Ott 29, 2015 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
«Tra un mese riceverò a Costantinopoli i vescovi amici del Movimento»: è lo stesso Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ad annunciare alla stampa il prossimo Convegno di Vescovi di Varie Chiese amici dei Focolari che si svolgerà a Istanbul dal 25 al 30 novembre prossimi. L’occasione dell’annuncio è un’intervista rilasciata subito dopo il conferimento del dottorato honoris causa in Cultura dell’unità il 26 ottobre scorso a Loppiano, da parte dell’Istituto Universitario Sophia. «Avremo una riunione a Halki – continua – nella scuola di teologia e lì avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara Lubich e pregare per il riposo della sua anima e per esprimere le nostre esperienze e la nostra volontà di lavorare per l’unità delle Chiese. Noi, come chiesa di Costantinopoli, siamo felici, siamo pronti ad accoglierli, a scambiare le nostre esperienze e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente». (altro…)
Ott 28, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

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«Sono molto contento di essere qui nella cittadella di Loppiano. La ragione è che sono stato nominato dottore honoris causa e sono venuto per la cerimonia. Nello stesso tempo è una bellissima coincidenza: la cittadella di Loppiano celebra 50 anni della sua fondazione da parte di Chiara Lubich, di venerata memoria. Ed io come amico del Movimento dei Focolari partecipo alla gioia di questo anniversario. È normale e naturale che mi senta felice e commosso di avere il primo dottorato honoris causa che l’Istituto universitario Sophia ha voluto conferire a qualcuno. Sono il primo e ne sono felice! Ma la mia gioia e la mia felicità più grande e sentita, più che per il dottorato è per il messaggio che il Papa Francesco, mio fratello molto amato, ha voluto indirizzarmi. Attraverso questo il Papa ha voluto onorarmi ancora una volta. La sua alta persona ha voluto esprimere anche in questa occasione la determinazione di lavorare sempre di più per l’unità delle nostre chiese sorelle. Da parte del Patriarcato ecumenico, sono felice di poter assicurare Sua Santità, e voi tutti che mi ascoltate, della simile determinazione della nostra Chiesa di Costantinopoli per far progredire il dialogo ecumenico in genere, ma particolarmente tra la chiesa ortodossa e la chiesa cattolica. Perché noi siamo delle Chiese sorelle, abbiamo tante cose in comune, siamo molto più vicini che con altre chiese e denominazioni cristiane e perciò dobbiamo avanzare. Questo era il messaggio che il Papa ci ha dato venendo a Costantinopoli l’anno scorso per la nostra festa patronale. Questo è il desiderio comune che abbiamo espresso a Gerusalemme nel maggio 2014 quando ci siamo incontrati in Terra Santa per celebrare e sottolineare il 50° anniversario dell’incontro storico dei nostri predecessori. 
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Già all’inizio del suo Pontificato, quando ho avuto la gioia di essere presente al suo insediamento e abbiamo avuto una mezz’ora di incontro privato, ci siamo detti che dobbiamo lavorare e pregare intensamente per l’unità delle nostre chiese, per la ricomposizione dell’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa. Questa sera avverto la sua determinazione, rinnovata attraverso il suo messaggio e mi sento felicissimo! Tornerò a Istanbul più forte, più sicuro che a Roma ho un fratello che desidera tanto lavorare con noi e pregare per far accelerare l’unità delle nostre Chiese». Stiamo avvicinandoci ai 50 anni del primo incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich ad Istanbul. Era il 13 giugno 1967… «Uno degli ideali del Movimento dei Focolari è l’unità della Chiesa. Chiara e i suoi collaboratori hanno lavorato molto. Lei ha visitato 23 volte Athenagoras a Costantinopoli. Poi ha incontrato Dimitrios e poi me. Nel 2008, ho visitato Chiara nell’ospedale Gemelli pochi giorni prima della sua morte. Sono sicuro che stasera Chiara è con noi, senz’altro è con noi, con la sua presenza spirituale e con la sua preghiera. Si rallegra con noi e prega per l’unità delle nostre Chiese. Tra un mese riceverò a Costantinopoli i vescovi amici del Movimento. Avremo una riunione a Halki nella scuola di teologia e lì avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara e pregare per il riposo della sua anima e per esprimere le nostre esperienze e la nostra volontà di lavorare per l’unità delle Chiese. Noi, come chiesa di Costantinopoli, siamo felici, siamo pronti ad accoglierli, a scambiare le nostre esperienze e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente».
