia pubblicata in giugno dalla Congregazione per la Dottrina della fede –; le sfide e le potenzialità dell’inculturazione in un contesto plurale come l’India; i frutti che possono nascere quando un vescovo e i suoi ausiliari fanno vita comune e quando un vescovo riesce a farsi fratello e amico dei suoi sacerdoti; l’arduo lavoro di evangelizzazione in un contesto segnato dalla povertà come il Madagascar.
Fonte di reciproco arricchimento la partecipazione, per un paio di giorni, di tre vescovi di altre Chiese, due luterani e un siro-ortodosso, e un pomeriggio d’incontro con sette vescovi del Portogallo. Sottofondo spirituale dell’incontro sono stati da un lato il Cristo crocifisso come punto cardine della spiritualità dell’unità e dall’altro la passione per la Chiesa, argomenti su cui sono intervenuti la presidente dei Focolari, Maria Voce (“Gesù abbandonato finestra di Dio – finestra dell’umanità”) e il copresidente Jesús Morán (“Il genio ecclesiale di Chiara Lubich e il carisma dell’unità”). (altro…)
Dopo la partecipazione alla memorabile Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, 67 vescovi e cardinali amici del Movimento dei Focolari, provenienti da 27 paesi di 4 continenti, si riuniscono a Braga, nel nord del Portogallo, dal 2 al 10 agosto 2016. Un incontro che si ripete dal 1977 e che per la prima volta si realizza in terra lusitana, accolto presso il Santuario della Madonna di Sameiro su invito di mons. Jorge Ortiga, arcivescovo di Braga. Moderato dal cardinale Francis Kriengsak, arcivescovo di Bangkok, Tailandia, l’incontro ha come finalità approfondire la comunione fraterna fra i vescovi presenti alla luce della spiritualità dell’unità che anima i Focolari. Tema centrale dell’incontro il mistero di Gesù in croce che grida «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34), chiave per incontrare e abbracciare le piaghe del mondo di oggi e che sarà anche il tema per tutto il Movimento nell’anno 2016/2017. Maria Voce, presidente dei Focolari, presente all’incontro, offrirà degli spunti sull’argomento. Presenti anche il copresidente Jesús Morán e alcuni consiglieri centrali per una condivisione di prospettive sulla vita del Movimento dei Focolari oggi. Altri argomenti di riflessione e di lavoro, con contributi specifici da parte di teologi, politici e altri esponenti dei Focolari, sono la situazione attuale del mondo, la riforma della Chiesa nel solco di papa Francesco, l’ecumenismo. Un invito ai vescovi della Conferenza Episcopale Portoghese per la giornata del 9 agosto sarà, per chi vi possa partecipare, occasione di scambio fraterno di esperienze e conoscenza reciproca, arricchito dalla presenza di presuli provenienti da diocesi di tante parti del mondo. Un pellegrinaggio a Fatima per affidare alla Madonna la propria vita e missione, in quella che è conosciuta come la terra di Santa Maria, suggellerà l’incontro. I convegni dei vescovi amici del Movimento dei Focolari hanno avuto inizio nel 1977 su iniziativa di mons. Klaus Hemmerle, vescovo di Aquisgrana, Germania. Sono stati approvati e sostenuti fin dall’inizio dalla Santa Sede, per favorire la collegialità “effettiva e affettiva” tra vescovi in uno spirito di comunione e fraternità. Fonte: Comunicato stampa – SIF (altro…)