Mag 8, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«L’Istituto Tecnologico del Costa Rica è l’unica università specializzata nell’insegnamento della tecnologia nel nostro paese. Nel 2003 mi è stato chiesto di preparare un corso per la formazione umanistica degli studenti a cui ho dato come titolo: “La cultura dell’alterità: una speranza per il mondo di oggi”. La metodologia del corso vede l’educazione come un processo di trasformazione nella convivenza. L’alterità produce libertà, con la possibilità di ricominciare sempre, sviluppa il senso della vita, l’interrelazionalità e la solidarietà. Ci si basa sulla capacità dell’essere umano di sviluppare “l’intelligenza dell’amore” che fa capire e promuovere iniziative concrete in favore degli altri: prendersi cura di qualcuno, la tenerezza, la simpatia, la comprensione, il servizio. Per raggiungere questo scopo si usano tecniche tradizionali come la lezione magistrale, il teatro, il cineforum, la lettura guidata in gruppo, dove i giovani riflettono sull’attualità e su come possono realizzare azioni positive per gli altri. Il corso si compone di 4 moduli settimanali di 3 ore. Lo hanno già frequentato più di mille alunni. Fuori dall’Istituto gli alunni mettono in pratica quanto apprendono e nella lezione seguente raccontano agli altri come è andata. Mettendo in pratica l’alterità una studentessa ha iniziato a dedicare il suo tempo alla sorella minore affetta da sindrome di Down: hanno parlato, sono state al cinema, a ballare, a mangiare fuori e lei ha scoperto una persona intelligente, con gusti simili ai suoi, con cui era bello stare insieme.
Un’altra: “Ero in autobus, seduta, quando entra una signora piena di borse. All’inizio non volevo cederle il posto perché ero stanca, poi mi sono ricordata che avevo deciso di mettere in pratica quanto imparato a lezione e l’ho fatta sedere. Siamo scese alla stessa fermata e visto che pioveva l’ho accompagnata con l’ombrello fino a casa sua, aiutandola con le borse. Ero felice ed anche lei, tanto che mi ha fatto entrare, invitandomi a prendere il caffè. Da allora siamo diventate amiche”. Con uno dei gruppi andiamo in un ospizio. Ricordo un ragazzo che la settimana dopo questa esperienza ci ha detto: “Non volevo andare perchè non mi trovo bene con gli anziani, ma sono andato per accettare la sfida di vivere l’alterità dove più mi costava. All’inizio è stato difficile, ma vedendo i miei compagni ho preso coraggio. È stato così bello ed ho sentito una pienezza e una felicità cosi grandi che quel giorno non ho sentito la necessità di tirarmi su con la droga come, a volte, faccio”. Questa proposta educativa vuol dare anche, una risposta alla crisi che vivono attualmente i nostri paesi, in tutte le sue dimensioni: economica, politica, sociale, culturale e ambientale; perciò approfondiamo il progetto dell’Economia di Comunione, l’esperienza della politica dell’unità, l’arte in comunione e la protezione dell’ambiente. » (Testimonianza raccontata nel Simposio internazionale sulla fraternità il 4 aprile 2012, presso l’Università Manuela Beltrán di Bogotá, presente Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento dei focolari). Paulina Segura è laureata in Antropologia ed ha un dottorato in Mediazione Pedagogica. Ha una formazione attienente a diverse aree del turismo e della pedagogia, ha sviluppato diversi progetti di Ricerca Sociale. Ha tenuto lezione nei seminari diocesani e in diverse università del Costa Rica. (altro…)
Mag 7, 2012 | Cultura
A quattro anni dalla sua nascita, l’Istituto Universitario Sophia (Loppiano – FI) rinnova l’impianto grafico e contenutistico del suo portale. Con il recente ampliamento della proposta formativa e l’introduzione di nuovi percorsi di specializzazione – sono tre i nuovi corsi di laurea specialistica in Studi politici, Economia e management, Ontologia trinitaria –, anche il sito ne rispecchia ora più fedelmente gli obiettivi: fornire alla donna e all’uomo d’oggi gli strumenti per comprendere e contribuire a ricomporre la complessità dell’epoca moderna. “Abbiamo inteso creare una piattaforma che comunichi nel modo più chiaro possibile ciò che è e che fa Sophia – spiega José Luis Bomfim, brasiliano, designer responsabile del progetto –. Le pagine risultano graficamente più pulite e puntiamo a fornire un’informazione più accessibile per permettere all’utente maggior navigabilità e ricchezza di contenuti, dando ulteriori strumenti per seguire i principali eventi promossi dall’Istituto. E’ stata ottimizzata, inoltre, l’integrazione con i social network quali Facebook e Twitter”. Le novità del portale. Tra le varie novità, una “Media Gallery” più ricca di video