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Ott 28, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo

Piero Coda, Preside dell’Istituto Universitario Sophia, in occasione della consegna del dottorato h. c. in “Cultura dell’Unità” al Patriarca Bartolomeo I. Foto © CSC Audiovisivi
Il Patriarca Bartolomeo I ha percorso la storia del cammino ecumenico, quali secondo lei le parole nuove? «Le parole nuove sono sostanzialmente due: la prima è la parola della fraternità tra Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo. Il messaggio che il Santo Padre ha inviato a Bartolomeo ha toccato profondamente il cuore del Patriarca il quale ha risposto invocando la preghiera ad multos annos per papa Francesco, per portare avanti questo cammino di unità. E la seconda parola nuova che a me ha colpito molto è “l’unità nella diversità”, che tra l’altro è un leitmotiv di molti interventi di papa Francesco, che sottolinea come il Vangelo non è uniformità, ma valorizzazione delle differenze. Esse sono unità proprio nella misura in cui, scaturendo dall’unica sorgente, si mettono in relazione tra di loro, sanno scoprire reciprocamente i doni di cui ciascuno è portatore. Per cui la diversità è il fiore dell’unità, quando è vissuta come relazione, cioè come fraternità, come comunione. Queste sono – mi sembra – due parole molto forti, molto nuove, risuonate con particolare efficacia e sottolineate dalla risonanza che hanno avuto nella grande folla presente – 1400 persone – che hanno sottolineato i passaggi fondamentali degli interventi con applausi nutriti, applausi che venivano dal cuore». In un mondo dove si alzano le barriere in nome della diversità e del non riconoscimento dell’altro, quale responsabilità hanno i cristiani oggi? «Una responsabilità unica, perché è in fondo solo Gesù che ha portato nella storia dell’umanità un modello di unità che sa tenere insieme la differenza e la sa valorizzare. Nessuna visione umana, nessuna ideologia umana è riuscita a tenere insieme unità e diversità. O è andata nell’uniformizzazione o è caduta nell’anarchia. Gesù ci insegna la via, stretta, difficile che alla fine passa anche per la croce, ma porta alla resurrezione, la trasfigurazione delle differenze nell’unità. Questa è la perla del Vangelo, l’unità nella diversità, la comunione, la S.S. Trinità incarnata nelle relazioni con tutti, a cominciare dai poveri, dagli ultimi, come ci ricorda il Papa». Questo suo guardare alla Trinità per capire come orientarsi nella direzione dell’unità nella diversità, fa ricordare fortemente il carisma di Chiara Lubich, della sua visione dei “rapporti trinitari” come paradigma su cui camminare… «L’Istituto universitario Sophia è nato dall’ispirazione di Chiara quando ha avvertito che era giunto il momento che il carisma che le era stato donato da Dio, che aveva fatto nascere l’esperienza così universale del Movimento dei Focolari, diventasse anche espressione culturale. Perché occorrono sempre delle mediazioni, dei paradigmi – come dice papa Francesco, una rivoluzione culturale –, per saper incanalare l’esistenza verso nuove frontiere. Per questo è nato l’Istituto universitario Sophia: una giovane creatura, piccola, che conosce tutti i limiti dell’inizio e delle forze umane, ma che sperimenta anche la grandezza dello Spirito di Dio, del carisma dell’unità, dell’ut unum sint che è la chiave del nostro tempo. Allora il nostro impegno è elaborare culturalmente con profezia, con visione, con concretezza, con realismo, che cosa significa questo paradigma dell’unità nella diversità in politica (la politica della fraternità), in economia (l’Economia di Comunione), a livello filosofico (il rispetto dell’alterità), in tutti i campi. Mi sembra importante questa sintonia così profonda tra quello che ci dice papa Francesco (la mistica del noi, una chiesa in uscita), il Patriarca Bartolomeo (l’unità nella diversità), il carisma dell’unità donato in questo tempo … per camminare insieme. Lo Spirito Santo è un artista, dissemina all’infinito doni di tutti i generi ma ha di mira un progetto ben preciso: oggi è sanare questi conflitti, queste fratture che ci sono nell’umanità, per far germogliare quello che c’è già di positivo e che sono tantissime cose. Quindi deve essere un laboratorio di speranza». Fonte: intervista rilasciata a varie testate, dopo il conferimento del dottorato h.c. al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. (altro…)
