Movimento dei Focolari
Giovani: Natale di accoglienza e di pace

Giovani: Natale di accoglienza e di pace

Natale a Betlemme: «Un’occasione unica per coronare l’anno incontrandoci con i Giovani per un Mondo Unito della Terra Santa, per un Natale di accoglienza e di pace», raccontano Maria Guaita, Andrew Camilleri e Claudia Barrero, della segreteria internazionale dei GMU. Cosa significa per voi trascorrere il Natale in Terra Santa? «Abbiamo colto questo invito come una proposta da estendere a tutti i Giovani per un Mondo Unito sparsi nel mondo – racconta Maria Guaita –. Il Vangelo ci dice che Maria e Giuseppe non trovarono posto nell’albergo, che il Verbo venne tra la sua gente ma i suoi non lo hanno accolto. Vogliamo accoglierlo, specialmente nei soli, negli emarginati, nei poveri e senza tetto. Perciò vorremmo impegnarci perché ogni nostra città diventi una piccola Betlemme che ospita il Presepe, che offre una culla a Gesù». Come vi siete organizzati? «Proponiamo a tutti i Giovani per un Mondo Unito un Natale di accoglienza e di pace spiega Andrew –. I media ci propongono ogni giorno immagini di violenza, di sofferenza e di esclusione. Vogliamo rispondere a tutto ciò, a partire dal periodo natalizio, con svariate iniziative di amore concreto verso i fratelli». «Vorremmo coinvolgere più persone possibile – conclude Maria  –, anche parrocchie, istituzioni, altre associazioni e movimenti, secondo la fantasia e le possibilità di ciascuno, con la convinzione che – come diceva Chiara Lubich –  “niente è piccolo di ciò che è fatto per amore”». Foto e brevi riprese delle iniziative si potranno trovare sulla pagina Facebook dei GMU della Terra Santa: Youth for a United World – Holy Land. «Saranno frammenti di fraternità – aggiunge Claudia –, che parlano da sé e documentano una tappa importante nella realizzazione del United World Project, nel cammino verso l’unità del mondo». Per informazioni: Giovani per un Mondo Unito

 

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Giovani: Natale di accoglienza e di pace

Giovani, Medio Oriente e un grido per la pace

Nasce dai giovani della Giordania l’idea di ‘A Shout for Peace’: una settimana per la pace, a partire dal 7 settembre e, come conclusione, una serata alla quale invitare tutti i propri amici. Idea presto condivisa con i Giovani per un Mondo Unito del Medio Oriente, alcuni dei quali si trovavano proprio in Giordania per partecipare ad un incontro con la presidente e il copresidente dei Focolari, Maria Voce e Giancarlo Faletti. Si è deciso così di fare tutti qualcosa per la pace, nello stesso giorno, ognuno nel proprio Paese; e poi di ritrovarsi, grazie ad una conferenza telefonica, e pregare insieme per la PACE. Ed ecco il panorama di quanto accaduto in contemporanea nei vari Paesi: Giordania – 35 giovani musulmani e cristiani, danno il via ad un collegamento telefonico con i giovani di Fortaleza, in Brasile: “Ci hanno assicurato – spiegano – che pregano per la pace assieme a noi, insieme a tanti giovani di altri movimenti cattolici”. In linea c’è poi l’Iraq: “Un’occasione speciale per assicurarci vicendevolmente che siamo sempre uniti e che lavoriamo per lo stesso scopo”. Poi meditazioni dai rispettivi testi sacri, Bibbia e Corano, e pensieri spirituali di Chiara Lubich, Igino Giordani, Madre Teresa ed altri. La serata si conclude con una preghiera per la Siria e per tutto il Medio Oriente, tramite una conferenza telefonica con il Libano, la Terra Santa e l’Algeria. “Che momento speciale! La dimostrazione viva che l’unità cresce, nonostante la guerra nei nostri Paesi”. Terra Santa – “Mostrare ai nostri amici che non siamo soli a voler vivere per la pace”, questo il senso della serata in Terra Santa, col collegamento telefonico in diretta. La mattina successiva: un approfondimento sul “mettere Dio al primo posto” e una passeggiata distensiva. Egitto – Il coprifuoco impedisce che i giovani si incontrino di sera per il collegamento. Ma il sentimento di essere uniti con gli altri non viene meno. Così lo esprime Sally, appena rientrata dalla Giordania: “Sono tornata in Egitto portando con me quell’unità. Sento che tra noi, nonostante le distanze che ci separano, c’è questa forte unità che mi ha aiuta ad avere la pace negli avvenimenti di ogni giorno; e anche a diffonderla ovunque”. Iraq – Grande emozione per il collegamento telefonico con la Giordania. Anmar, siriana, riferisce: “Ero davvero commossa dalla forza e dall’efficacia della preghiera. In queste ultime settimane riceviamo tante brutte notizie riguardo al mio Paese ed l’attacco sembrava imminente. Ma poi, grazie anche alla forza delle nostre preghiere, ho notato che i politici hanno cominciato i negoziati… è davvero un miracolo. Continuiamo a pregare!”. Algeria – Per la prima volta collegati con i giovani degli altri Paesi arabi, i Giovani per un Mondo Unito algerini sono felici. “Abbiamo sentito veramente l’atmosfera della presenza di Dio tra di noi”. Libano – Sono 40 i GMU, del Libano e dalla Siria (alcuni giovani siriani vivono in Libano) a ritrovarsi in una chiesa a Beirut: “La pace è il nostro scopo, ma a volte sentiamo che è così difficile da realizzare. Vedere questi giovani da tutto il MO, riuniti per pregare per la pace, ci dà la certezza e la forza per continuare a costruirla attorno a noi”. Comune a tutti l’impegno del Time Out, alle ore 12: un momento di silenzio o di preghiera per la pace.


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