Ago 17, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Vogliamo assicurarvi che tutti i membri del Movimento in Egitto stanno bene», così ci scrivono dall’Egitto. «Il 14 agosto – continuano – è stata una giornata molto dolorosa per il Paese e, specialmente, per i cristiani. Come da tempo ci si aspettava, il Governo ha deciso di sgomberare le piazze occupate e purtroppo la reazione è stata sorprendentemente violenta, non solo contro l’esercito ma anche contro i cristiani. In tutto il Paese sono state bruciate le chiese più antiche e significative, i conventi, le scuole tenute da religiosi e religiose. Subito i musulmani moderati si sono schierati contro questi attacchi e molti si sono offerti di proteggere loro stessi le chiese. Ma tanti cristiani, grati, hanno risposto di non mettere in pericolo la loro vita perché i muri si possono ricostruire, passata la violenza, insieme. «La Chiesa Copta sta dando una forte testimonianza: Papa Tawadros ha chiesto ai fedeli di non rispondere in alcun modo agli atti di violenza e ha detto: “Bruceranno le chiese? Pregheremo nelle moschee. Bruceranno le moschee? Pregheremo nelle chiese. Bruceranno entrambe? Pregheremo insieme nelle strade, perché siamo tutti egiziani”. «A. M. di Assiut, una città molto colpita, ha detto: “Le chiese si sono trasformate in incensieri che arrivano fino al Cielo per chiedere a Dio che abbia misericordia del suo popolo e faccia miracoli.” «E’ stato proclamato un mese di stato di emergenza e, in molte città, c’è il coprifuoco dalle ore 19 alle 6 del mattino. Certo è una situazione gravissima e viviamo momenti di sospensione, ma siamo sostenuti dalla fede salda nell’amore di Dio, fede presente non solo in noi ma in tutti gli egiziani cristiani e musulmani. «Sentiamo forte il sostegno con la preghiera di tutto il Movimento nel mondo e, nella festa dell’Assunta, abbiamo affidato a Maria questo popolo che tanto la ama. Radicati nella vita del Vangelo che ci porta ad amare tutti e ad amarci fra di noi nell’attimo presente, offriamo questo grande dolore per rafforzare la speranza in una pace stabile non solo qui ma in tutto il Medio Oriente». (altro…)
Ago 6, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Mario lavora da anni in un’azienda che ha assunto, soprattutto negli ultimi tempi, molti bengalesi. Racconta: «All’inizio non è stato facile, ma poi le cose sono andate meglio: loro si sono impegnati ad imparare bene il mestiere e sono stati aiutati quando la lingua era motivo di difficoltà. Beh, qualche diffidenza è rimasta, soprattutto in reparto». Mario non parla molto, ma osserva con attenzione le persone e riesce sempre a capire cosa pensano, coglie le loro difficoltà, ascolta con interesse e per questo è benvoluto dai compagni di lavoro. Poi un giorno una novità, che riguarda un compagno di lavoro, turba Mario e ne parla con Silvia, la moglie: «Hossain deve tornare per le ferie in Bangladesh e chiede che qualcuno lo accompagni, previa ricompensa, all’aeroporto. Sapessi quanti brontolii in fabbrica: gli altri criticano questa sua richiesta e dicono che se la cavi da solo, dovrebbero forse perdere un giorno di ferie per fargli questo piacere?». Mario è titubante e tossicchia un po’, mentre Silvia traffica con piatti e bicchieri, che tintinnano allegri fra la tavola e la dispensa. «Vai tu, se te la senti», consiglia la moglie. «Se fossi tu nel bisogno, saresti contento di trovare gente disponibile, no?». «Già, ci avevo pensato. È un viaggio un po’ lungo, ma non voglio farmi pagare le spese». «Fai bene, e non badare alle critiche degli altri». Arriva il giorno stabilito. Tutti salutano Hossain con una certa euforia e scherzano: «Non ti fidare di questo qua – dice qualcuno –, non si sa mai dove ti porta!». «Ma va… – chiarisce un altro – che tu non te la sei sentita di accompagnarlo e Mario sì, di lui io mi fiderei di certo!». Mario parte e lo accompagna, per gli oltre 200 chilometri previsti, e a Hossain, che vuole ricompensarlo per la giornata impiegata e l’uso dell’auto, ribadisce: «Non voglio niente, ti ho accompagnato volentieri e ti auguro buon viaggio. So che sarà faticoso, ma ti farà piacere vedere i tuoi figli e la tua gente!». Hossain è commosso, si vede, non se l’aspettava quel gesto di generosità! Un saluto frettoloso e, dopo le prassi d’imbarco, Mario riprende il viaggio di ritorno. Trascorre un mese circa. Un mese tranquillo, in cui spesso a pranzo si parla di Hossain e del prossimo rientro. «E come tornerà?», si chiedono in famiglia. Il ritorno è più sicuro, informa Mario, perché altri connazionali lo accompagneranno a casa. Quando Hossain rientra in fabbrica, Mario si aspetta di incontrarlo per sentire il racconto di un viaggio al di là dal mondo, così lontano e pur così vicino, dove la fatica quotidiana, spalla a spalla, può