Ott 27, 2015 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Tutti i presenti sono stati molto toccati dal sentire questo affetto fraterno che lega il Santo Padre Francesco a Sua Santità il Patriarca Bartolomeo. Il Papa riconosce l’impegno del Patriarca in questo cammino di unità, che definisce comune. Non solo, ma afferma molto coraggiosamente che in questo cammino comune questo riconoscimento costituisce un passo avanti». Lei conosce molto bene il Patriarca, ha vissuto e vive intensamente questo momento di una lunga storia di vicinanza del Movimento dei Focolari con la Chiesa ortodossa e con i Patriarchi. Qual è il suo punto di vista su questa figura e quindi sul significato di questo riconoscimento? «Il Patriarca Bartolomeo è l’erede del grande Patriarca Athenagoras, che aveva veramente questa passione per l’unità, che in lui era quasi una visione profetica ma che non è riuscito a realizzare. Ma questa stessa passione si è trasmessa in particolare al Patriarca Bartolomeo che non manca occasione per sollecitare l’unità nel seno delle Chiese ortodosse proprio per poter parlare insieme, con una voce già in un certo senso sinodale, prima di tutto con la Chiesa di Roma per la quale ha un amore e una stima particolare, così come per Papa Francesco. In tanti modi ci tiene a sottolineare quanto è vivo questo cammino insieme. Mi sembra che siamo veramente in un momento felice perché c’è una spinta che viene dai due capi delle nostre due Chiese e che non può non portare frutto. Ci saranno anche delle resistenze, come ha detto Papa Francesco alla conclusione del Sinodo, però alla fine c’è lo Spirito Santo che aiuta, che spinge sicuramente verso l’unità delle Chiese. Pensiamo che sia un momento felice e che questo riconoscimento sia un passo importante, concreto, in questo cammino». Nel suo discorso, il Patriarca ha detto proprio cos’è l’unità che è diversa da unione, che è diversa da unicità, e ha sottolineato quello che un po’ si chiede all’uomo di oggi: formare una cultura dell’unità nella diversità, diversità come ricchezza, che è un concetto molto presente nel carisma vissuto da Chiara Lubich. Ci può spiegare un po’ meglio come?
«Chiara ci ha sempre ricordato che il cammino delle Chiese è guidato dallo Spirito Santo e che quindi Lui ha sicuramente fatto maturare in ogni Chiesa dei doni che servono all’unità delle Chiese e di tutta la cristianità e che possono servire se vengono messi in comune. Questi doni non appiattiscono ma rispettano le diversità, proprio perché si riconosce in queste diversità una grande ricchezza che non fa altro che rendere più bella la Chiesa, così come Gesù la voleva. Quindi, non un’uniformità, ma una unità nella diversità. Chiara ci diceva che modello altissimo è l’unità che lega la Santissima Trinità, dove il Padre è tale perché non è il Figlio, il Figlio è tale perché non è il Padre ma l’amore che c’è tra il Padre e il Figlio genera addirittura lo Spirito Santo che è terzo in questa dimensione trinitaria, ma è anche primo perché lega il Padre e il Figlio. E può avvenire questo perché ognuna delle tre Persone della Santissima Trinità si perde completamente nell’altra. Anche nel cammino delle chiese si richiede proprio questo, cioè che ognuna sia capace di perdersi completamente nelle altre chiese; che vuol dire donare fino in fondo tutta la propria ricchezza e lasciarsi arricchire anche dalla ricchezza delle altre. Quindi saper essere amore, per costruire quella Chiesa di Cristo in cui ogni cristiano, a qualsiasi comunità ecclesiale appartenga, si senta veramente partecipe del corpo di Cristo». Da questo riconoscimento ci sono prospettive che nascono, che si possono aprire? «Si parlava proprio con il Patriarca di una eventuale possibilità di istituire all’Istituto Universitario Sophia una cattedra che insieme, da parte cattolica e da parte ortodossa, studi le grandi figure di Chiara Lubich e del patriarca Athenagoras e cerchi di cogliere quel contributo che queste figure, nell’incontro dei loro rispettivi carismi, hanno apportato e possono apportare in questo cammino di unità». (Da Radio Vaticana) (altro…)
Ott 27, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

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Ripercorre i rapporti tra le due chiese “sorelle” Bartolomeo I, nella sua lectio magistralis dopo il conferimento del titolo di dottore in Cultura dell’Unità da parte dell’Istituto Universitario Sophia, il 26 ottobre. Rapporti segnati da secoli di incomprensioni e da tempo avviati nel cammino verso l’unità, con la revoca delle reciproche scomuniche e i passi guidati da figure di spicco come Paolo VI e Athenagoras I, di cui Bartolomeo raccoglie oggi l’eredità. È in cammino con Papa Francesco, che di recente ha richiamato proprio il valore della “sinodalità” come elemento chiave per guidare la Chiesa di Cristo, e sono varie le occasioni in cui si è espressa la loro sintonia spirituale. Nel suo messaggio, letto dal card. Betori, Papa Francesco si rivolge “all’amato fratello Bartolomeo” per sottolineare il “cammino comune delle nostre chiese verso la piena e visibile unità, alla quale – scrive – tendiamo con dedizione e perseveranza”. Un messaggio che ha toccato profondamente il cuore del Patriarca, che si è detto “felicissimo” e ha confidato di “tornare a Istanbul più forte, più sicuro”, per il fatto di avere a Roma “un fratello che desidera lavorare con noi e pregare per accelerare l’unità delle nostre chiese”, e al quale risponde inviando il “Bacio di pace” e invocando la preghiera ad multos annos per Papa Francesco. 