e immagini che descrivono al meglio la vita dell’istituto e la pagina di “News ed Eventi” che permetterà a breve la possibilità di registrarsi online e di ricevere una e-mail che ricordi l’appuntamento il giorno precedente. Inoltre, sarà possibile scaricare il calendario degli eventi tramite Google Calendar e risorse simili. Ampio spazio è dedicato all’offerta accademica e alle testimonianze di studenti ed ex studenti (arricchite da contenuti multimediali) così da favorire una miglior comprensione della peculiarità della proposta di Sophia a livello accademico ed esperienziale. Una pagina è inoltre dedicata alla rinnovata sinergia editoriale con la casa editrice Città Nuova: è possibile visionare la versione digitale della Rivista Sophia oltre alle collane di libri pubblicati in collaborazione con Città Nuova e acquistarli online sul sito dell’editore. (altro…)
Mag 4, 2012 | Cultura, Famiglie
«Dio abita nelle nostre famiglie e abbiamo il grande compito di trasmetterlo ai nostri figli nella vita quotidiana». Così, una delle famiglie che in queste pagine raccontano momenti ed esperienze di semplice quotidianità. Famiglie di tutto il mondo che, giorno per giorno, lasciano entrare il Vangelo nella loro vita e vedono trasformarsi l’ambiente in cui vivono, la realtà in cui sono immersi, i rapporti tra le generazioni. La famiglia, nucleo fondativo della società, oggi si confronta con crisi culturale ed economica, globalizzazione, educazione, rapporto genitori-figli, fede. Sfide epocali che ne segnano la vita quotidianamente. Cosa succede quando il rapporto tra i coniugi, tra genitori e figli, tra le generazioni è illuminato dal Vangelo? Il volume raccoglie spaccati di vita familiare da tutto il mondo. Storie positive, spesso eroiche, che comunicano speranza e ribadiscono il ruolo cruciale che la famiglia svolge nella società.
Il volume – edito da Città Nuova – è patrocinato dal Pontificio consiglio per la Famiglia in vista del VII Incontro Mondiale delle Famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012).
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Mag 2, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un’iniziativa all’avanguardia in America Latina. Prende il nome di “Progetto Innocenza” e a promuoverlo è la Facoltà di Legge dell’Università Manuela Beltrán di Bogotà (Colombia). Il progetto mira a riaprire gratuitamente casi di persone condannate ingiustamente ma prive delle risorse economiche necessarie per pagarsi la propria difesa. L’iniziativa nasce nel 2007. “I casi che, in genere, più frequentemente affrontiamo – spiega Juan Carlos Cárdenas C., direttore del “Progetto Innocenza” – sono quelli che hanno a che vedere con una negligente o ingiusta identificazione ed individualizzazione degli autori dei delitti. Sono i casi in cui i funzionari giudiziari omettono di fare fedelmente i loro doveri e che per atti di negligenza, poca formazione, mancanza di prove o false testimonianze, ma anche corruzione, si prendono decisioni sbagliate che condannano ingiustamente una persona”. Il “Progetto Innocenza” è composto da una equipe interdisciplinare di lavoro, della quale fanno parte avvocati, psicologi, detective e, naturalmente, studenti di tutte queste aree di studio. Divisi per gruppi di lavoro, i rappresentanti del Progetto Innocenza visitano i Centri penitenziari di Bogotà (maschili e femminili) due volte la settimana. In questi Centri i detenuti si iscrivono in una lista di attesa per essere ricevuti. Non mancano le segnalazioni di innocenza da parte di parenti o amici nonché richieste di aiuto per posta elettronica attraverso la pagina web. Al colloquio partecipano un avvocato professionista, un monitor e generalmente studenti di diritto e psicologia: “non si perde mai di vista il fatto – sottolinea il direttore del Progetto – che potrebbe trattarsi dell’unica opportunità che ha questa persona per essere ascoltata”. “Normalmente – spiega l’avvocato Cárdenas – i detenuti affermano che, nel processo e nella sentenza, c’è stato qualche errore. Per questo motivo è importante avere una formazione professionale seria e profonda. Si parte dal rispetto e dalla convinzione che tutte le sentenze emesse dai giudici, partano da un principio di legalità e di rettitudine. Risulta ancor più difficile allora, dimostrare all’amministrazione della giustizia che si è sbagliata, dopo che ha emesso una sentenza in ultima istanza. Per principio quindi, il nostro impegno non sta nel cercare di identificare il funzionario che ha sbagliato, ma piuttosto nel dimostrare dove e quale sia stato l’errore commesso all’interno di quel processo che ha portato alla condanna di un innocente”.