diventare anche condivisione delle fatiche emotive di lasciare e di ritrovare i propri familiari. Non deve attendere molto, e quando lo rintraccia lo vede emozionato e felice. Gli racconta del viaggio, della crescita dei figli, della festa con i parenti… Poi srotola davanti all’italiano un grande tappeto variopinto che ha sorvolato i continenti. Mario l’osserva incuriosito e non si aspetta certo di sentir dire: «Un tappeto per te». Mario sgrana gli occhi e già pensa allo stupore di Silvia: un regalo così non lo aveva mai ricevuto davvero! Sembra il tappeto volante delle storie di quando era bambino, quando sognava anche lui di volare sul tappeto magico in Paesi lontani: ecco, se chiude gli occhi, gli sembra proprio di aver sognato e invece il tappeto di Hossain è proprio lì, per dire un grazie e suggellare un’amicizia dal sapore di favola. Di Annamaria Gatti (altro…)
Lug 12, 2013 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Provengono dai paesi e dalle culture più diverse: Albania, Ucraina, Georgia, Marocco, Senegal, Romania, Nigeria, Bielorussia. Come tanti altri loro connazionali hanno lasciato spesso situazioni drammatiche dietro di sé, e i propri cari, nella speranza di un lavoro e di una prospettiva di vita. Sono approdati ad Acquaviva delle Fonti, una cittadina in provincia di Bari che, come altre del Mezzogiorno d’Italia è diventata meta o punto di passaggio di sogni e desideri. Qui la comunità dei Focolari già da tempo si sente interpellata da questa presenza: “Avevamo in cuore – scrivono – di far sì che i tanti stranieri/migranti potessero sentirsi accolti nella nostra città”. Si intessono rapporti personali, si creano legami di amicizia che superano barriere e diffidenze: “tre anni fa – proseguono – abbiamo pensato di organizzare un momento di festa da vivere tutti insieme nel periodo natalizio, perché potessero respirare in qualche modo il senso della famiglia, anziché la solitudine e l’emarginazione che tanti purtroppo sperimentano”. I rapporti si sono radicati, l’incontro natalizio è diventato una consuetudine: “a quella che abbiamo chiamato ‘festa dei popoli’, i nostri amici si sentono liberi di estendere l’invito ad altri loro amici stranieri, che siamo ben felici di accogliere”.
Quest’anno erano presenti una cinquantina di persone di tutte le età e di diverso credo religioso: “Grazie al clima familiare già istaurato in precedenza e subito rinnovato, spontaneamente sono venute fuori esperienze vissute all’arrivo in Italia, mettendo in comune gioie e sofferenze”. La proposta di vivere la “regola d’oro” – fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te – come base per costruire la fratellanza universale come punto in comune nella diversità del credo religioso è stata accettata e fatta propria da tutti, perché si sperimenta come “l’amore reciproco abbatte ogni distanza. Nel buffet che ha concluso la serata, accanto a quanto preparato dalla comunità, vi erano piatti tipici delle diverse terre di provenienza, preparati dai nostri amici; la gioia più grande era sperimentare cosa significa essere una famiglia”.
Abdul del Senegal, a fine serata, invita alcuni della comunità a partecipare ad un incontro di preghiera in un paese limitrofo: “Grande è stata la sua gioia e la sua sorpresa nel vederci arrivare; c’erano 200 senegalesi musulmani, scalzi e seduti sui tappeti, che leggevano il Corano. Abdul ci ha presentato il loro capo spirituale e dopo due giorni ci ringraziava ancora una volta commosso della nostra visita”. Un altro gesto concreto è stato l’apertura di uno sportello di ascolto che l’intera comunità porta avanti per individuare esigenze e mettere a disposizione competenze, offrendo lezioni di italiano ai bambini ed ai loro genitori, o un aiuto per risolvere problemi burocratici o consulenze mediche di vario tipo. “Questa esperienza di famiglia – concludono – ed i frutti che ne scaturiscono, ci danno la certezza che il mondo unito non è utopia, ma realtà già viva in mezzo a noi”. (altro…)
Lug 11, 2013 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Fathi, giovane turco, che vive a Basilea, con voce chiara ha cantato la sura 134 del Corano: “Dio ama coloro, che fanno del bene!” e con ciò ha subito annunciato il cuore del tema proposto per la giornata: l’amore al prossimo. L’Imam Muhammed Tas di Basilea ha raccontato della sua settimana di vacanza sciistica in compagnia del parroco Ruedi Beck ed altre due persone: “Abbiamo cucinato insieme gli uni per gli altri, abbiamo visto dove e quando nell’appartamento andava meglio per ciascuno, per dire le proprie preghiere. Eravamo come una famiglia, dove si impara gli uni dagli altri. Grazie a questi amici ho imparato anche a sciare molto meglio. Già per l’autunno stiamo pianificando un’altra settimana di vacanza, questa volta in Turchia”.