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Si respira la storia, quella che ha visto “la mancanza del riconoscimento dell’altro come cristiano”, fino ai “protagonisti della nuova primavera della Chiesa: coloro che dell’unità faranno il centro della propria azione pastorale per il bene di tutti”, con il solo desiderio di “far avanzare le vie di Dio”; e si respira il futuro, quello in cui sia la Chiesa che le istituzioni umane capiranno che “le diversità sono dono e non contrapposizione, ricchezza e non squilibrio, vita e non morte”, come ha detto il Patriarca nel suo discorso. Siamo nella cittadella del Movimento dei Focolari a Loppiano, dove ha sede l’Istituto Universitario Sophia, che con la solenne cerimonia inaugura il suo 8° anno accademico. Per l’eccezionale evento – la presenza di Sua Santità Bartolomeo I – sono presenti, oltre a migliaia di persone, varie delegazioni della Chiesa ortodossa, rappresentanti della Chiesa cattolica, autorità civili, docenti di vari atenei gemellati con Sophia, una comunità musulmana e si registrano oltre 4mila accessi alla diretta internet. 
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Nel riconoscimento attribuito al Patriarca di Costantinopoli, si esprime la gratitudine “per quella tessitura paziente, coraggiosa e operosa di una Cultura dell’Unità”, di cui è “protagonista amato e ascoltato, sulla scena internazionale, nel dialogo in vista della piena unità tra le Chiese, nell’incontro tra diverse tradizioni ed esperienze religiose, nella cooperazione tra donne e uomini di tutte le convinzioni che camminano sui sentieri della fraternità”, così il prof. Piero Coda, Preside dell’Istituto. In un’intervista a margine afferma inoltre – spiegando la cultura dell’unità – che non si tratta di un’utopia, ma di una “ispirazione, attraverso la quale Chiara Lubich ha compreso che il carisma dell’unità, che le era stato donato da Dio, poteva diventare anche espressione culturale: occorrono sempre delle mediazioni, dei paradigmi, come dice papa Francesco, una rivoluzione culturale, per saper incanalare l’esistenza verso nuove frontiere, per questo è nato l’Istituto Universitario Sophia”. Maria Voce, presidente dei Focolari, a nome di tutto il Movimento, esprime, nel suo messaggio al Patriarca la gioia e l’onore di averlo accolto nella cittadella di Loppiano, sottolineando il ruolo di spicco che i Focolari gli attribuiscono come personalità spirituale e intellettuale e il valore della sua testimonianza e dei suoi “richiami alla giustizia e alla salvaguardia dell’ambiente come casa comune dei popoli”. “Il dialogo è la nostra comune priorità”, continua Maria Voce, col desiderio di “proseguire il cammino in piena armonia di ideali e testimonianza di vita”. E una prossima tappa, ricordata da Bartolomeo I in un’intervista a conclusione della cerimonia, sarà a novembre, a Istanbul, dove converranno i vescovi di varie chiese amici dei Focolari: “Lì avremo l’occasione – afferma – per esprimere la nostra volontà di lavorare per l’unità delle nostre Chiese. Noi siamo felici, siamo pronti ad accoglierli e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente”. Unità nella diversità è una delle “parole nuove” che sono state dette e che il preside Piero Coda sottolinea ancora con forza: “il Vangelo non è uniformità, ma valorizzazione delle differenze. Esse sono unità proprio nella misura in cui, scaturendo dall’unica sorgente, si mettono in relazione tra di loro, cioè sanno scoprire reciprocamente i doni di cui ciascuno è portatore. Per cui la diversità è il fiore dell’unità quando è vissuta come relazione, cioè come fraternità, come comunione”. “Ed è proprio dall’accettazione delle diversità – conclude il Patriarca – attraverso il dialogo dell’amore, il reciproco rispetto, l’accoglienza dell’Altro e la nostra disponibilità ad accogliere ed essere accolti, che potremo diventare per il mondo icone di Cristo e come lui, nell’unità, essere anche diversità”.
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