Al “Progetto Innocenza” arrivano casi come sequestri, omicidi, delitti sessuali, estorsioni, riciclaggio di denaro sporco dietro ai quali però ci sono persone ingiustamente accusate e private della libertà. Come il caso di Manuel Mena, condannato a 17 anni di prigione per un omicidio non commesso. Dopo tre anni e mezzo in prigione, ed un lavoro rigoroso portato avanti dalla equipe dell’Università, per analizzare prove e fatti, la Corte Costituzionale ha annullato la sentenza di condanna ordinando l’immediata scarcerazione. “I detenuti – conclude il professore – sono una parte della popolazione fra le più bisognose di aiuto e solidarietà; non solo gli innocenti, ma anche coloro che vivono un processo di riabilitazione hanno bisogno di una mano amica, di un consiglio, di un ascolto. Anche il mondo della giustizia deve essere rinnovato dal Vangelo e dalla verità e questa iniziativa, per noi che siamo impegnati lì, rappresenta un granello di questo rinnovamento”. (Testimonianza raccontata nel Simposio internazionale sulla fraternità il 4 aprile 2012, presso l’Università Manuela Beltrán, presente Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento dei focolari). ___________________________________________________________ Juan Carlos Cárdenas C., direttore del “Progetto Innocenza”, insegna Diritto presso l’Università Manuela Beltrán di Bogotá (Colombia). E’ impegnato nel Movimento dei Focolari da quando, ancor giovane, ha fatto propria la spiritualità di Chiara Lubich. Per altre esperienze in questo campo visita: Comunione e Diritto (altro…)
Apr 20, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Sabato 24 marzo a Melbourne, presso un centro del Movimento dei Focolari, si è tenuto un concerto promosso in collaborazione con la Kadhampa Buddhist Society. Vi hanno preso parte un centinaio di persone, con un incasso di $840.00 destinato al progetto AMU (Azione per un mondo unito) sul confine fra Thailandia e Birmania: un programma scolastico e alimentare per i figli dei rifugiati birmani. Una famiglia di sudanesi presenti al concerto, giunti in Australia loro stessi come rifugiati, hanno espresso la loro gioia nel partecipare alla raccolta fondi e poter così aiutare altri rifugiati. Il concerto si è svolto in concomitanza con il “Giorno dell’Armonia” (Harmony Day), un’iniziativa del governo australiano per celebrare la ricchezza delle diverse culture presenti in Australia e condividere ciò che gli australiani hanno in comune. Insieme al gruppo della Kadhampa Buddhist Society, erano presenti amici di diverse comunità musulmane ed ebraiche. I giovani del Movimento dei focolari hanno contribuito al concerto invitando i loro amici ad esibirsi e, nel corso della serata, hanno servito stuzzichini a tutti, facendo sentire ciascuno a casa. Hanno raffigurato il tema del Mondo Unito con uno sfondo in cui la terra è circondata da persone che si tengono per mano.