Abdul Jabbar Koubaisy, vicepresidente della lega musulmana in Polonia, apprezza molto questo detto della tradizione musulmana: “Colui che non sa ringraziare le creature, non sa neppure ringraziare il Creatore”. Paul Lemarié del Centro internazionale per il Dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari racconta invece di incontro una “Mariapoli” in Macedonia con 35 cattolici, altrettanti musulmani e una dozzina di ortodossi . Alla fine, un giovane partecipante cristiano cattolico aveva dato questa testimonianza: “Quest’incontro mi ha profondamente cambiato. Fino ad allora contava solo la mia fede e rifiutavo tutti gli altri: atei, musulmani, anche i cristiani ortodossi. Ora ho capito: Dio fa splendere il Suo sole su tutti”.
Il dialogo della giornata del 23 giugno a Baar, si è incentrato proprio sulle esperienze di comunità, già possibili nel rispetto della diversità. Per approfondire il tema scelto, l’Imam Mohammed Tas ha introdotto una videoregistrazione del discorso di Chiara Lubich tenuto al congresso degli amici Musulmani nel2002 a Castelgandolfo (Roma). “L’amore è una realtà importante nella nostra religione” – ha sottolineato Tas – “Se una persona non ama, vuol dire che ha un problema nel suo cuore … Yunus Emre, poeta musulmano del XIII sec. dice: ‘Ti amo per amore del Creatore!’ Con ciò egli ha indicato l’amore più profondo che ci possa essere per gli esseri umani”. E per dirlo con le parole di Chiara Lubich: “Si tratta dell’amore al prossimo, quell’amore che si riscontra nei più vari ambiti religiosi e culturali sotto forma anche di misericordia, di benevolenza, di compassione, di solidarietà. Amore del prossimo che, per noi cristiani, non è semplicemente un sentimento umano, ma, arricchito di una scintilla divina, si chiama carità, agape: amore di origine soprannaturale”.
Nel pomeriggio segue un tempo per la preghiera in due diversi luoghi secondo le religioni e poi ci si incontra in gruppi per uno scambio ricco e profondo sull’arte di amare, il perdono e la Regola d’oro. Imam Mustafa Oeztürk, presidente di un’associazione che raggruppa più moschee in Svizzera, nel suo saluto finale così si è espresso: “Stiamo imparando una nuova grammatica. Quella tradizionale inizia con “io”, poi “tu” ed infine “lui” o “lei”. Ma la grammatica dell’amore al prossimo inizia con il tu ed poi viene l’io. E «Lui» o «Lei» nella loro assenza hanno un diritto che va rispettato: che si dica di loro solo il bene”. Fonte: http://www.fokolar-bewegung.ch (altro…)
Giu 15, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Un noto rabbino, partecipante all’incontro di dialogo ebreo-cristiano promosso dal Movimento dei Focolari (svoltosi presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo, Roma), ha spiegato che la storia della comprensione tra le due religioni si è sviluppata in tre livelli di azione. Il livello 0, e cioè quello nel quale persone di ambedue le religioni si presentano e si conoscono. Il livello 1 fa un passo in più: c’è rispetto e mutua comprensione. La paura che l “altro” ci interpelli ancora non esiste. Il dialogo del secondo livello, invece, propone che le persone coinvolte siano pronte a che l’altro – ebreo o cristiano – influisca realmente con le proprie convinzioni religiose e lo trasformi positivamente. Non si tratta – ovviamente – di mettere in discussione l’identità religiosa di ciascuno e meno ancora di sincretismo. La proposta consiste nell’utilizzare un linguaggio spirituale in cui tutti, in modi diversi, possano ritrovarsi. Devo dire che frequento da anni eventi interreligiosi ma mai avevo partecipato ad uno simile a questo. Poche volte si vedono insieme 4 rabbini di diverse correnti dell’ebraismo e un folto gruppo di laici esperti delle tematiche tipiche del dialogo (30 persone dell’Argentina, USA, Italia e Uruguay), che lavorano con una metodologia totalmente originale. Di solito ogni partecipante parla della sua religione, commenta i propri testi e fa riferimento ai propri autori. Questa volta i cristiani hanno commentato i testi ebraici e gli ebrei i testi cristiani. Non sono state delle riflessioni prese dal bagaglio di pensatori o teologi noti nei propri ambiti, ma sono stati piuttosto approfondimenti incentrati nell’impatto che questi documenti hanno prodotto nel lettore: un impatto spirituale, in modo particolare, di profondo contenuto. Si sono visti, sotto una lente diversa da quella abituale, i testi della spiritualità ebraica e i testi che appartengono al patrimonio spirituale lasciato da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Uso una metafora presa dal mondo della cibernetica. È ormai noto che il web 2.0 ci aprirà, a breve, nuove forme di comunicazione attraverso la rete: il “dialogo 2.0” è anche un passo in avanti. Questo implicherà lasciare da parte le sicurezze acquisite finora per integrare gli elementi di sempre in un modo nuovo. Sarà più adatto per l’edificazione di forme più profonde di incontro interreligioso e, in definitiva, per la costruzione di una società più fraterna. L’abbiamo sperimentato durante questi giorni. Da Francisco Canzani Leggi anche: Quando il dialogo è uno stile di vita “Ho appreso da Bergoglio cosa vuol dire il momento della morte” Si fa dialogo interreligioso per “diventare persone migliori” Conoscere è amare. Il dialogo “cuore a cuore” (altro…)
Giu 11, 2013 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dal 10 al 13 giugno a Castelgandolfo (Italia), la quinta edizione del seminario di dialogo ebraico cristiano, organizzato dal Centro per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari in collaborazione con i vari gruppi di ebrei presenti. Una trentina di partecipanti che provengono dagli USA, Italia, Argentina e Uruguay: un gruppo impegnato da anni nel dialogo tra ebrei e cristiani. Diversi tra loro collaborano a progetti comuni, come il gruppo che da anni lavora attorno alla Fordham University, una delle tre maggiori università di New York, come pure in Uruguay e anche in Argentina. In quest’ultimo paese sudamericano recentemente è uscito un libro scritto a due mani dalla Rabbina Silvina Chemen e da Francisco Canzani, corresponsabile del Movimento dei Focolari a Buenos Aires. Un testo inedito nel suo genere, frutto della rispettosa esperienza tra i protagonisti, molto adatto alla formazione ad un dialogo maturo e fruttuoso. L’attuale incontro si è dato come tema di riflessione: l’«Imitatio Dei» (immagine di Dio), concetto centrale nelle Sacre Scritture e fondamento di una visione dell’uomo come essere essenzialmente relazionale, la cui dimensione spirituale va considerata insieme alla sua dimensione fisica, sociale e storica. “A differenza dei simposi precedenti (2005 e 2007 a Roma, 2009 a Gerusalemme, e 2011 a Buenos Aires) – spiega Silvina Chemen, Rabbina della Comunità Bet-El di Buenos Aires –, questo incontro si potrebbe definire come un esperimento che facciamo con un gruppo ristretto di persone che da anni percorrono insieme una strada di unità. Siamo alla ricerca di trovare nuove forme di dialogo che puntino più in profondità, superando il discorso in parallelo che in genere si fa. Si tratta di affrontare la sfida di prendere i testi gli uni degli altri e commentarli: un ebreo un testo cristiano, di Chiara Lubich ad esempio, e commentarlo; e un cristiano un testo della mistica ebraica, ad esempio. Si cerca di avere non tanto un approccio accademico, ma piuttosto evidenziare gli effetti che questi testi producono su ciascuno di noi”.
E aggiunge Mario Burman, presidente di OJDI (associazione ebraica per il dialogo interconfessionale), con tanti anni d’impegno nel dialogo con i cristiani alle spalle: “L’incontro è molto interessante, perché questo tentativo di entrare gli uni nei testi degli altri implica un passo in avanti nel dialogo. Infatti, non è semplicemente un far conoscere reciprocamente le proprie esperienze, ma di commentare le esperienze dell’altro, cosa produce in chi lo riflette”. Tra i presenti, il Rabbino Abraham Skorka, rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano a Buenos Aires, che scrisse a due mani con l’allora Cardinale Bergoglio “Sobre el Cielo y la Tierra”. Domani è prevista la partecipazione del gruppo all’udienza generale di Papa Francesco in P.zza S. Pietro. E poi avverrà l’incontro con la stampa presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. (altro…)