I presenti hanno seguito con attenzione una presentazione in power point che ha illustrato il progetto di raccolta fondi ed ha messo in evidenza la collaborazione fra Focolare e Kadampha nel corso dell’ultimo anno. Al termine del concerto, una delle ospiti musulmane ha detto di apprezzare molto l’aria di famiglia che ha caratterizzato la serata, mentre una coppia di religione ebraica, colpita dall’accoglienza ricevuta al loro arrivo, è stata felicemente sorpresa nel vedere tanti giovani mettere a disposizione i loro talenti per una buona causa. La loro bella conversazione con un giovane palestinese che si era esibito durante il concerto, riassume meglio di ogni cosa lo spirito di unità costruito durante la serata. (altro…)
Apr 15, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
L’Uruguay, terra di frontiera, fra Brasile e Argentina, è uno dei Paesi più sviluppati dell’America Latina, con la più equa distribuzione delle ricchezze. Tuttavia anche qui si trovano aree di povertà estrema, come nel barrio Borro, quartiere della zona nord di Montevideo abitato da circa 4.000 famiglie, quasi 26.000 persone. Negli itinerari turistici internazionali, il barrio Borro è segnalato come un quartiere da evitare, perché molti dei suoi abitanti vivono di espedienti ai margini della legalità. È nato proprio qui il Centro sociale Nueva Vida. Le sue origini risalgono al 1992, grazie all’operato di sr. Eva Aguilar, della congregazione Schiave del Sacro Cuore, con l’aiuto della sua comunità, finché nel 2000 fu chiamata ad altri incarichi. Interpellato allora dal vescovo, il Movimento dei focolari, prendendosi carico delle necessità del barrio, diede l’avvio a Nueva Vida, progetto di vita nuova nato dall’amore per i più poveri e gli esclusi. Nel 2001 il vescovo affidò ufficialmente quest’opera sociale nascente a CODESO (Comunión para el Desarrollo Social), ente civile fondato da membri del Movimento. Obiettivo primario di Nueva Vida è creare un contesto positivo per favorire lo sviluppo dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie, a cominciare da quelle con maggiori difficoltà, promuovendo una formazione “integrale” della persona. Le attività si svolgono in 2 capannoni di 300 mq ciascuno, e sono organizzate per fasce di età: l’asilo per i bambini fino ai 5 anni, il Club dei Niños (6 – 12 anni) e il Centro Jovenes (13 – 18 anni). Oggi il Centro Nueva Vida è una realtà sociale solida nel quartiere, con una struttura ben articolata, dove lavorano quasi 40 persone e il cui valore educativo è riconosciuto dalle autorità locali. Accoglie regolarmente circa 250 fra bambini, ragazzi e giovani, inseriti in attività parascolastiche che comprendono fra l’altro laboratori di psicomotricità per i più piccoli, laboratori artistici, doposcuola, corsi di lingue, attività ricreative, culturali e ambientali e laboratori professionali. Il Centro fornisce inoltre un pasto al giorno, consulenza pediatrica ed un servizio di assistenza legale, grazie anche al contributo economico del Sostegno a Distanza dell’Associazione AFN onlus – Azione per Famiglie Nuove.
Barrio Solidario Natural Dopo alcuni anni di attività con bambini e ragazzi, i responsabili di Nueva Vida si sono resi conto della necessità di lavorare anche con le loro madri. La famiglia tipica del barrio Borro è costituita da una giovane madre con 4-5 bambini; è dunque la donna che ha la responsabilità della cura dei figli e del sostegno economico della famiglia. La precarietà economica e la fragilità familiare (l’80% dei padri è assente) producono effetti negativi ed una forte esclusione sociale. Una risposta è il progetto Barrio Solidario Natural, che propone lo sviluppo dell’imprenditoria femminile attraverso corsi di lavorazione della lana (tintura, filatura, tessitura, confezionamento). Il progetto, sostenuto dall’AMU, è iniziato nel 2007. Ha coinvolto finora alcune decine di donne che hanno imparato un mestiere e acquisito competenze professionali rare da trovare in quel contesto. «L’Uruguay – racconta una responsabile dei corsi professionali – è un Paese di cultura molto laica, in cui non è frequente parlare di aspetti o valori religiosi. Un giorno ci siamo trovate per parlare di un tratto caratteristico del progetto, cioè della comunione che cerchiamo di vivere e della spiritualità da cui si alimenta. Dopo aver ascoltato, tutte hanno condiviso ciò che avevano compreso su come mettere in pratica la reciprocità del dono. Forse la loro situazione economica non sta cambiando così velocemente, ma sicuramente sta cambiando il modo di affrontarla e di vivere in famiglia». (altro…)